Capitolo 14
Killian rimase diverso tempo a guardare Emma
mentre riposava e nel frattempo il suo cervello era impegnato in profondi
pensieri, fin quando non prese una decisione. Si alzò dal letto lentamente per
non svegliare la sua amata e si recò a cercare David. Uncino era un bravo
spadaccino e molti erano periti sotto la sua spada, ma con questo insidioso
nemico, sentiva la necessità di allenarsi e di migliorare ulteriormente. Non
sapeva quanto la spada poteva tornargli utile in uno scontro faccia a faccia
con quell’essere, ma se mai gli fosse capitato di sorprenderlo alle spalle,
sebbene anch’egli lo considerasse un comportamento da codardo, l’avrebbe
colpito.
Indipendentemente da
quante possibilità avesse, non poteva stare fermo. Doveva fare qualcosa.
Non sapeva però dove
trovare David e vagò nel castello, finchè non udì la sua voce attraverso la porta di una sala
all’interno della quale non era ancora entrato.
Sentiva diverse voci e
comprese che vi era una riunione in corso e decise di attendere che questa
giungesse al termine, ma curioso ascoltò. Parlavano della teca che avrebbe
condotto Emma nel mondo senza magia. Parlavano di come Neve avrebbe
attraversato quel portale portando con loro la figlia in quanto, quella teca
aveva posto per una sola persona.
Cercò di reprimere la
tentazione di entrare all’interno e dire a tutti che in realtà la teca aveva
spazio per due persone, ma che Geppetto aveva accettato di costruire quel
portale magico, solo con l’accordo che anche Pinocchio l’avrebbe usata.
Avrebbe voluto dirlo per
impedire che Emma venisse abbandonata, in modo tale che conoscesse l’amore di
una famiglia, perché per quanto si poteva riuscire a trovare la felicità nella
propria vita, quel vuoto rimaneva sempre. Lui lo sapeva bene, in quanto anche
lui aveva provato cosa volesse dire essere abbandonato, solo che diversamente
da Emma, aveva avuto suo fratello maggiore vicino, che non l’aveva mai
lasciato. Ma cancellò in fretta questi pensieri sia perché avrebbero cancellato
ai reali la memoria, sia perché sapeva
che avrebbe cambiato la vita della salvatrice drasticamente e anche la sua, in
quanto, se non l’avesse conosciuta, lui sarebbe ancora l’uomo spietato di un
tempo.
Si sedette quindi a terra e si appoggiò al muro di pietra
freddo e attese quella che a lui sembrò un’eternità.
Si appisolò anche, perché sussultò quando le porte della
stanza si aprirono per fare uscire vari personaggi delle fiabe, tra cui anche
Blue e i nani.
“Vostra maestà!” disse Killian, entrando
nella stanza una volta che tutti furono usciti.
“Uncino? C’è qualcosa che non va con Emma?” chiese Neve
preoccupata, ancora seduta ad un tavolo circolare, che Killian,
se non sapesse di non trovarsi al castello di Artù, l’avrebbe scambiata per la tavola
rotonda di Camelot.
“Emma sta bene. Ora sta riposando. Io sono qui per chiedere
un favore a David!” disse Killian.
L’interpellato alzò un sopracciglio e disse “Di cosa si
tratta?”
“Vorrei che mi aiutassi ad allenarmi con la spada. Me la cavo
piuttosto bene, ma è un po’ che non la uso e voglio tenermi pronto per
difendere Emma e il nostro bambino!” disse Killian
determinato.
David e Neve si guardarono e si scambiarono un sorriso.
“Direi che è un’ottima idea, ma voglio che tu sia pronto per
domani mattina appena sorge il sole e sappi che non ci andrò leggero!” disse
David sorridendo e incrociando le braccia.
“Vedo che comincio a piacerti!”
disse Killian
“Apprezzo il fatto che tu voglia proteggere mia figlia e mio
nipote, nient’altro!” disse David cercando di fare il serio, con poco
risultato.
Killian sorrise divertito, prima di tornare nella
sua stanza e prendere il giusto riposo necessario per affrontare, con la giusta
quantità di energia, l’indomani.
L’alba arrivò e Killian, facendo il
meno rumore possibile, si preparò per l’allenamento.
David lo aspettava già nel cortile e fu confuso quando lo
vide circondato da diverse guardie.
“Sei in ritardo Uncino!” disse David, con le braccia
incrociate e battendo un piede a terra.
“Mi perdoni altezza, ma la mia sveglia si deve essere rotta!”
rispose Killian d’istinto, dimenticandosi che David
probabilmente non aveva la più pallida idea di cosa fosse una sveglia.
Infatti l’uomo, non comprendendo la battuta, decise di
sorvolare dicendo “D’accordo. Prima ci batteremo io e te, sia per fare un po’
di allenamento, sia perché voglio capire la tua abilità. Poi voglio che tu
affronti me e i miei migliori solati tutti insieme. Ti avverto, nessuno di loro
ha l’ordine di ucciderti, ma ti possono ferire. Qui non stiamo giocando!” disse
serio David.
“Sono d’accordo. Vogliamo iniziare?” chiese Killian sfoderando la spada.
Regina e Neve erano su
di un balcone che affacciava direttamente sopra il cortile ad assistere
all’allenamento.
Neve sembrava contenta
di vedere l’impegno che Killian ci stava mettendo e
non poteva che sentire il suo cuore colmo di gioia, nel sapere che la figlia
che portava in grembo, avrebbe trovato un uomo che l’amasse tanto quanto David
amava lei.
Si voltò a guardare un
instante la donna accanto a lei e ne studiò le caratteristiche. Il uso volto
era diverso rispetto a quella della regina cattiva, più rilassato e negli occhi
non vedeva più quella sete di vendetta che l’avevano sempre caratterizzata
quando era cattiva, ma in quel momento vedeva altro. Tristezza e turbamento.
“Qualcosa ti preoccupa Regina. Mi vuoi dire cose è?” chiese
Neve posandole una mano sul braccio.
Regina chiuse gli occhi un secondo “Stavo pensando a Henry.
Mi manca molto. Siamo qui già da un paio di giorni e lui non sa cosa ci è
successo. Non voglio che si preoccupi per me o per Emma, pensando che ci sia
successo qualcosa. È solo un ragazzo e ne ha già passate tante!”
“Non conosco mio nipote, ma lo hai cresciuto tu ed Emma è la
madre biologica. Sono sicura che è un ragazzo forte!”
“Molto forte. Devi ringraziare lui se hai avuto la
possibilità di conoscere Emma, l’ha condotta lui a casa a rompere il sortilegio
ed è lui che mi ha spinto a cambiare. Senza di lui saremmo stati tutti
perduti!” disse Regina con un sorriso sulle labbra.
“Si, è un ragazzo speciale!” disse una voce alle loro spalle.
“Emma, cosa ci fai qui?” chiese Regina.
“Dovresti riposare! Il medico è stato chiaro!” Disse Neve,
avvicinandosi alla figlia, notando anche che la donna indossava un vestito
azzurro pallido che più si addiceva a una principessa, piuttosto che quegli
strani vestiti che le aveva visto addosso i giorni precedenti.
“Ho dormito per più di dodici ore, credo di aver riposato
abbastanza. Inoltre mi sento abbastanza
bene, tralasciando nausee, spossatezza e altri sintomi della gravidanza!” disse
sbuffando.
Neve sorrise “Anche tu mi hai dato parecchi problemi
all’inizio!”
“Ti chiedo scusa mamma!” disse Emma scherzando, poi facendosi
seria disse “Comunque Regina ha centrato
un punto. Nessuno sa cosa ci è successo e dovremmo trovare un modo per tornare a
casa!” disse Emma.
Regina la guardò stranita “Senza cercare la spada?”
“Non abbiamo la più pallida idea di dove cercarla!” disse per
poi rivolgersi a Neve “So che tu e papà avete dato l’ordine di cercare
quell’arma in tutto il reame, ma fino ad ora non ci sono stati riscontri positivi.
Regina, se hai qualche suggerimento, sarò felice di ascoltarti, altrimenti non
so come possiamo fare per trovarla. Potrebbe trovarsi ovunque!” disse Emma.
“Possiamo chiedere a Tremotino!”
disse Regina ricordandosi di un particolare di quel tempo.
“Vuoi chiedere l’aiuto di quel mostro?” chiese Neve sorpresa
dalla sia affermazione, in quanto sapeva quanto losco poteva essere
quell’individuo e quanti fossero pericolosi gli accordi fatti con lui per
ottenere un suo aiuto.
“Potrebbe sapere qualcosa! Potremmo partire per il suo castello e…” cominciò Emma, ma
venne interrotta “Non credo sia al suo castello, giusto Neve? Lo avete già
imprigionato nelle vostre segrete”. Disse Regina cercando conferma nella donna,
la quale annuì titubante.
Neve non era contenta
del piano, voleva averci avere il meno possibile con quell’essere , ma se
poteva concedere loro delle risposte, non poteva tirarsi indietro.
Le tre donne si
recarono nelle segrete, ma le guardie della prigione, appena videro Regina, le
puntarono le spade al collo. Dovette pensaci Neve a far calmare le guardie e a
convincerle ad aprire la porta che avrebbe condotto alla prigione del signore
oscuro.
La risata di Tremotino era già
udibile ancora prima che la cella fosse visibile e lui era già a conoscenza che
presto avrebbe ricevuto visite perché disse “Forza venite avanti. Sono curioso
di sapere cosa volete!”
“Ma come, uno che vede il futuro, non sa cosa vogliamo?”
chiese Regina divertita “Eppure tu sai molto sugli eventi che accadranno. Non è
per questo che sei qui senza tentare la fuga? Sei esattamente dove vuoi
trovarti!”
“Tu non sei la regina cattiva!” disse Tremotino
e rivolgendosi alla salvatrice disse “E tu chi sei? Ho la netta sensazione di
averti già visto!”
Emma scambiò uno sguardo con Regina, poi alzando le spalle
disse “Mi devi confondere con qualcun altro!” La donna pensò che probabilmente
qualche vago ricordo del suo primo viaggio nel passato con Killian
doveva essere rimasto in Tremotino.
“No, non credo proprio. Ecco… ti ho visto in una delle mie
visioni. Tu sei…la salvatrice!” disse Tremotino elettrizzato
“Sarai molto utile per i miei piani. È affascinante vedere che ora ti trovi
qui…non so come sia possibile, ma è sorprendente!”
“Ehm…si, può darsi, ma non siamo qui per parlare di me!”
disse la donna “Stiamo cercando una spada, una spada che forse tu sai dove si
trova!”
Tremotino rise “Bhe
salvatrice, non è così che funziona, io do qualcosa a te se tu la dai a me!”
“Non ho niente da darti!” disse Emma seria. Cercò di
mantenere la calma e sperò vivamente che il signore oscuro non sapesse della
sua gravidanza o avrebbe corso il rischio che le chiedesse il suo bambino.
“Oh io credo di si!” disse guardando la donna sorridendo.
“No Emma, qualsiasi cosa voglia potrebbe essere pericoloso!”
dice Neve.
“Ascoltiamo solo cosa ha da dire, possiamo sempre mandarlo al
diavolo!” disse Regina.
“Sebbene i miei poteri in questa prigione siano assopiti,
riesco ancora a percepire altre creature magiche. Sono giorni che percepisco
un potere forte e oscuro e temo che
qualcosa a me prezioso possa finire nelle mani sbagliate!” disse Tremotino.
“Il tuo pugnale…certo! Ora è nascosto in un luogo dove reputi
sia al sicuro, perché pensi che non lo sia più?” chiese Regina.
“Oh bhe…magari non è interessato,
ma…vorrei solo poter stare tranquillo e evitare che qualcuno metta le mani sul
mio pugnale e mi controlli, soprattutto se è qualcuno più potente di me.
Chiamiamola semplice precauzione. Tanto non credo che cambia qualcosa nel
futuro, se il pugnale ce l’ho avuto sempre io!”
“Va bene, possiamo farlo, ma tu dicci dove possiamo trovare
una spada come questa!” disse Emma, facendo ricorso ai suoi poteri per far
apparire un disegno dettagliato della spada.
Tremotino osservò il disegno e sorridendo
disse “Allora abbiamo un accordo. Portatemi il mio pugnale e io vi dirò tutto
quello che so su quella spada!” disse Tremotino.
Emma guardò Regina. Nessuna delle due si era mai fidata di
Gold, ma non videro molta scelta e decisero di accettare.
“Dove troviamo il pugnale?” chiese Regina seria.
“Nella foresta intorno al mio castello!” disse Tremotino, non precisando che la foresta intorno era ampia
per chilometri e sarebbe stato più facile trovare un ago in un pagliaio.
“Con questa informazione non ci facciamo niente. Dovrai darci
maggiori indizi!” disse Regina cominciando a essere spazientita, ma Tremotino non aveva intenzione di dar loro maggiori
informazioni, per il semplice fatto che avrebbe potuto indicare un punto come
un altro. Non si ricordava esattamente dove l’aveva messo, ma lui aveva il suo
metodo per trovarlo.
“Posso dirti che è vicino alle radici di un albero
centenario, ma…dato la quantità di alberi del genere dubito che ti possa essere
d’aiuto. Al signore oscuro non serve fare una mappa di dove nasconde il
pugnale, lui lo trova sempre!” disse Tremotino
guardando Emma.
“Già peccato che l’unico che abbiamo a disposizione è
rinchiuso dietro le sbarre!” disse Regina.
Tremotino rise, ma non staccò gli occhi da
Emma, come a volerle comunicare qualcosa. “Abbiamo un accordo, ti porteremo quel
pugnale!” disse la donna. Aveva capito cosa intendesse Tremotino
e quindi non aveva bisogno di sapere l’esatto punto di dove si trovasse il pugnale.
Emma diede le spalle
al signore oscuro e prese ad allontanarsi dalla cella. Regina e Neve la
seguirono confuse e a causa del passo spedito della donna, Regina dovette quasi
correre per afferrarle un braccio e fermarla.
“Come diavolo pensi di riuscire a trovare il pugnale? Non
abbiamo la più pallida idea di dove si trovi. Vuoi metterti a scavare sotto
ogni albero della foresta?” chiese Regina confusa.
“So io come trovarlo. Non preoccuparti di questo!” disse
Emma, cercando di riprendere il cammino, ma venne nuovamente fermata dal
sindaco.
“Vuoi fare un incantesimo di locazione? Non funzioner…” cominciò Regina, ma Emma spazientita la fermò
“No, Regina, non intendo usare un incantesimo di locazione. So che non funziona
sugli oggetti. Fidati di me, so come trovarlo, Ora la questione è un’altra, hai
intenzione di venire con me o no?” chiese Emma guardandola negli occhi.
Regina sbuffò “Non posso lasciarti andare da sola. Se ti
succede qualcosa a chi lo sente al pirata!”
“A proposito mamma, dì a Killian di
non preoccuparsi, torneremo presto!” disse Emma che con un gesto della mano teletrasportò lei e Regina al castello del signore oscuro.
“Come sapevi dove trovare il castello?” chiese il sindaco
curiosa, in quanto per usare il potere di teletrasporto doveva almeno
conoscere, qualcuno al suo interno e pensare a lui, o conoscere l’ambiente
circostante.
“Ci sono stata al mio primo viaggio nel tempo. Abbiamo dovuto
chiedere aiuto a Tremotino!”
disse semplicemente Emma, prima di iniziare a addentrarsi nella foresta.
Passarono diversi minuti durante i quali le due donne
camminarono in mezzo alla boscaglia, stando attente a dove mettevano i piedi
per evitare ulteriori problemi a causa di ragni o serpenti velenosi, ma la cosa
che più preoccupava Regina era sapere come Emma avrebbe trovato il pugnale.
Aveva la netta sensazione che non le sarebbe piaciuto scoprire questa verità.
Emma infatti si muoveva sicura tra i boschi, come se sapesse l’esatta
direzione. Solo qualche volta si fermava a pensare, ma poi sicura della strada
scelta, continuava spedita.
“Emma, mi vuoi dire…”
“SSSShhh!” disse Emma alzando una
mano per azzittirla. Emma si concentrò e ascoltando l’ambiente circostante disse “Ci siamo
quasi!”.
Regina alzò gli occhi al cielo esasperata dal non trovare
risposta, ma continuò a seguire la salvatrice fino a quando questa non si fermò
ai piedi di un albero molto alto e con un tronco più grosso rispetto agli
altri.
“Il pugnale e qui sotto!” disse Emma indicando il punto a
Regina, prima usare la magia per portarlo alla luce.
Regina spalancò gli occhi quando effettivamente vide un
cofanetto uscire dal terreno. Quando lo afferrò e lo aprì poté affermare che
all’interno c’era veramente quello che cercavano.
Richiuse il coperchio con forza e determinata guardò Emma “Ok,
ora basta. Voglio una spiegazione. Come sapevi dove trovarlo?”.
Emma esitò, ma quando Regina glielo richiese quasi urlando,
la salvatrice disse “L’ho sentito Ok? Da quando sono diventata la signora
oscura, riesco a sentire quel dannato pugnale. Non so come sia possibile, ma è
così. Non percepisco solo il pugnale del nostro tempo perché Gold ci ha fatto
un incantesimo, in modo tale che la voce degli altri signori oscuri non
giungesse alle mie orecchie, ma questo pugnale non ha alcuna protezione e
riesco a percepirlo quando non sono a una distanza troppo elevata!”
Regina la guardò seria e preoccupata “Emma, questa cosa è
molto grave. Se riesci ancora a sentire i signori oscuri, significa che qualche
abilità ti è rimasta. Te ne rendi conto? Avresti dovuto dirmelo!”
“Che io sappia ho solo questa abilità, che definirei una
tortura. Sai quanto ti può dare alla testa sentire quel pugnale bisbigliare in
continuazione? Anche adesso continua a parlare!” disse e vedendo poi lo sguardo
di Regina disse “Se mi fosse rimasta qualche potere, tu sapresti togliermeli?”
Regina scosse la testa.
“Bhe ne ho parlato con Gold e
nemmeno lui sa come sia possibile che una cosa accada e se non lo sa lui che è
esperto del potere oscuro, perché avrei dovuto dirlo a te o ai miei genitori?
Vi avrei fatto preoccupare inutilmente per una cosa che non potete controllare.
Io non mi sento diversa da prima che lo diventassi, non sento l’oscurità che
percepivo quando ero la signora oscura, quindi effettivamente credo che non ci
sia niente di cui preoccuparsi!” disse Emma.
“Spero che sia davvero così Emma!” disse Regina, poco felice nello scoprire quanto saputo, ma la preoccupazione verso la salvatrice svanì quando sentirono della magia nell’aria.