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Autore: Neko    26/10/2017    1 recensioni
Diversi mesi erano passati da quella notte in cui Emma aveva dovuto scontrarsi con Gideon e quasi ci aveva rimesso la vita affinché l’oscurità non vincesse, ma nonostante tutto, sentiva come se la previsione della sua morte fosse ancora lì, in attesa di compiersi.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

Killian rimase diverso tempo a guardare Emma mentre riposava e nel frattempo il suo cervello era impegnato in profondi pensieri, fin quando non prese una decisione. Si alzò dal letto lentamente per non svegliare la sua amata e si recò a cercare David. Uncino era un bravo spadaccino e molti erano periti sotto la sua spada, ma con questo insidioso nemico, sentiva la necessità di allenarsi e di migliorare ulteriormente. Non sapeva quanto la spada poteva tornargli utile in uno scontro faccia a faccia con quell’essere, ma se mai gli fosse capitato di sorprenderlo alle spalle, sebbene anch’egli lo considerasse un comportamento da codardo, l’avrebbe colpito.

Indipendentemente da quante possibilità avesse, non poteva stare fermo. Doveva fare qualcosa.

Non sapeva però dove trovare David e vagò nel castello,  finchè non udì la sua voce attraverso la porta di una sala all’interno della quale non era ancora entrato.

Sentiva diverse voci e comprese che vi era una riunione in corso e decise di attendere che questa giungesse al termine, ma curioso ascoltò. Parlavano della teca che avrebbe condotto Emma nel mondo senza magia. Parlavano di come Neve avrebbe attraversato quel portale portando con loro la figlia in quanto, quella teca aveva posto per una sola persona.

Cercò di reprimere la tentazione di entrare all’interno e dire a tutti che in realtà la teca aveva spazio per due persone, ma che Geppetto aveva accettato di costruire quel portale magico, solo con l’accordo che anche Pinocchio l’avrebbe usata.

Avrebbe voluto dirlo per impedire che Emma venisse abbandonata, in modo tale che conoscesse l’amore di una famiglia, perché per quanto si poteva riuscire a trovare la felicità nella propria vita, quel vuoto rimaneva sempre. Lui lo sapeva bene, in quanto anche lui aveva provato cosa volesse dire essere abbandonato, solo che diversamente da Emma, aveva avuto suo fratello maggiore vicino, che non l’aveva mai lasciato. Ma cancellò in fretta questi pensieri sia perché avrebbero cancellato ai reali la memoria, sia perché  sapeva che avrebbe cambiato la vita della salvatrice drasticamente e anche la sua, in quanto, se non l’avesse conosciuta, lui sarebbe ancora l’uomo spietato di un tempo.

Si sedette quindi a terra e si appoggiò al muro di pietra freddo e attese quella che a lui sembrò un’eternità.

Si appisolò anche, perché sussultò quando le porte della stanza si aprirono per fare uscire vari personaggi delle fiabe, tra cui anche Blue e i nani.

“Vostra maestà!” disse Killian, entrando nella stanza una volta che tutti furono usciti.

“Uncino? C’è qualcosa che non va con Emma?” chiese Neve preoccupata, ancora seduta ad un tavolo circolare, che Killian, se non sapesse di non trovarsi al castello di Artù, l’avrebbe scambiata per la tavola rotonda di Camelot.

“Emma sta bene. Ora sta riposando. Io sono qui per chiedere un favore a David!” disse Killian.

L’interpellato alzò un sopracciglio e disse “Di cosa si tratta?”

“Vorrei che mi aiutassi ad allenarmi con la spada. Me la cavo piuttosto bene, ma è un po’ che non la uso e voglio tenermi pronto per difendere Emma e il nostro bambino!” disse Killian determinato.

David e Neve si guardarono e si scambiarono un sorriso.

“Direi che è un’ottima idea, ma voglio che tu sia pronto per domani mattina appena sorge il sole e sappi che non ci andrò leggero!” disse David sorridendo e incrociando le braccia.

 “Vedo che comincio a piacerti!” disse Killian

“Apprezzo il fatto che tu voglia proteggere mia figlia e mio nipote, nient’altro!” disse David cercando di fare il serio, con poco risultato.

Killian sorrise divertito, prima di tornare nella sua stanza e prendere il giusto riposo necessario per affrontare, con la giusta quantità di energia, l’indomani.

L’alba arrivò e Killian, facendo il meno rumore possibile, si preparò per l’allenamento.

David lo aspettava già nel cortile e fu confuso quando lo vide circondato da diverse guardie.

“Sei in ritardo Uncino!” disse David, con le braccia incrociate e battendo un piede a terra.

“Mi perdoni altezza, ma la mia sveglia si deve essere rotta!” rispose Killian d’istinto, dimenticandosi che David probabilmente non aveva la più pallida idea di cosa fosse una sveglia.

Infatti l’uomo, non comprendendo la battuta, decise di sorvolare dicendo “D’accordo. Prima ci batteremo io e te, sia per fare un po’ di allenamento, sia perché voglio capire la tua abilità. Poi voglio che tu affronti me e i miei migliori solati tutti insieme. Ti avverto, nessuno di loro ha l’ordine di ucciderti, ma ti possono ferire. Qui non stiamo giocando!” disse serio David.

“Sono d’accordo. Vogliamo iniziare?” chiese Killian sfoderando la spada.

Regina e Neve erano su di un balcone che affacciava direttamente sopra il cortile ad assistere all’allenamento.

Neve sembrava contenta di vedere l’impegno che Killian ci stava mettendo e non poteva che sentire il suo cuore colmo di gioia, nel sapere che la figlia che portava in grembo, avrebbe trovato un uomo che l’amasse tanto quanto David amava lei.

Si voltò a guardare un instante la donna accanto a lei e ne studiò le caratteristiche. Il uso volto era diverso rispetto a quella della regina cattiva, più rilassato e negli occhi non vedeva più quella sete di vendetta che l’avevano sempre caratterizzata quando era cattiva, ma in quel momento vedeva altro. Tristezza e turbamento.

 

“Qualcosa ti preoccupa Regina. Mi vuoi dire cose è?” chiese Neve posandole una mano sul braccio.

Regina chiuse gli occhi un secondo “Stavo pensando a Henry. Mi manca molto. Siamo qui già da un paio di giorni e lui non sa cosa ci è successo. Non voglio che si preoccupi per me o per Emma, pensando che ci sia successo qualcosa. È solo un ragazzo e ne ha già passate tante!”

“Non conosco mio nipote, ma lo hai cresciuto tu ed Emma è la madre biologica. Sono sicura che è un ragazzo forte!”

“Molto forte. Devi ringraziare lui se hai avuto la possibilità di conoscere Emma, l’ha condotta lui a casa a rompere il sortilegio ed è lui che mi ha spinto a cambiare. Senza di lui saremmo stati tutti perduti!” disse Regina con un sorriso sulle labbra.

“Si, è un ragazzo speciale!” disse una voce alle loro spalle.

“Emma, cosa ci fai qui?” chiese Regina.

“Dovresti riposare! Il medico è stato chiaro!” Disse Neve, avvicinandosi alla figlia, notando anche che la donna indossava un vestito azzurro pallido che più si addiceva a una principessa, piuttosto che quegli strani vestiti che le aveva visto addosso i giorni precedenti.

“Ho dormito per più di dodici ore, credo di aver riposato abbastanza. Inoltre  mi sento abbastanza bene, tralasciando nausee, spossatezza e altri sintomi della gravidanza!” disse sbuffando.

Neve sorrise “Anche tu mi hai dato parecchi problemi all’inizio!”

“Ti chiedo scusa mamma!” disse Emma scherzando, poi facendosi seria disse “Comunque  Regina ha centrato un punto. Nessuno sa cosa ci è successo e dovremmo trovare un modo per tornare a casa!” disse Emma.

Regina la guardò stranita “Senza cercare la spada?”

“Non abbiamo la più pallida idea di dove cercarla!” disse per poi rivolgersi a Neve “So che tu e papà avete dato l’ordine di cercare quell’arma in tutto il reame, ma fino ad ora non ci sono stati riscontri positivi. Regina, se hai qualche suggerimento, sarò felice di ascoltarti, altrimenti non so come possiamo fare per trovarla. Potrebbe trovarsi ovunque!” disse Emma.

“Possiamo chiedere a Tremotino!” disse Regina ricordandosi di un particolare di quel tempo.

“Vuoi chiedere l’aiuto di quel mostro?” chiese Neve sorpresa dalla sia affermazione, in quanto sapeva quanto losco poteva essere quell’individuo e quanti fossero pericolosi gli accordi fatti con lui per ottenere un suo aiuto.

“Potrebbe sapere qualcosa! Potremmo partire  per il suo castello e…” cominciò Emma, ma venne interrotta “Non credo sia al suo castello, giusto Neve? Lo avete già imprigionato nelle vostre segrete”. Disse Regina cercando conferma nella donna, la quale annuì titubante.

Neve non era contenta del piano, voleva averci avere il meno possibile con quell’essere , ma se poteva concedere loro delle risposte, non poteva tirarsi indietro.

Le tre donne si recarono nelle segrete, ma le guardie della prigione, appena videro Regina, le puntarono le spade al collo. Dovette pensaci Neve a far calmare le guardie e a convincerle ad aprire la porta che avrebbe condotto alla prigione del signore oscuro.

La risata di Tremotino era già udibile ancora prima che la cella fosse visibile e lui era già a conoscenza che presto avrebbe ricevuto visite perché disse “Forza venite avanti. Sono curioso di sapere cosa volete!”

“Ma come, uno che vede il futuro, non sa cosa vogliamo?” chiese Regina divertita “Eppure tu sai molto sugli eventi che accadranno. Non è per questo che sei qui senza tentare la fuga? Sei esattamente dove vuoi trovarti!”

“Tu non sei la regina cattiva!” disse Tremotino e rivolgendosi alla salvatrice disse “E tu chi sei? Ho la netta sensazione di averti già visto!”

Emma scambiò uno sguardo con Regina, poi alzando le spalle disse “Mi devi confondere con qualcun altro!” La donna pensò che probabilmente qualche vago ricordo del suo primo viaggio nel passato con Killian doveva essere rimasto in Tremotino.

“No, non credo proprio. Ecco… ti ho visto in una delle mie visioni. Tu sei…la salvatrice!” disse Tremotino elettrizzato “Sarai molto utile per i miei piani. È affascinante vedere che ora ti trovi qui…non so come sia possibile, ma è sorprendente!”

“Ehm…si, può darsi, ma non siamo qui per parlare di me!” disse la donna “Stiamo cercando una spada, una spada che forse tu sai dove si trova!”

Tremotino rise “Bhe salvatrice, non è così che funziona, io do qualcosa a te se tu la dai a me!”

“Non ho niente da darti!” disse Emma seria. Cercò di mantenere la calma e sperò vivamente che il signore oscuro non sapesse della sua gravidanza o avrebbe corso il rischio che le chiedesse il suo bambino.

“Oh io credo di si!” disse guardando la donna sorridendo.

“No Emma, qualsiasi cosa voglia potrebbe essere pericoloso!” dice Neve.

“Ascoltiamo solo cosa ha da dire, possiamo sempre mandarlo al diavolo!” disse Regina.

“Sebbene i miei poteri in questa prigione siano assopiti, riesco ancora a percepire altre creature magiche. Sono giorni che percepisco un  potere forte e oscuro e temo che qualcosa a me prezioso possa finire nelle mani sbagliate!” disse Tremotino.

“Il tuo pugnale…certo! Ora è nascosto in un luogo dove reputi sia al sicuro, perché pensi che non lo sia più?” chiese Regina.

“Oh bhe…magari non è interessato, ma…vorrei solo poter stare tranquillo e evitare che qualcuno metta le mani sul mio pugnale e mi controlli, soprattutto se è qualcuno più potente di me. Chiamiamola semplice precauzione. Tanto non credo che cambia qualcosa nel futuro, se il pugnale ce l’ho avuto sempre io!”

“Va bene, possiamo farlo, ma tu dicci dove possiamo trovare una spada come questa!” disse Emma, facendo ricorso ai suoi poteri per far apparire un disegno dettagliato della spada.

Tremotino osservò il disegno e sorridendo disse “Allora abbiamo un accordo. Portatemi il mio pugnale e io vi dirò tutto quello che so su quella spada!” disse Tremotino.

Emma guardò Regina. Nessuna delle due si era mai fidata di Gold, ma non videro molta scelta e decisero di accettare.

“Dove troviamo il pugnale?” chiese Regina seria.

“Nella foresta intorno al mio castello!” disse Tremotino, non precisando che la foresta intorno era ampia per chilometri e sarebbe stato più facile trovare un ago in un pagliaio.

“Con questa informazione non ci facciamo niente. Dovrai darci maggiori indizi!” disse Regina cominciando a essere spazientita, ma Tremotino non aveva intenzione di dar loro maggiori informazioni, per il semplice fatto che avrebbe potuto indicare un punto come un altro. Non si ricordava esattamente dove l’aveva messo, ma lui aveva il suo metodo per trovarlo.

“Posso dirti che è vicino alle radici di un albero centenario, ma…dato la quantità di alberi del genere dubito che ti possa essere d’aiuto. Al signore oscuro non serve fare una mappa di dove nasconde il pugnale, lui lo trova sempre!” disse Tremotino guardando Emma.

“Già peccato che l’unico che abbiamo a disposizione è rinchiuso dietro le sbarre!” disse Regina.

Tremotino rise, ma non staccò gli occhi da Emma, come a volerle comunicare qualcosa. “Abbiamo un accordo, ti porteremo quel pugnale!” disse la donna. Aveva capito cosa intendesse Tremotino e quindi non aveva bisogno di sapere l’esatto punto di dove si trovasse il pugnale.

 Emma diede le spalle al signore oscuro e prese ad allontanarsi dalla cella. Regina e Neve la seguirono confuse e a causa del passo spedito della donna, Regina dovette quasi correre per afferrarle un braccio e fermarla.

“Come diavolo pensi di riuscire a trovare il pugnale? Non abbiamo la più pallida idea di dove si trovi. Vuoi metterti a scavare sotto ogni albero della foresta?” chiese Regina confusa.

“So io come trovarlo. Non preoccuparti di questo!” disse Emma, cercando di riprendere il cammino, ma venne nuovamente fermata dal sindaco.

“Vuoi fare un incantesimo di locazione? Non funzioner…” cominciò Regina, ma Emma spazientita la fermò “No, Regina, non intendo usare un incantesimo di locazione. So che non funziona sugli oggetti. Fidati di me, so come trovarlo, Ora la questione è un’altra, hai intenzione di venire con me o no?” chiese Emma guardandola negli occhi.

Regina sbuffò “Non posso lasciarti andare da sola. Se ti succede qualcosa a chi lo sente al pirata!”

“A proposito mamma, dì a Killian di non preoccuparsi, torneremo presto!” disse Emma che con un gesto della mano teletrasportò lei e Regina al castello del signore oscuro.

“Come sapevi dove trovare il castello?” chiese il sindaco curiosa, in quanto per usare il potere di teletrasporto doveva almeno conoscere, qualcuno al suo interno e pensare a lui, o conoscere l’ambiente circostante.

“Ci sono stata al mio primo viaggio nel tempo. Abbiamo dovuto chiedere aiuto a  Tremotino!” disse semplicemente Emma, prima di iniziare a addentrarsi nella foresta.

Passarono diversi minuti durante i quali le due donne camminarono in mezzo alla boscaglia, stando attente a dove mettevano i piedi per evitare ulteriori problemi a causa di ragni o serpenti velenosi, ma la cosa che più preoccupava Regina era sapere come Emma avrebbe trovato il pugnale. Aveva la netta sensazione che non le sarebbe piaciuto scoprire questa verità. Emma infatti si muoveva sicura tra i boschi, come se sapesse l’esatta direzione. Solo qualche volta si fermava a pensare, ma poi sicura della strada scelta, continuava spedita.

“Emma, mi vuoi dire…”

SSSShhh!” disse Emma alzando una mano per azzittirla. Emma si concentrò e ascoltando  l’ambiente circostante disse “Ci siamo quasi!”.

Regina alzò gli occhi al cielo esasperata dal non trovare risposta, ma continuò a seguire la salvatrice fino a quando questa non si fermò ai piedi di un albero molto alto e con un tronco più grosso rispetto agli altri.

“Il pugnale e qui sotto!” disse Emma indicando il punto a Regina, prima usare la magia per portarlo alla luce.

Regina spalancò gli occhi quando effettivamente vide un cofanetto uscire dal terreno. Quando lo afferrò e lo aprì poté affermare che all’interno c’era veramente quello che cercavano.

Richiuse il coperchio con forza e determinata guardò Emma “Ok, ora basta. Voglio una spiegazione. Come sapevi dove trovarlo?”.

Emma esitò, ma quando Regina glielo richiese quasi urlando, la salvatrice disse “L’ho sentito Ok? Da quando sono diventata la signora oscura, riesco a sentire quel dannato pugnale. Non so come sia possibile, ma è così. Non percepisco solo il pugnale del nostro tempo perché Gold ci ha fatto un incantesimo, in modo tale che la voce degli altri signori oscuri non giungesse alle mie orecchie, ma questo pugnale non ha alcuna protezione e riesco a percepirlo quando non sono a una distanza troppo elevata!”

Regina la guardò seria e preoccupata “Emma, questa cosa è molto grave. Se riesci ancora a sentire i signori oscuri, significa che qualche abilità ti è rimasta. Te ne rendi conto? Avresti dovuto dirmelo!”

“Che io sappia ho solo questa abilità, che definirei una tortura. Sai quanto ti può dare alla testa sentire quel pugnale bisbigliare in continuazione? Anche adesso continua a parlare!” disse e vedendo poi lo sguardo di Regina disse “Se mi fosse rimasta qualche potere, tu sapresti togliermeli?”

Regina scosse la testa.

Bhe ne ho parlato con Gold e nemmeno lui sa come sia possibile che una cosa accada e se non lo sa lui che è esperto del potere oscuro, perché avrei dovuto dirlo a te o ai miei genitori? Vi avrei fatto preoccupare inutilmente per una cosa che non potete controllare. Io non mi sento diversa da prima che lo diventassi, non sento l’oscurità che percepivo quando ero la signora oscura, quindi effettivamente credo che non ci sia niente di cui preoccuparsi!” disse Emma.

“Spero che sia davvero così Emma!” disse Regina, poco felice nello scoprire quanto saputo, ma la preoccupazione verso la salvatrice svanì quando sentirono della magia nell’aria.

  
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