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Autore: PrincessintheNorth    26/10/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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MIRANDA
 
 
- Hai esagerato. – mormorai, sedendomi davanti allo specchio e iniziando a sciogliermi i capelli. Perché diavolo la mia parrucchiera doveva sempre, dico sempre, destreggiarsi in acconciature così arzigogolate, perdendo mezz’ora e passa ogni mattina?! Non potevo avere quella di Katherine, che faceva quel che le veniva chiesto?!
Derek sospirò, sedendosi sul bordo del letto. – Era l’unica cosa che potevo fare.
- Sai cosa potevi fare? Non umiliarla. Non urlarle addosso. Non darle della stupida. Potevi non fare un sacco di cose, andare direttamente al sodo, dirle perché non avrebbe dovuto farlo. Ma tu no, dovevi fare le cose in grande, pomposamente, richiamandola a corte in modo ufficiale, nemmeno da padre a figlia, no, da re a comandante. Perché era difficile prendere un cavallo, andare al Tridente e abbracciarla, dirle sinceramente che avevi avuto paura. – la rabbia prese il sopravvento.
Conoscendo le sue motivazioni, forse avrei dovuto essere più accondiscendente, ma anche lui, come Katherine, aveva la sua grande dose di errori commessi in quella conversazione. Con la differenza che lui si era approfittato del suo potere di re e padre, all’inizio, per umiliarla. 
E questo non potevo accettarlo.
Non lo facevo nei confronti del più umile servitore, e men che meno verso la mia bambina. Da suo padre, tra l’altro. Sfioravamo il ridicolo e il paradossale. – Esattamente come fa lei, dovevi darle addosso tutta la tua rabbia! Come ti aspettavi che ti rispondesse, una col tuo stesso sangue? La conosci, Katherine, santi dei, sapevi che ti avrebbe mandato a quel paese senza se e senza ma.
 Oh, non vuol dire che abbia avuto ragione, lei è stata estremamente superba e arrogante e farò un bel discorsetto anche a lei, ma hai iniziato tu.
 Te l’ha detto anche Murtagh prima, è colpa sua se sono andati fuori rotta. Aveva promesso a Katie di imparare a navigare se lei fosse andata al ballo, per cercare di tirarla via da quell’isolamento che si sta imponendo, e lei gliel’ha lasciato fare. Lui ha sbagliato la rotta.
È morto qualcuno? No. Katherine sta bene? Sì! È viva, non ha niente di rotto e sta bene.
​ Derek, lo sappiamo che lei è fatta così. Ha bisogno sia di stare a casa, coccolata e protetta, che del suo spazio e del mare. È così fin da piccola. Non possiamo cercare di … limitare la sua natura. Mia madre lo diceva sempre, lei è come il mare, e il mare non ama essere limitato. – mormorai andando a sedermi accanto a lui.
Aveva l’aria affranta. Beh, ce l’aveva da quanto aveva tolto a Katie il suo ruolo.
- Secondo te ha ragione? – chiese poi.
- Su cosa?
- Provo davvero invidia per lei?
- Tu cosa provi quando la vedi con Antares?
Sospirò. – Sono estremamente felice e orgoglioso di lei. Sono felice che possa provare ciò che ho potuto provare anche io … che magari questo durerà. Ho paura che abbia stretto male i lacci della sella e che cada, o che prenda un colpo di freddo. O che si schianti.
​ E poi mi manca. – aggiunse, con un piccolo sorriso triste. – La vedo, e dopo aver provato felicità, lui mi manca. Mi manca lui e tutte le sensazioni che provavo. Sono cent’anni che non dico il suo nome. Maegor. – un sospiro abbandonò le sue labbra. – Il Drago d’Argento, lo chiamavano. Era il più maestoso di tutti. Nemmeno Umaroth lo superava. Tutti lo descrivevano come il drago perfetto, sotto ogni canone. Poi, è arrivato Galbatorix. E ... e me l'ha strappato per sempre. 

Fu solo una la lacrima che gli solcò la guancia, mentre il mio cuore sprofondava sempre di più.
Non si era mai aperto così tanto, in ventiquattro anni che lo conoscevo.
E questo era uno degli innumerevoli aspetti che Katie aveva preso da lui. Quei due erano capaci di star zitti per giorni, di tenersi dentro cose per anni. O secoli.
Quando Katie era più piccola, gli scontri li aveva avuti con me, perché voleva vestirsi come diceva lei, spesso in modi assurdi. Adesso, li aveva con lui, anche se erano sempre dettati da malintesi ed emozioni non espresse o espresse male. Anche questo era un loro tratto comune. Per loro, mostrare i propri sentimenti era la cosa più difficile del mondo. Quando ci riuscivano, era raro che riuscissero a veicolarli nel modo giusto, e spesso venivano fraintesi.
Leggere Derek e Katherine era come tentare di scrutare in un libro chiuso a chiave, senza possedere la chiave: ci voleva tempo per trovarla, ma con la pazienza e determinazione giusta il modo si trovava. E quando riuscivi ad aprire il libro, si apriva un mondo meraviglioso che non potevi nemmeno immaginare.
Si apriva un cuore puro, pronto all’amore, alla gentilezza e alla protezione. Sia Derek che Katherine erano capaci di un affetto incommensurabile, non paragonabile a quello di nessun altro, ma era un affetto che dovevi conquistare, e non era certo facile.
Ci voleva tantissimo sforzo e tanto tempo per capirli davvero e per entrare in quella che loro consideravano “famiglia”: ovvero, potevi fare affidamento solo su con chi condividevi il sangue. Il resto del mondo, anche il tuo migliore amico, era pronto a tradirti.
Per Audrey ci erano voluti tre anni perché Katherine, a tredici anni e in piena crisi adolescenziale, la accettasse e volesse includerla nella sua idea di famiglia. Ma ci era voluto un durissimo lavoro da parte di tutti noi, farle capire che non voleva portarle via Alec e rubarle tutte le attenzioni e il suo status di principessa.
Per questo, da quando Katie era tornata, dopo il bacio con Murtagh, era ancora più cupa. Non sapeva se accettare o meno i propri sentimenti; e in ogni caso, non sapeva se fidarsi o no di lui.
Per fortuna, su Murtagh Derek non aveva il minimo dubbio: di sicuro tentennava un po’ di più rispetto all’inizio, ma era innegabile che fosse l’uomo perfetto per Katie. Era l’unico che fosse riuscito a concludere un patto con lei, banalmente, riuscendo anche a portarla al ballo.
Clorinda poi mi aveva detto che, per avvicinarli ulteriormente, aveva respinto a nome di Katie ogni proposta fatta dai vari figli dei borghesi di Northern Harbor per accompagnarla: fatica che aveva avuto i suoi risultati, anche se parziali. Nonostante potessi vederli solo tramite i suoi ricordi, quei due che ballavano erano stati una visione meravigliosa: mia figlia era il ritratto del divertimento e della felicità.
Poi, era subentrata la paura. Ed era scappata.
Derek li aveva divinati. Proprio mentre Murtagh riusciva dove tutti noi avevamo fallito: scoprire quel segreto. Tutti la vedevamo portarlo, ma non riuscivamo a estorcerle mezza parola, mezza espressione, nemmeno un indizio. 
E avevamo scoperto la realtà più terribile che mai avremmo sospettato.
Io mi ero sentita male. Derek aveva distrutto la finestra, lanciandoci contro la spada. Audrey, che era presente, aveva rischiato di abortire pochi giorni prima del parto.
- Ed ora, c’è Grasvard. – continuò. – Non c’è un momento di pace. Prima un re pazzo, ed ora un ricattatore che vuole mia figlia, che la minaccia e la sfrutta.
- Avrei dovuto accettare. – mormorai, cercando di trattenere le lacrime.
Se solo, vent’anni fa, l’avessi sposato … la mia famiglia, sia quella originaria che quella che mi ero costruita, avrebbe avuto molti meno problemi. Questo, capii, significava rifiutare un pazzo.
Rivolgerà le sue attenzioni sulla tua bambina. La cosa peggiore che una madre possa esperire.
Avrei volentieri offerto la vita perché Katie non avesse dovuto sopportare tutto quello, da quell’animale.
- Non dirlo nemmeno per scherzo. – in un attimo, Derek aveva recuperato la sua grinta. Tra di noi funzionava sempre così. Se era giù uno, l’altra lo tirava su, e viceversa. – E non devi nemmeno pensarlo. Tu hai fatto la cosa giusta, tempo addietro. Non hai alcuna colpa, amore. La colpa è di Grasvard.
- Derek, lui si sta rivalendo su Katie per colpa mia …
- Lui si sta rivalendo su Katie perché è pazzo e malvagio. Perché vuole sottometterci tutti. Se tu l’avessi sposato, non avremmo Alec, Katie e April.
- E quanto ci sta costando questa scelta? Troppo.
Sospirò. – Ormai, quel che è fatto è fatto. Non sentirti in colpa per aver cercato di sfuggire a quella situazione …
- Si è peggiorata!
- Non sapevi che ci sarebbero stati simili risvolti. Non lo sapevamo. Era inimmaginabile.
 Quindi, dato che non abbiamo la minima colpa, noi, possiamo fare così. O continuiamo a darci colpe che non abbiamo, o proteggiamo Katie da quella bestia e già che ci siamo lo mettiamo a guardare i cipressi dalle radici. Abbiamo troppo da perdere, per metterci a sprecare tempo a darci colpe. Sono vent’anni che quell’uomo ci rovina la vita. Adesso ha superato ogni limite.
E oltre quel limite, troverà ad attenderlo il fuoco e la furia dei draghi.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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