Titolo
special:
The mermaid, the fisher and the painter ˜ Under the sea
Iniziativa:
Questa storia partecipa al contest “Mermaid’s Sea” a cura
di Fanwriter.it!
Numero
parole:
500
Prompt:
5.Differenze fisiche
Note:
La raccolta si chiude con un capitolo speciale, più lungo rispetto ai
precedenti. Dato che è strettamente legato alla raccolta, non potevo pubblicarlo
come una storia a parte.
Cronologicamente
è ambientato un anno dopo e i tre personaggi hanno avuto modo di conoscersi
meglio xD spero vi piaccia e alla prossima!
La
bella imbarcazione filava dritta verso l’orizzonte apparentemente
sconfinato.
La
graziosa sirena, nuotando più veloce che poteva con la coda marina, si divertì
tantissimo a rincorrerne la scia spumeggiante mentre Haruki, appoggiato alla
balaustra di poppa, ricambiava il sorriso incoraggiandola con uno sguardo
limpido.
Com’era bello
osservare il fruscio rapido delle onde dell’oceano, percepire sulla pelle il
soffio moderato e fresco del vento, sentire lo sciabordio dell’acqua che si
frangeva sulle fiancate della barca, respirare l’intenso profumo di salmastro
che permeava l’aria circostante!
Al pittore parve
di essere avvolto da una meravigliosa e appagante sensazione di pace e libertà,
inesprimibile a parole, difficile da rendere visibile in uno dei suoi
quadri.
Pensò a Ryuuya,
impegnato nella sala comandi, solo soletto a governare la barca e a condurli in
quella gita a tre. Haruki lasciò la balaustra per correre a comunicargli che
poteva levare l’ancora e permettere alla loro sirena di riposare dopo una lunga
nuotata.
Poi, senza dire
nulla, per farle una sorpresa, scambiandosi uno sguardo d’intesa, i due migliori
amici si spogliarono e si dotarono di pinne, maschere e bombola d’ossigeno. Si
tuffarono nello stesso momento e Ringo, dopo aver intuito le loro intenzioni, li
guidò sott’acqua, lentamente, poiché lei stava ancora recuperando le
forze.
Entrarono in una
grotta sottomarina non molto distante, un luogo che la sirena conosceva molto
bene, tanto che li condusse fino a una cavità in cui vi era ossigeno e i due
uomini potevano quindi togliersi le maschere, parlare e riposare tra le rocce
scure e scivolose.
Si stesero
vicini, non preoccupandosi della scomodità del luogo, contenti di essere
insieme.
«Chissà come
sarebbe essere un tritone e poter esplorare liberamente posti incredibili come
questa grotta che ci hai appena mostrato…» mormorò Haruki con aria sognante, pur
essendo fradicio dalla testa ai piedi. Per cercare un minimo di comodità, il
giovane pittore si era messo di fianco, rivolto verso la
sirena.
«Dopo avervi
conosciuto, vorrei tanto essere umana. Ormai ho ben chiare tutte le differenze
fisiche fra me e voi, ma mi piacerebbe poter correre su due gambe e poter
esplorare tutte le città di cui mi avete accennato qualcosa…» parlò Ringo,
sdraiata proprio al centro, gli occhi che le brillavano d’aspettativa. Alla sua
destra, Ryuuya aveva incrociato le braccia dietro la
testa.
«Io invece non
desidero un simile cambiamento. Preferisco rimanere così come sono, contare
sulle mie forze e affidarmi agli strumenti del caso», riferì spiccio il
pescatore, facendo imbronciare gli altri due.
«Sei sempre il
solito moralista».
«Uffa! Sei privo
d’immaginazione. Ecco perché preferisco Ruki. Senza offesa», chiarì la sirena
Ringo, ghignando e dando una leggera gomitata a Ryuuya, che fece un cenno
disinteressato.
«Ringo-chan,
grazie! Adesso il mio migliore amico non mi rivolgerà più la parola. Come farò
senza di lui al mio fianco?» esclamò melodrammatico Haruki, stando al
gioco.
«Piantatela», si
limitò a replicare Ryuuya, per poi sorridere lievemente mentre gli altri due si
abbandonavano all’ilarità pura.
Alla fine,
quando tornò il silenzio, Ringo allargò le braccia per averli più
vicini.