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Autore: daliakate    29/10/2017    1 recensioni
Sequel di Dalia di luna
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inevitabile “Signore , deve rientrare al borgo e deve farlo alla svelta”. Giovanni era grigio in viso piu’ del solito, il segretario che gli avevano affidato era efficiente e discreto, ma il suo aspetto era di una tristezza infinita. “C’è il negoziamento con la Pharma, ed è di vitale importanza “. Esclamò esausto, gli sembrava di aver vissuto cento anni in appena due mesi;Era sotto pressione, seduto su una bomba ad orologeria .In tutto ciò stava cercando di digerire la storia di suo padre. Al tempo stesso però aveva dovuto accettare ,per il bene di Dalia, di farsi carico del ruolo che gli era stato imposto .Cucito su misura: Vice presidente e responsabile del consiglio della Maiella , in cambio della protezione per Dalia. “Per miracolo abbiamo dalla nostra una parte del c.d.a. Della pharma ,che tra meno di un’ora, sarà qui per la riunione più importante degli ultimi 50 anni e tu vuoi farmi tornare al borgo.“ Si alzò per sgranchirsi, nel frattempo con lentezza estenuante il segretario deglutì e come se volesse rimettere in ordine il filo dei pensieri, lo fissò disperato. “È uno specchio per le allodole...signore”. “Cosa?! Spiegati meglio e fallo alla svelta”. Ruggi’ furente , Guglielmo iniziò a balbettare e dovette fare appello a tutto il suo coraggio per farsi uscire la voce. Mai dare brutte notizie, temporeggiando, con un lupo stressato. Registrò questa nozione...semmai ne fosse uscito vivo , pensò sarcastico . “Hanno rapito il padre della signorina Mastrangelo e stanno andando al borgo per fare uno scambio” disse tutto d’un fiato. Il lupo era una maschera di ghiaccio, con la mascella serrata e la fronte imperlata di sudore , immobile e con gli occhi indecifrabili. “E purtroppo non è tutto, la signorina Mastrangelo ieri notte si è battuta con dei raminghi per diventare Alpha....sa cosa significa signore...” Improvvisamente la maestosità del lupo lasciò spazio alla disperazione di un uomo, a quella notizia si lasciò cadere sulla sedia e la fierezza dal viso sparì ...la mascella tremo’. “Che in ogni caso è condannata a morte” fu appena un sussurro, un uomo davanti al baratro. Passarono alcuni interminabili secondi , prima che Giovanni si sentisse in dovere di destarlo dal torpore della sconfitta. “Signore, con tutto il rispetto, ma nulla è veramente ancora perduto. Deve agire , la pharma deve pagare e soprattutto deve correre a salvare la vita alla sua incosciente compagna.” Per tutta la vita era stato un mite impiegato, ma era più coraggioso di tanti uomini, lavorava a fianco di mostri con le zanne da più di 20 anni. Solo ora però se n’era reso conto. “Mi sono preso la libertà di farle preparare l’auto, con suo padre parlerò io e staremo al gioco della riunione , è un piano frettoloso ma è tutto ciò che abbiamo.” “Giovanni io ho la sensazione che tutto ciò che possegga si stia sgretolando tra le mani”. Era ancora seduto ,quasi arreso. “Riccardo! ha il dovere di salvare la donna che ama.”Sentì il bisogno di mettergli una mano sulla spalla, incoraggiarlo. Era molto più vicino agli uomini che ai lupi, per questo gli piaceva tanto da spingersi oltre, in altre circostanze si sarebbe limitato ad eseguire gli ordini. “Di allo squadrone c di seguirmi al borgo” disse risoluto, mentre raccoglieva il cellulare dalla scrivania, lo sprono era andato a segno. In poche falcate era già alla porta. ***************************************************** Aprire gli occhi fu un impresa titanica, non riusciva a mettere a fuoco. Il corpo era ancora scosso da qualche tremore . Il combattimento gli era costato quasi la vita, ma c’è l’aveva fatta e solo questo contava. Con questo pensiero di gloria si diede forza e finalmente focalizzo’ il luogo dove si trovava: la cameretta di Isabella. Era tarda mattinata o primo pomeriggio ,stando alla luce che invadeva per metà il suo lettino. I sensi si stavano destando dal torpore. Riusciva a distinguere l’odore del the (allora era pomeriggio) , e il fastidioso rumore che faceva il persiano della nonna, quando voleva affilare le unghie . Da quando era diventata un ibrido, il gattone si teneva a debita distanza e gli soffiava contro. Si alzò cautamente e con sua grande sorpresa, sia i dolori che i tremori sembravano svaniti.Era ancora incerta sulle gambe ma tutto sommato riusciva a stare in piedi. Lo stomaco le brontolava ma decise di dare la priorità ad una doccia. Non sentiva più così’ caldo, evidentemente era debole e la temperatura corporea si era normalizzata. Non incrociò nessuno in corridoio e di questo ne fu molto grata, ancora non si sentiva pronta a subire un interrogatorio da parte dei nonni o peggio...da Riccardo. Rabbrividì al pensiero della sua reazione, aveva paura di lui. Solo dopo venti minuti di acqua bollente e shampoo alla fragola si sentì pronta ad affrontare il mondo. La cucina soggiorno era silenziosa, non c’era nessuno ! Sulla tavola però c’era una crostata al cioccolato e la teiera colma. Si concesse una generosa fetta e iniziò a gustarsela acciambellata sulla sedia, con gli occhi chiusi si stava gustando un bel boccone. Il vantaggio di avere i sensi sviluppati si applicava anche alle papille gustative. “Mi sorprende vedere che nonostante le cazzate che fai, trovi tempo anche per fare merenda”. La voce roca e imperiosa di Riccardo la fece quasi cadere dalla sedia. Avrebbe giurato di essere sola , una morsa di freddo le attanaglio’ le viscere. Lui emerse in tutta la sua figura dalla penombra del soggiorno. Gli occhi gelidi. “Lae..” “Non ti sforzare a dare giustificazioni “ non le permise di formulare nemmeno la frase. Lei era in piedi ora vicino al tavolo e Riccardo iniziò a girarle intorno. “Preparerai una borsa con il necessario , dopodiché disperderai i raminghi che hai unito come branco. Sei esiliata dal borgo e dalla Maiella in giù, fino alle murgie. Starai per due mesi a Ginevra presso una nostra struttura, dopo potrai andare dove vuoi e fare ciò che credi della tua vita.” Il suo tono era incolore, le stava dando un comando senza lasciar trasparire alcun sentimento, possibile che la disprezzasse così tanto ?! “Lasciami spiegare” allungò la mano verso la sua, ma lui la ritrasse prontamente, come per non farsi toccare da un appestato. Gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime. Era stata testarda e impulsiva, non gli aveva dato fiducia e lo aveva tradito . Perché solo ora riusciva a realizzare tutto ciò? “Vuoi spiegare”disse in tono di scherno, si era allontanato da lei, aveva bisogno di spazio tra loro, non era sicuro di saper gestire il mare d’emozioni che gli sconquassavano le viscere, in quel momento. D’altronde era pur sempre una bestia. “Sai qual è la cosa che mi fa più male...” occhi negli occhi, tanto da farla tremare “...che nonostante tutto , Isabella mi avrebbe seguito e ascoltato fino alla fine del mondo. Che lei mi avrebbe accordato incondizionata fiducia.” Nonostante stesse lottando contro se stessa , le lacrime le scendevano copiose. L’aveva perso e ciò che lui avrebbe detto in quel momento gli avrebbe spezzato il cuore “So di averti deluso” mise tutto l’orgoglio da parte e annientò le distanze fisiche, prendendogli le mani . Doveva rimediare , provare il tutto per tutto, non poteva finire così. Riccardo le ritrasse di nuovo, ma la spiazzò prendendole il viso con entrambe . Erano a pochi millimetri i loro volti, l’aria carica di tensione. Dalia non sapeva se l’avrebbe baciata o uccisa in quell’istante, scrutò il viso in cerca di una minima emozione ma vi trovò solo un aria stanca, la barba lunga di una manciata di giorni e quei dannati occhi verde-gialli che amava, si ! Solo ora capiva che ne era innamorata per davvero. Era stato un maledetto frullatore di emozioni e situazioni terribili e assurde, che non aveva capito quanto fosse profondo il sentimento. Se si fosse fermata un attimo, prima di pensare a fuga e vendetta. “Tu per me non conti più nulla, hai chiuso”. “Non puoi dire questo, io capisco che sei deluso e arrabbiato ma dammi un altra possibilità.” Lui strinse con decisione il viso tra le mani, facendole imporporare le guance. “Hai perso l’odore e non m’interessi più’ come compagna, se sei viva e non ti uccido come dovrei fare, e’ solo Perché ti ho messo io in questa situazione. Un ultimo atto di misericordia. Non voglio più vedere la tua faccia al borgo. Se disobbedirai al tuo alpha ancora, non sarò cosí clemente.” La spinse forte all’ indietro facendola cadere. Mai in vita sua era stata così umiliata e respinta.
   
 
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