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Autore: eliseCS    30/10/2017    2 recensioni
Ok, vi spiego come mi è venuta l'ispirazione per questa storia.
Noioso pomeriggio di una domenica in reparto.
Parente porta della posta ad un paziente.
Paziente: "Ma come? Posta di domenica?"
E poi basta, mi avevate già persa, partita per la tangente.
Ve la faccio vedere io niente posta la domenica...
***
Perchè Ivy odia i postini che la svegliano la mattina durante le vacanze, ma se un giorno ricevesse una lettera consegnata da un postino d'eccezione?
Perchè tutti in famiglia sanno della sacra regola "niente posta la domenica" ma si sa che le regole sono fatte per essere infrante, e in questo caso Ivy non potrebbe che esserne più felice.
***
Buona lettura
E.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Leggete le note in fondo please che sono importanti per contestualizzare la storia!



   No post on Sundays...?  
 
 
 
Se c’era una cosa che Ivy detestava era il postino che durante le vacanze estive passava a consegnare la posta per tutto il vicinato facendo trillare allegro il campanello della sua bicicletta.
Non poteva fare il suo lavoro in silenzio?
Aveva undici anni lei, aveva bisogni di crescere.
E tutti sanno che il modo migliore per farlo è dormire.
Ma lei come poteva farlo se bene o male tre volte a settimana veniva brutalmente svegliata da quel fastidioso scampanellio all’indecente orario delle nove del mattino.
Magari la loro casa fosse stata in fondo alla via invece che all’inizio... avrebbe potuto guadagnare preziosi minuti di sonno.
Che poi quel campanello doveva di sicuro avere qualche potere speciale: un trillo così acuto non poteva essere normale.
 
Ecco perché adorava la domenica anche quando era in vacanza: niente posta la domenica, lo sanno tutti.
 
Niente bollette, niente saldi del conto in banca che ti ricordano quanto hai speso – e quanto non avresti dovuto spendere, niente cartoline strambe da parte di zio Earl accompagnate da foto dello stesso ritratto in pose alquanto discutibili, niente postini con bici moleste, niente ticchettii strani provenienti dalla finestra...
 
Eh?
 
Mezza intontita Ivy si tirò su a sedere sul letto grattandosi la testa e arruffando ancora di più i capelli color biondo fragola solitamente già mossi di loro.
Il ticchettio non accennava a smettere. Era come se qualcosa stesse sbattendo sul vetro della finestra, rami di albero magari... se solo non fosse stato che non c’erano alberi vicino a quel lato della casa.
 
Cercando di non ribaltarsi a causa del lenzuolo attorcigliato alle sue gambe scese dal letto per andare ad aprire le tende più pesanti che chiudeva di notte in modo da non avere la stanza completamente inondata dal sole la mattina.
Si ritrovò a sbattere più volte le palpebre.
Non poteva essere, stava ancora dormendo e quello era un sogno, non c’era altra spiegazione.
 
Lo sguardo scocciato e impaziente che il gufo le riservò sembrava però dannatamente reale – come anche il volatile stesso – e stranamente simile a quello che le rivolgeva sua madre quando non si sbrigava a fare qualcosa.
Quasi in trance, incapace di distogliere gli occhi dal pennuto appollaiato sul suo davanzale, Ivy aprì la finestra.
Il gufo entrò, compì un paio di giri in circolo sopra il suo letto prima di lasciarvi cadere sopra qualcosa e uscire da dove era entrato subito dopo.
La bambina chiuse il vetro continuando a fissare l’inaspettato postino finchè non diventò nient’altro che un puntino nel cielo e poi sparire del tutto.
Postino...
Si fiondò tra le coperte finchè non trovò quello che le era appena stato recapitato.
 
Si trattava di una busta.
Una busta in pergamena.
Spessa e pesante pergamena gialla. E c’era anche un sigillo in ceralacca con un simbolo che era sicura di non aver mai visto in vita sua.
Per non parlare del suo nome e indirizzo, scritti con inchiostro smeraldino come se qualcuno avesse usato una penna stilografica.
C’era davvero ancora qualcuno che usava quelle cose?
 
Soppesò la busta rigirandosela tra le mani per poi rompere il sigillo senza farsi troppi scrupoli.
La lettera era indirizzata a lei con precisione a dir poco millimetrica: Miss Ivy... cameretta verde acqua del primo piano...
Come facevano – chiunque essi fossero – a sapere il colore dei mobili di camera sua passò in secondo piano a favore della curiosità nei confronti del contenuto della missiva.
 
            Miss Ivy...
            Siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts...
            ...
            L’anno scolastico avrà inizio il primo settembre...
            ...
 
La stavano prendendo in giro, doveva essere uno scherzo.
Hogwarts?
Non poteva essere vero.
 
Non restava che una cosa da fare...
 
Scese in cucina, quasi in punta di piedi pur non sapendo neanche lei perché.
Al contrario suo che era, ovviamente, ancora in pigiama i suoi genitori erano già vestiti di tutto punto.
 
Sua madre con uno dei suoi soliti completini estivi che adorava sfoggiare per il solito giro domenicale al centro commerciale con le sue amiche; i capelli castani con i riflessi ramati impeccabilmente tenuti lontani dal viso mentre gli occhi castani seguivano distrattamente il telegiornale trasmesso in tv.
 
Suo padre invece vestiva sportivo, già in tuta, pronto per la partita di calcio della domenica pomeriggio alla quale avrebbe partecipato la squadra di ragazzine dagli undici ai tredici anni – e di cui anche Ivy faceva parte – che lui stesso allenava.
Aveva avuto qualche problema con il peso quando era più giovane, e dopo essere riuscito a tornare in forma aveva cercato di trovarsi un hobby dopo il lavoro che gli permettesse di non rendere vani tutti gli sforzi compiuti.
In quel momento stava leggendo il suo giornale sportivo preferito passandosi automaticamente una mano tra i corti capelli biondi e appena mossi quando magari leggeva qualche notizia che non lo entusiasmava.
 
Ivy si fermò un attimo ad osservarli sorridendo – gli voleva un bene dell’anima – prima di richiamare la loro attenzione con la sua entrata trionfale in cucina.
 
“Buongiornoo!” esclamò facendo irruzione nella stanza.
Era comunque abbastanza tardi affinchè il suo entusiasmo non destasse sospetti – anche se era in vacanza da scuola prima di una certa ora era comunque intrattabile, soprattutto per colpa di un certo postino...
Sua madre si alzò proprio in quell’istante per andare a togliere la caffettiera borbottante dal fuoco, non prima di aver posato la sua tazza di latte sul tavolo, esattamente davanti a lei che si era già seduta.
“Come mai così di buon umore oggi?”
Ah, beccata!
Sua madre non se ne faceva scappare neanche una.
Addio ai suoi piani di investigare un po’ per conto suo.
“Ehm, oggi...”
“Oggi abbiamo la finale! Ovvio che è su di giri Barb” la precedette il padre senza sollevare lo sguardo dal giornale.
Giusto, la partita. Con la storia della lettera se ne stava quasi dimenticando.
Dall’occhiata che sua madre le rivolse – aveva già detto che era tremendamente simile a quella del gufo? – Ivy capì che la donna non ci aveva creduto neanche per un attimo.
“E va bene” cedette alla fine dopo aver preso un sorso dalla tazza. “Credo di aver ricevuto una lettera...” confessò.
 
Il campanello di casa suonò.
 
“Vado io!” urlò la bambina.
“Fammi vedere quella busta tesoro” sua madre gliela sfilò di mano mentre lei si dirigeva già verso l’ingresso.
Sentì suo padre borbottare qualcosa che suonò come “Niente posta la domenica...” ma non ci diede più di tanto peso visto che ormai aveva già aperto la porta.
Rimase un attimo confusa alla vista della persona che le si trovava davanti.
 
Alto, non più di suo padre però; capelli neri che sembravano non volerne sapere si stare al loro posto; una sottile cicatrice a forma di saetta si intravedeva sulla fronte tra i ciuffi ribelli e occhi verdi come smeraldi brillavano da dietro un paio di lenti rotonde.
L’uomo osservò la ragazzina a sua volta.
Il suo sorriso di ampliò dopo averla squadrata dalla punta dei capelli ancora arruffati alla punta dei piedi nudi, senza tralasciare il pigiama stropicciato e i baffi di latte sulle guance.
“Ciao Ivy”
 
 
Intanto in cucina...
 
“Caro? Forse dovresti dare un’occhiata a questa lettera...”
Fece come gli era stato detto solo perché la moglie aveva usato un tono particolarmente allarmato.
“Cos’è successo adesso?”
Aveva allungato una mano verso il foglio nello stesso momento in cui dava un primo sorso al caffè.
Pessima idea.
Come lesse le prime due righe la bevanda gli andò per traverso e rischiò pure di perdere la presa sulla tazzina e farla finire sul pavimento.
 
In quella Ivy rientrò in casa.
Ci fu un attimo di quasi tensione mentre il padre di Ivy faceva passare lo sguardo dal foglio di pergamena che ancora brandiva all’ultimo arrivato che stava in piedi dietro alla bambina.
Il momento passò così come era venuto: il biondo sbuffò ironicamente, facendo cenno all’altro di accomodarsi pure su una delle sedie libere intorno alla tavola.
 
“Harry”
“Dudley”
“Zio Harry dice che andrò a Hogwarts!” esclamò Ivy che non aveva perso un attimo e si era arrampicata in braccio all’uomo con gli occhiali.
 
“Niente posta la domenica, eh?” commentò a quel punto Barb servendo un caffè anche al cugino del marito, e tutti scoppiarono a ridere.













Buon lunedì a tutti con questa os che nessuno ha chiesto (soprattutto quando c'è gente che sta aspettando ben altro...)
Ammetto di aver letto secoli fa di qualcuno che diceva che sarebbe stato "divertente" se proprio la figlia di Dudley Dursley avesse ricevuto la lettera per Hogwarts... aggiungiamo i pazienti che sono sempre fonte di ispirazione ed eccomi qua.
 
Immagino che servano giusto un paio di chiarimenti.
Per come mi sono immaginata io le cose (per questa storia) Harry e Dudley sono riusciti in qualche modo a riallacciare i rapporti dopo la fine della guerra.
E con questo intendo dire che sia la moglie che la figlia sanno della magia e tutto il resto.
Nella mia testa Ivy è dello stesso anno di Lily Luna e Hugo, e li conosce entrambi: sa che loro sono praticamente destinati ad andare a Hogwarts,  nonostante qualche "incidente" (di cui magari si parlerà in un'altra storia in futuro) non pensava che ci sarebbe andata anche lei.
Per questo quando riceve la lettera in un primo momento pensa ad uno scherzo.
Ultimo punto: perchè è sorpresa di vedere Harry se lo conosce? Semplicemente perchè gli era stato detto che in caso di nati babbani che ricevono la lettera qualcuno dalla scuola va a parlare con la famiglia, quindi lei non si aspettava di vedere proprio lui, fine.

Mi scuso se la storia sia sembrata un po' strana da leggere, ma volevo mantenere il "segreto" su Ivy fino alla fine (motivo per cui tra i personaggi ho messo sorpresa).
Vi saluto alla prossima, se qualcuno volesse farmi sapere cosa ne pensa ne sarei molto più che contenta, soprattutto considerando che per la foga ho finito di scrivere questa storia alle due di ieri notte...
Baci
E.
   
 
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