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Autore: lukespj    30/10/2017    2 recensioni
Doveva essere un giorno normale, e invece è stato un giorno speciale.
***
Ma quello che non sapeva era che quella era solo la prima di altre coincidenze, o forse meglio dire indizi, su quello che quella giornata aveva in serbo per lei.
(( Daniel Sharman ))
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Watch the wish you made come true
 
 
 
 

La macchina bianca sfrecciava per le strade di campagna ancora deserte e leggermene annebbiate.
La ragazza, seduta dal lato passeggero, guardava assorta verso l’orizzonte, dove si iniziavano a vedere le prime luci dell’alba.
Quella mattina, lei e il padre, si erano alzati abbastanza presto, pronti per partire alla volta di Mantova. A dir la verità, erano partiti da casa il pomeriggio precedente, facendo tappa per la notte a Cremona dalla nonna, rendendo le quattro ore di strada per Mantova a due.
Durante il tragitto, lei e il padre continuavano a parlare del più e del meno, come sempre del resto. Ancora era leggermente incredula del fatto che il padre avesse accettato di andare insieme a lei a Mantova, per il semplice fatto che lei voleva andarci con uno scopo preciso: trovare il set delle riprese della seconda stagione dei Medici. Certo, era anche curiosa di vedere la città, dato che non c’era mai stata e che amava visitare posti nuovi, ma avrebbe mentito spudoratamente a dire che voleva andarci per quello.
Quando erano circa a metà strada, assistettero ad un dono della natura spettacolare.
Videro un sole di un rosso acceso dalle dimensioni enormi, che sembrava quasi di poterlo toccare con un dito. Una di quelle cose che a raccontarle non si può perché non ci sono le parole per descrivere quanto spettacolare la natura possa essere.
 
Chissà se mi porterà fortuna – pensò la ragazza tra sé e sé.
 
Continuarono il viaggio senza troppa fatica e arrivarono a destinazione un po’ dopo le 8:00. Parcheggiarono nel primo posto libero che trovarono, per poi incamminarsi verso il centro.
Giulia continuava a respirare a pieni polmoni. Aveva un nodo allo stomaco per via di tutte le emozioni contrastanti che provava e che stavano facendo a pugni dentro di lei.
Continuava a ripetersi che sarebbe andato tutto bene, che in un modo o nell’altro avrebbe passato una giornata stupenda insieme a suo padre, e quello era l’importante.
Si strinse nel suo giubbetto di pelle per ripararsi dall’aria fresca del mattino, mentre camminavano cercando un bar dove fare colazione.
Nonostante fosse freddolosissima, aveva deciso di mettersi la sua tuta nuova grigia senza maniche, leggermente stretta in vita, e la giacca di pelle nera nel caso avesse avuto freddo – che poi avrebbe fatto caldo e aveva azzeccato in pieno come vestirsi, lo avrebbe scoperto solo in seguito. Ai piedi aveva sempre le sue converse, ma questa volta erano davvero bianche - in quanto le aveva comprate nuove in Spagna- e aveva lasciato i capelli, ondulati dalle trecce, sciolti.
Il padre, freddolosissimo come lei, invece si era vestito a strati – come suo solito- con maglietta, camicia, maglione e giacca – tutto sul tono del blu- jeans e scarpe da ginnastica.
Appena trovarono un bar che gli ispirava, entrarono e ordinarono la colazione – latte macchiato e brioches liscia per il padre e succo ACE e brioches al cioccolato per lei.
Finita la colazione, uscirono dal bar e si diressero verso Piazza Castello, dove c’erano i camion della produzione, seguendo le indicazioni di Sofia – una ragazza che Giulia aveva conosciuto su Twitter e con cui si sarebbero incontrati nel pomeriggio.
Arrivati lì, la ragazza continuava a guardarsi intorno, mentre le emozioni dentro si lei si stavano letteralmente ammazzando.
Vide i camion della produzione – erano pochi, si aspettava di vederne di più – e poi i costumi di scena, rimanendo incantata a guardarli.
Dopo aver parlato un po’ con il padre, si decisero ad andare a chiedere a delle persone della crew – che erano sedute sotto un gazebo- qualche informazione riguardo alle riprese.
Quando però dissero che quel giorno registravano fuori Mantova e che non sarebbero tornati fino a sera, Giulia sentì qualcosa spezzarsi dentro di lei e gli occhi piangerle.
Ma non voleva piangere, non davanti a degli estranei, almeno.
Si sedette senza speranza per terra, con il padre che cercava di sollevarle il morale e con il quale aveva deciso che avrebbero provato a tornare lì nel pomeriggio tardi, prima di ripartire.
Mentre il padre curiosava un po’ in giro, tra costumi di scena e cose varie, lei rimase lì, seduta con lo sguardo perso nel vuoto.
Tutte quelle emozioni che provava e il nodo allo stomaco erano spariti, lasciando un senso di vuoto inspiegabile e una delusione verso sé stessa immensa.
Quando aveva visto Daniel a pochi metri da lei a Madrid, nonostante non poteva sentirla, gli aveva promesso che si sarebbero rivisti presto, così da potergli dire tutto quello che sentiva e abbracciarlo con tutte le sue forze.
E quando poi era uscita la notizia che avrebbe interpretato Lorenzo il Magnifico nella nuova stagione dei Medici e che di conseguenza avrebbe passato del tempo in Italia, le era esploso il cuore di gioia – sia per quanto orgogliosa fosse di lui, sia perché era convinta che quella sarebbe stata la loro occasione.
Ma, in quel momento, seduta per terra in Piazza Castello a Mantova, si sentiva come uno schifo per aver infranto quella promessa.
Così, con le lacrime agli occhi e le mani tremolanti, aprì Twitter e, in risposta a tutto quello che aveva scritto a Daniel da quando aveva avuto la certezza di andare a Mantova, scrisse:
 

Sono venuta con la speranza di vederti anche solo per un secondo e da lontano e mi è crollato il mondo addosso.
 

Poi chiuse Twitter e si alzò, asciugandosi le lacrime e mettendo il telefono in tasca e “Pa’, andiamo?”.
Non voleva assolutamente buttare via quella giornata e decise che, in fondo, andava bene così.
Perché, nonostante tutto, nel profondo del suo cuore, aveva ancora un piccolo barlume di speranza.
Il padre la raggiunse e decisero di visitare il Palazzo Ducale e la Camera degli Sposi, facendo il biglietto cumulativo.
Per poter entrare nella Camera degli Sposi, dovettero attraversare di nuovo Piazza Castello, passando esattamente nel momento in cui stavano caricando su un camion la sedia che usava Daniel – e che probabilmente aveva usato prima anche Richard Madden – e la ragazza non poté fare a meno di sorridere.
 
Almeno qualcosa l’ho vista – pensò.
 
Dopo aver visto la Camera degli Sposi e il Palazzo Ducale – che aveva ammirato come una bambina in un negozio di caramelle-  decisero di andare a visitare il Duomo e la rotonda di San Lorenzo.
Appena le arrivò, come ogni giorno, il primo dei suoi daily reminder – you will hug Daniel one day- andò su Twitter e scrisse:
 

Anche se sono senza speranza… 11:11 you.
 

Dopo aver girato un po’ per le vie del centro storico, decisero di andare a pranzare – dopotutto, era ormai mezzogiorno e avevano entrambi fame.
Presero un antipasto di pesce in due e poi Giulia un risotto asparagi e taleggio, mentre il padre i ravioli di zucca.
Finito di pranzare, camminarono fino a Palazzo Te, facendosi una bella mezz’ora di camminata, ma poi decisero di non entrare.
Così, tornarono indietro verso il centro storico e poi si diressero verso i Laghi di Mantova, dove si sedettero su una panchina e rimasero lì tranquilli, osservando i pescatori – che il padre continuava a commentare e a spiegare cose alla figlia.
Giulia sorrise e rimase lì volentieri ad ascoltare il padre a parlare della sua grande passione – e in fondo, glielo doveva.
Rimasero lì ai Laghi per un bel po’, poi decisero di spostarsi nuovamente verso il centro.
Ne approfittarono per fermarsi in un bar a bere qualcosa – succo alla pera per il padre e spremuta d’arancia per lei.
Controllò il telefono, rendendosi conto che erano ormai le 15:30.
 
Tutto quello che successe da quel momento fu molto veloce e inaspettato – e a tratti anche comico.
 
Ricevette una chiamata da Sofia, rispose subito pensando che le dicesse dove incontrarsi – cosa che in un certo senso fece- ma non si aspettava di sentirsi dire “Giulia, corri che c’è Daniel!”.
A quell’affermazione, si alzò di scatto dalla sedia del bar e, con il cuore a mille e il cervello annebbiato, fece segno al padre di andare ed iniziò a correre verso il punto in cui Sofia le aveva detto di andare.
Appena si videro, le due ragazze si salutarono e si abbracciarono, dopo di che Sofia trascinò letteralmente Giulia nella direzione verso cui era andato Daniel – il tutto con il padre di Giulia dietro di loro.
Ad un certo punto, si imbatterono in un gruppettino di ragazzine e, puntando lo sguardo oltre, Sofia vide Daniel e lo indicò a Giulia.
La ragazza si sentì mancare l’aria, continuava a fissare il cappello fin troppo famigliare e la schiena coperta da una maglia blu di un ragazzo che era a pochi metri da loro e continuava a scuotere la testa.
 
Non può essere lui -  continuava a ripetersi.
 
Il ragazzo, che era insieme ad altre persone, girò l’angolo e così fecero anche le ragazze che, ora era chiaro, lo stavano praticamente seguendo ridendo come delle ochette.
Al che Giulia non aveva nessuna intenzione di andargli dietro, non voleva né assillarlo né disturbarlo, lo aveva visto di nuovo a pochi metri da lei e le bastava.
Era già felice così, anche troppo.
 
Ma, chi era insieme a lei la pensava diversamente.
 
Così, mentre Sofia aveva prontamente fermato le ragazze facendogli capire di smetterla, il padre di Giulia corse in direzione di Daniel, lasciando la figlia completamene paralizzata sul marciapiede e sotto shock, vedendolo fermare Daniel parlandogli in italiano – dato che non sapeva l’inglese.
Il ragazzo lo guardò tremendamente confuso, per poi girarsi e vedere dietro di sé la ragazza, che aveva smesso di respirare e l’unica cosa che riusciva a pensare era oddio non l’ha fatto sul serio.
Così, Daniel, sorridendo – e oddio il suo sorriso - si incamminò verso la ragazza che, in quel momento, non ricordava nemmeno più il suo nome – e nessuna parola del vocabolario inglese.
Blaterò qualcosa di incomprensibile a Daniel, per poi dirgli che, se non voleva fermarsi, non importava, lei era già felicissima.
Ma lui le rispose che non c’erano problemi – e oddio, la sua voce.
Si rese conto di starlo guardando dritto negli occhi, nei suoi fantastici occhi azzurri in cui si era persa e di cui non aveva paurae oddio i suoi occhi.
Generalmente, lei non guardava mai nessuno negli occhi per paura che potessero leggerle l’anima.
 
Ma con Daniel era diverso.
 
Nonostante stesse morendo dalla voglia di abbracciarlo così forte, aveva paura che a toccarlo lo avrebbe rovinato, così gli mise un braccio dietro la schiena a mo’ di mezzo abbraccio – il mezzo abbraccio più bello della sua vita- e lui fece lo stesso, facendole smettere di battere il cuore – e oddio Daniel Sharman le stava toccando la schiena.
Fecero la foto insieme e poi gli blaterò ancora qualcosa senza senso – alla faccia del discorso che si era preparata – per poi salutarlo e vederlo sparire.
In quel momento, si rese conto che era successo qualcosa di straordinario e che – soprattutto – Daniel Sharman profumava di casa.
 

Dopo quegli attimi passati troppo velocemente e ancora leggermente confusi, si diresse verso Sofia, che l’abbraccio e “Sono così felice che tu ce l’abbia fatta”.
Giulia sorrise e dentro di sé sentiva un senso di pace, tranquillità e leggerezza che non era solita provare.
Sapeva che ancora doveva realizzare ciò che era successo ed era pienamente consapevole che non si sarebbe ripresa mai.
Ma era felice, davvero tanto.
Giulia e suo padre rimasero ancora per un po’ a Mantova in compagnia di Sofia, che li portò un po’ in giro per la sua città facendo da cicerone.
Quando poi li salutò dato che aveva altri impegni, decisero che era arrivato il momento per loro di andare.
Tornarono alla macchina e si diressero di nuovo in direzione Cremona, dove avrebbero passato un paio di giorni dalla nonna e dalla zia -  che nonostante i suoi 99 anni era più in forma e arzilla di loro due.
Durante il tragitto, la ragazza continuava a cercare di mettere insieme i pezzi, ancora incredula di avercela fatta.
Nonostante avesse perso completamente la speranza quella mattina, era grata a quella piccola parte di lei che aveva continuato a crederci.
Ripensando al fatto che quelle ragazze lo stavano seguendo, si lasciò scappare ad alta voce un “Secondo me mi odia dato che-”.
Ma il padre non la lasciò nemmeno finire che “Non dirlo nemmeno per scherzo! Punto primo, se non aveva voglia non sarebbe venuto da te. Punto secondo, quando ti ha vista ha fatto un sorriso bellissimo. Quindi no, non ti odia”.
Calò il silenzio per qualche secondo e poi “Cacchio, ho toccato una celebrità!” disse il padre, tutto orgoglioso.
La ragazza scoppiò a ridere e si sentì riempire il cuore di gioia al solo pensiero che suo padre avesse fatto tutto questo per lei e che ora era tutto contento.
E le venne in mente una citazione di una canzone di Jovanotti.
 
Dottore, che sintomi ha la felicità?
 
Non sapeva esattamente come rispondere, ma era consapevole che, Daniel Sharman, oltre che sapere di casa, era la sua più grande gioia.
E che mai avrebbe pensato di provare tutte queste emozioni che, alla fine, la facevano stare bene.
 

Ma bene davvero.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

* angolo autrice*
 
Salve a tutti!
Questa parte non era prevista, avevo scritto la prima parte pensando di tenerla come unica OS, e invece poi è successo l’impossibile e quindi eccomi qui, con una nuova parte che, per quello che so io, dovrebbe essere l’ultima.
Ci tenevo a dirvi di non smettere mai di sperare, il momento per tutti arriverà e tutti prima o poi incontreremo le nostre persone speciali. Basta non smettere di crederci. MAI.
Come sempre, vi chiedo di lasciarmi tutti i vostri pareri, commenti e critiche, e di dirmi assolutamente se trovate errori di qualsiasi tipo.
Inoltre, anche questa volta ho pubblicato sia su efp che su wattpad, il nome è sempre @/lukespj quindi non ho copiato nessuno.
 
Un bacione e alla prossima,
Giuls xx
   
 
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