Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: RoisXIII    31/10/2017    0 recensioni
La classe dei nostri eroi assisterà a una mostra nel museo del Louvre. Sembra andare tutto bene, ma ecco che Papillon sferra il suo attacco.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Adrien finì di preparare la borsa per la scuola. Per la prima volta, avrebbe partecipato a una gita con i suoi compagni di classe. Non vedeva l’ora che fosse già domani.
Plagg, il suo kwami simile a un gatto, gli si posò sulla spalle e divorò un po’ di camembert. Il ragazzo storse il naso all’odore di quel formaggio e pregò l’amico di allontanarsi.
« Tsk, non riconosci il vero valore di questa delizia. »
La porta si aprì di colpo, ma Plagg riuscì a nascondersi in tempo dietro alla scrivania. Suo padre, Gabriel Agreste, entrò nella stanza e squadrò il figlio.
« Nathalie mi ha detto che domani la tua classe parteciperà a una gita. È un vero peccato che tu non possa prendervi parte. »
Adrien spalancò la bocca, più sorpreso che mai. Non poteva prendervi parte?
Gli chiese delle spiegazioni, e lui rispose semplicemente: « Ti distrae dalle tue attività scolastiche pomeridiane. Appena arriverai a scuola, informerai gli insegnanti che mancherai alla gita di domani. Sono stato chiaro? »
Il figlio abbassò la testa e annuì.
Il padre uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Plagg si avvicinò all’amico, conscio che niente poteva tirarlo su di morale.
« Tutto ciò è un’ingiustizia! » esclamò Adrian.
 
Arrivato a scuola, Adrian salutò la sua guardia del corpo e scese dalla macchina. Raggiunse Nino, il suo migliore amico, e lo informò sulla decisione del padre.
« Amico, non puoi fare sempre quello che vuole lui! »
Adrian sospirò. « Non posso fare niente per fargli cambiare idea. Divertiti anche per me, Nino. Ora scusami, ma devo informare gli insegnanti. »
S’incamminò per i corridoi della scuola, testa bassa e occhi rassegnati. Plagg uscì dalla sua borsa e gli disse di rifletterci per bene.
« Cos’altro posso fare, Plagg? Mentirgli e andarci di nascosto? »
« Sì. Se si arrabbierà, be’, pazienza! Tanto ormai ci sarai andato. »
Adrien ci pensò su. Forse Plagg aveva ragione. E forse il suo piano avrebbe funzionato. Per il momento decise che non avrebbe detto niente agli insegnanti.
Speriamo solo che mio padre non ordini a Nathalie di chiamarli.
 
Mrs. Bustier entrò in classe, seguita dal preside, e quest’ultimo iniziò  fare l’appello.
« Hai parlato con gli insegnanti? » gli sussurrò Nino.
Adrien scosse la testa. « Non ancora. Forse parteciperò alla gita, comunque. »
« Tuo padre ha cambiato idea? »
« Certo che no. »
Nino rimase sorpreso di quella rivelazione. « Hai intenzione di disubbidirgli? Non è proprio da te, amico. »
Mrs. Iniziò ad assegnare i posti.
Adrien sentì un tonfo provenire fuori dall’aula e subito dopo Marinette spalancò la porta.
« Sono qui! Scusi per il ritardo! Ho avuto… ehm… un piccolo incidente » disse la ragazza.
« … Alix Kubdel e Sabrina Raincomprix, posti sette e otto. Marinette, vai a sederti. Per questa volta chiuderò un occhio. »
La vide scusarsi e andare al proprio posto, dietro di lui.
« Alya Césaire, tu ti siederai vicino a Nino Lahiffe. I vostri posti saranno il nove e il dieci.»
Adrien vide Nino sorridere tutto contento. Sapeva che lui e Alya erano molto amici, forse qualcosa di più. Si congratulò con l’amico.
Facendo mente locale sui posti già assegnati, arrivò alla conclusione che mancavano soltanto Marinette e lui.
L’insegnante confermò tutto: « E per finire, Adrien Agreste e Marinette Dupain-Cheng, posti tredici e quattordici. »
Il ragazzo si sentì sollevato. Marinette gli stava simpatica, anche se maldestra e a volte un po’ strana.
« Preside Damocles! » urlò a squarciagola Chloé. « Questo non l’accetto! Mi faccia cambiare posto con Marinette! »
« Mi dispiace, ma non posso proprio farlo, signorina Bourgeois. I posti sono stati assegnanti secondo un determinato schema, e… »
Chloé prese il cellulare e digitò il numero del padre. « Vediamo cosa dirà mio padre, il sindaco Bourgeois. »
« Aspetti, non c’è bisogno di scomodare suo padre, ehm, il sindaco. Mrs. Bustier, scambi la signorina Bourgeois con la signorina Dupain-Cheng. »
Nino consolò l’amico e gli augurò buona fortuna. Adrien si dispiacque un po’. Era vero che Cholé era stata la sua primissima amica, ma non la sopportava quando gli saltava addosso o l’abbracciava davanti a tutti.
Avrei preferito sedermi vicino a Marinette, pensò.
 
Arrivò l’intervallo e Adrien decise di andare a scusarsi con Marinette per quello scambio improvviso. Quando la ragazza stava uscendo dalla classe, lui aveva notato che era giù di morale.
La cercò con lo sguardo, fino a scorgerla su una panchina. Con lei c’era Alya.
Le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla. « Mi dispiace per questo cambio di posti, Marinette. Sarà per un’altra volta. »
Lei alzò lo sguardo e divenne improvvisamente rossa. Saltò in alto e fece dei movimenti confusi.
« Ma sì… la prossima volta mi dispiacerà… No… Volevo dire che la prossima volta cambieremo… Aspetta… tu dispiacerai… » farfugliò.
Adrien la fissò confuso, poi scrollò le spalle. Quella ragazza sapeva essere strana.
 
Arrivato a casa, suo padre lo attese sulle scale. « Hai parlato con i tuoi insegnanti, Adrien? »
Era arrivato il momento di decidere. Dirgli la verità o mentirgli?
Il ragazzo abbassò la testa. « Sì, papà. Hanno detto che gli dispiace e che sarà per la prossima volta. »
« Spero che questa sia la verità. Vai nella tua stanza e preparati: ti aspetta un servizio fotografico. »
Arrivato in camera, Adrien sentì il cuore battergli all’impazzata. Aveva veramente mentito al padre?
Ancora incredulo, si diresse in bagno e accese l’acqua. Si tolse i vestiti e lasciò che l’acqua calda lo cullasse e gli togliesse via tutti i suoi pensieri.
 
Quella stessa sera, Adrien raccontò a Nino di aver mentito al padre. Lui gli rispose che era un grande e che adesso doveva pensare a cosa fare. Tutti si aspettavano di vederlo in gita.
« Non ti preoccupare, Nino. Ho già in mente un piano. Ci vediamo domani. »
Un piano ce lo aveva in mente. Gli era venuto in mente durante il servizio fotografico.
 
« Allora, Adrien, come pensi di raggiungere la scuola? »
Il kwami era intento a mangiarsi il formaggio, ma lo sputò fuori quando riconobbe un certo sorrisino sul voto di Adrien.
« Plagg, trasformarmi! »
Il kwami fu risucchiato nell’anello e al posto di Adrien comparve Chat Noir.
L’eroe si stiracchiò, prese il bastone e la borsa di scuola e aprì la finestra, dopodiché saltò fuori e si mosse sui tetti di Parigi.
Mio padre di arrabbierà molto. Spero solo che non mi faccia lasciare la scuola.
Vedendo la scuola in lontananza, Chat Noir si nascose in un vicolo e abbandonò le vesti d’eroe.
« Era questo il tuo piano? Ah, come sono esausto. »
« Non ti preoccupare, Plagg. Nella borsa ho un po’ di camembert. »
Come se nulla fosse, Adrien uscì dal vicolo e si diresse a scuola.
Appena arrivato, Chloé gli si appiccicò al braccio e iniziò a parlare su come fosse contenta di essere insieme a lui. Il ragazzo si imbarazzò e si sentì a disagio.
Il preside guardò gli studenti ed esclamò: « Ci siamo tutti? Nessun assente? Perfetto, potere salire tutti sull’autobus secondo il numero del vostro posto! »
Chloé si prese il posto vicino alla finestra, quindi Adrien si mise sul sedile che dava sul corridoio. La ragazza non aveva smesso di parlare, e presto lui smise di ascoltarla.
La sua borsa cadde nel corridoio. Adrian capì che c’era lo zampino di Plagg.
Quell’ingordo starà mangiando il formaggio.
Si chinò a raccoglierla. Alzandosi, vide che Marinette e Kim si erano scambiati di posto. Notò che non era molto felice.
« Ehi, tutto bene? » le domandò.
Sul volto di Marinette comparve un ampio sorriso e annuì. Non aprì bocca, però.
« Sai, questa è la mia prima gita. Non so ancora come comportarmi » le confidò.
Ancora una volta non parlò. Adrien iniziò a preoccuparsi. La ragazza stava bene?
« Ti senti male, Marinette? Devo chiamare qualcuno? »
« NO! Cioè, no, non mi sento male. Tu ti senti male… No, tu devi chiamare il comportamento. »
Adrian la guardò ancora confuso. Che stava dicendo?
Marinette, imbarazzata, chiuse gli occhi e prese un bel respiro. « Sono un po’ nervosa, tutto qui. »
Il ragazzo stava per aprir bocca, ma Chloé gli disse di cambiare posto. Lui notò sul volto di lei una sorta di gelosia. Si domandò il perché di ciò.
 
Arrivati al museo del Louvre, una guida li accompagnò nel corridoio dove si sarebbe tenuta la mostra.
Su un palco, sedevano un gruppetto di cinque giovani: tre ragazzi e due ragazze. Tutti loro avevano un look dark. Juleka fu l’unica di tutta la classe a esprimere commenti molto postivi sul loro abbigliamento. Chloé, ovviamente, espresse commenti sprezzanti.
Non cambierà mai.
Presero posto sulle sedie. Adrien e Marinette si ritrovarono di nuovo vicini. I cinque ragazzo, i famosi “Les Seigneurs de la Nuit”, salutarono calorosamente il preside e Mrs. Bustier. Il sindaco Bourgeois strinse la mano a ognuno di loro, ricevendo ringraziamenti.
Dopo l’arrivo di diversi giornalisti, la mostra iniziò ufficialmente.
Un ragazzo e una ragazza, molto simili tra loro, presero ciascuno un microfono.
Il maschio parlò per prima: « Grazie a tutti di essere qui. Io sono Félix Colin, mentre questa è Inés Colin, la mia sorella gemella. Gli altri sono: Bastien Duval, Omer Blanc e Vanille Vidal. »
« Salutiamo ancora il preside Damocles e Mrs. Bustier, che erano nostri insegnanti. Un saluto va anche al nostro amato sindaco. E ora, direi di mostrarvi le nostre opere. »
A turno, il gruppo di artisti portarono i quadri sul palco. Essi raffiguravano vampiri, licantropi, streghe, fantasmi. Tutte figure oscure.
Al giovane Adrien piacquero molto quei dipinti, anche se non era proprio il suo stile. Diede una sbirciatina a Juleka, vedendola fotografare i quadri.
« E quella la definite arte? » commentò Chloé. « Ma per favore! Non si capisce niente e poi sono troppo… scuri. Questa mostra è stata una perdita di tempo. »
Sabrina diede man forte all’amica; lo stesso fece Kim, seppur con riluttanza.
« Chloé! Come puoi dire tutto ciò? » le disse Adrian.
« Oh, Adrian caro, ma è la pura e semplice verità! »
Marinette intervenne: « Adrian ha ragione. Solo perché non ti piace il loro stile, non puoi giudicarli così. »
Ma la ragazza la ignorò del tutto, continuando a sputare commenti negativi.
Félix abbandonò il palco, offeso fino al midollo. Inés lo seguì, non prima di aver lanciato uno sguardo tagliente a Chloé.
Adrien scosse la testa, deluso dal suo atteggiamento.
 
Una finestra si aprì, illuminando una stanza piena di farfalle. Papillon ghignò, assaporando le sue prossime vittime.
« Ah, poveri e giovani artisti. Sempre criticati da tutti per come esprimono i loro sentimenti. Mai nessuno che li capisca fino in fondo. »
Una farfalla bianca gli si posò sulla mano, e lui la coprì con l’altra. Questa uscì fuori tutta nera e viola.
« Vai, mia piccola Akuma, e oscura i loro cuori! »
L’Akuma volò fuori dalla finestra, diretta al museo del Louvre.
 
Félix e Inés si appoggiarono a una parete. I commenti di quei ragazzini si erano incisi nella loro mente e nel loro cuore.
« Come hanno potuto dire quelle cose? » si lamentò Inés. « Sono stati fin troppo crudeli. »
« Non capiscono proprie niente! E noi che ci siamo disturbati a invitarli qua. »
La sorella lo abbracciò. « Non dobbiamo mollare, fratellino. Faremo vedere loro  chi siamo veramente. »
Il ragazzo annuì e tirò fuori una collana da sotto la maglietta. La sorella fece altrettanto, e i due avvicinarono i ciondoli, dove comparve un teschio sorridente.
L’Akuma si avvicinò e si divise in  due piccole farfalle, le quali sparirono dentro la collana.
Il simbolo della farfalla comparve sui loro volti, e Papillon disse: « Vampire, Petit Vempire, io sono Papillon. Posso darvi il potere di mostrare a tutta Parigi chi siete veramente, mostrare loro le creature della notte che si nascondo dentro di voi. Ma in cambio, dovete portarmi i Miraculous di Ladybug e Chat Noir. »
« Sarà fatto, Papillon » dissero i due fratelli gemelli.
Una massa oscura li coprì interamente. Quando questa sparì, al posto di loro due c’erano dei vampiri.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: RoisXIII