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Autore: Haiwan    02/11/2017    1 recensioni
« Non sono un eroe. Non sono come te e Chat, vedo come la gente mi guarda. Hanno paura di me »
« Ma cosa dici? Tu sei un eroe, anzi, un supereroe! E sei esattamente come me e Chat Noir e anche di più »
« Lady ha ragione, anche se in fatto di bellezza nessuno può battermi »
« CHAT!! »
--------------
Spero vi piaccia :3
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Lycan


"Esiste in questo mondo qualcosa che nessuno ha mai visto. Si tratta di qualcosa di gentile ed estremamente dolce. Presumo che se fosse possibile vederlo, tutti finirebbero per desiderarlo. Ecco perché nessuno l'ha mai visto. Ed è per tale motivo che il mondo l'ha nascosto. Per assicurarsi che non potesse essere ottenuto con facilità. Ma prima o poi, prima o poi qualcuno lo troverà. L'unica persona destinata ad ottenere quel qualcosa, l'otterrà senza meno.
È così che ha stabilito il destino"


« Ommioddio amo troppo questo Anime » Dissi mentre addentavo l'ennesimo biscotto con goccie di cioccolato.
Erano più o meno le dieci del mattino, e io m'ero alzata svogliatamente dal mio comodissimo letto per sbrigare le solite faccende casalinghe, ma la pigrizia ebbe la meglio e mi ritrovai seduta sul tavolino della cucina con il portatile acceso a guardarmi per la milionesima volta Toradora.
« Elise dov'è il mio cibo? » Domandò il Kwami, senza ottenere risposta, ero troppo presa dalla puntata.
« ...Elise? Elise! » Abbaiò più forte e solo allora ottenne la mia attenzione, facendomi fare un salto dalla sedia.
« Che vuoi?! »
« Non dovevi fare la spesa? Mancano un sacco di cose qui, soprattutto il mio cibo! » Si lamentò il lupo, battendo pesantemente la zampa anteriore sul pavimento.
« Finisco la puntata e vado » Cercai di liquidare velocemente la conversazione, ma lo spirito ormai mi conosceva.
« È quello che dici tutte le volte, poi una puntata tira l'altra e non fai più nulla! » Esclamò, ma io non gli diedi retta.
« Guarda che mi metto a fare ululati acuti, quelli che tu non sopporti, finché non esci di casa » Mi avvertì, ma ancora una volta non risposi, così si sedette, prese un bel respiro e cominciò a ululare.
Quei suoni erano talmente acuti che dovetti tapparmi le orecchie per non rischiare di bucare i timpani.
« Va bene! Vabenevabenevabenevabene d'accordo! Va bene!! Vado! » Urlai alzandomi dalla sedia, andai velocemente a vestirmi, mi sistemai i capelli, presi le chiavi e uscii dalla porta.

« Bene. Ho comprato l'essenziale... adesso manca solo il pane » Mormorai mentre controllavo la lista, alzai lo sguardo alla ricerca di un panettiere o un negozio simile, e qualcosa attirò la mia attenzione.
Una tipica Boulangerie parigina, dall'aria raffinata ed elegante, aveva delle vetrate nere con delle decorazioni che sembravano fatte d'oro, ma quello che mi spinse ad avvicinarmi fu il logo disegnato sulla porta.
Mi diressi verso il negozio e arrivai proprio di fronte ad esso, su quel vetro nero v'era raffigurato il logo del negozio o almeno così supposi.
Era un design davvero particolare: due spighe di grano che si intrecciavano, e poi formavano un cerchio e al centro c'erano una T e una S.
Non mi accorsi di star fissando la porta un po' troppo a lungo, così decisi di entrare.
« Bonjour » Disse una voce femminile, probabilmente apparteneva ad una persona adulta e infatti vidi alla cassa una donna minuta, i capelli a caschetto di un colore che a prima vista sembrava nero, ma se si faceva attenzione si potevano notare delle sfumature bluastre, ma la cosa che notai di più furono i suoi occhi a mandorla e le splendide iridi grigie. Molto probabilmente era orientale ma inizialmente non seppi distinguere da dove provenisse finché non notai la sua particolare vestaglia che portava, quella era una... una... Cheongsam! Un tradizionale abito femminile cinese, perciò feci le mie conclusioni.
« Bonjour » Risposi a mia volta con un sorriso, dietro la cassa v'erano molti tipi di pane, in particolare baguette e optai per quelle dato che il più delle volte mi facevo panini invece che preparare dei pasti veri e propri, invece alla mia sinistra c'erano moltissimi dolci e dolcetti, mi venne l'acquolina in bocca.
La donna mi servì e fu davvero molto gentile, oltre al pane presi anche dei macarons e brioches e uscii dalla Boulangerie.

Ero sulla strada di casa e improvvisamente il mio cellulare squillò.
Mentre lo tiravo fuori dalla tasca una scia di nomi e volti apparì nella mia mente.. poteva essere chiunque. I miei amici? I miei colleghi di lavoro? L'ennesimo operatore che mi proponeva delle promozioni?
Guardai lo schermo e mi si gelò il sangue.
"Papà"
A lui non avevo detto nulla della mia partenza, dopo due giorni si sarà ormai accorto della mia assenza.
Feci un bel respiro e risposi.
« ...pronto? »
« Elise? Dove sei? » Chiese lui, con apparente calma.
« Ehm.. papà... io sono... e-ecco.. i-i-io s-sono... a Parigi » Le ultime due parole le dissi con una velocità impressionante, inizialmente pensai che lui non avesse capito, ma mi sbagliai di grosso.
« COSA?! Che ci fai laggiù?! Ma sei impazzita?? » Esclamò lui, facendo poi tutta una serie di domande, io allontanai il telefono dall'orecchio per evitare che mi danneggasse il timpano.
« Papà! Papà! Dai calmati, posso spiegarti! » Tentai di dire, ma lui non ne voleva sapere, stava ancora sbraitando qualcosa sul "Ma come ti è venuto in mente?" o "Sei andata da sola? È pericoloso!" e cose del genere.
« Quante volte ti ho detto che quando saresti stata pronta ci saremo andati insieme?! Insieme però! »
« Papà!! Mi lasci parlare o no?! » Urlai ad un certo punto, attirando pure l'attenzione dei passanti.
« Allora: prima di tutto, quante volte sono stata io a dirti che ero pronta a partire? Ma tu rimandavi sempre la partenza con una scusa diversa, e no, non dire che non è così perché era palese che non volessi partire! » Dissi, tirando finalmente fuori quello che m'ero tenuta dentro per mesi, e finalmente ero riuscita a dirglielo.
« E secondo: io... volevo incontrarlo e... conoscerlo di persona » Conclusi con un sospiro, sperando che lui capisse.
Ci fu una pausa tra di noi, calò un silenzio strano, uno pieno di tensione. Dall'altra parte sentii un sospiro.
« L'hai già visto? » Chiese improvvisamente.
« ...sì » Risposi con un filo di voce.
« E come ti è sembrato? »
« Be'... è... » Ci pensai un attimo. « È difficile dirlo adesso... ma comunque avevi ragione, è identico a lei » Mormorai mentre un sorriso mesto apparve sul volto.
« Te l'ho detto io »
Ancora silenzio.
« E quindi... cosa vuoi fare adesso? » Domandò mio padre.
« Ahem... bellissima domanda... pensavo di.. conoscerlo e.. magari... potremmo diventare amici » Azzardai a dire, sapevo che mio padre non avrebbe permesso una cosa del genere e infatti ribatté subito.
« Ti stai cacciando in un brutto guaio Elise, ti prego torna a casa ne possiamo parlare e- »
Non andai oltre e chiusi la chiamata. Non volevo sentire altre storie, basta. Ne avevo abbastanza.

« Sono tornata » Esclamai mentre rientravo a casa, ad attendermi v'era un bel lupetto dal pelo argenteo che era seduto proprio a pochi metri dalla porta d'ingresso. I suoi occhietti ambrati mi guardavano e la coda scodinzolava velocemente.
« Era ora! Dov'è il mio cibo? Dov'è la mia carne?! Voglio la mia carne! » Sbuffò, grattando le unghie sul pavimento.
« Senti, vedi di stare calmo. Non ho neanche usato il Superpotere Segreto! Perché tutta questa fame? » Domandai, quasi esasperata.
« Perché sono un lupo! Mai sentito il detto 'ho una fame da lupi'? »
« Tieni e taci » Troncai la discussione dandogli delle salsicce.
Dopo pranzo mi rilassai nuovamente, presi il mio PC portatile e ascoltai musica.

« I got this feeling inside my bones
It goes electric, wavey when I turn it on
All through my city, all through my home
We're flying up, no ceiling, when we in our zone
♪♫

I got that sunshine in my pocket
Got that good soul in my feet
I feel that hot blood in my body when it drops
I can't take my eyes up off it, moving so phenomenally
Room on lock, the way we rock it, so don't stop
♪♫ »

Guardai il Kwami, come per chiedergli di cantare con me, ma lui, come sempre, fece il noioso.
« Daaaaiiiiii canta con me! » Lo pregai.
« No, non mi va »
« Come sei noioso... »
Stoppai la musica e tra noi cadde il silenzio.
« Senti... » Cominciai a dire, attirando l'attenzione del lupo.
« Dovremmo trovare un nome da Supereroe » Dissi mentre mi passavo una mano tra i capelli.
« ...dici sul serio? » Chiese Ronn, alzando un sopracciglio.
« Ma certo! Se vogliamo che questa missione funzioni dobbiamo inventarci un nome per il mio Alter Ego! Dunque... vediamo un po'... 'Le super Loup?' » Proposi, mettendomi in posa da Supereroe.
« Ti prego... è pietoso » Commentò disgustato lo spirito.
« Ok, ok... alloooora... 'Gray Wolf'? »
« No »
« 'Loup Gris'? 'Gray Loup'? 'Wolf Gris'? » Nulla, ogni nome che dicevo il Kwami scuoteva il muso. Allora ci pensai bene benino... finché non mi si accese la lampadina.
« Che ne dici di 'Lycan'? » Chiesi, sperando che almeno questo gli piacesse.
« Lycan? Come i Licantropi di quel film... qual'era? Underworld? »
« Eeeesatto! Allora? Che te ne pare? Ti piace? » Vidi il suo muso contratto in una smorfia pensierosa, rimase così per una manciata di secondi finché non diede la sua risposta.
« Sì, può andare »
« Evvai! Abbiamo un nome! » Mi alzai dalla sedia esultando.
« Bene. E adesso? » Chiese lui inclinando la testa.
« Adesso... usciamo! »


« We got all the ways to be W.I.C.K.E.D
We got all the ways to be W.I.C.K.E.D
♪♫ »
« Sei canterina oggi eh? » Domandò il lupo mentre annusava l'erba fresca.
« Dai canta insieme a me, hai una voce meravigliosa! »
« Siamo al parco, non dovresti nemmeno parlare con me » Replicò lui a bassa voce, ma io me ne fregai e continuai con il ritornello.
« Long live havin' some fun
We take what we want
There's so many ways to be wicked
With us evil lives on the right side of wrong
There's so many ways to be wicked
♪♫ » Canticchiai poi, facendo dei giri su me stessa. Tempo di distrarmi un secondo e quando rivolsi nuovamente lo sguardo al lupo lui era sparito.
« ...Ronn? Ronn?? Dove sei?! »

Nel frattempo, dall'altra parte del parco...

Finalmente avevo una giornata libera: tra la scuola, scherma, servizi fotografici e quant'altro non riuscivo mai a trovare il tempo per svagarmi. Quel giorno avevo invitato Nino ad uscire e ci diedimo appuntamento al parco, sfortunatamente arrivai in anticipo e mi toccò aspettarlo e nel frattempo mi sedetti su una panchina.
« Nel mentre che aspettiamo possiamo mangiarci del Camembert! » La voce di Plagg proveniva dalla mia camicia, dove solitamente si nascondeva.
« Io non mangio quella roba » Replicai, mi veniva la nausea ogni volta che odoravo quel formaggio!
« Ma almeno il tempo passerà più in fretta, non credi? » Domandò, sbucando fuori dalla camicia solo con la testa.
« Ehi, io a differenza tua non posso mangiare quanto e quando voglio, sono un modello e ho una linea da mantenere » Risposi inarcando un sopracciglio, ma non ottenni nessuna risposta dal Kwami nero.
« Plagg? » Lo chiamai, ma sembrava essere sparito, allora aprii un po' di più il lato della mia camicia e lo trovai aggrappato alla mia maglia nera con gli occhi chiusi, sembrava essere spaventato... ma che gli prendeva?
Stavo per domandarglielo ma qualcosa attirò la mia attenzione, con la coda dell'occhio vidi quello che sembrava un cane dirigersi verso di me, alzai lo sguardo e i miei occhi si incrociarono con quelli dell'animale. Improvvisamente questo si fermò e rimase a pochi metri da me e cominciò a fissarmi.
Quel cane aveva l'aspetto di un vero e proprio lupo, era magnifico! Non sembrava un randagio, aveva un collare al collo.. ma dov'era il padrone? Sembrava essere lì da solo.
« Ehi bello.. vieni qui » Lo chiamai, abbassando la mano, il canide non si mosse per un paio di secondi, ma poi si avvicinò a me e cominciò ad annusarmi attentamente la mano.
Solo allora notai che il collare aveva una targhetta, lentamente con l'altra mano afferrai l'oggetto di cuoio e lo girai verso di me. V'era inciso un nome e un numero di telefono.
« Wolfie? Uhm.. vediamo se il tuo padrone risponde » Dissi mentre estraevo il telefono dalla tasca, composi il numero e mi portai il cellulare all'orecchio.

« Ma dove cavolo è finito?! » Borbottai mentre osservavo con attenzione tutto il parco, non era possibile che il Kwami si fosse volatilizzato!
Ad un certo punto sentii delle vibrazioni provenire dalla mia borsa, era il telefono sul quale avevo il mio numero francese... ma chi mai poteva essere?
« Se è di nuovo papà col cavolo che rispondo » Mormorai tirando fuori l'oggetto, guardai lo schermo ma era un numero sconosciuto.
"E adesso..? Devo rispondere..?" Ebbi un attimo di esitazione ma infine premetti la cornetta verde.
« Allô? »
« Ehm.. buongiorno! Lei non mi conosce, ma qui c'è un cane e sulla targhetta c'era questo numero così ho pensato di chiamare... » La voce dall'altra parte del telefono sembrava confusa e incerta quanto me, era di un ragazzo giovane, l'avevo già sentita.. .
« Oh, sì certo! Cosa c'è scritto sulla targhetta oltre il mio numero? » Domandai, giusto per essere sicura che non mi mentisse.
« Wol.. Wolfie! Non so se l'ho pronunciato giusto, heh.. » Rispose con una risata nervosa, in tutta onestà stavo per ridere anche io ma non mi sembrava carino farlo in faccia ad un perfetto sconosciuto.
« D'accordo, allora arrivo! Dove siete? »
« Siamo vicino alla fontana proprio al centro del parco, non può sbagliare »
« Vaaaaa bene, allora arrivo, e grazie! » Riagganciai e a passo veloce mi diressi verso il luogo detto dal ragazzo dall'altra parte della cornetta.

"E menomale che ero io quella che non doveva farsi beccare!" Pensai mentre mi dirigevo verso la fontana, alzai lo sguardo e... mi venne un infarto.
Ronn era con lo stesso ragazzo che avevo incontrato circa due giorni fa, e con cui avevo fatto proprio una bella figura. Lui era accucciato e stava accarezzando il lupo sulla testa.
Cosa potevo fare? Alzare i tacchi e andarmene? Avvicinarmi e far finta di nulla? Fingermi morta?
Optai per la seconda opzione.
« Ehilà! » Dissi, attirando l'attenzione del biondo. In un primo momento sembrava confuso, ma poi, per mia sfortuna, mi riconobbe.
« Ehi ciao! » Esclamò alzandosi in piedi. « Come va la testa? »
« Oh va bene, ho la capoccia dura » Risposi mentre colpivo il capo con le nocche.
Lui sorrise, dopodiché calò il tipico silenzio imbarazzante di quando due persone non si conoscono e non sanno nemmeno che cosa dire. Peccato che io sapevo chi fosse.
Presi un bel respiro e rivolsi lo sguardo al lupo.
« Be'? Dove pensavi di andare? » Domandai con sguardo indagatore, naturalmente lui non poteva rispondermi a voce, così distolse semplicemente lo sguardo.
« Oh, lui è tuo? » Chiese il ragazzo dagli occhi verdi.
« Sì, e adesso lo lego prima che scappi di nuovo » Risposi mentre agganciavo il guinzaglio al collare del Kwami.
Di nuovo silenzio. Che cosa frustrante.
« Uhm... che.. fai di bello? » Domandai, giusto per fare un minimo di conversazione.
« Sto aspettando un amico, dovrebbe arrivare a momenti » Rispose lui, guardandosi intorno, e difatti la sua attenzione fu catturata da un altro ragazzo poco lontano da noi.
« Eccolo lì infatti » Continuò, voltandosi verso di me.
« Oooookay, ti lascio andare allora » Dissi cominciando ad arretrare, ma fui fermata proprio dal biondo.
« Aspetta... posso sapere il tuo nome? » Chiese, lasciandomi spiazzata. Il mio nome? Voleva sapere il mio nome? Per quale motivo?
"Aah! Elise diglielo e basta!" « Elise. Eeeee tu sei...? » Domandai a mia volta. Anche se lo conoscevo non volevo che lui lo sapesse.
« Adrien » Rispose, sempre con quel sorriso gentile stampato sul suo volto. Se ne avesse fatto un altro probabilmente mi sarei sciolta.
« Mi ha fatto piacere rivederti » Proseguì, e in quel momento mi ritrovai mooooolto vicina allo svenire.
« ....ehm...s-sì! A-anche a me! P-p-passa una buona giornata, ciao! » E detto questo mi voltai e filai via prima di fare altre figuracce.

Più tardi, quella sera, in casa Agreste...

« Nathalie! Sono a casa! » Esclamai, chiudendo la porta dietro di me, ma come al solito nessuno rispose, probabilmente erano troppo impegnati nei propri uffici, così salii le scale e mi diressi in camera mia, ma quando arrivai alla porta sentii dei rumori provenire dall'interno. Era strano, nessuno entrava in camera mia... scostai un po' la porta e mi affacciai, ma non vidi nessuno.
"Che strano... me lo sarò immaginato?" Pensai, scuotendo la testa; nel frattempo entrai in camera e posai la tracolla sul divano. Feci per andare al bagno ma mi bloccai sul posto e allo stesso tempo mi si gelò il sangue.
Davanti a me v'era quel lupo antropomorfo che io e Ladybug avevamo affrontato il giorno precedente. Fortunatamente era di spalle e non mi notò, ma io rimasi immobile, cercando velocemente una soluzione. Magari potevo uscire dalla stanza e trasformarmi? No, pessima idea... se fosse passato qualcuno mi avrebbe visto.
Forse potevo prendere uno dei miei trofei e tirarglielo in testa? No, c'era troppa distanza... tempo di avvicinarmi e si sarebbe accorto di me.
Cosa fare?
Nel frattempo il lupo annusava ogni angolo della mia stanza con un certo interesse, finché non arrivò alla mia scrivania dove infilò il muso dentro il cestino. Peccato che poi quando cercò di tirare la testa fuori l'oggetto rimase attaccato saldamente al suo collo.
Dovetti ammetterlo, fu una scena davvero comica.
Il Licantropo cercò da sé di levarsi il cestino dalla testa ma senza successo e stava cominciando ad agitarsi, infatti scuoteva la testa a destra e a manca e lo sentii chiaramente guaire spaventato, così decisi di aiutarlo, avvicinandomi lentamente a lui.
« Ehi... ehi! Calmati! Agitarsi non serve a nulla » Dissi, sperando che mi sentisse, e a quanto pare funzionò. Il lupo si fermò e guardò nella mia direzione, o almeno, vidi che puntò il cestino verso di me e s'immobilizzò, a quel punto mi avvicinai e osservai la situazione: era incastrato proprio per bene!
Afferrai l'oggetto e cercai di infilare la mano tra il collo dell'animale e la parete di plastica, poi con un po' di forza spinsi il cestino e dopo un paio di tentativi riuscì a liberare il canide.
« Uuuf! Ce l'abbiamo fatta » Dissi passandomi il braccio sulla fronte, nel mentre il lupo si scrollò e si passò le zampe nella zona della gola per rimettersi a posto il pelo, dopodiché mi guardò e il suo sguardo sembrava penetrarmi l'anima. Aveva dei grandi occhi verde chiaro, molto espressivi per essere quelli di un animale ed erano assai diversi dall'ultima volta che li avevo visti. Quando ci scontrammo accidentalmente in quel vicolo aveva uno sguardo spaventato e subito dopo diventò aggressivo, ma in quel momento era sorpreso e... curioso?
Ci guardammo per svariati secondi, nessuno si mosse... almeno fino a quando non decisi di fare la primo passo: mi avvicinai lentamente e porsi la mia mano verso il canide il quale la annusò attentamente ma poi non fece nulla di particolare, si mise sulle quattro zampe e si alzò in piedi e solo in quell'esatto momento potei vedere quanto era alto e la cosa cominciò un pochino ad agitarmi ma non volevo far vedere che avevo paura.
Tentai di nuovo un approccio, stavolta più diretto e allungai la mano verso il suo muso nell'intento di accarezzarlo ma lui tirò indietro le orecchie, fece uno sbuffo, scattò verso la sua destra e con un balzo superò la finestra, sparendo nel nulla in pochi secondi.



Tana di Haiwan

No, non sono morta! :D
Lo so, lo so che dovevo aggiornare a fine Agosto, ma a causa della poca collaborazione del mio cervello sono stata costretta a rimandare.
In più è cominciata la scuola, saranno mesi infernali x_x
Ma soprattutto raga... è uscita la seconda stagione! Ho l'hype a mille! *w*

Comunque! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, vedremo come Lycan influenzerà la vita dei due eroi parigini *risate malvagie* tanto lo so che mi state odiando perché sembra che tra Elise e Adrien scatterà qualcosa, maaaaa... non traete
 conclusioni affrettate! :D

Ringrazio, come sempre, 
GeneraleKesserling che mi ha sostenuto (e sopportato!) durante i miei scleri.

Alla prossima!


Perdonatemi per possibili errori grammaticali
   
 
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