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Autore: Ems_1    03/11/2017    1 recensioni
Bellamy e Clarke si sono incontrati in una vacanza estiva quando erano ancora molto piccoli. Dopo circa 15 anni si rincontrano in quella spiaggia dove erano soliti passare l'intero pomeriggio.
Dalla storia ( flashback ):
"Questo è un castello degno di una principessa."
"Come la chiamiamo?"
"La principessa sei tu"
"Tu vuoi essere il principe?"
"Mi andrebbe bene essere il tuo giullare, principessa"
"Permesso accordato"
"Sarà bello farti sorridere ogni giorno"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Bellamy arrivò a casa del suo amico dopo soli pochi minuti.
Bussò alla porta e non dovette attendere molto prima che Atom aprisse in tenuta sportiva.
“Mamma che faccia! Che hai? Sei sconvolto”
“Lo sono”
“Tu e la principessa avete strafatto stanotte?”
“Sta zitto idiota.” Bellamy diede una pacca sulla spalla al suo amico per scansarlo e entrare in casa. Prese il telefono dalla tasca e andò alla ricerca del messaggio da far vedere al suo amico.
“Leggi questo”
Atom osservò attentamente la foto allegata, corrugando la fronte per un attimo. “Questa è Clarke” disse poi rivolgendo lo sguardo verso il maggiore dei Blake.
“Esatto” confermò con il cuore in gola.
“Chi diavolo è?”
“Ho ricevuto altri messaggi, ma non ero preoccupato fino ad ora. Questo tizio ha fatto una foto alla mia ragazza sotto casa mia minacciandola. Prima d’ora mi aveva promesso solo vendetta. Non sapevo chi potesse essere, ma nel suo primo messaggio scrisse di essere di nuovo libero; così ho controllato grazie all’aiuto di un mio amico gli ultimi scarcerati. Indovina chi c’è in quei nomi?”
“Chi?”
“Murphy”
“Andiamo non può essere! Credi che nemmeno il carcere sia stato in grado di cambiarlo?”
“Non so cosa pensare, ma tra quei nomi è l’unico che mi dice qualcosa, l’unico che potrebbe avercela con me per motivi personali. Sono stato io a sbatterlo in carcere.”
“Cosa hai intenzione di fare?”
“Non lo so. Andava tutto bene finchè non ho ricevuto questo, se dovesse farle del male non potrei mai perdonarmelo, devo fare qualcosa.”
“Ok è semplice, andiamo dalla polizia e denunciamo il caso, sono tuoi amici, non faranno uscire niente da quelle mura. Poi torni a casa, parli con Clarke e le spieghi tutto.”
“Non posso spiegare tutto a Clarke, si metterebbe solo nei casini. Tantomeno parlarne con la polizia, ti devo ricordare che Kane è il nuovo compagno di sua madre?”
“Lo so, ma è in pericolo e non può non sapere niente”
“Posso prendere delle ferie e la controllarla giorno e notte se dovesse essere necessario”
“Non credo potrai nasconderglielo per molto in ogni caso”
“Lo so. Pensi che possa davvero spingersi oltre?” un brivido attraversò il suo corpo al solo pensiero.
“Non so cosa pensare. Bell, devi parlarne con i nostri colleghi”
“Aspettiamo. Se dovesse arrivarmi anche solo un altro messaggio la prima cosa che farò sarò parlarne in caserma, promesso. Per ora la tengo d’occhio io”
“Sai che non è la cosa giusta da fare?”
“Lo so, ma conosco lei. E in più..”
“Murphy era tuo amico”
“Proprio così. Vorrei che da qualche parte quell’amicizia che ci legava lo faccia rinsavire.”
“Lo spero”
“Grazie Atom”
“Figurati, per qualsiasi cosa chiama”
“Certo”
Nel tragitto verso casa ricevette una chiamata da parte di Clarke.
Sospirò prima di rispondere, pensando a come avrebbe potuto mentirle.
“Bell sei a casa?” esordì Clarke con una voce più squillante del solito.
“Sto rientrando, sono passato un attimo da Atom. Tutto ok?”
“Si, posso passare da te?”
“Vuoi un altro round principessa?”
“Piuttosto spinto anche da parte tua! Mi dispiace deluderti, ti devo parlare di una cosa”
“Ok, tra 5 minuti sono a casa”

                                             
                                                       *



Quando parcheggiò la macchina nel vialetto di casa, lei era seduta sulle scale dell’ingresso, in attesa.
“Hei” lo salutò mettendosi in piedi.
“Ciao splendore” rispose lui avvicinandosi e posandole un bacio sulle labbra.
“Se continui a guardarmi così dovrò cedere alla proposta di prima”
“Lo sai che non devi ripetermelo due volte..” disse tuffandosi di nuovo nelle sue labbra.
“Mio malgrado” Lo interruppe lei “Ti devo parlare di una cosa”
“Ok, dimmi”
“Sono passata da Jasper prima, stavamo chiacchierando e abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico fare un viaggio di primavera. Così giusto per curiosità abbiamo cercato dei voli e ne abbiamo trovato alcuni a prezzi stracciati. Allora abbiamo chiamato Raven, Monty, e tutto il resto degli amici e abbiamo parlato della nostra idea e alla fine tutti o quasi hanno detto si! Ho chiamato anche Octavia, e dato che anche lei sarà in vacanza dalla scuola... si unisce a noi! E io ho preso un biglietto anche per te.”
“Tu cosa? E il lavoro?”
“Puoi prenderti qualche giorno di ferie, non fare lo stakanovista!”
“Voi siete due pazzi”
“E’ da sette vite che non faccio un viaggio,  mi è sembrata un’idea fantastica! Poi coincide anche con il compleanno di qualcuno..”
“Come fai a saperlo?” Ci pensò un attimo. “Domanda stupida, mia sorella”
“Già. Non so se troveremo ancora quei biglietti ma puoi proporlo anche a Atom se ti va”
“Posso provare a chiedere”
“Lo so che quest’idea ti piace in fondo”
“Si può sapere dove andremo?”
“E’ un si?”
“Si”
“Los Angeles e le sue immense spiagge ci aspettano!” esclamò Clarke gettandosi tra le braccia del ragazzo.
Sembrava avesse risposto a quell’idea con una felicità che non era da lei, eppure Bellamy pensò a quanto fosse bello vederla così spensierata.
Non voleva che quel problema che aleggiava nell’aria potesse turbarla, per cui continuò a restare del parere che la scelta che aveva preso fosse quella giusta.
Il punto era che Murphy era stato davvero una parte importante della sua vita, e voleva che lei fosse a conoscenza di quella storia.
“Hai da fare ora?” le chiese.
“A dire il vero no”
“Ti va di venire in un posto con me?”
“Certo”
Bellamy prese la mano di Clarke e la guidò verso la via proprio dietro casa sua.
Davanti ai loro occhi si aprì il parchetto di quartiere davanti al quale Clarke era passata tante volte.
Non capiva esattamente il motivo di quella destinazione e si era accorta che Bellamy non era al massimo della sua forma. C’era qualcosa che lo rendeva cupo, se n’era accorta dal suo comportamento. Era comunque certa che la risposta ai suoi dubbi sarebbe arrivata al più presto.
“Perché mi hai portata qui?” chiese.
“Perché c’è una parte della mia vita che non conosci”
“Che vuoi dire?”
Le lasciò la mano e si sedette in una delle panchine del parco, facendole posto accanto a lui.
“Voglio dire che hai conosciuto me con entrambi i genitori e me ora, ma mai me dopo che mia madre è andata via”
Clarke non disse niente, strinse semplicemente la sua mano.
“Ero arrabbiato, con me stesso, con mia madre, col mondo. Ero solo un ragazzino e mi sentivo perso. Atom non è sempre stato il mio migliore amico. Prima di lui c’era Jhon. Lui era un fratello per me, siamo cresciuti assieme da quando avevamo 5 anni e non ho ricordo di qualcosa che io abbia fatto senza lui al mio fianco.
Dalla prima partita a pallone alla prima sigaretta assieme.
Quando mia madre è andata via io non riuscivo a capire. All’inizio mi sono chiuso in me stesso, poi ho iniziato a frequentare brutte compagnie, e Murphy con me. Perché se io ero pieno di casini lui ne aveva cento volte tanti. Atom in tutto questo era la parte buona, lui era mio amico e sapeva tutto, ma cercava di dirmi che sbagliavo, che avrei finito per esagerare.
L’unica persona in grado di frenarmi era mia sorella, il bene che le voglio.
Ma nemmeno lei bastava a salvarmi da me stesso.
Ero un ragazzino tormentato dai sensi di colpa e dalla mia situazione familiare e mi perdevo in un mondo che non mi apparteneva, con persone che erano tutto tranne amici, nel sedile posteriore dell’auto di mio padre con ragazze che non desideravo per davvero.
Poi mio padre si è ammalato. Quando l’abbiamo scoperto, inutile dire che è stato un trauma. Ma ho capito da subito che le cose sarebbero dovute cambiare. Mi sono dato da fare e ho cercato di mettere la testa a posto, di diplomarmi e dare più stabilità possibile a mia sorella, perché ero diventato l’unico a poterla indirizzare nella giusta direzione. L’unico che poteva impedirle di prendere la strada sbagliata. Ma mentre Atom mi ha accompagnato per tutto il percorso… Jhon è rimasto indietro, non è voluto tornare su con me.
Io ho preso la divisa mentre lui è rimasto con quelle persone e ciò che aveva provato non gli bastava più.”
Fece una lunga pausa prima di rincominciare, in cui guardò negli occhi di Clarke che non lo lasciarono nemmeno per un momento. L’unica cosa che vi lesse era che lei aveva abbastanza forza da ascoltare tutto senza andare via, senza cambiare opinione sul Bellamy che conosceva.
“Era stato il mio primo vero caso. Una soffiata ci aveva avvertito di questo grosso carico di droga e siamo intervenuti.
Immagina come sono rimasto di stucco quando ho dovuto mettere le manette a un mio fratello”
“Non hai nessuna colpa Bell, hai fatto semplicemente quello che andava fatto”
“Lo so. Ma a volte penso che avrei potuto insistere di più, portarlo nella giusta strada con me”
“Avevi tante cose per la testa”
“E’ vero anche questo ma…”
“Dov’è lui ora?”
“Non lo so, non ne ho davvero idea. Spero solo che abbia fatto pace con se stesso.”
Clarke gli accennò un sorriso e gli carezzò il viso.
“Sai ti ho portata qui perché era il posto dove passavamo il tempo quando eravamo ancora noi stessi. E forse è l’unico posto in cui potevo trovare la forza di parlarti di tutto questo”
“Sono felice che tu l’abbia fatto”
La ragazza poggiò la testa sulla sua spalla e restarono così, solo per un altro po’.


**************************
E' passato troppo tempo, lo so.
Non è nemmeno un ritorno col botto purtroppo.
Il capitolo è più breve del solito ma aggiungerà qualche pezzo al puzzle.
Spero possiate comunque perdonarmi.
Scusatemi ancora e scrivetemi se vi va.
:) A presto (spero di non impiegare di nuovo così tanto)
E.
  
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