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Autore: BabyLolita    06/11/2017    0 recensioni
Nessuno mi ha mai chiesto davvero che cosa pensassi di me. Nessuno si è mai posto il problema di vedermi raggiungere degli obbiettivi. A me è sempre bastata la mediocrità. Il fatto di essere una persona falsa ma altrettanto diretta mi porta spesso a comportarmi in malo modo. Non sono una principessa magra e perfetta, sono una persona come tante altre, fuori dagli stereotipi che la gente impone alle ragazze d'oggi. E forse sono io stessa che, vedendomi diversa da come le ragazze dovrebbero essere, divento sempre più uguale a loro, ma negli aspetti peggiori.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sai di essere brava a mentire. Non sei la migliore, ma lo sei abbastanza da ingannare chiunque, spesso inganni anche te stessa. Recuperi la forchetta mostrandoti scocciata della sua mancanza di fiducia, sebbene sai benissimo di essere tu la stronza della situazione:
   «Chi ti avrebbe detto una cosa del genere?» riprendi a mangiare, non vuoi sembrargli turbata.
   «In realtà… lo dicono un po’ tutti.»
   «Un po’ tutti… chi?»
   «Beh ecco…»
   «Armin.» Il tuo tono è secco e duro. Se tu non vuoi girarci intorno, non deve farlo nemmeno lui.
   «L’ho sentito dal capo.»
   «Il padre di Jenny?»
   «Si.»
   «E perché diavolo uno come lui dovrebbe divulgare certe voci?»
   «Non è stato lui a divulgarle… a lui sono solo arrivate, e ha pensato fosse corretto venirmelo a dire.»
   «No Armin, non è questo il comportamento corretto. Il comportamento corretto sarebbe stato quello di venire da me a cercare un confronto, così gli avrei detto immediatamente che sono semplici voci di corridoio inventate da chissà chi! Cristo, sai benissimo che mezzo reparto vorrebbe portarti a letto e ti chiedi perché nascono queste voci? Oh andiamo. Non ti facevo così stupido!»
   «Non sono stupido. Sono solo preoccupato.»
   «Di cosa? Senti, fai due più due. Il fatto che tu abbia una relazione stabile con me, implica che non sei sul mercato. Non sei disponibile. Sei off limits. Non so come altro dirtelo. E questo a certa gente non va. A buona parte delle ragazze che lavorano con noi non va. Anche io se fossi single e tu stessi con qualcun'altra metterei in giro voci assurde per farvi mollare!»
A questa affermazione lo vedi spalancare la bocca e tu realizzi di aver detto una frase che potrebbe sembrare dannatamente carina dato che è pronunciata da una come te. Armin si alza e viene nella tua direzione abbracciandoti forte:
   «Grazie.»
Si limita a dire. Sai bene che ti sta ringraziando per quelle tue parole “dolci” e per il fatto che gli hai dimostrato che in realtà gli sei fedele. Ricambi l’abbraccio rassicurandolo. Per ora, il tuo segreto è al sicuro. Finita la cena vi rintanate a letto. Non appena vi coricate Armin ti stringe forte e non puoi fare a meno di notare la sua erezione che ti preme contro il basso ventre. Di certo tu, dal canto tuo, hai già sfogato le tue voglie qualche ora prima ma, per non destare sospetti, non puoi rifiutarti e così assecondi i suoi desideri, restando comunque appagata a tua volta.
 
Prima di addormentarti ripensi al discorso avvenuto poco prima. Ripensi a chi possa averti vista andare al Red Apple, e poi pensi che la tua teoria potrebbe essere più vera di quello che credi. Sei sicura al cento per cento di non essere stata vista da nessuno, quindi ti rilassi pensando che quelle voci sono solo le malelingue di qualcuno invidioso del tuo “rapporto perfetto”.
 
Passano le ore, ma proprio non riesci a prendere sonno. Non ti senti turbata, solo innervosita dalla pressione che ti sei ritrovata addosso di punto in bianco. Ti alzi dal letto raggiungendo la cucina. Butti un occhio all’orologio sopra il televisore, sono le tre e venti del mattino. Sbuffi infuriata per la tua totale assenza di sonno e ti dirigi verso il frigorifero. Lo apri estraendone un pezzo di torta al cioccolato che tu stessa hai comprato qualche giorno prima fingendo di regalarla al tuo ragazzo per farlo felice, mentre in realtà l’hai comprata solo poiché ti sembrava un vero peccato lasciarla li tutta sola soletta nella vetrina di quella pasticceria. Ricordi un particolare molto ambiguo di quel giorno. Quando entrasti nella pasticceria ti ritrovasti davanti un ragazzo che sembrava fuggito dalle Hawaii. I suoi vestiti erano totalmente fuori luogo sotto ogni punto di vista da cui lo si volesse guardare. Ti dava le spalle, ma anche da quella prospettiva non era niente male da vedere. Era alto e magro, le spalle larghe lasciavano immaginare quanto ogni giorno si allenasse per mantenere un fisico del genere. Fisico che, tra le altre cose, è proprio il tuo genere. Inizi a scuotere la testa mentre i tuoi occhi già lo stanno spogliando. Finiscila Kate, ne hai già abbastanza con Nath per metterti a fantasticare su un altro biondino mozzafiato! Ti mordi il labbro spostando i capelli da un lato innervosita per la tua stessa insaziabile fame di uomini. Nemmeno tu sai quando sei diventata così famelica. Forse è stato Nathaniel stesso a condurti su quella via malsana, fatta di peccati e godimento. Fai spallucce, non hai niente da rimproverarti. In realtà si, ma ci passi sopra come se nulla fosse. Prima che arrivi il tuo turno osservi ancora una volta il ragazzo davanti a te che, questa volta, si gira dirigendosi verso l’uscita della pasticceria. Lo fissi negli occhi, non temi gli sguardi altrui. Lui contraccambia lo sguardo, sorpreso di non vedere abbassare il tuo e ti sorride. Vorresti sorridergli anche tu, ma sai che se lo faresti lo invoglieresti a parlarti, almeno è quello che hai imparato dagli uomini di quel genere. Per cui le tue labbra restano serrate ma i tuoi occhi non si staccano un attimo dai suoi. Giochi nervosa con il braccialetto mentre la tua mente è già partita per la tangenziale della lussuria. Quando lui ti passa accanto fuoriuscendo da tuo campo visivo resti ancora qualche secondo in trance, godendoti quei piccoli istanti di piacere che il solo guardarvi ti ha trasmesso. È la cassiera a riportarti alla realtà mentre attira la tua attenzione agitando le mani davanti a te. Fai qualche passo in avanti prendendo la famigerata torta al cioccolato anche se ora, non è più di quella che hai voglia.
 
Ritorni al presente sedendoti sul divano del salotto ed accendendo la televisione. Giri diversi canali prima di fermarti su quello degli anime giapponesi. Ti perdi in quella classica storiella da quattro soldi dove la solita scolaretta anonima con un fisico da stuzzicadenti ed un seno che farebbe venire mal di schiena a chiunque sbava dietro al ragazzo più popolare della scuola che, chissà per quale arcano motivo, si innamora a sua volta di lei, accorgendosene solo verso la fine della serie animata. Affondi la forchetta nella tua torta osservando la crema al cioccolato fuoriuscire dai lati. Merda Kate, non diventerai mai magra se continui a strafogarti come un dannato maiale! Osservi la torta quasi disgustata prima di alzarti e riportarla in cucina appoggiandola accanto al lavandino. Non hai più nessuna voglia di mangiare. Torni davanti al televisore e cambi canale fermandoti su un film poliziesco. Un cadavere è la prima cosa che vedi: l’immagine di una ragazza magra e dai capelli castani è stesa a terra coperta di sangue, ovviamente priva di vita. Indossa solo la lingerie e tu inizi a giocare nervosamente con il tuo braccialetto. Dio solo sa quanto pagheresti per essere così. Due agenti arrivano sul posto e iniziano a raccogliere indizi quando, uno dei due, osservano il cadavere se ne esce con la frase:
   «Succede sempre così… più sei bella e sensuale, più attiri gli uomini sbagliati.»
Storci il naso infastidita da quella frase. Quindi, io che non entro nella stessa taglia di quelle dannatissime mutande non sarei bella e sensuale?! Scatti in piedi tornando a prendere la torta ed iniziando a mangiarla con foga. Fanculo alla linea! Preferisco essere tonda e viva che magra e morta! Una volta finito il sontuoso spuntino notturno torni sul divano avvolgendoti nella coperta che lasci sempre appoggiata li vicino e, piano piano, ti addormenti.
Quando riapri gli occhi è Armin a svegliarti scuotendoti leggermente:
   «Svegliati piccola o farai tardi al lavoro.»
   «Mmmh… che ore sono?»
   «Quasi le otto.»
   «MERDA!»
Scatti in piedi correndo in camera e vestendoti il più in fretta possibile. Niente corsa mattutina, niente sigarette, solo ed esclusivamente fretta, fretta ed ancora fretta… Dio, la giornata inizia davvero di merda! Sei infuriata con te stessa, ogni tanto ti chiedi perché sei così stupida. Esci quasi correndo da casa mentre Armin ti tiene aperta la porta. Inizi a chiamare un taxi che, per qualche ragione a te sconosciuta, si ferma non appena ti affacci sulla strada. Inciti Armin a muoversi mentre lui, in modo calmo e pacato scende le scale.
   «Eh dai muoviti!» lo inciti sperando di sortire qualche effetto.
Lui fa un cenno calmo con la testa e questo ti fa saltare ancora di più i nervi. Mentre siete in taxi non dite nulla, sa che non deve parlarti quando sei di pessimo umore. Arrivate davanti al posto di lavoro e ti fiondi fuori dall’auto salendo rapida le scale, quando sei alla tua scrivania ti accorgi che il capo non è ancora arrivato. Riprendi fiato a poco a poco, recuperando gli anni di vita che hai perso durante il tragitto. Armin ti affianca e, non appena hai ripreso fiato, gli rivolgi la parola:
   «Scusa…odio il ritardo.» rispondi boccheggiando, non ti sei ancora ripresa del tutto
Il tuo ragazzo ti sorride stampandoti un bacio sulla fronte.
   «Non preoccuparti, ormai ti conosco abbastanza bene da sapere come comportarmi.»
   «Ti ringrazio…»
   «Vado sotto a prendermi il caffè, vuoi qualcosa?»
   «Si, volentieri. Dopo tutto il tran tran di stamattina, ho proprio bisogno di qualcosa che mi dia una sveglia.»
Armin ti sorride dolcemente e tu lo osservi allontanare. I tuoi occhi cadono istantaneamente sul suo fondoschiena ed agiti la testa distrattamente. No Kate, non adesso. Devi lavorare. Ti siedi alla tua scrivania ed inizi a massaggiarti le tempie, hai bisogno di riprendere la tua stabilità, e subito.
 
Quando Camilla ti raggiunge sai già dove andrà a parare. Il suo sorriso ebete da dimmi-com’è-andata-la-notte-di-sesso-con-il-tuo-ragazzo-strafigo è ormai un cliché per te.
   «Non ho nulla da raccontarti.» le dici prima ancora che dia fiato ai suoi pensieri malsani.
   «Oooooh andiamo! Lo sappiamo tutti quanti che quando ti fermi da Armin lo fai solo per placare i bollenti spiriti! E penso anche che tu sappia che, come tua partner, ho il diritto di sapere ogni minima cosa riguardante te!»
   «E dove sta scritto che devo parlare con te di queste cose? Sei forse uno di quegli stupidi diari segreti che le adolescenti usano per annotare tutte le loro “avventure”?»
   «Vedila come ti pare, ma io voglio sapere.»
   «Ma tu non saprai mia cara, non saprai proprio nulla.» Le rispondi zittendola con un sorriso malizioso che sai che non farà altro che incuriosirla ancora di più. «Ho le labbra sigillate.»
Camilla ti guarda con aria da finta indignata e tu le sorridi, senti già che la tua giornata si sta rasserenando.
   «E va bene, per questa volta te la lascio passare, ma la prossima vedi di raccontarmi tutto!»
   «Si… certo, contaci! Sarai la prima a sapere! Anzi, ti dirò di più, la prossima volta nel momento in cui Armin si infilerà il preservativo avrò la prontezza di chiamarti per descriverti ogni sua minima mossa!»
   «Mi auguro vivamente che tu non lo faccia.»
Interviene il tuo ragazzo interrompendo il tuo momento di “gossip” giornaliero. Ti volti verso di lui che ti guarda con faccia imbarazzata. Ti metti a ridere e lui sembra rilassarsi per qualche secondo.
   «È di questo che parlate voi due invece di fare il vostro lavoro?» Aggiunge poi alzando un sopracciglio «Sparlate di me alle mie spalle?»
   «Oh tesoro non si tratta di sparlare o altro, è un semplice scambio di informazioni.»
   «Si certo, informazioni di cui il diretto interessato non è a conoscenza.»
   «Piantala di frignare, ti sto solo lodando mio caro.»
   «L-lodando?»
   «Certo Armin.» Aggiunge Camilla reggendomi il gioco. «Non sai quante cose mi racconta Kate, non pensavo fossi così audace…» conclude accarezzando con la lingua quella parola facendola sembrare fin troppo erotica.
Armin cambia totalmente colore diventando rosso fuoco. Ti porge il caffè e fugge, sai bene che lo hai messo fin troppo a disagio. Ti metti a ridacchiare, tentando di nascondere il tuo divertimento mentre le altre colleghe ti guardano invidiose.
 
La giornata scorre tranquillamente, sono le otto di sera quando esci dal tuo ufficio. Saluti il tuo ragazzo e ti dirigi a casa tua. Prendi un taxi ed in poco tempo sei sotto casa tua. Estrai le sigarette dalla borsa ed inizi a fumartene una prima di entrare in casa. Fai un tiro, poi un altro, e senti che questa notte dormirai come un sasso. Quando hai quasi finito di fumare pensi a quanto questa giornata sia trascorsa senza troppi intoppi e, nel momento esatto in cui ci pensi, tutto va a rotoli.
   «Ehy.»
Ti senti chiamare da una voce che non riconosci. Ti volti alla tua destra e per un istante resti sbigottita. Ti ritrovi davanti il biondino Hawaiano della pasticceria e ti chiedi che diavolo ci faccia da quelle parti. Ti guardi intorno, magari non sta parlando con te.
   «No, sto parlando con te.»
Aggiunge poi. Ti volti nuovamente nella sua direzione e te lo ritrovi davanti. Indietreggi di qualche passo e lui ti sorride.
   «Non voglio farti del male.»
   «Non vedo per quale ragione dovresti farlo.» Fingi prepotenza, ti hanno insegnato che la miglior difesa è l’attacco.
   «Non ho alcuna ragione infatti, volevo solo parlarti.»
   «Perché a me? Come mi hai trovata?»
   «È bastato seguirti.»
Un campanello d’allarme ti suona nella testa.
   «Perché mi hai seguita?» Il tuo tono è freddo. Hai ancora con te la pistola di servizio e questo ti rende sicura di te stessa.
   «Perché mi hai ispirato. Vedi, quel giorno in pasticceria, la tua faccia non mi è sembrata nuova.»
   «Mi avrai scambiata con qualcun'altra.»
   «È quello che ho pensato anche io, ma poi ti ho rivista ieri e ho capito che eri la stessa persona.»
   «Stai delirando, la prima ed unica volta che ti ho visto è stato un paio di giorni fa alla pasticceria e dubito fortemente che ieri tu sia passato in centrale, o avresti parlato direttamente con me. Quindi no, non è affatto possibile che tu ieri mi abbia vista.»
   «Dici sul serio?»
   «Sono serissima ed ora scusami, ma io ho un lavoro da svolgere. Levati dai piedi o ti arresto per stalking.»
   «Suvvia non essere così aggressiva, so benissimo che non basta questo per un arresto di quel genere.»
   «Ma posso arrestarti per qualcos’altro, ora vattene.»
Giri le spalle iniziando a salire i gradini di casa tua. Infili la chiave nella serratura sbloccando la porta quando lui aggiunge un’unica cosa:
   «Red Apple.»
Ti irrigidisci istantaneamente e ti volti nella sua direzione.
   «È li che ti ho vista ieri.» Aggiunge sorridendo. «Eri con Nathaniel.»
Ti morsichi il labbro. Merda! Scendi i gradini afferrandolo per il braccio e facendolo entrare in casa tua, richiudendo la porta alle tue spalle. Lo inchiodi al muro:
   «Cosa sai?»
   «Solo quello che ho visto e che ho sentito dire. Ogni volta che vieni nel mio locale te la fai solo ed esclusivamente con Nathaniel ed ammetto che, da quando ti ho vista, sono un po’ geloso della cosa.»
   «Non farmi ridere, di certo non sei venuto qui in cerca di sesso. Cosa vuoi da me?»
   «Oh andiamo, davvero credi che voglia altro? No Kate, voglio solo vederti “all’opera”, se mi capisci. Sai, Nathaniel non è un tipo “monogamo”, come potrebbe visto il suo lavoro, tuttavia di solito si scopa regolarmente la stessa tipa solo per un massimo di un paio di mesi ma, a quello che so, con te questa cosa va avanti da alcuni anni. Quindi sono curioso mia cara piedipiatti. Voglio capire cosa c’è di tanto speciale che fa si che lui non ti scarichi e basta.»
   «Si vede che lo pago bene.» Dici abbozzando un sorriso, nemmeno tu eri a conoscenza di questo lato del tuo toyboy.
   «Non prendermi per il culo, spogliati.»
   «Ma vaffaculo!» Rispondi scocciata. Non hai mai avuto un istinto omicida forte come in quel momento. «Ho una voglia matta di ficcarti una pallottola in mezzo agli occhi, dimmi cosa vuoi davvero prima che a parlare sia la mia pistola.» Ringhi furiosamente.
   «Innanzitutto calmati Kate, non stavo scherzando, voglio solo venire a letto con te.»
   «Ho un ragazzo.»
   «Lo so, eppure scopi regolarmente con Nathaniel, quindi dubito che il tradimento sia un problema per te.»
   «Ma tu si, sei un grosso problema.»
   «Beh ma io sono un problema risolvibile, vieni a letto con te ed io non spiffererò in giro il tuo segreto.»
   «Questo è un ricatto.»
   «Non me ne frega niente di quello che è, o ti spogli, o io ti rovino.»
Ti senti irritata. Molto irritata. Inizi a pensare ad un modo sensato per far sparire un cadavere senza lasciare tracce e, mentre lo fai, la tua espressione lascia trasparire più di quanto immagini. Lo stronzo si mette a ridere di gusto davanti a te e tu lo fulmini con lo sguardo, ma sai che non sarà sufficiente.
   «O preferisci che io metta al corrente il tuo ragazzo delle tue visitine al mio locale?»
Un brivido di panico ti percorre la schiena. Non posso permettere che succeda. Incroci le braccia con aria di sufficienza e lo sfidi, ancora.
   «Pensi di esserne all’altezza? Andiamo, non sei nemmeno quel gran che. Pensi che potrei mai paragonarti a Nathaniel? No.»
   «Non mentirmi. So riconoscere uno sguardo quando lo vedo. E so benissimo cosa dicevano i tuoi occhi quel giorno nella pasticceria.»
   «Allora cosa dicono i miei occhi adesso?» Fuori dai coglioni o ti sotterro in giardino.
Il biondino ti sorride, spavaldo, e si avvicina a te. Tu resti immobile. Indietreggiare e mostrarti debole non è la mossa migliore. È lui quello a fermarsi.
   «Tu non puoi farmi nulla. Il locale non ha videocamere, quindi non puoi dire che sono stata li. È la tua parola contro la mia. Cosa vorresti rovinare? Il mio rapporto con il mio ragazzo? Andiamo, ragiona biondino, o la tinta ti ha stravolto quel cervello di criceto che ti ritrovi? Secondo te Armin a chi crederà eh? A me, che sono la sua ragazza, o a te, che sei uno sconosciuto venuto da chissà dove? Non c’è nulla che tu possa fare, e lo sai bene. Pensavi che mi sarei fatta mettere i piedi in testa solo perché ti atteggi da duro? Non farmi ridere. Sei solo un pallone gonfiato che si veste di merda. Adesso esci di qui e non farti mai più vedere, o ti faccio arrestare per violazione di domicilio»
Lui scoppia a ridere ancora e tu ti trattieni, stai davvero per spaccargli la faccia.
   «Ora capisco perché piaci tanto a Nathaniel. Hai ragione, non ho nulla in mano, per ora. Ma tornerai da lui, so che lo farai - la sua voce sibila fastidiosamente nelle tue orecchie - non sei in grado di resistere lontano da lui, e non hai nessun altro modo per trovarlo. Ti ho in scacco bambolina, e prima o poi farai un passo falso.»
Così dicendo lo vedi uscire dal tuo appartamento. Fumi grigi ti stanno uscendo dalle orecchie. Che cazzo vuole questo da me?! Non sai darti una risposta. Vai in camera e ti cambi, infilandoti il pigiama e preparandoti un pacco di popcorn. Affondi sotto il letto, stanca ed incazzata nera. Il karma mi sta punendo per tutto quanto. Sbotti e ti strafoghi di cibo, almeno lui sa darti conforto.
 
Il giorno dopo la sveglia suona alle sei tu hai già gli occhi aperti da un po’. Hai passato una nottata da incubo, e questa volta è stata l’ansia a tenerti con lo sguardo fisso nel vuoto. Ti alzi decidendo di dedicarti alla tua corsa mattutina. Sei alla ricerca di un po’ di serenità. La giornata è buia, quasi lugubre. Il cielo è cupo e una nebbia fitta avvolge la città. Mentre corri in mezzo a quei colori scuri ti rendi conto di essere davvero una stronza sotto ogni punto di vista. Per la prima volta, realizzi di esserti comportata come una ragazza da quattro soldi, una che non vale niente e che se ne frega di quello che ha. Hai una relazione da due anni con un ragazzo da sogno, e nemmeno capisci quello che provi. Ti fermi un secondo per riprendere fiato, la mancanza di sonno si fa sentire più del previsto. Un uccellino attira la tua attenzione. Saltella sul marciapiede di cemento a qualche metro da te. Sembra alla ricerca di qualche briciola di pane, ma nelle vicinanze non trova nulla. Deluso si allontana e tu lo guardi infastidita. Ti senti quasi come lui, alla ricerca di un qualcosa che non c’è. Che cosa stai cercando, allora? Scuoti la testa, l’incazzatura non passerà mai in questo modo. Stai per riprendere a correre quando ti accorgi di essere a pochi metri dalla pasticceria dove hai incontrato lo stronzo. Due vene pulsanti compaiono sulla tua fronte mentre digrigni i denti furiosa. Decidi che è il momento di fare i conti con te stessa, e di smetterla di essere così. Ti rendi conto che stai giocando troppo con il fuoco e che, questa volta, ti sei quasi scottata. È l’ora di darci un taglio. Ti ripeti, sai che non è la prima volta che lo fai. Solo che non sei più in grado di capire quando ti stai raccontando l’ennesima bugia. Guardi l’ora, è tardi, riprendi a correre per tornare a casa. Basta Red Apple.
 
Arrivi al lavoro che sei in anticipo di qualche minuto. Non fai in tempo ad arrivare alla tua scrivania che vedi Jenny parlare amorevolmente con il tuo ragazzo. Troppo amorevolmente. La cosa ti fa infuriare, come se non lo fossi già sufficientemente. Stai per andare lì a fare una scenata, poi ti rendi conto che forse non sei nella posizione più adatta per farlo. Cazzo te ne frega, lui è il tuo ragazzo, che tu lo tradisca o meno non ha importanza! Nessuno lo sa! E poi ti sei ripromessa di non farlo più no? Quindi va lì e infilale quella faccia da angelo dove più merita! Stai per prendere quella falsa santa e buttarla fuori dal terzo piano, andando incontro ad un’inevitabile licenziamento e, probabilmente, alla galera per omicidio ma non ti importa. Quel che è tuo non si tocca. Ti avvicini a loro ma, prima di poter fare davvero qualcosa, Camilla ti afferra per un braccio.
   «C’è un problema.» Ti dice. Dalla voce, capisci che è turbata.
   «Può aspettare.»
   «No, non può.» La fulmini con lo sguardo ed il suo ti convince abbastanza da annullare ogni tuo piano omicida. «Che è successo?»
   «Vieni con me.»
Camilla ti porta nella zona relax dove, stranamente, non trovate nessuno. Lei ti guarda, sembra preoccupata, ma quello che ti agita davvero è che sembra preoccupata per te. Ti mostri impassibile come sempre, sei pronta ad una discussione.
   «Oggi in centrale… si è presentato un tizio. Non so chi sia, un biondino tutto pepe. Ha chiesto di te ma tu non eri ancora arrivata… la segretaria ha detto se voleva lasciarti un messaggio ma lui non ha lasciato detto nulla se non “dille solo che sono passato”. La segretaria me l’ha detto e io sono venuta a dirtelo appena ti ho visto… non so perché, ma la cosa mi ha allarmato. Hai idea di chi sia?»
Per la prima volta fatichi a mantenere salda la tua espressione impassibile. Nathaniel? No, non sarebbe mai e poi mai venuto a cercarmi. Lo stronzo?! È venuto fino a qui?! Ti agiti, ma non puoi darlo a vedere. Se Camilla notasse qualcosa di inusuale farebbe di certo qualche verifica, e tu non vuoi che accada. Decidi di fingerti sorpresa e poi pensierosa, devi inventarti qualcosa alla svelta. Decidi di accampare la scusa di un cugino venuto a trovarti da lontano e lei sembra berla. Non sa che in realtà sei una bugiarda patologica. Stai per tornare alla tua scrivania quando Armin vi raggiunge. Dici a Camilla di lasciarvi soli, devi fare due chiacchiere con il tuo ragazzo.
Armin ti fissa e, dopo aver appurato l’assenza di troppi occhi indiscreti, si china su di te baciandoti sulle labbra.
   «Buongiorno.»
Ti dice poi e tu sorridi, anche se per te non ci sono dei giorni buoni da parecchio ormai.
   «Senti… vorrei parlarti.»
Osservi il tuo ragazzo reagire male per la prima volta. Il suo corpo si immobilizza, sembra paralizzato, come se gli avessi appena emanato una sentenza di morte. Lui ti fissa, spaventato, e tu non capisci il perché di tanta paura.
   «Che c’è?» continui poi, quasi sul punto di dimenticarti ciò che volevi dirgli.
   «Vuoi lasciarmi, non è vero?» ti ammutolisci, incredula di come sia giunto ad una tale conclusione.
   «No.»
   «Sicura?»
   «Si.» Il suo corpo si rilassa e tu, in un certo senso, fai altrettanto. «Ho passato tutta la notte a pensare al nostro discorso dell’altro giorno. Ho capito che ti senti molto teso, che il nostro rapporto ti rende così. So che sono una persona difficile da gestire… la questione del “ti amo”, di queste voci infondate del tradimento… ho pensato che se facessimo qualcosa insieme magari ti sentiresti più… tranquillo.»
Scandisci bene l’ultima parola, perché non sai se quello che stai per proporgli lo stai facendo per lui o per te stessa. Il tuo ragazzo ti guarda, noti una punta di gioia trapelare dai suoi occhi.
   «Che ne dici se… andassimo a convivere?»
Bomba sganciata. Armin ti fa un sorriso gigante, così gigante temi che la sua mascella si stacchi da un momento all’altro. Poi ti abbraccia forte, e tu contraccambi, non con tutta quella enfasi. Si allontana gridandoti quanto ti ama e quanto sia felice di questa tua scelta. Non appena esce dal tuo campo visivo ti strofini gli occhi stanca. Se iniziamo a convivere…per me sarà praticamente impossibile vedere Nathaniel… forse, in questo modo, riuscirò davvero a darci un taglio. Sbuffi, incazzata di aver dovuto fare una scelta del genere, amareggiata per il fatto di aver perso il tuo toyboy. Non appena torni alla scrivania Armin l’ha già disseminata con un sacco di riviste di appartamenti. Molti annunci sono cerchiati, altri evidenziati, e tu ti senti già soffocare dalla cosa. Un terzo tipo di routine sta per stravolgere la tua vita, e tu non sai bene come affrontare la cosa. Pensi che andrà bene, infondo, per il momento sei totalmente al sicuro, no?
 
Sei convinta che iniziando a giocare pulito niente di male potrà accadere. Sei convinta che, andando a convivere, hai attuato la scelta migliore. La cosa divertente in tutto questo è che, proprio quando pensi di aver fatto le scelte giuste, queste stesse scelte ti ricadranno addosso come spilli affilati dal cielo.



Commento dell'autrice: In realtà non ho nulla da dire, se non il fatto che mi ero completamente dimenticata di questa storia! O_o ho provato a riprenderla, solo che ammetto che è stato parecchio difficile! Ho scritto un paio di capitoli e il terzo ora è in fase di perfezionamento quindi ho deciso di pubblicare questo intanto! Ammetto che sto scrivendo questa storia con uno stile davvero strano... mi inquieta assai xD
Un saluto e alla prossima =D

   
 
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