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Autore: PrincessintheNorth    08/11/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MURTAGH
 
 
- Tanto, non è che ci fosse chissà cosa. – commentò Orrin. Eravamo sulla terrazza principale del castello, e tra le altre cose, tenevo sott’occhio Katie, che teneva sott’occhio April, che controllava un gatto.
Kitty, mi pare l’avesse chiamato.
- Se non c’era niente, che cavolo ti sei messo a baciarla per cosa?!
- L’hai vista? – commentò sollevando un sopracciglio e nascondendo un mezzo sorriso divertito.
- Molto bene.
- E in quanto, quattro mesi che le sei stato accanto non l’hai nemmeno sfiorata?
- Sai in che situazione è.
- Non ti riconosco più. – rise di gusto, stavolta. E non riuscii a trattenere il sorriso. – Murtagh Morzansson che non tocca la ragazza che vuole?! Sei diventato un monaco?!
- Mi sono rifatto con altre.
- Ovvio.
- Comunque, non è che non l’ho proprio toccata.
- Oh, e che hai fatto? L’hai stretta a te con gentilezza e le hai dato un bacio casto e delicato su una guancia? Andiamo. Il Murtagh che conosco le ragazze le sbatte sul letto e se le tromba a dovere.
- Dai, è impossibile farlo con lei!
- Ci stavo lavorando. Tempo due settimane e l’avrei fatta gridare. 
- Peccato che sono arrivato io.
- Come a Uru’Baen, stronzo.
A quel punto, non riuscii a non ridere. Quando eravamo piccoli, per dare un’impronta positiva alle relazioni internazionali tra Surda e Impero, Re Larkin aveva mandato Orrin a Uru’Baen come protetto di Galbatorix.
E avendo circa la stessa età, avevamo subito legato, combinando casini a destra e a manca e scampandola sempre grazie ai nomi dei nostri padri.
Quando eravamo cresciuti, verso i quindici, sedici anni, avevamo iniziato a contenderci le ragazze, che facevano a gara pur di ricevere uno sguardo da noi.
E a volte (Okay. Piuttosto spesso), quando Orrin se ne trovava una, per puro dispetto riuscivo a fregargliela.
Probabilmente, andando a letto con tutte loro, avevamo rovinato alleanze matrimoniali tra famiglie importanti costruite al dettaglio. Ma era divertente.
E poi, anche alle ragazze non è che dispiacesse.
- Però hai ragione. – commentò. – Lei è diversa. Non ce la si può portare a letto per divertimento. Lei …
- O tutto o niente.
- E con tutto …
- Si intende matrimonio, mi sa. – conclusi.
Guardammo giù. Era seduta per terra, e April le corse incontro, tuffandosi tra le sue braccia. Katherine se la strinse al petto, baciandola sui capelli dolcemente.
Quando notammo che April non si muoveva da lì e Katherine non urlava, capimmo che la piccola si era addormentata.
Infatti, poco dopo Katie si alzò e raggiunse una sorta di altalena a cesto, sdraiandocisi su con la piccola stretta al seno. Per spingerla, evocò un alito di vento che la fece dondolare lentamente. Così cullava April, senza sforzo.
- Ci sta tutto il tempo. – osservò Orrin. – Adora quel cestone.
- Beh, è fantastico. – commentai. Quando, per cambiare il favore, Galbatorix mi aveva mandato per un anno nel Surda, a diciassette anni, io e Orrin avevamo sì giaciuto con praticamente tutte le ragazze di Aberon, ma mi ero letteralmente innamorato di quel cestone.
Di solito, ci stavo con Ashara.
Poi, quando me l’aveva strappata, non più.
- Ci sei sempre stato in mezzo, comunque. – fece dopo un po’.
- Che intendi dire?
- Tra me e Katherine. Di sicuro non c’era amore, era più … un passatempo divertente, sia per me che per lei.
- Lo sai che lei voleva raggirarti per avere l’esercito e, magari, sposarti?
- Beh, anche io. – fece e lì strabuzzai gli occhi.
- Hai detto che non c’era niente!
- Infatti. Ma una regina me la devo pur trovare. Lei è libera.
- Non è libera. – ringhiai.
- Quindi le hai proposto di sposarti?
- Non esattamente, ma …
- E allora è libera.
- Perché non ti sposi Nasuada?
- Perché non mi piace.
- E ti piace la mia … niente! – mi corressi prima di dire cose compromettenti.
- La tua ragazza.
- Non è la mia ragazza. – sbuffai.
- Ma vorresti che lo fosse.
- Da morire.
- Mi sa che anche lei lo vuole.
Sospirai. – No.
- Giuro. Che ti dicevo prima? Eri sempre in mezzo, tra me e lei. Figurativamente, è chiaro. Te la metto giù facile facile: quando baciava me, sperava che io fossi tu.
- Ma per favore.
- Una sera l’ho dovuta portare a dormire. Non è stato il mio nome quello che ha pronunciato dopo un “ti amo”.
A quel punto, persi davvero le parole.
Mi amava.
Katherine Shepherd, Principessa del Nord, mi amava.
Mi ricambiava.
- E questo quando? – riuscii solo a sussurrare.
- Non più tardi di ieri sera. Fidati che ciò che prova per te non ha vacillato nemmeno una volta. Amico, quella ragazza è cotta di te da almeno sei mesi e non te ne sei accorto. – ridacchiò.
- Non è possibile …
-  Adesso vedi di capirla. – disse. – Non è difficile. Lei ti ama. E tu la ami.
- Non la amo. – dissi in fretta.
- Questa era degna delle bugie di April. No, non ho mangiato io la cioccolata!
- Non posso. La amo, ma non posso corteggiarla, o dirglielo …
Sollevò un sopracciglio. – Quindi, per paura, meglio soffrire come dei cani, sia te che lei. Considerando che lei fa lo stesso ragionamento.
- Sai cos’è successo l’ultima volta. Non … non lei. Non posso permettere che capiti a lei …
- Il Re non c’è più.
- Ci sono altri pericoli. Ho troppi nemici, non posso permettere che i miei sentimenti la mettano in pericolo …
- Allora proteggila. – rispose semplicemente. – Adesso è più facile. Lei è una principessa, è già molto protetta di suo. Sei Murtagh figlio di Morzan, per gli dei, non certo uno che trema al primo vento!
- Sai che lei non è stata un venticello. – sibilai.
- E tu sei più forte di allora. Non eri un Cavaliere. Adesso hai la magia, hai la spada di tuo padre, hai un drago, un’armata.
 Lei è protetta già dai suoi familiari, guardie scelte apposta per lei e soldati in borghese le controllano ogni movimento.
​ Ogni cosa che entra ed esce dalle sue stanze viene controllata, i cibi assaggiati, le creme analizzate dal medico. Inoltre, ha un drago anche lei, la magia e tutto.
- E un pazzo vendicativo alle costole che sta raccogliendo un’armata per sterminare lei, la sua famiglia, sposarla e usarle violenza. Certo. Tutto sicuro. Io invece? Tutta Alagaesia mi odia.
-  Non tutta. Io non ti odio. – scherzò.
- Sai che intendo. Ho troppi nemici …
- Non puoi vivere così. Senza assumerti il minimo rischio.
- Sto evitando che lei se ne assuma!
- Anche lei deve prendersene un po’! Non esiste la felicità senza una piccola percentuale di rischio! Amavi mia sorella, la amavamo entrambi, e ci è stata portata via nel peggiore dei modi, e non solo lei, ricordati. – non serviva che me lo ricordasse. Era fin troppo aperta, quella piaga. – Ami Katherine, per me è come una sorella. Non permetteremo che nessuno le torca un capello.
​ Murtagh, hai sconfitto Eragon sulle Pianure Ardenti, un Cavaliere più esperto di te, con una facilità estrema. La gente può mentire quanto vuole, so che non hai usato trucchi. L’hai sconfitto con le tue forze, e l’avresti sconfitto tutte le altre volte ugualmente. Galbatorix l’hai sconfitto tu, non Eragon. Tu gli hai tolto le difese magiche. I draghi, tramite Eragon, si sono limitati a fargli una bella ramanzina. Chi potrebbe mai sfiorarla se ci fossi tu accanto a lei? Chi oserebbe sfiorarla, se oltre a un drago fosse anche una leonessa?
Purtroppo, aveva ragione.
Io potevo darle, in egual misura, sicurezza e rischio.
- Murtagh. Lei per me è come una sorella …
- Che ti sei limonato.
- Questo è un altro discorso. – sbuffò. Poi tornò serio. – Lei è come una sorella per me, e se le prolungherai quest’agonia, o la farai soffrire per paura di non saperla difendere quando non solo puoi proteggerla, ma spazzare via i suoi nemici con un gesto. Non fare il cretino, perché non lo sei affatto. Non … non dirmi che c’è qualcos’altro sotto.
Non risposi, e capì.
- Ovvio. Lo stai facendo per lei. Per rispetto.
- Forse.
- Murtagh, è morta. Ashara non c’è più, per quanto la cosa mi uccida. – sussurrò. – Dell’amore che provavi per lei è rimasto il ricordo.
- Le avevo promesso che non avrei mai amato nessun’altra. Che razza di uomo sarei se adesso …
- Sai cosa direbbe adesso.
A malincuore, annuii.
- Che sono un idiota.
- E …
- E nient’altro.
- Che dovresti cercare di essere felice. La vita non ha una sola direzione. Adesso sei a un bivio: andare avanti per la tua strada, ferendo te stesso e Katherine, oppure inaugurare un nuovo capitolo della tua vita.
- Non posso lasciarla.
- Murtagh, non c’è più. è morta. È tutto finito. Sai chi c’è adesso? Katherine. Spiegami che senso ha tenersi attaccati ad un passato di dolore quando puoi avere un futuro felice.
- Rispetto.
- Ami Katherine?
Perché doveva essere così convincente?
- Sì.
- E sai anche che è quella giusta. Il Murtagh innamorato di Ashara di Langfeld era un’altra persona. Il tuo vero nome è cambiato. Tu sei cambiato. E il Murtagh di adesso vuole Katherine. Ha bisogno di Katherine ed è quella ragazza l’amore della sua vita. Smettila di comportarti da stupido e va da lei.
Fu quello a convincermi.
Non ero più il vecchio Murtagh.
- Va bene. – accettai alla fine. Capendo che era lei adesso ciò di cui avevo bisogno. – Comunque …
- Cosa?
In un attimo, neanche fossi stato ubriaco, ritrovai allegria. Un sorrisetto mi incurvò la bocca.
- Bacia bene, eh?
- Lo sapevo. – fece estatico. – Allora te la sei slinguazzata anche tu!
- Il vecchio Murtagh non è morto proprio del tutto.
- E bacia da dio quella ragazza!
A quel punto, gli tirai un pugno in faccia.
- IDIOTA! E questo per cos’era?
- Ti sei slinguazzato la mia ragazza. – commentai. – Dovevi aspettartelo.
- Vai e falla tua, leone! – mi prese in giro. – DAI CHE TEMPO DUE MESI E LA VEDIAMO INCINTA!
- Ma fammi il piacere.
Entrai nel castello, diretto ai giardini.
Dovevo trovare una Principessa.
   
 
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