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Autore: Usagi Kou    22/06/2009    45 recensioni
“E dai, piantala! Da quello che hai detto ieri solamente tu, lui e forse Carlisle non si sono realmente resi conto dei tuoi sentimenti” sbuffò lei “Tu perché eri in piena crisi mistica, Ed perché è un coglione e Carlisle, beh, per il semplice fatto che tu sei la sua preziosa bambina”. […] “E comunque sia, Bellina, non aspettarti vita facile con Eddy. Ti sei scelto uno tanto bello quanto pieno di psicologiche turbe”
“Non hai visto che hai fatto a Carlisle, all’arrivo di Eleazar? L’hai pugnalato, Isabella: hai preferito credere subito che fosse lui il bugiardo, il cattivo, piuttosto che fidarti del suo affetto!”
“Abbi il fegato di dirlo, Isabella. Abbi il fegato, per una volta in vita tua, di esprimere il tuo cazzo di punto di vista!” mi urlò contro Rose, acquattandosi leggermente.
“… Una parte di me prova gusto, nell’uccidere. Gode della sofferenza altrui. Ama essere vampira. E io l’ho rifiutato per paura! E allora vi ho osservato, e lì ho capito cosa vedesse Aro di minaccioso in voi! Ma… ma… Ma io non tollero di essere un mostro come tutti voi, siate Volturi, Denali o Cullen!”
“Sono una codarda, Rose”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Bella vampire 24

Buonsera, gente!
C
ome promesso, sn tornata... dp una settimana, ma sn qui. Dovete ammettere che è relativamente breve il periodo di attesa, stavolta. 
P
erò sn triste... sto male! Ho la febbre alta! T___T E' mia sore che sta postando, ma li commy e la storia sn mie. Quindi, se nella grafica ci sn errori, è colpa sua! U__U 
A
llora, prima di tutto, volevo ringraziarvi per 'affetto che mi avete mostrato, perdonandomi il mostruoso ritardo e non linciandomi per aver sconvolto Jasperino. Sono felice che questa parte del suo carattere sia piaciuta: io lo trovo un personaggio criptico e poco accennato, nel libro, ma su cui noi possiamo lavorarci molto, mostrandone diverse sfaccttature. Io lo adoro, e voi?
Allora, questo capitolo torna a concentrarsi su EdxBella, e sarà - spero - molto romantico. Ma non anticipo nulla, eheh... sl, ricordatevi qst: SONO SADICA DOC!!! Ho il certificato di garanzia, non scommetete su di me!
Ps: 27 recensioni in una settimana... continiamo così è posto lunedì prossimo!!! ;)

Recensioni e spoiler alla fine!!

Supercalifragi… Ali, non mi ricordo!!!

 
Bella’s pov.

“Bella… Bella, svegliati! Su, è importante!”
“Alice… ahwaa… sono le due e mezza del mattino… a meno che non stia andando a fuoco la casa considerati morta” mugugnai riservando a mia sorella un’occhiataccia da sotto il cuscino
“Beh, la casa è in condizioni perfette, ma è importante” continuò lei spazientita
“Cosa c’è di tanto importante? È morto qualcuno?” esclamai spazientita tirandomi su e scoccandole uno sguardo d’ira. Che aveva contro il concetto di dormire? Soprattutto se il sonno era il mio?
“Si, la tua dignità se non fili subito in bagno a cambiarti” sghignazzò lei
Io, confusa e assonnata, la guardai male, e in risposta mi diede in mano l’ultima cosa che avrei voluto vedere. Un pacchetto di assorbenti.
“Cazzo!” esclamai diventando bordeaux e precipitandomi in bagno.
Quando uscii dal bagno, scossa e ancora della tonalità dei mattoni, la trovai sul mio letto che si spanciava dalle risate.
“Questa è… decisamente la prova inconfutabile che sono imparentata con Paperino!” mi lagnai lasciandomi cadere a pancia in giù sul letto, la testa immersa tra i cuscini “Oddio, se penso… non oso immaginare… che mi avrebbe detto Esme…”
Più che la reazione di Esme, mi terrorizzava, ed era riduttivo, la reazione dei ragazzi di casa Cullen. Specialmente quella del mio angelo. Oddio, le figure di merda tutte io?
“Anzi, Paperino in confronto a me è l’uomo più fortunato del mondo” borbottai
“Il papero” mi corresse Alice
“Almeno lui ha la possibilità di suicidarsi”
“Ma traumatizzerebbe migliaia e migliaia di giovani menti innocenti!” esclamò Alice, finta melodrammatica “Pensa a quei poveri bambini, che vedrebbero il loro eroe nelle grinfie della nera signora del riposo eterno…”
“Perché le fortune tutte agli altri?” esclamai disperata
“Dai, non preoccuparti. Se ti consola, sono usciti tutti a caccia. Edward voleva restare, ma gli ho promesso che non ti avrei torturato con vestiti, trucco e bagni alla Cullen” sbuffò alzando gli occhi al cielo, contrariata.
“Dio esiste” esultai debolmente.
“Uffa! Sei proprio uguale a lui, sai? Non apprezzi mai tutto l’impegno che metto nel curare la vostra persona!” mi accusò
“No, Alice! Non dire così!” dissi tirandomi su e fissandola intensamente; non volevo che pensasse che fossi un’ingrata. “Io apprezzo davvero, davvero molto tutto quello che fai per me, tutte le attenzioni che mi dedichi. Solo che, ecco...”
“Non sei il tipo da shopping sfrenato e saloni di bellezza tutti i giorni” completò lei con un sorriso divertito “Tranquilla, non fartene un problema”
Tirai un sospiro di sollievo; magari ora si sarebbe data una calmata...
“Tanto continuerò a fare come mio solito!” esclamò allegra, incrociando le gambe sul letto “Vedrai, dopo un secolo o due ti farò amare la nobile arte dello shopping!”. Appunto preghiera ignorata totalmente!
Io le sorrisi incerta. “Non credo che ci riuscirai mai...” mormorai
Anche perché io non avevo un secolo a disposizione. Chinai il capo, triste; per quAnto mi stessi facendo del male... per quanto stessi facendo loro del male, continuando a non pensarci, a fingere che andasse tutto bene, sapevo per certo che quella dolce illusione sarebbe durata ancora per poco. Qualche mese, forse; poi, io sarei tornata nel mio inferno personale, e molto probabilmente non ne sarei mai più riemersa. Con un po’ di fortuna, invece, i Cullen sarebbero andati avanti... magari mi avrebbero anche...
Dimenticata.
“Ehi, Bells, non fare quella faccia” disse Alice preoccupata, sollevandomi il mento con la mano “Non preoccuparti, stai tranquilla, ok? Se è per colpa mia, io...”
“Oh, no Alice. Assolutamente no” ridacchiai piano, asciugandomi le lacrime “Non hai fatto assolutamente niente. Anzi, ti dovrei dire grazie almeno un miliardo di volte per esprimerti la mia gratitudine per tutto quello che fai”
Lei sorrise, lusingata. “Ma ti pare!” rise “Io lo faccio volentieri! Mi piace occuparmi della mia famiglia” Il suo sguardo si fece pensieroso mentre osservava il baldacchino “Chissà, forse è perché non ho mai avuto una famiglia...”
“Eri orfana, Alice?” domandai con delicatezza, attenta a non ferirla
“Oh, assolutamente no!” rise leggera. Mi fissò con uno sguardo dolce, malinconico, lontano. “Avevo una famiglia... ma sembra che loro non apprezzassero certe mie, ehm, peculiarità”
“Ti hanno abbandonata?” esclamai sconcertata.
Non riuscivo a... concepirne il concetto. Come si può abbandonare un bambino? Si, Alice era esuberante e aveva il concetto di Privacy Zero stampato a caratteri cubitali dentro la testa, ma a parte questo era adorabile. La sorella che ognuno vorrebbe: gentile, divertente, affettuosa e creativa; come si può non volerle bene?
“Più o meno” sorrise tirata “Sai come funziona – ipoteticamente – la faccenda dei nostri poteri?”
“Mi sembra... che sia una caratteristica del nostro io umano che si amplifica con la trasformazione, vero?” dissi, ricordandomi le parole di Marcus
“Precisamente” annuì lei “Ecco, io da piccola avevo spesso sogni premonitori. Sai, fino a che si trattava di fatti che riguardavano solo me e che tenevo segreti andava tutto bene. Nessuno lo sapeva, nessuno si preoccupava. Ma quando le visioni iniziavano a riguardare gli affari altrui, e soprattutto quando iniziai a dirlo e a prevedere catastrofi, beh... diciamo che ho iniziato a fare paura”. Rise per allentare la tensione, notando che la fissavo inorridita. “Se fosse stato per loro, molto probabilmente sarei finita al rogo come strega. Ma eravamo all’inizi del ‘900, quindi senza tanti complimenti mi spedirono in un manicomio”. Feci per parlare ma lei alzò la mano sorridendo tristemente. “Ovviamente le mie sono solo supposizioni. Non serbo alcun ricordo della mia vita passata, tranne qualche sprazzo di lucidità, come quello in cui i miei genitori mi danno il ben servito... mentre della mia permanenza nella casa dei matti non ricordo nulla. Nemmeno chi mi ha trasformato, pensa un po’!”
Ridacchiò falsa, e io mi lanciai su di lei abbracciandola forte, commossa.
La mia Alice… la mia sorellina….
“N-non ti meritavano!” esclamai in lacrime “Se…. Se hanno permesso una c-cosa del g-genere… non erano de-degni di essere la tua f-famiglia, Alice! È un bene che tu li a-abbia dimenticati! Se lo meritano! Tu sei molto più fe-felice ora…”
Non sapevo neanche perché piangevo, ormai. L’abbandono era una cosa che non avevo mai concepito, neanche lontanamente sopportato; tutti i racconti, i film, i cartoni in cui venivano abbandonati bambini (o addirittura animali) mi rifiutavo di vederli. E sapere che, per paura, ad una persona straordinaria come Alice era toccata la stessa sorte… mi faceva male.
Le sue braccia mi accolsero sul suo petto, mentre la sua risata argentina riempiva l’aria, confondendosi con la pioggia.
“Ma che fai, piangi tu al posto mio?” ridacchiò sfregando la mano sulle mie braccia come per consolarmi “Santo cielo, Bells, sei veramente troppo sensibile! Su, dai, asciuga quelle cascate che ti sgorgano dagli occhi. Altrimenti poi chi la sente Esme se rovini le coperte? E, a proposito, se mi hai rovinati i jeans di Armani considerati morta!”
Risi con lei e mi staccai, asciugandomi gli occhi con il palmo della mano.
“Sei gentile a preoccuparti per me, ma non c’è bisogno di versare lacrime su ciò che è stato. L’importante, ora, è il presente” disse solare
“E il futuro” aggiunsi
“Ah, quello sempre!” ridacchiò lei “E poi, sinceramente io sono felice di essere una vampira. Non sono il tipo che sputa su ciò che gli viene offerto, come Edward “Deficiente” Cullen. Tutto quel “No, sono dannato e non merito la felicità”… tsk, idiota! E io che faccio tanto per quello zotico rosso…”
Sorrisi. “Alice, il vostro rapporto è tanto bello quanto strano” dissi scuotendo il capo
“Ti basti sapere che si fa ciò che dico io. Sempre. Edward può brontolare quanto gli pare, ma io vinco ogni volta”
“Semplicemente perché non ti ferma niente e nessuno”
Rise ad alta voce. “Già! Ma la mia famiglia mi ama per questo!” disse, mentre gli occhi le splendevano come capitava ad Edward quando parlava dei suoi famigliare “Bella, ascoltami, non preoccuparti per me. Io sono felice. Ho due genitori splendidi, dei fratelli fantastici – ad eccezione di un rompiscatole dall’aria snob che ascolta musica squallida – e due sorelle strepitose. E poi, ho il mio Jaspy!”. E mi sorrise in maniera radiosa, totalmente e incondizionatamente innamorata.
“Sono felice per te, davvero” le dissi sincera “Posso… solo pregarti di un favore?”
“Ovvio! Ti porto a far compere! Lo sai che stanno per iniziare i saldi?”
“Non intendevo affatto questo, grazie del pensiero, ma no” dissi scuotendo il capo “Potresti… evitare di chiamare Jasper Jaspy, come fa Emmett?”
“Si, no problem, ma perché?” chiese allegra “Se Edward è Eddy, Carlisle è Carly e Emmett è Emmy, il mio Jasper dev’essere per forza Jaspy”
“Beh…. In primo luogo, questo è un soprannome che gli ha dato Trevor, e sembra proprio che lui non lo digerisca. Non vorrei che finiste con il litigare, anche se mi sembra impossibile” dissi scuotendo il capo – se quei due avrebbero mai litigato, sarebbe giunta la fine del mondo! “In secondo luogo, Jaspy mi ricorda tanto il nome di una bevanda energizzante. Sai, del tipo <<Jaspy-Frizz: la bevanda che più la mandi giù, più ti tira su>>”
Alice scoppiò a ridere, tenendosi la pancia per le troppe risa.
“Oddio, questa la devo dire a Emmett!” esclamò tra gli ansiti “Sai quanto lo prenderà in giro?”
“Pesavo lo amassi!” esclamai esterrefatta
“Ma io lo amo. Con tutta me stessa” aggiunse convinta; poi sogghignò dispettosa “Ma questo è un nomignolo che va condiviso con il mondo”
“Alice, sei tremenda” la rimproverai bonariamente
“Non ti preoccupare, vedrai che mi saprò far perdonare…”
“Alt, basta, stop! Fermiamoci qui, te ne prego! Non voglio… neanche provare a immaginare che cos’hai in mente, psicotica di una sorella!” dissi arrossendo furiosamente e portando le mani avanti
“Tranquilla, tanto non te lo avrei detto… ma se vuoi consigli, lo sai che sono sempre disponibile. Anche Rose ed Esme…”
“Ti. Prego!” esclami rossa “E poi, ti pare che sia occupata? Con chi vuoi che mi dedica a… certe attività?”
“Io ce l’avrei un candidato…” mormorò maliziosa, fissandomi con un sorrisetto. Avvampai.
“E… comunque io e te dobbiamo fare un discorsetto, signorina!” esclami agitata “Si può sapere perché il mio cassetto è strapieno di completino intimi da sexy shop?! Se non entravano nei vostri armadi…”
“Bella, piccola ingenua, quelli sono tutti tuoi” sghignazzò perfidamente divertita. Stava letteralmente godendo del mio imbarazzo; e meno male che era suo marito l’empatico!
“E io che ci dovrei fare?!” urlai in preda alla vergogna più totale
“Come prima citato, te li metti e seduci il tuo…”
“Aaahh, Alice!!”. Esplose nella sua risata argentina, contenta di avermi portata al limite.
“Credimi, sorellina, sei uno spasso!” disse
“Toglili. Ora” la minacciai
“Ma neanche per sogno. Sono un regalo, e i regali non si restituiscono” disse perentoria “Verrà il giorno in cui mi ringrazierai… oh, e lo farai…”
“Non immaginavo di arrivare a scommettere contro di te, Alice, ma oggi è così!” esclamai incrociando le braccia, rossa, imbarazzata e offesa.
“Guarda che ci rimetti solo tu… io ti ci vedo, pronta a sedurre il tuo bello con uno di quei così… magari la prima volta sarai impacciata, ma poi… ihihi”
“Alice, ti stai mettendo d’impegno per farmi morire dall’imbarazzo, vero?” ringhiai
“Ebbene si!”
“Che str…”
“Straordinaria sorellina inimitabile e generosa che ho. Volevi dire questo, vero?” disse condendo il tutto con un sorriso angelico.
“Si. Rosalie è sicuramente la mia sorella preferita”
“Ah. Questo è un colpo molto basso” disse melodrammatica portandosi le mani al petto “Sento che per il dolore potrei morire…”
“Si, si, immagino…” sghignazzai, seguita da lei.
“Volevo ringraziarti, Bella” iniziò poi “Per l’altro ieri. Jasper si è divertito a fare l’insegnate, anche se non lo ammetterà mai e poi mai…”
“Ma figurati” dissi “Non è stato mica merito mio. Io ho passato tutto il mio tempo a cantare con le bambine…”
“La colonna sonora di Moulin Rouge?” suggerì maliziosa
“Ma ti pare! No, canzoncine che andavano anche alle elementari, quando le ho frequentate io…”
“Tipo?”
“Mah, le colonne sonore de cartoni, le sigle, filastrocche…” dissi con un gesto vago della mano
“Scommetto che sei bravissima nel canto” disse
Arrossii leggermente. “Non me la cavo male” ammisi “Solo, se beh ti ricordi, ho quel piccolo problema…”
“La completa assenza di fiducia in te stessa e il panico da palcoscenico?”
“Bingo”
“Ma quello si risolve! Basta un corso di autostima con la sottoscritta… o meglio ancora col borioso Cullen rosso”
“Alice, io voglio imparare a impormi un po’ di più sulle persone, non a comandare a bacchetta come un dittatore”
“Ahi! Un'altra fitta al mio piccolo cuore! Sento che la fine è vicina...” esclamò melodrammatica
“Sei la solita esagerata” sghignazzai “Comunque, stai lontana dalla luce in fondo al tunnel”
“Non ti preoccupare, io sono fuori dal tunnel”
“Del divertimento” risi
“Anche tu appassionata di musica italiana?”
“Ma, mi intendo di qualcosina… mi piaceva cantarla a casa, invece di fare solfeggio. Alcune melodie italiane sono bellissime”
“Concordo” disse “Ma le mie preferite rimangono le filastrocche dei bambini. Ne sai qualcuna?”
“Parecchie” risposi “Ma Quante Belle Figlie Madama Dorè, Mi chiamo Lola, Alla Fiera dell’Est… ma la mia preferita era La Rosina Bella va al  Mercà
“Come?!”
La fissai sorpresa dal suo tono; i suoi occhi d’oro si erano gelati, sorpresi e attenti come mai li avevo visti prima, l’espressione seria e imperturbabile sul volto da cherubino. Sembrava un’altra Alice tanto era rigida e seria.
“Ehm… cosa, esattamente?” domandai titubante, stranita dal suo comportamento
“Quella canzone.. l’ultima che hai detto” disse, e il suo tono incerto e pigolante mi sorprese “Potresti cantarmela? Per favore?”. La sua assomigliava troppo a una supplica.
“Si… ecco, dovrebbe fare più o meno così” mi schiarii la voce e iniziai

E verrà quel dì di lune,
mi vò al mercà a comprà la fune.
Lune la fune e fine non avrà
e la Rosina bella la va' al mercà
e la Rosina bella la va' al mercà.

E verrà quel dì di marte,
mi vò al mercà a comprà le scarpe.
Marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e la Rosina bella la va' al mercà
e la Rosina bella la va' al mercà.

E verrà quel dì di mercole,
mi vò al mercà a comprà le nespole.
Mercole le nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e la Rosina bella la va' al mercà
e la Rosina bella la va' al mercà.

E verrà quel dì di giove,
mi vò al mercà a comprà le ove.
Giove le ove, mercole le nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e la Rosina bella la va' al mercà
e la Rosina bella la va' al mercà.

E verrà quel dì di venere,
mi vò al mercà a comprà la cenere.
Venere la cenere, giove le ove, mercole le nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e la Rosina bella la va' al mercà
e la Rosina bella la va' al mercà.

E verrà quel dì di sabato,
mi vò al mercà a comprà il soprabito.
Sabato il soprabito, venere la cenere, giove le ove, mercole le nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e la Rosina bella la va' al mercà
e la Rosina bella la va' al mercà.

E verrà quel dì di festa,
mi vò al mercà a comprà la vesta.
Festa la vesta, Sabato il soprabito, venere la cenere, giove le ove, mercole le nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e la Rosina bella la va' al mercà
e la Rosina bella la va' al mercà

La cantai tutta, mentre Alice l’ascoltava assorta, ad occhi chiusi, un sorriso nostalgico che le distendeva i bei lineamenti. Purtroppo, però, un enorme sbadiglio mi rovinò la strofa finale, ma lei non sembrò farci troppo caso.
“Scusa” sbadigliai ancora, insonnolita, stropicciandomi gli occhi.
Lei riaprì i suoi e mi sorrise emozionata.
“Scusami tu” ridacchiò “Non volevo declassarti a jukebox”
“Non fa null… ahwah” sbadigliai ancora “Come mai ti interessava questa canzone?”
“Oh, mi ha fatto tornare in mente una cosa” liquidò lei “Sai, cantare in piena notte dopo aver cercato di ricostruire la propria storia umana di cui non serbi memoria non è il massimo. È stato un breve lampo, un flash piccolino…”
“Un flashino?” domandai sbadigliando nuovamente
Alice scoppiò a ridere ancora, mentre io tentai di trovare il riposo eterno con l’ausilio del cuscino, visto la figuraccia madornale che avevo appena compiuto.
“Bella, sei un spasso al naturale, ma quando sei assonnata superi te stessa!” mi prese in giro
“Grazie” sibilai
“Dai, scusa” mi disse dandomi un buffetto “Dovrei ringraziarti, invece di prenderti in giro. Mi hai fatto ricordare che da umana la conoscevo anche io. La cantavo quando saltavo la corda”
“Saltavi la corda? Davvero?” chiesi meravigliata
“Quando ero una bambina” annuì, portandosi le ginocchia al petto e posandovi sopra il mento “Era una delle canzoncine che preferivo, anche se era un po’ diversa… almeno credo.. è tutto un po’ confuso, adesso”
“Non preoccuparti” dissi “Io anche saltavo la corda, a scuola”. Alzò il sopracciglio, scettica. “Beh, d’accordo, più che saltarla facevo girare la corda e canticchiavo a bassa voce, ok?” precisai “Per saltare usavamo le colonne sonore della Disney. La mia preferita era… oddio, è passato tanto di quel tempo… come si chiamava… Ieri, Nery, Sery….”
“Mary?” suggerì Alice “Non starai parlando per caso di Mary Poppins, vero?”
“Eccola là! Mary Poppins!” esclamai schioccando le dita “Accidenti, l’ho praticamente cancellata dalla memoria… come faceva…”
Ero talmente immersa nella mia disperata ricerca del ritornello che non mi accorsi che gli occhi di Alice si fecero vitrei e che sul suo volto serafico si dipinse un ghigno dispettoso, per non dire pericoloso.
“Bella” mi chiamò sghignazzando “Tu non ti ricordi le canzoni, vero?”
“Sto cercando di ricordare” dissi spremendomi le meningi
“Facciamo un patto, ok?” disse “Se tu non riuscirai a ricordarti la canzone entro le sette di domani sera, dovrai scontare una penitenza, scelta da me, ovviamente”
“Perché?” chiesi sospettosa. Alice stava macchiando qualcosa. Qualcosa di losco, terrificante e malefico, che mi riguardava. E questo NON andava affatto bene.
“Tu non preoccuparti” disse lei “Dai! Una scommessina-ina-ina innocente con la tua angelica sorellina”
“Tu di angelico non hai nulla” borbottai diffidente
“Su, su, su, su!” mi pregò
“Se vinco io, però, per due mesi non dovrai portarmi a fare shopping” ritrattai subito “Ci stai?”
Sghignazzò maleficamente e mi tese la mano. “Ci sto. Oh, se ci sto” rise sadica, e strinse la mia.
Solo in quel momento mi ricordai di una cosa fondamentale: avevo appena scommesso contro una veggente!
“Anzi, ho cambiato idea!” urlai disperata
“Oh, ma guarda! Sono tornati i ragazzi!” esclamò ridendo e correndo al piano di sotto
“Alice, torna indietro!”
Ma in quel momento la sentii già correre in giardino e sussurrare qualcosa a Jasper, prima che il sonno fu su padrone delle mie membra. 

“Ma come accidenti faceva... uffa!”
Ringhiai frustrata mentre l’acqua della doccia scorreva delicata su di me, tentando di trovare la calma.
E soprattutto tentando di ricordarmi quelle maledette parole di quella stramaledetta canzone di quello stramaledetto cortometraggio che non vedevo da almeno quindici anni!.
“Sa... su... sì, il su c’era... era... super... su per giù... su per tre... maledizione!” ringhiai insaponandomi i capelli “Perché le ho dato retta?”
Mi sciacquai e mi preparai per godermi una giornata solitaria a casa Cullen: era una piovosa sabato mattina, e le coppiette di casa Cullen avevano deciso di rifuggiarsi in un centro commerciale – compativo Emmett e Jasper; Carlisle aveva il doppio turno e Esme aveva deciso di approfittarne per recarsi in biblioteca. Invece, io avevo deciso di impiegare anima e corpo nella mia ricerca della canzone perduta. Questa volta non avrei ceduto ai ricatti di quella sadica di mia sorella.
Non doveva essere poi così difficile, mi ero detta. Avevo sbagliato, oh, quanto avevo sbagliato!
Uscii dal bagno per andare a prendere dei vestiti puliti, e sul letto trovai un pacchetto regalo incartato.
Lo presi curiosa e lo scartai; era il DVD di “Mary Poppins*
Presi il biglietto con un enorme sorriso di riconoscenza per il mio salvatore.
 

Per salvarti! A buon rendere, sister!

Rosie, Emmy e Jaspy

Alzai gli occhi verso il soffitto, commossa.
“Grazie!” mormorai grata, baciando la copertina del DVD. Avrei costruito loro una statua, appena avessi trovato i materiali. Questa volta ero salva dalle grinfie di Alice, e per ben due mesi!
Senza ulteriori indugi mi vestii in fretta e furia e afferrai la custodia, volando poi al piano di sotto, diretta in salone accompagnata dallo scrosciare della pioggia.
Stavo ancora gongolando tra me e me quando, varcata la soglia, rimasi cristallizzata al mio posto in completa venerazione del dio sceso in terra che occupava quella sala, illuminandola con il suo splendore.
Edward era comodamente sdraiato sul divano, una gamba tesa davanti a sé e l’altra piegata a piramide all’altezza del ginocchio, il viso angelico concentrato nell’intreccio intricato di parole del libro che teneva in mano, totalmente immerso nella lettura.
Avvertendo la mia presenza, distolse l’attenzione dal volume per rivolgerla a me, stordendomi con quei suoi profondi occhi d’oro per poi regalarmi il suo speciale sorriso.
“Ciao” mi salutò allegro
“C-ciao” risposi, arrossendo.
“Che cosa fai tutta sola a casa? Pensavo che ne avresti approfittato e saresti uscita per goderti il mondo” disse muovendo un attimo il viso per spostare con un gesto una ciocca di capelli dalla fronte.
“Non oggi. Volevo solo rilassarmi a casa. Il mondo preferisco viverlo asciutta” risposi “E tu? Non ti godi il mondo?”
“Già stato, già visto**” ridacchiò “E poi non mi andava di fare spese”
“Allora siamo in due”
Mi fissò divertito, prima che la sua attenzione fosse catturata dalle mie braccia, dietro la schiena, che nascondevano il cofanetto del mio DVD. Arrossii, colpevole.
“Che cos’hai li dietro?” domandò curioso
“Oh, n-niente di che” risposi vaga “Solo un filmino… per una scomessina con Alice che devo assolutamente vincere…”
“Su che cosa?”
“Beh… non riesco a ricordarmi una canzoncina di questo film, e i tuoi fratelli mi hanno dato un aiuto…” spiegai in fretta “Ho fino a stasera per ricordarmela, poi dovrò scontare una penitenza ideata da Alice…”
“Le punizioni di mia sorella sono sempre molto pericolose” annuì con aria grave “Che il cielo te ne scampi dal riceverne una, te lo dico per esperienza. Meglio che ti sbrighi a vederlo. Dai, mettilo”
“Non voglio disturbarti… lo vedo in camera di Rose, magari…”
“Ma dai, non mi disturbi affatto” rise “Forza, approfitta dell’assenza di Alice”
“Grazie” gli sorrisi riconoscente correndo a inserire il film
“Per curiosità, di che film si tratta?” domandò mentre trafficavo con i telecomandi e la tv.
“Ehm… Mary… Mary Poppins” ammisi imbarazzata, aspettando il suo commento
“Non l’ho mai visto” disse solo “Ti dispiace se rimango a vederlo con te?”
“No, affatto” risposi voltandomi verso di lui felice. Lui ricambiò ammaliandomi con il suo sorriso.
Andai verso il divano e lui fece per alzarsi, lasciandomi il posto.
“No, dai, c’eri prima tu. Posso benissimo stare sulla poltrona” gli dissi
“Non ci penso neanche” rispose. Mi indicò con un movimento del braccio il posto accanto a lui “Prego”
Mi sedetti vicino al bracciolo e, colta da un improvviso raptus di follia, posai una mano sulla sua spalla e lo spinsi di nuovo giù, fino a che non si ritrovò completamente sdraiato con il capo posato sulle mie gambe.
Arrossii sotto il suo sguardo sorpreso, maledicendomi mille volte. Che diavolo mi era preso? Perché avevo fatto una cosa del genere?
Ma ben presto una sensazione piacevole, di completezza, divenne padrona del mio corpo. Mi sentivo… benissimo. Come se non fosse sempre mancato qualcosa di importante, prima di quel contatto.
“S- scusa” balbettai, fissando lo schermo per sfuggire ai suoi occhi “Se non vuoi, puoi sempre alzarti… non ti obbligo a…”
“No. Sto… benissimo”. Abbassai lo sguardo su di lui e Edward mi rivolse uno sguardo intenso, magnetico, prima di sorridermi. “Se me lo permetti, vorrei restare così” mi domandò gentile “Sei il cuscino più morbido e comodo su cui mi sia mai poggiato prima”
Il rossore delle mie guance raggiunse tonalità mai viste prima, mentre annuivo senza voce.
Mi intrappolò per qualche altro istante con i suoi occhi d’ambra, prima di concentrarsi sulla televisione.
Internamente, sospirai di sollievo. Adoravo la sua compagnia, la sua presenza mi infondeva una gioia innaturale, enormemente giusta, ma non riuscivo a capire… che diavolo mi succedeva quando ero con lui?
Perché avevo la paura tremenda della sua lontananza?
Perché desideravo sempre e solo di trovarmi sola con Edward?
Lui, che da poco più di un mese mi aveva stravolto la vita; lui, con cui sentivo di non poter mentire; lui, per cui avrei sicuramente fatto di tutto; lui, per il quale sarei disposta anche a morire.
Edward, l’unico a cui sento di appartenere. L’unico che vorrei mi appartenesse.
Osservai il suo viso voltato verso la tv, ma lontano chilometri da quella stanza: era… stupefacente.
La fronte liscia e ampia, senza imperfezione alcuna – come tutto di lui, del resto – , gli zigomi alti, i lineamenti delicati ma virili, e quelle labbra piene, rosse come il peccato, quelle labbra che tanto erano vicine, ma tanto erano irraggiungibili, per me, che mai avrei potuto sfiorare… e quegli occhi d’oro, unici al mondo. Caldi, intensi e limpidi, in grado di catturarti. Occhi che ormai, mi avevano rapito l’anima.
Una ciocca di capelli bronzei gli cadde nuovamente davanti agli occhi, e prima che lui potesse toglierla glie la spostai con il più delicato dei tocchi.
I suoi capelli fra le mie dita erano fil di seta, morbidissimi.
Così, senza essere davvero cosciente, immersi piano la mia mano in quella nuvola bronzea, e come se mi fosse permesso, come se fosse un gesto naturale, quotidiano, iniziai ad accarezzargli i capelli, gioendo del contatto elettrico che mi provocavano sul palmo.
Un sospirò di piacere uscì dalle labbra di Edward, costringendomi a tornare con i piedi per terra. Aveva voltato il viso verso il soffitto, e aveva gli occhi chiusi; era completamente rapito dalle mie carezze, sul viso un’espressione di assoluta beatitudine.
“Se… se ti do fastidio… posso smettere” sussurrai timidamente, arrossendo
Lui aprì un occhio e mi regalò un sorriso. “No, per favore” disse “Continua. Non hai idea di come mi sento”
“Spero sia una cosa positiva”
Ridacchiò. “Senza alcun dubbio”
“Dopo mi dai il nome del tuo shampoo” dissi “E mi spieghi come fai ad averli così morbidi”
“La bellezza è un dono di natura” si vantò
“Sei tornato Edward “Modesto” Cullen, eh?”
“Sempre stato qui” rispose. Una sua mano afferrò piano una ciocca dei miei capelli, giochicchiandoci oziosamente “E comunque, i tuoi capelli sono morbidissimi” commentò tranquillo.
“Grazie”
Ritorno il silenzio, tra noi. Un silenzio dolce, giusto, innocuo.
Mi tornò alla mente quando ero io a godermi le carezze di mia madre, sdraiati sul divano o sul tappeto del salone, giocando al “campeggio”, parlando del più e del meno. La sensazione di amore che mi avvolgeva in quei momenti era palpabile, soprattutto se oltre alle gentili coccole che mi rivolgeva Renée mi intonava quella buffa canzoncina che aveva inventato per me…
La ricordavo benissimo. La adoravo da impazzire, sebbene a lei non piacesse molto; ma era la mia canzone, fatta dalla mia mamma, e per me era specialissima.
“Cosa canti?”
“Uhm?” mugugnai, aprendo gli occhi per fissare quelli attenti di Edward
“Stai canticchiando da almeno cinque minuti. Che cos’era?” chiese
“Nulla. Solo una canzoncina che mi cantava mia madre da piccola, scritta di suo pugno” minimizzai
“Era veramente carina… posso sentirla?”
“Sei il secondo Cullen che mi usa come jukebox” sghignazzai “Tra un po’ mi sostituirai al tuo stereo”
“Saresti anche esteticamente più bella. E poi occupi meno spazio” sorrise sincero
Arrossendo per quel complimento implicito, mi schiarii la voce e iniziai a cantare.

Come fil di seta,
son questi bei capelli
che scorron tra le mie dita
come piccoli ruscelli. 

Scendendo un po’ più giù,
sulla tua peschea pelle,
accarezzo la tua fronte
dove giocano le stelle.

Limpidi gli occhi tuoi,
vivaci e intelligenti,
mi fissano curiosi,
gioiosi e sorridenti.

E infine ecco che qui,
su questo bel nasino,
si sta andando a posare
un tenero bacino”

Mi interruppi, imbarazzata. Aveva sempre detto che non era un granché né come cantante, né come poetessa, ma non per questo si era mai tirata indietro. Mi mancava così tanto la mia mamma svampita e pazzerella…
“È finita?” domandò Edward “È molto carina. Originale, scorrevole… unica”
“Si, beh… mi ha sempre detto che non era chissà quale poetessa… ma aveva la voglia di provare, cosa che io non ho mai avuto…” risposi evasiva cercando di portare il discorso da un’altra parte. Altro che finita!
“Bella, sei proprio sicura che sia finita?” mi chiese sogghignando Edward, matematicamente certo che stessi mentendo.
E come ingannarlo: [(rossore + balbettio) x sguardo vacuo] x Bella = MENZOGNA!
“Va bene, mi arrendo! La canzone è finita…” borbottai
“E cosa manca per renderla completa?” sghignazzò contento di avermi messo alle strette
“Manca che, al termine della canzone, mia mamma… si chinava su di me e mi dava un bacio sulla punta del naso” ammisi, rossa
Lo sguardo di Edward s’intenerì. “Sai, di mia madre ricordo poco, al contrario tuo” disse “Ricordo la sua passione per il pianoforte, e la sua pazienza quando iniziò a darmi lezioni. Ricordo che veniva tutte le notti a darmi rimboccarmi le coperte e a darmi il bacio della buonanotte; anche quando ero un ragazzo, ormai, e pensava che non me ne accorgessi. Ma la sentivo arrivare, sempre, e non potrò mai scordarmi quel suo profumo buonissimo che mi avvolgeva ogni volta…” Si perse un attimo nei suoi ricordi, poi si riscosse e sorrise “Questi sono i più bei ricordi che ho di lei. Ma non mi lamento, ora, perché ho trovato in Esme la madre ideale. È lei mia madre, ora, e non la cambierei con nessun’altra”
“Lo si capisce da come la guardi” dissi “Le vuoi molto bene”
“Senz’alcun dubbio. È mia madre”
Gli sorrisi. “Dai, ora vediamoci questo film. Non ho proprio intenzione di passare l’eternità come schiava di Alice... o peggio ancora con lei nei centro commerciali!”
Rabbrividii, alzando un po’ il volume per iniziare a vedere il film con il minimo interesse storico. Naturalmente c’era qualcuno che non era d’accordo.
“Bella, non stai dimenticando qualcosa?” mi richiamò Edward, e il sorrisetto che gli increspava le labbra era furbo come quello di sua sorella.
“Che io sappia no... non ho lasciato aperta l’acqua della doccia?” aggiunsi poi preoccupata
Lui rise, scuotendo il capo. “Sto ancora aspettando il mio bacino” disse allegro
Ok. Chiaro, stavo sognando; ora mi sarei svegliata e avrei scoperto che si è trattato tutto di un sogno... già avere la sua testa sulle mi ginocchia era un miracolo, ma addirittura sentire le sue parole... Bella, che puma sei andata a cacciare? Uno dipendente da sostanza allucinogene?
Sbattei un attimo le palpebre, eppure lui rimase fermo avanti a me, senza dissolversi in una nuvola di fumo... e le sue parole riecheggiarono nell’aria.
Divenni bordeaux nel giro di un millesimo di secondo, ma ciò non scalfì il suo sorriso, anzi, lo amplificò ancora di più.
Così, deglutendo in preda all’ansia, e con la sensazione che il cuore mi stesse per esplodere nel petto per il troppo lavoro, mi chinai su di lui e posai le mie labbra sul suo naso, chiudendo gli occhi per non rimanere accecata da lui.
Fu... paradisiaco.
Il suo profumo mi avvolse completamente, sconvolgendomi, mentre la sua pelle... mmm... era squisita. Ne avvertivo il sapore zuccherino sulle labbra, che accarezzavano piano quel marmo liscio. Ed era solo la sua pelle! Non riuscivo a immaginare che cosa avrei potuto combinare se fossi scesa a baciare le sue labbra morbide. Non lo avevo nemmeno sfiorato che già ne volevo ancora, e ancora, e ancora...
Mio. Totalmente e completamente mio.
Ma mi imposi di non muovermi.
Non potevo osare tanto con lui, e non potevo illudere così me stessa. A breve sarei tornata nel mio personale girone infernale, e allora che cosa mi sarebbe rimasto? Solo il ricordo doloroso di qualcosa che mai avrei potuto avere, mentre lui... lui sarebbe andato avanti.
Che senso aveva farsi del male così?
Mi allontanai lentamente, tornando eretta senza staccare gli occhi dal suo viso. Lui aprì di scatto i suoi: neri, terribilmente magnetici, eccitanti.
Due pozze di petrolio che mi trafiggevano l’anima, tentatori.
Continuammo a fissarci senza che nessuno dei due potesse o volesse staccarsi dagli occhi dell’altro.
“Il film...” mormorò roco Edward, quando iniziammo a sentire i dialoghi
“Si...” risposi atona
“Dovremmo vederlo...” continuò
“Si...”
Ma nessuno dei due distolse lo sguardo.
“È questa!” esclamai mezz’ora dopo, distogliendo per a prima volta lo sguardo da Edward puntandolo sulla tv “La canzone!”
*<<Al contrario c’è una parola adattissima. Non è vero Ben?>>
<<Digli qual è?>>
<<Bene.... è...>>*
Ma proprio sulla prima nota della canzone il televisore divenne nero.
“Ma no!” urlai, fissando scioccata lo schermo
“Ma si, invece!”
La figura minuta di Alice comparve da dietro il televisore appena defunto, ergendosi in tutta la sua statura sventolando al suo fianco la spina dell’apparecchio come se fosse stato un lazzo. La sua faccia era il ritratto della rabbia.
“Bella. Come hai osato barare così!” ringhiò “Mi hai deluso profondamente!”
“Ehi, io non ho mai detto che non avrei sfruttato ogni mia risorsa per vincere!” ribattei piccata “Quella è una mia risorsa, quindi tecnicamente non sto… ma poi perché mi devo giustificare con te, che sei la regina degli inganni?”
“Perché quel titolo me lo sono guadagnato onestamente in decenni di onorata carriera, e non permetto che mi venga sottratto così a cuor leggero!” replicò lei testarda, ma con un sorriso soddisfatto sul volto.
“Io ho solo giocato le mie carte, come fai sempre tu” dissi
“Non le hai giocate tutte, però…” insinuò maliziosa
“Alice” ringhiò Edward, tirandosi su e fissandola accigliato
“Oh, suvvia, rosso, non facevi tanto l’acidello fino a tre minuti fa” disse Emmett comparendo di fianco a Alice “Eri pure carino… bimbo, lui, così tenero e indifeso”
Sgranai gli occhi, diventando viola per l’imbarazzo. Edward sembra sconvolto quasi quanto me.
“Da quanto siete lì?” chiese scioccato.
“Sarà mezz’ora che ci sorbiamo quella palla di film, fratello” spiegò Rose seguendo il marito, spazzolandosi i vestiti “Molto carini, davvero, ma se mi si è rovinato il vestito ti mando il conto della tintoria”
“Io sono dalla vostra, ragazzi – anche perché le vostre emozioni mi fanno proprio bene – ma secondo me dovreste prestare un po’ più di attenzione al resto” disse Jasper alzandosi e porgendo una macchinetta a sa moglie “E soprattutto, cercarvi un luogo, come dire… più appartato”
“Quella cos’è?” sibilai, cercando di non badare all’imbarazzo ma solo alla rabbia
“La mitica Alice Photo Machine!” esclamò lei “Siete venuti proprio bene, a proposito”
“Dammela” ringhiò Edward, arrabbiato
“Subito” aggiunsi
“Non temete, vi farò avere due copie” replicò quella… quella… grr, non esisteva aggettivo per classificarla, in quel momento! E io che avevo anche pianto per lei, accidenti! Lacrime sprecate!
“Nana, adesso hai esagerato” disse Edward alzandosi furente, ma del tutto padrone di sé…
“No!” esclamò spaventata Alice “La mia collezione di Chanel no, ti prego! L’ho comprata solo quattro giorni fa, ti scongiuro, tutto ma non quella!”
“Ok, benissimo” sogghignò Edward
“No, neanche le mie borsette di Prada!” si lagnò, orripilata.
“Ma allora sei incontentabile…” sghignazzò lui “Vediamo, che altro propone il tuo modestissimo guardaroba… chissà che cosa posso distruggerti…”
“Posso provare io?” dissi
“Prego”
Immaginai di andare di sopra e sminuzzare tutti gli abiti di D&G che aveva comparto, sia i suoi che…
“Non ti azzardare!” gridò isterica “Quei pantaloni ti stanno che è una favola, non osare puntagli contro le forbici!”
Scoppiai a ridere, seguita da Edward. “Ehi, è divertente!” esclamai
“E sembra che inoltre tu abbia un talento più che naturale!” sghignazzò Edward, continuando a fissare la sorella che sembrava sull’orlo del pianto.
“Ehi, voi due, basta” disse Jasper serio, non riuscendo a sopportare il dolore della moglie. Io, mortificata, smisi subito, mentre Edward sogghignò.
“Oh, Jazz, se temi per la tua mogliettina non oso immaginare come starai dopo che avrò bruciato la tua preziosa scacchiera del ‘700…” disse lasciando che la sua minaccia volteggiasse nell’aria.
Jasper impallidì, deglutendo.
“E in quanto a voi” disse poi Edward ad Emmett e Rose “Per te, cara sorella, prevedo che tutte le tue scarpe finiranno col passare da tacco dodici a tacco rasoterra, e per te,  Emmy…” Sghignazzò maligno “Io correrei a proteggere la carrozzeria della tua macchina… potrei accidentalmente strusciarci contro le mie chiavi, mentre vado in garage”
I quattro vampiri, terrorizzati, si divisero andando a proteggere i loro averi più cari, gridando : “State lontani dalle nostre cose, mostri!”, e lasciando me e il mio angelo a rotolarci per le risate. 

“Come proposta non è male” commentò Carlisle riponendo il giornale “Ormai è a parecchio che non vi mettiamo piede”
“Ah, visto? Lo sapevo che papy era un grosso” esclamò contenta Alice scoccandogli un bacio sulla guancia “Allora siamo tutti d’accordo?”
“Ci sto” esclamò Edward
“Anche io” disse Rosalie
“Idem!” urlarono Emmett e Jasper, seduti ai piedi del divano intenti a giocare alla play.
Io staccai gli occhi dallo schermo per fissare perplessa Alice, con almeno un milione di domande in testa.
“Anche io, solo…” risposi, attirando su di me gli sguardi gentili di tutti. Mordicchiai nervosamente il biscotto e poi mi azzardai a parlare. “Vampiri che giocano a baseball? Non lo trovate un passatempo un pochino… frivolo?”
Scoppiarono a ridere, divertiti.
“Bells, in qualche modo dovremmo pur impiegare il tempo, piccola!” disse Emmett “Ti assicuro che lo sport al massimo delle nostre capacità è un vero spasso. Finalmente possiamo essere noi stessi”
“Già, e poi, se proprio vogliamo parlare di passatempi frivoli, guarda come si sono ridotti quei due” disse Edward raggruppando i suoi spartiti, alludendo ai suoi fratelli seduti sul tappeto di fronte a me.
“Ehi!” esclamarono loro piccati “Giocare alla play è un’arte raffinata!”
“Si, si, come volete voi…”
“E dove giocheremo?” chiesi
“Abbiamo un nostro campo abbastanza lontano dalla città, in mezzo al bosco” mi spiegò Esme
“Organizzati” sorrisi “E ben protetti con il fragore del temporale… certo, sarà un pochino difficile giocare sotto la pioggia”
“Niente pioggia nello spiazzo!” annunciò Alice sedendosi vicino a me “Saremo all’asciutto, garantito dal servizio meteo più preciso del mondo!”
“Ti sei scordata modesto…” la presi in giro mentre lei mi abbracciava la vita
“Comunque, le squadre sono: Jasper, Rose, Esme e Edward contro me, Bella, Emmett e Carlisle” continuò “Sopra ognuno di voi ha una divisa, quindi filate a cambiarvi immediatamente, che tra venti minuti si parte!”
“Ah, io contro voi due, e, nanetti? Bene, bene, ci sarà da divertirsi!” rise Emmett entusiasta “Ovviamente mi limiterò, non voglio vedervi piangere. Sono pur sempre il vostro fratellone maggiore”
“Si, si, non limitarti troppo, o non ci sarà gusto a batterti” disse Edward
“Figliolo, ricordati che l’umiltà è la miglior virtù… soprattutto quando sai per principio che vinceremo noi!” disse Carlisle serafico come sempre
“Ma dai, papà! Adesso non diciamo fesserie! Noi siamo più forti!” disse Jasper
“Certo, come no!” disse Alice “Sbruffoni!”
“Ma dai, Alice, siamo migliori in tutto…” disse Rose “Quando hai fatto le squadre dovevi mettere in conto la nostra vittoria a tavolino”
“Ne siete proprio certi?” disse Esme. Tutti la fissammo, e lei ci sorrise, guardandomi fisso “Ci stiamo dimenticando un elemento fondamentale e soprattutto sconosciuto” disse serafica “Bella, hai mai giocato a baseball?”
L’attenzione si spostò velocemente su di me, facendomi arrossire. “Una o due volte, da umana…” dissi
“Vinceremo di sicuro” dissero Jasper e Edward, dandosi il cinque.
Storsi il naso, infastidita. Ok, gli avevo detto di non essere portata per gli sport, ma non doveva sottovalutarmi così. Adesso sì che glie l’avrei fatta pagare.
“Ed era l’unico sport in cui fossi brava” sogghignai, gioendo nel vedere le espressioni vittoriose dei due fratelli venir sostituite da due allarmate.
“Grande sister!” disse Emmett dandomi il cinque “Ora si che vinceremo noi!”
“Ve l’avevo detto di calcolare tutte le variabili” disse Esme calma, per nulla preoccupata
“Non me l’avevi detto” disse Edward offeso
Io alzai le spalle. “Tu non me lo hai mai chiesto” risposi.
“Andiamo a cambiarci, dai!” trillò Alice tirandomi di sopra, ridacchiando. “Sapevo che eri una grande… come abbiamo fatto senza di te fino ad oggi…”
“Si tira avanti, senza di me” dissi entrando in camera
“Ma che dici! Non possiamo andare avanti senza di te, non dire più eresie del genere!” mi sgridò arrabbiata
“Alice, scherzavo”
“Meglio per te!”
Si avvicinò al letto mantenendo quell’espressione furiosa, mentre io sospiravo pesantemente.
Perché avevo fatto quell’infelice battuta?
Andai da lei e l’abbracciai forte. “Scusa” mormorai
“No, non ti scuso” ribatté lei abbracciandomi “Non finché avrai certi complessi. Un deficiente in famiglia basta e avanza, e ti assicuro che Edward è anche troppo”
“Alice, io voglio essere una Cullen. Giuro, è tutto ciò che desidero” dissi convinta, sentendo l’abbraccio di lei farsi più caloroso.
“Lo sei già, sorellina” mi sussurrò bacandomi una guancia.
Si staccò e poi sorrise. “Dai, mettiti quella divisa che ti ho preparato con tanto amore. Io mi vado a cambiare, ok?” disse, e si volatilizzò fuori dalla mia camera.
Mi affrettai a cambiarmi, indossando una bella divisa blu cobalto, con rifiniture bianche. Sul retro della maglietta, grosse lettere bianche scrivevano Bella sulla mia schiena. Scossi il capo, divertita; Alice faceva sempre tutto in grande stile.
Mi misi anche le scarpe e legai i capelli in una coda alta, completando il tutto con un cappello blu. Uscii dalla mia camera proprio mentre Edward chiudeva la porta della sua stanza, vestito con una tuta identica alla mia ma bianca dalle rifiniture blu. Arrossii, imbarazzata; era la prima vota che ci ritrovavamo da soli da quella mattina.
Mi fissò un secondo, come folgorato, per poi ricomporsi in fretta.
“Stai bene” sussurrò venendomi incontro
“Grazie” risposi
“E così, siamo nemici?” domandò scendendo le scale
Risi. “Che brutta parola!” dissi “Diciamo che, più che altro, siamo avversari. Ti avviso che non mi risparmierò”
“Non voglio che tu lo faccia” mi rispose arrogante “Che gusto c’è a combattere contro chi non si impegna?”
“Attento, Cullen, perché stavolta uscirai perdente da questo scontro” lo misi in guardia
“Io non credo proprio”
“Spero non ne rimanga deluso; non mi terrai il broncio dopo la tua sconfitta, vero?”
“Piuttosto mi preoccupo per te. La delusione potrebbe essere troppo grande” mi sbeffeggiò “Ma sei vuoi una spalla su cui piangere, puoi sempre bussare alla mia porta. Sai che sono un tipo magnanimo e di buon cuore”
Arrossii, voltandomi verso il corridoio, con la gola improvvisamente secca. Per mia immensa fortuna, Emmett venne in mio soccorso.
“Che stai facendo alla mia piccola sorellina indifesa?” chiese “Non starai per caso usando su di lei qualche strano trucchetto psicologico, vero?”
Decisi di approfittare della situazione, e mi avvicinai a lui abbracciandogli la vita. “Fratellone, fratellone, aiutami tu!” piagnucolai
“Ma certo, piccolina, ti difenderà il prode Emmett” disse cullandomi “Quel mascalzone non riuscirà a metterti le mani addosso”
Notai Edward fissare il fratello con sguardo scuro, decisamente arrabbiato.
“Che sta succedendo qui?” chiese Alice arrivando “Ho chiaramente detto che le lotte tra fratelli dovranno essere fatte dopo la partita, invece ho appena avuto una visione del muro del salotto distrutto”
“Edward ferisce la nostra sorellina” disse Emmett serio
“Edward! Come puoi fare una cosa del genere?!” esclamò finta esterrefatta Alice, correndo ad abbracciarmi al posto di Emmett “Isa è così fragile e delicata… pensavo volessi solo il suo bene!”
“Non vi preoccupate, vi difendo io da quel bifolco” disse Emmett mettendosi davanti a noi
Edward si accucciò leggermente, ringhiando piano. “Basta” sibilò
Emmett e Alice scoppiarono a ridere, per qualche inspiegabile motivo, e mi lasciarono sola in corridoio con lui.
Notando il suo sguardo adirato, gli andai incontro titubante, mentre i suoi occhi neri mi scrutavano contrariati.
“Sei arrabbiato?” domandai. Non rispose, e la cosa mi provocò un dolore nel petto. Gli presila mano e lo fissai supplicante. “Stavo scherzando, Edward. Non volevo… irritarti in qualche modo. Scusami”
Sospirò e tornò a fissarmi con il suo sguardo ambrato. “Non farlo più, per favore” sospirò “Non posso… concepire l’idea che… per un mio comportamento irriguardoso nei tuoi confronti… tu possa decidere di allontanarti da me… arrivando a considerarmi addirittura un pericolo”
“Non lo farei mai, Edward” dissi sincera.
Mi fissò negli occhi in cerca di tracce di una possibile menzogna. Non trovandone alcuna, mi sorrise e intrecciò le dita della sua mano con la mia, portandole poi ad accarezzarmi la guancia.
“Voglio… che tu sappia…” mormorò, cercando le parole giuste “Che non stavo scherzando, prima. Se tu avessi un qualsiasi problema, un qualsiasi pensiero che ti dovesse turbare, vorrei che non esitassi a dirmelo. Mi farebbe… immensamente piacere sapere di poter alleviare le tue sofferenze. Sapere che mi consideri spalla su cui puoi piangere. Quello che cerco di dirti è… che… insomma, potrai sempre contare su di me, per qualsiasi cosa. Sempre”
Mi fissò con gli occhi dorati che ardevano di sincerità, catturando la mia anima.
Oh, Edward… come posso proteggerti se fai così?
“Promettimi che sarò il primo che chiamerai, quando avrai bisogno di qualcuno” continuò serio “Promettimelo. Per favore”
Io annuii, completamente soggiogata dal suo sguardo, da lui.
Edward mi rivolse un sorriso timido, e poi, quasi intimorito, posò le labbra sulla mia fronte, facendo sì che il fuoco che sentivo a ogni suo contatto tornasse a bruciarmi nelle vene.
“Per favore, non allontanarmi da te” mormorò sulla mia pelle.
Poi, una volta sicuro di avermi completamente imbarazzata, mi condusse in garage tenendomi per mano. Lo seguii docilmente, troppo sconvolta dalle sue ultime azioni per accorgermi che mi aveva fatto salire sul jeepone di Emmett e ora scorrazzavamo verso il campo.
Edward, che cosa mi sta succedendo?
Che cosa provo io, per te? 


“Beh, ora tutte le mie teorie sul perché vi serviva il temporale sono confermate!” dissi ad Esme dopo che il frastuono del colpo di Jasper si fu un minimo attenuato.
“Già. Ecco un altro punto a favore di Forks. È proprio il posto ideale per… ehi! Ragazzi, piantatela immediatamente!” ringhiò in direzione di Emmett e Jasper, che si stavano preparando a lanciarsi l’uno contro l’altro. Probabilmente la questione riguardava il punto che Esme aveva assegnato alla nostra squadra, cosa che era stata causa di venti minuti di lamentele e litigi in quanto “Non regolamentale e assolutamente di parte”.
“Mi spiace, spero non ti stia facendo un’idea sbagliata dei tuoi fratelli” disse Carlisle con un sospiro rassegnato “Cioè, un’idea ancora più sbagliata
Ridacchiai. “Nah… ormai dovrei aver visto di tutto”
“Ti dico che era punto nostro, brutto zoticone con i capelli a spazzola!” ringhiò Jasper
“E io ti dico di no, brutto soldatino di piombo che non sa neanche distinguere la differenza tra una mazza e una palla!”
“Adesso ti facci vedere la differenza tra salute e dolore atroce!”
“Vieni un po’ qui, dai, fammi vedere che sai fa…”
Un rombo assodante seguì il cozzamento delle teste di Emmett e Jasper, dopo che Esme le fece scontrare contro di loro.
“Mamma!” esclamarono loro due portandosi le mani sul capo, gli occhi lucidi per il dolore
“Mamma un bel niente! Piantatela di fare i ragazzini o potete scordarvi di giocare le prossime partire e di vedere la Major Legue per i prossimi sei anni!” ringhio Esme furiosa. In quel momento di materno e amorevole non aveva assolutamente nulla, anzi, faceva anche un po’paura
“NO! Questo no! Oddio, che atrocità!” piansero loro
“Allora fate le persone mature!”
“Si, mammina”
Alice, Rose e Edward scoppiarono a ridere.
“La amo anche per la sua capacità di mantenere ordine e disciplina” disse Carlisle dolcemente
“Eh! All’anima dell’amore materno!” esclamai sconvolta, e leggermente terrorizzata. Poi mi resi conto di averlo detto ad alta voce, e mi voltai verso di lui arrossendo “Cioè, no, non intendevo… non volevo dire così… oddio, che figura!”
Mi seppellii il volto nella mano mentre Carlisle rideva fragorosamente.
Ormai eravamo all’ultimo inning di una partita strabiliante – almeno per me, visto che era la mia prima volta e che gli unici ricordi erano sbiadite immagini di un gioco molto, ma molto più noioso.
Non mi ero mai divertita così tanto, semplicemente perché non mi ero mai sentita così tanto libera. Correvo, giocavo con tutto il mio impegno e la mia grinta – causando un moto di orgoglio nella mia squadra e un coro di proteste verso Alice che si era scelta “Uno dei giocatori migliori” – imparando quante più tecniche potevo assimilare dai miei compagni e soprattutto ridendo.
Ridevo per tutto, per ogni battuta, per ogni punto che segnavamo, di qualsiasi squadra, ridevo perché mi sentivo accettata, in famiglia.
Ero così felice che ben presto Jasper iniziò a tallonarmi, ricevendo più di un rimprovero dalla sua squadra; lui si scusava dicendo solo che era colpa delle mie “emozioni intense e positive”, che gli facevano bene.
“Non è colpa mia se siete diventanti dei vecchi bacucchi noiosi e apatici” aveva detto “Dovreste rallegrarmi che finalmente ho trovato qualcuno a parte Alice in grado di contagiarmi con il proprio stato d’amino e soddisfare il mio appetito empatico”
Questo aveva scatenato un timeout di almeno venti minuti, durante i quali Jasper aveva tentato di scappare dalle grinfie di Rose e Emmett, che gli avevano gridato dietro di tutto e di più, venendo poi successivamente salvato dal sua moglie.
Ed ero felice, ma anche molto imbarazzata, da ogni occhiata che mi rivolgeva Edward: mi studiava intensamente, assorto, cercando – e lo notavo dalla leggera frustrazione che qualche volta solcava il suo viso, sottoforma di una deliziosa ruga sulla fronte – di decifrare i miei pensieri; erano occhiate in grado di scaldarmi l’anima, intense e dolci, che si illuminavano di felicità riflessa ogni qual volta mi sentivano ridere allegra.
Sembrava che dalla mia felicità dipendesse la sua, cosa impossibile visto che era l’esatto contrario.
“Ok, ultimo tiro, poi si chiude” annunciò Rose
Afferrai la mazza di metallo e mi portai alla casa base, preparandomi a colpire. Il lanciatore era Rose, che mi rivolse un sorriso arrogante – avevo appena scoperto il lato competitivo di mia sorella – al quale risposi con un ghigno identico. Poi, la palla scattò con sibilo sinistro verso di me, che riuscii a colpirla con tutta la forza che avevo in corpo, sparandola molto lontano.
Iniziai a correre più veloce che potevo, sapendo che Edward stava facendo lo stesso per prendere la palla.
Una… due… tre… ormai c’ero, ormai c’ero… ma sentii Edward lanciare la palla con tutta la sua forza… e il sibilo farsi più vicino… strinsi i denti e mi lanciai verso la casa base…
“Salva!” decretò Alice con un enorme sorriso
“Abbiamo vinto!” urlò Emmett, correndo verso di noi
Vidi Jasper lanciare il cappello per terra in un gesto di stizza, ma poi sorriderci allegro, prima che la visuale mi fosse coperta dai miei compagni di squadra. Carlisle mi scompigliò affettuosamente i capelli, ridendo, mentre Alice mi gettò le braccia al collo e mi urlò nelle orecchie “Abbiamo vinto! Abbiamo vinto!”, mentre io non riuscii fare altro che abbracciarla. Poi, Emmett ci strinse tutt’e due in un abbraccio mozza respiro, urlando festoso e facendoci volteggiare da terra. Alice si staccò e atterrò con grazia, andando a consolare il marito, mentre Emmett decise che per festeggiarmi mi avrebbe concesso di arrivare alla luna. Iniziò a lanciarmi in aria, parecchio in alto, ma questo non fece altro che contribuire ad aumentare le mie risate.
Ero contenta.
Stavo bene.
“Un altro salto, Bella! Oplà!” ruggì Emmett contento, lanciandomi in aria
“No, basta, ti prego!” risi mentre mi godevo la sensazione di volare.
Ricaddi verso il suolo, ma le braccia che mi presero stavolta appartenevano al mio angelo personale.
Mi ritrovai ad annegare in quegli splendidi occhi d’oro, che mi fissavano allegri, divertiti dal mio entusiasmo.
Arrossi, ma non mi scostai. “Hai visto, campione? Ti ho stracciato!” gongolai sfidandolo con lo sguardo “Non ti è servita la tua velocità, stavolta!”
“Miss Swan, non sarà forse che io, in quanto magnanimo e generoso di cuore abbia deciso di concederle la vittoria non giocando secondo le mie forze?” rispose con un sorriso provocatorio
Lo fissa stupefatta, allontanando le sue bracca dai miei fianchi.
“Non è vero… tu… no… oh, non puoi avermi lasciato la vittoria, non è giusto!” sbottai offesa, gonfiando le guance come una bambina.
La sua risata cristallina irruppe nell’aria, costringendomi a voltarmi verso di lui, piegato di fronte a me per le troppe risa. Era bellissimo vederlo ridere così, di cuore.
“Bella, vorrei che potessi vedere la tua espressione! Sembri una bambina!” ridacchiò aprendo gli occhi per fissarmi
“Ah, grazie! Intanto, questa bambina ti ha battuto!” continuai offesa, non negandogli però il mio sguardo.
Con un movimento velocissimo mi fu accanto. Lo fissai stupita e lui mi mise le mani attorno ai fianchi.
“Su, piccola bimba capricciosa, adesso farò tornare io sorriso sulle tue labbra, sperando nel tuo perdono” sghignazzò. Un minuto dopo, mi sollevò in aria e mi lanciò come aveva fatto Emmett
“No, no, no, no… ahahaha!” gridai, prima di scoppiare a ridere mentre volavo in alto
Edward mi sorrideva raggiante, prendendomi e rilanciandomi in aria con delicatezza e una dolcezza unica, sorridendomi allegro.
Dopo l’ennesima ricaduta verso le sue braccia mi prese per la vita e, invece di lanciarmi, fece un giro su sé stesso facendomi volteggiare nella’aria, ridendo felice assieme a me.
“Oddio…” ansimai in cerca di ossigeno, le gambe barcollanti “Mi gira tutto…”
Mi abbracciò stretto ridendo piano. “Tranquilla, ti tengo io” disse “Scusa, ho esagerato un po’”
“No” risposi arrossendo “Sei bravo a fare la trottola”
“Se ti fa di fare un altro giro, chiamami pure”
“E il tempo è... scaduto in questo preciso istante!”
L’urlo raggiante di Alice mi fece gelare sul posto. Oddio. Avevo completamente scordato la mia scommessa contro di lei.
“Alice... ti prego, dimmi che non sono le sette” supplicai
“Le sette e diciassette secondi precisi, esattamente” ghignò lei trionfante “E dimmi, te lo sei ricordato?”
“Ehm...”
“Alice, che hai combinato?” chiese divertito Carlisle “Bella sembra sul punto di avere un infarto”
“Abbiamo scommesso” rispose semplicemente
“Ah, ecco. Allora è tutto nella norma” sghignazzò Rosalie “Bella, mi dispiace. Porteremo crisantemi sulla tua tomba”
“Dopo tutto lo shopping a cui ti sottoporrà quello scricciolo è una cosa naturale... fossi in te le darei le spalle e inizierei a correre più veloce che puoi verso i Caraibi... un po’ di sole ti farà bene” disse Emmett
“Non lo farà mai. Bella è una vampira d’onore” disse solenne Alice
“In questo momento vorrei tanto non esserlo” borbottai, facendo sghignazzare i ragazzi
“Allora? La canzone?” ripeté spazientita Alice
“Non me la ricordo, Alice” ammisi sconfitta. Allargai le braccia “Coraggio. Fa di me il tuo eterno manichino. Mi immolo. Almeno salverò altri da questo destino infame”
“Grazie!” sogghignò Rose
“Oh, no. Troppo facile. Devo pensarci attentamente” disse lei prolungando la mia tortura
“Oddio. Ho un folletto sadico in famiglia” sospirai, facendo ridere i presenti.
Emmett si sedette sul prato portando con sé Rose, che ridacchiò dandogli una pacca sulla spalla. Jasper aspettò pazientemente che Alice terminasse la formazione del suo piano diabolico, mentre Esme e Carlisle, abbracciati, ci fissavano con un enorme sorriso.
“Ok, ho deciso!” esclamò dopo dieci minuti di orribile e straziante suspense, facendomi sobbalzare. 
“Oh, alleluia!” sbuffò Emmett alzandosi
“Dopo una lunga e ponderata riflessione io, Alice Cullen in Hale ho deciso che, per punizione…” disse solenne Alice, mentre suo fratello batteva le mani sull’erba e gli altri mi fissavano “… Bella dovrà essere baciata dal nostro qui presente Sexy Boy single, Edward Anthony Masen Cullen!”
Mi irrigidii, imbarazzata; altro che Volturi, Alice era tremila volete peggio!
“Ma dico, sei matta?!” esclamai rossa, mentre quei disgraziati componenti della nostra famiglia ridevano “Non puoi... ma che ti salta in mente?! La punizione riguardava me, mica tuo fratello! Non puoi metterlo in mezzo, magari neanche gli va...”
“D’accordo, lo faccio”
Mi immobilizzai e mi voltai lentamente verso Edward, che mi fissava serafico come sempre. Dai nostri fratelli partirono grida di ammirazione e fischi a non finire.
“Mai che tu mi regga il gioco” sibilai imbarazzata. Mi fece l’occhiolino.
La voglia di scoprire l’affascinante mistero di quelle labbra era troppo forte. Non avrei mai retto... forse, dopotutto, avrei dovuto ringraziare Alice.
Il mio angelo mi si avvicinò ancora di più, sorridendo calmo.
Oddio, il sogno di una vita si stava per realizzare... peccato che non eravamo da soli, ma con sei spettatori che non facevano nulla per lasciarci spazio, anzi, ci fissavano perforandoci la schiena – chi malizioso, chi felice, chi commosso, chi vittorioso...
Non era proprio così che mi ero immaginata il momento.
Però... c’era Edward. Ed era me che stava per baciare.
Fissai paralizzata Edward avvicinarsi a me, incantata dai suoi occhi. Ormai sentivo il suo respiro fresco sul viso...
Ed ecco che qui, su questo bel nasino, si sta andando a posare, un tenero bacino
Il suo sussurro divertito mi lasciò di stucco, ma mi sconvolsero di più il sentore delle sue labbra sulla punta del mio naso.
Erano morbide, fresche e delicate. Paradisiache e dannate insieme. Perfette.
Subito ne volli ancora, e ancora. Ma non così.
Volevo un bacio vero.
Stavo per alzare il viso...
“Ma no! Non vale così!”. L’urlò scontento di Alice arrivò da molto lontano.
Ci separammo per rivolgerle un’occhiata. Nostra sorella ci fissava delusa, le braccia conserte e una smorfia corrucciata adorabile. Meno male che ero io la bambina di casa Cullen.
“Non era questo tipo di bacio che avevo in mente” si lamentò
“Allora, la prossima volta sii più precisa” ribatté Edward “E piantala di farti i film nella testa, ok?”
“È inutile, tanto non smetterò mai”
Edward sbuffò e mi prese per mano, portandomi via. Io ero ancora troppo sconvolta.
“Via! Fuga romanica dei due piccioncini!” urlò Jasper
“Fatevi onore!” esclamò Emmett
“Stupidi” commentò Edward
Si voltò verso di me e sorrise. “Spero tu non sia arrabbiata” disse
“No” risposi “Anzi, grazie. Mi hai salvato ancora”
Mi sorrise, stringendomi di più la mano. “È compreso nel pacchetto” disse fissando dritto davanti a sé “Ti salverò sempre, da chiunque e da qualsiasi cosa”
Arrossii, abbassando lo sguardo con un sorriso. “Grazie”
Intrecciai le sue dita con le mie, felice di sentire la sua presa stringersi piano sulla mia pelle.
Ero felice. Ora più che mai.
Il mio posto era lì.
In quel bosco, nel silenzio della sera, mentre una pioggia delicata iniziava a cadere su di noi.
Lì, nella nostra stretta, avevo finalmente trovato il mio posto.




*Copyright della Disney, tutti i diritti riservati
** Indovinate chi ha detto questa frase? XD E' un cartone, ispirato alla disney Mary Poppins e è prodotto dalla Fox... XD

Risposte!!!

mylifeabeautifullie: sorellina!! Eh, eh, mi sn fatta desiderare troppo. Sn felice di sapere che ti sn macata, sia io che la mia storia. Eh, eh, Jasper ha molti lati nascosti... soprattutto quello del maestro isterico! Ma Esme sa che cosa pensa il suo bambino. E Trevor è stato fantastico! XD Un kissone enorme
Shinalia: Grazie! Io sn pro maestri psicotici... soprattutto se il maestro è Jazz!!
MimiMiaotwilight4e: ;P Mi dispiace, more, ma sn stata segregata dai libri. Aevo il manuale di latino che mi puntava una pistola alla tempia, giuro! Eh, eh, il vero bambino di casa cullen è Jasper, non Emmy... ma non sopporti i bambini? O.o Io invece li adoro, sono come Bella e Esme. Ih, ih, pochi momenti pucciosi, hai detto.. spero di rimediare con qst. Bacioni
Musa_Talia: XD Ciao! Non temere, io mi sn ispirata alle recite delle mie elementari, e al casino che facevamo noi! Più o meno Trevor era un mio compagno... ihihih! Grazie per i bei complix sul mio stile, e sn onorata di avere due fan nella medesima famiglia. E sn felice che adori i capitoli extra lunghi! Goditi questo. un bacione!
Princesseelisil: Fede, grazie mille! Sn felice che ti siano piaciuti i pochi momenti EdxBella, spero di rifarmi con qst cappi!
samy88: XD Thanks! Meno male che Jasper è piaciuto, pensavo di dover emigrare all’estero dp qll che avevo scritto. Sei in periodo di esami? Tanto ce la farai! Spero che troverai il tempo per leggermi comunque... ma io sn certa che superari a pieni voti gli esami! In bocca al lupo! ;)
Bella_Cullen_1987: Grazie piccola! Anche per il tuo voto! Sn felice ti sia piaciuto, e spero che i tuoi esami stiano andando bene! In bocca al lupo anche a te!
Wind: Eh, eh, mi sn decisa a tornare, finalmente! Eh, già, stavolta ho proprio stravolto Jasperino... non se lo meritava? Forse.... però ha un motivo profondo per comportarsi così... almeno spero di averlo espresso chiaramente!  I fratelli, beh... sn smp fratelli, per di più Cullen? Cosa possiamo aspettarci da loro? XD Bacioni!
ColeiCheAmaEdward: Ciao! Sn felice che ti sia piaciuto! Eh, il nostro grandissimo soldato ha un lato oscuro... il suo odio per gli infanti! XD spero che qst cappy ti piaccia!
Flockkitten: XD ma, alla fine non sn serviti i tuoi venti commy, anche se mi avrebbe fatto molto piacere! Non ho postato in settimana, ma con una certa regolarità, in confronto al resto! Povero Jaspy! Ce gli ho fatto fare, l’ho ridicolizzato! Non ha proprio self control, non con i bambini! Un bacione, e ancora grazie!
SweetCherry: XD Ti ho fatto ridere così tanto? XD Lo so, nn molti momenti tra EdxBella, ma comunque ho dato fondo al carattere nascosto di Jasperino! W il Jasper a contatto con i bimbi!!
Finleyna 4 Ever: Fede!! Sisterina! Visto, ho aggiornato in tempo! Me lomeritoun brava? Un sl? Sn felice che Jasperino Teacher schizzato sia piaciuto, io pesavo avrebbe traumatizzato molto!! Mentre Bella... eh, Bella rimane pucciosamente la mia Bella!! Bacioni!
Lily Evans 93: sempre lode a Trevor!! Giulia, ti va se fondiamo un club in suo favore? XD Ti piacerebbe lavorare a contatto con i bambini? Io li adoro, ma non so se è il mestiere giusto per me... bah! Lo so, i bambini sn a volte dei veri demoni, ma a Jasper ricordano tanti i suoi alunni... in fondo è un tenerone. Non so tu, ms io lo vedo benissimo come insegnante... schizofrenia a parte! :P
stezietta w : Eh, eh, alla fine si vota anche lui al lato oscuro. Addirittura con dei bambini, ma Jasper.. e noi che pensavamo fossi tnt dolce e controllato... che illuse! Beh, ma in fondo lo si capisce... Emmett è pur sempre uno, e poi è il suo compagno di giochi, alla fine un ci si affeziona... quelli erano venti contro un solo, povero vampiro indifeso! Kiss!
miki18: More!!! Sn tornata, visto? Mai disperarsi! Ma di che, sn io a doverti ringraziare perché ancora non hai perso la speranza e ancora mi segui! GRAZIE, GRAZIE MILLE! GRAZIE dei tuoi complix, delle tue bellissime parole, dell’affetto che mi dimostri. Spero che questo ti piaccia! Bacioni
Goten: Tesoro! Nah, dispersa no... sl momentaneamente assente! Sn felice di averti fatto ridere, speriamo di emozionarti anche qst cappy!
Fin Fish: Eh, Maestra mia, tu si che mi capisci!!! Ma adesso ho parecchio tempo libero, si spera!!! Cmq, non ti piacciono i bambini?! O.o ai un lato Jasper oscuro anche tu, allora!!! sn felice di esser riuscita a farti ridere tnt, nn credevo i esserne capace! Ma si, va, facciamogliela dare una svegliata! Vediamo se ci riesco... dimmi cosa ne pensi di qst! Un bacione!!
kiki91: Chiaretta! XD Che bello, ti piace! Hai visto che ho aggiornato come promesso? Per una volta, eh? Sn felice che il mio Jazz psicotico nn sia poi così impossibile! Vediamo se ti paice anche qsr capitolo più romantico!!! Kissoni!
ephirith: Hi! Welcome in our big crazy family!! Sn felice di vedere una new entry, davvero! Grazie per i complix!
greta1992: ^O^ Thaks! Sn felice di portare un sorriso, se posso, quindi i tuoi complix sn più che graditi. Ma ns ancora più content che noti che, dietro la mia comicità, non dimentico mai i tormenti interiore dei personaggi. È una gran responsabilità, e anche molto difficile, secondo me, far conciliare i due aspetti. Infatti nn sn mai del tutto pienamente soddisfatta. Per la tua ff, mi dispiace, sto recuperando i capitoli, ma ho notato che non aggiorni più!! L E io poi come faccio a recensire?? Facciamo così: io aggiorno e recensisco, e tu fai lo steso con me, ok? Bacioni!
flydreamer: Tesoro, grazie! Welcome in our big crazy family, anche a te! Sn felice che mi hai scoperto, o ancor meglio, di essere riuscia a donarti qualche emozine! Mi piace anche che tu, come me, consideri Jasper molto sottovalutato: fanno male, percè è un potenziale di tutto ripstto, e va sfrttato. E poi, è così carino!!! ^///^
aLbICoCCaCiDa: My swett friend, lo sai meglio di me che sn sadica!! Ma non temere, spero che con questo capitolo mi perdonerai almeno un po’... prima di decidere che è giunto il momento di uccidermi per la mia cattiveria, ihihi!! Kiss
bell: More, non preoccuparti!! Hai visto qnt ci ho messo io ad aggiornare? Sn felice che aleno hai continuato a seguirmi nell’ombra, e ancor di più che il mio Jasperino ti abbia colpito... vediamo se riesco a stupirti anche con questo! Kiss
Momoka chan: Grazie mille!! Sn flice di aver colpito sia con la dolcezza che con l’umorismo, è una cosa difficile per me. mi dispiace aver torturato il tuo JAsperino, ma l’ho fatto con affetto! Vorrei anche io un maestro così... ma come fratello sarebbe meglio! 24h vicino a me... eh!
valinacullen89: Grazie! Sn felice ti sia piaciuto... ma si, aggiornerò più in fretta... e cercherò di non bisfrattare tnt i poveri cullen... se, ma a chi la do a bere? XD
Helen Cullen: lly mia! Pensavo che ormai non mi avresti risposto più! Ma non ti sei tradita, come tuo solito!! Sei la migliore! Sono felice che le mie idee insane ti siano piaciute! E che apprezzi l’umorismo! ^///^ meno male che hai apprezzato l’unico dei 2 momenti pucci tra due scemotti... qst capitolo stava diventando molto Jazz/Bella, ma il fatto è che Jasper non lo calcola nessuno, e io lo adoro: è un personaggio poco conosciuto, e così ci si può lavorare molto. Non trovi? Gà, la fortuna “sorride” sempre a chi sa barare bene... non indaghiamo oltre, potremmo pentircene. Infondo, si può dire ce Jasper è un insegnate unico e speciale? Un po’ pazzo, ma comunque sempre dolce. Fammi sapere se, in qst cappy, sn troppo sadica! XD Capirai il perché...
A l y s s a: Amore, grazzissime! Sn tornata, ma posso dirlo di averlo fatto con una bella sorpresa – spero! Beh, Jasper non l’ha presa moto bene: l’ho stravolto troppo! Gli abbiamo dovuo somministrare quindici flebo di camomilla e sangue di pantera per farlo cambiare... e non auguro a nessuno di anare a fare i prelievi a una pantera! Meno male che a Carlisle non resiste nessuno... ;) Ma lameno Bella, anche se stavolta non era la vera protagonista, l’ha aiutato un pochino... tavolta Jazz è stato la star indiscussa! Mq, si, qll che speri ci sarà.. ma molto più in là... mi disp! Ehehe! Bacione! 

luisina: Amore!!! Due giorni che non ti sento e già mi manchi! Ma msn è morto, mo vediamo se si riprende... eheh, sn felice de tuo occhi sempre attento ai particolari, e di coe la storia sembra averti preso! Meno male che, andando avanti, non ti sei stancata della mia storia! Un bacione gigantesco, a prestissimo!!


I
coraggiosi che mi hanno messo tra i preferiti, i nuovi arrivati e quelli che resistono: Grazie. Grazie, grazie, grazie infinite, miei splendidi angeli, ormai saliti a 265; che la vostra luce continui a farmi da guida.
Le stelle che seguono e vegliano costantemente su di me: silenziose, dolci e indispensabili anche se intangibili, mille grazie a voi, 44 stelline mie
.

In corso

(Twilight)

 Solo grazie a te

Cullen's Memories

The Nessie's Sister

New Moon - La Custode delle Anime

≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈

Prossima Pubblicazione
(Twilight)

Nella Gioia e Nel Dolore
Sei tutti i Miei Domani


Spoiler: Prox Capitolo GRIZZLY IN LOVE... AND JASPER MARRIED!!

"Sai che giorno è domani?" disse Emmett con lo sguardo lucciconi
"Il 14 ottobre?" risposi insicura
"Esattamente!" rispose Emmett radioso "Ed il 14 ottobre è una data importantissima nell'EmmyRose calendario perchè..."
"E' il giorno in cui ho chiesto per la prima volta alla mia rosellina adorata di sposarmi!" completarono Edward, Jasper e Alice alzando gli occhi al cielo.
Emmett fece una linguaccia. "Voi non sapete proprio che cosa sia il romanticismo!" sbuffò "Bella, sei l'unica che mi capisce!"

  
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