Buonsera, gente!
Come promesso, sn tornata... dp una settimana, ma sn qui. Dovete ammettere che è relativamente breve il periodo di attesa, stavolta.
Però sn triste... sto male! Ho la febbre alta! T___T E' mia sore che sta postando, ma li commy e la storia sn mie. Quindi, se nella grafica ci sn errori, è colpa sua! U__U
Allora,
prima di tutto, volevo ringraziarvi per 'affetto che mi avete mostrato,
perdonandomi il mostruoso ritardo e non linciandomi per aver sconvolto Jasperino. Sono
felice che questa parte del suo carattere sia piaciuta: io lo trovo un
personaggio criptico e poco accennato, nel libro, ma su cui noi
possiamo lavorarci molto, mostrandone diverse sfaccttature. Io lo adoro, e voi?
Allora, questo capitolo torna a concentrarsi su EdxBella, e sarà - spero - molto romantico. Ma non anticipo nulla, eheh... sl, ricordatevi qst: SONO SADICA DOC!!! Ho il certificato di garanzia, non scommetete su di me!
Ps: 27 recensioni in una settimana... continiamo così è posto lunedì prossimo!!! ;)
Recensioni e spoiler alla fine!!
Supercalifragi… Ali, non mi ricordo!!!
Bella’s pov.
“Bella… Bella, svegliati! Su, è
importante!”
“Alice… ahwaa… sono le due e
mezza del mattino… a meno che non stia andando a fuoco la casa considerati
morta” mugugnai riservando a mia sorella un’occhiataccia da sotto il cuscino
“Beh, la casa è in condizioni
perfette, ma è importante” continuò lei spazientita
“Cosa c’è di tanto importante? È
morto qualcuno?” esclamai spazientita tirandomi su e scoccandole uno sguardo
d’ira. Che aveva contro il concetto di dormire? Soprattutto se il sonno era il mio?
“Si, la tua dignità se non fili
subito in bagno a cambiarti” sghignazzò lei
Io, confusa e assonnata, la
guardai male, e in risposta mi diede in mano l’ultima cosa che avrei voluto
vedere. Un pacchetto di assorbenti.
“Cazzo!” esclamai diventando
bordeaux e precipitandomi in bagno.
Quando uscii dal bagno, scossa e
ancora della tonalità dei mattoni, la trovai sul mio letto che si spanciava
dalle risate.
“Questa è… decisamente la prova
inconfutabile che sono imparentata con Paperino!” mi lagnai lasciandomi cadere
a pancia in giù sul letto, la testa immersa tra i cuscini “Oddio, se penso… non
oso immaginare… che mi avrebbe detto Esme…”
Più che la reazione di Esme, mi terrorizzava, ed era riduttivo, la reazione dei
ragazzi di casa Cullen. Specialmente quella del mio angelo. Oddio, le figure di
merda tutte io?
“Anzi, Paperino in confronto a
me è l’uomo più fortunato del mondo” borbottai
“Il papero” mi corresse Alice
“Almeno lui ha la possibilità di
suicidarsi”
“Ma traumatizzerebbe migliaia e
migliaia di giovani menti innocenti!” esclamò Alice, finta melodrammatica
“Pensa a quei poveri bambini, che vedrebbero il loro eroe nelle grinfie della
nera signora del riposo eterno…”
“Perché le fortune tutte agli altri?” esclamai disperata
“Dai, non preoccuparti. Se ti
consola, sono usciti tutti a caccia. Edward voleva restare, ma gli ho promesso
che non ti avrei torturato con vestiti, trucco e bagni alla Cullen” sbuffò
alzando gli occhi al cielo, contrariata.
“Dio esiste” esultai debolmente.
“Uffa! Sei proprio uguale a lui,
sai? Non apprezzi mai tutto l’impegno che metto nel curare la vostra persona!”
mi accusò
“No, Alice! Non dire così!”
dissi tirandomi su e fissandola intensamente; non volevo che pensasse che fossi
un’ingrata. “Io apprezzo davvero, davvero
molto tutto quello che fai per me, tutte le attenzioni che mi dedichi. Solo
che, ecco...”
“Non sei il tipo da shopping
sfrenato e saloni di bellezza tutti i giorni” completò lei con un sorriso
divertito “Tranquilla, non fartene un problema”
Tirai un sospiro di sollievo;
magari ora si sarebbe data una calmata...
“Tanto continuerò a fare come
mio solito!” esclamò allegra, incrociando le gambe sul letto “Vedrai, dopo un
secolo o due ti farò amare la nobile arte dello shopping!”. Appunto preghiera
ignorata totalmente!
Io le sorrisi incerta. “Non
credo che ci riuscirai mai...” mormorai
Anche perché io non avevo un
secolo a disposizione. Chinai il capo, triste; per quAnto mi stessi facendo del
male... per quanto stessi facendo loro
del male, continuando a non pensarci, a fingere che andasse tutto bene, sapevo
per certo che quella dolce illusione sarebbe durata ancora per poco. Qualche
mese, forse; poi, io sarei tornata nel mio inferno personale, e molto
probabilmente non ne sarei mai più riemersa. Con un po’ di fortuna, invece, i
Cullen sarebbero andati avanti... magari mi avrebbero anche...
Dimenticata.
“Ehi, Bells, non fare quella
faccia” disse Alice preoccupata, sollevandomi il mento con la mano “Non
preoccuparti, stai tranquilla, ok? Se è per colpa mia, io...”
“Oh, no Alice. Assolutamente no”
ridacchiai piano, asciugandomi le lacrime “Non hai fatto assolutamente niente.
Anzi, ti dovrei dire grazie almeno un miliardo di volte per esprimerti la mia
gratitudine per tutto quello che fai”
Lei sorrise, lusingata. “Ma ti
pare!” rise “Io lo faccio volentieri! Mi piace occuparmi della mia famiglia” Il
suo sguardo si fece pensieroso mentre osservava il baldacchino “Chissà, forse è
perché non ho mai avuto una famiglia...”
“Eri orfana, Alice?” domandai
con delicatezza, attenta a non ferirla
“Oh, assolutamente no!” rise
leggera. Mi fissò con uno sguardo dolce, malinconico, lontano. “Avevo una
famiglia... ma sembra che loro non apprezzassero certe mie, ehm, peculiarità”
“Ti hanno abbandonata?” esclamai
sconcertata.
Non riuscivo a... concepirne il
concetto. Come si può abbandonare un bambino? Si, Alice era esuberante e aveva
il concetto di Privacy Zero stampato a caratteri cubitali dentro la testa, ma a
parte questo era adorabile. La sorella che ognuno vorrebbe: gentile,
divertente, affettuosa e creativa; come si può non volerle bene?
“Più o meno” sorrise tirata “Sai
come funziona – ipoteticamente – la faccenda dei nostri poteri?”
“Mi sembra... che sia una caratteristica del nostro io umano che si amplifica
con la trasformazione, vero?” dissi, ricordandomi le parole di Marcus
“Precisamente” annuì lei “Ecco,
io da piccola avevo spesso sogni premonitori. Sai, fino a che si trattava di
fatti che riguardavano solo me e che tenevo segreti andava tutto bene. Nessuno
lo sapeva, nessuno si preoccupava. Ma quando le visioni iniziavano a riguardare
gli affari altrui, e soprattutto quando iniziai a dirlo e a prevedere
catastrofi, beh... diciamo che ho iniziato a fare paura”. Rise per allentare la
tensione, notando che la fissavo inorridita. “Se fosse stato per loro, molto
probabilmente sarei finita al rogo come strega. Ma eravamo all’inizi del ‘900,
quindi senza tanti complimenti mi spedirono in un manicomio”. Feci per parlare
ma lei alzò la mano sorridendo tristemente. “Ovviamente le mie sono solo
supposizioni. Non serbo alcun ricordo della mia vita passata, tranne qualche
sprazzo di lucidità, come quello in cui i miei genitori mi danno il ben
servito... mentre della mia permanenza nella casa dei matti non ricordo nulla.
Nemmeno chi mi ha trasformato, pensa un po’!”
Ridacchiò falsa, e io mi lanciai
su di lei abbracciandola forte, commossa.
La mia Alice… la mia sorellina….
“N-non ti meritavano!” esclamai
in lacrime “Se…. Se hanno permesso una c-cosa del g-genere… non erano de-degni
di essere la tua f-famiglia, Alice! È un bene che tu li a-abbia dimenticati! Se
lo meritano! Tu sei molto più fe-felice ora…”
Non sapevo neanche perché
piangevo, ormai. L’abbandono era una cosa che non avevo mai concepito, neanche
lontanamente sopportato; tutti i racconti, i film, i cartoni in cui venivano
abbandonati bambini (o addirittura animali) mi rifiutavo di vederli. E sapere
che, per paura, ad una persona straordinaria come Alice era toccata la stessa
sorte… mi faceva male.
Le sue braccia mi accolsero sul
suo petto, mentre la sua risata argentina riempiva l’aria, confondendosi con la
pioggia.
“Ma che fai, piangi tu al posto
mio?” ridacchiò sfregando la mano sulle mie braccia come per consolarmi “Santo
cielo, Bells, sei veramente troppo sensibile! Su, dai, asciuga quelle cascate
che ti sgorgano dagli occhi. Altrimenti poi chi la sente Esme se rovini le
coperte? E, a proposito, se mi hai rovinati i jeans di Armani considerati
morta!”
Risi con lei e mi staccai,
asciugandomi gli occhi con il palmo della mano.
“Sei gentile a preoccuparti per
me, ma non c’è bisogno di versare lacrime su ciò che è stato. L’importante,
ora, è il presente” disse solare
“E il futuro” aggiunsi
“Ah, quello sempre!” ridacchiò
lei “E poi, sinceramente io sono felice di essere una vampira. Non sono il tipo
che sputa su ciò che gli viene offerto, come Edward “Deficiente” Cullen. Tutto
quel “No, sono dannato e non merito la
felicità”… tsk, idiota! E io che faccio tanto per quello zotico rosso…”
Sorrisi. “Alice, il vostro rapporto
è tanto bello quanto strano” dissi scuotendo il capo
“Ti basti sapere che si fa ciò
che dico io. Sempre. Edward può brontolare quanto gli pare, ma io vinco ogni
volta”
“Semplicemente perché non ti
ferma niente e nessuno”
Rise ad alta voce. “Già! Ma la
mia famiglia mi ama per questo!” disse, mentre gli occhi le splendevano come
capitava ad Edward quando parlava dei suoi famigliare “Bella, ascoltami, non
preoccuparti per me. Io sono felice.
Ho due genitori splendidi, dei fratelli fantastici – ad eccezione di un
rompiscatole dall’aria snob che ascolta musica squallida – e due sorelle
strepitose. E poi, ho il mio Jaspy!”. E mi sorrise in maniera radiosa,
totalmente e incondizionatamente innamorata.
“Sono felice per te, davvero” le
dissi sincera “Posso… solo pregarti di un favore?”
“Ovvio! Ti porto a far compere!
Lo sai che stanno per iniziare i saldi?”
“Non intendevo affatto questo,
grazie del pensiero, ma no” dissi scuotendo il capo “Potresti… evitare di
chiamare Jasper Jaspy, come fa Emmett?”
“Si, no problem, ma perché?”
chiese allegra “Se Edward è Eddy, Carlisle è Carly e Emmett è Emmy, il mio
Jasper dev’essere per forza Jaspy”
“Beh…. In primo luogo, questo è
un soprannome che gli ha dato Trevor, e sembra proprio che lui non lo
digerisca. Non vorrei che finiste con il litigare, anche se mi sembra
impossibile” dissi scuotendo il capo – se quei due avrebbero mai litigato,
sarebbe giunta la fine del mondo! “In secondo luogo, Jaspy mi ricorda tanto il
nome di una bevanda energizzante. Sai, del tipo <<Jaspy-Frizz: la bevanda che più la mandi giù, più ti tira su>>”
Alice scoppiò a ridere,
tenendosi la pancia per le troppe risa.
“Oddio, questa la devo dire a
Emmett!” esclamò tra gli ansiti “Sai quanto lo prenderà in giro?”
“Pesavo lo amassi!” esclamai esterrefatta
“Ma io lo amo. Con tutta me
stessa” aggiunse convinta; poi sogghignò dispettosa “Ma questo è un nomignolo
che va condiviso con il mondo”
“Alice, sei tremenda” la
rimproverai bonariamente
“Non ti preoccupare, vedrai che
mi saprò far perdonare…”
“Alt, basta, stop! Fermiamoci
qui, te ne prego! Non voglio… neanche provare a immaginare che cos’hai in
mente, psicotica di una sorella!” dissi arrossendo furiosamente e portando le
mani avanti
“Tranquilla, tanto non te lo
avrei detto… ma se vuoi consigli, lo sai che sono sempre disponibile. Anche
Rose ed Esme…”
“Ti. Prego!” esclami rossa “E poi, ti pare che sia occupata? Con chi
vuoi che mi dedica a… certe attività?”
“Io ce l’avrei un candidato…”
mormorò maliziosa, fissandomi con un sorrisetto. Avvampai.
“E… comunque io e te dobbiamo
fare un discorsetto, signorina!” esclami agitata “Si può sapere perché il mio
cassetto è strapieno di completino intimi da sexy shop?! Se non entravano nei
vostri armadi…”
“Bella, piccola ingenua, quelli
sono tutti tuoi” sghignazzò perfidamente
divertita. Stava letteralmente godendo del mio imbarazzo; e meno male che era
suo marito l’empatico!
“E io che ci dovrei fare?!”
urlai in preda alla vergogna più totale
“Come prima citato, te li metti
e seduci il tuo…”
“Aaahh, Alice!!”. Esplose nella
sua risata argentina, contenta di avermi portata al limite.
“Credimi, sorellina, sei uno
spasso!” disse
“Toglili. Ora” la minacciai
“Ma neanche per sogno. Sono un
regalo, e i regali non si restituiscono” disse perentoria “Verrà il giorno in
cui mi ringrazierai… oh, e lo farai…”
“Non immaginavo di arrivare a scommettere contro di te, Alice, ma oggi è così!”
esclamai incrociando le braccia, rossa, imbarazzata e offesa.
“Guarda che ci rimetti solo tu…
io ti ci vedo, pronta a sedurre il tuo bello con uno di quei così… magari la
prima volta sarai impacciata, ma poi… ihihi”
“Alice, ti stai mettendo
d’impegno per farmi morire dall’imbarazzo, vero?” ringhiai
“Ebbene si!”
“Che str…”
“Straordinaria sorellina inimitabile e generosa che ho. Volevi dire questo,
vero?” disse condendo il tutto con un sorriso angelico.
“Si. Rosalie è sicuramente la
mia sorella preferita”
“Ah. Questo è un colpo molto basso” disse melodrammatica portandosi le mani al
petto “Sento che per il dolore potrei morire…”
“Si, si, immagino…” sghignazzai, seguita da lei.
“Volevo ringraziarti, Bella”
iniziò poi “Per l’altro ieri. Jasper si è divertito a fare l’insegnate, anche
se non lo ammetterà mai e poi mai…”
“Ma figurati” dissi “Non è stato mica merito mio. Io ho passato tutto il mio
tempo a cantare con le bambine…”
“La colonna sonora di Moulin
Rouge?” suggerì maliziosa
“Ma ti pare! No, canzoncine che
andavano anche alle elementari, quando le ho frequentate io…”
“Tipo?”
“Mah, le colonne sonore de cartoni, le sigle, filastrocche…” dissi con un gesto
vago della mano
“Scommetto che sei bravissima
nel canto” disse
Arrossii leggermente. “Non me la
cavo male” ammisi “Solo, se beh ti ricordi, ho quel piccolo problema…”
“La completa assenza di fiducia
in te stessa e il panico da palcoscenico?”
“Bingo”
“Ma quello si risolve! Basta un
corso di autostima con la sottoscritta… o meglio ancora col borioso Cullen
rosso”
“Alice, io voglio imparare a
impormi un po’ di più sulle persone, non a comandare a bacchetta come un
dittatore”
“Ahi! Un'altra fitta al mio piccolo cuore! Sento che la fine è vicina...”
esclamò melodrammatica
“Sei la solita esagerata”
sghignazzai “Comunque, stai lontana dalla luce in fondo al tunnel”
“Non ti preoccupare, io sono
fuori dal tunnel”
“Del divertimento” risi
“Anche tu appassionata di musica
italiana?”
“Ma, mi intendo di qualcosina…
mi piaceva cantarla a casa, invece di fare solfeggio. Alcune melodie italiane
sono bellissime”
“Concordo” disse “Ma le mie preferite rimangono le filastrocche dei bambini. Ne
sai qualcuna?”
“Parecchie” risposi “Ma Quante Belle
Figlie Madama Dorè, Mi chiamo Lola,
Alla Fiera dell’Est… ma la mia
preferita era
“Come?!”
La fissai sorpresa dal suo tono;
i suoi occhi d’oro si erano gelati, sorpresi e attenti come mai li avevo visti
prima, l’espressione seria e imperturbabile sul volto da cherubino. Sembrava
un’altra Alice tanto era rigida e seria.
“Ehm… cosa, esattamente?” domandai titubante, stranita dal suo
comportamento
“Quella canzone.. l’ultima che
hai detto” disse, e il suo tono incerto e pigolante mi sorprese “Potresti
cantarmela? Per favore?”. La sua assomigliava troppo a una supplica.
“Si… ecco, dovrebbe fare più o
meno così” mi schiarii la voce e iniziai
“E verrà quel dì di lune,
mi vò al mercà a comprà la fune.
Lune la fune e fine non avrà
e
e
E verrà quel dì di marte,
mi vò al mercà a comprà le scarpe.
Marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e
e
E verrà quel dì di mercole,
mi vò al mercà a comprà le nespole.
Mercole le nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e
e
E verrà quel dì di giove,
mi vò al mercà a comprà le ove.
Giove le ove, mercole le nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e
e
E verrà quel dì di venere,
mi vò al mercà a comprà la cenere.
Venere la cenere, giove le ove, mercole le nespole, marte le scarpe, lune la
fune e fine non avrà
e
e
E verrà quel dì di sabato,
mi vò al mercà a comprà il soprabito.
Sabato il soprabito, venere la cenere, giove le ove, mercole le nespole, marte
le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e
e
E verrà quel dì di festa,
mi vò al mercà a comprà la vesta.
Festa la vesta, Sabato il soprabito, venere la cenere, giove le ove, mercole le
nespole, marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà
e
e
La cantai tutta, mentre Alice l’ascoltava assorta, ad occhi
chiusi, un sorriso nostalgico che le distendeva i bei lineamenti. Purtroppo,
però, un enorme sbadiglio mi rovinò la strofa finale, ma lei non sembrò farci
troppo caso.
“Scusa” sbadigliai ancora, insonnolita, stropicciandomi gli
occhi.
Lei riaprì i suoi e mi sorrise emozionata.
“Scusami tu” ridacchiò “Non volevo declassarti a jukebox”
“Non fa null… ahwah” sbadigliai ancora “Come mai ti
interessava questa canzone?”
“Oh, mi ha fatto tornare in mente una cosa” liquidò lei
“Sai, cantare in piena notte dopo aver cercato di ricostruire la propria storia
umana di cui non serbi memoria non è il massimo. È stato un breve lampo, un
flash piccolino…”
“Un flashino?” domandai sbadigliando nuovamente
Alice scoppiò a ridere ancora, mentre io tentai di trovare
il riposo eterno con l’ausilio del cuscino, visto la figuraccia madornale che avevo
appena compiuto.
“Bella, sei un spasso al naturale, ma quando sei assonnata
superi te stessa!” mi prese in giro
“Grazie” sibilai
“Dai, scusa” mi disse dandomi un buffetto “Dovrei
ringraziarti, invece di prenderti in giro. Mi hai fatto ricordare che da umana
la conoscevo anche io. La cantavo quando saltavo la corda”
“Saltavi la corda? Davvero?” chiesi meravigliata
“Quando ero una bambina” annuì, portandosi le ginocchia al
petto e posandovi sopra il mento “Era una delle canzoncine che preferivo, anche
se era un po’ diversa… almeno credo.. è tutto un po’ confuso, adesso”
“Non preoccuparti” dissi “Io anche saltavo la corda, a
scuola”. Alzò il sopracciglio, scettica. “Beh, d’accordo, più che saltarla
facevo girare la corda e canticchiavo a bassa voce, ok?” precisai “Per saltare
usavamo le colonne sonore della Disney. La mia preferita era… oddio, è passato
tanto di quel tempo… come si chiamava… Ieri, Nery, Sery….”
“Mary?” suggerì Alice “Non starai parlando per caso di Mary
Poppins, vero?”
“Eccola là! Mary Poppins!” esclamai schioccando le dita
“Accidenti, l’ho praticamente cancellata dalla memoria… come faceva…”
Ero talmente immersa nella mia disperata ricerca del
ritornello che non mi accorsi che gli occhi di Alice si fecero vitrei e che sul
suo volto serafico si dipinse un ghigno dispettoso, per non dire pericoloso.
“Bella” mi chiamò sghignazzando “Tu non ti ricordi le canzoni, vero?”
“Sto cercando di ricordare” dissi spremendomi le meningi
“Facciamo un patto, ok?” disse “Se tu non riuscirai a
ricordarti la canzone entro le sette di domani sera, dovrai scontare una
penitenza, scelta da me, ovviamente”
“Perché?” chiesi sospettosa. Alice stava macchiando qualcosa. Qualcosa di
losco, terrificante e malefico, che mi riguardava. E questo NON andava affatto
bene.
“Tu non preoccuparti” disse lei “Dai! Una
scommessina-ina-ina innocente con la tua angelica sorellina”
“Tu di angelico non hai nulla” borbottai diffidente
“Su, su, su, su!” mi pregò
“Se vinco io, però, per due mesi non dovrai portarmi a fare
shopping” ritrattai subito “Ci stai?”
Sghignazzò maleficamente e mi tese la mano. “Ci sto. Oh, se
ci sto” rise sadica, e strinse la mia.
Solo in quel momento mi ricordai di una cosa fondamentale:
avevo appena scommesso contro una veggente!
“Anzi, ho cambiato idea!” urlai disperata
“Oh, ma guarda! Sono tornati i ragazzi!” esclamò ridendo e
correndo al piano di sotto
“Alice, torna indietro!”
Ma in quel momento la sentii già correre in giardino e
sussurrare qualcosa a Jasper, prima che il sonno fu su padrone delle mie membra.
“Ma come accidenti faceva... uffa!”
Ringhiai frustrata mentre l’acqua della doccia scorreva
delicata su di me, tentando di trovare la calma.
E soprattutto tentando di ricordarmi quelle maledette parole
di quella stramaledetta canzone di quello stramaledetto cortometraggio che non
vedevo da almeno quindici anni!.
“Sa... su... sì, il su c’era... era... super... su per
giù... su per tre... maledizione!” ringhiai insaponandomi i capelli “Perché le
ho dato retta?”
Mi sciacquai e mi preparai per godermi una giornata
solitaria a casa Cullen: era una piovosa sabato mattina, e le coppiette di casa
Cullen avevano deciso di rifuggiarsi in un centro commerciale – compativo
Emmett e Jasper; Carlisle aveva il doppio turno e Esme aveva deciso di
approfittarne per recarsi in biblioteca. Invece, io avevo deciso di impiegare
anima e corpo nella mia ricerca della canzone perduta. Questa volta non avrei
ceduto ai ricatti di quella sadica di mia sorella.
Non doveva essere poi
così difficile, mi ero detta. Avevo sbagliato, oh, quanto avevo sbagliato!
Uscii dal bagno per andare a prendere dei vestiti puliti, e
sul letto trovai un pacchetto regalo incartato.
Lo presi curiosa e lo scartai; era il DVD di “Mary Poppins*”
Presi il biglietto con un enorme sorriso di riconoscenza per
il mio salvatore.
“Per salvarti! A buon rendere, sister!
Rosie, Emmy e Jaspy”
Alzai gli occhi verso il
soffitto, commossa.
“Grazie!” mormorai grata,
baciando la copertina del DVD. Avrei costruito loro una statua, appena avessi
trovato i materiali. Questa volta ero salva dalle grinfie di Alice, e per ben
due mesi!
Senza ulteriori indugi mi vestii
in fretta e furia e afferrai la custodia, volando poi al piano di sotto,
diretta in salone accompagnata dallo scrosciare della pioggia.
Stavo ancora gongolando tra me e
me quando, varcata la soglia, rimasi cristallizzata al mio posto in completa
venerazione del dio sceso in terra che occupava quella sala, illuminandola con
il suo splendore.
Edward era comodamente sdraiato
sul divano, una gamba tesa davanti a sé e l’altra piegata a piramide
all’altezza del ginocchio, il viso angelico concentrato nell’intreccio
intricato di parole del libro che teneva in mano, totalmente immerso nella
lettura.
Avvertendo la mia presenza,
distolse l’attenzione dal volume per rivolgerla a me, stordendomi con quei suoi
profondi occhi d’oro per poi regalarmi il suo speciale sorriso.
“Ciao” mi salutò allegro
“C-ciao” risposi, arrossendo.
“Che cosa fai tutta sola a casa?
Pensavo che ne avresti approfittato e saresti uscita per goderti il mondo”
disse muovendo un attimo il viso per spostare con un gesto una ciocca di
capelli dalla fronte.
“Non oggi. Volevo solo
rilassarmi a casa. Il mondo preferisco viverlo asciutta” risposi “E tu? Non ti
godi il mondo?”
“Già stato, già visto**”
ridacchiò “E poi non mi andava di fare spese”
“Allora siamo in due”
Mi fissò divertito, prima che la
sua attenzione fosse catturata dalle mie braccia, dietro la schiena, che
nascondevano il cofanetto del mio DVD. Arrossii, colpevole.
“Che cos’hai li dietro?” domandò
curioso
“Oh, n-niente di che” risposi
vaga “Solo un filmino… per una scomessina con Alice che devo assolutamente
vincere…”
“Su che cosa?”
“Beh… non riesco a ricordarmi
una canzoncina di questo film, e i tuoi fratelli mi hanno dato un aiuto…”
spiegai in fretta “Ho fino a stasera per ricordarmela, poi dovrò scontare una
penitenza ideata da Alice…”
“Le punizioni di mia sorella
sono sempre molto pericolose” annuì con aria grave “Che il cielo te ne scampi dal riceverne una, te lo
dico per esperienza. Meglio che ti sbrighi a vederlo. Dai, mettilo”
“Non voglio disturbarti… lo vedo
in camera di Rose, magari…”
“Ma dai, non mi disturbi
affatto” rise “Forza, approfitta dell’assenza di Alice”
“Grazie” gli sorrisi riconoscente correndo a inserire il film
“Per curiosità, di che film si
tratta?” domandò mentre trafficavo con i telecomandi e la tv.
“Ehm… Mary… Mary Poppins” ammisi
imbarazzata, aspettando il suo commento
“Non l’ho mai visto” disse solo
“Ti dispiace se rimango a vederlo con te?”
“No, affatto” risposi voltandomi
verso di lui felice. Lui ricambiò ammaliandomi con il suo sorriso.
Andai verso il divano e lui fece
per alzarsi, lasciandomi il posto.
“No, dai, c’eri prima tu. Posso
benissimo stare sulla poltrona” gli dissi
“Non ci penso neanche” rispose.
Mi indicò con un movimento del braccio il posto accanto a lui “Prego”
Mi sedetti vicino al bracciolo
e, colta da un improvviso raptus di follia, posai una mano sulla sua spalla e
lo spinsi di nuovo giù, fino a che non si ritrovò completamente sdraiato con il
capo posato sulle mie gambe.
Arrossii sotto il suo sguardo
sorpreso, maledicendomi mille volte. Che diavolo mi era preso? Perché avevo
fatto una cosa del genere?
Ma ben presto una sensazione
piacevole, di completezza, divenne padrona del mio corpo. Mi sentivo… benissimo.
Come se non fosse sempre mancato qualcosa di importante, prima di quel
contatto.
“S- scusa” balbettai, fissando
lo schermo per sfuggire ai suoi occhi “Se non vuoi, puoi sempre alzarti… non ti
obbligo a…”
“No. Sto… benissimo”. Abbassai
lo sguardo su di lui e Edward mi rivolse uno sguardo intenso, magnetico, prima
di sorridermi. “Se me lo permetti, vorrei restare così” mi domandò gentile “Sei
il cuscino più morbido e comodo su cui mi sia mai poggiato prima”
Il rossore delle mie guance
raggiunse tonalità mai viste prima, mentre annuivo senza voce.
Mi intrappolò per qualche altro
istante con i suoi occhi d’ambra, prima di concentrarsi sulla televisione.
Internamente, sospirai di
sollievo. Adoravo la sua compagnia, la sua presenza mi infondeva una gioia
innaturale, enormemente giusta, ma non riuscivo a capire… che diavolo mi
succedeva quando ero con lui?
Perché avevo la paura tremenda
della sua lontananza?
Perché desideravo sempre e solo
di trovarmi sola con Edward?
Lui, che da poco più di un mese
mi aveva stravolto la vita; lui, con cui sentivo di non poter mentire; lui, per
cui avrei sicuramente fatto di tutto; lui, per il quale sarei disposta anche a
morire.
Edward, l’unico a cui sento di
appartenere. L’unico che vorrei mi appartenesse.
Osservai il suo viso voltato
verso la tv, ma lontano chilometri da quella stanza: era… stupefacente.
La fronte liscia e ampia, senza
imperfezione alcuna – come tutto di lui, del resto – , gli zigomi alti, i
lineamenti delicati ma virili, e quelle labbra piene, rosse come il peccato,
quelle labbra che tanto erano vicine, ma tanto erano irraggiungibili, per me,
che mai avrei potuto sfiorare… e quegli occhi d’oro, unici al mondo. Caldi,
intensi e limpidi, in grado di catturarti. Occhi che ormai, mi avevano rapito
l’anima.
Una ciocca di capelli bronzei
gli cadde nuovamente davanti agli occhi, e prima che lui potesse toglierla glie
la spostai con il più delicato dei tocchi.
I suoi capelli fra le mie dita
erano fil di seta, morbidissimi.
Così, senza essere davvero
cosciente, immersi piano la mia mano in quella nuvola bronzea, e come se mi
fosse permesso, come se fosse un gesto naturale, quotidiano, iniziai ad
accarezzargli i capelli, gioendo del contatto elettrico che mi provocavano sul
palmo.
Un sospirò di piacere uscì dalle
labbra di Edward, costringendomi a tornare con i piedi per terra. Aveva voltato
il viso verso il soffitto, e aveva gli occhi chiusi; era completamente rapito
dalle mie carezze, sul viso un’espressione di assoluta beatitudine.
“Se… se ti do fastidio… posso
smettere” sussurrai timidamente, arrossendo
Lui aprì un occhio e mi regalò
un sorriso. “No, per favore” disse “Continua. Non hai idea di come mi sento”
“Spero sia una cosa positiva”
Ridacchiò. “Senza alcun dubbio”
“Dopo mi dai il nome del tuo
shampoo” dissi “E mi spieghi come fai ad averli così morbidi”
“La bellezza è un dono di
natura” si vantò
“Sei tornato Edward “Modesto”
Cullen, eh?”
“Sempre stato qui” rispose. Una sua mano afferrò piano una ciocca dei miei
capelli, giochicchiandoci oziosamente “E comunque, i tuoi capelli sono
morbidissimi” commentò tranquillo.
“Grazie”
Ritorno il silenzio, tra noi. Un
silenzio dolce, giusto, innocuo.
Mi tornò alla mente quando ero
io a godermi le carezze di mia madre, sdraiati sul divano o sul tappeto del
salone, giocando al “campeggio”, parlando del più e del meno. La sensazione di
amore che mi avvolgeva in quei momenti era palpabile, soprattutto se oltre alle
gentili coccole che mi rivolgeva Renée mi intonava quella buffa canzoncina che
aveva inventato per me…
La ricordavo benissimo. La
adoravo da impazzire, sebbene a lei non piacesse molto; ma era la mia canzone,
fatta dalla mia mamma, e per me era specialissima.
“Cosa canti?”
“Uhm?” mugugnai, aprendo gli
occhi per fissare quelli attenti di Edward
“Stai canticchiando da almeno cinque
minuti. Che cos’era?” chiese
“Nulla. Solo una canzoncina che
mi cantava mia madre da piccola, scritta di suo pugno” minimizzai
“Era veramente carina… posso
sentirla?”
“Sei il secondo Cullen che mi
usa come jukebox” sghignazzai “Tra un po’ mi sostituirai al tuo stereo”
“Saresti anche esteticamente più
bella. E poi occupi meno spazio” sorrise sincero
Arrossendo per quel complimento
implicito, mi schiarii la voce e iniziai a cantare.
“Come fil di seta,
son questi bei capelli
che scorron tra le mie dita
come piccoli ruscelli.
Scendendo un po’ più giù,
sulla tua peschea pelle,
accarezzo la tua fronte
dove giocano le stelle.
vivaci e intelligenti,
mi fissano curiosi,
gioiosi e sorridenti.
su questo bel nasino,
si sta andando a posare
un tenero bacino”
Mi interruppi, imbarazzata.
Aveva sempre detto che non era un granché né come cantante, né come poetessa,
ma non per questo si era mai tirata indietro. Mi mancava così tanto la mia
mamma svampita e pazzerella…
“È finita?” domandò Edward “È
molto carina. Originale, scorrevole… unica”
“Si, beh… mi ha sempre detto che
non era chissà quale poetessa… ma aveva la voglia di provare, cosa che io non
ho mai avuto…” risposi evasiva cercando di portare il discorso da un’altra
parte. Altro che finita!
“Bella, sei proprio sicura che
sia finita?” mi chiese sogghignando Edward, matematicamente certo che stessi
mentendo.
E come ingannarlo: [(rossore +
balbettio) x sguardo vacuo] x Bella = MENZOGNA!
“Va bene, mi arrendo! La canzone
è finita…” borbottai
“E cosa manca per renderla
completa?” sghignazzò contento di avermi messo alle strette
“Manca che, al termine della
canzone, mia mamma… si chinava su di me e mi dava un bacio sulla punta del
naso” ammisi, rossa
Lo sguardo di Edward s’intenerì.
“Sai, di mia madre ricordo poco, al contrario tuo” disse “Ricordo la sua
passione per il pianoforte, e la sua pazienza quando iniziò a darmi lezioni.
Ricordo che veniva tutte le notti a darmi rimboccarmi le coperte e a darmi il
bacio della buonanotte; anche quando ero un ragazzo, ormai, e pensava che non
me ne accorgessi. Ma la sentivo arrivare, sempre, e non potrò mai scordarmi
quel suo profumo buonissimo che mi avvolgeva ogni volta…” Si perse un attimo
nei suoi ricordi, poi si riscosse e sorrise “Questi sono i più bei ricordi che
ho di lei. Ma non mi lamento, ora, perché ho trovato in Esme la madre ideale. È
lei mia madre, ora, e non la cambierei con nessun’altra”
“Lo si capisce da come la
guardi” dissi “Le vuoi molto bene”
“Senz’alcun dubbio. È mia madre”
Gli sorrisi. “Dai, ora vediamoci
questo film. Non ho proprio intenzione di passare l’eternità come schiava di
Alice... o peggio ancora con lei nei centro commerciali!”
Rabbrividii, alzando un po’ il
volume per iniziare a vedere il film con il minimo interesse storico.
Naturalmente c’era qualcuno che non era d’accordo.
“Bella, non stai dimenticando
qualcosa?” mi richiamò Edward, e il sorrisetto che gli increspava le labbra era
furbo come quello di sua sorella.
“Che io sappia no... non ho
lasciato aperta l’acqua della doccia?” aggiunsi poi preoccupata
Lui rise, scuotendo il capo.
“Sto ancora aspettando il mio bacino” disse allegro
Ok. Chiaro, stavo sognando; ora
mi sarei svegliata e avrei scoperto che si è trattato tutto di un sogno... già
avere la sua testa sulle mi ginocchia era un miracolo, ma addirittura sentire
le sue parole... Bella, che puma sei andata a cacciare? Uno dipendente da
sostanza allucinogene?
Sbattei un attimo le palpebre,
eppure lui rimase fermo avanti a me, senza dissolversi in una nuvola di fumo...
e le sue parole riecheggiarono nell’aria.
Divenni bordeaux nel giro di un
millesimo di secondo, ma ciò non scalfì il suo sorriso, anzi, lo amplificò
ancora di più.
Così, deglutendo in preda
all’ansia, e con la sensazione che il cuore mi stesse per esplodere nel petto
per il troppo lavoro, mi chinai su di lui e posai le mie labbra sul suo naso,
chiudendo gli occhi per non rimanere accecata da lui.
Fu... paradisiaco.
Il suo profumo mi avvolse
completamente, sconvolgendomi, mentre la sua pelle... mmm... era squisita. Ne
avvertivo il sapore zuccherino sulle labbra, che accarezzavano piano quel marmo
liscio. Ed era solo la sua pelle! Non riuscivo a immaginare che cosa avrei
potuto combinare se fossi scesa a baciare le sue labbra morbide. Non lo avevo
nemmeno sfiorato che già ne volevo ancora, e ancora, e ancora...
Mio. Totalmente e completamente mio.
Ma mi imposi di non muovermi.
Non potevo osare tanto con lui,
e non potevo illudere così me stessa. A breve sarei tornata nel mio personale
girone infernale, e allora che cosa mi sarebbe rimasto? Solo il ricordo
doloroso di qualcosa che mai avrei potuto avere, mentre lui... lui sarebbe
andato avanti.
Che senso aveva farsi del male
così?
Mi allontanai lentamente,
tornando eretta senza staccare gli occhi dal suo viso. Lui aprì di scatto i
suoi: neri, terribilmente magnetici, eccitanti.
Due pozze di petrolio che mi
trafiggevano l’anima, tentatori.
Continuammo a fissarci senza che
nessuno dei due potesse o volesse staccarsi dagli occhi dell’altro.
“Il film...” mormorò roco
Edward, quando iniziammo a sentire i dialoghi
“Si...” risposi atona
“Dovremmo vederlo...” continuò
“Si...”
Ma nessuno dei due distolse lo
sguardo.
“È questa!” esclamai mezz’ora
dopo, distogliendo per a prima volta lo sguardo da Edward puntandolo sulla tv
“La canzone!”
*<<Al contrario c’è una parola adattissima. Non è vero Ben?>>
<<Digli qual è?>>
<<Bene.... è...>>*
Ma proprio sulla prima nota
della canzone il televisore divenne nero.
“Ma no!” urlai, fissando
scioccata lo schermo
“Ma si, invece!”
La figura minuta di Alice
comparve da dietro il televisore appena defunto, ergendosi in tutta la sua
statura sventolando al suo fianco la spina dell’apparecchio come se fosse stato
un lazzo. La sua faccia era il ritratto della rabbia.
“Bella. Come hai osato barare così!” ringhiò “Mi hai
deluso profondamente!”
“Ehi, io non ho mai detto che non avrei sfruttato ogni mia risorsa per
vincere!” ribattei piccata “Quella è una mia risorsa, quindi tecnicamente non
sto… ma poi perché mi devo giustificare con te, che sei la regina degli
inganni?”
“Perché quel titolo me lo sono guadagnato onestamente in decenni di onorata
carriera, e non permetto che mi venga sottratto così a cuor leggero!” replicò
lei testarda, ma con un sorriso soddisfatto sul volto.
“Io ho solo giocato le mie
carte, come fai sempre tu” dissi
“Non le hai giocate tutte,
però…” insinuò maliziosa
“Alice” ringhiò Edward,
tirandosi su e fissandola accigliato
“Oh, suvvia, rosso, non facevi
tanto l’acidello fino a tre minuti fa” disse Emmett comparendo di fianco a
Alice “Eri pure carino… bimbo, lui, così tenero e indifeso”
Sgranai gli occhi, diventando
viola per l’imbarazzo. Edward sembra sconvolto quasi quanto me.
“Da quanto siete lì?” chiese
scioccato.
“Sarà mezz’ora che ci sorbiamo
quella palla di film, fratello” spiegò Rose seguendo il marito, spazzolandosi i
vestiti “Molto carini, davvero, ma se mi si è rovinato il vestito ti mando il
conto della tintoria”
“Io sono dalla vostra, ragazzi –
anche perché le vostre emozioni mi fanno proprio bene – ma secondo me dovreste
prestare un po’ più di attenzione al resto” disse Jasper alzandosi e porgendo
una macchinetta a sa moglie “E soprattutto, cercarvi un luogo, come dire… più
appartato”
“Quella cos’è?” sibilai,
cercando di non badare all’imbarazzo ma solo alla rabbia
“La mitica Alice Photo Machine!”
esclamò lei “Siete venuti proprio bene, a proposito”
“Dammela” ringhiò Edward,
arrabbiato
“Subito” aggiunsi
“Non temete, vi farò avere due
copie” replicò quella… quella… grr, non esisteva aggettivo per classificarla,
in quel momento! E io che avevo anche pianto per lei, accidenti! Lacrime
sprecate!
“Nana, adesso hai esagerato”
disse Edward alzandosi furente, ma del tutto padrone di sé…
“No!” esclamò spaventata Alice
“La mia collezione di Chanel no, ti prego! L’ho comprata solo quattro giorni
fa, ti scongiuro, tutto ma non quella!”
“Ok, benissimo” sogghignò Edward
“No, neanche le mie borsette di
Prada!” si lagnò, orripilata.
“Ma allora sei incontentabile…”
sghignazzò lui “Vediamo, che altro propone il tuo modestissimo guardaroba…
chissà che cosa posso distruggerti…”
“Posso provare io?” dissi
“Prego”
Immaginai di andare di sopra e
sminuzzare tutti gli abiti di D&G che aveva comparto, sia i suoi che…
“Non ti azzardare!” gridò
isterica “Quei pantaloni ti stanno che è una favola, non osare puntagli contro
le forbici!”
Scoppiai a ridere, seguita da
Edward. “Ehi, è divertente!” esclamai
“E sembra che inoltre tu abbia
un talento più che naturale!” sghignazzò Edward, continuando a fissare la
sorella che sembrava sull’orlo del pianto.
“Ehi, voi due, basta” disse
Jasper serio, non riuscendo a sopportare il dolore della moglie. Io,
mortificata, smisi subito, mentre Edward sogghignò.
“Oh, Jazz, se temi per la tua
mogliettina non oso immaginare come starai dopo che avrò bruciato la tua
preziosa scacchiera del ‘700…” disse lasciando che la sua minaccia volteggiasse
nell’aria.
Jasper impallidì, deglutendo.
“E in quanto a voi” disse poi
Edward ad Emmett e Rose “Per te, cara sorella, prevedo che tutte le tue scarpe
finiranno col passare da tacco dodici a tacco rasoterra, e per te, Emmy…” Sghignazzò maligno “Io correrei a
proteggere la carrozzeria della tua macchina… potrei accidentalmente strusciarci contro le mie chiavi, mentre vado in
garage”
I quattro vampiri, terrorizzati,
si divisero andando a proteggere i loro averi più cari, gridando : “State
lontani dalle nostre cose, mostri!”, e lasciando me e il mio angelo a rotolarci
per le risate.
“Come proposta non è male”
commentò Carlisle riponendo il giornale “Ormai è a parecchio che non vi
mettiamo piede”
“Ah, visto? Lo sapevo che papy
era un grosso” esclamò contenta Alice scoccandogli un bacio sulla guancia
“Allora siamo tutti d’accordo?”
“Ci sto” esclamò Edward
“Anche io” disse Rosalie
“Idem!” urlarono Emmett e
Jasper, seduti ai piedi del divano intenti a giocare alla play.
Io staccai gli occhi dallo
schermo per fissare perplessa Alice, con almeno un milione di domande in testa.
“Anche io, solo…” risposi,
attirando su di me gli sguardi gentili di tutti. Mordicchiai nervosamente il
biscotto e poi mi azzardai a parlare. “Vampiri che giocano a baseball? Non lo
trovate un passatempo un pochino… frivolo?”
Scoppiarono a ridere, divertiti.
“Bells, in qualche modo dovremmo
pur impiegare il tempo, piccola!” disse Emmett “Ti assicuro che lo sport al
massimo delle nostre capacità è un vero spasso. Finalmente possiamo essere noi
stessi”
“Già, e poi, se proprio vogliamo
parlare di passatempi frivoli, guarda come si sono ridotti quei due” disse
Edward raggruppando i suoi spartiti, alludendo ai suoi fratelli seduti sul
tappeto di fronte a me.
“Ehi!” esclamarono loro piccati
“Giocare alla play è un’arte raffinata!”
“Si, si, come volete voi…”
“E dove giocheremo?” chiesi
“Abbiamo un nostro campo
abbastanza lontano dalla città, in mezzo al bosco” mi spiegò Esme
“Organizzati” sorrisi “E ben
protetti con il fragore del temporale… certo, sarà un pochino difficile giocare
sotto la pioggia”
“Niente pioggia nello spiazzo!”
annunciò Alice sedendosi vicino a me “Saremo all’asciutto, garantito dal
servizio meteo più preciso del mondo!”
“Ti sei scordata modesto…” la
presi in giro mentre lei mi abbracciava la vita
“Comunque, le squadre sono:
Jasper, Rose, Esme e Edward contro me, Bella, Emmett e Carlisle” continuò
“Sopra ognuno di voi ha una divisa, quindi filate a cambiarvi immediatamente,
che tra venti minuti si parte!”
“Ah, io contro voi due, e,
nanetti? Bene, bene, ci sarà da divertirsi!” rise Emmett entusiasta “Ovviamente
mi limiterò, non voglio vedervi piangere. Sono pur sempre il vostro fratellone
maggiore”
“Si, si, non limitarti troppo, o
non ci sarà gusto a batterti” disse Edward
“Figliolo, ricordati che
l’umiltà è la miglior virtù… soprattutto quando sai per principio che vinceremo
noi!” disse Carlisle serafico come sempre
“Ma dai, papà! Adesso non diciamo
fesserie! Noi siamo più forti!” disse Jasper
“Certo, come no!” disse Alice
“Sbruffoni!”
“Ma dai, Alice, siamo migliori
in tutto…” disse Rose “Quando hai fatto le squadre dovevi mettere in conto la
nostra vittoria a tavolino”
“Ne siete proprio certi?” disse
Esme. Tutti la fissammo, e lei ci sorrise, guardandomi fisso “Ci stiamo
dimenticando un elemento fondamentale e soprattutto sconosciuto” disse serafica
“Bella, hai mai giocato a baseball?”
L’attenzione si spostò
velocemente su di me, facendomi arrossire. “Una o due volte, da umana…” dissi
“Vinceremo di sicuro” dissero
Jasper e Edward, dandosi il cinque.
Storsi il naso, infastidita. Ok,
gli avevo detto di non essere portata per gli sport, ma non doveva
sottovalutarmi così. Adesso sì che glie l’avrei fatta pagare.
“Ed era l’unico sport in cui
fossi brava” sogghignai, gioendo nel vedere le espressioni vittoriose dei due
fratelli venir sostituite da due allarmate.
“Grande sister!” disse Emmett
dandomi il cinque “Ora si che vinceremo noi!”
“Ve l’avevo detto di calcolare
tutte le variabili” disse Esme calma, per nulla preoccupata
“Non me l’avevi detto” disse
Edward offeso
Io alzai le spalle. “Tu non me
lo hai mai chiesto” risposi.
“Andiamo a cambiarci, dai!”
trillò Alice tirandomi di sopra, ridacchiando. “Sapevo che eri una grande… come
abbiamo fatto senza di te fino ad oggi…”
“Si tira avanti, senza di me”
dissi entrando in camera
“Ma che dici! Non possiamo
andare avanti senza di te, non dire più eresie del genere!” mi sgridò
arrabbiata
“Alice, scherzavo”
“Meglio per te!”
Si avvicinò al letto mantenendo
quell’espressione furiosa, mentre io sospiravo pesantemente.
Perché avevo fatto
quell’infelice battuta?
Andai da lei e l’abbracciai
forte. “Scusa” mormorai
“No, non ti scuso” ribatté lei
abbracciandomi “Non finché avrai certi complessi. Un deficiente in famiglia
basta e avanza, e ti assicuro che Edward è anche troppo”
“Alice, io voglio essere una Cullen. Giuro, è tutto ciò che desidero” dissi
convinta, sentendo l’abbraccio di lei farsi più caloroso.
“Lo sei già, sorellina” mi
sussurrò bacandomi una guancia.
Si staccò e poi sorrise. “Dai,
mettiti quella divisa che ti ho preparato con tanto amore. Io mi vado a
cambiare, ok?” disse, e si volatilizzò fuori dalla mia camera.
Mi affrettai a cambiarmi,
indossando una bella divisa blu cobalto, con rifiniture bianche. Sul retro
della maglietta, grosse lettere bianche scrivevano Bella sulla mia schiena. Scossi il capo, divertita; Alice faceva
sempre tutto in grande stile.
Mi misi anche le scarpe e legai
i capelli in una coda alta, completando il tutto con un cappello blu. Uscii
dalla mia camera proprio mentre Edward chiudeva la porta della sua stanza,
vestito con una tuta identica alla mia ma bianca dalle rifiniture blu.
Arrossii, imbarazzata; era la prima vota che ci ritrovavamo da soli da quella
mattina.
Mi fissò un secondo, come
folgorato, per poi ricomporsi in fretta.
“Stai bene” sussurrò venendomi
incontro
“Grazie” risposi
“E così, siamo nemici?” domandò
scendendo le scale
Risi. “Che brutta parola!” dissi
“Diciamo che, più che altro, siamo avversari. Ti avviso che non mi risparmierò”
“Non voglio che tu lo faccia” mi
rispose arrogante “Che gusto c’è a combattere contro chi non si impegna?”
“Attento, Cullen, perché
stavolta uscirai perdente da questo scontro” lo misi in guardia
“Io non credo proprio”
“Spero non ne rimanga deluso;
non mi terrai il broncio dopo la tua sconfitta, vero?”
“Piuttosto mi preoccupo per te.
La delusione potrebbe essere troppo grande” mi sbeffeggiò “Ma sei vuoi una
spalla su cui piangere, puoi sempre bussare alla mia porta. Sai che sono un
tipo magnanimo e di buon cuore”
Arrossii, voltandomi verso il
corridoio, con la gola improvvisamente secca. Per mia immensa fortuna, Emmett
venne in mio soccorso.
“Che stai facendo alla mia
piccola sorellina indifesa?” chiese “Non starai per caso usando su di lei
qualche strano trucchetto psicologico, vero?”
Decisi di approfittare della
situazione, e mi avvicinai a lui abbracciandogli la vita. “Fratellone,
fratellone, aiutami tu!” piagnucolai
“Ma certo, piccolina, ti
difenderà il prode Emmett” disse cullandomi “Quel mascalzone non riuscirà a
metterti le mani addosso”
Notai Edward fissare il fratello
con sguardo scuro, decisamente arrabbiato.
“Che sta succedendo qui?” chiese
Alice arrivando “Ho chiaramente detto che le lotte tra fratelli dovranno essere
fatte dopo la partita, invece ho appena avuto una visione del muro del salotto
distrutto”
“Edward ferisce la nostra
sorellina” disse Emmett serio
“Edward! Come puoi fare una cosa
del genere?!” esclamò finta esterrefatta Alice, correndo ad abbracciarmi al
posto di Emmett “Isa è così fragile e delicata… pensavo volessi solo il suo
bene!”
“Non vi preoccupate, vi difendo
io da quel bifolco” disse Emmett mettendosi davanti a noi
Edward si accucciò leggermente,
ringhiando piano. “Basta” sibilò
Emmett e Alice scoppiarono a
ridere, per qualche inspiegabile motivo, e mi lasciarono sola in corridoio con
lui.
Notando il suo sguardo adirato,
gli andai incontro titubante, mentre i suoi occhi neri mi scrutavano
contrariati.
“Sei arrabbiato?” domandai. Non
rispose, e la cosa mi provocò un dolore nel petto. Gli presila mano e lo fissai
supplicante. “Stavo scherzando, Edward. Non volevo… irritarti in qualche modo.
Scusami”
Sospirò e tornò a fissarmi con
il suo sguardo ambrato. “Non farlo più, per favore” sospirò “Non posso…
concepire l’idea che… per un mio comportamento irriguardoso nei tuoi confronti…
tu possa decidere di allontanarti da me… arrivando a considerarmi addirittura
un pericolo”
“Non lo farei mai, Edward” dissi
sincera.
Mi fissò negli occhi in cerca di
tracce di una possibile menzogna. Non trovandone alcuna, mi sorrise e intrecciò
le dita della sua mano con la mia, portandole poi ad accarezzarmi la guancia.
“Voglio… che tu sappia…”
mormorò, cercando le parole giuste “Che non stavo scherzando, prima. Se tu
avessi un qualsiasi problema, un qualsiasi pensiero che ti dovesse turbare,
vorrei che non esitassi a dirmelo. Mi farebbe… immensamente piacere sapere di
poter alleviare le tue sofferenze. Sapere che mi consideri spalla su cui puoi
piangere. Quello che cerco di dirti è… che… insomma, potrai sempre contare su
di me, per qualsiasi cosa. Sempre”
Mi fissò con gli occhi dorati
che ardevano di sincerità, catturando la mia anima.
Oh, Edward… come posso
proteggerti se fai così?
“Promettimi che sarò il primo
che chiamerai, quando avrai bisogno di qualcuno” continuò serio “Promettimelo.
Per favore”
Io annuii, completamente
soggiogata dal suo sguardo, da lui.
Edward mi rivolse un sorriso
timido, e poi, quasi intimorito, posò le labbra sulla mia fronte, facendo sì
che il fuoco che sentivo a ogni suo contatto tornasse a bruciarmi nelle vene.
“Per favore, non allontanarmi da
te” mormorò sulla mia pelle.
Poi, una volta sicuro di avermi
completamente imbarazzata, mi condusse in garage tenendomi per mano. Lo seguii
docilmente, troppo sconvolta dalle sue ultime azioni per accorgermi che mi
aveva fatto salire sul jeepone di Emmett e ora scorrazzavamo verso il campo.
Edward, che cosa mi sta
succedendo?
Che cosa provo io, per te?
“Già. Ecco un altro punto a
favore di Forks. È proprio il posto ideale per… ehi! Ragazzi, piantatela immediatamente!”
ringhiò in direzione di Emmett e Jasper, che si stavano preparando a lanciarsi
l’uno contro l’altro. Probabilmente la questione riguardava il punto che Esme
aveva assegnato alla nostra squadra, cosa che era stata causa di venti minuti
di lamentele e litigi in quanto “Non regolamentale e assolutamente di parte”.
“Mi spiace, spero non ti stia
facendo un’idea sbagliata dei tuoi fratelli” disse Carlisle con un sospiro
rassegnato “Cioè, un’idea ancora più
sbagliata”
Ridacchiai. “Nah… ormai dovrei aver
visto di tutto”
“Ti dico che era punto nostro,
brutto zoticone con i capelli a spazzola!” ringhiò Jasper
“E io ti dico di no, brutto
soldatino di piombo che non sa neanche distinguere la differenza tra una mazza
e una palla!”
“Adesso ti facci vedere la
differenza tra salute e dolore atroce!”
“Vieni un po’ qui, dai, fammi vedere che sai fa…”
Un rombo assodante seguì il
cozzamento delle teste di Emmett e Jasper, dopo che Esme le fece scontrare
contro di loro.
“Mamma!” esclamarono loro due
portandosi le mani sul capo, gli occhi lucidi per il dolore
“Mamma un bel niente! Piantatela
di fare i ragazzini o potete scordarvi di giocare le prossime partire e di
vedere
“NO! Questo no! Oddio, che
atrocità!” piansero loro
“Allora fate le persone mature!”
“Si, mammina”
Alice, Rose e Edward scoppiarono
a ridere.
“La amo anche per la sua
capacità di mantenere ordine e disciplina” disse Carlisle dolcemente
“Eh! All’anima dell’amore
materno!” esclamai sconvolta, e leggermente terrorizzata. Poi mi resi conto di
averlo detto ad alta voce, e mi voltai verso di lui arrossendo “Cioè, no, non
intendevo… non volevo dire così… oddio, che figura!”
Mi seppellii il volto nella mano
mentre Carlisle rideva fragorosamente.
Ormai eravamo all’ultimo inning
di una partita strabiliante – almeno per me, visto che era la mia prima volta e
che gli unici ricordi erano sbiadite immagini di un gioco molto, ma molto più
noioso.
Non mi ero mai divertita così
tanto, semplicemente perché non mi ero mai sentita così tanto libera. Correvo,
giocavo con tutto il mio impegno e la mia grinta – causando un moto di orgoglio
nella mia squadra e un coro di proteste verso Alice che si era scelta “Uno dei
giocatori migliori” – imparando quante più tecniche potevo assimilare dai miei
compagni e soprattutto ridendo.
Ridevo per tutto, per ogni
battuta, per ogni punto che segnavamo, di qualsiasi squadra, ridevo perché mi
sentivo accettata, in famiglia.
Ero così felice che ben presto
Jasper iniziò a tallonarmi, ricevendo più di un rimprovero dalla sua squadra;
lui si scusava dicendo solo che era colpa delle mie “emozioni intense e
positive”, che gli facevano bene.
“Non è colpa mia se siete
diventanti dei vecchi bacucchi noiosi e apatici” aveva detto “Dovreste
rallegrarmi che finalmente ho trovato qualcuno a parte Alice in grado di
contagiarmi con il proprio stato d’amino e soddisfare il mio appetito empatico”
Questo aveva scatenato un
timeout di almeno venti minuti, durante i quali Jasper aveva tentato di
scappare dalle grinfie di Rose e Emmett, che gli avevano gridato dietro di
tutto e di più, venendo poi successivamente salvato dal sua moglie.
Ed ero felice, ma anche molto
imbarazzata, da ogni occhiata che mi rivolgeva Edward: mi studiava
intensamente, assorto, cercando – e lo notavo dalla leggera frustrazione che
qualche volta solcava il suo viso, sottoforma di una deliziosa ruga sulla
fronte – di decifrare i miei pensieri; erano occhiate in grado di scaldarmi
l’anima, intense e dolci, che si illuminavano di felicità riflessa ogni qual
volta mi sentivano ridere allegra.
Sembrava che dalla mia felicità
dipendesse la sua, cosa impossibile visto che era l’esatto contrario.
“Ok, ultimo tiro, poi si chiude”
annunciò Rose
Afferrai la mazza di metallo e
mi portai alla casa base, preparandomi a colpire. Il lanciatore era Rose, che
mi rivolse un sorriso arrogante – avevo appena scoperto il lato competitivo di
mia sorella – al quale risposi con un ghigno identico. Poi, la palla scattò con
sibilo sinistro verso di me, che riuscii a colpirla con tutta la forza che
avevo in corpo, sparandola molto lontano.
Iniziai a correre più veloce che
potevo, sapendo che Edward stava facendo lo stesso per prendere la palla.
Una… due… tre… ormai c’ero,
ormai c’ero… ma sentii Edward lanciare la palla con tutta la sua forza… e il
sibilo farsi più vicino… strinsi i denti e mi lanciai verso la casa base…
“Salva!” decretò Alice con un
enorme sorriso
“Abbiamo vinto!” urlò Emmett,
correndo verso di noi
Vidi Jasper lanciare il cappello
per terra in un gesto di stizza, ma poi sorriderci allegro, prima che la
visuale mi fosse coperta dai miei compagni di squadra. Carlisle mi scompigliò
affettuosamente i capelli, ridendo, mentre Alice mi gettò le braccia al collo e
mi urlò nelle orecchie “Abbiamo vinto! Abbiamo vinto!”, mentre io non riuscii
fare altro che abbracciarla. Poi, Emmett ci strinse tutt’e due in un abbraccio
mozza respiro, urlando festoso e facendoci volteggiare da terra. Alice si
staccò e atterrò con grazia, andando a consolare il marito, mentre Emmett
decise che per festeggiarmi mi avrebbe concesso di arrivare alla luna. Iniziò a
lanciarmi in aria, parecchio in alto, ma questo non fece altro che contribuire
ad aumentare le mie risate.
Ero contenta.
Stavo bene.
“Un altro salto, Bella! Oplà!”
ruggì Emmett contento, lanciandomi in aria
“No, basta, ti prego!” risi
mentre mi godevo la sensazione di volare.
Ricaddi verso il suolo, ma le
braccia che mi presero stavolta appartenevano al mio angelo personale.
Mi ritrovai ad annegare in
quegli splendidi occhi d’oro, che mi fissavano allegri, divertiti dal mio
entusiasmo.
Arrossi, ma non mi scostai. “Hai
visto, campione? Ti ho stracciato!” gongolai sfidandolo con lo sguardo “Non ti
è servita la tua velocità, stavolta!”
“Miss Swan, non sarà forse che
io, in quanto magnanimo e generoso di cuore abbia deciso di concederle la
vittoria non giocando secondo le mie forze?” rispose con un sorriso
provocatorio
Lo fissa stupefatta,
allontanando le sue bracca dai miei fianchi.
“Non è vero… tu… no… oh, non
puoi avermi lasciato la vittoria, non è giusto!” sbottai offesa, gonfiando le
guance come una bambina.
La sua risata cristallina
irruppe nell’aria, costringendomi a voltarmi verso di lui, piegato di fronte a
me per le troppe risa. Era bellissimo vederlo ridere così, di cuore.
“Bella, vorrei che potessi
vedere la tua espressione! Sembri una bambina!” ridacchiò aprendo gli occhi per
fissarmi
“Ah, grazie! Intanto, questa
bambina ti ha battuto!” continuai offesa, non negandogli però il mio sguardo.
Con un movimento velocissimo mi
fu accanto. Lo fissai stupita e lui mi mise le mani attorno ai fianchi.
“Su, piccola bimba capricciosa,
adesso farò tornare io sorriso sulle tue labbra, sperando nel tuo perdono”
sghignazzò. Un minuto dopo, mi sollevò in aria e mi lanciò come aveva fatto
Emmett
“No, no, no, no… ahahaha!”
gridai, prima di scoppiare a ridere mentre volavo in alto
Edward mi sorrideva raggiante,
prendendomi e rilanciandomi in aria con delicatezza e una dolcezza unica,
sorridendomi allegro.
Dopo l’ennesima ricaduta verso
le sue braccia mi prese per la vita e, invece di lanciarmi, fece un giro su sé
stesso facendomi volteggiare nella’aria, ridendo felice assieme a me.
“Oddio…” ansimai in cerca di
ossigeno, le gambe barcollanti “Mi gira tutto…”
Mi abbracciò stretto ridendo
piano. “Tranquilla, ti tengo io” disse “Scusa, ho esagerato un po’”
“No” risposi arrossendo “Sei
bravo a fare la trottola”
“Se ti fa di fare un altro giro,
chiamami pure”
“E il tempo è... scaduto in
questo preciso istante!”
L’urlo raggiante di Alice mi
fece gelare sul posto. Oddio. Avevo completamente scordato la mia scommessa
contro di lei.
“Alice... ti prego, dimmi che
non sono le sette” supplicai
“Le sette e diciassette secondi
precisi, esattamente” ghignò lei trionfante “E dimmi, te lo sei ricordato?”
“Ehm...”
“Alice, che hai combinato?”
chiese divertito Carlisle “Bella sembra sul punto di avere un infarto”
“Abbiamo scommesso” rispose
semplicemente
“Ah, ecco. Allora è tutto nella
norma” sghignazzò Rosalie “Bella, mi dispiace. Porteremo crisantemi sulla tua
tomba”
“Dopo tutto lo shopping a cui ti
sottoporrà quello scricciolo è una cosa naturale... fossi in te le darei le
spalle e inizierei a correre più veloce che puoi verso i Caraibi... un po’ di
sole ti farà bene” disse Emmett
“Non lo farà mai. Bella è una
vampira d’onore” disse solenne Alice
“In questo momento vorrei tanto
non esserlo” borbottai, facendo sghignazzare i ragazzi
“Allora? La canzone?” ripeté
spazientita Alice
“Non me la ricordo, Alice”
ammisi sconfitta. Allargai le braccia “Coraggio. Fa di me il tuo eterno
manichino. Mi immolo. Almeno salverò altri da questo destino infame”
“Grazie!” sogghignò Rose
“Oh, no. Troppo facile. Devo
pensarci attentamente” disse lei prolungando la mia tortura
“Oddio. Ho un folletto sadico in
famiglia” sospirai, facendo ridere i presenti.
Emmett si sedette sul prato
portando con sé Rose, che ridacchiò dandogli una pacca sulla spalla. Jasper
aspettò pazientemente che Alice terminasse la formazione del suo piano
diabolico, mentre Esme e Carlisle, abbracciati, ci fissavano con un enorme
sorriso.
“Ok, ho deciso!” esclamò dopo
dieci minuti di orribile e straziante suspense, facendomi sobbalzare.
“Oh, alleluia!” sbuffò Emmett alzandosi
“Dopo una lunga e ponderata riflessione io, Alice
Cullen in Hale ho deciso che, per punizione…” disse solenne Alice, mentre suo
fratello batteva le mani sull’erba e gli altri mi fissavano “… Bella dovrà essere baciata dal nostro qui presente
Sexy Boy single, Edward Anthony Masen Cullen!”
Mi irrigidii, imbarazzata; altro
che Volturi, Alice era tremila volete peggio!
“Ma dico, sei matta?!” esclamai
rossa, mentre quei disgraziati componenti della nostra famiglia ridevano “Non
puoi... ma che ti salta in mente?! La punizione riguardava me, mica tuo
fratello! Non puoi metterlo in mezzo, magari neanche gli va...”
“D’accordo, lo faccio”
Mi immobilizzai e mi voltai
lentamente verso Edward, che mi fissava serafico come sempre. Dai nostri
fratelli partirono grida di ammirazione e fischi a non finire.
“Mai che tu mi regga il gioco”
sibilai imbarazzata. Mi fece l’occhiolino.
La voglia di scoprire
l’affascinante mistero di quelle labbra era troppo forte. Non avrei mai
retto... forse, dopotutto, avrei dovuto ringraziare Alice.
Il mio angelo mi si avvicinò
ancora di più, sorridendo calmo.
Oddio, il sogno di una vita si
stava per realizzare... peccato che non eravamo da soli, ma con sei spettatori
che non facevano nulla per lasciarci spazio, anzi, ci fissavano perforandoci la
schiena – chi malizioso, chi felice, chi commosso, chi vittorioso...
Non era proprio così che mi ero
immaginata il momento.
Però... c’era Edward. Ed era me
che stava per baciare.
Fissai paralizzata Edward
avvicinarsi a me, incantata dai suoi occhi. Ormai sentivo il suo respiro fresco
sul viso...
“Ed ecco che qui, su questo
bel nasino, si sta andando a posare, un tenero bacino”
Il suo sussurro divertito mi
lasciò di stucco, ma mi sconvolsero di più il sentore delle sue labbra sulla
punta del mio naso.
Erano morbide, fresche e
delicate. Paradisiache e dannate insieme. Perfette.
Subito ne volli ancora, e
ancora. Ma non così.
Volevo un bacio vero.
Stavo per alzare il viso...
“Ma no! Non vale così!”. L’urlò
scontento di Alice arrivò da molto lontano.
Ci separammo per rivolgerle
un’occhiata. Nostra sorella ci fissava delusa, le braccia conserte e una
smorfia corrucciata adorabile. Meno male che ero io la bambina di casa Cullen.
“Non era questo tipo di bacio
che avevo in mente” si lamentò
“Allora, la prossima volta sii
più precisa” ribatté Edward “E piantala di farti i film nella testa, ok?”
“È inutile, tanto non smetterò
mai”
Edward sbuffò e mi prese per
mano, portandomi via. Io ero ancora troppo sconvolta.
“Via! Fuga romanica dei due
piccioncini!” urlò Jasper
“Fatevi onore!” esclamò Emmett
“Stupidi” commentò Edward
Si voltò verso di me e sorrise.
“Spero tu non sia arrabbiata” disse
“No” risposi “Anzi, grazie. Mi
hai salvato ancora”
Mi sorrise, stringendomi di più
la mano. “È compreso nel pacchetto” disse fissando dritto davanti a sé “Ti
salverò sempre, da chiunque e da qualsiasi cosa”
Arrossii, abbassando lo sguardo
con un sorriso. “Grazie”
Intrecciai le sue dita con le
mie, felice di sentire la sua presa stringersi piano sulla mia pelle.
Ero felice. Ora più che mai.
Il mio posto era lì.
In quel bosco, nel silenzio
della sera, mentre una pioggia delicata iniziava a cadere su di noi.
Lì, nella nostra stretta, avevo
finalmente trovato il mio posto.
*Copyright della Disney, tutti i diritti riservati
** Indovinate chi ha detto questa frase? XD E' un cartone, ispirato alla disney Mary Poppins e è prodotto dalla Fox... XD
Risposte!!!
mylifeabeautifullie: sorellina!! Eh, eh, mi sn fatta desiderare troppo. Sn felice di sapere che ti sn macata, sia io che la mia storia. Eh, eh, Jasper ha molti lati nascosti... soprattutto quello del maestro isterico! Ma Esme sa che cosa pensa il suo bambino. E Trevor è stato fantastico! XD Un kissone enormeShinalia: Grazie! Io sn pro maestri psicotici... soprattutto se il maestro è Jazz!!
MimiMiaotwilight4e: ;P Mi dispiace, more, ma sn stata segregata dai libri. Aevo il manuale di latino che mi puntava una pistola alla tempia, giuro! Eh, eh, il vero bambino di casa cullen è Jasper, non Emmy... ma non sopporti i bambini? O.o Io invece li adoro, sono come Bella e Esme. Ih, ih, pochi momenti pucciosi, hai detto.. spero di rimediare con qst. Bacioni
Musa_Talia: XD Ciao! Non temere, io mi sn ispirata alle recite delle mie elementari, e al casino che facevamo noi! Più o meno Trevor era un mio compagno... ihihih! Grazie per i bei complix sul mio stile, e sn onorata di avere due fan nella medesima famiglia. E sn felice che adori i capitoli extra lunghi! Goditi questo. un bacione!
Princesseelisil: Fede, grazie mille! Sn felice che ti siano piaciuti i pochi momenti EdxBella, spero di rifarmi con qst cappi!
samy88: XD Thanks! Meno male che Jasper è piaciuto, pensavo di dover emigrare all’estero dp qll che avevo scritto. Sei in periodo di esami? Tanto ce la farai! Spero che troverai il tempo per leggermi comunque... ma io sn certa che superari a pieni voti gli esami! In bocca al lupo! ;)
Bella_Cullen_1987: Grazie piccola! Anche per il tuo voto! Sn felice ti sia piaciuto, e spero che i tuoi esami stiano andando bene! In bocca al lupo anche a te!
Wind: Eh, eh, mi sn decisa a tornare, finalmente! Eh, già, stavolta ho proprio stravolto Jasperino... non se lo meritava? Forse.... però ha un motivo profondo per comportarsi così... almeno spero di averlo espresso chiaramente! I fratelli, beh... sn smp fratelli, per di più Cullen? Cosa possiamo aspettarci da loro? XD Bacioni!
ColeiCheAmaEdward: Ciao! Sn felice che ti sia piaciuto! Eh, il nostro grandissimo soldato ha un lato oscuro... il suo odio per gli infanti! XD spero che qst cappy ti piaccia!
Flockkitten: XD ma, alla fine non sn serviti i tuoi venti commy, anche se mi avrebbe fatto molto piacere! Non ho postato in settimana, ma con una certa regolarità, in confronto al resto! Povero Jaspy! Ce gli ho fatto fare, l’ho ridicolizzato! Non ha proprio self control, non con i bambini! Un bacione, e ancora grazie!
SweetCherry: XD Ti ho fatto ridere così tanto? XD Lo so, nn molti momenti tra EdxBella, ma comunque ho dato fondo al carattere nascosto di Jasperino! W il Jasper a contatto con i bimbi!!
Finleyna 4 Ever: Fede!! Sisterina! Visto, ho aggiornato in tempo! Me lomeritoun brava? Un sl? Sn felice che Jasperino Teacher schizzato sia piaciuto, io pesavo avrebbe traumatizzato molto!! Mentre Bella... eh, Bella rimane pucciosamente
Lily Evans 93: sempre lode a Trevor!! Giulia, ti va se fondiamo un club in suo favore? XD Ti piacerebbe lavorare a contatto con i bambini? Io li adoro, ma non so se è il mestiere giusto per me... bah! Lo so, i bambini sn a volte dei veri demoni, ma a Jasper ricordano tanti i suoi alunni... in fondo è un tenerone. Non so tu, ms io lo vedo benissimo come insegnante... schizofrenia a parte! :P
stezietta w : Eh, eh, alla fine si vota anche lui al lato oscuro. Addirittura con dei bambini, ma Jasper.. e noi che pensavamo fossi tnt dolce e controllato... che illuse! Beh, ma in fondo lo si capisce... Emmett è pur sempre uno, e poi è il suo compagno di giochi, alla fine un ci si affeziona... quelli erano venti contro un solo, povero vampiro indifeso! Kiss!
miki18: More!!! Sn tornata, visto? Mai disperarsi! Ma di che, sn io a doverti ringraziare perché ancora non hai perso la speranza e ancora mi segui! GRAZIE, GRAZIE MILLE! GRAZIE dei tuoi complix, delle tue bellissime parole, dell’affetto che mi dimostri. Spero che questo ti piaccia! Bacioni
Goten: Tesoro! Nah, dispersa no... sl momentaneamente assente! Sn felice di averti fatto ridere, speriamo di emozionarti anche qst cappy!
Fin Fish: Eh, Maestra mia, tu si che mi capisci!!! Ma adesso ho parecchio tempo libero, si spera!!! Cmq, non ti piacciono i bambini?! O.o ai un lato Jasper oscuro anche tu, allora!!! sn felice di esser riuscita a farti ridere tnt, nn credevo i esserne capace! Ma si, va, facciamogliela dare una svegliata! Vediamo se ci riesco... dimmi cosa ne pensi di qst! Un bacione!!
kiki91: Chiaretta! XD Che bello, ti piace! Hai visto che ho aggiornato come promesso? Per una volta, eh? Sn felice che il mio Jazz psicotico nn sia poi così impossibile! Vediamo se ti paice anche qsr capitolo più romantico!!! Kissoni!
ephirith: Hi! Welcome in our big crazy family!! Sn felice di vedere una new entry, davvero! Grazie per i complix!
greta1992: ^O^ Thaks! Sn felice di portare un sorriso, se posso, quindi i tuoi complix sn più che graditi. Ma ns ancora più content che noti che, dietro la mia comicità, non dimentico mai i tormenti interiore dei personaggi. È una gran responsabilità, e anche molto difficile, secondo me, far conciliare i due aspetti. Infatti nn sn mai del tutto pienamente soddisfatta. Per la tua ff, mi dispiace, sto recuperando i capitoli, ma ho notato che non aggiorni più!! L E io poi come faccio a recensire?? Facciamo così: io aggiorno e recensisco, e tu fai lo steso con me, ok? Bacioni!
flydreamer: Tesoro, grazie! Welcome in our big crazy family, anche a te! Sn felice che mi hai scoperto, o ancor meglio, di essere riuscia a donarti qualche emozine! Mi piace anche che tu, come me, consideri Jasper molto sottovalutato: fanno male, percè è un potenziale di tutto ripstto, e va sfrttato. E poi, è così carino!!! ^///^
aLbICoCCaCiDa: My swett friend, lo sai meglio di me che sn sadica!! Ma non temere, spero che con questo capitolo mi perdonerai almeno un po’... prima di decidere che è giunto il momento di uccidermi per la mia cattiveria, ihihi!! Kiss
bell: More, non preoccuparti!! Hai visto qnt ci ho messo io ad aggiornare? Sn felice che aleno hai continuato a seguirmi nell’ombra, e ancor di più che il mio Jasperino ti abbia colpito... vediamo se riesco a stupirti anche con questo! Kiss
Momoka chan: Grazie mille!! Sn flice di aver colpito sia con la dolcezza che con l’umorismo, è una cosa difficile per me. mi dispiace aver torturato il tuo JAsperino, ma l’ho fatto con affetto! Vorrei anche io un maestro così... ma come fratello sarebbe meglio! 24h vicino a me... eh!
valinacullen89: Grazie! Sn felice ti sia piaciuto... ma si, aggiornerò più in fretta... e cercherò di non bisfrattare tnt i poveri cullen... se, ma a chi la do a bere? XD
Helen Cullen: lly mia! Pensavo che ormai non mi avresti risposto più! Ma non ti sei tradita, come tuo solito!! Sei la migliore! Sono felice che le mie idee insane ti siano piaciute! E che apprezzi l’umorismo! ^///^ meno male che hai apprezzato l’unico dei 2 momenti pucci tra due scemotti... qst capitolo stava diventando molto Jazz/Bella, ma il fatto è che Jasper non lo calcola nessuno, e io lo adoro: è un personaggio poco conosciuto, e così ci si può lavorare molto. Non trovi? Gà, la fortuna “sorride” sempre a chi sa barare bene... non indaghiamo oltre, potremmo pentircene. Infondo, si può dire ce Jasper è un insegnate unico e speciale? Un po’ pazzo, ma comunque sempre dolce. Fammi sapere se, in qst cappy, sn troppo sadica! XD Capirai il perché...
A l y s s a: Amore, grazzissime! Sn tornata, ma posso dirlo di averlo fatto con una bella sorpresa – spero! Beh, Jasper non l’ha presa moto bene: l’ho stravolto troppo! Gli abbiamo dovuo somministrare quindici flebo di camomilla e sangue di pantera per farlo cambiare... e non auguro a nessuno di anare a fare i prelievi a una pantera! Meno male che a Carlisle non resiste nessuno... ;) Ma lameno Bella, anche se stavolta non era la vera protagonista, l’ha aiutato un pochino... tavolta Jazz è stato la star indiscussa! Mq, si, qll che speri ci sarà.. ma molto più in là... mi disp! Ehehe! Bacione!
luisina: Amore!!!
Due giorni che non ti sento e già mi manchi! Ma msn è morto, mo vediamo se si
riprende... eheh, sn felice de tuo occhi sempre attento ai particolari, e di
coe la storia sembra averti preso! Meno male che, andando avanti, non ti sei
stancata della mia storia! Un bacione gigantesco, a prestissimo!!
I coraggiosi che mi hanno messo tra i preferiti, i nuovi arrivati e quelli che resistono: Grazie. Grazie, grazie, grazie infinite, miei splendidi angeli, ormai saliti a 265; che la vostra luce continui a farmi da guida.
Le stelle che seguono e vegliano costantemente su di me: silenziose, dolci e indispensabili anche se intangibili, mille grazie a voi, 44 stelline mie.
(Twilight)
New Moon - La
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(Twilight)
Sei tutti i Miei Domani
Spoiler: Prox Capitolo GRIZZLY IN LOVE... AND JASPER MARRIED!!
"Sai che giorno è domani?" disse Emmett con lo sguardo lucciconi
"Il 14 ottobre?" risposi insicura
"Esattamente!" rispose Emmett radioso "Ed il 14 ottobre è una
data importantissima nell'EmmyRose calendario perchè..."
"E' il giorno in cui ho chiesto per la prima volta alla mia rosellina
adorata di sposarmi!" completarono Edward, Jasper e Alice alzando gli
occhi al cielo.
Emmett fece una linguaccia. "Voi non sapete proprio che cosa sia il
romanticismo!" sbuffò "Bella, sei l'unica che mi capisce!"