Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Lo Otta    12/11/2017    0 recensioni
Lasciare la propria casa è difficile, e salutare famigliari e amici ancora di più. E se nella tua nuova città vieni pestato e derubato, costretto in una tenzone amorosa e turbato dai tuoi sentimenti puoi stare bello fresco.
Partecipante al contest “End of the Line” indetto da Found Serendipity
Partecipante alla challenge "Mal d'amore challenge!" indetta da AcquaSaponePaperella
Partecipante al contest "Festa + Alcol = guai" indetto da Hermit_
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CARNIVALE ETILICO
Chi ha ucciso l’uomo e il ragazzo

  -Come ti senti, stai bene?- attorno alla massiccia figura di Charl riversa a terra si era creato un capannello di persone. Alcuni (molti) semplicemente curiosi, altri (pochi) veramente interessati alla salute dell’omone.
  Si rialzò lentamente, cercando di focalizzarsi su due o tre volti delle decine che lo attorniavano. Soprattutto giovani, ma anche anziani e cani. Cercando di ritrovare una faccia amica, spostava gli occhi tra tutta la miriade. Nessun conoscente, ma solamente una faccia gentile fermò Charl.
  Il ragazzo guardava l’uomo riverso a terra. Aveva ripreso i sensi, muoveva gli occhi, ma era ancora disteso. Fermò la girandola degli occhi sopra i suoi, iniziando a fissarlo. Il ragazzo iniziò a sentirsi a disagio. Quegli occhi fissi su di lui lo scrutavano dentro, fino a leggergli la mente.
  Charl rimaneva fermo su quei due occhi verdi, in cui scrutava solo una cosa -“Torno subito”?
  Aveva parlato. Quindi sapeva farlo. Il ragazzo pensava di aver fatto un errore come nel suo film preferito “I Muti!”. Una commedia di gangster e poliziotti. “I Muti” era il nome della banda di banditi. Non erano chiamati così per la loro fedeltà. Quattro furfanti che alla fine escono immacolati per non aver mai cantato. Anche sotto tortura, non un fiato. Fiatò un riso, ripensando alla scena dell’irruzione degli agenti nel covo. Non aveva ancora capito dove avevano trovato un tutù di quelle dimensioni per lo squalo.
  Charl mise tutta la sua forza spingendo sulle braccia, ma cadde di nuovo a terra. Due ragazzi robusti lo presero dai fianchi e lo alzarono. Uno lo aveva già visto che lavorava sotto un lampione della strada mentre in macchina andava alla festa. Un giovinotto così bello, con un buon lavoro da elettricista. Un ottimo partito.
  Finalmente rimesso in verticale, il ragazzo poteva vedere l’omone senza peggiorare la sua gobba. In piedi veniva superato di parecchi centimetri, ma anche se lo sovrastava di una testa l’uomo continuava a fissarlo con i suoi occhi, ancora appannati dal risveglio.
  Anche da alzato, Charl non riusciva a distogliersi da quel viso. Gli splendidi occhi smeraldini rimanevano dentro a due lunghe cascate fluenti, di scuri capelli. Non parlava, zittito da tutta quella bellezza.
  -Stai bene ora? Riesci a stare dritto?- il ragazzo cercava di estorcere qualche risposta. Anche se imbambolato l’uomo diede cenno di assenso. La folla iniziò a scemare, e il ragazzo si andò a sedere su un divanetto con l’altro, per controllare che stesse veramente bene.
  Charl leggeva quel volto, scoprendo ogni volta un nuovo delizioso particolare: un capello dietro l’orecchio, un piccolo neo, oppure segni di una giovinezza non ancora finita. Seduti sul sofà, mentre gli si parlava lui fissava le labbra senza ascoltare, solamente incantato dal ritmico ondeggiare delle guance di rosso tinte.
  -...Io sono Chris, un amico del padrone di casa, ma lui non poteva gestire la festa perché è sopra con una ragazza a mostrarle il suo lavoro. Non so se lo conosci, ma fa il venditore di materassi sui canali satellitari. È per questo che mi sono dovuto occupare di te, non lo voglio mettere nei casini. Capisci?- l’altro annuì non subito, certamente non sapeva ciò che gli avevano detto. Ma a lui non importava. Doveva solo accertarsi che fosse vivo, se non vegeto non importava. Fece per alzarsi ma l’uomo lo trattenne per un braccio.
  Charl si era ripreso dalla sua visione quando si alzò. Prese un suo braccio e la tirò a se, poggiando le sue labbra sulle altre. Staccatosi, sussurrò solo -Sei bellissima.
  Lo aveva baciato! Quell’uomo lo aveva baciato! Chris era sconvolto. Non aveva mai avuto dei pregiudizi su quel tipo di gente, ma non si sentiva come loro. Voleva urlare, ma con la musica che aveva ripreso a pompare potente non lo avrebbero mai sentito. E aveva paura di quel tipo. Stava ancora stringendo il suo polso. Non stringeva forte, però era molto più grosso di lui. Poteva bloccarlo facilmente.
  Quando venne liberato da quel bacio indesiderato, sentì -Sei bellissima.- e connetté. I suoi capelli lunghi lo avevano ingannato, e i suoi lineamenti gentili avevano fatto il resto. Decise di provare con quella strada, in caso contrario avrebbe scoperto cosa provano le ragazze la prima volta.
  -Signore, io sono un maschio.- Chris provò a dirlo a bassa voce, in modo tale che solo lui e Charl potessero sentirlo. Non che nella baraonda delle danze fosse necessario, ma non si sapeva mai in quelle foste dove potessero essere finiti gli ubriachi. Quando si puliva dopo sotto il tappeto ce ne erano sempre un sacco.
  Charl stava già allungando le mani quando Chris gli diede la rivelazione. Spostando la mano da dietro a davanti trovò un pacco invece di una cassetta. Aveva fatto l’errore del postino. Lei non era una lei, ma un lui. Con un sedere bello sodo, ma sempre un lui. Charl saltò subito giù dal divanetto, raggomitolandosi sulle ginocchia. Iniziò a piangere, sconvolto dall’errore madornale commesso.
  Chris si alzò e provò ad avvicinarsi per consolarlo. Era vero che ci aveva provato con lui, ma lo aveva fatto considerandolo una ragazza. Ed anche una bella ragazza, dal modo in cui ci provava. Lui gli aveva infranto il sogno, togliendo la maschera a quella bella sconosciuta dagli occhi verdi, e mostrando solo un ragazzo che non riesce neanche a farsi crescere due peletti sotto il naso. Impacciato diede due pacche sulla spalla a Charl, sperando che almeno smettesse di piangere. Per quanto casino ci fosse, quelli attorno si giravano a guardare quel tipo grande e grosso mentre frignava. A feste di quel genere c’era gente che collassava per terra, che si addormentava nel cesso o si risvegliava il mattino dopo senza un rene, ma un piagnone era abbastanza inusuale.
  -Che ne dici se ti offro qualcosa da bere, signore?
  Tirò su con il naso -Charl.
  -Come?
  -Mi chiamo Charl. Non sono un signore, mi fa sentire vecchio. Come quegli anziani che vanno con i uahaaahh.- riprese a piangere disperato.
  -Va bene Charl. Ora ci alziamo e andiamo a stenderci sul bancone. Così ti calmi e smetti di piangere.- tenendolo da una spalla, lo trascinò fino al bancone, dove lo gettò sul primo sgabello libero.
  -Jeff, facci due Pina Colada.- il barman si girò a prendere tutto l’occorrente, lasciando Chris e Charl da soli seduti.
  -Ti sei calmato ora?- Chris provava a placarlo. Charl non stava più quasi piangendo, e tirava solo qualche volta il naso.
  -Sì.
  -E allora vuoi spiegarmi perché sei salito sul palco, hai buttato giù il DJ e ti sei messo a stonare?
  La pressione che Charl si sentiva addosso era molto forte. Sentiva che sarebbe potuto svenire da un momento all’altro -Bhe, ero venuto con due amiche ma poi le ho perse di vista. Pensavo che magari chiamandole al microfono le avrei ritrovate.
  -Va bene, questo lo posso capire. Ma allora se volevi solo questo perché non hai semplicemente chiamato quelle due ma ti sei messo a cantare?
  -Io non lo so, ero confuso, mi girava la testa. Non capivo bene ciò che facevo.- tutto quel cercare di ricordare confondeva Charl. Appena il barista arrivò con i due drink Charl bevve in un solo sorso tutto il suo.
  Chris bevette il suo per metà, poi si fermò -Jeff, hai messo qualcosa in questo drink? Non è come il solito.
  -Ci ho aggiunto il mio ingrediente speciale. Il borotalco di zia Carmela. Una bomba.
  -Cosa? No!- le esclamazioni di Chris furono prese dall’euforia di Charl, che si era completamente risvegliato e nella sua stazza enorme prese Chris.
  -Lo bevi questo?- senza aspettare risposta si scolò il mezzo bicchiere rimasto di drink corretto. In preda a quella gioia febbrile, iniziò a correre per tutta la sala, tirandosi dietro Chris come un pupazzo.
  Chris stava sempre perdendo più lucidità. Quel mezzo bicchiere era sufficiente, e lentamente si stava diffondendo per tutto il corpo, facendogli venire una voglia pazzesca di saltare. Liberatosi dalla debole presa di Charl, lo sorpassò a lunghi salti.
  Charl non si fece lasciare indietro, ed entrambi corsero fino al giardino esterno. Caddero uno sopra l’altro e si misero a ridere convulsamente, senza ragione alcuna.
  -Sei mio amico?- Charl prese il viso di Chris tra le mani, stringendolo forte forte.
  -Sei mio amico?- Chris prese nello stesso modo Charl.
  -Sono tuo amico se tu sei mio amico!
  -Ed io sono tuo amico se sei mio amico!
  -Io sono tuo amico!
  -Sì, amici!
  -Ehi, amico. Andiamo a divertirci in giro?
  -Sì!
  I due corsero fino alla macchina di Charl. Si frugò nelle tasche -Non ho le chiavi!
  -Sono lì dentro!- le chiavi d’accensione erano sul cruscotto -Ma come le prendiamo?
  -So io cosa fare!- Charl si attaccò al vetro -Brutto scimpanzé impagliato, aprici la portiera!- Charl si rivolse al peluche dal lato del navigatore.

  La mattina successiva Charl e Chris si ritrovarono al fondo di una scarpata, con una gonna a portafoglio il primo e uno strano bikini il secondo.
  Qualche mese dopo arrivò una lettera che avvisava della decurtazione di molti punti dalla patente. Allo scimmiotto l’avviso non fece né caldo né freddo, dato che da tempo si era già spostato verso climi più a lui confacenti.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Lo Otta