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Autore: Neko    12/11/2017    1 recensioni
Diversi mesi erano passati da quella notte in cui Emma aveva dovuto scontrarsi con Gideon e quasi ci aveva rimesso la vita affinché l’oscurità non vincesse, ma nonostante tutto, sentiva come se la previsione della sua morte fosse ancora lì, in attesa di compiersi.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18

“All'ennesimo libro senza risposte su come ricreare un portale magico, che non comportasse il rapimento e forse morte di un neonato, la regina cattiva disse "Ricordami perché ti sto aiutando. A me non importa niente di quella Ella!

"Si chiama Emma e le sei debitrice. Mostra un po’ di riconoscimento ogni tanto!" disse Regina senza staccare gli occhi da ciò che stava facendo.

La regina cattiva si alzò e andò a curiosare. "Cosa stai facendo?" chiese la donna, notando in mezzo a tanti ingredienti sparsi per il tavolo un libro di magia oscura. Sorrise e disse "Lo sapevo che non eri cambiata, stai preparando un incantesimo oscuro per vendicarsi sui charmings vero?"

"Ti spaventa tanto la possibilità di essere buona?" disse Regina guardando sé stessa "Perché te lo chiedo? Sei me, quindi la risposta è si! È più facile essere malvagi. Tutti ti temono e non avendo affetti, nessuno può più feriti. È più facile non amare, che amare!"

"L'amore è una debolezza e dovresti saperlo!" disse la regina cattiva.

"No, non è così. Ora l’ho capito. È forza, è qualcosa che ti spinge a lottare e che ti scalda il cuore. Però lo ammetto fa anche soffrire. Ma è meglio avere amato e perso che non aver amato affatto!" disse Regina, per poi chiedere alla sua controparte di passarle qualche ingrediente per le pozioni che stava preparando.

"Io non capisco tutto questo buonismo che hai. Come hai potuto perdonare Biancaneve dopo quello che ti ha fatto?” domandò la regina cattiva.

"Non l'ho perdonata per molto tempo, anche dopo che avevo deciso di cambiare. Avevo preso la decisione di non vendicarmi più, ma dentro di me provavo ancora odio verso di lei. Ma quando Emma ha voluto essere mia amica, qualcosa è cambiato. Lei mi disse che per certe cose si sentiva capita solo da me e ho cominciato a pensare. Perché vuole essere mia amica nonostante tutto quello che ho provocato alla sua famiglia? Perché non mi odia per averla strappata in un certo senso alla sua famiglia? A volte questa domanda me la pongo ancora oggi. Lei mi ha perdonata e così anche David e Neve. Io al loro posto avrei fatto le peggiori cose, eppure ci sono riusciti e mi hanno accolto tra di loro. Ho deciso così di perdonare anch’ìo Neve. Ci è voluto del tempo, ma ora sono la mia famiglia. Ho riaperto il mio cuore e sai? Non me ne pento!"

"Non passerò mai sopra quello che mi ha fatto. Mai!" disse la regina cattiva con tono duro “Alcune notti rivivo l’uccisione di Daniel e questo mi tormenta e non troverò pace finchè non avrò il cuore di Neve che pulsa nelle mie mani!”

“Sbaglio o hai detto alcune notti. All’inizio rivivevamo quei momenti tutte le notti e ci siamo aggrappati così tanto a quella rabbia, che non potevamo sfogare verso nostra madre, che ci ha annebbiato la testa a tal punto da prendercela con una bambina che voleva in qualche modo aiutarci. Il fatto che non rivivi la morte di Daniel tutte le notti, significa che ci stai passando sopra, che quella ferita si sta rimarginando, solo che la rabbia che provi è così forte che non vuoi andare avanti e non ti rendi conto che ora che nostra madre non ci può più mettere i bastoni tra le ruote, puoi iniziare a vivere la vita come tu vuoi e innamorarti nuovamente! Ma non importa, prima o poi lo capirai anche tu!” disse Regina sorridendo alla sua passata sé stessa che la guardava con aria confusa e per tirarla su di morale le chiese “Sentì, devo modificare un incantesimo di protezione che ho già rivisto più di una volta, ma che deve avere una funzione specifica. Ti va di aiutarmi? Non so bene come procedere, una mano potrebbe tornarmi utile.”

Killian era sdraiato accanto a Emma e la fissava mentre dormiva. Sentiva il suo respiro lento e regolare, ma dal suo volto, ancora rigato dalle lacrime e rosso per il pianto, l’uomo poteva leggervi il dolore che la sua amata stava provando. Ella si trovava ancora in posizione fetale, un po’ più ripassata rispetto a come l’aveva lasciata Regina, girata verso il centro del letto matrimoniale con una mano sul ventre come a voler proteggere il frutto dell’amore tra lei e Killian. L’uomo posò la mano su quella di lei e con voce bassa, prese a parlare sia a Emma che al bambino. Sperava che inconsciamente lo sentisse e che le sue parole potessero darle quella serenità di cui aveva bisogno. Non seppe dire quanto tempo rimase li accanto a Emma. Poteva scommettere che si era anche addormentato per un po' dato la luce rossa che entrava dalla finestra e che stava a indicare il tramonto. Guardò nuovamente la sua amata e sebbene bon avesse ancora cambiato posizione, poteva vedere un volto più rilassato e non più rosso. Se non fosse ancora per il segno delle lacrime, la donna poteva benissimo sembrare semplicemente una principessa intenta a fare il suo sonnellino di bellezza prima di prepararsi per uno dei numerosi balli, che venivano preparati quasi ogni sera in quelle terre.

Killian sentì bussare alla porta. Si alzo per andare ad aprire e vide le due Regina davanti alla porta.

“Allora, come ti sembra?” chiese il sindaco entrando nella stanza per osservare la salvatrice.

Killian sospirò “non posso dire molto osservandola dormire, ma è un po' più rilassata rispetto a come l’ho trovata all’inizio. Sono preoccupato di vedere in che stato sarà quando si sveglierà!”

Regina stava per rispondergli, ma una guardia del palazzo li avvisò che la cena era pronta e che i reali li stavano aspettando.

Regina guardò Emma e poi rivolgendosi al pirata disse “Credo che ora lo vedremo!”

“Credevo che l'avremo lasciata riposare il più a lungo possibile! “ disse Killian confuso.

“Si, Emma ha bisogno di riposare, ma deve anche mangiare per mantenersi in forza e per la salute del bambino e oggi, non ha mangiato un granché. La sveglierò giusto in tempo per la cena, poi se sarà necessario, le farò nuovamente l’incantesimo, ma spero vivamente che riesca a dormire senza l’intervento magico. Tenerla costantemente “sedata” non è molto sicuro per lei. Nel caso venisse attaccata potrebbe non svegliarsi in tempo per difendersi!”

“Ci vogliamo muovere? Non ho voglia di passare la mia vita a vederci crogiolare per la salute di Ella. Inoltre ho fame!” disse la regina cattiva rimasta in disparte sull’uscio della porta. Regina alzò gli occhi al cielo e con un gesto della mano svegliò Emma dal suo sonno, ma la donna non sembrava volersi svegliare. Killian provò a scuoterla leggermente e la chiamò per nome. La donna emise un piccolo gemito e aprì leggermente gli occhi, ma non sembrava ancora del tutto con loro.

“Ehi love, ben svegliata! Cosa ne dici di in po' di cibo?” chiese Killian dolcemente spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Emma però non rispose, al contrario chiuse gli occhi. Quella giornata l’aveva completamente drenata delle proprie energie e il pianto isterico di quel pomeriggio le aveva succhiato quella poca forza che le era rimasta.

Killian poteva comprendere il suo bisogno di dormire, ma anche il bisogno che il suo corpo aveva di mangiare e fra nausee e casini vari, Emma non si era alimentata a dovere in quei giorni.

“Andiamo love, ti porto io!” le disse il pirata dolcemente, mentre la prendeva in braccio.

“Hai anche intenzione di masticare il suo cibo?” gli chiese la regina cattiva, la quale si beccò un’occhiataccia dal pirata, il quale successivamente si rivolse a Regina dicendole “Falla tacere o ci penserò io a farlo, ma sfortunatamente per te anche tu poi ti ritroveresti senza lingua!”  Regina sbuffò, poi seguì il pirata verso la sala da pranzo.

“Emma stai bene?” chiese Neve quando vide Killian entrare nella sala da pranzo con Emma in braccio. La donna che aveva ancora gli occhi chiusi, si girò leggermente verso la madre, ma era talmente stordita che non ebbe nemmeno la forza di risponderle.

Killian l’appoggiò su una sedia e dallo sguardo  della donna, che aveva storto il naso, sapeva che convincerla a mangiare sarebbe stata un’impresa, ma lui sapeva già cosa fare. Avrebbe puntato sul suo orgoglio. L’uomo prese la forchetta e, scegliendo un cibo che sapeva  Emma sarebbe stata più propensa a mangiare, l’avvicinò alla bocca per imboccarla. Sorrise quando vide che il suo piano funzionò. Infatti Emma gli strappò di mano la posata e iniziò a mangiare. Per niente al mondo si sarebbe fatta imboccare. La trovava una cosa imbarazzante, soprattutto davanti a Regina e ai suoi genitori.

Killian guardò i presenti e sorrise loro per quella piccola vittoria.

Durante la cena parlarono di quali opzioni avessero per tornare nel futuro. Purtroppo fu un discorso abbastanza inutile dato la poca conoscenza di tutti su questo argomento, ma Regina venne a scoprire un particolare che non conosceva.

“è stata Emma ad aprire il portale per il ritorno nel vostro ultimo viaggio nel passato?” chiese la donna sorpresa.

“Si, ma c’è riuscita con l’aiuto di una bacchetta che le ha dato il coccodrillo!” disse killian.

“Quindi se riuscissimo a recuperare quella bacchetta, potremmo riuscire a tornare nel nostro tempo!” disse Regina “Sembra più facile a dirsi che a farsi. Prima di tutti dobbiamo riuscire a convincere Tremotino a darci quella bacchetta e secondo, dobbiamo aspettare che Emma sia abbastanza in forma!” disse il sindaco dando un’occhiata alla salvatrice, la quale faticava a tenere gli occhi aperti. Neve guardò sua figlia dolcemente. Più la osservava più la sua bambina le sembrava perfetta. Era l’esatto miscuglio tra lei e David. “Forse è il caso che torni a riposare, non credete?” chiese la donna vedendo che Emma aveva cercato una posizione più comoda per dormire appoggiando la testa sulla spalla di Killian. L’uomo annuì. Ma prima che potesse fare il minimo movimento per alzarsi, Regina lo fermò, annunciando che aveva qualcosa su cui discutere con Emma e lui.

Appoggio sul tavolo una boccetta di vetro con al suo interno un liquido azzurro.

“Che cosa è?” chiese il pirata.

“è una pozione di protezione che ho adattato per far sì che la magia di Emma e del bambino siano separati!” disse Regina, sorridendo quando vide Emma raddrizzarsi, improvvisamente sveglia.

“Cosa significa?” chiese la salvatrice curiosa.

“Significa che non puoi ricorrere al potere del tuo marmocchio quando sei a secco. Nemmeno per sbaglio!” disse la regina cattiva annoiata da tutti quei discorsi “Diciamo che dovrebbe creare una sorta di barriera!”

Emma spostò lo sguardo dalla regina cattiva a Regina e chiese speranzosa “è vero quello che ha detto ?”

Regina annuì .

“Aspetta! Non puoi berla, non sai se quella pozione può avere degli effetti collaterali sul bambino!” disse David preoccupato. Non voleva che la magia  potesse creare ulteriori problemi, ma la mano di sua moglie poggiata sulla sua gli fece capire che Neve non era della stessa visione e infatti la donna disse “David, io credo che Regina abbia fatto in modo di non nuocere al bambino, vero Regina?”

“Ma certo, gli ingredienti non sono dannosi. Voglio che Emma possa stare tranquilla almeno su questo aspetto della gravidanza, non le darei qualcosa che possa darle ulteriori preoccupazioni!”

Emma sorrise e ringraziò la donna con tutto il cuore e senza farselo ripetere due volta, prese quella pozione che le diede un po’ di speranza.

Tutti si alzarono dal tavolo per recarsi nelle loro stanze, mentre alcuni domestici erano intenti a sparecchiare.

Regina mise il bracciale che toglieva i poteri alla stessa del passato. Non voleva rischiare che la donna, durante la notte, le giocasse un brutto scherzo, dato che sapeva che a quell’epoca non era molto affidabile.

Emma, invece, camminava accanto a Killian. Si sentiva più in forze dopo aver mangiato e la buona notizia ricevuta, ma la stanchezza era ancora presente e per sicurezza, si aggrappò al braccio dell’uomo.  Quest’ultimo, come anche la salvatrice, si votarono quando David chiese al pirata di aspettare “Uncino, dopo che hai portato Emma nella vostra stanza, potresti raggiungermi?”

Emma guardò Killian confusa, ma anche lui sembrava un po’ sorpreso dalla richiesta e David si apprestò a ricordargli “Ti devo una spada, ricordi? È il minimo dopo aver danneggiato la tua!”

Killian scosse la testa e disse “Non è necessario amico. Davvero non…” Non terminò la frase che David aggiunse “Lo faccio con piacere. Voglio che tu abbia una bella spada con cui proteggere mia figlia e mio nipote. Non si rifiuta mai un dono di un re!” disse sorridendo.

KIllian guardò Emma, la quale gli sorrise e annuì come a volergli indicare di accettate.

David, condusse il pirata la figlia in armeria. Emma volle andare con loro. Voleva distrarre un po’ la mente e conoscere quella che avrebbe dovuto essere la sua casa meglio che poteva, per averne un buon ricordo per quando sarebbe tornata a Storybrooke.

L’armeria era enorme con una quantità di armi spropositata, che avrebbe potuto armare centinaia di soldati. Penso che probabilmente tutte quelle armi erano cimeli che la sua famiglia, conservava già da parecchie generazioni e non si sarebbe sorpresa nello scoprire che una tale quantità di armi erano state usate in tempo di guerre in passato.

“Puoi scegliere quella che vuoi, Uncino!” Disse David, non rendendo a Killian, il compito facile di sceglierne una.

Killian si guardò intorno per qualche minuto studiando ogni spada che gli capitava sott’occhio e provando a impugnarle per vedere con quale si sentiva maggiormente a suo agio. Ma la sua scelta dovette aspettare quando lui e David sentirono un rumore di spada cadere a terra con un rumore metallico che in quella stanza, grazie all’eco, si intensificò.

Killian si girò e non vedendo più Emma, la chiamò preoccupato. Lui e David si recarono verso la zona da dove avevano percepito provenire il rumore e dietro a un muro che percorreva solo metà stanza, trovarono Emma leggermente piegata in avanti, pallida in volto, che si teneva la mano tremante.

“Emma!” la chiamò Killian, affiancandola e posandole una mano sulla schiena. Fu allora che notò la spada caduta a terra che David si apprestò a raccogliere.

“L’hai trovata love!” disse Killian sorridendo.

“Questa? Questa è la spada che stavate cercando? È sempre stata sotto i nostri nasi?” chiese incredulo David mentre osservava l’arma che secondo le visioni di sua figlia, avrebbe dovuto ucciderla.

“Ironico, non è vero?” disse Killian, per poi spostare lo sguardo su Emma che si era portata una mano sullo stomaco. Non sapeva dire se per accarezzare il bambino o se anche quella volta, nella visione che aveva avuto, aveva avvertito dolore. “Tutto bene love?”

La donna annuì, non staccando gli occhi dalla spada.

“Credo che sceglierò questa spada!” disse Killian, che afferrò l’arma quando David gliela passò, ma quest’ultimo, dopo essersi allontanato, disse “Uncino! Tieni, prendi anche questa. È una spada leggera e maneggevole, con una lama a doppio taglio!”
David gli donò una spada che secondo lui si adattava alla personalità di Uncino. “La spada della visione di Emma non conta. Con questa voglio che tu mi prometta che farai tutto il possibile per proteggere la mia bambina. Se non lo farai…bhe te la vedrai con il me stesso del futuro!

Killian sorrise all’uomo annuendo, per poi afferrare il dono appena ricevuto e ammirarlo.

 

 

  
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