Capitolo 18
“All'ennesimo libro senza risposte su come ricreare un
portale magico, che non comportasse il rapimento e forse morte di un neonato,
la regina cattiva disse "Ricordami perché ti sto aiutando. A me non
importa niente di quella Ella!
"Si chiama Emma e le sei debitrice. Mostra un po’ di
riconoscimento ogni tanto!" disse Regina senza staccare gli occhi da ciò
che stava facendo.
La regina cattiva si alzò e andò a curiosare. "Cosa stai
facendo?" chiese la donna, notando in mezzo a tanti ingredienti sparsi per
il tavolo un libro di magia oscura. Sorrise e disse "Lo sapevo che non eri
cambiata, stai preparando un incantesimo oscuro per vendicarsi sui charmings vero?"
"Ti spaventa tanto la possibilità di essere buona?"
disse Regina guardando sé stessa "Perché te lo chiedo? Sei me, quindi la
risposta è si! È più facile essere malvagi. Tutti ti temono e non avendo
affetti, nessuno può più feriti. È più facile non amare, che amare!"
"L'amore è una debolezza e dovresti saperlo!" disse
la regina cattiva.
"No, non è così. Ora l’ho capito. È forza, è qualcosa
che ti spinge a lottare e che ti scalda il cuore. Però lo ammetto fa anche
soffrire. Ma è meglio avere amato e perso che non aver amato affatto!"
disse Regina, per poi chiedere alla sua controparte di passarle qualche
ingrediente per le pozioni che stava preparando.
"Io non capisco tutto questo buonismo che hai. Come hai
potuto perdonare Biancaneve dopo quello che ti ha fatto?” domandò la regina
cattiva.
"Non l'ho perdonata per molto tempo, anche dopo che avevo
deciso di cambiare. Avevo preso la decisione di non vendicarmi più, ma dentro
di me provavo ancora odio verso di lei. Ma quando Emma ha voluto essere mia
amica, qualcosa è cambiato. Lei mi disse che per certe cose si sentiva capita
solo da me e ho cominciato a pensare. Perché vuole essere mia amica nonostante
tutto quello che ho provocato alla sua famiglia? Perché non mi odia per averla
strappata in un certo senso alla sua famiglia? A volte questa domanda me la
pongo ancora oggi. Lei mi ha perdonata e così anche David e Neve. Io al loro
posto avrei fatto le peggiori cose, eppure ci sono riusciti e mi hanno accolto
tra di loro. Ho deciso così di perdonare anch’ìo
Neve. Ci è voluto del tempo, ma ora sono la mia famiglia. Ho riaperto il mio
cuore e sai? Non me ne pento!"
"Non passerò mai sopra quello che mi ha fatto.
Mai!" disse la regina cattiva con tono duro “Alcune notti rivivo
l’uccisione di Daniel e questo mi tormenta e non troverò pace finchè non avrò il cuore di Neve che pulsa nelle mie mani!”
“Sbaglio o hai detto alcune notti. All’inizio rivivevamo quei
momenti tutte le notti e ci siamo aggrappati così tanto a quella rabbia, che
non potevamo sfogare verso nostra madre, che ci ha annebbiato la testa a tal
punto da prendercela con una bambina che voleva in qualche modo aiutarci. Il
fatto che non rivivi la morte di Daniel tutte le notti, significa che ci stai
passando sopra, che quella ferita si sta rimarginando, solo che la rabbia che
provi è così forte che non vuoi andare avanti e non ti rendi conto che ora che
nostra madre non ci può più mettere i bastoni tra le ruote, puoi iniziare a
vivere la vita come tu vuoi e innamorarti nuovamente! Ma non importa, prima o
poi lo capirai anche tu!” disse Regina sorridendo alla sua passata sé stessa
che la guardava con aria confusa e per tirarla su di morale le chiese “Sentì,
devo modificare un incantesimo di protezione che ho già rivisto più di una
volta, ma che deve avere una funzione specifica. Ti va di aiutarmi? Non so bene
come procedere, una mano potrebbe tornarmi utile.”
Killian era sdraiato accanto a Emma e la
fissava mentre dormiva. Sentiva il suo respiro lento e regolare, ma dal suo
volto, ancora rigato dalle lacrime e rosso per il pianto, l’uomo poteva
leggervi il dolore che la sua amata stava provando. Ella si trovava ancora in
posizione fetale, un po’ più ripassata rispetto a come l’aveva lasciata Regina,
girata verso il centro del letto matrimoniale con una mano sul ventre come a
voler proteggere il frutto dell’amore tra lei e Killian.
L’uomo posò la mano su quella di lei e con voce bassa, prese a parlare sia a
Emma che al bambino. Sperava che inconsciamente lo sentisse e che le sue parole
potessero darle quella serenità di cui aveva bisogno. Non seppe dire quanto
tempo rimase li accanto a Emma. Poteva scommettere che si era anche
addormentato per un po' dato la luce rossa che entrava dalla finestra e che
stava a indicare il tramonto. Guardò nuovamente la sua amata e sebbene bon
avesse ancora cambiato posizione, poteva vedere un volto più rilassato e non
più rosso. Se non fosse ancora per il segno delle lacrime, la donna poteva
benissimo sembrare semplicemente una principessa intenta a fare il suo
sonnellino di bellezza prima di prepararsi per uno dei numerosi balli, che
venivano preparati quasi ogni sera in quelle terre.
Killian sentì bussare alla porta. Si alzo
per andare ad aprire e vide le due Regina davanti alla porta.
“Allora, come ti sembra?” chiese il sindaco entrando nella
stanza per osservare la salvatrice.
Killian sospirò “non posso dire molto
osservandola dormire, ma è un po' più rilassata rispetto a come l’ho trovata
all’inizio. Sono preoccupato di vedere in che stato sarà quando si sveglierà!”
Regina stava per rispondergli, ma una guardia del palazzo li
avvisò che la cena era pronta e che i reali li stavano aspettando.
Regina guardò Emma e poi rivolgendosi al pirata disse “Credo
che ora lo vedremo!”
“Credevo che l'avremo lasciata riposare il più a lungo
possibile! “ disse Killian confuso.
“Si, Emma ha bisogno di riposare, ma deve anche mangiare per
mantenersi in forza e per la salute del bambino e oggi, non ha mangiato un
granché. La sveglierò giusto in tempo per la cena, poi se sarà necessario, le
farò nuovamente l’incantesimo, ma spero vivamente che riesca a dormire senza
l’intervento magico. Tenerla costantemente “sedata” non è molto sicuro per lei.
Nel caso venisse attaccata potrebbe non svegliarsi in tempo per difendersi!”
“Ci vogliamo muovere? Non ho voglia di passare la mia vita a
vederci crogiolare per la salute di Ella. Inoltre ho fame!” disse la regina
cattiva rimasta in disparte sull’uscio della porta. Regina alzò gli occhi al
cielo e con un gesto della mano svegliò Emma dal suo sonno, ma la donna non
sembrava volersi svegliare. Killian provò a scuoterla
leggermente e la chiamò per nome. La donna emise un piccolo gemito e aprì
leggermente gli occhi, ma non sembrava ancora del tutto con loro.
“Ehi love, ben svegliata! Cosa ne dici di in po' di cibo?”
chiese Killian dolcemente spostandole una ciocca di
capelli dietro l’orecchio. Emma però non rispose, al contrario chiuse gli
occhi. Quella giornata l’aveva completamente drenata delle proprie energie e il
pianto isterico di quel pomeriggio le aveva succhiato quella poca forza che le
era rimasta.
Killian poteva comprendere il suo bisogno di
dormire, ma anche il bisogno che il suo corpo aveva di mangiare e fra nausee e
casini vari, Emma non si era alimentata a dovere in quei giorni.
“Andiamo love, ti porto io!” le disse il pirata dolcemente,
mentre la prendeva in braccio.
“Hai anche intenzione di masticare il suo cibo?” gli chiese
la regina cattiva, la quale si beccò un’occhiataccia dal pirata, il quale
successivamente si rivolse a Regina dicendole “Falla tacere o ci penserò io a
farlo, ma sfortunatamente per te anche tu poi ti ritroveresti senza
lingua!” Regina sbuffò, poi seguì il
pirata verso la sala da pranzo.
“Emma stai bene?” chiese Neve quando vide Killian
entrare nella sala da pranzo con Emma in braccio. La donna che aveva ancora gli
occhi chiusi, si girò leggermente verso la madre, ma era talmente stordita che
non ebbe nemmeno la forza di risponderle.
Killian l’appoggiò su una sedia e dallo
sguardo della donna, che aveva storto il
naso, sapeva che convincerla a mangiare sarebbe stata un’impresa, ma lui sapeva
già cosa fare. Avrebbe puntato sul suo orgoglio. L’uomo prese la forchetta e,
scegliendo un cibo che sapeva Emma
sarebbe stata più propensa a mangiare, l’avvicinò alla bocca per imboccarla.
Sorrise quando vide che il suo piano funzionò. Infatti Emma gli strappò di mano
la posata e iniziò a mangiare. Per niente al mondo si sarebbe fatta imboccare.
La trovava una cosa imbarazzante, soprattutto davanti a Regina e ai suoi
genitori.
Killian guardò i presenti e sorrise loro per
quella piccola vittoria.
Durante la cena parlarono di quali opzioni avessero per
tornare nel futuro. Purtroppo fu un discorso abbastanza inutile dato la poca
conoscenza di tutti su questo argomento, ma Regina venne a scoprire un
particolare che non conosceva.
“è stata Emma ad aprire il portale per il ritorno nel vostro
ultimo viaggio nel passato?” chiese la donna sorpresa.
“Si, ma c’è riuscita con l’aiuto di una bacchetta che le ha
dato il coccodrillo!” disse killian.
“Quindi se riuscissimo a recuperare quella bacchetta,
potremmo riuscire a tornare nel nostro tempo!” disse Regina “Sembra più facile
a dirsi che a farsi. Prima di tutti dobbiamo riuscire a convincere Tremotino a darci quella bacchetta e secondo, dobbiamo
aspettare che Emma sia abbastanza in forma!” disse il sindaco dando un’occhiata
alla salvatrice, la quale faticava a tenere gli occhi aperti. Neve guardò sua
figlia dolcemente. Più la osservava più la sua bambina le sembrava perfetta.
Era l’esatto miscuglio tra lei e David. “Forse è il caso che torni a riposare,
non credete?” chiese la donna vedendo che Emma aveva cercato una posizione più
comoda per dormire appoggiando la testa sulla spalla di Killian.
L’uomo annuì. Ma prima che potesse fare il minimo movimento per alzarsi, Regina
lo fermò, annunciando che aveva qualcosa su cui discutere con Emma e lui.
Appoggio sul tavolo una boccetta di vetro con al suo
interno un liquido azzurro.
“Che cosa è?” chiese il pirata.
“è una pozione di protezione che ho adattato per far
sì che la magia di Emma e del bambino siano separati!” disse Regina, sorridendo
quando vide Emma raddrizzarsi, improvvisamente sveglia.
“Cosa significa?” chiese la salvatrice curiosa.
“Significa che non puoi ricorrere al potere del tuo
marmocchio quando sei a secco. Nemmeno per sbaglio!” disse la regina cattiva annoiata
da tutti quei discorsi “Diciamo che dovrebbe creare una sorta di barriera!”
Emma spostò lo sguardo dalla regina cattiva a Regina e
chiese speranzosa “è vero quello che ha detto ?”
Regina annuì .
“Aspetta! Non puoi berla, non sai se quella pozione
può avere degli effetti collaterali sul bambino!” disse David preoccupato. Non
voleva che la magia potesse creare
ulteriori problemi, ma la mano di sua moglie poggiata sulla sua gli fece capire
che Neve non era della stessa visione e infatti la donna disse “David, io credo
che Regina abbia fatto in modo di non nuocere al bambino, vero Regina?”
“Ma certo, gli ingredienti non sono dannosi. Voglio
che Emma possa stare tranquilla almeno su questo aspetto della gravidanza, non
le darei qualcosa che possa darle ulteriori preoccupazioni!”
Emma sorrise e ringraziò la donna con tutto il cuore e
senza farselo ripetere due volta, prese quella pozione che le diede un po’ di
speranza.
Tutti si alzarono dal tavolo per recarsi nelle loro
stanze, mentre alcuni domestici erano intenti a sparecchiare.
Regina mise il bracciale che toglieva i poteri alla sè stessa del passato. Non voleva rischiare che la donna,
durante la notte, le giocasse un brutto scherzo, dato che sapeva che a
quell’epoca non era molto affidabile.
Emma, invece, camminava accanto a Killian.
Si sentiva più in forze dopo aver mangiato e la buona notizia ricevuta, ma la
stanchezza era ancora presente e per sicurezza, si aggrappò al braccio
dell’uomo. Quest’ultimo, come anche la
salvatrice, si votarono quando David chiese al pirata di aspettare “Uncino,
dopo che hai portato Emma nella vostra stanza, potresti raggiungermi?”
Emma guardò Killian confusa,
ma anche lui sembrava un po’ sorpreso dalla richiesta e David si apprestò a
ricordargli “Ti devo una spada, ricordi? È il minimo dopo aver danneggiato la
tua!”
Killian scosse la testa e disse “Non è necessario amico.
Davvero non…” Non terminò la frase che David aggiunse “Lo faccio con piacere.
Voglio che tu abbia una bella spada con cui proteggere mia figlia e mio nipote.
Non si rifiuta mai un dono di un re!” disse sorridendo.
KIllian guardò Emma, la quale gli sorrise e annuì come a
volergli indicare di accettate.
David, condusse il pirata la figlia in armeria. Emma
volle andare con loro. Voleva distrarre un po’ la mente e conoscere quella che
avrebbe dovuto essere la sua casa meglio che poteva, per averne un buon ricordo
per quando sarebbe tornata a Storybrooke.
L’armeria era enorme con una quantità di armi
spropositata, che avrebbe potuto armare centinaia di soldati. Penso che
probabilmente tutte quelle armi erano cimeli che la sua famiglia, conservava
già da parecchie generazioni e non si sarebbe sorpresa nello scoprire che una
tale quantità di armi erano state usate in tempo di guerre in passato.
“Puoi scegliere quella che vuoi, Uncino!” Disse David,
non rendendo a Killian, il compito facile di
sceglierne una.
Killian si guardò intorno per qualche minuto studiando ogni
spada che gli capitava sott’occhio e provando a impugnarle per vedere con quale
si sentiva maggiormente a suo agio. Ma la sua scelta dovette aspettare quando
lui e David sentirono un rumore di spada cadere a terra con un rumore metallico
che in quella stanza, grazie all’eco, si intensificò.
Killian si girò e non vedendo più Emma, la chiamò preoccupato.
Lui e David si recarono verso la zona da dove avevano percepito provenire il
rumore e dietro a un muro che percorreva solo metà stanza, trovarono Emma
leggermente piegata in avanti, pallida in volto, che si teneva la mano
tremante.
“Emma!” la chiamò Killian,
affiancandola e posandole una mano sulla schiena. Fu allora che notò la spada
caduta a terra che David si apprestò a raccogliere.
“L’hai trovata love!” disse Killian
sorridendo.
“Questa? Questa è la spada che stavate cercando? È
sempre stata sotto i nostri nasi?” chiese incredulo David mentre osservava
l’arma che secondo le visioni di sua figlia, avrebbe dovuto ucciderla.
“Ironico, non è vero?” disse Killian,
per poi spostare lo sguardo su Emma che si era portata una mano sullo stomaco.
Non sapeva dire se per accarezzare il bambino o se anche quella volta, nella
visione che aveva avuto, aveva avvertito dolore. “Tutto bene love?”
La donna annuì, non staccando gli occhi dalla spada.
“Credo che sceglierò questa spada!” disse Killian, che afferrò l’arma quando David gliela passò, ma
quest’ultimo, dopo essersi allontanato, disse “Uncino! Tieni, prendi anche questa.
È una spada leggera e maneggevole, con una lama a doppio taglio!”
David gli donò una spada che secondo lui si adattava alla personalità di
Uncino. “La spada della visione di Emma non conta. Con questa voglio che tu mi
prometta che farai tutto il possibile per proteggere la mia bambina. Se non lo
farai…bhe te la vedrai con il me stesso del futuro!
Killian sorrise all’uomo annuendo, per poi afferrare il dono
appena ricevuto e ammirarlo.