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Autore: SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate    22/06/2009    7 recensioni
Niente organizzazione, solo Shinichi e Ran alle prese con i loro sentimenti e le avventure di due semplici ragazzi liceali che imparano a conoscersi e a fare chiarezza sui propri sentimenti.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le Stagioni Dell’Amore

Capitolo Undici: Confusione

Mi sento estremamente emozionata. Agitata, mi specchio per l’ennesima volta in bagno. Devo ammettere che è valsa la pena di passare un intero pomeriggio in centro con Sonoko a fare shopping.

Dopo ore di ricerca ho optato per un semplice vestitino rosa pastello senza spalline che fascia stretto il seno per poi ricadere delicato fino a metà coscia. Sonoko ha insistito affinché lo portassi da solo, ma l’ho convinta a comprare un paio di jeans attillati bianchi, abbinati a un paio di ballerine molto semplici dello stesso colore. Gli occhi sono abbelliti da un leggero trucco rosa pastello – come il vestito – e da un sottile tratto di matita nera. Sulle labbra spicca un brillante lucidalabbra trasparente.

L’adrenalina che mi percorre il corpo raggiunge il culmine quando il campanello di casa squilla. Fortunatamente mio padre non è in casa, altrimenti Kaito avrebbe dovuto sopportare le pene dell’inferno prima di potermi portare fuori a cena… Afferro la borsetta dal comodino e appoggio il biglietto per mio padre sul tavolo della cucina, poi mi dirigo verso la porta d’ingresso.

Quando la apro trovo Kaito che si guarda intorno, curioso.

“Ciao…” Mormoro imbarazzata quando scopro i suoi occhi scrutarmi curiosi.

“Ciao.” Mi sorride raggiante, facendomi cenno di andare. Chiudo la porta alle mie spalle, guardandolo attentamente mentre scende le scale.

Porta una camicia bianca con i primi bottoni slacciati, un paio di jeans scuri e le converse nere. I capelli bronzei sono come sempre artisticamente spettinati, e alcuni ciuffi ribelli gli ricadono sulla fronte chiara. Osservo rapita la sua immagine mentre scendiamo le scale di casa mia, raggiungendo la strada affollata.

Con il taxi posteggiato di fronte a noi raggiungiamo il centro di Tokio, fermandoci proprio di fronte ad un nuovo grattacielo. Alzo lo sguardo al cielo, osservando la costruzione.

“Andiamo?” Mi domanda, sorridendo. Annuisco, e lo seguo all’interno di quel maestoso edificio.

 

Sono giunte le sei del pomeriggio. Kaito si è gentilmente offerto di accompagnarmi a fare il giro di tutti i negozi dell’edificio, senza mai lamentarsi. Ovviamente a causa del mio scarso budget non ho potuto comprare niente, ma nonostante tutto mi sono divertita ad ascoltare i commenti del mio accompagnatore riguardo ad alcune commesse che tentarono di farmi comprare i vari abiti che provavo.

Arriviamo al penultimo piano dell’edificio, dove si terrà una presentazione e il rinfresco. Non mi ha ancora spiegato il motivo per cui ci troviamo in questo posto, e ogni volta che gli ho posto la domanda è sempre riuscito a portarmi su un altro argomento.

Mentre camminiamo in mezzo alla folla di gente elegantemente vestita, veniamo fermati da una donna di mezza età, che ci sorride.

“Kaito!” La donna abbraccia stretto il ragazzo, mentre lui tenta di liberarsi dalla sua morsa. “Grazie al cielo sei venuto! – La signora mi lancia uno sguardo che non saprei interpretare – E vedo che hai anche l’accompagnatrice!”

L’interessato abbassa lo sguardo, in imbarazzo. “Zia, ti presento Ran Mouri.” Si volta verso di me, sorridendo. “Ran, ti presento mia zia Atsuko Nikiuri.”

“Molto piacere.” Mi chino leggermente in avanti, mentre la zia di Kaito mi sorride contenta.

“È un vero piacere conoscerti Ran, spero ti divertirai alla festa, e che avremo il piacere di vederti a uno dei nostri tavoli questa sera.” Rimango perplessa alle sue parole. “Ovviamente offre la casa!”

“Ehm… La ringrazio signora, è molto gentile.” Sorrido, non sapendo bene cosa stia accadendo. Che cosa mi ha nascosto Kaito?

“Grazie zia…” Mormora Kaito. “C’è un signore laggiù che ti sta cercando, faresti meglio ad andare…” La signora Atsuko ci sorride, e salutandoci si allontana.

Appena Kaito si volta a guardarmi gli rivolgo un’occhiata perplessa, inarcando un sopracciglio.

“Ehm… Vedi, i miei parenti sono i proprietari di questo grattacielo…” Ammette, abbassando lo sguardo. Sospiro.

“Cosa cambiava se me lo dicevi prima?” Chiedo incuriosita.

“Beh… Il fatto è che non so mai se la gente sta con me per i soldi o per l’amicizia… Spero tu possa capirmi…” Mormora, tenendo lo sguardo basso. Un’ombra oscura i suoi bellissimi occhi azzurro cielo. Rimango stupita dalla sua fragilità. Sono sempre stata abituata a vederlo sorridere davanti a tutti, e quell’espressione seria e malinconica non si addice affatto al suo viso.

Non sapendo cosa dire lo convinco solamente a sollevare lo sguardo, sorridendogli.

Quando anche lui mi sorride le luci della sala si spengono, mentre su un palco non molto lontano da noi si accende una luce, che illumina la zia di Kaito.

“Buonasera, signore e signori! Vi ringrazio per essere presenti all’inaugurazione di questo nuovo complesso della famiglia Nikiuri! Purtroppo mio fratello non potrà unirsi a noi questa sera, ma spero che tutti voi passiate una lieta serata con noi!” Un applauso riempie la sala.

“Per festeggiare, un mio amico di lunga data ci ha lusingati con sua presenza, e ci presenterà una sua nuova opera in anteprima!” Esclamò Atsuko, attirando l’attenzione di tutti i presenti. “Signore e signori, Yusaku Kudo: il famoso scrittore di libri gialli della fortunata serie ‘Il Barone della Notte’!”

Uno sciame di applausi esplose nella sala, mentre una seconda luce illuminava il palcoscenico.

Yusaku salì sul palco, raggiungendo la zia di Kaito e scambiando i soliti convenevoli.

Improvvisamente mi sento agitata. Se c’è lui… non ci sarà anche Shinichi?!

Un leggero capogiro mi fa voltare verso Kaito, che prontamente mi prende passando un braccio dietro la mia schiena e afferrando una mia spalla. Una ruga di preoccupazione frastaglia la sua fronte chiara.

“Che succede Ran?”

“Non mi sento molto bene… Ho avuto un piccolo giramento di testa…” Ammetto, imbarazzata. Solo quando il suo respiro arriva sul mio viso noto la grande vicinanza tra i nostri volti.

Sperando che nessuno ci abbia visti mi allontano da lui, rimettendomi in piedi.

“Scusa, vado un attimo in bagno, torno subito.” Annuisce, fissandomi perplesso.

Prima di quanto sperassi trovo i bagni, dirigendomi verso quello riservato alle signore.

Lascio che la porta si richiuda da sola, e non mi accorgo di un’altra presenza alle mie spalle. Non faccio in tempo a guardare in viso la persona che mi stava alle spalle che due mani mi afferrano saldamente le spalle, spingendomi con forza contro le piastrelle fredde del muro. La mia nuca rimbalza contro il freddo marmo bianco, procurandomi un dolore acuto che mi costringe a chiudere gli occhi.

Un respiro affannato che si scontra contro la pelle del mio viso mi convince a sollevare le palpebre. Una folta chioma scura si trova a pochi centimetri da me, e alcuni ciuffi sbarazzini mi pizzicano il volto. Il mio ‘aggressore’ tiene il volto leggermente abbassato, con la frangetta a coprirgli gli occhi.

Rimango impietrita, in attesa della sua prossima mossa.

Dopo un attimo che mi sembra eterno alza lo sguardo. Sussulto: è di ghiaccio.

“Perché sei qui?!” Mi domanda Shinichi. Dalla sua voce traspaiono tutta la sua ira e la sua freddezza. Che cosa ho fatto di male?!

“Sono uscita, non posso?!” Domando, acida. Questo suo comportamento mi sta dando fastidio.

“Con…con quello lì?!” La presa sulle mie spalle aumenta, facendomi gemere. Lui sembra non notarlo.

“Quello lì ha un nome… e comunque sì, sono uscita con quello lì!” Urlo, facendogli capire tutto il mio disprezzo per il suo comportamento. “C’è qualche problema per caso?!”

Ormai le lacrime premono di uscire, ma non è il dolore alla testa e le spalle che le spingono a venire fuori.

“Ran… non… non puoi uscire con lui!” Esclama, lasciandomi sorpresa. Cosa?

“Posso sapere il motivo per cui non potrei uscire con Kaito?” Ormai la frittata è fatta… Con tutte le mie forze sostengo il suo sguardo, che però lasciandomi sbigottita cede. Non sarà…?

I suoi occhi tornano ai miei.

“Non voglio che frequenti quel tipo…” Mormora. Il mio cuore salta un battito.

Il suo viso si avvicina ancora di più al mio, facendomi trattenere il respiro.

“Perché?” Domando, con voce spezzata. Una lacrima solca la mia guancia. Shinichi mi osserva interrogativo. Sento il suo respiro affannato sbattere caldo sulle mie labbra, troppo vicine alle sue.

“Perché mi fai questo?” Sento la presa alle mie spalle allentarsi, mentre lui sgrana gli occhi. “Perché quando finalmente inizio a dimenticarti, torni?!”

Tutta la confusione che ero riuscita a reprimere nei giorni precedenti torna a invadere la mia testa.

“Tu non…” Mormora confuso. “Tu lo… ami?” Si allontana da me, come se si fosse avvicinato troppo al fuoco e si fosse scottato.

“Io…non lo so…” Sussurro, sgomenta dalla sua espressione ferita.

“Bene.” Sbotta. Si allontana, dirigendosi verso la porta. Tutta la rabbia scaturita dalla confusione che alberga nel mio animo esplode, come una bomba. Serro i pugni, staccandomi dal muro.

“Bene?!” Ripeto, urlando. “Tutto qui quello che hai da dire?!” Shinichi si volta, stupito dalla mia reazione.

“Cos’altro dovrei dire Ran?” Esclama, digrignando i denti.

“Non lo so! Sei tu che mi hai aggredito!” Urlo ancora, sentendo il mio viso in fiamme. Seguono minuti – o forse solo pochi secondi – carichi di un silenzio assordante. Sia io che Shinichi fissiamo le piastrelle del pavimento del bagno, fortunatamente deserto. Stringo i denti, sperando inutilmente di trattenere le lacrime, che scorrono lungo il mio viso, per poi schiantarsi al suolo.

La tensione è troppo grande, e temo di non resistere.

“Io ti ho aspettato per tutto questo tempo Shinichi…” La mia voce è spezzata. Alzo gli occhi e lo vedo irrigidirsi. “Ora… – un singhiozzo mi blocca – ora non so più che cosa provo…” Mormoro d’un fiato, dopodiché corro via, lasciandolo solo a rimuginare.

Cammino velocemente, timorosa che mi raggiunga. Mentre mi sto dirigendo verso l’ascensore per andarmene una mano mi ferma, afferrandomi il polso. Mi volto di scatto, pronta a urlare contro Shinichi.

Con mia grande sorpresa mi specchio in due grandi occhi azzurri, che mi fissano preoccupati.

“Ran…” Mormora Kaito. Senza aspettare mi getto fra le sue braccia, che mi stringono con forza al suo petto, mentre esplodo in un pianto senza fine. Lo sento spostarsi di alcuni passi, e tendere un braccio. Il suono di un campanello mi informa che ha appena chiamato l’ascensore. Sempre tenendomi stretta entriamo nel piccolo abitacolo – fortunatamente deserto – e lo vedo premere il pulsante del piano inferiore. Le porte ci mettono alcuni secondi prima di chiudersi e in questo frangente mi accorgo di due cose contemporaneamente: Kaito sorride enigmatico, e seguendo il suo sguardo incontro quello di Shinichi, che ci osserva sconvolto.

Ma in questo momento non ci faccio molto caso. Sento solo le braccia di Kaito stringermi dolcemente, mentre abbandono la testa sul suo petto, in cerca di conforto.

 

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Tratto dal Capitolo Dodici: Sentimenti

“Una vacanza?” Domando estasiata.

“Esatto!” Conferma Kaito, sorridendomi raggiante. “Andremo al mare una settimana, e con noi verranno anche Sonoko, Akane, Sachiko, Makoto e Shinichi…– al solo nominare quel nome mi lancia un’occhiata di sottecchi – sempre se per te va bene…” Mormora, abbassando lo sguardo.

“Certo, non vedo l’ora!” Sorrido, entusiasta. Un’intera settimana con Kaito e tutti i miei amici: cosa posso desiderare di più?

   
 
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