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Autore: Vera_D_Winters    21/11/2017    1 recensioni
Sto per cimentarmi nell'ennesima Long (giuro che appena tornerà l'ispirazione ultimerò anche la kozaxbibi) e come sempre ringrazio i ragazzi del gdr onepiece caffè per la profonda ispirazione che mi regalano.
La storia come avrete intuito dal titolo è un crossover au, dove i nostri pirati preferiti saranno scolari alle prese con l'ultimo anno di liceo
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Nami, Nefertari Bibi, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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𝓣𝓪𝓴𝒆 𝓶𝔂 𝓱𝓪𝓷𝓭, 𝓽𝓪𝓴𝒆 𝓪 𝓫𝓻𝒆𝓪𝓽𝓱
𝓟𝓾𝓵𝓵 𝓶𝒆 𝓬𝓵𝓸𝓼𝒆 𝓪𝓷𝓭 𝓽𝓪𝓴𝒆 𝓸𝓷𝒆 𝓼𝓽𝒆𝓹
𝓚𝒆𝒆𝓹 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝒆𝔂𝒆𝓼 𝓵𝓸𝓬𝓴𝒆𝓭 𝓸𝓷 𝓶𝓲𝓷𝒆
𝓐𝓷𝓭 𝓵𝒆𝓽 𝓽𝓱𝒆 𝓶𝓾𝓼𝓲𝓬 𝓫𝒆 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓰𝓾𝓲𝓭𝒆

 

 « Mi concederesti questo ballo, Bibi? »
Il moro stava chinato in avanti, una mano sul cuore come un vero principe azzurro, un sorriso stranamente adulto disegnato sul viso spruzzato di lentiggini.
Le guance della giovane si tinsero di un delizioso rosa mentre si alzava in piedi nel suo morbido e lungo abito rosa antico, le delicate onde azzurre raccolte in uno chignon alto sulla nuca, in bella vista gli orecchini e la collana argentea che brillavano come i suoi occhi dal coloro di zaffiro.
Alla fine Ace non l'aveva invitata al ballo come accompagnatore ufficiale, ma aveva intenzione di requisirla per ogni canzone che la band avrebbe suonato da lì in avanti.
E Bibi affascinata da lui non poteva fare altro che seguirlo, rischiando di inciampare nei propri piedi.
Non si era mai accorta di quanto il giovane fosse più alto di lei, o di quanto fossero ampie e forti le sue spalle, o di quanto potesse essere luminoso il suo sorriso...

 

 « Ahi Rufy... di nuovo!»
Il fratellino di Ace non aveva la stessa attitudine per la danza, e Nami lo stava scoprendo a proprie spese. Era la quarta o quinta volta che il moro le schiacciava i piedi, e la canzone era iniziata da poco più di un minuto.
A fine serata la giovane come si sarebbe ritrovata le dita? Distrutte senza dubbio.
« Scusami, non lo faccio apposta! Te l'avevo detto che non sapevo ballare! »
Protestò Rufy gonfiando le guance, continuando però a tenere una mano stretta in maniera stranamente virile sul fianco della sua accompagnatrice per la serata mentre ostinatamente provava a farla volteggiare sulla pista illuminata dalla luce stroboscopica.
Ormai era una questione di principio per lui, se i suoi fratelli riuscivano a ballare, anche lui lo avrebbe fatto.
E poi Nami era proprio bella quella sera: il vestito blu pervinca con lo scollo a cuore si adattava perfettamente al suo corpo snello, i tacchi slanciavano la sua figura e il trucco applicato in maniera delicata la rendeva più adulta, più donna, tanto che perfino un ingenuo bambinone come lui se ne poteva accorgere.
La compagna più grande sospirò rassegnata intanto, e si fece trascinare ancora un po' fino a che non incrociò lo sguardo di Koala che le fece un grande segno di ok con il pollice da sopra la spalla del suo principe azzurro.
Sorridendo divertita Nami allora affondò il viso nell'incavo tra la spalla e il collo di Rufy per nascondere quell'espressione, e fece l'errore di immergersi nel profumo del ragazzo, cosa che la fece leggermente rabbrividire.
Com'era bello lui, com'era bello tutto...


 « Sabo...» 
 « Mh? »  
Il biondo stava cercando per l'ennesima volta di rubare un bacio alla sua fidanzata mentre dondolava sul posto. Peccato che il regolamento della scuola lo vietasse categoricamente.
« Finiremo dalla preside. Eddai...»  
« Dai Koala, per una volta prova il brivido di infrangere le regole!»  
« Non questa sera, uomo della rivoluzione. »  
Ridacchiando la ragazza gli mordicchiò il mento, prima di posare la testa contro il suo petto, ascoltando il battito del suo cuore, come se fosse una melodia molto più bella della musica su cui stavano danzando.
« Tu ci scherzi, ma io un giorno cambierò davvero il mondo, vedrai! »  
E Koala non seppe dire se fu il tono con cui lo disse, o i battiti del biondo che erano aumentati come in preda ad una forte emozione a convincerla, ma lei a quelle parole ci credette fermamente.


« Non è che vorresti ballare? »  
Domandò Zoro incerto, grattandosi nervosamente la nuca, lo sguardo stranamente basso sui propri piedi, cosa che non faceva mai.
Perona però, stringendosi nel suo abito nero e rosa tutto pizzi e trine da damina dell'ottocento scosse fermamente il capo, le mani strette in grembo e le guance in fiamme.
« A me basta stare qui con te, Zoro. »  
Mormorò con fare quasi adorante, mentre il giovane diveniva più paonazzo di lei.
«E non dire queste cose imbarazzanti!!!!»  
« Sc..scusa!»  
« E non scusarti sempre! AAAAAA. » 
In un gesto di stizza Zoro si alzò in piedi e prendendo Perona per mano la trascinò senza delicatezza alcuna al centro della pista da ballo dove cominciò a ballare come meglio gli riusciva.
Tutto pur di sfuggire all'imbarazzo di quel momento assurdo.


Non tutti si erano presentati al ballo però.
Robin aveva preferito passare la serata con la sua ragazza che non apparteneva alla loro scuola in quanto già studentessa del college, Pudding continuava a fare la sua silenziosa protesta chiusa in camera, e Sanji aveva preferito stare con lei, mentre Violet per non subire l'imbarazzo di passare tutta la sera seduta sola su una panca aveva deciso di evitare la festa.
Bonney e Law invece erano arrivati insieme, tenendosi per mano e facendo voltare molte teste verso di loro, poi sempre insieme se n'erano andati via. Non erano rimasti a lungo, ma abbastanza da concedersi un paio di balli tra lo stupore generale: nessuno si aspettava che Bonney sapesse essere tanto aggraziata nel muoversi, e che Law sapesse essere tanto espansivo da stringerla a sè quasi con una sorta di luce possessiva nello sguardo solitamente spento e apatico.
Nel bene o nel male comunque, la serata era passata via liscia, ed ora ai professori non restava che chiudere la palestra addobbata, lasciando che fossero i bidelli il giorno dopo a occuparsi di ripulire il tutto.
Bay e Izou stavano facendo la ronda per i corridoi per accertarsi che non fossero rimasti studenti in giro o nascosti nelle aule insieme ad altri professori, la preside si era momentaneamente ritirata nel suo ufficio, e in palestra tra i palloncini a terra e le luci ormai soffuse era rimasto solo Thatch, le mani in tasca stretto nel suo completo di sartoria italiana e lo sguardo perso.
Stava ricordando il suo ultimo ballo studentesco e la ragazza che lo aveva accompagnato, nostalgico e in vena di deprimersi come faceva da qualche tempo a quella parte, tuttavia i suoi piani vennero sconvolti quando la musica ricominciò.
Era un cellulare che suonava una canzone precisa, la canzone che aveva ascoltato la sera in cui si era dichiarato a Marco in un pub di periferia.
Si voltò giusto in tempo per vedere il collega con il telefonino stretto in mano e un sorriso di scuse a increspargli quelle labbra che da troppi giorni non poteva più sfiorare.
La melodia veniva proprio da lì, un lento che sembrava fin troppo melenso in quel momento.
« Un ultimo ballo, ti va?» 
Domandò il biondo, una nota esitante nel tono di voce.
Sapeva di non dover chiedere, sapeva che non era sufficiente a farsi perdonare, e Thatch voleva dirgli seriamente di andare a farsi fottere. Poi però pensò a quanto quella scena stesse costando all'uomo di cui era ancora terribilmente innamorato. Pensò a quanto si vergognasse probabilmente, e a quanto temesse che qualcuno potesse tornare indietro e vederli, scoprirli.
Eppure stava affrontando tutto questo per lui, per Thatch. E la risposta che seguì fu inevitabile.
« Tutti i balli che vuoi. » 
Un soffio lieve, un passo avanti, le loro dita che si intrecciavano, la testa del castano che si poggiava sulla spalla del biondo, sebbene fosse lui quello leggermente più alto tra loro.
La mano di Marco fu sulla sua schiena, il suo respiro caldo conto il suo collo, le sue labbra sulla guancia di Thatch, che sorrise per la tenerezza del momento e per il solletico causato dal lieve strato di barba incolta che adombrava il viso del professore di storia.
« Mi sei mancato. »  
Ammise Marco dondolandosi sul posto, trascinando in quella danza lieve il compagno che aveva scelto.
E che fosse maledetto, Thatch si sciolse come un babbeo.
Quelle erano forse le prime parole dolci che riceveva dal biondo. Era la prima volta che esprimeva chiaramente i suoi sentimenti a voce alta. E quello non poteva che essere un buon auspicio.
Sarebbe stato difficile, ma alla fine sarebbe andato tutto per il meglio.



- To be continued -
- Coming next: scream -


Spazio autrice: si ringrazia Bibi per il suggerimento sulla scena a fine ballo con i palloncini e la palestra vuota <3
E grazie a tutti voi che leggete e commentate. Attendo i vostri pareri con ansia :3

   
 
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