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Autore: cabin13    23/11/2017    1 recensioni
|What if|
Il ragazzo non ci aveva mai dato peso, alla morte – l’aveva sempre considerata una cosa naturale –, ma non si sarebbe mai aspettato che la sua scomparsa avesse potuto lasciare un vuoto così incolmabile. Il suo migliore amico se n’era andato, e quel che era peggio, per mano sua.
{...} Il Devil Slayer ebbe un tuffo al cuore nel vedere com’era ridotto il suo migliore amico e una parte remota dentro di lui si era rifiutata di ucciderlo ricordandogli che se ne sarebbe comunque andato alla morte di Zeref. Aveva tentennato. Ma poi aveva pensato a tutti gli altri e aveva stretto i pugni, non avrebbe dovuto lasciare che la loro morte passasse invendicata. E, soprattutto, doveva farlo per Natsu, per “liberare” il vero Natsu da quel mostro.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Gray Fullbuster
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quel che rimane


Faceva freddo, dannatamente freddo. Ma non erano i fiocchi di neve che cadevano a provocargli quella sensazione di gelo interna.

Non gli interessava di essere inginocchiato in mezzo alla neve vestito solamente con dei jeans e una felpa leggera – tanto lui a quel clima rigido c’era abituato –, non lo colpiva l’aria sottile e ghiacciata, non gli davano fastidio le lacrime sottili che rigavano le sue guance e si lasciavano dietro una scia congelata.

Quello che gli faceva davvero male era ben altro.

Una sensazione orribile si propagava dal suo petto in tutto il resto del corpo, percorreva le vene e si insidiava in tutte le cellule.

Non sapeva definirla bene, sentiva che era un misto tra tristezza, rabbia, impotenza e delusione.

E il fulcro di tutti quei forti sentimenti negativi era proprio di fronte a lui, conficcato nel ghiaccio spesso e gelido. Una croce di legno. Una tomba.

Il ragazzo non ci aveva mai dato peso, alla morte – l’aveva sempre considerata una cosa naturale –, ma non si sarebbe mai aspettato che la sua scomparsa avesse potuto lasciare un vuoto così incolmabile. Il suo migliore amico se n’era andato, e quel che era peggio, per mano sua.

Quando aveva ereditato il potere del Devil Slayer da suo padre con la promessa di uccidere END non avrebbe mai immaginato di trovarsi faccia a faccia proprio con Natsu.

Quel maledetto potere gli aveva portato via tutto.

Nella cruenta battaglia finale in cui si erano scontrate le gilde di Fiore e i Dodici Spriggan di Alvarez, il Dragon Slayer del Fuoco aveva risvegliato la sua antica origine. A nulla erano valsi i tentativi di Lucy di far ritornare in sé il giovane mago; la bionda era stata la prima vittima della sua furia. La ragazza si era accasciata a terra in una pozza di sangue, trafitta al cuore dagli artigli affilati di colui che tempo prima il cuore glielo aveva conquistato in tutt’altro modo. E Happy aveva subito la stessa sorte, il gattino alato che aveva smesso di volare per sempre.

Le successive erano state Erza e Wendy, che proprio durante quella guerra avevano scoperto di essere più simili di quanto credessero: avevano attaccato END – perché ormai del loro Natsu rimaneva solo l’aspetto – e avevano resistito con coraggio, ma l’ultimo demone di Zeref aveva sopraffatto anche loro e le aveva massacrate.

Dopodiché il mostro aveva continuato a sfogare la sua ferocia senza un obbiettivo preciso: Levy, Gajeel, Mirajane, Laxus, Cana e Gildarts erano soltanto alcuni dei molti per cui END non aveva avuto pietà.

Poi era toccato a lei.

Juvia.

Fino all’ultimo se n’era infischiata della sua incolumità per proteggere il suo adorato Gray-sama.

Quando END li aveva trovati, la maga dell’acqua non ci aveva pensato due volte: si era frapposta tra il mostro e l’amato ed era stata colpita al posto suo. Gray si era sentito di ghiaccio, non appena i suoi occhi avevano scorto ciò che restava della gola della blu; c’era solo una macchia rosso vivo, con un fiotto scarlatto che sgorgava a non finire allargandosi sul collo e sulla nuda spalla – gli abiti si erano stracciati in una delle tante lotte – della giovane.

Il ragazzo non ci aveva più, aveva stretto Juvia tra le sue braccia e l’aveva chiamata con inorridita disperazione, sebbene sapesse – e quella constatazione stava pesando come un macigno sul suo cuore – che per lei era troppo tardi.

END era sul punto di colpirlo, ma si era come di colpo bloccato, gli occhi sbarrati e il respiro all’improvviso molto affannato.

Gray aveva segretamente sperato che fosse stata la coscienza, l’essenza, l’anima di Natsu che lottava per riprendere il controllo. Ma così non fu. L’istinto primordiale di uccidere Zeref si era risvegliato e perciò il demone era fuggito alla ricerca del mago oscuro.

Il mago del ghiaccio era rimasto lì, sconvolto, con un gelido fuoco di vendetta che gli bruciava dentro e un’assoluta arrendevolezza che bloccava il suo fisico.

Che cosa rimaneva di importante per cui potesse lottare? Fairy Tail non esisteva e quasi tutti i suoi membri erano morti nella guerra. Non c’era nessun posto – nessuna persona – dove tornare.

Per trovare la forza che lo spingesse a continuare aveva dovuto scavare a fondo nel suo cuore e sorpassare l’odio che gli stava crescendo nell’animo. Suo padre. La sua promessa. La sua casa. I suoi amici. Juvia.

Il giovane si era rialzato, si era allontanato dall’oblio in cui stava per precipitare e si era messo sulle tracce di END pervaso da un cieco potere che in sé non aveva mai avvertito prima.

L’aveva trovato, il demone, alla fine.

Nella piazza principale di Magnolia, tra macerie e devastazione, l’ultima creazione di Zeref stava compiendo il fine per cui era stata realizzata. Il mago nero non si difendeva nemmeno ed era ormai ridotto ad una maschera di sangue. Le labbra di Natsu erano incurvate in un ringhio animalesco e dalle gengive forse stava colando anche della saliva, come una bestia che gode nel braccare la sua preda; aveva perso ogni minima traccia di umanità.

Il Devil Slayer ebbe un tuffo al cuore nel vedere com’era ridotto il suo migliore amico e una parte remota dentro di lui si era rifiutata di ucciderlo ricordandogli che se ne sarebbe comunque andato alla morte di Zeref. Aveva tentennato. Ma poi aveva pensato a tutti gli altri e aveva stretto i pugni, non avrebbe dovuto lasciare che la loro morte passasse invendicata. E, soprattutto, doveva farlo per Natsu, per “liberare” il vero Natsu da quel mostro.

Aveva attivato il suo potere anti-demone e aveva scagliato sulla testa di END un piccolo cristallo di ghiaccio. Era stato difficile attirare la sua attenzione, dato che la creatura non accennava minimamente a spostarsi dal corpo esanime della sua vittima. Alla fine era riuscito a  distrarlo colpendolo con una scarica di proiettili di ghiaccio che finirono sulla sua schiena.

Il demone si era girato, le labbra e i denti sporchi di sangue scarlatto, che colava copioso anche dai suoi artigli. Dietro di lui Gray aveva intravisto la figura di Zeref, steso supino, con un vasto lago carminio che si allargava sul terreno nelle prossimità della sua spalla destra e del costato.

La lotta contro END era stata per il giovane una prova durissima. Era stata soltanto fortuna se per due volte il mostro aveva mancato i suoi organi vitali per un soffio, ma purtroppo aveva perso due dita della mano sinistra.

Nulla, nella piazza di Magnolia, era rimasto in piedi dopo il loro scontro. Restavano soltanto macerie annerite dal fumo e ricoperte dalla brina.

Il mago del ghiaccio si era rialzato in piedi tendendosi il polso della mano ferita.

END si trovava sopra i detriti di un palazzo in una posizione simil-seduta ed era semicosciente.

Gli iridi di Gray si erano spalancati all’inverosimile quando il mago oscuro e quello che una volta era stato il suo migliore amico avevano cominciato a dissolversi in piccole scintille luminose. L’ora di Zeref era scoccata e finalmente, dopo quattrocento lunghi anni, era morto. La più grande minaccia di Magnolia se ne stava andando; con lui, anche tutte le sue creature sparivano da quel mondo. E ciò implicava anche END.

Il Devil Slayer aveva avvertito gli occhi colmarsi di lacrime a quella visione, le ginocchia avevano d’improvviso ceduto e alla fine si era accasciato nello spiazzo, di fronte a lui soltanto polvere mossa dal vento.

Da quel giorno erano passati per Gray sei interminabili mesi. In quel periodo si era rimesso totalmente dalla ferite riportate nella guerra.

Adesso si trovava nel cimitero di Magnolia, di fronte alle tombe che raccoglievano i corpi dei suoi amici.

Quando era avvenuta la loro sepoltura, tempo prima, il giovane aveva deciso di piantare una croce per Natsu. Non poteva sopportare l’idea che il suo ricordo venisse dimenticato, doveva restare insieme a tutti gli altri.

Era davanti a quella tomba che era caduto in ginocchio.

Cosa era rimasto dopo quella feroce battaglia? Nulla. Non era rimasto nulla. E il nulla era lo stesso che Gray sentiva nel suo cuore, vuoto, freddo.

E non ce la faceva ad andare avanti così. Quel giorno era determinato a riunirsi agli altri…

 

 

 

 
Hola gente
Pubblico questa OS scritta giusto per deprimermi un po'! ^^'
Lo so che il finale  fa schifo (come sempre), ma spero si capisca che  - pronti per la ventata di allegria? -  ... Gray si uccide!
E boh, non domandatemi da dove provenga tutta questa bucolica gioia perché non ne ho idea manco io -_- in realtà questa storia non avrebbe nemmeno dovuto essere su Fairy Tail, ma solamente una cosa scritta a caso (non che adesso sia meglio, intendiamoci) però, vabbé, sorvoliamo su questo
Spero di aver mantenuto Gray IC nella storia, anche se sono certa al 90% che nel finale diventi OOC (forse anche troppo  - o come diciamo a Verona: anca masa! XD)
Se risultasse OOC anche nel resto della storia e non solo alla fine fatemelo sapere che aggiungerò l'avvertimento
Ringrazio chi lascerà una recensione e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
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