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Autore: Juliet Leben22    23/11/2017    3 recensioni
Posò la cornice con la foto del Ballo del Ceppo delicatamente sulla mensola in salotto.
“A cosa pensi?”
“A quando mi hai detto di essere innamorata di me” mormorò Draco Malfoy, dando un ultimo sguardo alla foto.
Lei si avvicinò. Tante cose erano cambiate. Il viso di Hermione era più stanco e maturo e le prime rughe dell’espressione cominciavano a mostrarsi intorno agli occhi.
Per Draco, però, non era mai stata più bella.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Promise under the Snow.
 
 
 
Il prato candido e pieno di neve gli aveva sempre messo calma. Gli ricordava ancora quando da piccolo giocava di nascosto con Daphne a tirarsi le palle di cristalli di ghiaccio. I fiocchi le si incastravano nei capelli e, nonostante sapessero entrambi che la punizione sarebbe giunta di lì a poco, scoppiavano sempre a ridere.
La loro amicizia era cresciuta con loro, tanto che la sua migliore amica gli era rimasta accanto fino a quel giorno.
Si trovava a pochi metri da lui, nel suo vestito nero a tubino e i capelli biondi. Era sempre stata bella, ma in quella serata si accorse davvero di quanto fosse cresciuta. Al suo fianco, il suo accompagnatore non la degnava quasi di uno sguardo, concentrato com’era a chiacchierare con un compagno di squadra del Quiddicht sulla prossima partita.
Dall’altro lato della stanza, vi era Blaise Zabini. Oh sì, lui era stato la costante della sua vita. Il migliore amico che si potesse sperare di avere nella vita. Già, Blaise Zabini e la sua eterna cotta per Daphne Greengrass.
No, mai gli sarebbe passata.
Si guardò attorno, posando gli occhi sul delicato nevischio che gli si posava sulle spalle della giacca nera e sul viso.
Entrò nel Castello, fermandosi davanti alle scale.
Faceva freddo e quella sensazione di attesa era esasperata dall’ansia.
E se non si fosse presentata? No, non gli avrebbe mai fatto questo.
Però l’avrebbe capita.
Stavano per correre il rischio più assurdo della loro vita, forse.
Lei aveva cercato di convincerlo. Gli aveva detto che non era necessario, che lei avrebbe capito, che non era un problema.
Ma no, non poteva pensare di vederla scendere quelle scale di marmo e posare la mano su quella del campione Tremaghi. Poco importava che fosse il più bravo cercatore del mondo, nonché suo idolo da quando era un bambino. Non poteva sopportarlo.
“È bellissima” riconobbe immediatamente la voce di Ronald Weasley, il ragazzo dai capelli rossi che tanto disprezzava.
Si voltò di scatto e trattenne il respiro.
Il vestito azzurro le fasciava il corpo con delicatezza e la scollatura a “v” – appena accennata – le donava quel tocco di sensualità che denotava l’avvicinarsi del suo essere donna. Anche se ancora mancava tempo.
I capelli castano dorato erano raccolti con uno chignon che lasciava cadere dolcemente due piccoli ricci sui lati del viso.
“Sì, lo è” mormorò tra sé e sé il ragazzo dai capelli biondi color del grano.
Scese lentamente le scale con quei piccoli tacchetti che la slanciavano e arrivata all’ultimo prese un respiro profondo.
Stavano tutti guardando lei, Hermione Granger che sembrava stesse aspettando il suo accompagnatore.
In realtà, Draco lo sapeva bene, gli stava dando tempo. Lui però, non ne aveva bisogno. Ormai, aveva preso la sua decisione.
Quello che un Malfoy vuole, un Malfoy ottiene.
Prese un respiro profondo e si avvicinò a lei. Non lo entusiasmava l’idea che avrebbe perso la sua famiglia, ma Blaise aveva ragione: non poteva perdere quell’unica opportunità di danzare con lei. Non quando il Ballo del Ceppo era lì, ad Hogwarts.
Sollevò il braccio e lei lo prese a braccetto. “Sei sicuro?”
Avrebbe voluto dirle di no, ma che allo stesso voleva dirle che non poteva perderla.
“Sono qui, ormai, no?” chinò il capo nella sua direzione.
Li stavano guardano tutti, ma Draco finse di non farci caso.
“Puoi fermarti qui. Qualsiasi frase… io sarò in grado di sopportarla” mormorò, in modo che solo lui potesse sentire.
Si strinse più forte a lei e quasi la tirò, affrettando il passo. “Non ti farò cadere” disse, vedendola ciondolare per un istante con quei tacchi alti.
Hermione Granger si lasciò sfuggire un sorriso nervoso.
Li percepiva gli sguardi dei loro amici. Sia dello Sfregiato e del suo amichetto, sia di Blaise e di Daphne.
La cosa bella, era che, dopotutto, Blaise sorrideva. Lo stesso, però, non si poteva certo dire di Harry Potter che fissava la sua migliore amica come se fosse un’estranea.
Forse, avrebbe dovuto pensarci meglio. Anche per lei… ma ormai erano lì, insieme. Stavano dichiarando al mondo qualcosa di meraviglioso e sincero.
Peccato che in cuor loro sapessero che il mondo non era pronto.
Erano giunti alla Sala in cui si sarebbe tenuta la festa e ancora non se ne capacitavano.
Gli studenti e alcuni insegnanti – in particolare Severus Piton – non gli staccavano gli occhi di dosso.
La musica cominciò e i Campioni cominciavano a danzare.
Victor Krum lanciò ancora occhiate particolarmente eloquenti alla “studentessa migliore della sua età” prima di iniziare a ballare con la sua accompagnatrice.
Draco si avvicinò di più lei, catturando immediatamente il suo sguardo. “Danza con me, Granger.”
Le brillarono gli occhi e gli tese la mano. Quella di lui si fermò a pochi centimetri dalla sua.
“Ad una condizione.”
Hermione inclinò la testa, sollevando il sopracciglio.
“Non esiste nessun altro questa sera.”
Fu lei a prendergli la mano, sorridendogli dolcemente.
Le mise subito le mani sui fianchi e l’afferrò prontamente, cominciando a farla volteggiare. La sua vita era delicata e Draco si ritrovò quasi ad aver paura di ferirla. Hermione posò la mano sulla sua spalla e gli prese la mano, regalandogli un sorriso tipico di chi sapeva di più di quanto volesse ammettere.
“Non sapevo sapessi danzare così bene.”
“Ci sono molte cose che non sai di me, piccola Granger.”
“Hai preso lezioni?”
Ridacchiò. “Mia madre adora danzare e per un Malfoy saperlo fare è quasi una regola morale.”
“Sei stato obbligato?” domandò a bruciapelo.
Draco divenne serio. “Sì può dire… che sia una regola imposta in maniera quasi… volontaria.”
“Non capisco.”
“Ho diversi obblighi in quanto Malfoy, Granger. Eh sì, anche danzare. Ma danzare è sicuramente l’ultimo dei miei pensieri.”
“Anche perché hai un talento naturale” disse lei imbarazzata e lui l’avvicinò di più.
“Sì, dicevi?” sorrise maliziosamente.
“Draco, io…”
La fece roteare, fino a farla tornare tra le sue braccia. La schiena di lei contro il suo petto, il respiro di lui sul suo collo…
“Sei incantevole” mormorò al suo orecchiò, facendola girare ancora e riprendendo la posizione iniziale.
Le si mozzò il respiro. Per Draco Malfoy era evidente l’effetto che le faceva e lo divertiva e lo rassicurava.
Era così bello vedere che – la persona più improbabile – si fosse interessata a lui, al suo passato. Lo ascoltava – malgrado non fosse molto loquace – e cercava di aiutarlo come poteva.
Era nato tutto dall’incantesimo che le aveva lanciato, trasformando la dentatura storta e con l’apparecchio in un meraviglioso sorriso. Un increspare di labbra da cui non era più riuscito a fuggire.
Insomma, la punizione era stata proprio aiutarla mentre era bloccata in infermeria. Prenderle i compiti, passarle gli appunti delle medesime lezioni… era stato così difficile accettare tutto quello che stava succedendo. Ma lei era rimasta. Era rimasta ad ogni insulto e aveva ringraziato anche quando aveva continuato ad occuparsi di lei – nonostante la punizione fosse finita – in un modo tutto suo. Fatto di gesti e di poche parole – molte delle quali sgarbate e poco adeguate – il tutto con quei suoi occhi argenti che parevano scrutarla in ogni angolo del Castello.
Poi era caduto dalla scopa per colpa di un Grifondoro maldestro, e lei – solo lei – dopo la partita aveva corso il rischio di entrare nel loro spogliatoio per chiedergli come stesse.
Draco l’aveva cacciata via in malo modo e avevano litigato. Ma poi, alla fine lui l’aveva attirata a sé e l’aveva baciata con tutta la forza, la rabbia, la necessità che aveva.
Non aveva smesso di assaggiare la sua bocca finché non era stato pronto a tornare alla realtà e affrontare quello che era appena successo.
Hermione Granger aveva sorriso e lui le aveva stampato un bacio a fior di labbra, facendola arrossire.
“A cosa pensi?” domandò lei, curiosa.
“Al nostro primo bacio” rispose sinceramente.
“Oh, e come mai?”
“Perché tu non ci pensi mai, Granger? Non credere di potermi mentire” ribatté ironico, sviando la domanda.
“Oh, adesso non posso aver imparato qualcosa da una serpe?” ridacchiò.
“Piccola Granger… l’unica cosa che dovresti imparare da una serpe sarebbe scegliere le persone che hai accanto” sorrise sardonico.
La studentessa migliore della sua età sollevò gli occhi al cielo. Aveva sentito quella storia tante e tante volte.
“Voglio ricordarti che senza di loro sarei stata sola per anni” ribatté.
“Ti avrei notata prima o poi, lo sai” si difese.
Lei scosse la testa. “Non possiamo saperlo, Draco. Non possiamo saperlo.”
Sospirò. “Siamo qui, no? Siamo qui adesso”
“… questo conta” concluse lei.
 
 
Ballarono molto quella sera, Draco rise mentre Hermione cercava di lasciarsi andare e nascondere tutte quelle paure che – sapeva – li avrebbero inglobati non appena soli.
Cosa sarebbe successo l’indomani?
E la famiglia Malfoy come avrebbe reagito?
Draco sarebbe stato al sicuro?
“A cosa pensi?” domandò, passandole un bicchiere di Acquaviola.
Divenne seria. “Sto pensando alla tua famiglia” scelse con cura le parole da dire.
Il ragazzo dai capelli biondi color del grano deglutì, cercando di rimanere impassibile. “Uh, come rovinarsi la serata da soli, insomma.”
“No... scusami. Mi sono spiegata male. Intendevo che ho paura per te” mormorò, bloccandolo per un braccio.
Lui la osservò. Era più alto di lei e il suo respiro si infrangeva sui suoi capelli. Erano vicini, tanto vicini.
“Avevi promesso che saremmo stati soli, Granger” si staccò bruscamente da lei.
Non sopportava quel pensiero che gli metteva più agitazione che mai.
Avrebbe dovuto aspettarsi talmente tante parole brutte… avrebbe dovuto leggere la delusione negli occhi di sua madre, di suo padre. Eppure, il pensiero che Narcissa Malfoy gli dicesse che l’aveva delusa lo aveva distrutto psicologicamente ogni notte da quando aveva deciso di invitarla al Ballo del Ceppo.
Aveva cominciato a camminare verso l’uscita. Quei pensieri lo stavano assorbendo più di quanto avesse mai immaginato.
Gli mancava l’aria.
I suoi passi veloci sul pavimento di marmo lo condussero verso l’esterno del Castello. I fiocchi di neve gli caddero sul viso. Erano stille piccole e fredde. Chiuse gli occhi e lasciò che la neve lo aiutasse a calmarsi.
Da piccolo sua madre gli diceva sempre che quando era agitato non era necessario mostrarlo, ma doveva semplicemente prendere una boccata d’aria fresca. Lei lo faceva spesso.
La neve però, era sempre stata in grado di dargli quella pace che non aveva mai trovato. La stessa pace che trovava ogni volta che baciava Hermione, ogni volta che l’abbracciava, che fantasticava sul suo corpo.
Percepì una mano posarsi sulla sua spalla: Hermione Granger era lì, di fronte a lui, e indossava solamente quel leggero vestito azzurro.
Stava letteralmente rabbrividendo dal freddo.
“Torna dentro, Granger.”
“Ti prego, ascoltami… io non capisco” disse a voce bassa, tremando.
“Sì, è proprio questo il problema. Non capisci. Ora torna dentro, non ha senso che ti ammali.”
“Draco, io…”
“Per Salazar, una cosa ti avevo chiesto. Una stramaledettissima cosa!”
Lei si ritrasse, cominciando a sfregarsi le mani sulle braccia, ricercando calore.
“Ti avevo chiesto” la condensa del suo respiro faceva strane forme nel freddo “di non pensare ad altro. La mia famiglia, il domani… non potevi pensare solo a stasera? A noi? Per una volta, Granger, zittisci quell’intelligenza superiore” sputò fuori e lei allora cominciò a capire.
“I-io mi… mi dispiace” le labbra le tremavano “Sono… io ci tengo a te” le battevano i denti “Ho paura che domani sarà tutto diverso. Che ti accorgerai che esporci pubblicamente è stato… pericoloso” sputò fuori anche lei, espirando il calore sulle mani messe a conca.
Draco si tolse la giacca nera e gliela posò sulle spalle. Di colpo, l’espressione del suo viso si raddolcì. “Perché non me ne parli?”
Lei ridacchiò. “Per lo stesso motivo per cui non me ne parli tu.”
Hermione avvicinò il suo viso a quello di lui, con naturalezza e spontaneità. I loro nasi si sfioravano e iridi argento si fusero con iridi dorate.
“Davvero Hermione? È per questo non sei venuta al Ballo con noi?” domandò qualcuno alle loro spalle.
Lo sguardò di Draco tornò serio. Detestava Ronald Weasley, lo vedeva come uno di quegli insetti che respira senza alcuna ragione o motivazione seria.
Hermione lo rimproverò con lo sguardo, lanciandogli un’occhiataccia. “Ci penso io.”
“Scelgo io con chi andare, nessuno deve impormi qualcosa. Sono abbastanza grande per decidere per me stessa” ribatté, voltandosi a guardarlo.
“Davvero? Malfoy?! Da quanto va avanti?” esclamò il ragazzo dai capelli rossi con il respiro affannato. Era arrabbiato e aveva le gote paonazze.
“Da quando le ho lanciato l’incantesimo” rispose Draco, cercando rimanere calmo.
Hermione si voltò solo per sorridergli per un istante, dopodiché torno a guardare l’amico.
“Ma… ma è Malfoy! Non ti ricordi cosa ci ha fatto? O dovrei dire cosa ti ha fatto?”
La ragazza ispirò. “Non dimentico niente, ma se sono qui significa che ho delle motivazioni, no?
“E quali sarebbero?” domandò Ron.
“Sì, giusto. Quali sarebbero?” chiese a sua volta Draco.
Fece saltellare lo sguardo da un interlocutore all’altro. “State scherzando? Avete deciso di allearvi tutto d’un tratto?”
Non vi fu risposta e Draco intrecciò le spalle al petto. Lei si chiuse nella sua giacca.
“Se ci tenevi così tanto potevi invitarmi prima, no? E non lasciarmi come ultima opzione!” esclamò, guardando Ron.
Draco fece un passo verso l’entrata del castello, furibondo, ma lei lo fermò per un braccio. “E tu… non osare voltarmi le spalle! Io perdo la ragione quando sto con te. Mi fai arrabbiare continuamente, mi irriti con ogni risposta male che mi dai… ma diamine sono innamorata di te! Di ogni parte di te! E adoro il fatto che tu mi tenga continuamente testa in ogni conversazione che facciamo!” disse tutto d’un fiato, con le gote rosse sia per il freddo che per la confessione.
Ronald Weasley le voltò le spalle, rientrando. Era evidente come stesse male per quelle parole, ma avrebbero avuto il tempo per risolvere. Non era sicuramente quello.
“Sei… sei innamorata di me?” domandò incredulo Draco Malfoy, voltandosi verso di lei che annuì.
Le prese le mani. “Danza con me, Granger.”
“Ma fa freddo.”
“Danza con me nella neve.”
E lei comprese. Gli mise le braccia al collo e lui la strinse a sé.
Faceva meno freddo in quell’abbraccio tanto perfetto.
“Ci saranno momenti in cui mi odierai.”
“Ma io ti odio già” disse ironica lei.
“Ancora di più” disse serio.
“E ci saranno momenti in cui… non potremo stare assieme” pronunciò lei, concludendo il discorso di lui, prematuramente.
“Ti prometto che tornerò da te, Hermione.”
Le brillarono gli occhi. “Ti aspetterò” posò le labbra su quelle di lui, dandosi uno slancio sulle punte.
Sapeva di tante cose quel bacio.
Sapeva di pace.
Sapeva di neve.
Sapeva di acquaviola.
Sapeva di promesse che si sapeva già sarebbero state mantenute.
 
 
 
Posò la cornice con la foto del Ballo del Ceppo delicatamente sulla mensola in salotto.
“A cosa pensi?”
“A quando mi hai detto di essere innamorata di me” mormorò Draco Malfoy, dando un ultimo sguardo alla foto.
Lei si avvicinò. Tante cose erano cambiate. Il viso di Hermione era più stanco e maturo e le prime rughe dell’espressione cominciavano a mostrarsi intorno agli occhi.
Per Draco, però, non era mai stata più bella.
D’altro canto lui aveva i capelli più lunghi, biondi. Ma di un biondo diverso da suo padre: era molto più caldo.
La loro storia era decisamente stata travagliata, tanto da avere periodi in cui nessuno dei due avrebbe mai pensato di far resistere così tanto quella promessa.
Draco aveva quasi sposato Astoria Greengrass, ma poi aveva preso coraggio e aveva scelto ancora pubblicamente lei.
Era stato paradossalmente più difficile quella volta. Narcissa era stata delusa una volta, ma in quella aveva quasi accettato quell’amore che pareva impossibile da contrastare.
Era stata Narcissa a scegliere il vestito con Hermione. Un’esperienza che la ragazza dai capelli castani gli aveva pregato di non farle ripetere. Eppure, malgrado i modi, era bellissimo per Draco il modo in cui sua madre ci provasse. Sebbene i trascorsi fossero pessimi – e assurdi – lei ci stava provando andando contro Lucius, contro la persona che amava più al mondo.
Il giorno del matrimonio aveva scritto una lettera a Hermione di cui le non si separava mai. Non vi erano complimenti o pentimenti in quelle parole scritte, solamente un “tutto, purché lui sia al sicuro e felice”. Certo, condito con un “è un Malfoy”, ma poco le importava: era la più bella accettazione che avrebbe mai potuto sperare di ottenere. Meglio di quello non ci sarebbe stato nulla e lo sapeva.
Draco Malfoy si stese sul divano e invitò la sua consorte a fare lo stesso. Una volta seduta, lui la tirò a sé, stringendola tra le sue braccia.
Negli anni si era lasciato andare più di quanto avrebbe mai pensato… o almeno nelle mura domestiche.
“Sei sparito tra i tuoi pensieri.”
“Ricordavo solo il Ballo del Ceppo e tutto quello che ne è conseguito.”
“Siamo qui adesso, giusto?”
Lui annuì e poggiò subito le labbra su di lei. Scoprì che, come al solito, lei sembrava stesse aspettando solo quello. Ed era così bello avere una persona che ti amasse così, senza vincoli o pregiudizi.
“Mi odi ancora, piccola Granger?” si staccò, lasciandola ancora desiderosa di altri baci.
“Quando fai così, ancora sì” mormorò, ancora gli occhi chiusi “E sai, lo farò sempre” disse sogghignando per un istante.
“Oh, non vorrei cambiasse nulla, amore mio” la baciò, mentre ancora boccheggiava per quell’appellativo.
E i baci si fecero più passionali, più intimi. E Draco pensò di non essere mai stato più felice.
 
 
 Nda: Eccomi qui con una nuova one-shot su Draco e Hermione. Il Prompt è di Veronica Aishwara, lo ammetto senza remore <3
La ringrazio e la dedico a lei perché i suoi commenti mi hanno convinto a metterla anche qui.
Grazie.

Juliet.

 
   
 
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