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Autore: __zeroshiro    02/12/2017    2 recensioni
Subito dopo la cerimonia del diploma, Oikawa è costretto, per ragioni misteriose a Iwaizumi, a lasciare la prefettura di Miyagi e a trasferirsi in una delle più grandi metropoli del Giappone: Tokyo. Due anni dopo le vite dei due si intrecceranno nuovamente e questo loro incontro porterà una svolta decisiva per Tooru, e in lui si risveglieranno quegli stessi sentimenti che aveva tentato inutilmente di reprimere.
Dal capitolo numero 1:
Oikawa si accasciò a terra esausto, la sua mano era scivolata fino al polpaccio e stringeva dolorante la stoffa che lo ricopriva. Gli occhi di tutti erano puntati su di lui. "La verità è che sono solo un patetico."
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Issei Matsukawa, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati due anni dal diploma.
Oikawa aveva lasciato improvvisamente, dopo la cerimonia del diploma, la prefettura di Miyagi per trasferirsi in una delle più grandi metropoli del Giappone: Tokyo.
Tuttavia questa non era stata proprio una sua scelta, ma la sua unica opzione.

Io non lo accetto !Non voglio più vederti, non sei più mio figlio !Sei solo un fallito, l’ unica cosa in cui eri bravo era la pallavolo, ma ora, a causa della tua stupidità, hai perso l’unica cosa che possedevi.

 Queste parole erano state urlatogli da sua madre dopo che l’alzatore aveva provato a parlarle, inutilmente, dei sentimenti provati verso il suo amico di infanzia. Era stato proprio uno scemo.
Com’era vivere a Tokyo ?La vita era molto frenetica, ma questo non dispiaceva affatto al castano, anzi, lo aiutava a riempire le sue giornate, rese ormai vuote dalla sua mancata presenza.
Cosa preferiva di quella città ?Le sue infinite possibilità.
Trasferirsi era stato doloroso, aveva dovuto abbandonare il paese in cui era cresciuto, il luogo in cui erano custoditi i suoi migliori ricordi, e soprattutto, dove aveva avuto la fortuna di incontrare Lui.
La cosa più bella che gli era mai capitata.
Ed eccolo lì, sulla metropolitana a pensare per l’ennesima volta a lui.
Osservava con aria malinconica il paesaggio scorrere, il mento appoggiato sul palmo della mano, e proprio accanto a lui, era seduta la sua guardia del corpo, che squadrava chiunque osava posare gli occhi sul castano, forse fin troppo previdente.
Oikawa era diventato un cantante, la cui fama era conosciuta in tutta Asia.
“Chissà se Iwa-chan ascolta le mie canzoni …”
Altro pensiero ricorrente nell’ex-capitano.
< < Siamo arrivati. > > la voce grave del body-guard lo risvegliò dalle sue riflessioni.
< < Mh ?Ah ! > > sorrise ed afferrò lo zaino da terra, portandoselo poi su una sola spalla.
Ed ecco, come tutte le volte, la guardia del corpo lottare per crearsi un varco tra la folla, composta per lo più dalle fan dell’ex-alzatore.
Era sempre stato popolare tra le ragazze, sin dai tempi del liceo, e ciò che preferiva Tooru di quella situazione, era poter vedere la reazione di lieve gelosia che scatenava in Hajime.
Anche quella volta, come tante altre, avrebbe preferito avere Iwa-chan accanto, avrebbe voluto camminare con lui mano nella mano …
< < Ma tanto avrebbe detto che è colpa mia, colpa mia se ci sono tutte queste ragazze. > > borbottò e gonfiò le guance scatenando un generale < < AAAAHHHHHH !E’ BELLISSIMO ! > > da parte delle sue fan sfegatate.
Dopo una buona mezz’ora riuscirono a raggiungere lo studio radiofonico in cui lavorava e componeva i suoi brani.
< < Questa volta prova a scrivere dei testi un po’ più allegri ! > > sbottò un suo collega lasciando sulla scrivania del moro carta e penna.
< < Ci provo … > > sussurrò afferrando la biro.
< < Come ? > > finse di non aver sentito portandosi una mano dietro all’orecchio.
< < Ho detto che ci provo ! > > quasi urlò.
< < Con chi ? > > lo prese in giro avviandosi verso l’uscita.
<< Va’ fuori ! >> gli fece la linguaccia e lanciò contro la porta, ormai chiusa, un pacchetto di fazzoletti. Era sempre stato una seccatura quel senpai.
<< Tsk. > > osservò indispettito il foglio bianco, vi tamburellò sopra dei puntini blu indeciso su osa scrivere, in realtà non sapeva nemmeno da dove cominciare. Non era poi così bravo a comporre.
Non si era mai impegnato tanto nella musica, o almeno, non in modo particolarmente diligente, come aveva fatto per la pallavolo, ma ormai appariva come un sogno lontano e irraggiungibile.
“Vorrei vederlo almeno un’ultima volta …”pensò abbandonando la scrivania per spostarsi successivamente verso la grande finestra. Il bus della nazionale di pallavolo si fermò proprio dall’altra parte della strada, osservò i membri scendere dal mezzo, indossavano le uniformi tanto desiderate da Oikawa.
< < Ma quello è- > > incollò il viso alla superficie fredda per guardare meglio colui che aveva catturato la sua attenzione: aveva la pelle leggermente più scura del “normale”, i capelli neri e lievemente scomposti, impossibili da domare.
Conosceva benissimo quel portamento, quell’espressione era inconfondibile per lui.
Si precipitò fuori dalla stanza e iniziò a correre per raggiungere, il più in fretta possibile, l’uscita di quel maledetto edificio che lo stava intrappolando.
< < Oikawa-san si fermi !Non si è ancora ripreso del tutto ! > > esclamò una voce femminile.
Era vero, non si era ancora ripreso completamente. Il dolore al ginocchio lo tormentava in ogni sua azione quotidiana, anche nelle più semplici.
Ma non poteva fermarsi, non voleva. E, soprattutto, non voleva che fosse proprio quel ginocchio mal ridotto ad ostacolarlo ulteriormente
< < Oikawa-san, non le è permesso uscire senza la guardia del corpo ! > >
Un’altra voce fastidiosa.
< < Oikawa-san !Si fermi !Nevica, prenda almeno il cappotto ! > >
L’ennesima voce assillante.
Era vero anche quello, nevicava. E allora ?Non sarebbe certo stata un po’ di acqua ghiacciata ad arrestare la sua corsa.
Ormai era riuscito a lasciare lo studio radiofonico, l’aria fredda e pungente lo colpì in pieno viso facendolo rabbrividire.
“Finalmente dopo tanto, troppo, tempo lo potrò rivedere.”
Avanzava con passo svelto non curante del dolore provato e ignorando completamente i gridolini che suscitava nelle ragazze.
Avrebbe dovuto raggiungerlo prima che entrasse nell'albergo dove, molto probabilmente, avrebbe alloggiato con l'intera squadra. Forse sarebbe stato un poco più piacevole recarsi al lavoro.
Eccolo, a pochi metri da lui, camminava lentamente, le mani nascoste nelle tasche per proteggerle dal freddo, gli rivolgeva le spalle, ma era comunque perfetto.
Decise di ridurre a zero la distanza che li separava, riprese una debole corsa. Riuscì a sfiorare, con la punta delle dita, la sua schiena.
Quel contatto durò pochi secondi. 
Oikawa si accasciò a terra esausto, la sua mano era scivolata fino al polpaccio e stringeva dolorante la stoffa che lo ricopriva. Gli occhi di tutti erano puntati su di lui.
"La verità è che sono solo un patetico."
Tooru teneva la testa bassa, l'ultima cosa che avrebbe voluto vedere era l'espressione di Hajime, quest'ultimo si era voltato confuso.
< < Oikawa-san, ma cosa combina ! > > i rimproveri da parte di un collega non tardarono ad arrivare.
< < Oikawa ... > > il moro sgranò gli occhi, dalle sue labbra uscì solo un flebile sussurro.
< < Iwaizumi-kun !Dobbiamo andare ! > > un suo compagno lo richiamò, ma lui non si mosse minimamente.
< < Alzati, forza ! > > il collega afferrò per un braccio l'ex-alzatore.
"Molto probabilmente proverà solo odio verso di me..." dgrignò i denti.
< < Aiutami per favore ... > > trattenne a stento le lacrime e, con l'aiuto dell'uomo, riuscì a rimettersi in piedi.
Iwaizumi osservò quasi spaventato quella scena. Come aveva potuto ridursi così ?
Spostò poi il suo sguardo sul ginocchio dell'altro, il pantalone era bucato e poteva scorgere perfettamente una benda insanguinata.
Che cavolo aveva combinato ?Questo pensiero infestava ormai la mente dell'asso.
< < Scusi per i disturbi arrecatogli. > > lo schiacciatore fu riporrtato alla realtà dalla voce roca del signore che aveva di fronte, e che, dopo un lungo e profondo inchino, tornò alla posizione iniziale.
< < N-Nessun problema, non si preccupi. > > rispose con voce ferma mantenendo lo sguardo sul suo ex-compagno di squadra.
< < Iwaizumi-kun ! > > quella voce lo richiamò nuovamente.
< < Tenga, me la riporti quando è libero. > > si sfilò la felpa e la porse all'uomo, che a sua volta la posò sulle spalle di Oikawa.
Solo lui sapeva quanto gli era mancato il suo profumo, ma soprattutto, la sua voce.
Lo schiacciatore entrò così nell'albergo, seguito dall'altro membro, e fu proprio lui a rompere il silenzio.
< < Conosci quel tipo ? > > 
< < Prima, ora non lo riconosco più. > > sospirò sonoramente.
< < Come spiegherai al coach la scomparsa della tua felpa ? > > domandò cercando di sviare la conversazione.
< < Semplice, non glielo spiergherò. > > alzò le spalle.
< < Mmmmhhh, non penso sia una buona idea ... > > nel suo tono si poteva cogliere una nota di incerttezza.
Iwaizumi prese posto su una poltrona rossa presente nella hall dell'hotel, afferrò dal tavolino di fronte una rivista e ne sfogliò velocemente alcune pagine, completamente disinteressato al contenuto. Ne prese un'altra e la copertina attirò sin da subito la sua attenzione, su di essa vi era una foto di Tooru, lesse le scritte in grassetto. 

"Fan-meeting con Oikawa Tooru il 13 Dicembre !Non mancate !"

Nascose così la rivista nel borsone, chiuse la cerniera ed osservò il ciondolino a forma di alieno che gli era stato regalato dall'alzatore.
"Ho sempre pensato che fosse brutto, e lo penso tutt'ora, ma non potrei mai separarmene."
Prese l'oggetto tra le mani. Era proprio brutto. Sorrise d'impulso, ricordava perfettamente il giorno in cui gli era stato donato.


Era un caldo giorno d'estate, il sole era particolarmente forte quel pomeriggio, ma quello scemo d'Oikawa era voluto comunque andare nel boschetto dietro casa, dove da piccoli si divertivano a cattuare i coleotteri, o meglio, che Iwaizumi catturava, perchè Tooru era veramente imbranato.
< < Ta-daaaaan ! > > l'alzatore estrasse due oggettini tutti verdi. < < Per te ! > > gielo porse.
< < Cos'è sto coso ? > >domandò l'altro confuso.
< < E' un alieno !E' così car- > >
< < E' proprio brutto ! > > osservò il ciondolino.
< > fnse un pianto e nascose il viso tra le mani.
Era proprio un bambino. Hajime si sedette accanto a lui e riflettè su quanto piacessero e su quanto fossero importanti gli alieni per Oikawa. In fondo in fondo apprezzava quel gesto, ma non lo avrebbre mai ammesso.
< < Eddai, scherzo. > > gli diede un pugnetto sulla spalla.
L'altro tirò su con il naso, era un attore pessimo.
< < Allora ti piace ? > > inclinò leggermente la testa.
< < Sì, mi piace. > > voltò il viso imbarazzato.
Oikawa sorrise e si diressero verso il sentiero che li avrebbe riportati a casa, l'alzatore ruppe il silenzio.
< < Ma allora ti piace davvero ? > > sbattè più volte le palpebre.
< < Non proprio. > > mascgerò un sorriso. < < E non fare così, sei inquietante ! > > appoggiò una mano sulla sua guancia e lo allontanò.
< < Rude Iwa-chan ! > > gli fece la linguaccia.


< < Bene ragazzi, ora andate a posare i bagagli nelle vostre stanze ! > > la voce roca dell'allenatore impartiva ordini. Le stanze dei giocatori si trovavano tutte al quinto piano dell'albergo, quest'ultimo si presentava molto raffinato e confortevole, e avrebbe risposto appieno alle richieste dei ragazzi.
Hajime inserì la chiave nella porta numero 357, girò l'oggetto nella serratura e vi entrò; disfò con tutta calma la valigia e ripose i vestiti maldestramente nella cassettiera, situata di fronte al letto.
Prese posto su una poltroncina in pelle, estrasse il giornalino dal borsone e lo aprì nella pagina riguardante l'articolo di Oikawa: gli erano state dedicate ben sei facciate. Lesse velocemente alcuni paragrafi e ne saltò altrettanti, fino a quando il suo occhio non fu attirato dalla scritta "fan-meeting".
Si concentroò nella lettura di quella sezione e scoprì con piacere che l'incontro si sarebbe tenuto in una prestigiosa caffetteria nei pressi della stazione, alle ore 17:30.
"Ho bisogno di sapere di più su di lui ..."
Applicò una leggera pressione sulla carta.
"Ho deciso, ci andrò."

   
 
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