Film > Your name
Segui la storia  |       
Autore: Five Silent Miles    02/12/2017    1 recensioni
'Ma lei cosa fa nella vita, signor Takibana?' chiese lei con fare serioso, mettendo le sue doti recitative a dura prova nel tentativo di ravvivare la conversazione.
'Tutta questa formalità mi lusinga, signorina Miyamizu' rispose lui ancora più cerimonioso mentre tratteneva a stento un sorriso, per poi restare in silenzio per qualche istante.
'Ehm, ad essere onesti, mi sono laureato solo alcuni mesi fa e al momento sto cercando ancora un lavoro decente...' disse un po' imbarazzato, allungando il braccio per indicarle un blocco pieno di disegni che portava con sé.
Fu proprio mentre guardava distrattamente il braccio che il riflesso del suo orologio gli ricordò del colloquio.
Si portò freneticamente il polso davanti al volto e gridò: 'Oddio, sono in straritardo!! Scusa, scusa, ma devo scappare, ho un colloquio qui vicino... spero mi faranno ancora entrare!'
'Cavolo, mi dispiace! Spero non ti abbia fatto fare troppo tardi...è un colloquio importante?'
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

'Ma è il millesimo abito che provi soltanto oggi! Ancora non ti sei decisa?' Chiese il ragazzo disperato, in piedi davanti all'ingresso.
'Per tua informazione abbiamo appena inizato' rispose lei stizzita, 'e ti pregherei di stare lontano: lo sposo non deve assolutamente vedere l'abito fino al giorno delle nozze!
Che ne so: vai a fare la spesa, in sala giochi...trova qualcosa da fare. Quì non puoi starci!' continuò lei, mentre chiudeva la porta d'ingresso.
'Ma siamo quì da stamattina! Ho già fatto la spesa per almeno tre mesi, ho battuto tutti i record di un certo Madmax a "Digdug" e ti giuro che se dovessi avere altri cinque minuti potrei far denuclearizzare la Corea del Nord e porre fine alla fame nel mondo'.
'Aahh Tessie, sei sempre il solito catastrofico'. La ragazza riaprì la porta e si avvicinò per dargli un bacio sulle labbra 'abbi ancora un po' di pazienza, abbiamo quasi finito'.
'Mmmmm... almeno vedete di sbrigarvi' rispose lui stremato, portando gli occhi al cielo.

Poco più lontano Taki, involontario spettatore della scena, non sapeva se ridere o compatire il ragazzo, martire immolatosi per il genere maschile.
Tessie, eh? Che nome strano...Oddio, sta venedo in questa direzione, mi avrà visto ridere? Pensò.
Questi si avvicinò, soffermandosi proprio davanti al tavolo di Taki.
Si tolse quindi gli occhiali da sole e si diresse verso il tavolo accanto, sospirando a gran voce mentre sprofondava nella sedia.

'Ragazzo, se posso darti un consiglio, non sposarti mai... ma chi me l'ha fatto fare!' Disse con lo sguardo sempre rivolto al cielo.
Tessie era un ragazzo dalla carnagione olivastra, portava i capelli rasati a zero e aveva appena un accenno di barba; doveva dimostrare al massimo qualche anno in più di Taki. Ma c'era qualcosa di rassicurante nel suo aspetto, che Taki trovava familiare.

'Scusi signore, cosa le posso portare?' chiese un giovanissimo ed imbarazzato cameriere, giunto davanti al tavolo di Tessie, che ancora sospirava accasciato sulla sedia.
'Ehm ah, si certo. Mi porti... un caffè, facciamo un Americano, grazie' ripose Tessie che, colto un po' alla sprovvista dalla richiesta, per poco non caddè all'indietro. Stavolta Taki non si potè davvero trattenere.

'Ehi, ragazzo, che cos'hai da ridere?' chiese Tessie un po' scontroso, pur senza scomporsi eccessivamente.
'No, niente, scusami. Oggi sembra che non te ne vada bene una' commentò Taki, portando avanti le mani per cercare di scusarsi.
'Che ci posso fare, è una vita di stenti la mia' rispose lui, mentre il cameriere arrivava al tavolo con un vassoio in mano. 'Ecco il suo caffè, signore' disse quest'ultimo.
'Almeno una soddisfazione ogni tanto' commentò Tessie mentre portava la tazza di caffè bollente alle sue labbra.
'Fosse per me, farei il caffè usando altro caffè al posto dell'acqua' rispose Taki scherzosamente.
'Questa è l'idea più geniale che abbia mai sentito. Mi piaci ragazzo'.
Ma perchè continua a trattarmi come se avessimo vent'anni di differenza?! Si chiese Taki.

La conversazione venne interrotta da una voce femminile, proveniente dal negozio di abiti da sposa, che chiamava a gran voce: 'Tessieeeeeeee, abbiamo finito! Sbrigati a venire: Sayaka ha voglia di mangiare la pizza'.
Il promesso sposo portò nuovamente gli occhi al cielo, per poi alzarsi, borbottando qualche insulto incomprensibile nella direzione di quella voce.
'Come dicevo, è una vita di stenti' sussurrò tra un sospiro e l'altro.
Dopodichè divenne di colpo serio e si irrigidì sul posto, come un soldato sull'attenti, e urlò: 'Ai vostri ordini Seregente, arrivo!'

Continuò ad osservarlo mentre si allonava a passo di marcia, divertito e allo stesso tempo incuriosito da quel personaggio così eccentrico.
Lo sposino aveva già superato la sartoria quando Taki notò i suoi occhiali sopra al tavolo del bar, e si alzò per rincorrerlo.
Tessie si trovava poco lontano, circa ad un centinaio di metri, e si dirigeva verso l'uscita del centro commerciale. Era accompagnato da quella che pareva essere la sua futura sposa e da un'altra ragazza, probabilmente amica della sposa, che era rimasta all'interno del negozio per tutto quel tempo.
Li aveva quasi raggiunti quando, come la settimana precedente, tutto intorno a lui si fece di come immobile, tinto di una surreale luce bluastra, e una voce parve risuonare nella sua testa.

'I fili convergono e prendono forma, si torcono, si intrecciano... a volte si sciolgono, si spezzano e si uniscono di nuovo. Questo è Musubi, questo è il tempo' disse quella voce saggia, e il tempo immediatamente ritornò a scorrere. Che cavolo sta succedendo? Merda, se ne sta andando!

 

Taki si guardò velocemente intorno e riprese a correre, seppur scosso dall'accaduto.
'Ehi, aspetta-'...Tessie, giusto? Ti sei scordato...gli occhiali' disse lui con il fiato spezzato dalla corsa.
I tre si fermarono di colpo, e si girarono per portare lo sguardo verso di Taki.
'Sono un cretino!' Tessie si dette una pacca sulla fronte, mentre le due accanto a lui sogghignavano.
'Tessie-' disse Taki prendendo fiato, '...i tuoi occhiali.'
D'un tratto la ragazza che si accompagava alla coppietta smise di ridere.
'Taki!' disse lei stupita.
'Mitsuha!' rispose lui, ancora piegato in avanti a prendere fiato.
'Mi stavi pedinando? Hentai!'
'No, no! È il tuo amico che si è scodato gli occhiali'. Tese il braccio per mostrarli al gruppo.
'Eh già, ogni volta che vede un caffè, Tessie perde la testa. Vero amore?' commentò Sayaka scherzosa.
'Dopo tutte le ore passate in questo posto, stavo inizando a considerarla casa mia' rispose Tessie fingendo di essersi offeso.
Tutti scoppiarono in una risata.

'Maaaa quindi, com'è che voi due vi conoscete?' chiese Mitsuha a Tessie.
'Sinceramente stavo proprio per chiedere lo stesso a te' rispose lui.
'Taki, giusto?' S'intromise Sayaka, 'non è che per caso ti andrebbe una pizza?'
Mitsuha la fulminò con lo sguardo, mentre Tessie riusciva a malapena a trattenere le risate.
'Io, beh certo... a chi non piace la pizza'.
Taki guardò verso Mitsuha, come a chiederle conferma delle sue parole.
'Mitsuha, non dirmi che questo è il ragazzo di cui mi stavi parlando l'altro giorno!' se ne uscì Sayaka, come colta da un'illuminazione.
Mitsuha e Taki divennero entrambi del colore di un peperoncino habanero.
'Ah, quindi questo è il ragazzo famoso?' chiese Tessie.
'Volete smetterla voi due?!' si lamentò Mitsuha, sempre più imbarazzata.
'Non mi avevi detto che fosse così carino!' continuò a stuzzicarla Sayaka.
'Sayaka!' Gridò Mitsuha sconvolta.
'Scappa finchè sei in tempo' mormorò Tessie nella direzione di Taki.
'Basta, non perdiamo più tempo che ho fame. Abbiamo un tavolo prenotato per le 8; un posto in più non sarà un problema' concluse Sayaka con tono perentorio.
'Agli ordini, Generale' rispose Tessie divertito.

I quattro si avviarono verso l'uscita, gli sposini a condurre la fila e gli altri due lasciati dietro a chiuderla.
'Mi dispice per i miei amici, possono essere davvero antipatici alle volte' disse Mitsuha a bassa voce, in tono di scusa.
'Ma no, dai, sono simpatici... anche loro sono delle tue parti, vero?'
'Si, ci conosciamo da una vita. Ma senti, alla fine com'è andato quel colloquio?'
'Ah, quasi dimenticavo, ti devo aggiornare. Mi hanno preso!'
'Grande, complimenti! Certo che dovevano essere proprio disperati per assumere te...' disse lei scherzosamente.
'E invece tu sarai stata sicuramente licenziata per il ritardo, giusto?'
'A parte gli scherzi, l'ho davvero rischiata grossa, sai? Quella mattina toccava a me aprire'.
'E come hai fatto a scampartela??'
'Correndo più veloce di Usain Bolt'.

Il gruppo prese la metro fino alla stazione di Shinjuku, da cui poi si diresse attraverso il parco di Shinjuku Gyoen fino ad arrivare davanti al ristorante.
Distratto dalla conversazione, Taki non si accorse che quel percorso gli avrebbe dovuto ricordare qualcosa.
Ma quando vide l'enorme scritta "Il giardino delle parole" stagliarsi in alto sopra l'ingresso, non potè che rimanere stupito di fronte all'incredibile coincidenza.
Fra tutte le pizzerie che si potevano trovare a Tokyo, siamo capitati proprio nel ristorante per cui ho lavorato per gli ultimi due anni delle superiori, pensava Taki. Beh, almeno quì gioco in casa.

'Saranno anni che non vengo qui al Giardino...' commentò con voce sognate, mentre varcavano la soglia del locale.
Era esattamente come l'aveva lasciato anni prima: i tavoli, le luci, i menù... perfino il proprietario all'ingresso, che non sembrava essere invecchiato nemmeno un po'.
Negli anni tutti i suoi amici avevano lasciato il lavoro al locale. Ad iniziare da Shinta e Tsukasa, poi lui, e per ultima anche Okudera sempai, solo qualche anno prima. Forse era questo il vero motivo per cui non vi era più tornato: quel posto evocava troppi ricordi di tempi passati.

'Quindi anche tu sei già stato qui altre volte?' chiese Mitsuha.
'Oh, tantissime volte a dirla tutta. Tante da farmi quasi venire la nausea' rispose scherzoso.
'Noi non ci stancheremmo mai di questo posto, ormai siamo dei clienti fissi' disse Sayaka, lievemente offesa.
'Vi capisco, ma dopo averci lavorato per anni, fa sempre strano tornare come cliente' rispose lui, cercando di spiegarsi meglio.
Mitsuha e Sayaka rimasero entrambe colpite da quest'ultima affermazione e i loro sguardi si incontrarono alle spalle di Taki e Tessie.
I quattro si sedettero, Mitsuha e Sayaka da un lato, Tessie e Taki dall'altro.

Sayaka prese il menù in mano ed iniziò a leggerlo distrattamente, per poi chiedere: 'Se posso permettermi, quanti anni fa lavoravi quì?'
'Facevo ancora le superiori, quindi... saranno stati quattro o cinque anni fa. Perchè?' chiese Taki perplesso.
'Perchè in tal caso, probabilmente ci siamo già incontrati prima' rispose lei.
Taki guardò Sayaka incuriosito.
'Ho scoperto questo posto il giorno dopo essermi trasferita a Tokyo, ormai otto anni fa. Non so, era come se conoscessi già la strada. Da quel giorno, questo è diventato il nostro ritrovo' spiegò Mitsuha.
'Eppure non mi ricordo di te' li interruppe Sayaka, quasi sospettosa.
'Beh, nel 2016 vivevamo molto lontani da Shinjuku, non ricordate?' s'illuminò Mitsuha.
'Ah già, i tempi della nostra convivenza, chi se li scorda più' rispose Sayaka divertita.

L'arrivo del cameriere, pronto a prendere le ordinazioni, mise fine alla discussione. A parte la pizza con Ananas ordinata da Sayaka, la cena fu di tutto rispetto, e trascorse piacevolmente.
I quattro formavano un gruppo molto affiatato: chiunque li avrebbe scambiati per amici di vecchia data, piuttosto che due coppie ad un doppio appuntamento improvvisato.
'Quindi sei un architetto? Anche il padre di Tessie si occupa di costruzioni' disse Sayaka
'Il vecchio ha cercato di trascinare anche me nel baratro, ma non c'è proprio stato verso di convincermi' commentò Tessie.
' Voi invece che lavoro fate?' chiese Taki al resto della tavolata.
'Io ho aperto un piccolo negozio di elettronica qui vicino, mentre Sayaka fa la commessa nel centro commerciale dove ci siamo incontrati questo pomeriggio' rispose Tessie.
'Ed anche io lavoro come commessa nel centro commerciale. A voler essere precisi, faccio la schiava nel negozio di abiti da sposa.' rispose Mitsuha.
'Fossi stato io il tuo padrone, ti avrei licenziata anni fa' commentò Tessie divertito.

In quel momento Mitsuha notò che Taki portava ancora con se la cartella del giorno del colloquio.
'Ricordi, avevi promesso di farmeli vedere se ti avessero assunto' disse entusiasta, facendo un cenno col capo per indicarla.
'Ah, si hai ragione, me li hanno restituiti solo oggi... dammi un secondo.'Taki fece spazio sul tavolo e vi posò sopra il blocco contente i suoi lavori.
Sin da subito tutti guardarono incuriositi alle tavole, ma giunti alla terza pagina, il loro interesse venne definitivamente catturato.
' Quella...' disse Sayaka incupita.
'Quella...' cercò di continuare Tessie.
'Quella è Itomori' concluse Mitsuha malinconicamente.
'Un attimo' disse Taki, preoccupato da delle reazioni così inaspettate, 'quando mi dicesti che venite dalla prefettura di Gifu, volevi dire che voi...che voi venite da Itomori?!'

Mitsuha prese il blocco in mano e continuò a sfogliarlo, le lacrime che scorrevano sul suo volto mentre l'espressione di stupore continuava a aumentare.
'Sono così tanti, così dettagliati... ' disse lei mentre passava al quarto, quinto, al decimo disegno su Itomori. Sembrava assistere all'ossessione di Monet per la cattedrale di Rouen.
'Io...io non avrei mai immaginato' cercò di scusarsi Taki.
'Non devi scusarti, sono belissimi' rispose Mitsuha ancora grondante. 'Casa mia è scomparsa, ormai l'ho accettato. L'importante è che siamo riusciti a salvare quasi tutti' continuò lei, con un lieve sorriso a increspare le labbra.
'Cosa vuoi dire?' chiese Taki incuriosito, pensando ai suoi sogni ricorrenti in cui cercava di salvare Itomori dalla catastrofe.
'Quella notte di 8 anni fa, noi tre riuscimmo a far evacuare il paese appena prima che la cometa si schiantasse' rispose lei.
'Ad essere onesti, il merito va tutto a Mitsuha' commentò Tessie
'Beh, noi abbiamo il merito di aver creduto a questa cretina' Sayaka diede una gomitata alla sua destra, colpendo Mitsuha alle costole.

Taki ascoltava attentamente, ora più che mai convinto che i suoi sogni e Mitsuha avessero un collegamento.
Dubbiosa, Mitsuha si rivolse a Tessie: 'mi sono sempre chiesta, com'è che decisi di far evacuare la città? Ricordate come vi convinsi?'
'Ricordo solo che mi rubasti la bicicletta per andare in cima alla montagna dietro al tempio, e che tornasti decisa più che mai a portare a termine il piano...' rispose lui.
'Eri pur sempre una sacerdotessa del tempio, probabilmente avremmo pensato a qualche intervento dei Kami' commentò Sayaka.

La montagna dietro al tempio di Itomori, la stessa montagna su cui mi svegliai anni fa?... devo parlare con Mitsuha di questa cosa. Solo io e lei, o non mi crederà mai, pensò Taki emozionato. Sapeva che in qualche modo si stava avvicinando sempre di più alla risoluzione del mistero.

'Questo disegno... Sayaka, guarda quì.' Mitsuha, quasi spaventata, strattonò il braccio dell'amica per attirarne l'attenzione. Di colpo anche il suo volto, precedentemente solo intristito, divenne terrorizzato.
Guardò prima Mitsuha negli occhi, poi si girò sospettosa verso Taki.
'Questa è casa mia, vero Sayaka?' chiese Mitsuha, guardando fissa nel vuoto davanti a sè.
'Non c'è dubbio... quella è casa tua.' rispose lei, sempre guardando fissa Taki, quasi con disprezzo.
Ora era Taki ad essere sconvolto 'Cosa?! Ma è impossibile!'
Quella tavola era infatti una delle poche per cui non aveva utilizzato alcun materiale d'ispirazione, non poteva essere come dicevano: era sicuro di essersi basato esclusivamente sulla sua immaginazione.

'Quel disegno non c'entra niente con gli altri... non può essere come dici.' L'atmosfera si era fatta elettrica,e la serata definitivamente rovinata.
'Tutto ciò non ha senso' commentò Tessie.
'Questa situazione è troppo inquietante. Tachibana Taki, dimmi chi sei tu veramente, e soprattutto dimmi perché non dovrei chiamare la polizia in questo istante? Chiese dura Mitsuha. 'Questa è la mia camera da letto!' gridò mentre mostrava la tavola, sorretta con una mano all'altezza del suo volto.

Taki era mortificato, non sapeva nemmeno cosa rispondere. Se gli avesse chiesto il motivo della sua ossessione per Itomori, anche in quel caso non avrebbe saputo darle nessuna risposta. Che bello, stamattina sono diventato un lavoratore, e stasera sono ufficialmente diventato uno stalker! Commentò tra sè e sè sarcasticamente.
'Ti prego, fammi spiegare... E' una situazione assurda, lo capisco. Ma puoi fidarti di me', cercò di dirle lui.
'Io vorrei fidarmi, ma al momento sono davvero spaventata... Tutto questo è troppo per me. Mi dispiace.'
Mitsuha gli restituì il blocco, evitando completamente il contatto visivo.
'Vuoi che lo mandi via, Mitsuha?' Chiese Tessie mentre si alzava in piedi minaccioso.
Solo ora Taki si accorse di quanto il suo fisico fosse imponente se paragonato al suo, e questo lo preoccupava non poco.
'No, fermati Tessie, non cacciarlo!' Mitsuha si aggrappò al suo braccio per fermarlo, poi continuò: 'c'è qualcosa che io e lui dobbiamo risolvere: quegli strani sogni di cui vi parlavo, le visioni, ma anche questo posto e questa situazione... non può essere una coincidenza che sia tutto collegato a lui.'
'Devi credermi Mitsuha, anche io sono qui per la stessa ragione. Questa mia ossessione per Itomori... neanche io riesco a spiegarmela. Ci sono tante cose che non riesco a capire, e tutte sembrano condurre a te',disse lui disperato, quasi sul punto di piangere per la frustrazione.
'Dammi una possibilità di spiegarmi: sono convinto che assieme possiamo venire a capo a questo mistero. Io sono stanco di continuare a sbattere sempre allo stesso muro, senza mai trovare le risposte giuste.

Fu Tessie ad intervenire: 'Mitsuha, posso capire che tu non voglia cacciarlo: siamo stati assieme tutta la sera ed anche a me è sembrato un ragazzo a posto'. Quindi si sedette e poi riprese parola: 'ma non mi fido a lasciarti da sola con lui, ora che ho visto queste cose. Pensaci un po', potrebbe davvero essere un maniaco'.
'L'altro giorno alla stazione, hai detto che ti era sembrato di averlo già visto prima, no?' chiese Sayaka preoccupata.
'E oggi, guarda caso, compare proprio davanti al tuo negozio' continuò Tessie.
'E poi c'è quel disegno... come fa a conoscere i gli interni di casa tua?' concluse Sayaka sempre più preoccupata.
Taki tirò fuori la sua agenda e ne strappò via un foglio. Indispettito ed esasperato dalla situazione, prese in mano la stilografica che teneva nella giacca e scrisse velocemente il suo numero. Fece poi per scrivervi accanto il suo nome, quando alla prima linea del primo ideogramma, Mitsuha raggelò.

La sala del ristorante intorno a lei scomparì, e come in una scena di un film, si ritrovò catapultata da tutt'altra parte.
Si trovava in cima a quella montagna dietro al tempio di Itomori. Riconobbe il lago davanti a sé: la sua forma bilobata suggeriva che la cometa si fosse già schiantata sul paese. Era il tramonto, anzi, era il Kataware Doki, come si diceva da quelle parti.
Solo in quel momento notò la mano di un ragazzo toccare dolcemente la sua, per scrivere qualcosa sul suo palmo con un pennarello.
Non gli lasciò terminare di scrivere, strappò via la sua mano per guardarla, ancor prima che lui potesse terminare il primo ideogramma.
Come un Thè offuscato da un abbondante bicchiere di latte, l'immagine si fece sempre più offuscata, per poi scomparire così come era apparsa poco prima.
Disorientata, riconobbe di trovarsi nuovamente nel ristorante. Le era già successo di vedere quella scena, quel lago e quella mano che cercava di scrivere sulla sua, ma mai da sveglia.
Come tutte quelle volte però, non appena cercava di guardare il volto del ragazzo, il sogno finiva.

Se non avessi avuto fretta avrei potuto vedere tutta la scritta? O sarebbe comunque finito tutto così? pensava Mitsuha, mentre guardava al biglietto che Taki aveva scritto sul tavolo.
Si guardò intorno. Senza che lei se ne fosse accorta, lui se ne era andato.
'Tutto bene Mitsuha? Ti sei incantata, ci siamo tutti spaventati!' chiese Sayaka, visibilmente proccupata, 'puoi stare tranquilla adesso, quel Taki se ne è andato'.
Mitsuha prese il foglio in mano, e guardò attentamente il primo ideogramma. Assomigliava terribilmente a quello che aveva visto, troncato a metà, sulla sua mano. Anche la scrittura, probabilmente, era la stessa.
Mitsuha si mise il foglio in tasca.'Ho deciso, voglio rivederlo'.
'COSA?!' gridarono gli altri due all'unisono, facendo girare metà delle persone presenti nel locale.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Allora, rieccomi dopo un bel po' di tempo. Sinceramente sono un po' in difficoltà con il capitolo successiv, e con gli esami che si avvicinano temo proprio che non riuscirò a farlo uscire prima di natale. Però in compenso questo capitolo è pure un pochino più lungo dei precedenti.
Scusate se scomparirò per un po' ( Non che ci sia poi sto gran seguito hahahaha) 
Ci rivediamo dopo Natale. Buone feste :)
 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Your name / Vai alla pagina dell'autore: Five Silent Miles