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Autore: jarmione    05/12/2017    5 recensioni
ATTENZIONE!! UN ISABELLA DIVERSA DA QUELLA CHE CONOSCIAMO!!
“Hai intenzione di dirlo ad Esme?”
Carlisle si morse il labbro inferiore, senza rispondere.
Sapeva che Edward gli avrebbe letto la mente, aveva ben poco da dire a quel ragazzo.
“Hai idea delle conseguenze?”
“Ne sono consapevole”
“E di noi?” Chiese ancora Edward “Rosalie non sarà d’accordo e Jasper non sempre riesce a controllarsi”
“Risolverò anche questo” tagliò corto Carlisle, uscendo dalla macchina e salendo le scale.
Edward lo raggiunse.
“Spero tu sappia quello che fai” e detto questo se ne torno nella sua stanza.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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“Sei nervosa?” chiese Jacob
Bella annuì e tamburellava con le dita sulle ginocchia.
Si guardava attorno e osservava la città cercando di memorizzare la strada percorsa, che se ci fossero stati problemi poteva scappare e tornare a casa.
Avrebbe voluto con se Emmet.
Lui era il suo fratellone ed essendo grande e grosso poteva benissimo aiutarla in caso di pericolo, anche se avrebbe preferito avere vicino Edward.
Se fosse dipeso da lui neanche sarebbe uscita di casa talmente era protettivo, anche se si parlavano poco lui si faceva capire.
Si fidava dei Cullen ma non di Jacob…per ora.
Era solo un ragazzo e si era mostrato subito gentile con lei e non come alla “Sweet Home”, dove la persona più gentile che c’era era la direttrice che ignorava tutti completamente.
Almeno era l’unica che non aveva alzato le mani su di lei e sui ragazzi.
Jacob le sorrideva, era amichevole.
Se il dottor Cullen e sua madre si fidavano, non c’era motivo per cui non potesse fidarsi lei.
Tanto valeva rischiare.
“Jacob…ci saranno anche adulti vero?” chiese titubante.
Sapeva che tante volte erano gruppi di adolescenti che facevano disastri e davano fastidio alle ragazzine come lei.
Forse gli adulti esterni alla “Sweet Home” erano migliori.
“Sicuro” rispose “ci sarà mio padre, alcuni suoi amici e poi ci saranno altri ragazzi della mia età”
“E…bambini?”
“Se non vengono spediti a letto, ci saranno anche loro” la rassicurò “e…puoi chiamarmi Jake” aggiunse “Jacob mi invecchia” rise e fece ridere anche Bella.
La strada fu lunga, Bella si era persa all’ultimo incrocio prima di uscire dalla città.
Avevano percorso la costa ed infine si erano inoltrati in una strada sterrata, che conduceva alla Riserva dei Quilleute.
Alcune grida di esulto provennero da un gruppo di ragazzi, che vennero incontro al furgone, seguiti da un uomo adulto in carrozzella.
“Sono venuti a prenderci” commentò Jake fermando il furgone e slacciandosi la cintura “su vieni, non ti mangiamo mica” trattenne il resto del commento e l’aiutò a scendere.
“Sei arrivato finalmente” commentò il signore “qualcuno si è già scolato l’intera scorta di birra”
“Non è vero!” commentò un ragazzo “ne ho bevute solo due!”
“E quelle mentre le trasportarvi?”
“Quelle erano per darmi la carica”
“Si come no” l’uomo sulla sedia a rotelle si avvicinò a Bella “ciao Isabella” salutò con fare paterno “sono il padre di Jacob, è un piacere conoscerti”
“Anche per me” gli strinse la mano, ma non riuscì a non osservare la gambe dell’uomo.
Sapeva che era scortese ma era più forte di lei e non poteva controllarlo.
Lui se ne accorse e sorrise “Ferite di guerra” le disse “ma le porto con onore” ammiccò e si allontanò “su forza muovetevi”.
Man in mano si presentarono anche gli altri.
Seguirono nell’ordine:
Quil Ateara, Embry Call, Seth Clearwater, Sam Uley e Leah Clearwater.
Quest’ultima la scrutava con fare disgustato, sembrava volerla uccidere da un momento all’altro.
Sembrava quasi Rosalie, che almeno risparmiava gli sguardi raccapriccianti.
“Allora Isabella?” domandò Seth mettendosi al suo fianco “come si sta dai Cullen?”
“Seth!” lo rimproverò Jacob
“Che c’è? È solo chiesto”
Seth era il più giovane del gruppo appena incontrato ed era anche il più amichevole.
Gli altri sembravano più intenzionati a fare gli stupidi ed a fare battute strane che farla sentire a proprio agio.
Per andare sul sicuro, Bella si aggrappò al braccio di Jacob e rimase accanto lui.
Jake, dal canto suo, non sembrava dispiaciuto di averla accanto anzi! Si sentiva onorato di essere un cavaliere per una sera.
Preferiva stare lui con Bella, invece che lasciarla ai Cullen.
Il sole era ormai tramontato, la luna era sorta.
Superarono alcune case di legno e ne videro altre più avanti.
Raggiunsero uno spiazzo, dove si ergeva un grande fuoco e dove un altro gruppo di persone adulte attendeva il loro arrivo.
Neanche l’ombra di un bambino.
Bella si sentiva a disagio.
“Tranquilla” mormorò Jake “non ti mangia nessuno”
“Noi no di certo” borbottò Embry, ricevendo una gomitata da Sam.
“Vieni Bella” Seth la prese per mano “siediti accanto a me” la fece accomodare.
Leah sbuffò sonoramente.
Bella sapeva di starle antipatica anche se non aveva parlato o detto chiaramente.
Tentò comunque un approccio, magari cambiava.
“Tu…sei la sorella di Seth?” un altro sbuffo
“Non ricordarglielo” ridacchiò Seth “vorrebbe essere figlia unica”
“Vorrei non aver problemi” commentò “ma i nostri padri si rendono conto del caos che verrebbe a crearsi se…”
“Leah!” la voce di Sam richiamò la sua attenzione “sta zitta”
“Zitta?” domandò “devo sempre stare zitta anche quando dico le cose come stanno!”
“Leah ora basta!” sbottò Sam “vattene! Subito!”
Leah emise quello che assomigliava ad un ringhio e se ne andò senza aggiungere altro.
“Devi scusarla” intervenne il padre di Jacob “fa parte da poco…nel gruppo dei grandi e si sente un po’ fuori luogo”
Bella scosse le spalle, in segno che andava tutto bene.
Una volta che tutti furono attorno al fuoco, il padre di Jacob iniziò a parlare.
 
*****************
Casa Cullen era buia e silenziosa.
Non c’era nessuno all’interno.
In giro per la foresta, erano tutti in procinto di cacciare.
Erano due giorni che dovevano farlo e l’occasione era capitata grazie a Quilleute.
Finchè Bella stava con loro, era al sicuro.
Jasper ed Alice si erano divisi ed erano andati a nord, Rosalie e Emmet a sud mentre Carlisle ed Esme giravano attorno alla casa.
“Sono preoccupata” disse Esme fissandosi attorno in cerca di una preda “e se succede qualcosa?”
“Jacob sa quello che fa”
“Si ma è un adolescente e gli adolescenti sono impulsivi” continuò la donna “se si lasciasse sfuggire il segreto…”
“Esme, tesoro” Carlisle le mise le mani sulle spalle “Bella sa la differenza tra finzione e realtà, se anche le raccontassero le loro leggende, per lei sarebbero finte, storie di fantasia”
“Me lo auguro” strinse le mani del suo amato “è successo tutto così in fretta, non abbiamo preso in considerazione molte cose”
“Me ne rendo conto ma…non so spiegartelo è…diverso” e la sua mente tornò indietro di qualche mese, rendendosi conto solo in quel momento che era stato avvertito dell’arrivo di Bella.
Anche se le lui non se ne rese conto.
 
“Alice tutto bene?” domandò Carlisle, vedendo la ragazza con lo sguardo perso nel vuoto.
Quando ella si riprese, scosse la testa e sorrise.
“Tutto bene e…” recuperò un vestito che le era caduto di mano “non ti dirò nulla ma sarà una cosa fantastica!”
Carlisle rimase senza parola “Alice…”
“Ai vestiti ci penso io!” non aggiunse altro e se ne andò.
Tre giorni dopo, senza motivo alcuno, Alice aveva uno scatolone enorme sopra al suo armadio con dentro vestiti di piccola taglia e alcuni vestiti suoi personali che non usava più.
 
“Penseremo tutto con calma, tra poco ci saranno le feste di Natale, Alice vorrà strafare” sorrise “anzi, credo che abbia già previsto qualcosa”
Esme fece per rispondere ma si bloccò.
Carlisle capì “Edward…” mormorò “si è accorto dell’assenza di Bella”
“Fermalo!”
Lui scosse la testa “Lascialo andare” disse “non farà nulla di strano, Alice me lo avrebbe detto”
“Si ma…”
“Tu preparati solo ad una sfuriata sul fatto che non gli abbiamo parlato dell’invito”
Anche se poco rassicurata, Esme annuì e ripresero la caccia.
 
*************************
“La nostra è una piccola tribù” cominciò il padre di Jacob “ma tutti sappiamo che dentro di noi scorre la magia”
Bella aveva spalancato la bocca e ascoltava affascinata.
Sam non sembrava convinto di quella storia ma lasciò parlare l’uomo, che era al corrente della situazione e del fatto che Bella non sapesse nulla né di loro né dei Cullen.
“Adoro questa storia” commentò Seth
“Anche noi” si aggiunsero Quil e Embry
Jacob li zittì e la storia proseguì
“Come ben sapete i Quilleute discendono dai lupi, ma non siamo sempre stati soli”
Bella rimase rapita, adorava le leggende e le storie.
Jacob la osservava sorridendo.
“Ci siamo noi e l’uomo di ghiaccio” lì rimase tutti in ascolto, non tanto per la storia che conoscevano a memoria, ma per Bella.
Quest’ultima era curiosa di sapere come continuava.
“Quest’uomo aveva l’aspetto umano ma…i suoi denti erano più pronunciati, i suoi occhi rossi come il sangue e la sua pelle fredda come il ghiaccio” raccontò “la loro bellezza era tale che chiunque cascava nella sua spira, ed egli si nutriva del sangue delle sue vittime… l’unico essere altrettanto forte da potergli tenere testa era proprio l’uomo lupo, il nostro popolo”
“Siamo grandi” Quil ed Embry si diedero il cinque, facendo voltare Bella.
Il padre di Jacob fece per parlare ma venne interrotto da Sam.
“C’è qualcuno!” i ragazzi più giovani si alzarono, Leah aveva fatto ritorno.
Jacob fece mettere Bella dietro di se.
“Jacob…”
“Sta tranquilla Bella, a volte ci sono i cervi che arrivano” la scusa non reggeva ma…che altro poteva dirle?
Poco dopo, dal buio della strada, apparve un ragazzo.
“Edward!” Bella sorrise ed uscì da dietro Jacob, correndo incontro al ragazzo “Edward!”
“Isabella!” lui, istintivamente, la strinse a se e la prese in braccio, lasciando stupita persino lei “stai bene?”
“S…si” annuì
“Non dovresti essere qui” intervenne Sam, cercando di mantenere il controllo
“Tranquilli me ne vado, ma non senza di lei”
“Edward” intervenne il padre di Jake, assieme agli altri adulti “non è successo nulla”
“Abbiamo mandato la richiesta a Carlisle!” proseguì Sam
Edward li fulminò con lo sguardo, mettendo giù Bella “Andiamo” disse rivolto alla piccola
“Ma…il papà di Jake stava raccontando una storia!”
“Te la racconterà un altro giorno”
“Fermati!” lo bloccò Jake “il dottor Cullen ha permesso a Bella di venire”
“B…Bella?”
“Alice mi chiama così” disse la bambina “è più fico”
Edward scosse la testa “Segui la strada e raggiungi la macchina, Sali e resta lì”
“Ma…”
“Niente ma, Bella, fa come ti ho detto”
“Mamma ha dato il permesso, mi deve riaccompagnare Jake”
“Bella fa come ti ho detto…ora!” il tono di Edward era categorico.
 Non potendo rifiutarsi eseguì
“Ciao Jake e grazie”
“Ciao piccola Bella”
Edward lo guardò negli occhi “Se scopro che la fate tornare qui al di fuori del nostro accordo io…”
“Che cosa farai?” domandò in tono di sfida Jacob “la rinchiuderai? Ci ucciderai tutti? Torno nel tuo territorio, sanguisuga”
“Tu resta nel tuo, cane”
“Edward” uno degli adulti intervenne “non obbligarci a venire meno al nostro accordo…vattene finchè puoi”
“Me ne vado” poi guardò Jake “stalle lontano” sibilò, raggiungendo poi la macchina.
Bella era seduta sul sedile del passeggero, con già la cintura allacciata.
Mise in moto e partì, in direzione di casa.
Era silenzioso, dei respiri simili a dei ringhi uscivano dalla sua bocca.
“Mi…mi stavano raccontando delle storie”
“Conosco le loro storie” aveva letto i loro pensieri e sapeva a che punto si erano interrotti
“Perché non posso restare?”
“Perché lo dico io”
“Ma…”
“Tu non sai, Bella, cosa ho provato appena ho saputo che tu non eri in casa, ho pensato che…”
“Che?...che cosa?”
Edward scosse la testa “Niente…ma giurami che non vedrai più Jacob”
Bella non capì “Perché?”
“Dio quante domande che fai” sbottò “promettilo Bella…promettimelo!”
A quel punto si impuntò “No se non mi dai una spiegazione”
Edward inchiodò la macchina in mezzo alla strada, per fortuna non passava nessuno ed erano quasi arrivati.
“E’ difficile da spiegare” disse “ma credimi se ti dico che non devi frequentarli, che è meglio se resti alla larga”
Bella sospirò e abbassò lo sguardo
Edward non disse altro, rimise in moto e raggiunsero la casa, dove la luce della cucina era accesa.
Una volta vicino alla porta di casa, Bella si fermò.
“Alla Sweet Home non avevo amici…pensavo di poterne avere adesso che ho una famiglia...”
“Bella…”
“Perché non posso avere Jacob come amico?”
“Lui è più grande ha gusti diversi, non è giusto che tu sia amica di uno più grande”
“Però sono amica tua”
Edward abbassò lo sguardo “E’ diverso”
“No non lo è!”
“Bella per favore…”
“Lasciami in pace Edward!” e salì in camera sua, passando sotto lo sguardo di Esme e Carlisle.
Edward rientrò pochi istanti dopo
“Che è successo?” domandò preoccupata Esme
“Niente di cui preoccuparsi”
“Che le hai detto?”
“Niente!”
“Uh uh” Emmet era spuntato, assieme a Rosalie, dalla finestra “qualcuno ha appena avuto una discussione”
“Emmet…” tentò di fermarlo Esme
“A giudicare dalla faccia ha vinto lei” ridacchiò concludendo lì il discorso e battendo il cinque con Jasper, lasciando intendere che avevano scommesso su chi dei due avrebbe avuto la meglio.
Aveva vinto Emmet.
 
*********************************
Bella stava sdraiata sul divanetto e cercava di trattenere le lacrime.
Edward era protettivo nei suoi confronti, ma lo era troppo.
Non voleva che Jacob fosse suo amico.
Ma se Esme e Carlisle le davano il permesso, perché lui non si rassegnava?
Fosse dipeso solo dal fratello, lei non sarebbe uscita nemmeno per andare in bagno e questo la opprimeva.
Non usciva in paese, non vedeva bambini da tanto.
La situazione stava diventando pesante e non sapeva se era in grado di sopportarla.
Ricacciò indietro il groppone alla gola e fece un profondo respiro.
Se non volevano farla uscire, sarebbe uscita lei.
Tanto non era obbligatorio che lo sapessero.
Si rimise la giacca e lasciò perdere il suo zaino, le sarebbe stato di intralcio.
Aprì la porta finestra scorrevole e osservò giù.
Non sarebbe stato un salto enorme.
C’era una grande radice abbastanza ampia da farla atterrare senza problemi e posta a circa due metri dalla finestra.
Si lasciò calare, sperando che Edward o gli altri non entrassero in quel momento.
Una volta toccato terra, senza farsi male, si introdusse nella foresta buia ed iniziò a correre.
Non aveva idea di dove stesse andando, voleva solo raggiungere Jacob, l’unico che sembrava capirla, anche se si erano parlati poco.
 
**********************
“E’ già difficile la situazione, non opprimerla di più” commentò Carlisle
“Non è colpa mia se le avete permesso di andare in mezzo ai lupi” sibilò
“Ci sono degli accordi fra noi e loro” continuò il biondo “un umana in mezzo a noi è una cosa che nessuno poteva immaginare…a parte Alice” quest’ultima sorrise orgogliosa “volevano assicurarsi che andasse tutto bene”
“Ci bastano i Volturi!” sbottò Edward “perché non la trasformiamo già che ci siamo?”
“Edward…”
“Potevamo lasciarla morire!”
Calò il silenzio
“Non puoi dirlo sul serio…” disse Jasper, che si accorse di aver usato il suo potere ma che Edward aveva cercato di non cedere.
“Tu che ne sai?” ringhiò “non sai niente di cosa significhi prendersi responsabilità di questo genere”
“Ma sappiamo che se i Volturi non sono soddisfatti, ci uccideranno tutti” intervenne Rosalie “la cosa è difficile anche per noi”
Edward rise per non urlare dalla rabbia e la frustrazione.
Scosse la testa
“Se fosse morta sarebbe stato meglio…se morisse adesso…” strinse i pugni e le parole faticavano ad uscire “farebbe solo un favore a tutti”
Calò di nuovo il silenzio.
Nessuno rispose, nessuno osò fiatare.
Edward salì le scale e raggiunse la sua camera, fermandosi di colpo davanti alla porta.
Se il suo cuore non fosse fermo, avrebbe giurato che un battito fosse venuto a mancare.
Aprì la porta di scatto e…la stanza era vuota, con la finestra aperta.
“Bella…?”
Si affacciò alla finestra.
“Cazzo…” realizzò che era fuggita “BELLA!”
  
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