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Autore: Vavi_14    05/12/2017    5 recensioni
Piccole scene rubate dalla vita di sette giovani trainee che aspirano a diventare idol.
◊È un torneo di sopravvivenza dove solo i vincitori vanno avanti◊
______________
Dal cap VIII. #pizza
[…]Oltre gli schiamazzi degli attori, si sente solo il respiro pesante di Taehyung e quello di Yoongi, assieme agli sbuffi intermittenti di Jungkook, che ogni tanto lascia ciondolare la testa per poi risvegliarsi all’improvviso, guadagnandosi un’occhiata divertita e intenerita da parte di Jimin.
«Ragazzi, io ho fame».
In quel momento, le teste di tutti – tranne quella di Yoongi – si voltano contemporaneamente verso il criminale che ha osato pronunciare una frase tanto sconsiderata. Sono le undici e mezza di notte, hanno già consumato i loro panini qualche ora prima, perché mai uscirsene con un’affermazione che ha dell’utopico?
A parlare è stato Taehyung e Jimin ancora non si capacita di come abbia fatto a svegliarsi, mettere in moto i neuroni, captare gli stimoli del proprio stomaco e convertirli in parole nel giro di un secondo.
[…]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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XXVII. Natale










Potrebbe essere un giorno come tutti gli altri.

Le temperature sotto zero sfidano i termometri e la neve rende le strade inagibili – tutto è specchio dell’inverno precedente, o forse no... non esattamente.
Le luci, quelle ci sono, col loro barlume intermittente fuori dalle vetrine dei negozi e sulle insegne dei bar, intrecciate attorno alle inferriate dei terrazzi o tra i rami di un abete improvvisato, proprio al centro della piazza principale della città.
I marciapiedi sono rumorosi – i bambini tirano le mani dei genitori verso un giocattolo che sperano di ricevere da Babbo Natale, le coppie si tengono per mano; alcune sussurrano o spalancano gli occhi alla vista del meraviglioso panorama cittadino in quei giorni di gran festa.
Ogni ingrediente è lì, perfettamente al suo posto, eppure così lontano, come un eco ovattato di sottile nostalgia. I luccichii, i colori, i suoni, stuzzicano i sensi di sette ragazzi chiusi in un’asettica sala prove dalla mattina di quello stesso giorno, portando alla luce memorie nitide, ricordi lontani di un passato che ora sembra distante da loro, un tempo così ordinario e ora talmente desiderato da far male.

Seguono tutti gli stessi passi, quella sera: un accenno di coreografia per il debutto, qualcosa che somiglia vagamente alle esibizioni da brividi degli idol – un tentativo di arrivare là dove, mesi prima, non si sarebbero nemmeno sognati di poter immaginare, però continua ad esserci qualcosa di sbagliato, un’unica pecca che rende quella sera più grigia delle altre.

Namjoon è lì, dietro a tutti, non perde nemmeno tempo ad asciugarsi il sudore – lo lascia colare a terra, sul pavimento rigato dalle suole delle scarpe e pregno delle loro interminabili fatiche; assieme a lui c’è Seokjin, i movimenti che hanno perso scioltezza e le gambe sempre più molli sotto il peso inevitabile della stanchezza.
Yoongi non ha detto una parola per tutta la sera, limitandosi ad eseguire le direttive del coreografo. A quell’ora stenta a trovare la giusta motivazione per continuare a provare, perché gli sembra di tornare ogni volta al punto di partenza – anzi, se proprio deve ammetterlo, crede di star peggiorando. Taehyung, sulla sua stessa linea d’aria, è quasi senza fiato, e infatti si ferma abbandonando la posizione – qualche scusa, nemmeno si sente, tanto è flebile - fiondandosi su una boccetta d’acqua gelida che in quel momento rappresenta la sua unica fonte di sollievo.
Jimin, Jungkook e Hoseok davanti, loro sono l’esempio – fuori, tre ballerini la cui forza di volontà sembra invincibile, quasi baldanzosa tra quei movimenti in perfetta sincronia con la musica, puliti, così dannatamente giusti – dentro, Jimin sta stringendo i denti, i muscoli delle gambe gli bruciano come carboni ardenti, Jungkook, se ne vergogna, ma vorrebbe tanto piangere, perché davvero non ce la fa più, e Hoseok fatica a tenere aperti gli occhi, prende la forza dai suoi compagni, si dice che al prossimo passo mollerà – non può chiedere altro al suo corpo – ma poi ci ripensa e si spinge più in là, fin quando la vista trasformerà le sfumature di colore in ombre grigie e la coscienza lo abbandonerà definitivamente, lasciando il posto ad un riposo innaturale e forzato.

«Possiamo… fermarci un attimo?»

Alla fine lo ha detto, proprio lui, un’unica voce per tutte quante e i ragazzi si bloccano sul posto, ringraziando Hoseok con ogni cellula della loro essenza. Il coreografo sospira, si passa una mano sul volto – probabilmente quella richiesta lo ha messo in difficoltà – ma alla fine cede, concedendo non solo una pausa, ma il congedo definitivo di tutti i membri.
«Buonanotte» dice solo, prendendo le sue cose. «E Buon Natale». Raccomanda loro di riposare adeguatamente, perché il giorno seguente avrebbero ripreso alle sei del mattino – che, facendo un breve calcolo, significava esattamente quattro ore dopo.

C’era decisamente qualcosa di sbagliato, in quel Natale.

Jimin beve un sorso dalla propria bottiglia, poi la lancia a Jungkook che la scola fino all’ultima goccia senza nemmeno prendere aria dal naso. C’è un silente scambio di borracce, perché ciò che è rimasto dalla lunga giornata si divide – ognuno strofina il volto sulla propria asciugamano, poi le braccia, il collo e una frizione veloce ai capelli: si deve tornare al dormitorio di filata, se non si vuole rischiare un colpo di freddo.
Una macchina li attende fuori dall’agenzia; al suo interno, Seokjin siede al posto davanti assieme a Namjoon, che è già crollato contro il sedile da venti minuti. Hoseok ha abbandonato il capo sulla spalla di Jimin, il quale ha adagiato il suo su quella di Taehyung, a sua volta unico appiglio per la testa ciondolante di Jungkook. Tutti dormono e non dormono, sospesi in un limbo di sonno veglia stranamente buio e privo di sogni. Quando l’auto si ferma, Namjoon apre lentamente gli occhi e sbadiglia, Jimin sobbalza, svegliando Hoseok e Taehyung, che subito scuote Jungkook per intimargli di aprire lo sportello e scendere. Tutto avviene nel più assoluto silenzio; i piedi toccano l’asfalto ghiacciato, le teste si chinano e ringraziano – qualcuno azzarda dei timidi auguri di buon natale- ma poi le iridi tornano a guardare per terra e le menti sono già proiettate al giaciglio morbido che li attende.
Si liberano di sciarpe, cappelli e giubbotti pesanti, concordano i turni per lavarsi e, avvicinandosi ai propri letti, iniziano a piegare i vestiti, preparando quelli per dormire.
Mentre è impegnato a rovistare tra le proprie cose – malamente abbandonate ai piedi del letto - Jungkook percepisce la mano di Taehyung lasciargli una carezza tra i capelli, poi alza il capo e lo sente conversare a bassa voce con Jimin, prima di vederlo sparire in direzione del bagno. Namjoon e Yoongi sono silenziosi – il leader sventola un paio di calzini dicendo che non sono suoi, ma appena Hoseok li rivendica come propri, ecco che la sua attenzione torna inevitabilmente alla sistemazione, distratta e poco ordinata, delle lenzuola.

Seokjin non si vede da quando ha chiuso la porta di casa dietro di sé, ma i ragazzi sentono dei rumori provenire dalla cucina – forse sta spizzicando qualcosa prima di dormire. Al solo pensiero, lo stomaco di Jungkook fa una capriola: quant’è che non mangia, sei, sette ore? Scuote la testa sperando di cacciar via quello stimolo inopportuno, mettere qualcosa sotto i denti e poi coricarsi vorrebbe dire svegliarsi l’indomani con l’intestino sottosopra.
Quando, un istante dopo, la sagoma del più grande del gruppo si palesa dinanzi agli altri, ha indosso i pantaloni morbidi e larghi di una tuta grigia, mentre sopra tiene ancora la maglia bianca che ha usato durante le prove. Lascia andare un lungo sospiro, come se si stesse liberando di un peso, e le sue parole sferzano l’aria al pari di una brezza leggera; fresca, ma piacevole.
«Bulgogi e kimchi si raffredderanno».
Fa un gesto indicando la cucina alle proprie spalle, massaggiandosi un poco il collo intorpidito e dolorante.
Tra occhiate perplesse e bocche aperte al limite dell’assurdo, i ragazzi rimangono attoniti a fissare Seokjin, fin quando il volto di Jimin, da inespressivo, acquista un’improvvisa connotazione sconvolta.
«Cosa?» Intende chiedergli se può ripetere, perché di sicuro ha sentito male, ma Namjoon lo precede.
«Quando?» domanda il leader, e Seokjin ha la certezza che almeno uno di loro sembra aver afferrato il concetto. «Quando li hai preparati?»
«Eh?» Taehyung fa la sua lenta discesa dalle nuvole.
Seokjin alza gli occhi al cielo, sospirando. «Che diavolo di Natale sarebbe senza almeno una cena di Natale, ah? Sbrigatevi o mangio tutto da solo».
«Cena?»
«Natale?!»
Yoongi e Hoseok parlano uno dopo l’altro - il tempo di metabolizzare tutto e il più grande del gruppo si trova strizzato tra le braccia di Hoseok di dietro, quelle di Taehyung davanti e, a completare il cerchio, l’abbraccio di Jimin che li prende – o almeno, ci prova – tutti quanti. Yoongi e Namjoon sono corsi di là, il secondo applaude estasiato, il primo lo segue complimentandosi con Seokjin e l’ottimo profumo speziato dei piatti. Jungkook viene semplicemente trascinato in cucina da Taehyung che lo fa sedere accanto a lui, mentre il silenzio del dormitorio lascia il posto a battiti allegri di mani, rumori sordi di stoviglie e voci che si amalgamano in un tripudio di sorpresa e riconoscenza.
D’improvviso non c’è più la stanchezza, i dolori, le prove della mattina, ci sono solo loro sette, attorno a quella tavola grazie al pensiero di un Babbo Natale molto speciale. Acqua e bibite dolci popolano la tavola imbadita al posto dello shoju; Jungkook si appropria di una lattina, mentre mastica a volto basso il riso e lo sente un po’ troppo salato, perché sono le sue lacrime che sta mandando giù, e a dire il vero non sa nemmeno lui se sta piangendo o ridendo, o magari entrambe le cose. Jimin si sporge verso di lui, cerca di alzargli il mento con un dito, gli scuote una spalla, sorride, sorride tantissimo, e con lui anche Taehyung lì accanto, e tutti gli altri. Jungkook chiede scusa, si asciuga gli occhi, mangia un altro po’ di riso e finalmente solleva il volto, lasciando intravedere due iridi grandi e un po’ rosse stracolme di gratitudine.

Forse quel Natale non è poi così sbagliato.














 


Scusate il vergognoso ritardo.
Non era questo il capitolo che stavo scrivendo, ma avevo voglia di fare un prompt del genere, così eccoci qui. Spero tanto vi sia piaciuto<3

A presto (la speranza è l’ultima a morire),


Vavi
  
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