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Autore: _Bri_    06/12/2017    0 recensioni
Tratto dal prologo:
...Per questo quando si arriva ad incontrare un paio d’occhi che sono stati fatti per farti ingoiare il disgusto, pur di averli sempre incollati a te, si è disposti a spostare l’asta del proprio giudizio sul bene e il male.
Ci si sporca le mani ed il cuore.
Ma in quegli occhi, poi, potrai immergertici senza ritegno.
E sarà meraviglioso.
[Storia sospesa]
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio | Coppie: Matt/Mello
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Violenza
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CAPITOLO I
Crescere, sperimentarsi, conoscersi
 
Era davvero un giorno di merda. Non voleva fare altro che tornare in camera sua finita quella lunghissima lezione, invece fu costretto ad eseguire gli ordini del professore, ordini che avevano stravolto totalmente i suoi piani di rinascita pomeridiana.
-Ehi tu! Ái!-
La ragazzina che camminava ricurva lungo il corridoio si arrestò e si voltò lentamente verso di lui; Matt riuscì finalmente ad inquadrarla: i capelli rossi e lucidi non superavano il mento e ricadevano a ciocche disordinate, due grandi occhi chiari, grigi e un po’ infossati in cerchi rossi, un nasino all’insù e le labbra morbide e rosse, il tutto su un corpicino immaturo, esile e bassino, ma il fatto che la ragazza fosse vestita praticamente come lui lo fece ridere.
-Che cazzo ti ridi?- se ne uscì lei affilata e rigida, mentre gli occhi chiari non si scostarono mai dai suoi. In un attimo la risata del ragazzino sfumò e sul viso apparse un’espressione basita.
-Non c’è bisogno di reagire così sai? Mi è venuto da ridere perché…- si indicò e poi puntò il dite verso di lei a segnare i vestiti che indossava. La ragazzina parve non capire, forse non era così tanto intelligente come ci si sarebbe aspettati da una nuova ammessa alla Wammy’s House.
-Beh?-
-Io…ok lascia perdere, comunque ciao, io sono Matt- Allungò una mano nella sua direzione, ma lei non ricambiò, si limitò ad affondare le mani nelle tasche dei pantaloni aderenti.
-Sai già come mi chiamo, comunque ora devo andare-
Ái si voltò e riprese a camminare lungo il corridoio.
-Aspetta!-
La ragazzina si bloccò e fece roteare gli occhi al cielo, prima di voltarsi nuovamente verso di lui.
-Non ho affatto voglia di essere insultato te lo assicuro, ma il professor Bumb mi ha caldamente incitato a starti dietro per spiegarti a che punto siamo del programma.-
Ancora un lungo sguardo muto, poi la ragazzina gli dette nuovamente le spalle.
-Grazie ma non ne ho affatto voglia, non oggi.- e così riprese a camminare.
-Ti vuoi già beccare una punizione?! Ma che ti dice la testa?- Matt affrettò il passo per affiancarla, così lei si bloccò un’altra volta e puntò i grandi occhi grigi in quelli di lui.
-Senti la mia vita è appena stata stravolta. È il mio primo giorno in questa merda di posto e a stento mi ricordo come diavolo sono finita qui; non mi frega un cazzo delle punizioni, voglio solo essere lasciata in pace, almeno per oggi. Di pure al professore di punirmi, non mi interessa. Ciao Matt.-
Matt rimase immobile ad osservare la ragazzina allontanarsi, poi alzò una mano con un gesto eloquente, -Fanculo, fai un po’ come ti pare.- si voltò e prese a camminare in direzione della sua stanza, mani in tasca e speculare postura di Ái.
 
Quando entrò nella stanza, Ái notò una ragazzina seduta sul proprio letto, ricurva su un quaderno intenta a disegnare. Accortasi della sua presenza quella alzò il capo e le code in cui aveva intrecciato i capelli chiari frustarono appena l’aria; il volto immaturo le regalò un gran sorriso, lasciò il quaderno aperto sul letto e si alzò.
-Ciao, benvenuta nella Wammy’s House!- disse con tale entusiasmo da lasciare basita Ái, che chiuse delicatamente la porta dietro di sé.
-Ciao…tu saresti…?-
-Io sono Linda, abbiamo frequentato la lezione insieme, ma non credo tu mi abbia notata.- Ancora un sorriso che portò Ái a grattarsi la nuca imbarazzata.
-Già…quindi divideremo la stessa stanza immagino-
Linda si guardò intorno e poi tornò a puntare gli occhi caldi su di lei
-Beh, direi di si. Allora che ne pensi?-
-Che ne penso di cosa?- Chiese Ái, che intanto si era seduta stancamente sul letto.
-Ma della Wammy’s House! Vedrai ti troverai benissimo, questo posto è fantastico e se ti trovi qui devi esserlo anche tu, sicuro! Ti hanno fatto il test d’intelligenza prima di mandarti qui, giusto?-
Ái era frastornata dall’entusiasmo di quella ragazzina bionda che non la smetteva di parlare. Le erano state spiegate alcune cose, tra cui la più importante, ovvero che la Wammy’s House ospitava orfani con intelligenza sopra la media; lei si era sempre sentita su un gradino superiore ai suoi coetanei, nonostante tutto non le era mai balenato per la testa di potersi meritare un posticino fra i plusdotati, proprio no. Rispose monosillabica alla raffica di domande che Linda vomitò una dietro l’altra e quando finalmente quella si placò, Ái si alzò dal letto e si guardò intorno.
-Senti Linda, sono davvero…felice di aver suscitato tutto questo interesse, però ora vorrei fare un giro, non ho visto praticamente nulla di questo posto, quindi scusami ma…-
-Ti accompagno!- esultò Linda che si avvicinò a lei ed Ái notò con amarezza che la raggiungeva in altezza nonostante sembrasse più piccola di lei. Sospirò sconfitta ed alzò appena le spalle.
-Fai come credi, ma non ce n’è bisogno…-
-Ma figurati! Dobbiamo aiutarci qui, con me vicino eviteranno di assaltarti come fossi un animale da circo ed intanto potrò spiegarti un po’ come funziona qui, su andiamo!-
Linda la spinse per le spalle verso la porta. Odiava essere toccata da persone con cui non aveva confidenza; quel tipo di contatto indesiderato poteva scatenare in lei un impeto violento, per cui fece un grande respiro e tentò di resistere, di certo colpire la sua nuova coinquilina non sarebbe stato un buon biglietto da visita.
 
Come sbagliarsi? Quando Matt entrò nella sua stanza trovò l’amico seduto scomposto sul letto, immerso nella lettura di un voluminoso tomo di filosofia, mentre sgranocchiava come suo solito una tavoletta di cioccolato.
-Devi sempre esagerare, vero amico?- Disse Matt alludendo all’episodio successo poco prima in classe; si gettò sul letto con il gameboy stretto tra le mani, tutto sommato i suoi piani per il pomeriggio non erano andati in fumo. Mello non rispose, si limitò a scostare gli occhi dal libro per lanciare uno sguardo fugace all’amico e poi tornare ad immergersi nella lettura.
-Comunque la nuova è un’altra matta. Il professore pretendeva che le dessi ripetizioni già da oggi, ma a quella è fregato meno di zero- Masticò il ragazzino, già immerso in una partita del suo videogioco.
-E tu non hai insistito?- La voce di Mello arrivò da dietro le pagine del libro.
-Scherzi? Affari suoi se vuole rimanere indietro e beccarsi una punizione. Sai quanto me ne frega!-
-Quindi non sappiamo quale sia il suo livello- Continuò Mello. Matt intuì dove l’amico volesse andare a parare.
-Non mi è sembrata molto sveglia, quindi non devi preoccuparti secondo me, nessuno ti ruberà il podio-
Con un colpo brutale i denti del ragazzino biondo staccarono un pezzo di cioccolata.
-Nessuno tranne Near, ovviamente- aggiunse Mello con amarezza. Matt sospirò ed abbandonò il gioco, convinto del fatto che quella conversazione lo avrebbe distratto.
-Eddai Mello, possibile sia il tuo unico chiodo fisso? Voglio dire ti ammazzi di studio, sei capace, più intelligente della media di tutti noi, vuoi farla finita con questa storia di Near?-
Mello trattenne la tavoletta tra gli incisivi e chiuse il libro con forza, poi puntò le iridi gelide in quelle dell’amico ed accantonando momentaneamente l’argomento ‘Near’, lo incalzò,
-Il fatto che non ti sia sembrata particolarmente sveglia potrebbe derivare dal fatto che se è arrivata qui oggi, magari è appena emersa da un trauma, no? Non ci vuole un genio per supporlo. Mi meraviglio di te, basarti su una prima impressione.-
Matt sbuffò e si mise seduto abbandonando definitivamente l’idea di tornare a giocare.
-E sentiamo genio, che cosa me ne dovrebbe importare secondo te?-
-Importa a me. Stai dietro alla ragazzina-
-Ehi non sono mica un pupazzo!-
-Ma è a te che il professor Bumb ha chiesto di seguirla nello studio.- concluse Mello, spiegando un sorriso. Matt arricciò il naso e passò una mano tra i capelli castani.
-Ok ho capito!- Si alzò svogliatamente –‘Fanculo anche a te Mello- alzò il dito medio verso l’amico, prima di uscire dalla stanza e sbattere la porta con stizza. Mello sorrise compiaciuto ed infine tornò ad immergersi nella lettura.
 
-Senti un po’, non ci saranno pause dalle lezioni? Voglio dire, fra poco sarà luglio…- Ái aveva passato l’ora successiva a reprimere l’istinto di soffocare la sua nuova coinquilina che le mostrò ogni ala dell’edificio accompagnando la vista con lunghissime spiegazioni e, di tanto in tanto, si bloccava per rivolgere alla nuova arrivata qualche domanda troppo personale. Nel giro di pochissimo tempo Ái aveva capito che Linda aveva 12 anni, che amava disegnare, ascoltava musica classica e pop, informazione che le costò un brivido, che i suoi genitori erano morti anni prima durante il deragliamento di un treno e che era figlia unica, proprio come lei. Quando arrivarono in quello che aveva l’aria di essere un grande refettorio Linda si arrestò ed arrossì davanti alla vista di un ragazzino che ad Ái apparve come un fantasma: ricurvo a terra in un fagotto di vestiti bianchi, senza scarpe, il bambino arricciava una ciocca di capelli chiarissimi intorno alle dita mentre sembrava immerso a completare un grande puzzle davanti a lui. La rossa fece correre lo sguardo dal bambino alla compagna di fianco a lei, che mosse solo un passo nella direzione di lui e parlò dopo essersi schiarita la voce.
-Near, perché non esci a giocare fuori? C’è un clima fantastico!-
il bambino non si mosse, si limitò a far scattare gli occhi profondi come buchi neri verso le due, soffermando per un attimo l’attenzione su Ái, che deglutì imbarazzata, per poi tornare a concentrare la propria attenzione sul puzzle.
-Sto bene qui, grazie Linda.- rispose meccanicamente quello che aveva l’aria di essere un bambino pieno di problemi, penso Ái.
-Come…come vuoi. Ci vediamo più tardi- balbettò Linda ancora rossa in volto, poi afferrò il polso di Ái e la trascinò fuori.
-Quello è Near- spiegò una volta tornate sul corridoio –Senza ombra di dubbio lo studente più intelligente e brillante della Wammy’s House, se non vogliamo contare Mello- si affrettò a dire concitata.
-Mello? Quel ragazzino con il caschetto che è stato buttato fuori dall’aula?- chiese per la prima volta realmente incuriosita da qualcosa a cui la biondina aveva accennato.
-Già. Mello era il primo in tutto, poi è arrivato Near e lo ha scavallato. Sono sempre in competizione, Mello non ha mai mandato giù di essere sceso al secondo posto, non lo sopporta-
Ái roteò gli occhi per guardarsi intorno.
-Ma…in competizione per cosa?-
Linda guardò la ragazzina come fosse un alieno.
-Come per cosa? Ma per diventare il successore di L, è ovvio! Ma non sai proprio niente?-
-Beh quel tipo, Roger, mi ha spiegato che L è il più grande detective del mondo e che pare sia uscito proprio da questo istituto, però non ha aggiunto molto, si è affrettato a scaraventarmi in aula dicendo che ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni-
Uscirono in cortile e sedettero su una panchina attirando lo sguardo dei bambini curiosi che stavano giocando a pallone.
-La Wammy’s House è stata fondata da un uomo che noi conosciamo come Watari- prese a spiegare con puntualità snervante Linda, con voce piatta come stesse leggendo ad alta voce –Istituto che accoglie ragazzi rimasti orfani ma con spiccate capacità intellettive. Il grande L è uscito da questo istituto e in pochissimo tempo è diventato il detective più famoso al mondo! Ci crederesti mai? È per questo che noi ci troviamo qui-
Ái fissò Linda con le labbra schiuse dallo stupore, attendendo che la ragazzina continuasse a parlare, cosa che si affrettò a fare –Ci stanno formando per diventare i suoi successori, o comunque per impiegare le nostre capacità per compiere qualcosa di grande! Hai capito ora?-
Tutte quelle informazioni le fecero salire un forte senso di nausea. Suo nonno era appena morto lasciandola sola al mondo ed ora si trovava immersa in una realtà totalmente surreale, in cui aveva avuto accesso, a quanto pare, perché particolarmente intelligente. Era un po’ troppo da digerire tutto insieme e stava proprio per ribattere quando venne interrotta da un colpetto di tosse.  Le ragazzine spostarono lo sguardo su di Matt, in piedi davanti a loro che le guardava indispettito.
-Ciao Matt! Che ci fai qui?-
-Ciao Linda- Matt tornò ad inchiodare lo sguardo su Ái che non sembrava affatto contenta di quella visita.
-Che vuoi ancora?-
-Devi venire con me, non ho voglia di beccarmi la ramanzina di Bumb ok?-
Lo sguardo accigliato di Linda correva da l’uno all’altra senza realmente capire cosa stesse succedendo.
-Ne abbiamo già parlato mi pare…-
-Guarda, a me non interessa quello che hai da dire, so solo che devo starti dietro, non rendermi le cose così difficili, va bene?-
-Ma che succede…? Ái?- Linda seguì con lo sguardo la ragazzina alzarsi sbuffando.
-Pare che debba mettermi subito in pari con il programma e che lui sia designato a beccarsi il compito di farmi da tutore-
-Ah…capisco, beh ci vediamo per cena allora…-
Ái scrollò le spalle –Si, ok…ci si vede dopo- ed anticipò i passi di Matt che non riusciva a credere di averla convinta in così poco tempo.
 
-Senti, se ti sto venendo dietro è solo perché so benissimo che altrimenti mi daresti il tormento tutto il giorno-
Matt ispezionò il viso della ragazzina che non sembrava affatto dedicargli attenzioni, prediligendo il pavimento che stavano calpestando.
-L’importante è che non abbia dovuto insistere, detesto insistere, ho cose più importanti da fare che perdere tempo a lottare contro i mulini al vento-
Ái non rispose, si limitò a seguire i passi di Matt, che trovarono una pausa davanti ad una porta, che quello aprì svogliatamente.
-Vieni, questa è la mia camera-
La ragazzina lo seguì, ma una voce che le sembrava di aver già sentito precedette la vista.
-Che ci fate qui? Io devo studiare Matt!-
Mello inchiodò le iridi algide in quelle della ragazzina in piedi davanti alla porta, che alla sua vista sembrò sussultare appena.
-Mi spiace amico, ma anche noi. Vattene in biblioteca se proprio non vuoi rimanere qui-
Matt si era appena preso la sua rivincita nei confronti di Mello: se proprio doveva stare dietro alla nuova arrivata, almeno avrebbe recato fastidio all’amico che tendeva un po’ troppo al comando, ultimamente.
Mello ed Ái si guardarono ancora a lungo, fin quando non fu lei a distogliere lo sguardo per poi affrettarsi a chiudere la porta dietro di lei.
-Va bene veniamo alle presentazioni…-
-Lo so chi è- risposero in coro i due, che tornarono a soppesarsi con lo sguardo.
-Ok, beh…questa è la nostra stanza, ti puoi sedere lì- Matt indicò la propria scrivania, sommersa da fogli, libri e videogiochi. Lo sguardo di Ái corse ovunque nella stanza, soffermandosi sulle libreria piene di libri e fumetti, per poi guardare il caos sulla scrivania e scovare, infine, un oggetto d’interesse.
-Ehi, questo è Doom II. Grandioso!- Lo rigirò tra le mani prima di guardare Matt che sembrava stupito –Quindi è tuo?-
-Tutti i giochi che ci sono qui sono i miei!- Disse il ragazzino con entusiasmo.
-Io l’ho finito almeno 3 volte, hai anche tu il Game Boy Advance?-
-Sicuro!-
Mello si alzò spazientito e guardò i due ragazzini che si erano immersi in una fitta conversazione riguardante quegli stupidi videogiochi –Ok ora piantatela. Non dovevate studiare voi due?-
Ái si irrigidì nel sentire quel richiamo e voltandosi si ritrovò vicinissimi quegli occhi di ghiaccio, che la fissavano carichi di astio. Storse le labbra in una smorfia.
-Hai ragione, ma puoi allontanarti per piacere?- Rispose calma dopo aver ricomposto il volto in un’espressione più consona.
-Dai Mello non fare il noioso, finalmente ho trovato qualcuno a cui piace quello che piace a me!-
Mello non dette retta alle parole dell’amico, continuava a fissare dall’alto quella ragazzina che ricambiava lo sguardo senza fiatare –Problemi?-
Ái fece un ampio passo indietro ed urtò la libreria dietro di lei; sussultò e si voltò per non far cadere nulla, ma nelle mani le finì un disco che illuminò il suo volto.
-Dai, ma questa è la stanza della perdizione. Anche questo è tuo?- mostrò ‘Exciter’ dei Depeche Mode a Matt, ma la mano di Mello si affrettò a strapparglielo via,
-No! Questo è mio!- sputò infastidito il ragazzino. Ái alzò le mani,
-Calmati, volevo solo dire che è un disco spettacolare, mica volevo mangiarlo-
Matt si mise in mezzo per placare le acque –Non ti conviene toccare i dischi di Mello, sono quasi tutti della sua ragazza- Sghignazzò Matt che si beccò uno spintone dall’amico.
-Lei non è la mia ragazza!-
-Ma ti piacerebbe eh?- Lo rimbeccò divertito Matt.
-Ma che cazzo dici Matt! Soho è solo un’amica, ed è vecchia, Cristo!-
-Ha solo una decina d’anni più di te, magari aspetta qualche anno e se ci provi secondo me ci sta-
-Tu sei fuori di testa!-
-Emh…ragazzi…-
I due si voltarono verso Ái, Matt ridendo, mentre Mello con i lineamenti contorti dalla rabbia. La ragazzina indicò il libro di fisica e borbottò –Forse è meglio studiare Matt…non credi?-
 
Il pomeriggio passò più velocemente di quanto quei tre potessero immaginare. I ragazzini, con estremo disappunto di Mello, scoprirono che Ái non avrebbe avuto alcun problema a mettersi in pari con il programma, ma la rabbia si placò lentamente, perché  lo studio fu spesso interrotto dalle confidenze e dalle passioni in comune come la musica, i videogiochi, i romanzi e i fumetti. Rischiarono di fare tardi per la cena e quando Linda vide apparire nel refettorio la sua nuova compagna di stanza in compagnia di quei due, subito storse il naso e si affrettò a raggiungerla.
-Ái, vieni a mangiare vicino a me? Ti presento le altre, ti ho tenuto un posto!-
La ragazzina dai capelli rossi si voltò a lanciare uno sguardo ai due, che sbuffarono infastiditi all’arrivo di Linda. Doveva ammetterlo, aveva passato un pomeriggio divertente, in cui era riuscita a distrarsi per la prima volta dopo giorni e non aveva affatto voglia di allontanarsi dalla compagnia di quei due strambi ragazzini; così prese la sua decisione e si voltò verso la biondina.
-Facciamo domani, Matt deve finire di spiegarmi delle cose, ci vediamo dopo in camera!-
Ái si voltò e sorrise a Matt che ricambiò entusiasta, poi guardò Mello, il quale stava palesemente trattenendo un sorriso di soddisfazione e con loro si avviò ad un tavolo libero.
Linda fissò stizzita i tre allontanarsi, per cui si voltò e raggiunse il tavolo dove altre 3 ragazzine avevano osservato la scena da lontano.
-Ma che fa quella lì? Se ne va con i bulletti?-
-Matt non è un problema, ma Mello…- sbuffò Linda –Comunque domani ci parlerò.-
 
Ci volle poco per tramutare quel duo in un trio, laddove con il passare del tempo ognuno iniziò a colmare le lacune dell’altra con piccoli pezzi fragili e sottili di sé.
Con difficoltà.
Lentamente.
Ma con cura e dedizione.
Si avviò, insomma, un rapporto che dava il via alla difficile adolescenza che li attendeva. Eppure l’arrivo di Ái alla Wammy’s House sembrava scritto nel destino di Mello e Matt, che ne accolsero la presenza come si fa quando la persona che si sta aspettando ad un appuntamento appare in lontananza.
Fremendo d’eccitazione.

 
Ciao a tutti! Con questa pubblicazione lampo do ufficialmente il via alla storia. Solo un piccolo appunto: ho inserito il nome di Soho (protagonista di Come Arance nel Deserto) perché credo che le storie ad un certo punto si intrecceranno, anche solo come eventi temporali. Comunque non credo sia necessaria la lettura di Come Arance nel Deserto per chi non l’avesse letta.
Al solito attendo il vostro riscontro, recensite senza pietà!
Vi abbraccio.
D.
   
 
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