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Autore: lmpaoli94    11/12/2017    2 recensioni
La città di New York era in fermento per l’inaugurazione della Tower Crystal nella zona del Bridge Central.
Centinaia e centinaia di persone parteciperanno a quell'evento.
Questa inaugurazione verrà seguita in diretta mondiale.
Cinque ragazze di Tokyo faranno parte degli invitati.
Ma non sanno che un tragico destino si sta per abbattere sulle loro vite...
P. S.: Ogni fatto e luogo presente in questa ff è puro frutto della mia immaginazione.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Bunny, Ami e gli altri correvano più veloce che poterono.
Dovevano arrivare in cima alla torre, in attesa che qualcuno li potesse soccorrere.
Ma non era così semplice.
Il presidente diventava sempre più debole.
Non avrebbe retto ancora per molto.
«Marzio svegliati! Non mollare!» fece Bunny dandogli degli schiaffetti per renderlo cosciente.
«Testolina buffa… Sono molto stanco…»
«Devi resistere! Tra poco saremo fuori di qui… Signor Thompson, a che piano siamo?»
«Siamo appena arrivati al 50° piano.»
«Accidenti! Ci sono ancora venticinque piani da fare! Come faremo?»
«Bunny, non possiamo perderci d’animo. Dobbiamo andare avanti e basta.»
«Sì Ami, hai ragione. Proseguiamo.»
Bunny e tutti gli altri erano sfiniti.
Non ce la facevano più a correre.
Ma non potevano mollare.
Non potevano morire in quel modo ingiusto e meschino.
“Ce la farò Marzio… ti porterò in salvo” pensò Bunny per caricarsi un po’.
Ma mentre stavano attraversando il corridoio per risalire le scale che davano al 51° piano, successe l’incredibile.
Altre bombe, nascoste negli uffici, iniziarono ad esplodere a ripetizione.
«Oh no!»
Il 50° piano stava prendendo velocemente fuoco, intrappolandoli.
«Adesso cosa facciamo?!» gridò Ami disperata.
«Non c’è tempo da perdere! Dobbiamo andare al piano di sopra!»
Le venti persone corsero più veloce che poterono.
Bunny ed Ami facevano le chiudi fila.
Dietro a loro, le fiamme sui stavano propagando in maniera paurosa.
Dovevano raggiungere il piano superiore.
Solo così sarebbero state salve.
Ma il destino si voleva fare beffe di loro.
Le diciotto persone riuscirono a superare il piano per un soffio, ma le due ragazze si dovettero fermare a causa del crollo del pavimento.
«Ragazze avanti! Dovete saltare!» gli gridava il signor Thompson.
«È troppo distante! Non ce la faremo mai!» rispose Ami.
«Non è vero! Fidatevi! È l’unico modo!»
Ormai Ami non aveva niente da perdere.
Doveva saltare dall’altra parte se non voleva bruciare, o peggio ancora, attendere che il pavimento crollasse improvvisamente.
Ami, con la forza della disperazione, saltò tra le fiamme che stavano divorando il palazzo.
«Bravissima!... Ora è il suo turno, signorina» fece Thompson riferendosi a Bunny.
«Ma io… ho paura…»
«Bunny ti prego! Non farti prendere dal panico! Fai come me. Non pensare a nulla e salta.»
I momenti d’esitazione potevano essere fatali per la bionda.
Se continuava ad essere titubante, l’intero pavimento del corridoio del 50° piano sarebbe crollato tra le fiamme.
Bunny aveva le lacrime agli occhi.
Era completamente terrorizzata.
Gli tremavano le gambe.
Non riusciva a muoversi.
Come potevano Ami e il signor Thompson convincerla a saltare?
«Bunny, ti prego… Fallo per Marzio…»
«Come? »
«Sì, signorina Bunny. Lo faccia per il presidente. Deve portare a conclusione la sua opera di salvataggio. »
Nel sentire quelle parole, dentro il cuore di Bunny scattò qualcosa.
Senza pensarci più a lungo, decise di saltare.
Aveva gli occhi chiusi.
Aveva paura di guardare la morte in faccia.
Sembrava che il tempo non scorresse più.
Ma quando alla fine toccò terra, il pavimento sotto di lei crollò.
«Bunny! No!»
Stava per precipitare verso le fiamme dell’inferno.
Ormai sembrava tutto finito per lei.
Se non fosse che qualcosa le prese il braccio.
Marzio, con uno sforzo immane, riuscì ad agguantarla all’ultimo secondo.
«Marzio!»
«Bunny! Non mollare!»
«Non ce la faccio! Sto per cadere!»
«No! Tu non cadrai! Io, te e gli altri usciremo vivi da qui» gli gridò l’uomo mentre continuava a tenerla stretta.
La ferita non faceva altro che fargli male.
Ma lui riusciva lo stesso a sopportare.
Per il bene di Bunny.
«Marzio… lasciami andare… ormai è inutile… non riuscirò a salvarmi…»
«Zitta! Non dirlo nemmeno per scherzo!»
«Non puoi farcela a tirarmi su… La tua ferita…»
«La mia ferita non conta nulla se sono qui con te. Avanti! Tieniti stretta!»
Con la forza della disperazione, Marzio riuscì a mettere in salvo la ragazza.
Ma dovette pagare un costo molto caro.
«Credo che abbia la spalla slogata» fece il signor Thompson mentre il presidente stava gridando di dolore.
«Accidenti! Credo che Bunny sia svenuta. Ora come faremo a portare lei e il presidente in salvo?»
«Ami! Ci siamo qua noi!» gli gridò Morea andandogli incontro.
«Ragazze! Siete qui!»
«Avanti, dobbiamo uscire subito di qui. I soccorsi ci stanno aspettando.»
«Sì, andiamo.»
   
 
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