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Autore: Nocturnia    12/12/2017    2 recensioni
Animali, bestie, uomini: null'altro che maschere e teatranti che si dimenano su questo palcoscenico che la voce chiama vita.
Il velo viene sollevato - li spoglia, nudi dinnanzi uno spettatore il cui nome è destino.
Insieme si gettano nell'abbagliante luce della tragedia.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield, Excella Gionne
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Withering bones'
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4 Disclaimer: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield e tutti gli altri personaggi appartengono a Shinji Mikami, alla Capcom e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



Capitolo 3 - Rinunce


"Hai pensato all'offerta di Marius?"
Albert solleva appena lo sguardo dalle carte che sta leggendo, si stropiccia le palpebre.
"Sì."
Alex scorre con l'indice il bordo del camino, aspetta.
"E non ho intenzione di accettarla."
"Dovresti, invece."
Wesker alza un sopracciglio, interdetto.
"Stuart ha colto ancora voci tra Simmons e Lansdale. Derek aveva suggerito a Morgan di chiedere in sposa Excella."
Wesker s'inclina all'indietro, intreccia le dita tra di loro.
"I Gionne hanno rifiutato."
"Ovviamente."
Alex abbozza un sorriso triste, non distoglie lo sguardo dalle fiamme.
"I soldi dei Gionne potrebbero essere il perno di questa bilancia, Albert."
"Non è che le casse della corona ne siano sprovvisti."
"No." concorda Alex "Ma i Gionne sono ricchi: molto, Albert. Se le loro finanze finissero nelle mani del Nord sarebbe un problema."
Wesker indurisce lo sguardo, si sporge in avanti.
"Se hai qualcosa da dire, Alex, fallo e basta."
"Stanno tramando contro di noi, Albert."
"L'hanno sempre fatto."
Alex scuote la testa, si avvicina.
"Non così, Albert. Si parla di un processo alla morale davanti ai Cinque Dèi. Di rinfoltire l'esercito di Simmons e marciare su Raccoon."
Silenzio.
"Sergei è l'unica cosa che ci divida da loro, e quanto puoi chiamarlo amico?"
Wesker continua a fissarla, tace.
"Dovresti sposarla."
"No."
"Non essere sentimentale."
"Ho detto di no."
"Dovresti dare un erede alla corona."
"Non mi piace ripetermi, sorella."
Alex libera un sospiro tremante, si guarda intorno incerta - come se non riconoscesse la stanza in cui si trova.
"Non mi piace questa situazione, Albert. Forse sposare Excella è davvero l'unica soluzione per sottrarla a Simmons e Lansdale."
"Le voci continueranno a correre."
"Lo so."
"Non smetteranno certo perché mi metto nel letto una ragazzina."
"No."
"Allora perché, Alex?"
Alex gli cerca gli occhi, sperduti.
"Perché la clessidra è arrivata al suo ultimo giro, Albert: e questa volta potremmo non essere dalla parte dei vincitori."
Wesker lascia che sia la sua bocca a mormorare quelle parole mai dette.


Sergei è abituato a questo: terre innevate e crudeli.
Il muro che divide il Nord da Raccoon è sua responsabilità da generazioni, un confine naturale da cui è possibile accedere tramite un solo ingresso.
Il Lupo orbo lo fissa malevolo, una bestia grandiosa e ispida - un predatore solitario e senza branco.
Rilegge la missiva di Simmons per la terza volta - parole cordiali, che nascondono - e la butta poi nel fuoco, osservandola mentre ne viene divorata.
Posa lo sguardo sulla piana sottostante, bianca e grigia - troppo lontano perché possa vederle bruciano le luci di Raccoon e il suo re.
Sergei si chiede se la fedeltà abbia ancora un valore in tempi come quelli.


Le sta consegnando tutto.
Alex osserva i Gionne attraversare la navata, Excella un profilo teso alle loro spalle.

"La sposerò."
"Bene."
"Darò un erede alla corona."
"Magnifico."
"Alexandra."
"Uhm."
"Guardami."
Alex si volta, lo fissa.
"E poi la ucciderò."
Silenzio.

"Ho pensato alla vostra proposta - molto generosa, invero."
Marius china il capo, deferente.
Alex è immobile al suo fianco, pallida - troppo.
"Ho deciso di accettare, Marius."
Lyas si apre in un sorriso disarmante - ambizioso - Excella arretra, si porta una mano alla bocca, attonita.
Marius dice qualcosa - famiglie unite, un nuovo futuro, radioso, splendido - Alex si sente improvvisamente mancare la terra sotto i piedi.

Cosa...?

Le si annebbia la vista, chiudendosi agli angoli - un senso di vertigine che minaccia di schiacciarla.
Alex inspira, suda freddo - i polpastrelli umidi, la nuca bagnata.
Deglutisce, aggrappandosi ai braccioli del trono - uno spasmo alla bocca dello stomaco, una contrazione che sembra bruciarla.

Mi viene da vomitare.

Alex osserva Marius baciare la mano di Albert, congedarsi - sarà un matrimonio grandioso, sire.
Dondola in avanti, riesce a trattenersi fino a quando le pesanti porte decorate non si chiudono e la Guardia Reale si ritira e rimangono soli e..

Alex?

Alex si volta di lato e crolla.


"Sto bene." gli dice, e ansima "Non è nulla."
"Potrebbe essere veleno." suggerisce Stuart.
Albert le raccoglie i capelli sulla nuca, ascolta i suoi conati vuoti.
"Non è veleno." ringhia, e si piega in avanti "Forse il vino di ieri sera."
"Chiama il medico di corte."
"No!" sibila Alex, afferrando il polso di Stuart "Non ci pensare neanche."
"Ma, mia signora..."
"Ho detto di no." ribatte, e inspira, affondando la faccia nel telo che Wesker le allunga "Passerà."

Non può essere.

"Se ti succede un'altra volta lo chiameremo, che tu lo voglia o no."
Alex annuisce, il viso nascosto - il respiro asimmetrico.
Il dubbio è un mostro che la sta divorando senza pietà.


L'annuncio è rapido, efficiente.

Pretenzioso.

Raggiunge le casate nell'arco di soli due giorni, lascia un sorriso smaliziato sul volto di Ada, una linea perplessa su quello di Burton.
Simmons la ripiega con cura, pensando; calcolando la sua prossima mossa.
Luciani se ne compiace, Alomar e Valentine ne rimangono perplesse - stupite.
Gli Ashford tacciono, quieti - troppo.
Lansdale la stropiccia tra le dita, riducendola a un grumo d'inchiostro e carta - scricchiolante, gemente di tutte le cose che gli re gli ha portato via senza alcuno scrupolo.
Claire la rilegge più e più volte, fino a quando non riesce a darle un senso - una ragione.
Chris coglie il suo sguardo interdetto, le appoggia una mano sulla schiena.
"Il re si sposa." mormora Claire.
"È una notizia grandiosa, no?"
Claire tace, aggrotta le sopracciglia.
"Con Excella Gionne."
Chris annuisce, inclina il mento verso il suo viso.
"Un po' troppo giovane." si riscuote Claire, il pensiero ancora a quella scena, a quel momento - alle parole di Alex, alla sua sfacciata risata.
Chris si stringe nelle spalle, abbozza.
Fuori, il sole ha iniziato la sua lenta discesa sul regno dell'Umbrella.


"Ti sei fatto scemo?" lo apostrofa William, brandendo la convocazione reale come un'arma.
Albert solleva appena un sopracciglio, torna a studiare i rendiconti delle tasse.
Birkin sbatte le mani sul tavolo, gli picchietta sul braccio.
"Ehi, parlo con te, principessino."
"Potrei farti condannare per oltraggio alla corona, Will."
"Fallo." lo sfida Birkin, incrociando le braccia al petto "Poi vedrai se Annette non marcerà fino a qui per prenderti a calci in culo."
Wesker sospira, solleva lo sguardo su quell'uomo - ragazzino petulante e molesto.
"Cosa, Will? Cosa ti sconvolge tanto?"
"Ti sposi."
"Esatto."
"Con Excella Gionne."
"Che mente acuta che possiedi, Will."
"Non prendermi in giro, Al." e si lascia andare su una delle sedie vicine "Sai benissimo cosa intendo."
"È stata una sua idea."
"Non ci credo."
Albert lo fissa, gli regala la verità - crudele, rovinosa.
"Perché?"
"Le sue fonti parlano di un complotto - qualcosa di diverso dal solito. I soldi dei Gionne potrebbero essere fondamentali in questa guerra."
Birkin arretra leggermente alla parola guerra, si fa improvvisamente serio.
"Una guerra, Al?"
"Non ne siamo sicuri."
"Chi?"
"Simmons. Lansdale."
Birkin annuisce un paio di volte, stira le labbra in una piega sottile e pallida - preoccupata.
"Sai questo cosa comporta, vero?"
Wesker si passa le mani tra i capelli, china il capo.
"Sì."
William accetta il silenzio dell'amico come la più triste delle confessioni.


Qualcosa non va: qualcosa si è rotto.
Alex siede sul bordo del letto con gambe tremanti, soffoca un singhiozzo.
Osserva le stoffe pulite della sua gonna, candide: nessuna traccia di sangue.
Si morde un labbro, si ripete che non è possibile, non adesso, non dopo tutti questi anni.
Dentro di lei qualcosa grida una verità diversa.


È giovane, Excella.
Le sorride, nascondendo una risata felice.
Lo studia dall'altra parte del tavolo e più volte abbassa lo sguardo.
È felice, Excella, perché non sarà data in sposa a un vecchio piegato dall'artrite e claudicante.
È felice, Excella, perché sarà la regina dell'Umbrella - al suo fianco un re guerriero.
È felice, perché Albert ricambia il suo sorriso e la fa sentire importante - improvvisamente adulta.
"Alexandra." la chiama, e s'inchina leggermente "Siete bellissima."
E non c'è cattiveria nelle sue parole, ironia; è davvero convinta, Excella.
Che saranno la sua famiglia. Che entrerà nella cerchia ristretta e dorata del potere - quello che fa tremare le vene nei polsi e distrugge casate intere in una notte.
Albert le sfiora il ginocchio da sotto il tavolo, stringe.
Alex abbozza un sorriso, inclina il capo nella sua direzione.
"Un complimento importante detto da una ragazza bella e giovane come voi."
Excella socchiude gli occhi, arrossisce.
Tra le spire del serpente un fiore che sta già morendo.


Potrebbe essere mia figlia, questo il pensiero che l'attraversa quando Excella le corre incontro, intrecciando un braccio sotto al suo.
"Alexandra." esclama, e ride - ride sempre, Excella, inconsapevole.
"Parlatemi di vostro fratello." le chiede, tra i capelli corvini miele e arance amare.
Alex scivola sulla sua giovinezza - un viso aristocratico, labbra piene; Excella ostenta un corpo che promette una donna per cui ogni uomo morirebbe.
Raddrizza le spalle, intreccia le dita alle sue - stringe.
"Mio fratello." ripete, e fissa l'orizzonte.
E le racconta, Alex.
Le racconta di che uomo coraggioso sia.
Le racconta di che bravo guerriero sia, di come sia sopravvissuto a più di un'imboscata - dell'assoluta disciplina a cui sottopone se stesso e che chiede ai suoi soldati.
Racconta, Alex; disegna un uomo che esiste solo a metà.
Excella ascolta ogni menzogna come se fosse la più bella delle promesse.


C'è una forza che vibra sotto la pelle di Excella.
C'è un desiderio che Alex riesce a scorgere quando la maschera cade - quando la ragazzina lascia il posto alla donna.
Excella vuole Albert; vuole essere degna di lui, del trono.
Ondeggia questa brama dentro i suoi occhi troppo azzurri e troppo grandi - brucia, portandola ogni giorno di più vicino alla sua rovina.
Non ha paura, Excella, ed è questa la cosa peggiore; la ragione per la quale cadrà.
Albert le chiede la mano, ne bacia il dorso - la osserva chiudersi in se stessa come un animaletto spaventato, eccitato.
Tra i capelli di Excella una corona che la schiaccerà senza pietà.


È una bellezza sfiorita, Carla.
Invecchiata prima del tempo, appassita - solo gli occhi bruciano, pozze scure d'invidia e rabbia.
"La sposa."
"Così pare." ribatte Simmons, masticando un pezzo di cervo.
"Quel denaro ci serviva."
Derek continua a masticare, chiede gli venga portato altro vino.
"Se la mette incinta..."
"Lo farà." la interrompe Simmons "Se le tue fonti dicono la verità mi stupisce non sia successo prima con sua sorella."
Carla stringe il tovagliolo tra le dita, imbroncia le labbra sottili.
"Ne sono sicura. Certo, quello Stuart è bravo a limitare i danni e le voci, ma le mie fonti non mentono; Albert Wesker si fotte sua sorella."
"Un peccato mortale agli occhi dei Cinque Dèi." ribatte Simmons, distante.
Carla sbatte il pugno chiuso sul tavolo, rovescia il proprio calice.
"Sono dei mostri, Derek; mostri che ci hanno relegato qui al nord a marcire."
Simmons rialza lo sguardo, vuoto - freddo.
"Vuoi la verità, Carla? Non m'interessa con chi va a letto il re, se non nella misura in cui può essermi utile. E sì, quando avrai prove certe allora riterrò la tua informazione valida."
Carla apre la bocca, la richiude - delusa, stritolata da un sentimento mai ricambiato.
Ai suoi piedi gocce di vino che assomigliano a sangue.


Neil è un guscio vuoto; una vita spezzata.
Piegato su se stesso, perso - Lansdale si riflette ogni giorno nei suoi errori, nella sua miseria.
Ha perso tutto quel giorno, Morgan: la dignità, la speranza, il futuro.
Ha distrutto la sua tela il serpente, riducendolo all'ombra di se stesso - povero piccolo ragno senza più veleno.
Pietà, l'ha chiamata il re.
È per pietà che ti lascio tuo figlio, gli aveva detto, ma quale compassione è mai quella che macella e ti costringe anche a guardare?
Morgan china il capo, storna lo sguardo - debole, incapace.
La colpa è una ferita che non guarisce mai.


Si sposa, il re.
Si sposa, il re, tra due settimane.
Claire trova il tutto un po' affrettato, ma è persa nella foresta adesso, e può finalmente tornare a respirare.
La vita di corte non le piace, ma è contenta per Chris - per l'orgoglio con cui indossa la lorica dell'eroe.
Inspira a pieni polmoni la quiete del bosco, il frenetico cinguettio degli uccellini, il pigro sciabordio del fiume alle sue spalle.
Non ha ancora conosciuto l'amore, Claire, se non per Steve, un ragazzo timido e che la Febbre si era portato via troppo presto.
Non trova concepibile quello a cui aveva assistito il giorno della proclamazione - non lo comprende.

Sarebbe come se io e Chris...

Claire arriccia le labbra, mima un conato - che schifo.
Un pettirosso le sfiora la caviglia, comincia a frugare nel terreno alla ricerca di cibo.
Il re e sua sorella: anche solo pensarlo la faceva sentire a disagio, strana.
Claire sospira, si passa una mano sulla nuca - piega le spalle in avanti.

La risata di Alex, quella piega che si era ammorbidita sul viso del re - una leggera flessione dei muscoli della mandibola, quasi si fossero sciolti mentre la baciava e chiamava il suo nome e sorrideva.

Il pettirosso cattura un verme piccolo e biancastro, spicca il volo.
Claire lo osserva solcare un cielo che da lì a pochi mesi gronderà sangue e cenere.


"Ti sei mai chiesto se, Albert?"
Wesker apre un occhio, l'osserva in tralice - sul petto il riflesso rossastro del fuoco.
"Se, cosa, Alex?"
"Se ci fermassimo. Se non avessimo mai nemmeno iniziato. Se tutto questo non esistesse."
Albert inspira, si solleva contro la testiera del letto.
"Noi?" le chiede, e inclina il mento nella sua direzione.
Alex annuisce, storna lo sguardo - da lui, dalla sua risposta.
"Sì."
Silenzio.
Alex libera un respiro spezzato, trema quando sente le sue labbra lungo le vertebre, sulle costole.
"Sì, Alex, ci ho pensato."
Le prende il viso tra il pollice e l'indice, la costringe a guardarlo - ad accettarlo.
così giovane, Albert."
Respira sulla sua bocca, tra i suoi capelli - la rovescia all'indietro, esponendo la curva morbida del collo.
bella, Albert. Intelligente. Potrebbe darti tutto quello che ti serve. Un matrimonio. Un'alleanza. Un erede."
Scivola con lingua nell'incavo dei seni, si ferma attorno all'areola e la guarda.
Iride artica, da lupo; Albert Wesker morde, e la schiena di Alex s'inarca all'indietro - gli si offre, adesso, per sempre.
"Non ti importa tutto questo?" insiste, e geme quando le solleva i fianchi - affonda, Wesker, e qualcosa si distende, si scioglie a basso ventre.
"No." replica, ed è quanto di più vicino a una confessione abbia mai ottenuto.
"Io sono il potere." continua, e si piega verso di lei; si arrotola attorno al suo corpo, al suo desiderio.
"Io controllo il mio destino."
Alex viene ingoiata dai suoi occhi, dalla forza che vi brucia dentro.
"Io, Alex."
Uno scatto verso l'alto; le sue dita tra le cosce che massaggiano, leniscono, chiedono.
Alex cerca il suo viso da sotto palpebre pesanti, gesti languidi - umidi.
Ansimano e soffocano e vengono ognuno sulla pelle dell'altro, lenzuola aggrovigliate e madide.
Albert crolla sul suo petto, inspira un odore conosciuto - ancora in lei.
Alex si umetta le labbra, baciandolo poi tra i capelli - le gambe mollemente avvolte attorno ai suoi fianchi, un'espressione soddisfatta sul viso arrossato.
Il fuoco muore, lascia che l'oscurità nasconda i loro profili - i loro segreti.
Nel silenzio delle parole l'unica che conti davvero è anche quella più difficile da pronunciare.




Note dell'autrice: Albert Wesker e Alex Wesker nell'opera originale non sono fratello e sorella. Non hanno nessun legame di sangue e non sono stati cresciuti nella stessa famiglia come tali (ne hanno avute due ben diverse e distinte.)
Appartengono allo stesso progetto scientifico di selezione genetica (Project W.) e per questo si definiscono "fratello" e "sorella" e possiedono lo stesso cognome (in onore del creatore del progetto), ma nei fatti non lo sono e non hanno mai avuto l'occasione di comportarsi come tali. 

Secondo la legge italiana non sono né discendenti né ascendenti, e neppure affini in linea retta, per cui il reato d'incesto non sussiste.
   
 
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