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Autore: Kendra26    12/12/2017    2 recensioni
One shot di Natale! Non vi dico i personaggi, ma si evincono abbastanza chiaramente. Ambientata a Hogwarts al settimo anno, post eventi canon del libro 6.
Non tutti hanno la voglia o il tempo di immergersi nello spirito natalizio, ma rivedere all'improvviso proprio chi non si aspettava può donare un po' di magia alla notte di Natale.
Introspettivo, romantico, un po' angst, ma con il finale lieto. D'altronde, a Natale siamo tutti più buoni (ma non più fluff!)
Buona lettura e buone feste!
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao.

Che ore sono? Sei arrivato qui di sera? O di mattina, dopo una notte insonne, forse? Non importa. Buon Natale, a ogni modo. Cosa fai qui? Di cosa sei in cerca? Mi sa che sto facendo troppe domande. Mi capita, a volte. Deve essere la solitudine che mi gioca brutti scherzi.

L’hai visto anche tu, vero? Sicuramente attrae l’attenzione, con il contrasto delle voci in festa provenienti dalla torre. No, non so se stia qui da molto, seduto lì per terra. L’ho trovato così, con l’aria atona. Sguarnito di qualsiasi spirito natalizio o celebrativo. Certo che anche tu non sembri eccessivamente lieto. Non festeggi il Natale? Ah, sei solo? Ebbene, cosa sei venuto a fare qui, impunemente? Non temi la luce?

Dove stai andando? Aspetta! Cosa vai a fare lì, così vicino? Ti farai scoprire! Ecco, ti ha visto, ha alzato gli occhi su di te! Guardalo, non gli sembra vero. Forse pensa stia sognando o abbia le allucinazioni date dalla tristezza che lo avvolge. I suoi occhi, sbigottiti, quella tonalità di verde così intensa che sembra stagliarsi nella penombra. Quasi li disprezzi per quanto li hai adorati. Quasi ti disprezzi.

Digli qualcosa, dai. Ormai è troppo tardi per tornare indietro, per correre giù dalla scalinata e fiondarsi di nuovo nel confortante buio della foresta, della tua anima.

“Sei pazzo.” Finalmente ha interrotto la sua immobilità, si è alzato in piedi. Vuole assicurarsi che tu sia reale, ne sono sicuro. Sei reale? Che cosa significa essere reali? Nulla è oggettivo, d’altronde. Brama per venirti vicino, si vede, ma non osa. Potresti scomparire, chissà. Allora è meglio osservarti da lontano, accontentarsi di ammirare la tua figura in prossimità del buio, invece di cedere al calore delle cose illuminate, per timore che esse siano fittizie.

Già, scuoti la testa. No, non hai ancora perso la sanità mentale, ma per Natale ti sei auto regalato una bella dose di scelleraggine.

“Ciao.” Ti suona paradossale salutarlo così, ma dovrai pur iniziare a parlare in qualche modo.

“Che cazzo fai qui? Come hai fatto a entrare?” Sta azzerando la distanza, ovviamente. A volte penso che tre quarti del suo essere siano fatti di pura impulsività, impulsività maledetta che tu… Va bene, come vuoi, non lo dico. Non dico nulla.

“Scorte di polisucco di Piton. Gliene ho rubata una fiala.”

“Sei pazzo.” Ho la sensazione che lui ci creda sul serio, tu cosa ne pensi? Chiaro, non gli vuoi rispondere, tanto ora non importa granché. Meglio ridurre le parole all’essenziale, visto il tempo limitato che avrete per gioire della reciproca compagnia. Non trovi sia un Natale insolito?

“Sai dire anche altro? Non posso stare qui per sempre.”

Ecco, lo hai fatto avvicinare ancora di più. Ti è mancato? Ti è mancata la sensazione dei suoi palmi sulle gote? Ha spezzato quella barriera invisibile tra voi. Sì, lo so che gli sei mancato. Lo sai anche tu. Goditi il contatto della sua fronte sulla tua, del suo corpo che aderisce al tuo, disperato. Non baciarlo! Poi ne vorrai di più e di più e di più e non ci sarà il tempo. È spietato, come il Natale. Hai ragione, è una festa sciocca, solo una tradizione vuota per chi non ha nulla di cui gioire. Come dici? Quest’anno hai lui. È vero, ma lo ammetteresti mai. Certo, lo sa già. Ma è diverso sentirselo dire, non credi?

“Sapevi che sarei stato qui.” Dai tregua al suo collo, ti sta parlando!

“Granger. Mi ha anche gentilmente donato un suo capello per Natale. Dovrei essere lei più spesso, ho collezionato diverse occhiate rispettose.” Fintanto che Weasley non ti si avvicini per palparti, direi che in effetti potrebbe essere congeniale. Ma no che non ho rovinato l’atmosfera, non esagerare, ora! Sembra avere altre domande, forse potresti sfilare la mano da sotto la sua camicia.

Va bene, fa’ come credi!

“Lo sapevo che avrebbe architettato qualcosa!” No, nemmeno a me sembra realmente dispiaciuto.

“Si è nascosta in bagno mentre entravo. Sapeva anche che saresti stato qui. Sei prevedibile.” Ti pare il caso di fare battute, ora? Lasciati baciare di nuovo, credo che abbia davvero poca resistenza verso il tuo corpo questa sera. Nemmeno tu, già. Non ti ricordavi baciasse con così tanto trasporto! Immagina se vi vedesse qualcuno, siete al limite della decenza. No, mi rimangio tutto, lo avete passato con le sue mani che spariscono nelle tue mutande. La distanza forzata si fa sentire, eh?

“Sono qui solamente stanotte. Te lo ha detto?”

“Lo so.”

“Dovevo parlare con la McGranitt. Pensiamo che l’Horcrux sia qui, ma non posso farmi vedere, ho approfittato della festa di Natale per…”

“Lo so! So tutto! Altrimenti pensi che me la sarei rischiata così, eh?”

Tu cosa ci leggi nello sguardo che ti sta rivolgendo? Non è vero che non ci leggi niente, sei bugiardo. E’ la stessa cosa che risplende dappertutto sul tuo volto; l’Occlumanzia per le espressioni facciali non funziona molto bene, sospetto. Ma sono lacrime, quelle? L’hai fatto piangere, ti sta facendo piangere. Riesci ancora a respirare, nella sua morsa di abbraccio e pianto?

“Stai bene? Che ti fanno? Come ti trattano? Sei stanco.” Se ne è accorto anche lui. Ovviamente se n’è accorto, quando si tratta di te non gli è mai sfuggito nulla. In effetti, nemmeno lui ha un’aria serena, ma io riesco a scorgere qualche sprazzo di luminosità nei suoi occhi stasera.

Dubito che un’alzata di spalle gli basti come risposta. “Obbedisco e cerco di sembrare il meno umano possibile. Meno emozioni, meno problemi. Ho detto che stavo male, stasera. Per loro è una notte come un’altra.”

“Sei pazzo. Se ti scoprono…” Lo stai facendo piangere di nuovo, anzi, forse arrabbiare. Sei venuto qui solo a creare problemi?

“Se mi scoprono, ne sarà valsa la pena! Se mi scoprono, vedrò cosa fare! E’ la terza volta che mi dai del malato mentale, credi di riuscire a dirmi qualcos’altro?”

“Ho fin troppe cose da dirti. Che ho paura, che sono incazzato, che a volte penso di non farcela senza di te, che mi manchi, che ti voglio, che ti-“  Vuoi distruggergli le labbra? Perché ti sei avventato così su di lui, senza farlo finire? Quali parole temi di sentire?

Non potete continuare a starvene così, in piedi alla fine della scalinata, in procinto di rimanere quasi nudi. E’ rischioso e lo sai. Sembra l’abbia capito persino lui.

“Vieni.”

Ah, certo che ne conosce di passaggi, quando la vostra cara Stanza della Necessità è lontana. Non posso darti torto, non è di certo il migliore dei ripostigli, ma penso tu sia stato in luoghi ben più angusti di questo.

Non ti disturba la superficie fredda della pietra contro la tua guancia? Chiudi gli occhi per il piacere o piuttosto per non pensare? E’ una bella sensazione, tutto sommato, il suo corpo pressato sul tuo e quelle labbra che ti mordono il lobo, ti mordono il collo, lasciano uscire ansiti che arrivano dritti al tuo inguine. Che intendi, che non ti sei nemmeno accorto che siete rimasti nudi? Avete scalciato via i vestiti e li avete gettati sul pavimento un attimo fa! Lo penso anche io, che l’immagine della sua mano che sovrasta la tua testa contro il muro ti rimarrà impressa nella memoria come una fotografia. Sicuramente diversa dai classici ritratti natalizi. Hai già dimenticato che è la notte di Natale?

Oh! Ti sei reso conto dell’energia magica attorno a voi, quando è entrato in te? E’ la vostra luce delle feste personale, solo vostra. Non ti chiedo di smettere di ansimare, i suoi gemiti sono altrettanto rumorosi; ora avete anche un canto natalizio tutto per voi. Ho la sensazione che non ti importi niente dei graffi che sta lasciando la pietra ruvida sulle tue anche a ogni sua spinta e tantomeno del fatto che tu la stia per inondare del tuo sperma, quando lui verrà dentro di te.

E ora? Non puoi restare qui per sempre, lo sai. Dai, scostati e ricomponiti, devi andare. Non avevi previsto di accertarti solo che stesse bene, che fosse tutto intero? Che sapesse che anche tu lo sei. E’ affetto questo? Non puoi sfuggire per sempre la domanda!

Da come ti trattiene per il braccio, non sembra intenzionato a lasciarti andare. Guarda, ti sta abbracciando di nuovo, ti bacia. Ammettilo che il modo in cui ti cinge con gli occhi, in cui ti scruta, ti uccide un po’. Però poi ti fa rinascere, quasi simultaneamente. Credo tu gli faccia un effetto simile, anche se non te ne accorgi.

“Devi andare. Anche io. Ancora cinque minuti.”

Vuoi rimanere anche tu, si vede benissimo. “Non so quando ti rivedrò la prossima volta. Non so se ti rivedrò.”

“Sì, che mi rivedrai! Non dire cazzate!” Mi fai sospettare a maggior ragione che tu nutra un sottile piacere nel farlo alterare. Ah, non è così? Allora perché lo provochi? Dovresti provare a dirgli a parole quel che stai cercando di confidargli con lo sguardo.

Forse ci sta già pensando lui. “Ascolta. Io-“

“Sta’ zitto! Sta’ zitto!” Ma cosa fai? Perché? Non impedirgli di fare quello per cui tu manchi di coraggio.

“No! E’ il mio regalo di Natale per te.”

“Non lo voglio.” Ma guardati, non sei affatto credibile.

“Non mi interessa. Te lo voglio dire lo stesso; ne ho bisogno.”

“Cosa? Eh?”

“Che ti amo! O non ne hai idea?”

Certo che ce l’hai, lo sai benissimo. Adesso non parli più? Speri forse di incendiarlo con gli occhi?

“Sei un egoista. Così rendi solo le cose più difficili.”

“Chi se ne frega, va bene? Mi piacciono le cose difficili.”

Questa uscita ti ha fatto sorridere, eh? “Per quello ti piaccio io?”

Lo hai zittito? No, sta solo pensando a cosa dirti, perché rispondere di sì sarebbe noiosamente scontato. Stai cedendo, dì la verità. D’altronde hai rischiato all’inverosimile per venire qui, per lui. Lo sa già cosa provi, potresti farlo contento con così poco. Forse se lo merita.

“Anche per quello.” Come dici? No, non sarà facile andar via dal calore che ti stringe così. Ti fa sentire sicuro, non è vero?

“Hai rovinato il regalo che avevo per te.”

E’ facile intuire che non si è mai aspettato di ricevere nulla, dall’occhiata confusa che ti riserva.

“Perché?”

“Perché me lo hai copiato.”

Non tentare di giustificarti con la storia del Natale e delle occasioni perdute. No, non attacca. Non c’è nulla di male nel perdersi in lui, nel restare ancora cinque minuti e altri cinque e altri cinque, ancora. Vuoi che stia zitto? Vuoi goderti ogni singolo istante? È vero, non posso darti torto, questo stanzino improvvisamente ha il sapore di casa. Che poi nemmeno esiste, una casa. Chi lo ha detto che tutti hanno bisogno di una casa stanotte? Perché è speciale?

Va bene, va bene, tolgo il disturbo. Come? Già, hai ragione di nuovo. Il Natale è tutto sbagliato.

 

 

 

 

   
 
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