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Autore: LightingThief    19/12/2017    1 recensioni
Durante tutto il periodo Natalizio ho deciso che pubblicherò una raccolta di One Shot su questo tema.
Per ogni coppia scelta utilizzerò un prompt diverso che mi ispirava particolarmente per quei due personaggi.
Ovviamente il rating varierà in base alla coppia e spero possa piacervi.
1. »RufyxNami
2. »LawxBonney
3. »ZoroxPerona
4. »SaboxKoala
5. »IchijixReiju
6. »PellxBibi
(In costante aggiornamento)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Rufy x Nami 

❝ Non importa, il momento è passato. 

Il periodo di Natale aveva dei lati positivi ed alcuni negativi per la Navigatrice dei Mugiwara. Fra i lati positivi poteva annoverare il fatto che avrebbe ricevuto parecchi regali, perché lei necessitava di regali costosi che gli altri non avrebbero esitato a farle. L’unico lato negativo, purtroppo, consisteva nel fatto che anche lei avrebbe dovuto regalare qualcosa e tutto ciò andava ad intaccare le sue amate ricchezze, che custodiva gelosamente nella propria cabina.
In qualche maniera incredibile era riuscita a scegliere, a chi più e chi meno, che cosa regalare. Ad esempio a quel buzzurro di uno spadaccino aveva preso una bussola, nella speranza che nelle situazioni disperate si decidesse ad usarla quanto meno per seguire il nord. A Nico Robin aveva preso l’ultimo romanzo di una serie che lei sembrava adorare. Per gli altri era stato più difficile scegliere qualcosa di adatto ed alla fine le era rimasto l’unico al quale prendere qualcosa. Rufy, per quanto potesse avere una mente semplice, era decisamente quello più difficile da accontentare, sia perché Nami non voleva limitarsi a prendergli qualcosa di banale, sia perché una parte di lei, fin troppo prorompente, era intenzionata a voler fare colpo sul ragazzo. C’erano delle volte in cui le sue gote diventavano rosse quando lui le faceva involontariamente un complimento, o delle notti in cui si ritrovava a fissare il soffitto domandandosi che cosa stesse facendo in quel momento il ragazzo. Doveva ammettere che nell’arco dei due anni era cresciuto molto e questo lo aveva reso quasi più “affascinante” agli occhi della fanciulla, non che prima non lo fosse. Solo che se n’era resa conto dopo quella lunga distanza.
Ma Nami non avrebbe mai e poi mai ammesso nulla del genere, lei che faceva stragi di cuori ma che non avrebbe concesso il proprio tanto facilmente. E poi, perché proprio di quello scemo doveva infatuarsi?
Ed ecco che allora era iniziata la sua crisi totale, visto e considerato che non aveva idea di che cosa potesse regalargli. Era stata una discussione casuale con il piccolo Chopper a darle l’idea per il regalo al suo capitano, ed allora si era procurata tutto ciò che era necessario.
Di certo si poteva dire tutto tranne che Nami fosse pratica in cucina. Di solito era il suo caro Sanji a cucinare piatti deliziosi per loro, ma quella volta l’infausto compito spettava a lei. Rufy amava più di ogni altra cosa il cibo, quindi perché non preparargli dei dolcetti fatti con le sue stesse mani?
Era una cosa semplice ma che in cuor suo sperava avrebbe colpito il ragazzo.


Sanji non era stato molto felice di lasciare la sua amata cucina nelle mani della navigatrice, ma le erano bastati dei sorrisi per convincere il biondo ad avere carta bianca nel suo prezioso regno. Le aveva addirittura dato dei consigli, visto che si era ritrovata a spiegargli il perché di tutto quello, ed allora Nami si era messa all’opera nella speranza di non dar fuoco all’intera Sunny.
A lavoro finito la ragazza fu addirittura soddisfatta di quello che aveva fatto: i dolcetti si presentavano bene e li aveva anche decorati con della glassa colorata semplicemente per renderli più carini ed appetibili, non che con Rufy ci fosse quel tipo di problema. Ma lei voleva impegnarsi al massimo nel suo regalo di Natale.
Così, nonostante una macchia di glassa sulla propria guancia, i lunghi e morbidi capelli rilegati in un disordinato chignon, ed il vestito a maniche lunghe sporco di farina, decise di andare a mostrare la propria opera al diretto interessato. Aveva atteso fino al giorno prima di Natale semplicemente per non farli rovinare, e quella sera era l’occasione perfetta. Magari sarebbe addirittura riuscita a regalargli qualche parola più gentile del previsto, perché nonostante tutto Nami difficilmente riusciva a rivolgersi a lui con gentilezza.
Era come se Rufy s’impegnasse con tutte le proprie forze per ricevere insulti, non solo da parte sua ma anche del resto della ciurma.


Con il vassoio in mano era abilmente riuscita ad evitare che Usopp e Zoro allungassero le loro mani sui dolcetti che aveva preparato con cura. Di solito era semplice riuscire a trovare Rufy, ma quella sera sembrava allontanato da tutto e da tutti, infatti con qualche difficoltà lo trovò nel punto più alto della Sunny. La zona di allenamento, oltre che ad essere il migliore punto d’osservazione, non era esattamente il luogo preferito di Nami, che di solito preferiva stare sul ponte a prendere il sole oppure ad osservare le mappe nautiche. Ma quella volta avrebbe fatto un’eccezione.
In fondo, se proprio doveva essere sincera con sé stessa, Rufy era da sempre la sua eccezione ad ogni cosa. Era grazie a lui se era stata liberata ed era sempre grazie a lui se il suo sogno si stava finalmente realizzando. Con un semplice sorriso era come se Rufy possedesse la forza necessaria per fare qualsiasi cosa ed allora, quando lo vide seduto a terra intento a scrutare il cielo, la ragazza si fermò alle sue spalle. Non voleva interromperlo, quindi rimase in silenzio, ma prima che lei potesse dire o fare qualcosa il viso del ragazzo si voltò nella sua direzione.
«Nami!» e le sorrise con quel suo solito modo di fare gentile.
«Rufy! Sai, non sei stato facile da trovare—…» mormorò lei con quel suo solito tono di superiorità, ma senza cattiveria. Allora lo raggiunse e s’inginocchiò al suo fianco.
«Avevo voglia di guardare un po’ il cielo, è una notte così bella. Tu invece che cosa ci fai qui?»
Bella domanda, infatti la navigatrice, una volta tanto, si ritrovò in difficoltà, quindi si limitò a mostrargli il vassoio con i dolcetti fatti a mano.
Alla vista del cibo, come sempre, il viso del ragazzo parve illuminarsi tanto da lanciare un urlo di felicità.
«WOW! Li ha fatti Sanji???»
Certe volte Nami si stupiva della semplicità della mente del ragazzo, fortuna però che era abituata a quei suoi modi di fare così infantili e divertenti.
Roteò gli occhi, limitandosi a fingere un’espressione scettica, continuando però a porgergli il vassoio.
«No, scemo, li ho fatti io. Per te.» fu come se tale ammissione le fosse costata più del suo ultimo vestito firmato, vista la faccia della navigatrice. «Sono per Natale, tu sei il più difficile. Insomma ho pensato che a te piace tanto mangiare quindi, piuttosto che regalarti qualcosa di stupido, ho pensato di cucinarti qualcosa con le mie mani.»
Ed allora, fra i due ragazzi, calò  un silenzio decisamente imbarazzante. Erano poche le volte in cui Nami aveva visto Rufy esitare e quello era un caso decisamente eccezionale. Il capitano rimase in silenzio, studiando con attenzione il viso della navigatrice, e probabilmente Nami percepì le proprie guance arrossarsi.
Di nuovo.
Si sarebbe dovuta preparare meglio per quell’incontro, ma non poteva rischiare di farli raffreddare e rovinare.
«Rufy?»
Mormorò il suo nome, perché tutto quel silenzio era davvero imbarazzante, ed allora, finalmente, Rufy allungò una mano verso di lei.
Era certa che da un momento all’altro si sarebbe iniziato a strafogare di dolci, ma incredibilmente questo non accadde, perché la sua mano si poggiò su quella sporca di farina della ragazza.
Il cappello di paglia andò a coprire gli occhi scuri del capitano, che però le mostrò il suo solito sorrisetto divertito, ed allora disse una semplice cosa.
«Grazie, Nami.»
Probabilmente il cuore di Nami perse qualche battito e le sue labbra si schiusero per la sorpresa, tanto da non riuscire a reagire correttamente. Non era la prima volta che le diceva una cosa simile, ma in quel momento fu quasi se quella parola avesse assunto un significato diverso, quasi intimo. Qualcosa che difficilmente si sarebbe ripetuto. Probabilmente era stato questo a farla esitare ed a farla rimanere senza parole, ed allora si ritrovò ad inspirare profondamente, buttando poi fuori l’aria accumulata nei polmoni.
Non seppe dire con certezza quanto rimasero fermi in quella posizione, con lui che le sfiorava la mano, gli occhi coperti dal cappello, e lei con lo sguardo perso e le guance rosse.
Probabilmente fu questione di qualche secondo ma per Nami durò molto di più. E lei aveva sperato che la distanza irragionevole che vi era fra i loro visi diventasse pari a zero.
Sarebbe stato il coronamento di un sogno per Nami, che non avrebbe mai fatto la prima mossa con uno scemo come lui. Ma magari, in quel caso—…
«Adesso voglio mangiarne fino a star male.»
Le successive parole di Rufy furono una sorta di secchiata d’acqua in pieno viso, perché lui e la discrezione non sarebbero mai andati d’accordo ed anche perché Nami aveva sperato che quell’attimo non finisse mai. Probabilmente il bel viso della giovane assunse un’espressione scettica, tanto da essere notata dal suo capitano, che ridendo afferrò uno dei dolcetti.
«Perché fai quella faccia, Nami?»
Davvvero aveva il coraggio di chiederglielo? Sì. Lo aveva appena fatto e lei non poteva di certo dirgli “Perché dovevi baciarmi, stupido! Era il momento perfetto.”, quindi si limitò a sbuffare, scostando delle ciocche di capelli da davanti gli occhi, in un movimento quasi automatico.
«Non importa—… il momento è passato.»
Ma Rufy sorrise divertito dalle parole della navigatrice, come se non avesse capito a che cosa potesse riferirsi lei ed allora mangiò i suoi dolci senza alcuna esitazione.
Quello scemo non avrebbe mai capito, ma a Nami andava bene così, almeno per ora.

   
 
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