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Autore: _BlueHeart    23/12/2017    8 recensioni
'Era sinceramente preoccupata per la sua amica.
Il tono con il quale Emma le aveva raccontato di quell’odioso pirata, la sua espressione un misto fra tristezza e rabbia avevano smosso qualcosa in Regina che lei stessa faticava a decifrare.
Avrebbe voluto poter far qualcosa per lenire il suo dolore, per cancellare da quegli occhi limpidi e attenti quel velo scuro che da ormai qualche anno le rendeva triste lo sguardo.'
Storia scritta seguendo una trama del prompt natalizio del gruppo facebook 'Maybe I Need you'.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Ciao a tutti,
questa è la prima storia SwanQueen che scrivo, spero di essere stata all'altezza.
Ho preso coraggio grazie ad un prompt Natalizio del gruppo facebook 'Maybe I need you'.
La trama scelta è questa ''Henry ha 14 anni e da quando sua madre ha spezzato il sortilegio oscuro , non ha più festeggiato il Natale come si deve. 
Tra maledizioni, incantesimi e nemici non c'è stato tempo per le tradizioni Natalizie. 
La sua famiglia si limitava a radunarsi a pranzo o a cena al Granny’s e a scambiarsi qualche regalo. 
Ma ora che sua madre ha vinto la battaglia finale , sembra esserci un po’ di pace a Storybrooke. 
Henry convince Emma e Regina a passare il Natale insieme come ha sempre desiderato''.
Spero vi piaccia il primo capitolo.
Buona lettura :)
  Capitolo 1: Finalmente posso dire 'Grazie'.

Dovevano essere passati anni da quando l’ultima volta aveva sentito parlare di quella festa. 
Non che l’avesse mai festeggiata.
Si era sempre chiesta cosa si potesse provare a riunirsi intorno ad una tavola bandita e ringraziare qualcosa o qualcuno per l’anno appena trascorso. 
Si passò frettolosamente una mano nei lunghi capelli chiari e attraversò lentamente il vialetto che conduceva al numero 108 di Mifflin street. 
Sicuramente in quel momento poteva affermare di poter ringraziare per più cose. 
Aveva ritrovato la sua famiglia un po’ stramba, suo figlio , si era sposata e aveva numerosi amici. Tutte cose che solo pochi anni prima credeva impossibili. 
Nonostante questo Emma sentiva di dover dire ‘Grazie’ a poche persone fra queste . Il fatto che non ci fosse suo marito al momento nei suoi pensieri le fece tremare il cuore per un breve , ma intenso attimo . 
La ragazza suonò al campanello della grande casa e impaziente cominciò a fare avanti e indietro sotto al portico. Camminare l’aiutava da sempre a rilassarsi. 
Ci volle poco meno di un minuto prima che la porta si aprisse e una donna, vestita un po’ troppo elegantemente per essere in casa, bloccò con un solo sguardo confuso i suoi passi frenetici. 
‘Emma? Cosa ci fai qui?’ Chiese spostandosi di lato per poterle permettere di entrare . 
La bionda fece qualche passo malfermo in avanti, decisamente differente da quelli precedenti. 
‘Disturbo?’ Il suo sguardo un po’ distante incuriosì l’altra che scosse la testa debolmente. 
‘No, certo che no’. 
Emma entrò in casa incerta ed improvvisamente si chiese perché fra tanti posti fosse giunta proprio lì . 
‘Seguimi in cucina , sto preparando il tacchino’. Aggiunse la mora camminando velocemente nonostante i tacchi alti. 
La ragazza si chiese come facesse a tenerli per così tanto tempo e correre da una parte all’altra come se indossasse delle scarpe da ginnastica.
‘Henry non c’è ?’ Domandò meravigliandosi di come la voce le venne fuori a fatica. Velocemente prese posto su uno degli sgabelli vicino all’isola della cucina cercando di sembrare disinvolta.
La mora aprì il forno e indietreggiò un po’ quando il vapore caldo invase la cucina. 
‘No, è fuori con Violet. Tornerà fra circa un’ora o forse due’. 
La bionda annuì mentre continuava a fissare insistentemente l’altra in ogni suo gesto. 
Il tepore della casa le fece rilassare i muscoli fino a quel momento tesi un po’ per il clima piuttosto freddo che c’era fuori e molto più per quello che il giorno prima era successo. 
Emma prese un profondo respiro , il profumo del tacchino e di un impasto dolce che non riuscì subito ad identificare, le ricordarono che non toccava cibo da quasi ventiquattro ore ormai. 
Sospirò affranta .
‘È successo qualcosa?’ Chiese all’improvviso Regina che contrariamente a ciò che pensava la bionda , la stava letteralmente studiando da quando l’aveva invitata ad entrare. 
La ragazza sollevò lo sguardo incontrando quello dell’altra a poco meno di un metro di distanza. 
‘Non dovresti essere con Hook a non so.. cucinare tacchini o qualsiasi altra cosa faccia una coppia di giovani sposini al Ringraziamento?’ La mora gesticolò più del dovuto e il tono di fastidio nel parlare di Hook non passò inosservato alla Salvatrice. 
Emma boccheggiò un paio di volte prima di riuscire a parlare in modo chiaro. 
‘Killian è partito’. 
Regina corrucciò la fronte confusa e la incitò a continuare con un gesto della mano. 
La Salvatrice si portó una mano fra i capelli tirandoli leggermente dietro e respirò profondamente. 
‘Era da un po’ che mi aveva parlato di questo viaggio. Solo non pensavo partisse adesso. 
Suo fratello deve affrontare una missione per poter salire di grado nella Marina .. credo di aver capito. Sono partiti alla ricerca di una pietra che è da secoli introvabile ‘L’occhio blu dell’oceano’. Qualcosa del genere.’
Regina più confusa di prima versò una tisana che aveva preparato poco prima in due tazze per poi offrirne una alla sua amica e sedersi sullo sgabello al suo fianco. 
‘Il problema è che .. è una missione complicata, ci vorranno settimane , forse mesi. Insomma è il Ringraziamento, fra un mese è Natale e lui non ci sarà. 
È il nostro primo Natale e lui non ci sarà!’ Esclamò frustata . 
Regina la guardò preoccupata, non era certo qualcosa che si sarebbe aspettata. Avrebbe voluto parlare e dirgli che si era sposata un completo idiota , ma si trattenne dal farlo e lasciò continuare Emma . Qualcosa le diceva che non aveva finito di spiegare . 
‘Quando Henry la settimana scorsa, ci ha fatto promettere di passare il Natale tutti insieme , ho realizzato che è anche un mio desiderio. 
Ora che finalmente non c’è nessun mostro, strega, sortilegio o visione da combattere, ora che abbiamo finalmente un po’ di pace.. possiamo davvero passare le feste come una famiglia . 
Sai per quanti anni l’ho desiderato?’ La domanda, posta con un tono di voce maggiore e più tagliente, fece abbassare lo sguardo a Regina. Quella, l’unica cosa che non si riusciva a perdonare : L’infanzia infelice che Emma aveva vissuto a causa sua. 
‘Per anni ho guardato le famiglie per le strade di Boston che correvano in cerca degli ultimi regali per Natale o per girare i mercatini e pattinare sul ghiaccio . In questo periodo dell’anno tutto è magico anche fuori Storybrooke e Dio se mi pesava. Mi pesava non avere una famiglia , non poter fare tutte quelle cose che gli altri bambini facevano in quel periodo . 
Come potevo credere nella magia quando neanche a Natale da bambina ci ho mai potuto credere?
E cielo! Io capisco che per lui tutto questo non è così importante..Insomma viene da un altro mondo e del Natale non gli importa niente , ma per me lo è .. 
è importante veramente. Come lo è per Henry che non si vive un Natale decente da quattro anni ormai’. 
Emma scosse la testa e abbassò lo sguardo osservando con troppa attenzione il colore scuro della bevanda che aveva davanti. 
Regina ispirò profondamente. Avrebbe voluto prenderle la mano, ma la ragazza sembrava un fascio di nervi scoperti e non voleva essere indelicata e minare al suo equilibrio già precario. 
‘Sai qual è stata la cosa peggiore ? Che quando ieri gli ho spiegato che avrei preferito averlo qui per le feste , con tanto di spiegazioni sul mio passato e sul perché fosse importante per me essere tutti insieme , abbiamo litigato. 
Prima mi ha chiesto di andare con lui.. ho dovuto fargli capire in più modi che avevo promesso ad Henry di stare tutti insieme e che quando dicevo ‘tutti’ non era inteso solo lui. 
Poi ha cominciato a darmi dell’egoista! Dice che per la mia famiglia abbiamo sempre fatto di tutto ed ora che è suo fratello io pretendo che lui non ci vada. 
Il fatto è che questa missione può essere rimandata a gennaio , non c’è nessuna scadenza , nulla che gli impediva di stare qui a Natale. Non ha voluto sentire ragioni e abbiamo discusso per circa un’ora prima che partisse. Mi fanno così rabbia le cose che ha detto!’ Esclamò infine affranta mentre poggiava il volto sulle mani. 
Regina si alzò velocemente e le poggiò una mano sulla spalla. La bionda alzò il volto e si asciugò l’ultima lacrima che aveva intenzione di versare per quella storia. 
‘Lascia perdere la tisana , hai bisogno di qualcosa di più forte’. E così dicendo le fece segno di seguirla facendole l’occhiolino. 
Emma sorrise debolmente e seguì la mora fino in salotto.

Si lasciò sprofondare nel divano , portando le gambe leggermente su un lato, poggiò il braccio lungo lo schienale e la testa contro il bicipite . Sospirò per l’ennesima volta e osservò attentamente ogni movimento del corpo morbido di Regina, fasciato perfettamente da un tubino blu a maniche lunghe. 
La donna le porse il suo drink e prese posto al suo fianco , voltandosi leggermente verso di lei. 
Emma si sentì osservata e di rimando si schiarì la voce per dare una spiegazione alla sua frustrazione, ma Regina sembrava già aver capito il suo malessere e bloccò le sue intenzioni sul nascere. 
‘Non c’è bisogno che continui a parlare se non ti va..’ la ragazza annuì sollevata e le rivolse un timido sorriso . A quanto pare Regina sapeva leggerla più di quanto pensasse. 
‘Grazie. Cioè non stai pretendendo niente.. nonostante sia piombata così a casa tua ed ho cominciato a lamentarmi su cose che non ti interessano’. 
Era forse per quello che era giunta lì inconsciamente. Se fosse andata dai suoi , i due non l’avrebbero lasciata respirare un attimo , non avrebbero rispettato i suoi tempi e avrebbero voluto sapere tutto quello che potesse passare nella sua mente. 
L’avrebbero sommersa di domande alle quali non voleva rispondere. 
Non c’era nessuno in quella città come il sindaco, lei aveva sempre rispettato i suoi spazi, i suoi tempi. 
Emma le aveva detto qualche anno prima che era l’unica che riusciva a capirla, ed ogni giorno se ne convinceva sempre più. 
Regina sollevò la testa dal palmo della mano e le rivolse uno sguardo un po’ torvo e meravigliato.
‘Chi ti ha detto che non mi importa niente?’ Chiese sollevando le spalle. 
Emma mandò giù il liquore e un bruciore familiare le invase la gola espandendosi subito dopo su tutto il petto. 
‘ Ti interessano Hook e le sue avventure da pirata?’ Domandò stupita . 
‘No’. La bloccò immediatamente la mora. ‘Mi interessa di te. Di come stai tu’.
Le parole scivolarono leggere sulle labbra morbide del sindaco, ed Emma si aggrappò a quel sincero interesse come ad un ancora di salvezza. 
Il suo sguardo cercò quello scuro e profondo di Regina e il suo cuore si scaldò immediatamente. 
Posò delicata una mano sul braccio del sindaco e le sorrise debolmente sussurrando un ‘Grazie’ più sentito del precedente.

Qualche ora più tardi di quel pomeriggio di fine Novembre, Regina era intenta ad infornare la sua torta di zucca per ultimarne la cottura. 
Henry aveva tardato più del dovuto, e la donna l’aveva chiamato più volte per assicurarsi che andasse tutto bene .
Contrariamente al solito, il sindaco si trovò a ringraziare il ritardo di suo figlio che aveva permesso ad Emma di sfogarsi ampiamente su quanto accaduto con il pirata. 
Ora la ragazza se ne stava seduta sul ripiano in marmo della cucina e osservava Regina ripulire le stoviglie usate per preparare la cena di quella sera. 
Emma le aveva offerto il suo aiuto più volte , ma la donna le aveva detto di non preoccuparsi e di lasciarla fare . 
‘Perché non resti a cena questa sera?’ Chiese guardandola con la coda dell’occhio mentre sciacquava una padella. 
Emma cercò il suo sguardo per cercare di assicurarsi che la sua presenza fosse voluta e non fosse solo un invito di cortesia, ma purtroppo l’altra era troppo impegnata a pulire le stoviglie per guardarla per più di tre secondi di seguito. 
‘Insomma se non hai di meglio da fare. Abbiamo la cena pronta e ci farebbe piacere averti con noi’. 
Aggiunse non ricevendo una risposta. 
Un sorriso si dipinse sul volto della più giovane mentre Regina si voltava finalmente verso di lei . 
‘ Henry ne sarebbe felicissimo. Non trovi ?’ 
Emma annuì sorridendo appena ‘ok, ma solo se mi permetti di aiutarti in qualcosa. Ad esempio .. posso apparecchiare?’ Chiese saltando giù dal ripiano della cucina. 
Regina fece roteare gli occhi, ma continuò a sorridere , felice che avesse accettato l’invito.
Era sinceramente preoccupata per la sua amica.
Il tono con il quale Emma le aveva raccontato di quell’odioso pirata, la sua espressione un misto fra tristezza e rabbia avevano smosso qualcosa in Regina che lei stessa faticava a decifrare. 
Avrebbe voluto poter far qualcosa per lenire il suo dolore, per cancellare da quegli occhi limpidi e attenti quel velo scuro che da ormai qualche anno le rendeva triste lo sguardo. 
Regina si era sempre chiesta perché lo sceriffo si ostinasse a stare con quel pirata se non fosse pienamente felice. 
A volte era riuscita ad attribuirne la causa ad altri fattori, ma per la maggiore il sindaco aveva sempre immaginato che c’entrasse Hook. 
Si era ritrovata a pensare che Emma fosse masochista e che forse, in qualche modo, provasse piacere in quella strana relazione che Regina riteneva avesse portato via la luce dalle sue iridi chiare.
Quella strana sensazione al petto che aveva provato solo per Henry fino a quando non aveva incontrato Emma, era da anni qualcosa che la confondeva. 
Un senso di protezione misto a rabbia e persino dolore.

Emma era intenta a ripiegare i tovaglioli , la testa inclinata sul lato e le gambe leggermente divaricate .
Il sindaco si fermò ad osservarla qualche minuto notando come i boccoli lunghi scivolavano sulla spalla sinistra. Aveva L’espressione concentrata e le mani che si muovevano lente.
Era bella Emma, bella come poche . 
Una bellezza tutta acqua e sapone. Senza troppe pretese. 
Regina si chiese se fosse consapevole di quanto armoniosa e piacevole fosse la sua figura e sopratutto se si rendesse conto della bellezza racchiusa nella sua totale essenza.

La Salvatrice alzò di poco il viso e arrossì lievemente sorprendendo Regina a fissarla . 
‘Cosa c’è? Ho qualcosa che non va ?’ Domandò intrecciando le dita fra i capelli imbarazzata . 
La mora scosse la testa ‘No. Io.. stavo solo pensando’ mentì nascondendole lo sguardo che da sempre là tradiva quando si trattava di Emma . 
Per sua fortuna qualcuno bussò alla porta e le due donne interruppero contemporaneamente quelle interazioni imbarazzanti . 
Regina uscì dalla stanza , lasciando Emma alle prese con piatti , posate e bicchieri . 
Trascorsero meno di un paio di minuti prima che Regina accompagnasse suo figlio in camera da pranzo per fargli una dolce sorpresa. 
‘Mamma?’la voce del ragazzino era squillante e lasciava trasparire tutta la sua felicità .
‘Che cosa ci fai qui?’ Continuò a chiedere andando verso di lei. 
Emma sorrise felice al suo bambino per poi sollevare le spalle e rispondere semplicemente ‘Resterò a cena per il Ringraziamento, sei felice?’ Finì stringendo gli occhi speranzosa di ricevere una reazione positiva .’Certo che sono felice! ‘ Esclamò suo figlio stringendola in un forte abbraccio . 
La ragazza posò la testa contro quella di Henry e si beò di quell’amore dolce e disinteressato che solo il suo bambino poteva dargli. 
Dopo poco Henry si staccò dalla madre ‘ Ma non capisco..E Hook? Verrà anche lui?’ 
Le due donne si aspettavano quella domanda , ma nessuna delle due aveva pensato a cosa rispondere . Entrambe volevano raccontargli cosa fosse successo, ma magari evitando il dramma di Emma . 
Regina prese la parola quando vide che la Salvatrice non riusciva a trovare le parole giuste. 
Spiegò cosa fosse successo , per poi cercare di fargli capire che Hook non avrebbe voluto rovinare il Natale che il ragazzino stava progettando da un po’ , ma che semplicemente Hook non capiva quanto importante fosse per lui e sua madre quella festa. 
Il quattordicenne ascoltò tutta la storia cercando di assimilare ogni informazione ed elaborarla senza farsi sopraffare dalle emozioni negative che stavano accompagnando quel momento. 
Henry aveva capito che le intenzioni di Hook non erano cattive, ma non riusciva a non essere arrabbiato con lui per essere partito e aver lasciato la sua mamma biologica durante le feste di Natale. 
Il ragazzino sospirò e osservò come il volto di Emma fosse cambiato più volte durante il monologo di Regina . Guardò Emma con dolcezza e sorrise ‘ci saremo noi a farti sorridere a Natale mamma’. 
La Salvatrice ricambiò il sorriso , quasi commossa e strinse nuovamente il figlio fra le braccia . 
‘Sicuramente , di questo non ho dubbi’ e i suoi occhi cercarono quelli di Regina che sorprese nuovamente a fissarla .

Quando tutto fu pronto i tre presero posto a tavola. Henry non era felice così da tempo. Essere tutti e tre lì, radunati ad una cena del Ringraziamento era qualcosa che aveva desiderato per anni. Come una vera famiglia. 
Il ragazzino richiamò l’attenzione e spiegò che dovevano fare i loro personali ringraziamenti per l’anno che si sarebbe concluso di lì a poco. 
Cominciò ringraziando per la cena di quella sera , spiegando loro che era felicissimo di averle insieme in quel momento . Ringraziò le sue mamme per essere così protettive e sempre attente alle sue esigenze. Di essere anche amiche oltre che genitori. Ringraziò i buoni voti a scuola e di aver incontrato Violet.
Le due risero mentre il loro bambino si imbarazzava un po’ . 
‘Infine ..’ disse facendo cessare le risate leggere delle due. ‘Ringrazio il vero amore che ci lega, è grazie a ciò se sono riuscito a salvarti’ . Guardò Emma e la ragazza non riuscì a controllare l’emozione . Trattenne a stento le lacrime . Prese la mano di suo figlio accarezzandola teneramente . 
Regina dall’altro lato del tavolo li guardava incantata, mentre constatava quanto simili fossero . 
Lo sguardo , l’imbarazzo e un cuore grande che sapeva amare tanto. 
‘Ok, chi delle due continua?’ Chiese improvvisamente Henry facendo vagare velocemente lo sguardo dall’una all’altra. 
Regina si destò e ripensò velocemente a cosa dire, ma Emma interruppe il suo flusso di pensieri. 
‘Continuo io. Insomma adesso o mai più ...’ esordì così la Salvatrice che aveva lasciato la mano di suo figlio e faceva vagare lo sguardo senza mai focalizzarsi su qualcosa in particolare. 
Era emotivamente instabile in quel momento, consapevole che quello l’avrebbe paradossalmente aiutata. 
A causa di ciò che era successo il giorno prima , la ragazza faticava a tenere alzate le sue difese e sembrava riuscisse in qualche modo a lasciarsi andare , almeno un po’ . 
I due annuirono e la Salvatrice prese un profondo respiro prima di continuare. 
‘Sapete.. da bambina, a scuola ti insegnano cosa rappresenta questa festa . In orfanotrofio o nelle case famiglia si celebrava annualmente come ovunque negli Stati Uniti . 
Certo non c’era una cena del genere, ma cercavano di allietare il pranzo con un dolce al cioccolato che ogni bambino desiderava.
In quegli anni ognuno di noi ringraziava allo stesso modo: un tetto sulla testa, cibo , adulti che ci proteggevano. O almeno è quello che pensavamo facessero, in realtà spesso nemmeno eravamo presi in considerazione, ma questo la maggioranza dei bambini lo ignorava. 
Quando cominciai a crescere , alle scuole elementari i bambini ringraziavano per delle cose che io non potevo aver idea. 
‘Ringrazio la mamma per avermi curato quando ho avuto la varicella’;
‘Ringrazio Dio per non aver permesso alla nonna di volare in cielo’; 
‘Ringrazio i miei genitori per avermi portata al mare quest’estate anche se avevamo pochi soldini ’; 
Emma sospirò e ricordò vagamente quei bambini che erano stati nella sua classe per qualche anno. Sorrise tristemente e riprese a parlare con voce tremante ‘Io semplicemente non ho mai avuto dei veri motivi per ringraziare. Certo ero viva e stavo più o meno bene, ma mi mancavano troppe cose per dire un ‘Grazie’ realmente sentito. 
Oggi però dopo tanti anni .. finalmente sento che posso dirlo con molta sincerità’. 
Emma sollevo lo sguardo e osservò come Henry la guardava preoccupato e come Regina cercava di evitarla perché , Emma ne era sicura, si sentiva in colpa. Era qualcosa con la quale Regina non riusciva a fare i conti. 
In un sospiro tutt’altro che leggero riprese a parlare ‘voi due siete le persone alle quali vanno i miei più sentiti ringraziamenti’. 
Regina finalmente la guardò , i suoi occhi confusi e un sorriso amaro che si dipinse sul suo viso . ‘Oh Emma , non credo tu debba ringraziarmi di niente’ . Emma scosse la testa e sorrise sincera ‘Non sottovalutarti Regina , non è da te.’ Le fece l’occhiolino mentre Henry le prese la mano titubante. Emma la strinse di rimando . 
‘ Tu sei la persona più in gamba che abbia mai conosciuto Henry. Io.. ti ringrazio per essere venuto da me a Boston tutto solo , anche se hai spaventato a morte tua madre’. Henry rise leggermente . ‘Ti ringrazio per non aver mai mollato, per avermi indotto a credere alla magia. Hai rischiato di morire pur di riportarmi alla mia famiglia . Sei sempre stato dalla mia parte ed hai creduto in me anche quando nessun altro lo faceva più . A parte Regina ..forse’. Girò il volto un pochino verso di lei.
Regina gli occhi sbarrati e le labbra dischiuse. Poteva essere bella anche così? Si chiese Emma , mentre le accennava un sorriso . 
‘E mi hai salvato la vita Henry, credevo di dover morire , ma è proprio vero che l’amore è la magia più potente. Mi hai salvata’. 
Henry sorrise mentre qualche lacrima rigava il suo volto da adolescente. Annuì e lasciò la presa sulla mano della madre per potersi asciugare il viso. 
Emma si girò di poco verso Regina. Lo sguardo della mora non le era sembrato mai tanto incredulo e confuso. ‘Emma fermati non meri..’ 
Ma Emma bloccò la sua richiesta sul nascere . ‘È davvero difficile per me fare questa cosa , ma voglio farla.. quindi per favore , fammi parlare senza interrompermi’.
Il sindaco abbassò lo sguardo scuotendo debolmente il capo . 
‘Ascolta. Quando ho avuto Henry , ho fatto qualcosa contro la mia volontà di madre. Avrei voluto prenderlo fra le braccia e non lasciarlo andare più , ma una forza maggiore mi diceva che darlo in adozione sarebbe stata la scelta più giusta . 
Avevo il cuore a pezzi , ma sapevo che lui sarebbe stato bene . 
Non avrei mai voluto che vivesse ciò che ho vissuto io , speravo che venisse adottato , ma non potevo averne la certezza. 
D’altronde io non potevo offrirgli niente. 
Non avevo niente. 
Nemmeno un tetto sulla testa , ero poco più che una ragazzina ed ero completamente sola. Come facevo a crescere un bambino. 
Ma grazie a te Henry ha avuto amore fin da subito. Una casa , del cibo e una madre che sa amare pienamente senza risparmiarsi mai.
Regina .. sei il meglio che poteva capitargli. Nemmeno nei miei più bei sogni sono mai riuscita ad immaginarlo con una persona come te. Tu hai saputo essere tutto quello che io avrei voluto , ma che non ho potuto essere. L’hai cresciuto ed educato meglio di quanto io avessi mai potuto fare. E quindi grazie per esserti presa cura in questo modo di nostro figlio. Non avrei potuto desiderare di meglio per lui’. 
Regina era immobile con le mani strette attorno ad un bicchiere . 
Gli occhi che brillavano di lacrime che stava faticando a trattenere. 
Emma prese l’ennesimo respiro profondo e continuò a parlare augurando a se stessa di non pentirsene un giorno. 
‘Ti ringrazio per avermi salvato più volte . Per avermi cercata in questo o quell’altro mondo, per non aver smesso mai di essermi amica, anche quando fingevi di odiarmi. Sei venuta a prendermi persino nel mondo dei desideri, insomma non ti sei mai arresa con me. 
Hai cercato di proteggermi fingendo per la maggior parte che fosse per Henry, ma ad oggi posso dire che forse un pochino ci tenevi a non lasciarmi morire fra le grinfie di un mostro magico o nell’inconsapevolezza della mia vera vita . 
Sei scesa all’inferno per aiutarmi a salvare Hook.. io questo proprio non lo dimentico. 
Quindi grazie per tutto questo e per avermi sempre capita , rispettata e non aver mai avuto paura nonostante avessi abusato dell’oscurità qualche volta .
Hai sempre creduto in me. 
E beh .. grazie anche per oggi ,per avermi ascoltata e per avermi invitata a cena .. grazie per tutto quanto’. Così dicendo Emma finì di parlare con un debole sorriso che le incorniciava il volto. 
Henry che ancora stringeva la sua mano , si alzò e si avvicinò abbracciandola lasciandosi andare ad un pianto silenzioso e commosso . ‘Oh mamma ...’ Il ragazzino non seppe commentare e lasciò la frase in sospeso .
Regina ancora immobile si schiarì la voce ‘avrei voluto dire qualcosa anche io , ma non posso competere con questo..’ Emma cercò il suo sguardo trovandolo caldo e un po’ spaventato . Le sorrise mentre alcune lacrime le rigavano la pelle chiara del viso. 
La mora istintivamente allungò una mano verso di lei ed Emma l’accarezzò timida. Non si sarebbe mai immaginata di riuscire a fare un discorso del genere . 
‘Grazie’ mimò Regina con le labbra carnose che tremavano per la commozione . 
‘A te..’ rispose Emma alla stessa maniera poggiando il viso sulla spalla di suo figlio.

‘Allora che dite? Mangiamo?’ Chiese Henry mentre riprendeva posto a tavola. Regina spostò lo sguardo sul tacchino ‘deve essere freddo ormai..’ Henry sorrise ‘ ovvio , mamma ha deciso di cominciare da quando era bambina ... sono più di trent’anni di ringraziamenti.. per questo si fa solo di un anno , per non far freddare la cena’. 
Emma e Regina risero a quelle parole ‘scusate dovevo recuperare anni persi ..’ 
Regina annuì ancora provata ‘vado a scaldarlo’ si alzò portando il vassoio con il tacchino con se.. si allontanò verso la cucina mentre Emma ed Henry avevano già preso qualche tartina ‘non vi mangiate tutti gli antipasti prima che torni’. Urlò mentre infornava nuovamente il tacchino.

Ancora non lo sapevano , ma quella sarebbe stata solo la prima di molte cene del Ringraziamento insieme. 
Forse nemmeno l’unica, ritardata da discorsi troppo lunghi e pianti commossi. 
Quella sera per la prima volta Henry pensò di non poter desiderare nulla di più se non che quella cena non fosse l’unica .
Inconsapevolmente il suo desiderio, mai chiaramente espresso, avrebbe avuto modo di realizzarsi ogni giorno di lì a poco.

***

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. 
Ho scelto di partire con il giorno del Ringraziamento perchè dovevo in qualche modo far allontanare Emma e Killian, non mi sembrava carino che Emma improvvisamente a Natale decidesse di lasciarlo e stare con Regina, anche perchè la trama specifica che la storia deve essere ambientata il Natale dopo la battaglia finale, quindi al massimo un anno può essere passato. Poco dopo il matrimonio dei CS. 
Per chi non lo sapesse il Ringraziamento negli Stati Uniti si festeggia il quarto Giovedì di Novembre, quindi praticamente ad un mese a Natale. 
Per gli Statunitensi il Ringraziamento è un po' l'inizio delle feste, un po' come da noi il giorno dell'Immacolata (8 Dicemebre) o il giorno di Santa Lucia (13 Dicembre).

Quindi niente.. detto questo nel prossimo capitolo saremo nel periodo Natalizio.
Ditemi cosa ne pensate , se la storia è carina, se la lettura è piacevole ecc.
Siate sinceri, ma per favore non siate troppo cattivi è la prima SwanQueen che scrivo e sopratutto la prima dopo tantissimo tempo.


-BlueHeart


 

  
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