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Autore: Madame_Padfoot93    24/12/2017    8 recensioni
A volte, per quanto possiamo amarle, dobbiamo lasciare andare le persone care. Draco lo sa bene: altre volte ha dovuto farlo, altre volte ha lasciato andare Astoria. Anche quest’ultima volta.
La storia partecipa al contest "Flashiamo! - III Edizione" di _Freya Crescent_, indetto sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo: Devo lasciarti andare

Introduzione: A volte, per quanto possiamo amarle, dobbiamo lasciare andare le persone care. Draco lo sa bene: altre volte ha dovuto farlo, altre volte ha lasciato andare Astoria. Anche quest’ultima volta.

Coppia: Draco Malfoy/Astoria Greengrass

Generi: Angst, Romantico, Drammatico

Rating: Verde

Note: Questa storia mi ha messa molto alla prova: ero partita inizialmente con un’idea totalmente diversa, ma poi è nato questa… cosa. È stata cancellata, riscritta, ricancellata, riscritta ancora e ancora adesso non sono del tutto soddisfatta. La storia è stata scritta da un terzo punto di vista, quello di qualcuno che si insinua nella storia di Astoria e Draco, e che spinge quest’ultimo a lasciarla andare. Inoltre essa presenta due diverse situazioni in cui Draco lascia andare Astoria, in un continuo balzo tra passato e presente.

 

 










Devo lasciarti andare











 

Stringi la sua mano bollente, che trema impercettibilmente tra le tue; la febbre è ormai troppo alta e riesci a percepire il calore dalla sua pelle madida di sudore. Le labbra si muovono appena mentre bisbiglia qualcosa, che non riesci ad afferrare, ai fantasmi che il delirio le mostra; le palpebre celano gelosamente quelle profonde iridi azzurre, che tradiscono sempre ogni sua emozione.
Tradivano ogni sua emozione.
Sono giorni che non apre gli occhi, persa nel suo incubo che a poco a poco la sta divorando, strappandola via da te: li hai visti spegnersi sempre più, riempirsi lentamente di un vuoto invalicabile, per poi essere oscurati da queste stupide membrane di pelle. Troppo tempo è passato dall’ultima volta che il suo sguardo ti ha sorriso.
Perché non c’è niente che possa fare? Perché non riesco a fermare tutto questo?”
Continui a ripetertelo, come se potessi trovare una soluzione a ciò che sta avvenendo.
Scosti riccioli scuri dalla sua fronte bagnata.
Asciughi le gote segnate dalle lacrime.
Baci le sue dita sottili.


Un tempo non amavi altro che il prestigio che il tuo nome offriva, i privilegi che la ricchezza della tua famiglia garantiva: i rapporti sociali non ti interessavano in alcun modo, a meno che questi non portassero un certo vantaggio.
E quando Lui tornò, credesti che tutto quello, che tutto ciò che possedevi ti avrebbe garantito un posto nel suo nuovo mondo. Saresti stato al suo fianco, avresti avuto tutti ai tuoi piedi.
Oh, adesso lo sai bene: è stato stupido e sciocco credere che chiunque, a parte quell’essere, potesse ottenere qualcosa da tutta quella storia; qualcosa in te sussurrava che stavi sbagliando, che tutto ciò era sbagliato, ma eri troppo orgoglioso e avevi troppa paura per ammetterlo. Tacevi e ti limitavi ad obbedire.


«Draco… »
Senti appena il tuo nome sfuggirle dalle labbra: un sussurro quasi udibile, una preghiera che solo noi due possiamo ascoltare. Ti sta chiamando, Draco, sta chiedendo il tuo aiuto ma non puoi far nulla, bloccato nella tua impotenza.
Perché non c’è niente che possa fare? Perché non riesco a fermare tutto questo?”


Ricordi ancora quella notte, ad Hogwarts, vero? Fu la tua bacchetta ad illuminarla in quel buio corridoio, mentre sorreggeva maldestramente una Tassorosso semicosciente e ferita per le punizioni dei Carrow; i suoi occhi si allargarono per la sorpresa e la paura di essere stata scoperta proprio da te, l’unica sua difesa le sfuggì dalle dita.
«Malfoy!»
Tu eri il suo nemico.
Lei non poteva star lì, non doveva essere lì: se qualcuno l’avesse vista…
Cercasti di parlarle, di farle capire che doveva andare, che ti saresti occupato tu della faccenda, ma quegli occhi… quei suoi occhi ti bloccarono: non ti credeva. Come darle torto?
Tu eri il suo nemico.
Quella stupida, testarda ragazza si sarebbe fatta ammazzare piuttosto che darti il beneficio del dubbio; la collera la infiammava, le mani tremavano, la voce flebile era carica d’odio.
«Non avvicinarti, Malfoy! Cosa credi che sia, un’ ingenua? Tu sei uno di loro!»
Voleva essere ben chiara, non sarebbe mai stata come voi, come te: lei non si sarebbe mai piegata al servizio di un folle, non avrebbe mai tradito i suoi valori anche a costo di voltare le spalle alla sua famiglia. Anche a costo di morire.
Abbassasti la bacchetta, che ancora le illuminava il volto pallido, e la superasti senza dire una parola; la mattina successiva si sedette di fronte a te, sospettosa e stupita che tu non l’avessi ancora denunciata.
Perché la proteggesti? Lei era riuscita a farti sentire così inadeguato, così sbagliato.
Tu eri il suo nemico, eppure quella notte la lasciasti andare.


«Draco… Draco… »
Si agita: gli incubi si fanno più oscuri, i suoi fantasmi più spaventosi; le sue mani tremano di più, i suoi sussurri sono sempre più sconnessi e incomprensibili. Solo quel nome, solo quella preghiera riesce a raggiungerti… letale.
Perché non c’è niente che possa fare? Perché non riesco a fermare tutto questo?”


«Malfoy!»
Erano passati alcuni giorni da quella notte e l’unica cosa che volevi era dimenticarla, allontanartene il più possibile, rimuovere dalla mente tutte quelle sensazioni che ti aveva suscitato. Ma quella voce… quella voce così decisa, così inaspettatamente autoritaria in un corpo tanto minuto come il suo, non riusciva proprio a permetterlo.
Ti aveva fermato a pochi passi dall’ingresso per la Sala Comune, artigliandoti il braccio in una morsa ferrea; cercasti di non mostrare la minima emozione, voltandoti verso lei, nel tentativo di non lasciarle capire quanto quella stupida notte ti avesse turbato, quanto lei ti avesse fatto sentire sbagliato.
«Cosa hai in mente, Malfoy? Perché non mi hai denunciata?»
Perché, Draco? Perché non l’hai fatto?
Volevi fuggire, nasconderti da lei, dai suoi maledettissimi occhi, da quello sguardo troppo pieno, da quella dannata notte… E poi ancora, e ancora, sempre più lontano: da quella situazione così miserabile in cui eri costretto a vivere, da tutti quegli stupidi rimorsi, da quei continui incubi, da vecchi sogni di gloria e di potere.
Cercasti di allontanarti, ma lei, caparbia, ti tratteneva ancorato a quella voce, a quella notte, a lei.
«Perché, Draco? Perché non l’hai fatto?»
Ti osservava, non più sospettosa o impaurita, ma preoccupata… preoccupata per te; e quelle iridi ipnotiche ti fecero dimenticare che in quel momento non eri Malfoy, non più.
Eri Draco.
«Dovevo lasciarti andare».



«Draco… »
Ti sta guardando.
Ti guarda proprio come quella volta: nessun timore, nessuna traccia di paura in quei suoi bellissimi occhi, che sembrano strappare quei pochi attimi di vita, quella poca luce che ormai le resta. Quegli occhi che non possono mentirti, che non l’hanno mai fatto: è preoccupata… preoccupata per te.
«Astoria… Io… Mi dispiace. Mi dispiace».
Non sei mai stato bravo con le parole, figurarsi con l’esprimere i sentimenti, sempre repressi da quella rigida indifferenza che un tempo cercavi di usare come maschera, come difesa; ma adesso, che stai per perderla, non puoi trattenerti.
«Draco… »
Avverte il mio lento avanzare, il mio freddo respiro sulla sua pelle, la mia mano allungarsi sulla sua spalla; e anche tu senti la mia presenza: sto per portartela via.
«Draco… Perché?»
Scosti riccioli scuri dalla sua fronte bagnata.
Asciughi le gote segnate dalle lacrime.
Baci le sue dita sottili, mentre le chiudo gli occhi.
«Devo lasciarti andare». 







Note d'autrice:
Prima di dilungarmi con le solite mie cavolate, voglio ricordarvi che la storia ha partecipato al contest "Flashiamo! - III Edizione" di Freya Crystal (o, come è conosciuta sul forum _Freya Crescent_). Vi prego di andare a  leggere tutte le altre bellissime storie in gara.
Scrivere questa storia per me è stata una faticaccia (persino l'introduzione non mi convince), ma alla fine eccola qui, in tutto il suo splendore. Si fa per dire... Io però mi son divertita e, in fondo, sono molto legata a questo contest.
Che dirvi ancora?
Con questa mia storia vi auguro un felicissimo Natale e un grandioso Anno Nuovo.
Magnate, bevete, giocate a Cucù, non fatevi rubare i soldi, cercate di apprezzare un minimo quel povero panettone bistrattato e, soprattutto, siate felici. Buone feste e un bacione grandissimo.
Ciriciao!


 

Madame_Padfoot

  
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