Grecia, Isola di Milo
Shion poco prima di partire ti aveva convocato, era strano, nervoso.
Sei andato da lui con la speranza che non stesse per scatenarsi una nuova guerra.
Entrando nella grande sala l'hai sentito urlare contro il tuo grande amore, non volevi credere alle sue parole, lo stava allontanando sotto Natale.
Hai visto la box di acquarius li accanto a loro, Camus che esce senza dire una parola, probabilmente ha capito perchè sei lì e tu ancora non lo sai.
<< Vieni avanti Milo di Scorpio >> dice Shion, chiamandoti col tuo titolo – cosa inusuale dopo tanto tempo – parla di punizioni, di colpo dell'infamia usato con leggerezza, di Saori che ha voluto salvare Camus.
Ti chiedi come sia possibile, quando Shion ti consegna l'armatura del tuo ragazzo << Nascondila, fino a nuovo ordine, e non t'azzardare a renderla a Camus >> disse con fare intimidatorio.
Tu annuisci, esci dalla sala con l'armatura di chi ami, senza far vedere che piangi per lui.
Il giorno dopo parti per la terra natia, di cui porti il nome, e raggiungi la tua famiglia.
Tuo padre vede due armature sulle spalle, ti guarda stupito.
Gli spieghi tutti nei dettagli << quell'uomo è stato duro, vieni, la mettiamo nel posto più sicuro che conosca >> ti dice.
Scendete nello scantinato, dietro la porta del rifugio antiareo voluto dai tuoi avi.
In lacrime siglilli Acquarius, tuo padre ti stringe a se per calmarti.
Passano le giornate, non senti Shion, oggi è Natale.
Papà è stufo di vederti triste, sono le 12, chiama Shion e gliene dice di tutti i colori.
Poi fa un'altra telefonata riconosci il prefisso, Avignone, lui ti consegna un pacchetto << dallo a chi arriverà domani >> ti dice
Santo Stefano, bussano, tu corri ad aprire.
Davanti a te l'amore della tua vita, ricordi le parole di tuo padre, gli consegni il pacchetto.
Lui ti guarda stupito, capisci che non sa nulla, lo baci sotto il vischio << bentornato Camus Dell'acquario, puori riprenderti ciò che ti spetta >> gli dici, e insieme a lui vai al rifugio, e gli rendi ciò per cui ha lottato tanto.