Il
Babbo
Natale segreto
-
Non capisco perché quest’idea non ti piace
–, bofonchiò Drusilla
mentre recuperava tutti i pacchetti deposti ai piedi
dell’albero di Natale, -
dopotutto il Babbo Natale segreto è una cosa Babbana
perciò ha molto più senso
che sia tu ad apprezzarla che noi. –
Almeno
in teoria il ragionamento dell’ex Tassorosso filava
alla meraviglia, peccato solo che lei e Stephen avessero preso alla
lettera l’idea
di sbizzarrirsi con regali misteriosi e impensabili e si fossero
decisamente
fatti prendere la mano.
-
Non dico che non mi piace, ma l’idea che voi abbiate scelto
il mio regalo con l’obiettivo di renderlo una cosa
sconvolgente mi preoccupa
non poco – chiarì Minerva.
-
Questo perché tu sei sempre paranoica. Rilassati, dopotutto
è la Vigilia di Natale. –
Paranoica
o solo ben consapevole di ciò che passava per la
testa di quei due?
-
Spero solo che non sia una cosa troppo imbarazzante –
bofonchiò seguendola in salotto.
Si
accomodarono sul divano mentre Stephen faceva girare
l’ampolla
contenete i nomi dei rispettivi destinatari.
-
Voglio cominciare io – decretò Rebekah, puntando
dritta
verso l’urna e inserendo la mano prima ancora che qualcuno
potesse avere da
obiettare.
Pescò
il foglietto, illuminandosi quando lesse il nome di suo
padre come destinatario.
Afferrò
il pacchetto, scartandolo alla velocità della luce ed
estrasse l’abito accuratamente ripiegato che aveva visto la
settimana scorsa
nella vetrina di Madama McClan.
-
Lo sapevo, lo sapevo! Grazie, sei il migliore papà.
–
Sorridendo
soddisfatto, Stephen riscosse un abbraccio dalla
figlia e passò l’ampolla al suo primogenito.
-
Minerva - lesse Nicholas, allungandosi poi a prendere il
pacchetto.
La
sagoma era familiare e dopo aver tolto il primo involucro
di carta da pacchi riconobbe la scritta dorata del kit di manutenzione
per
scope.
Sorrise
alla direttrice della sua Casa.
-
Grazie mille, è semplicemente perfetto. –
-
Il meglio per il Capitano di Grifondoro – replicò
la donna
con una strizzata d’occhi.
-
E adesso è venuto il turno di Minerva –
esclamò gioviale
Stephen, passandole l’ampolla.
La
donna estrasse la pergamena, sorridendo titubante quando
lesse il nome di entrambi i coniugi King.
-
Prima che apra il pacco è forse il caso che i ragazzi
escano? –
Drusilla
tentennò per qualche istante prima di annuire.
-
Uhm … direi proprio di sì. –
Bene,
ecco svelato il mistero: un completino intimo
commestibile e a dir poco ridottissimo.
-
Ehm … esattamente questo con chi lo dovrei usare? –
-
Con chiunque tu riesca a rimorchiarti per la festa di
Capodanno -, replicò schietto Stephen, - dopotutto conosci
il detto no? –
Minerva
arrossì come un peperone.
D’accordo,
la sua vita sentimentale non era particolarmente
movimentata ma da lì a suggerirle di sfogare i suoi istinti
con qualcuno alla
festa di Capodanno dei Bones ce ne passava.
-
Ci saranno un sacco di Auror super sexy – asserì
Drusilla,
beccandosi un’occhiataccia dal marito.
-
E tu che ne sai di Auror super sexy? –
Scrollò
le spalle, allungandosi a baciarlo, - Lo so solo per
sentito dire. –
Riponendo
il completino nella sua confezione, la donna scosse
il capo a metà tra l’esasperato e il divertito.
-
Voi due siete senza speranze. –
-
Lo sappiamo, felice Natale Minnie! –
[521 parole]
La
principessa di papà ha sempre quello che vuole
-
I regali si scartano dopo il cenone – rispose Katherine
davanti all’ennesimo tentativo di Rodolphus e Rabastan di
ottenere il loro
dono.
-
Ma mamma, non siamo più dei bambini, perché
dobbiamo
aspettare? –
-
Perché da come vi state comportando forse non lo siete
anagraficamente ma di certo sì a livello di
maturità – replicò imperturbabile.
Sbuffando,
marciarono risolutamente nel salone in attesa che
il resto degli ospiti arrivasse.
Lì
trovarono Raelena seduta davanti al camino in compagnia del
padre.
-
Cosa state complottando voi due? – domandò
Rodolphus,
appoggiandosi allo schienale della poltrona e osservandoli con le
profonde
iridi blu.
-
Assolutamente nulla. –
-
Certo, come se fosse possibile. Voi due insieme siete
pericolosi. –
Raelena
e Renford si scambiarono un’occhiata complice prima di
voltarsi verso i due e atteggiare i volti nelle espressioni
più innocenti del
loro repertorio.
-
Non abbiamo proprio la minima idea di cosa stiate insinuando
– insistè Raelena, alzandosi dal divano e tenendo
il braccio saldamente
nascosto dietro di lei.
-
Se è così allora cosa nascondi? –
insistè Rodolphus.
-
Una cosa fantastica, si chiama “fatti gli affaracci
tuoi”. –
-
Non sarà mica il tuo regalo? –
-
Merlino, quanto sei noioso e pedante, mi domando cosa ci
trovi in te Bellatrix. –
-
Allora fammi vedere cos’è. –
-
Non ci pens … ehi, Rab, razza di traditore! –
esclamò quando
il fratello più piccolo approfittò della loro
distrazione per fare il giro e
afferrare il pacchetto che la sorella aveva in mano.
Lo
mostrò a Rodolphus.
Un
paio di scintillanti orecchini di smeraldo.
-
Avevi ragione, lei hai già avuto il suo regalo. –
Lo
sguardo accusatore dei due fratelli si spostò verso il
padre, che continuava a fissare il caminetto come se nulla fosse.
-
Papà, perché a lei sì e a noi no?
–
-
Dovreste saperlo ormai -, intervenne Katherine attirata
dalle proteste, - la principessa di papà ha sempre quello
che vuole. –
-
L’ho sempre detto che nascere uomo è un evento
ricco di
svantaggi – bofonchiò Rabastan, incrociando le
braccia al petto e mettendo il
broncio.
-
Se vuoi posso provare a cambiare la situazione dandoti un
bel calcio – propose Raelena, facendolo impallidire
leggermente.
-
Non oseresti … -
-
Tu credi? Eppure dovresti saperlo che ho sempre desiderato
una sorellina – replicò, con voce carezzevole ma
intrisa di minaccia.
-
Mamma …? –
-
Sono arrivati gli ospiti -, tagliò corto la signora
Lestrange, - perciò vi sarei grata se quando entreranno
trovassero i sessi di
tutti voi ancora invariati. –
E
così Raelena la faceva franca un’altra volta.
Soddisfatta,
fece la linguaccia all’indirizzo dei fratelli maggiori
e si accaparrò all’istante il posto a tavola alla
destra del padre.
[439 parole]
Di
regali
e ricatti
-
James Henry Potter, esigo che tu metta immediatamente in
ordine la tua camera, i nostri ospiti stanno per arrivare –
ordinò Kara, fissando
con determinazione le iridi nocciola di suo figlio che in quel momento
se ne
stava allegramente sdraiato sulla poltrona a non fare assolutamente
nulla.
-
Perché dovrei? –
-
Perché tra poco comincerà il cenone e la tua
camera è un
porcile. –
-
E devono mangiare in camera mia? Non mi risulta. –
-
James! –
-
Sì? – replicò, sbattendo le ciglia con
aria fintamente
innocente, - Ho forse detto qualcosa che non è la pura
verità? –
-
D’accordo, piccolo teppista, allora lascia che sia io a
dirti la verità più sacrosanta di tutte.
–
-
Riguarda la nascita di nostro Signore? –
Lo
sguardo furioso della madre gli fece perdere almeno un
briciolo di spacconeria e smise di sorridere d’un tratto.
-
Hai detto tu che era una verità sacrosanta quindi
è logico
supporre che si trattasse di questo – mormorò a
mo’ di giustificazione.
-
No, non riguarda nostro Signore, ma quel nuovo modello di
scopa che tuo padre ti ha malauguratamente acquistato e che avremmo
dovuto
darti al termine del cenone … ma se la tua camera rimane in
quello stato credo
proprio che la darò in beneficienza, sono certa che Minerva
saprà cosa farne. –
James
si mise immediatamente seduto, attento e vigile, - Non è
uno scherzo, solo una tattica per farmi fare quello che vuoi tu, vero?
–
Kara
fece spallucce.
-
Suppongo che non ti resti che scoprirlo. –
James
volse lo sguardo verso suo padre, che fissava
ostinatamente il muro chiarendo che lui in quella discussione non
voleva
entrarci in alcun modo.
-
D’accordo, vado subito a sistemarla, ma spero proprio che
questa storia della scopa sia vera – bofonchiò
sconfitto, marciando a testa
bassa verso il piano superiore.
-
I miei complimenti, sei come sempre una vera maestra quando
si tratta di rimetterlo in riga – considerò
Fleamont, sorridendo divertito.
-
È un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. Piuttosto tu
hai già apparecchiato? –
-
Non ancora, perché vuoi forse minacciarmi con qualche scopa?
–
-
No, pensavo di usare l’idea del dolce … e mi
riferisco a
quello da consumare in camera da letto e non a tavola –
chiarì.
-
Vado subito ad apparecchiare! –
[376 parole]
Operazione
Babbo Natale
Alphard
lanciò un’occhiata incuriosita
all’indirizzo di sua
moglie, indicandole il piccolo drappello davanti al camino che parlava
fittamente e che comprendeva oltre a sua figlia anche Andromeda, Sirius
e
Regulus.
-
Tu hai idea di cosa stiano parlando quei quattro? –
Adhara
annuì, sorridendo divertita.
-
È la missione che stanno portando avanti da tutta la
settimana, la ricerca dei pacchetti con i regali entro la mezzanotte.
–
-
E Bellatrix e Narcissa non sono interessate a partecipare? –
Adhara
lanciò un’occhiata in direzione delle nipoti. La
maggiore sedeva al tavolo e chiacchierava fittamente con il padre e
l’altro zio
mentre la più piccola delle figlie di Druella e Cygnus stava
seduta sulla poltrona
in modo perfettamente composto e stringeva tra le dita affusolate un
libro.
-
Non credo che sia un passatempo abbastanza adulto per Bella
né
abbastanza signorile per Cissy. –
-
Probabilmente hai ragione, ma dimmi … esiste la
possibilità
che li trovino? –
-
Ne dubito, sono una maestra in quanto a nascondere
pacchetti. –
Sorridendo
compiaciuto, le scoccò un bacio a fior di labbra.
-
Penso che senza di te la mia vita sarebbe tremendamente
noiosa. –
Mentre
stava per rispondergli, Hydra tossicchiò leggermente
per attirare la loro attenzione.
-
Abbiamo deciso ufficialmente che l’Operazione Babbo Natale
è
fallita anche quest’anno … complimenti, mamma, hai
vinto di nuovo. –
Sorridendo
compiaciuta, le porse il vassoio con le fette di
salmone affumicato.
-
Porta queste a tavola così ci sbrighiamo a mangiare e poi vi
mostro dove erano nascosti … ci siete andati molto vicini,
ma magari l’anno
prossimo ci riuscirete. –
Rimasti
soli, Alphard domandò: - Pensi davvero che ci
riusciranno? –
-
Certo che no, sono una maestra in questo gioco. –
[277 parole]
Babbo
Natale, è arrivato Babbo Natale … o forse no!
Quando
il campanello di casa Bones suonò con impeto si erano
appena messi a tavola. La piccola Arianne, figlia di Alya e Jonathan,
di appena
cinque anni trillò deliziata: - Deve essere arrivato Babbo
Natale! –
Sorridendole
gentilmente, Amelia scosse il capo.
-
Annie, te l’abbiamo già spiegato, Babbo Natale
arriva alla
mezzanotte della Viglia. –
-
Magari gli funziona male l’orologio ed è arrivato
prima. –
Soffocando
un attacco di risate particolarmente violento,
Edgar replicò: - Ne dubito fortemente, Annie … al
Polo Nord hanno un sistema
orario perfetto. –
-
Davvero? –
-
Certo. –
-
Ah … allora chi può essere? – chiese
con infinitamente minor
entusiasmo.
Proprio
mentre i suoi genitori stavano per risponderle l’ospite
ritardatario fece la sua comparsa trasportando in spalla una sacca
piuttosto
imponente.
-
L’avevo detto che era Babbo Natale! –
Proprio
mentre Arianne saltava giù dalla sedia e correva verso
l’uomo, questi gettò indietro il cappuccio del
mantello da viaggio e rivelò il
volto segnato di Alastor Moody.
-
Chiedo scusa per il ritardo, ma i contrabbandieri non
riposano nemmeno alla Vigilia. Ho appena sequestrato un carico di
manufatti
illegali incredibilmente rari – bofonchiò,
accennando al sacco che aveva
deposto a terra.
-
Ah, quindi non è Babbo Natale – sospirò
delusa.
-
Temo di no, piccola. –
-
Pazienza, spero solo che non arrivi quando sono già
addormentata … tu mi sveglierai, vero zio Alastor?
–
-
Puoi scommetterci, tesoro, con me nei paraggi l’arrivo di
Babbo Natale sarà adeguatamente annunciato. –
Spazio
autrice:
Salve!
Un
piccolo regalo di Natale per voi mentre aspetto l’inizio del
Cenone della
Viglia. Spero che vi sia piaciuta.
Ci
sentiamo verso il 2 gennaio con le altre storie.
Buone
feste a tutti!
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary