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Autore: PrincessintheNorth    27/12/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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KATHERINE
 
 
 
Era passata una settimana, e ancora non si era svegliato.
Con un incantesimo avevo capito che la freccia era stata avvelenata, ma non ero riuscita a capire con cosa, perciò lo zio Jasper si era subito serrato nel suo studio cercando un veleno che producesse i sintomi di Murtagh.
Peccato che non ne mostrasse: sembrava solamente addormentato. Il respiro era regolare, così come il battito del cuore.
Solo, dormiva.
Ergo, da una settimana, non riuscivo ad allontanarmi da lui, nel timore che succedesse qualcosa proprio mentre ero via. Adesso capivo come fosse stato quando, al suo posto, pochi mesi prima, c’ero stata io.
Da una settimana avevamo ripreso casa, ma non riuscivo né a mangiare né a stare con la mia famiglia.
Quando ero io in fin di vita, lui si era preso cura di me senza pensare ad altro, ed ora provavo la stessa urgenza, lo stesso bisogno di stargli accanto che lui aveva avuto per me.
Per curarlo, ci eravamo anche trasferiti al Tridente, nella speranza che l’aria di mare potesse fargli bene, eravamo arrivati quella mattina.
April e Annabeth erano state felicissime di rivederci tutti, ma era stata un’impresa per me riuscire a sorridergli e stringerle forte, come lo era stata il mattino dopo aver perso il piccolo.
Sentii qualcuno bussare, ma non riuscii ad andare ad aprire. Non potevo lasciarlo, anche solo allontanarmi di pochi metri mi metteva una paura tremenda.
- Katie?
Era la mamma.
- Ciao … - fu tutto ciò che riuscii a dire, senza staccare lo sguardo dal volto di Murtagh.
Come poteva essere così dannatamente bello anche mentre la morte gli strisciava nelle vene?
Sentii distrattamente che appoggiava qualcosa sul comodino, e un delizioso profumo di pesce persico pervase la stanza.
- Hai fame, tesoro?
- No, non molta.
- Katherine, non mangi da una settimana. – commentò. – Hai bisogno di cibo.
- Sto bene …
- Non stai affatto bene. Guardati, stai tremando … sai cosa succede se non mangi. Come pensi di riuscire a badare a lui se svieni dalla fame?
- Ma lui ha fatto lo stesso per me …
- Sì, ma era una situazione diversa.   
- No! Io ero ferita, e ora lui è ferito.
- Tesoro, tu eri messa molto peggio, da quanto mi ha spiegato Castigo. Lui sta abbastanza bene … se la sua situazione non è cambiata dopo una settimana, credi che succederà il finimondo se mangi qualcosa? Dai, su. Non costringermi a dirlo a papà.
A quel punto, capendo che non avrebbe smesso di insistere, accettai.
Non appena mandai giù il primo boccone di pesce, scoprii di avere molta più fame di quanto credessi, e in men che non si dica nel piatto c’era solamente la lisca del pesce.
Cercai di trattenere i brontolii del mio stomaco, che pretendeva più cibo, ma la mamma lì senti.
Ridacchiò, e mi accarezzò la schiena.
- Te ne porto ancora un po’, eh?
- Ci sono le cozze e le vongole marinate?
- Certo, piccola. Tu resta pure qui.
Ora che la mia attenzione si era spostata anche sul resto del mondo invece che solo su Murtagh, notai come diavolo fosse messa quella stanza.
Non avevo lasciato entrare nessuno e non mi ero mossa dal suo fianco se non per usare la latrina, con il risultato che le finestre erano chiuse e c’era un odore tremendo.
Perciò, capendo che in effetti mamma aveva ragione, non sarebbe certo morto se mi fossi spostata due metri più in là, andai ad aprire le finestre, lasciando entrare il sole e l’aria di mare, che di sicuro gli avrebbero giovato più dell’aria stantia che respiravamo ormai da ore.
Qualche ora dopo, il suo viso riprese un ottimo colore, e sembrò stare molto meglio, ipotesi confermata anche da Castigo, che sentiva come il suo Cavaliere si stesse rinvigorendo.
- L’ho capito! – gridò lo zio Jasper entrando.
- Cosa?
- Il veleno. È un estratto del Sole d’Inverno, un fiore che cresce solo sulle Montagne Ghiacciate.
- Okay, e l’antidoto?
- Si estrae direttamente dal fiore. Mescolato con alcune sostanze che ho già qui, lo guarirà. Te la senti di andare? Se il vento è buono, due giorni e dovresti essere indietro.
Se me la sentivo di andare?
Non volevo fare altro.
Ma significava anche lasciare solo Murtagh, anche se per andare a prendere l’ingrediente che lo avrebbe riportato indietro.
- Hai capito che veleno è … ma che effetti ha? – chiesi, preoccupata.
Jasper deglutì. – Provoca il coma, ma è mortale. La vittima resta in coma per un periodo di tempo, dipende molto dalla costituzione del soggetto. A un certo punto, sembra riprendersi, ma è la quiete prima della tempesta. In un attimo, gli organi iniziano a cedere, e in meno di ventiquattr’ore sopraggiunge la morte, ed è una morte dolorosa.
A quel punto, guardavo al colorito che Murtagh aveva ripreso con molta meno felicità.
Stava per cedere.
- E per quanto tempo può durare la momentanea ripresa?
- Uno, due giorni. Per questo ti consiglio di partire subito.
- Molto bene.
Non avrei risolto niente stando lì a guardarlo morire: meglio muoversi e fare qualcosa di utile.
- Allora, vado a prepararmi.
- Non sarà da sola.
Nella stanza entrò papà, già vestito di tutto punto e pronto per partire.
Un mezzo sorriso gli incurvò le labbra nel vedere la mia espressione stupita.
- Beh, muoviti. Non abbiamo tutto il giorno, no?
A quel punto, corsi in camera mia, poco distante, e mi preparai in fretta e furia, mentre decidevo come raggiungere le montagne.
Non distavano molto da Northern Harbor, di sicuro meno che da Winterhaal: potevo andare sia a dorso di drago, che raggiungerle per nave.
- Sheryl! – chiamai la mia domestica, che arrivò subito.
- Sì?
- Come sono il mare e il vento oggi?
- Ottimi per navigare a grande velocità. Le correnti spirano verso Nord.
Perfetto.
Le avrei raggiunte navigando, e poi avrei proseguito con Antares. Era la soluzione più conveniente: avrei avuto una doppia corrente favorevole, marina e ventosa, mentre con Antares ne avrei avuta solo una.
- Allora avvisa Thornton di preparare una nave, che parto in un’ora.
- Va bene.
Sentii che se ne andava, mentre io mettevo a soqquadro la stanza prendendo mappe, bussole, sestanti, compassi, mappe del cielo e libri di magia e ficcando il tutto in una borsa.
Dentro di me si agitavano l’eccitazione per l’avventura e la partenza, la paura per Murtagh e la consapevolezza che dovevo far presto, se non volevo perderlo.
E di sicuro non lo volevo.
 
 
 
 
Mezz’ora dopo, io e papà eravamo al porto, pronti a salire su una nave.
- Dov’è la ciurma? – fece papà insospettito.
- Niente ciurma, ci rallenta. – dissi in fretta, avviandomi sulla passerella.
- Non esiste, non puoi navigare senza personale.
- Posso e lo faccio costantemente. È a meno di un giorno di viaggio, niente di che.
- Io non ti faccio salire su una nave se non hai una squadra che ti aiuti! – ordinò.
- Senza offesa, ma tra di noi la più qualificata sono io. Inoltre, sul mare la sovranità è mia.
- Sì, ma ricordami un attimo chi è il re e chi è tuo padre. – ribatté.
- Ti rendi conto che per ogni secondo che passiamo a litigare, Murtagh è più vicino alla morte?! Sono capace di arrivare alle   Montagne per mare, non ho bisogno di una ciurma. Non ne ho avuto bisogno per attraversare mezzo mare aperto in tre giorni, figurarsi per restare a pochi chilometri dalla costa in una giornata scarsa! Adesso, andiamo o no?!
Sospirò, ma cedette.
- E sia. – rinunciò, salendo sulla nave.
Lo seguii, e raggiunsi il cassero di poppa, dove si trovava il timone.
A quel punto, papà prese un cappello da un barile, probabilmente dimenticato da qualche marinaio, se lo mise in testa e poi se lo tolse facendo una teatrale riverenza.
- Prego, Capitano Katherine! Mi dica cosa devo fare! – declamò.
Riuscendo a farmi scoppiare a ridere, perché non è cosa di tutti i giorni vedere il re del Nord atteggiarsi in quel modo, su una nave comandata dalla figlia.
E riuscì, per un momento, a farmi dimenticare la preoccupazione che provavo.
- Sollevi l’ancora! – gridai.
Obbedì. Gli bastò muovere la mano perché la catena dell’ancora iniziasse a sferragliare, mentre mollavamo gli ormeggi.
Con un incantesimo, sparai tre colpi di cannone a salve, come si usava ad ogni partenza, per salutare chi restava a terra.
Diedi una bella girata al timone per dirigere la prua della Meraxes verso Nord, e la missione era iniziata.
 
 
Alla fine, riuscii a dimostrare a papà che non avevo poi così bisogno di mille e uno compagni di viaggio in meno di un’ora, mi bastavano o un mago, o cinque o sei marinai esperti.
Per fortuna, lui era un mago, perciò, mentre io tenevo il timone e nel frattempo controllavo la rotta, lui preparava da mangiare e intanto sistemava le vele con un incantesimo.
Come mi aspettavo, infatti, giungemmo a destinazione in poco più di una giornata: le montagne le avevamo viste verso la fine del pomeriggio, e con Antares che, con il vento delle sue ali, andava a rinforzare quello che già ci gonfiava le vele, attraccammo nella baia di Storm’s End al tramonto.
- Troviamo una locanda. – mormorò papà, sfinito dalla giornata sul mare piena zeppa di incantesimi.
- Ma dobbiamo andare … o Murtagh morirà …
- Katherine, non riusciremmo a reggere nemmeno un altro passo. – disse. – Non gli saremo di alcuna utilità se crolliamo durante il viaggio di ritorno, no?
Stavolta fu il mio turno di ascoltarlo, così prendemmo una stanza nella locanda del porto, per mangiare e dormire.




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​Mi sono appena resa conto che sono al 64/65 capitolo di questa storia. E ne manca ancora un bel pezzo, sono rimasta piuttosto sconvolta ahahahah

​Dato ciò, ditemi se il ritmo della storia vi piace o se vi annoia e volete che stringa! 


​Alla prossima!
   
 
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