Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Vavi_14    28/12/2017    4 recensioni
Dal capitolo I:
[...]Sta quasi per lasciare via libera a Morfeo, quando la vibrazione del cellulare sul palmo della mano lo fa sobbalzare. Il suo cervello impiega un secondo ad inviare impulsi elettrici al resto del corpo; gli basta vedere quel nasino un po’ arricciato ammiccare verso di lui assieme alla scritta “videochiamata” per relegare il sonno ad un bisogno secondario.
«Noona» sussurra, mettendosi a gambe incrociate e stropicciandosi entrambi gli occhi. «Che ci fai sveglia a quest’ora?»
Vede la lunga coda di Jieun muoversi un poco, mentre la ragazza dall’altra parte del display scuote dolcemente la testa. «Ho anch’io il mio bel da fare, Jeon».

***
Di quando una schedule può essere ben gestita, ma due cominciano a stare strette.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jeon Jeongguk/ Jungkook
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1000072549
 





VII


"Should we start talking about something else?
Should we kiss so we can’t say anything?"


Good day, IU







 

«A quante ragazze hai promesso questa passeggiata, Jeon?»
I granelli di sabbia fresca massaggiano i piedi di Jieun, mentre sfiora il manto dorato con passi traballanti, tenendo entrambe le scarpe nella mano destra e pendendo un poco di lato, verso Jungkook, quando – di tanto in tanto – il suo equilibrio viene disturbato dal terreno instabile.
Lui le afferra un braccio, giusto un momento prima di vederla ruzzolare per terra. Adora il modo in cui si ricompone, pretendendo che non sia successo nulla – lo sguardo sempre puntato in avanti, verso una meta inesistente che entrambi si ostinano a voler raggiungere. Sorride a testa bassa, in modo che Jieun non possa vederlo.
«La domanda giusta è ‘Quante ragazze hai portato a fare questa passeggiata, Jeon’?» ribatte lui, scimmiottando pateticamente la voce di lei. Jieun gli dà una spinta e Jungkook finge di sbilanciarsi, ma ci vuole poco perché l’ espressione di lei si tramuti in qualcosa che non ha più nulla a che vedere con l’intento provocatorio di poco prima. Inspira lentamente, lasciando che la salsedine le inebri il petto, dissolvendo le polveri inquinanti di Seoul; anche scavando a lungo nella memoria, Jieun fatica a ricordare l’ultima volta che ha potuto osservare il mare da così vicino, senza qualcuno che le sistemasse i capelli, o le dicesse come inclinare il mento per sembrare più magra. In quel momento, Jieun può lasciare che le ciocche ribelli le disturbino la visuale, può inciampare, persino cadere ed essere un po’ goffa - potrebbe anche correre, se volesse, o gridare, o ancora immergere le dita nell’acqua fredda, perché l’unica persona che le è accanto, in quel momento, non la giudicherebbe in ogni caso, qualunque azione impulsiva o maledettamente normale decidesse di intraprendere.
«Quindi sono la prima».
Jungkook viene bloccato dal corpo di Jieun, che gli si para davanti arrestandone la camminata. Lei lo guarda da sotto in su, forse è in bilico sulle punte dei piedi, negli occhi ha un guizzo furbo e dolce allo stesso tempo.
«D-direi proprio di sì» biascica lui, sorpreso da quella vicinanza inaspettata. È buffo come certi pensieri gli passino per la testa nei momenti meno opportuni, eppure ancora non riesce a capacitarsi del fatto che, davanti a sé, ha non solo la donna dei suoi desideri, ma un vero modello di vita, un’artista che ammira e che con tutto sé stesso ha supportato da quando era un giovane adolescente. In quell’istante – quando non c’è nessun altro all’infuori di loro – per lui è semplicemente Jieun, ma se prova ad andare al di là di quegli occhi dal taglio allungato che ora lo stanno guardando – a Jungkook vengono quasi le vertigini, e tempo e spazio perdono la loro cognizione, divenendo un confine evanescente tra sogno e realtà.
«Terra chiama Jungkookie!»
Scuote la testa quando si accorge della mano di Jieun che si muove da una parte all’altra, cercando di riportarlo alla realtà. Si massaggia la nuca, mal celando un inevitabile imbarazzo.
«Continuiamo a camminare?» replica, incerto.
Lei non si sorprende e lascia svanire quel momento di timidezza tornando a passeggiare al suo fianco, con aria tranquilla. Non è la prima volta che Jungkook la guarda come se la vedesse per la prima volta, e Jieun – anche se raramente lo lascia intendere – va letteralmente pazza per questo suo ingenuo modo di approcciarsi a lei.
Lui prosegue senza aggiungere altro; porge una mano a Jieun e lei l’afferra- in fondo non c’è davvero nulla che manchi, a Jungkook basta poterla avere vicina per sentire il proprio cuore colmo fino a scoppiare – eppure percepisce qualcosa nello stomaco, una sensazione di vuoto che odia con tutto se stesso, perché sta cercando di rovinargli un pomeriggio speciale, forse il più bello di tutta la sua giovinezza.
«Noona» azzarda, poiché forse è solo condividendola, che Jungkook potrà dare un nome a quella strana inquietudine. Jieun rallenta l’andatura e volta il capo nella sua direzione, segno che lo sta ascoltando.
«Io… sono felice».
 Stavolta è lei a fermarsi, proprio in concomitanza di quell’ultima ammissione, così semplice e al contempo così difficile da tirar fuori – Jieun lo sa, che Jungkook e le emozioni sono un enigma tanto affascinante quanto intricato. Agisce senza pensare e gli lascia una carezza tra i capelli, costringendolo ad arrestare di nuovo il passo. Indugia più del dovuto, facendo scorrere le dita tra i deboli nodi intrecciati dal vento, per poi scostargli la frangia dal volto e sorridergli sinceramente.
«Anch’io sono felice, Jungkook. Ma c’è qualcos’altro che vuoi dirmi, vero?»
Lui chiude gli occhi e le lascia un bacio sul palmo della mano, allontanandola poi dal proprio volto per chiuderla tra le sue.
«La felicità non dovrebbe essere condivisa? Perché dobbiamo tenerla per noi, come se fosse sbagliata?»
Il diaframma di Jieun si abbassa in un sospiro triste. «Lo sai perché, non essere testardo».
«A te sta bene così?»
«Sì, fin tanto che sono con te. Non ho bisogno dell’approvazione di nessuno».
«Non è di approvazione che stiamo parlando, ma di poter essere liberi di vivere la propria vita».
Jieun scuote lievemente la testa. «Dobbiamo apprezzare ciò che ci viene concesso, lo sai anche tu. Non ho detto che sia giusto, semplicemente è questo lo stato delle cose».
«Beh, lo stato delle cose fa schifo».
La cocciutaggine di Jungkook piega le labbra di Jieun in un sorriso dolce. Non gli dice che ha ragione perché Jungkook sa perfettamente di averla, eppure sente che in fondo – se si cerca davvero con zelo – un pizzico di fortuna è stata loro concessa, perché non a tutti gli idol è permesso  frequentarsi di nascosto, per giunta con l’appoggio dei propri manager.
«Sto scrivendo una canzone, Jungkookie».
Il cambio di argomento è in realtà solo un’illusione. «Volevo fosse una sorpresa, ma vista la situazione preferisco parlartene ora. Ci vorrà qualche mese ancora, o poco più, e se verrà approvata ho intenzione di chiedere al manager di poterla cantare assieme a te. Non ti assicuro niente però, probabilmente preferirebbe che stessimo lontani, almeno davanti alle telecam-».
Lui non ha bisogno di sentire altro per poterla stringere a sé, mentre sul suo volto – ben nascosto dalle iridi di Jieun – sta già nascendo un sorriso silenzioso, talmente aperto da ridurre gli occhi a due piccole fessure. Con la guancia schiacciata sul petto di Jungkook e le braccia esili congelate sui propri fianchi dalla presa ferrea del ragazzo, Jieun esita un poco prima di palare ancora.
«Jungkookie, non voglio che ti crei false aspetta-».
Le labbra del ragazzo arrivano come un fulmine a sigillare le sue, e nell’aumentare la pressione del bacio, Jieun comprende che quello è un modo gentile per chiederle di non rovinare tutto; in fondo, è stata lei - giusto un istante prima - a dirgli di imparare ad apprezzare le piccole cose, e a Jungkook, in quel momento, basta sapere che Jieun, mentre scriverà quella canzone, penserà a lui – a loro due assieme – a IU e a Jeon Jungkook dei BTS come due voci che, finalmente, si uniscono in una sola. Consapevole o meno, Jieun ha appena – quasi – realizzato uno dei sogni più grandi del suo ragazzo; in verità, quella di poter avere Jieun per sé, Jungkook l’aveva sempre considerata solo una mera utopia, troppo azzardata persino per i suoi sogni più segreti, ma all’opportunità di poter duettare con lei non aveva mai davvero rinunciato. E ora, sebbene Jungkook abbia già avuto più di quanto avrebbe mai potuto sperare, sente di poter arrivare a toccare il cielo e ancora più su, dove solo Jieun ha il potere di farlo volare.
Ancora succube della violenta scarica d’adrenalina provocatagli da quella notizia, Jungkook allontana il proprio volto da quello della ragazza, tenendole entrambe le mani ben strette nelle proprie.
«Entriamo in acqua, noona».
«In… in acqua?»
Jieun deve ancora riprendersi dal bacio che Jungkook le ha appena regalato, e il modo in cui aggrotta le sopracciglia, perplessa – le labbra ancora leggermente gonfie - fa ridere il ragazzo di gusto.
«Jungkook, siamo in Primavera, l’acqua è gelata».
Le dispiace dover smontare tutto il suo entusiasmo, ma alle volte sembra che le ghiandole surrenali di Jungkook producano una carica esplosiva che nemmeno tre persone riuscirebbero a tenere sotto controllo. D’altronde, le pare quasi di poter sentire quelle scosse elettriche di positività irrorare le vene di Jungkook e poi, tramite osmosi, attaccare senza ritegno anche le proprie. La luce che vede nei suoi occhi, grandi e spalancati come quelli di un bambino, di certo non l’aiuta a ragionare.
«Non avremo la possibilità di tornare a Busan d’estate».
«Se ci vedessero i nostri manager-».
«Ma non ci vedranno».
«Tu sei pazzo, Jungkook».
Prima che Jieun provi ancora a farlo desistere, lui l’afferra da sotto le ginocchia con un avambraccio, cingendole la vita con l’altro, per poi tenerla ben stretta a sé.
«Pensa che noia se non lo fossi. Sei pronta?»
Piega il ginocchio destro e spinge indietro la gamba sinistra, pronto a lanciarsi tra le onde del mare al segnale di Jieun. Lei stringe la presa, circondandogli il collo con le braccia e nascondendo il volto nell’incavo tra il suo mento e la clavicola.
«Non ti azzardare a lasciarmi» sussurra poi, provocandogli un leggero solletico sulla pelle.
«O morirò congelata».
«Moriremo congelati insieme».
«Odio il tuo macabro romanticismo, Jungkookie».
Di nuovo una risata a denti scoperti, poi la partenza. A tradimento.




















Buonsalve a tutti.
Chiedo perdono per la lunghissima assenza, ma sto ancora cercando di smaltire i duecento chili messi su con i pasti delle feste. Volevo provare ad aggiornare anche l'altra raccolta prima del nuovo anno, ma credo di dover rinunciare. Spero che questo capitolo sia valso l'attesa (almeno un pochino) - ci ho messo tre giorni a scriverlo e ancora non riesco a trovargli un senso LOL. Abbiate pietà di me. Vi voglio bene <3

Colgo l'occasione per augurare un buon anno a tutti voi! :)

V
avi
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Vavi_14