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Autore: _Eterea_    29/12/2017    4 recensioni
Dal testo: "Almeno una trentina di gufi si trovavano sul pavimento intenti a bere la pozione, ed ognuno di loro alzò di scatto lo guardo verso Romilda quando questa fece scricchiolare la porta cercando di uscire.
Una sessantina di occhi giganti e luccicanti la fissarono intensamente."
Storiella comica senza pretese, sulle avventure di Romilda Vane per poter mettere le mani sul famoso filtro d'amore.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Colin Canon, Harry Potter, Horace Lumacorno, Mirtilla Malcontenta, Romilda Vane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Note Autrice - importantissime: Ciao a tutti! Anno nuovo, vita nuova, anche se in realtà questo sembra più il ritorno ad una vita tragicamente vecchia, morta e sepolta.
Non pubblico su efp dal 2015 ma, a dirla per com'è davvero, non scrivo seriamente da almeno 4 anni. Mancanza di ispirazione, zero voglia di scrivere, trasferimenti per studio: chiamatela come volete, la triste verità è che più tempo passa e più è difficile ricominciare a scrivere.
Non so se questo sarà un ritorno ufficiale e duraturo, ma diciamo che la voglia di riprendere l'hobby a 'sto giro è tanta.

Comunque, parlando della storia qui sotto: si tratta di un remake. Sì, vabbé, all'incirca.
Diciamo che ho riletto di recente questa mia storia, una delle primissime pubblicate su efp nel lontano 2012 e l'ho trovata terribile. Come forma, perché invece l'idea mi è sembrata divertente e interessante anche a distanza di anni... e mi dispiace così tanto averla sprecata quando ancora scrivevo in maniera tanto acerba. Non che ora mi reputi JK Row, eh, ma direi che una notevole differenza tra le mie prime storie e le ultime sia innegabile.

Quindi, buona lettura e vi prego e vi consiglio di evitare la prima versione della storia come la lebbra; non la cancellerò dal sito solo per nostalgia e per non perdere le recensioni carine e immeritate che avevo ricevuto.
(Ringrazio per il betaggio Letizia!) Hasta la vista!
Ete

(La storia in questione era stata scritta per il contest "Alla testa di Porco" di ferao)
Prompt contest: Acquaviola
Personaggio da Usare: Romilda Vane
Genere: Comico
E’ tuo quel gufo?
MagicDiary: Soddisfatto o Rimborsato
Il Remake

«Sto parlando di poco fa. Sono andata nel bagno delle ragazze prima di venire qui e ce n’erano una decina, compresa quella Romilda Vane, che cercavano di decidere come farti avere di nascosto un filtro d’amore. Sperano di convincerti a portarle alla festa di Lumacorno e a quanto pare hanno comprato tutte i filtri d’amore di Fred e George, che temo funzionino…»
Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Romilda Vane era inebriata da gioiosa determinazione quella mattina, mentre si apprestava a scendere le scale della torre di Grifondoro per dirigersi verso la Sala Grande per colazione. Cinguettava, come al solito fittamente con le sue amiche, mentre percorreva i lunghi e illuminati corridoi del castello: sembrava tutto nella norma, eccetto che per un dettaglio.
L'attenzione di Romilda per i pettegolezzi, concentrati quel giorno in particolare sulla nuova fiamma Tassorosso di Michael Corner, sembrava minore del solito. Non che non le interessasse, anzi, semplicemente quella mattina aveva ben altro che le ronzava per la zucca.
Quando raggiunse il tavolo di Grifondoro lanciò solo un'occhiata di sfuggita a Harry Potter - intento a sbadigliare e a tentare di non far cascare la faccia assonnata nella ciotola di porridge - e questo era strano. Molto strano.
Le amiche di Romilda si aspettavano il solito commento venerante all'indirizzo del ragazzo più famoso di Hogwarts, condito con dettagli su quanto fosse adorabile a quell'ora del mattino, ma questo stranamente non arrivò.
Piuttosto, la ragazza si limitò a prendere un bicchiere di latte caldo e a sorseggiarlo dando limitata attenzione al brusio che ormai si espandeva per tutto il salone e dava l'atmosfera leggera e irritata che precedeva l'inizio delle lezioni.
Romilda stava aspettando qualcosa, era evidente, e il caso parve quasi leggerle la mente perché non appena alzò lo sguardo per rivolgerlo alle grandi vetrate della sala - accecanti per via del sole mattutino - si udì un grande fruscio di ali sbattute.
I gufi entrarono in massa e si divisero sopra le varie tavolate degli studenti e degli insegnanti, in cerca dei proprietari o comunque dei destinatari dei loro pacchi.
L'ormai conosciuto gufo dei Weasley si era schiantato come al solito sul tavolo di Grifondoro, all'altezza di una visibilmente scocciata Ginny Weasley, rovesciando una caraffa intera di succo di zucca addosso al povero e, ormai, fradicio Seamus Finnigan.
L'intera tavolata ridacchiò della scenetta ma, essendo ancora per la maggior parte assonnati e affamati, non commentarono ulteriormente. Cosa di cui la piccola Weasley fu grata.
Il simpatico siparietto aveva distratto Romilda che sobbalzò leggermente quando, rivolgendo nuovamente l'attenzione alla propria colazione, si ritrovò la faccia pennuta di un grosso Barbagianni a pochi centimetri dalla sua.
Questo, con atteggiamento pratico e professionale allungò la zampetta per dare modo alla ragazza di slegare il laccetto che la legava al piccolo e rettangolare pacchetto che trasportava. Il gufo infine fece scivolare la busta sigillata che aveva nel becco accanto al piatto di Romilda e dopo un breve inchino spiccò il volo diretto alla Gufiera, mescolandosi agli altri gufi che si ritiravano soddisfatti a consegna fatta.
Romilda stava fremendo. Stava aspettando un pacchetto quel giorno, ma considerando la forma non aveva ricevuto quello che si aspettava. Bensì qualcosa di meglio. Emozionata si mise in fretta ad aprire la lettera. Una scrittura fine e graziosa copriva mezza pagina.

“ Carissima Signorina Vane,
siamo lieti di informarla che lei è la fortunata prima acquirente della MagicDiary, appena messa in commercio. Nella confezione troverà l'agenda e le accurate istruzioni di quest'ultima.
Il secondo acquisto, essendo ben informati delle nuove particolari misure di sicurezza prese dalla scuola, le verrà recapitato in forma anonima: consigliamo di prelevare l'articolo direttamente alla Guferia, donde evitare ulteriori rischi e ficcanasaggi indesiderati.
La ringraziamo per aver scelto i Tiri Vispi Weasley e la invitiamo ad usufruire ancora del nostro servizio. Le ricordiamo di leggere attentamente le istruzioni d’uso della MagicDiary, e le auguriamo una buona giornata.
Fred e George Weasley – Proprietari dei Tiri Vispi Weasley“

Per quanto la scuola, e più precisamente il Signor Gazza, avessero tentato in tutti i modi di bandire qualsiasi articolo del ben noto duo Weasley, qualcosa era fortunatamente - o sfortunatamente, dipende dal punto di vista - riuscita a salvarsi.
O questo perlomeno era lo stato ufficiale delle cose, che poi inspiegabilmente venissero trovate comunque bacchette trabocchetto o caramelle dai risultati più variopinti - il Signor Gazza si ritrovò a sputare piume di pulcino per una settimana - in giro per la scuola, in mano agli studenti o - peggio - tra gli esaltati e spietati artigli di Pix, questa era un'altra storia.
Pareva che almeno la MagicDiary, agli occhi attenti e sospettosi della Professoressa McGranitt, era parsa un oggetto estremamente innocente e a tratti ordinario.
Era stato anche uno dei prodotti marchio Weasley più pubblicizzati: gli era stato addirittura riservato un microscopico trafiletto sull'improbabile Settimanale delle Streghe.

“Chi mai avrebbe pensato che un negozio di scherzi riuscisse ad attirare l'attenzione della nostra quasi esclusivamente "rosa" testata giornalistica?
Noi di certo no, ed è per questo che quando è arrivato a sorpresa in redazione un pacchetto omaggio dagli ormai conosciuti Tiri Vispi Weasley, lo staff al completo ha reagito con grandi dubbi e perplessità.
Ma sbagliandosi di grosso!

Andremo ora ad illustrare brevemente le qualità che possiede la piccola agenda regalataci dai formidabili Weasley:
La MagicDiary è una particolare agenda istantanea.
Da quando questa viene attivata, riporta tutti i pensieri e movimenti del proprietario in tempo reale e in modo cartaceo. In più, comprende di: agenda per appuntamenti, compleanni e festività, orologio e le previsioni meteorologiche. Questi ultimi accessori verranno attivati e trasmessi telepaticamente secondo parole chiave dette a voce, sempre dal proprietario.
Non c'è che dire, una piccola perla per ogni ragazza impegnata e precisa, decisa a mantenere ordine in maniera divertente nella propria quotidianità.
Le prevendite saranno attive nel periodo natalizio.“

Non ci sarà bisogno di dire che dopo l'uscita dell'articolo il prodotto andò letteralmente a ruba.
Non c'era stata ragazzina in tutta Hogwarts, e quasi nell'intero Mondo Magico, che non ne avesse ordinata una.
Purtroppo quella che aveva ricevuto il Settimanale delle Streghe si rivelò essere solo un prototipo, e fu annunciato che le agende non sarebbero state in commercio prima di metà Febbraio. Questo aveva creato non poco scontento, ma l'effetto non sembrò danneggiare le tasche dei Tiri Vispi, anzi, le richieste aumentarono e le ragazzine fecero di tutto, addirittura spedire una somma aggiuntiva, pur di riceverle prima delle altre compagne e amiche.
Alla fine Febbraio arrivò e sorprendentemente la prima a ricevere la desiderata agendina fu proprio Romilda Vane, quella mattina.

Romilda non riusciva a togliersi quelle parole dalla testa: "la prima fortunata".
Questo voleva significare che nessun'altra ragazza in tutto il Mondo Magico aveva ancora ricevuto il pacchetto. Lei era la prima, e avrebbe trovato presto l'occasione per vantarsene e farlo sapere all'intero castello.
Ma di certo non voleva rovinarsi l'effetto a sorpresa a colazione, con gli studenti che avevano già iniziato a tornare ai dormitori per prepararsi alle prime lezioni, o i pochi rimasti che concentravano le proprie forze nelle lamentele sul compito di Pozioni che non erano riusciti a terminare o i furetti che non erano stati capaci di trasfigurare.
Quindi si alzò e, dopo aver salutato con tono frettoloso le compagne Elsie Hamilton e Marcia Spener, con nonchalance si diresse anche lei verso la torre di Grifondoro con il pacchetto sottobraccio e la lettera dei Tiri Vispi al sicuro nella borsa.
Fece l'intero percorso dalla Sala Grande al dormitorio delle ragazze con aria impettita, tamburellando le dita sul pacchetto ancora sigillato; salutò qualche conoscente o amica di sfuggita e riuscì a trattenere l'entusiasmo finché non si chiuse la porta della camera alle spalle e si lanciò sul proprio letto sfogando un urlo emozionato contro il cuscino.
Fortunatamente le sue compagne di stanza si trovavano ancora al tavolo della colazione, quindi poté sfogare la propria felicità in santa pace senza doversi preoccupare di dover mantenere un certo contegno.
Una volta ripresasi tirò un sospirone e iniziò a scartale il pacchetto. L'agitazione era troppo forte, tanto che gettò la carta straccia sul pavimento senza accorgersi del foglietto che insieme ad essa era finito in un angolo polveroso sotto il letto a baldacchino.
Non fece caso a nulla, i suoi occhi erano puntati sulla piccola agenda che teneva tra le mani.
La copertina era in pelle - probabilmente di drago - rossa e lucida, con al centro un gancetto anch'esso di pelle ma nera che la teneva saldamente chiusa. Staccò il gancetto che rispose hai suoi comandi illuminandosi appena e lasciando una vaga traccia curvilinea sulla superficie. In quel momento Romilda si ricordò una delle strane richieste del modulo che aveva dovuto compilare per l'acquisto: un calco dell'impronta digitale del suo indice destro (sinistro se mancina).
Sussurrò un "Oooh" estasiato a fior di labbra mentre contemplava l'ingegno del meccanismo.
Delicatamente l'aprì.
La prima pagina era bianca, per eccezione di una piccola scritta in alto, nella stessa grafia della lettera dei Tiri Vispi, che diceva: "Nome del proprietario:" con un linea sotto da dover riempire.
Romilda estrasse senza perder tempo la boccetta di inchiostro e una piuma malconcia dalla borsa e con precario equilibrio appoggiò la boccetta aperta sul piumone e cercò di intingerci la piuma. Lentamente e prestando notevole attenzione avvicinò la penna al foglio e scrisse "Romilda Vane" con la grafia piena di ghirigori che la McGranitt leggeva sempre con una nota di disappunto, traducibile dal solito tic di stringere appena le labbra.
Un brivido le corse lungo la schiena; se Romilda fosse stata babbana di nascita l'avrebbe certamente associato ad una leggera scossa elettrica... ma semplicemente non lo trovò piacevole.
Il collegamento era fatto, ora non restava altro che provarla.
Romilda non si preoccupò del fatto di non aver trovato nessun manuale delle istruzioni, alla fine tutto quello che le serviva era stato chiaramente descritto nell'articolo della sua rivista preferita. Il Settimanale era sempre un passo avanti a tutti, dopotutto.
Dopo aver riposto con cura l'agendina nella borsa si affrettò ad aggiungerci il libro di Storia della Magia, un paio di pergamene nuove e una bottiglietta di vetro piena, infine corse a lezione.

Fu una lezione particolarmente noiosa e lunga.
I folletti avevano fatto qualcosa di deplorevole a qualcuno, e questo aveva risposto incivilmente in egual modo... nulla che la potesse anche minimamente interessare. Prese controvoglia dei distratti e incompleti - soprattutto di nomi e date - appunti e notò che una buona metà della classe stava rispondendo al racconto mono-tono del professor Rüf allo stesso identico modo.
Quando la campanella suonò un sospiro di sollievo si levò in coro dall'aula, bellamente ignorato dal professore che non attese ulteriormente per trapassare la parete dietro la cattedra continuando a borbottare di guerre e guerriglie e incoronazioni.
Romilda si fermò a chiacchierare con il solito gruppetto di amiche, dichiarando di avere un'esaltante novità, che avrebbe rivelato solo al sicuro da orecchie indiscrete.
Il gruppetto, sussurrando curioso attorno a Romilda, si diresse al bagno delle ragazze del secondo piano, sicure che nessuno le avrebbe disturbate.
Avevano deciso di usare quello come quartier generale da quando, un paio di settimane prima, Hermione Granger era entrata nel bagno delle ragazze al primo piano proprio mentre stavano discutendo e accordando piani incentrati sul discussissimo Harry Potter. Si erano accorte troppo tardi della sua presenza, e considerando le amicizie a cui la Granger era legata decisero di non rischiare più che saltassero fuori i loro intenti per lo più - scolasticamente parlando - illegali.
Nel bagno del secondo piano si accertarono che nei gabinetti non vi fosse la seccante presenza che infestava solitamente quei luoghi, e una volta accertato che erano sole Romilda trasse un profondo respiro prima di annunciare: «Guardate cos'ho qui?»
sfilando dalla borsa il quadernino in pelle rossa. Lo agitò un po' davanti al naso delle amiche prima che loro si rendessero conto.
A quel punto la stanza si riempì di strilli.
«Oh Merlino! E' quello che penso?»
«Quando ti è arrivata? A me non hanno mandato ancora nessuno gufo!»
«Romilda santo cielo che invidia!»
Gli sguardi avidi delle Grifondoro si puntarono sull'oggetto, e il loro desiderio pareva accrescere ad ogni secondo passato ad ammirare il piccolo quaderno.
Elsie, quando il furore iniziale fu passato, alzò gli occhi verso Romilda.
«Allora, com'è? Funziona davvero come diceva l'articolo?»
Romilda parve risvegliarsi e strinse le spalle.
«In realtà non ho ancora avuto il tempo di provarlo, credo bisogni attivarlo...»
Cercò di non far capire alle amiche che non aveva assolutamente idea di come funzionasse, ma non ebbe il tempo di aggiungere altro che dal rubinetto accanto a loro fuoriuscì una bollicina, subito seguita da una voce lamentosa e squillante.
«Si può sapere cose avete tanto da starnazzare quassù? Non si può nemmeno sonnecchiare in santa pace... e quello cos'è?»
Esclamò Mirtilla, imbronciata, indicando la mano di Romilda.
«E' una questione privata, se non ti dispiace!»
«A me pare solo un'agenda - continuò, ignorandola - tutto qui? Almeno quando parlavate di Harry Potter e Cormac McLaggen eravate più interessanti. Vi ho mai raccontato di quella volta che Harry doveva fare un bagno e-»
«Non ci interessa, vai ad infestare un altro gabinetto e sparisci!» La scacciò Jacki Amery.
Per Mirtilla fu come uno schiaffo in faccia, stizzita e offesa si rituffò nello scarico del lavandino, lasciandosi alle spalle l'eco di un «Vipere! Cercate almeno di non tirarmelo in testa questo!» condito dal suono roco di un risucchio.
«Finalmente! Avanti Romilda, facci vedere!» Esclamò Elsie alzando gli occhi al cielo per poi tornare a rivolgerli all'amica.
Romilda sembrava in difficoltà, continuava a guardare l'agendina rigirandola tra le mani, fu in quel momento che Marcia, rimasta in silenzio, tossicchiò contro la mano e indicò a Romilda una macchia scura nell'angolo in basso a destra della prima pagina. «Forse questo?»
Romilda fu grata di quell'indicazione: in effetti quella macchiolina circolare non c'era quando aveva scritto il nome sulla pagina, quindi probabilmente era comparsa in seguito. Incerta sul da farsi, appoggiò l'indice sull'ombra e sospirò di sollievo quando la vide cambiare colore in oro acceso.
«Ma certo, ora dovrebbe andare-»
Quasi fece un balzo di spavento quando una voce fredda e neutrale aveva iniziato a risuonarle nelle orecchie, ripetendo: “ Sono le 10 e 35, sono le 10 e 35, sono le 10 e 35 … “
Le ragazze notarono lo strano comportamento della ragazza, e parvero perplesse finché questa non si decise a spiegare.
«Voi non avete sentito nulla? Credo siano le 10 e 35, è stata...»
Fissò l'agenda incerta, le ragazze dal canto loro ricominciarono con gli strilli e le moine, incantate dal successo della prova.
Romilda si sentiva ancora un po' frastornata, e nonostante rispondesse all'entusiasmo continuava a chiedersi fra sé se magari non ci fosse un modo per abbassare almeno la portata del volume.
Tornando per un istante all'orario si sbatté teatralmente una mano sulla fronte zittendo le amiche.
«Quasi mi dimenticato! Devo andare, io... bé sto per mettere le mani sull'altro recente acquisto» lanciò uno sguardo malizioso alle compagne e senza aggiungere altro infilò distrattamente l'agenda in borsa e si diresse trotterellando verso l'esterno del Castello, e più specificamente alla Guferia. Aveva solo poco tempo prima della lezione successiva, e non doveva sprecarlo; non poteva aspettare nemmeno un altro istante.
Qualcuno avrebbe potuto intercettare il suo pacchetto e non avendo idea di come i Weasley avessero reso "anonimo" il contenuto, meglio non rischiare di finire nei guai.

Il freddo pungente di metà Febbraio sembrava non rallentarla mentre, stringendosi meglio nella grossa sciarpa rossa e oro, superava il Cerchio di pietra e si dirigeva alla torre Ovest; arrivata al sentiero iniziò la salita per la Guferia.
Nonostante la neve si fosse sciolta già da un pezzo, l'equilibrio di Romilda venne messo a dura prova dagli ultimi gradini ghiacciati e scivolosi, coperti per lo più dalla sporcizia che un centinaio di gufi potevano fare.
Una volta all'interno della grande stanza circolare si guardò un po' intorno: non si era chiesta come riconoscere il gufo dei Tiri Vispi... e in realtà non era nemmeno totalmente sicura del fatto che il suo pacchetto si trovasse già lì.
Quindi cominciò a passeggiare guardando un po' qua e là, cercando di riconoscere il barbagianni di quella mattina, poi d'improvviso la colse un'ispirazione.
«Ehm... Sono Romilda Vane. Sono qui per il pacco, dai - mh - Weasley?»
Fortunatamente l'intuizione fu corretta e lo stesso barbagianni scuro di quella mattina le planò davanti, portando un altro pacchetto, questa volta più piccolo infilato nel becco.
Presa dall'emozione Romilda non attese che fosse il gufo a consegnarglielo ma glielo prese maleducatamente direttamente dalla bocca.
Non si rese conto del petto del gufo che si alzava, offeso, e scartò il pacchetto.
All'interno si trovava una boccetta di vetro violetto, con uno spruzzino di un profumo. Romilda guardò il contenuto liquido con attenzione, e infine constatò che i Weasley erano davvero furbi, chi avrebbe pensato di mandare un filtro d'amore sotto falso aspetto così? Sicuramente non Gazza.
Tuttavia, non volendo rischiare che la boccetta le venisse confiscata prima di riuscire ad utilizzarne il contenuto su un ignaro Potter, decise di assicurarne almeno una parte.
Cercò un piano d'appoggio abbastanza regolare - senza accorgersi che il barbagianni continuava a seguirla, probabilmente in attesa di un premio dopo l'atteggiamento che aveva dovuto subire - e tirò fuori la bottiglia di vetro che aveva riposto al sicuro nella borsa quando si trovava nel suo dormitorio.
Un'etichetta indicava il contenuto della bevanda, fatta in casa, che Romilda aprì cercando di prestare la massima attenzione ai movimenti, e al pavimento sempre più lurido e scivoloso.
Aprì anche la boccetta e versò all'interno dell'Acquaviola qualche sorso di pozione, purtroppo mentre si apprestava nel compimento di questa delicata operazione, il barbagianni dei Tiri Vispi - cogliendo forse l'ironia dei suoi padroni - decise di aver perso la pazienza.
Romilda aveva appena fatto in tempo a sigillare la bottiglia di Acquaviola e a rimetterla in salvo nella borsa, tenendo ancora in mano la pozione, che indispettito il gufo iniziò a beccarle proprio le dita che stringevano il pericoloso filtro d'amore.

Accadde tutto in un attimo.
Quelle pochissime volte nelle quali Romilda decise di parlarne, avrebbe descritto la scena con molto più pathos e sentimento, ma i dati di fatto furono che la boccetta le cadde dalla mano e finì a terra.
Minuscoli frammenti di vetro vennero sparati a raffica ovunque, creando scompiglio tra le file di gufi intenti a sonnecchiare o mangiare tranquilli.
Romilda non sapeva come reagire, era sotto shock: i suoi risparmi distrutti a causa di un disgraziato incidente.
Il liquido rosato iniziava a spandersi su tutto il pavimento di pietra incrostato, evaporando appena e rilasciando inquietanti fumi violacei.
Romilda fece in tempo solo ad imprecare mentalmente quando l'intero stormo presente nella stanza si alzò in volo e si gettò a capofitto sulla pozione appena rovesciata.
La ragazza urlò quando si sentì spingere contro l'uscita da quell'ammasso di piume e becchi, e si ritrovò ad essere solo irritata dalla situazione, senza minimamente riflettere sulle conseguenze che presto sarebbero arrivate.
Almeno una trentina di gufi si trovavano sul pavimento intenti a bere la pozione, ed ognuno di loro alzò di scatto lo guardo verso Romilda quando questa fece scricchiolare la porta cercando di uscire.
Una sessantina di occhi giganti e luccicanti la fissarono intensamente.
«Ok...» Provò ad aprire di più la porta e non accadde nulla, finché non fece un altro passo, seguito all'istante dai secchi movimenti delle teste piumate.
Per par condicio provò a fare un passo verso la direzione opposta e quando il curioso comportamento si ripeté la ragazza sussultò.
L'agitazione iniziò a prendere il sopravvento e, in barba a qualsiasi insegnamento sulle creature magiche, sul sangue freddo in caso di presunto pericolo e al comune buonsenso, Romilda corse fuori.

Il caos fu immediato.

Romilda si gettò a capofitto sulla pericolante scalinata della torre, scivolando e reggendosi al freddo corrimano per restare in piedi. Nonostante non osasse guardare dietro di sé, l'indistinguibile sferzante battito d'ali la stava raggiungendo, e questo fu confermato dalle beccate che iniziava a sentire contro la schiena. Lanciando qualche urletto di paura, continuando a scendere i gradini di corsa, cercò di allontanare lo stormo di gufi con una mano agitata dietro di sé.
«Lasciatemi, vi prego! Basta!» Abbassò la testa e se la coprì con le braccia d'istinto, mentre i pennuti si alzavano a beccarle i capelli. Nel frattempo la borsa sbatteva forsennatamente contro la coscia della ragazza, facendo tintinnare la bottiglia contro l'agendina di pelle rossa.
«Merlino, aiuto! Mollatemi! ORA
Qualcosa scoppiò nella sua testa: “ sono le 11 in punto, sono le 11 in punto, sono le 11 in punto...“
Lanciò un urlo e scivolò definitivamente sul penultimo gradino sbattendo rovinosamente il sedere sulla dura pietra e la ghiaia del sentiero.
“ ...sono le 11 in punto, sono le 11 in punt-“
«Basta, ti prego fermati
La voce si zittì all'istante, lasciando a Romilda il tempo di alzarsi e, dopo aver dato una fugace occhiata alle spalle, ricominciare a correre sempre cercando di difendersi dai becchi appuntiti e determinati dei gufi che la inseguivano.
Raggiunta la fine del sentiero ed il cerchio di pietra cerco di riprendere fiato, quando un ciack ruppe il silenzio; alzando lo guardo vide a pochi metri di distanza Colin Canon, in piedi vicino all'ingresso del ponte per il cortile della Torre dell'Orologio.
Teneva la macchina fotografica in mano, abbassata e guardava con gli occhi spalancati il teatrino che gli si parava davanti, confuso e a tratti affascinato.
«Serve una mano?»
Romilda sentì il volto in fiamme, e cerco di mantenere un contegno decoroso mentre scuoteva la testa e cercava di rispondere che andava tutto bene, non aveva bisogno di aiuto e che era solo un malinteso.
«No, guarda, è solo uno scherzo, va tutto bene...»
«Sicura? Vuoi che chiami la McGranitt..?» Urlava, cercando di sopraffare gli schiamazzi dei gufi e di raggiungere la ragazza che nel frattempo aveva ricominciato la corsa giù dal pendio verso la capanna del Guardiacaccia.
«No, davvero - lo interruppe lei in lontananza, si sarebbe sentita morire se la McGranitt avesse finito per assistere - non ho tempo per questo-»
“parzialmente nuvoloso con 2 gradi all'ombra, parzialmente nuvoloso con 2 gradi all'ombra...."
La preoccupazione di Colin aumentò quando dal nulla un urlo squarciò l'aria proprio nel punto in cui la ragazza era scomparsa. Decise da bravo Grifondoro di prendere la situazione in mano e di correre all'interno del Castello in cerca di aiuto.
Nel frattempo la situazione per Romilda non era variata e ormai aveva quasi raggiunto il Lago Nero. Con orrore notò un gruppetto di studenti intenti a osservare annoiati la superficie scura del lago, cercò di invertire la rotta della fuga, ma inciampò in un rametto e quell'attimo di tentennamento la fece sommergere.
Si rannicchiò disperata mentre con le braccia cercava di difendersi, ma i gufi erano troppi e non c'era modo di fermarli. Tra il marasma di piume intravide il gruppetto che si voltò verso di lei e notò con - se possibile - più terrore i colori verde e argento ricoprire le loro sciarpe e cappotti.
Nacque una risata e una voce che Romilda riconobbe.
«No, Maeve Lynch no...»
“ Maeve compie gli anni il 5 Marzo, muoviti a farle il regalo, Maeve compie gli anni il 5 Marzo, muoviti a farle il regalo… “
«Per carità di Morgana, zittisciti!»
Per disperazione prese dalla borsa la bottiglia di acquaviola e iniziò ad agitarla in aria come una mazza, cercando di liberarsi dai volatili. Una pausa di qualche secondo le diede il tempo di rialzarsi e di dirigersi alla casa del Guardiacaccia che si trovava di lì a pochi metri.
Ormai stremata e imbarazzata come non mai, cercò di farsi strada nel campo di zucche quando venne assalita dal grosso cane del Guardiacaccia, della quale Romilda non aveva mai imparato il nome. Un errore a quel punto, perché avendo più familiarità con la bestia avrebbe potuto aizzarla contro i gufi e finalmente liberarsi. Invece la situazione precipitò tragicamente.
La curiosa parata si faceva a questo punto sempre più lunga, con Romilda che correva tra le zucche con il cane di Hagrid attaccato ad un fianco e lo stormo di gufi innamorati che la beccavano da ogni lato.
Uno voce dal castello riuscì per lo meno a rassicurarla.
In sua direzione vide arrivare in gran velocità Colin Canon - raggiante scattava foto a non finire, ignorando i rimproveri da dietro del professor Lumacorno; questo arrancava trotterellando tenendo una mano sulla grossa pancia e nell'altra la bacchetta puntata in alto.
Per il sollievo Romilda si accasciò a terra, sprofondando per metà in una zucca e ritrovandosi tra le braccia il cane bavoso.
Quando i gufi furono colpiti dall'incantesimo del professor Lumacorno non si arrestarono come previsto, certo per un secondo si fermarono a mezz'aria e rivolsero lo sguardo al professore, prima di tornare alla carica e questa volta attaccare lui.
Colin balzò di lato spaventato - senza tuttavia fermarsi tra i vari ciack, una dimostrazione di professionalità senza eguali - e il professore dovette tentare molti altri incantesimi quando finalmente al suon di «Petrificus Totalus!» i gufi si schiantarono al suolo con un rimbombo che scosse gli alberi vicini della Foresta proibita.
Lumacorno sconvolto si sistemò la veste e il mantello, per poi zoppicare fino alla povera Romilda, che giaceva al suolo mezza svenuta.
«Canon, per favore vai subito a trovare Hagrid e avvisalo del nostro problema con i gufi... e chiama anche il professor Piton. Che diavoleria era mai quella? Magia oscura dico io, molto oscura...»
Non fu necessario che Colin arrivasse fino al castello, perché già in quel momento l'area attorno si stava riempiendo di curiosi e qualche preoccupato insegnante accorso per dare una mano.
Romilda non volle guardare, desiderava solo sprofondare il più possibile nella zucca, e infatti fortunatamente ricordò poco o niente di quello che accadde subito dopo.

Dopo una nottata sotto shock in infermeria Romilda tornò come niente fosse accaduto alla torre di Grifondoro e alla solita routine. Molte storie e leggende erano iniziate a girare per la scuola sull'incidente, una meno fondata dell'altra, soprattutto a causa del fatto che Romilda non rivelò mai alla McGranitt quello che aveva spinto i gufi ad attaccarla.
Le invenzioni dei Weasley erano talmente efficienti da non lasciare alcuna traccia sul malcapitato, tanto da superare le accurate ricerche del professor Piton.
Per quanto la direttrice della sua casa le avesse fatto il quarto grado, Romilda resistette imperterrita giustificandosi dicendo che "non aveva proprio idea di quello che fosse successo", decidendo così di non bruciare la possibilità che le era rimasta nella bottiglia di Acquaviola che era riuscita a proteggere.
Inoltre, gli studenti di Grifondoro non capirono mai cosa fosse quello strano oggetto in pelle di drago - rossa, pareva - che si gonfiava e ribolliva nel camino acceso della loro sala comune, il giorno dopo della divertente avventura di Romilda Vane. Ma andava bene così.
Così, dopo qualche settimana, i racconti e gli sbeffeggiamenti sull'accaduto cessarono quasi del tutto; durarono più del previsto solo a causa delle fotografie di Colin Canon - che ritraevano la signorina Vane e il professor Lumacorno in atteggiamenti ridicoli e assurdi - che un gruppetto di Serpeverde era riuscito a rubare dalla sua borsa, alla quale avevano fatto un incantesimo di moltiplicamento e avevano deciso di attaccare alle pareti in giro per la scuola.
Romilda aveva camminato a testa alta, con il volto in fiamme ma deciso, di fronte alle foto e ai vari studenti delle altre case che ogni volta che potevano le facevano il verso di urla e cinguettate.
Il professor Lumacorno invece aveva tentato di buttarla sul ridere, anche se visibilmente a disagio, e aveva fatto i complimenti al piccolo Canon per il talento nella fotografia e soprattutto nell'individuare il momento meno appropriato per uno scoop giornalistico.

Tornando a noi, e a una sola settimana dall'incidente, Romilda si trovava nella Sala Grande a chiacchierare dopo colazione con il solito gruppetto di amiche.
Si stavano avviando verso la prima lezione, quella mattina Erbologia, quando una bionda Corvonero si avvicinò a loro senza fare rumore.
Sobbalzarono tutte quando si accorsero della sua presenza e ridacchiarono appena di scherno, quando si resero conto che si trattava di Lunatica Lovegood.
Questa si rivolse, senza mostrare cenni di saluti verso le altre, direttamente a Romilda.
«Buongiorno, sei tu Romilda Vane? La Grifondoro della simpatica passeggiata con i gufi del castello? »
Romilda fece un incerto cenno di assenso, indecisa se la Lovegood la stesse prendendo in giro o meno.
«Allora... credo che questo sia tuo»
Quando allungò le braccia - che fino a quel momento aveva tenuto curiosamente dietro la schiena - in avanti e mise il grosso barbagianni all'altezza del naso e del mento affilato di Romilda, questa perse la testa.
Sotto gli sguardi accigliati delle amiche, quello vacuo di Luna e il cipiglio arrabbiato del gufo corse via con il volto sbiancato di punto in bianco e urlando scuse di ritardi, mandragore e lezioni alla quale proprio non poteva far tardi.
Luna si limitò a stringere le spalle «Che strana ragazza...» dichiarò prima di mettersi sulla spalla il gufo e iniziare ad accarezzarlo.
Quella sera stessa chiese ad Hermione Granger di consegnare la lettera che questo portava alla povera Romilda, che dal canto suo non aprì mai ma spedì nel fuoco a far compagnia alle ceneri della MagicDiary.
Fu una buona idea perché probabilmente non ne avrebbe apprezzato il contenuto: un elogio da parte dei Gemelli Weasley per l'ottimo ed esilarante utilizzo dei loro prodotti, riguardante una storia che avevano sentito tramite voci che erano riuscite a raggiungere ogni angolo di Diagon Alley.


«Ciao, Harry!» esclamò Romilda Vane nel momento stesso in cui lui entrava dal buco del ritratto. «Ti va un’Acquaviola?» Hermione allontanandosi gli lanciò un’occhiata in stile ‘che-ti-dicevo?’
«no, grazie» Rispose pronto Harry. «Non mi piace molto».
«Bè, allora prendi questi» Ribatté Romilda ficcandogli in mano una scatola. «Sono Cioccalderoni ripieni di Whisky incendiario. Me li ha mandati mia nonna ma a me non piacciono».”
Harry Potter e Il Principe Mezzosangue
   
 
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