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Autore: Naomi Haruna Chan    03/01/2018    0 recensioni
Nana non si era immaginata che lui avesse ingannata così, sfruttandola. Era stata troppo "ingenua", dopo tutto su una cosa lui aveva ragione: chi si sarebbe mai innamorata di una come lei?
E per il suo questo sbaglio dovette pagare con la propria vita, ma a quanto pare sono stati clementi con lei, le hanno dato una seconda possibilità. Questa volta lei avrebbe voluto vivire con qualsiasi ragazza: avere amici, parenti che le vogliono bene, un lavoro normale, ma sopratutto avrebbe voluto innamorarsi come qualsiasi ragazza.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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PROLOGO




Era una notte di luna piena, ma non la si vedeva perché era coperta da nubi di pioggia, pioveva tanto e forte, le goccie d'acqua cadevano a catinelle. Era uno spettacolo bello, ma malinconico soprattutto se visto da uno dei grattacieli lì, a Shanghai.
–Quindi non mi avevi mai amata.– non era una domanda, era un'affermazione, ma voleva sentirselo dire di persona da quel ragazzo che l'aveva corteggiata per anni e anni e alla fine lei aveva accettato si stare con lui, pensava che dopo tutto poteva essere un'esperienza che poteva sperimentare.
Magari poteva essere come una ragazza normale, poteva innamorarsi, ma purtroppo, questo semplice e normale desiderio di molte altre ragazze per lei era solo un suo sogno irrealizzabile. Infatti quel ragazzo dai capelli neri tenuti su con un bel po' di gel per capelli, voleva solo ottenere qualcosa dall'agente segreto del TGXH (TeGongXieHui): la possibilità di arrivare ai piani alti. Lei era una delle iniziatrici di questa nuova associazione fondata sette anni prima con l'obbiettivo di affiancare la polizia del luogo.
–Esatto– confermò le parole della venticinquenne che aveva davanti –credevi che qualcuno potesse innamorarsi di una come te? Fredda, acida, ma soprattutto senza cuore. Non è forse così, Nana? O meglio Regina di Ghiaccio.–era sopranominata in quel modo dalla maggior parte dei suoi colleghi, perché lei era molto autoritaria e severa.
–Comunque– aveva ripreso a parlare, prima che la sua interlocutrice possa aprir bocca –se sei qui immagino che tu abbia scoperto tutto.–
–Esatto.– fu interrotto –e sappi che oggi sono qui in missione.– ciò voleva dire che anche quelli del TGXH lo sapevano che lui non era altro che una spia di una delle mafie cinesi a cui stavano dando la caccia, ma nonostante questa notizia sul suo volto nessun espressione di paura, anzi era calmissimo.
–E con questo? Non credere di riuscire a spaventarmi. Qui l'unica che dovrebbe avere paura sei tu, mia cara.– dopo aver terminato schiocco le dita della mani destra e dieci uscirono dal loro nascondiglio, accerchiarono la ragazza e alzarono le pistole nella sua direzione, non era più di alcun utilità a loro e il Capo aveva ordinato di cessare la sua esistenza.
Lei vedendosi puntata contro tutte quelle armi fece un sorriso beffardo –Se la metti così– e con un movimento velocissomo estresse la sua rivoltella attaccata ai pantaloni –allora tu verrai con me!– e detto ciò sparò al ragazzo colpendolo dritto al cuore e subito dopo si sentì trapassare il colpo da una decina di proiettili, chiuse gli occhi cercando di ignorare l'enorme dolore che quelli le avevano causato.
"A quanto pare per me l'avventura finisce qui." pensò amaramente "Se avessi una seconda possibilità, vorrei poter essere una normale ragazza e fare ciò che non ho potuto fare." e con questo pensiero esalò l'ultimo respiro.
Altri spari rimbombarono nell'aria, erano i colleghi della ragazza, lei aveva detto loro di non uscire allo scoperto prima di aver in dividuato tutti i nemici, ma non aveva previsto la propria morte o, per meglio dire, non ci aveva pensato, non lo faceva mai.
Dopo aver amanettato tutti i membri della mafia cinese, si misero a cerchio intorno al corpo senza vita della ragazza e fecero un saluto militare in segno di rispetto e saluto.

***



Drin, drin, drin!
Era il suono della campanella. "Ma io non sono morta?" si chiese aprendo gli occhi e spegnendo la sveglia. Si guardò in torno a sè, era su un letto con coperte viola di una stanza completamente dipinta di azzurro. "Ma dove mi trovo?" si alzò vide lo specchio sull'armadio "Ma chi è questa?" aveva i suoi stessi capelli lunghi, lisci e neri, gli stessi occhi scuri, ma la faccia… non era assolutamemte la sua, non solo era più giovanile del proprio volto, ma era anche completamente diversa: al posto del suo viso che pareva freddo e senza espressione ce n'era uno dolce e innocente. Cosa stava succedendo? Lei non so sapeva per certo"E se…"
Il bussare sulla porta interruppe il suo pensiero, si girarò verso la porta, la quale venne aperta e una ragazza che le somigliava molto, ma visibilmente più grande che entrò.
–Che ci fai in piedi, Mina? Dovresti essere a letto!– la rimproverò. "Mina? quindi è questo il mio nome adesso…" a quel pensiero si senti una fitta di dolore alla testa, così si mise le mani alle tempie, una serie di ricordi le passò nella testa, erano i ricordi di questa ragazza di nome Mina. Aveva preso la febbre a quaranta due, ma nonostante ciò i suoi genitori non se ne sono preoccupati per niente, l'unica a faro era stata la ragazza che stava davanti a lei, sua sorelle maggiore più grande di otto anni, purtroppo però quando si era ammalata lei era fuori città per lavoro ed era tornata, perché Mina stessa le aveva telefonato e la sorella aveva notato qualcosa che non andava nella sua voce. Ma era troppo tardi il corpo di Mina aveva espulso l'anima ormai deceduta proprio pochi minuti prima che lei tornasse e al suo posto vi era entrata quella di Nana.
–Lo vedi, ora ti è venuta anche il mal di testa– si avvicinò –Avanti, torna a letto–
–Come mai sei tornata?– domando la minore delle sorelle dopo essersi sistemata di nuovo sotto le coperte.
–Quando mi hai telefonata avevi una strana voce, così ho telefonato alla mamma che mi ha detto che tu ti sei presa un raffreddore ed eccomi qua.– spiegò brevemente –Tu piuttosto, come stai?–
–Molto meglio.– ed era vero, quando l'anima di Mina era uscita, la temperatura del corpo si era scesa parecchio.
–Questo lo vedremo, dopo averti misurato la febbre.– disse con tono severo e prese il termometro che Mina aveva usato precedentemente dal comodino e lo infilò sotto le ascelle della sorella.
–Trentasette e mezzo– sentenzio –Hai ancora un po' di febbre, è meglio che tu ti riposa un altro po'.– e detto ciò dopo aver accarezzato la testa di Mina si alzò e uscì.
Era rinata per davvero, aveva avuto una seconda possibilità e voleva viverla al meglio, fare ciò che non aveva potuto fare nella vita precedente. L'unica cosa che non avrebbe potuto ungualmente ottenere era l'affetto dei genitori… Nana era un'orfana, non si ricordava niente dei suoi genitori perché essi morirono in un incidente stradale, o almeno così le avevano detto quelli dell'orfanotrofio; mentre la famiglia di Mina era molto all'antica: davano importanza ai figli maschi mentre le figlie erano piuttosto trascurate. Nel caso di Mina, quasi del tutto ignorata, perché considerata una completa nullità, infatti era un disastro, non ne faceva una giusta: se doveva cucinare rischiava di incendiarta, se doveva pulire i piatti finiva per rompere qualcosa e a scuola… diciamo che se la cavava sempre per un pelo, riusciva ogni volta a fine anno a prendere la media del 60, un voto veramante mediocre se paragonato alla sorella che non aveba mai preso un voto inferiore di 90 o al fratello, di quattro anni in più, che si manteneva sempre tra la media di 80 e 90. Nana scosse la testa rimembrando i pessimi voti della precedente possesore del corpo. Nana era sempre stata estremamente brava a scuola, aveva avuto sempre il massimo dei voti a tutte le materie ed era ogni anno al primo posti della classifica dei voti che usciva dopo la fine di ogni compito mensile, infatti grazie a ciò era riuscita a laurearsi a soli sedicianni, l'età che aveva Mina in questo momento, ma lei frequentava solo la seconda superiore.
"Sarà una noia rifare quelle lezioni tanto semplici" si lamentò all'idea di dover tornare a frequentare la scuola "Beh, forse questa volta potrei provare a trovare dei amici." si auyo convinse che di guardare il bicchiere mezzo pieno.




Note dell'Autrice:

Allora, come avrete capito la scoria si ambienta in Cina, più precisamente a ShangHai, in realtà ho presto una città cinese a a caso. E se nel caso vi steste chiedendo perché hanno nomi italiani, beh non è così, sono nomi cinesi che in pinyin si scrivono così senza gli accenti.
Mina 米娜 mǐnà
Nana 娜娜 nànà
L'ho fatto per rendere più facile la memorizzazione del nome della protagonista.
Poi il genere della storia, beh si tratta di un genere di cui sono un po' fissata a leggere in cinese e ho provato a scriverne una anche io,giusto per vedere se piace o no.
   
 
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