Capitolo 5
“Un amico”
 

 
 
Amy corse insieme a quel ragazzo e i soldati li seguirono, cominciando a sparare con i loro fucili, non proiettili, bensì raggi laser rossi.
La ragazza rimase scioccata da quell’episodio, ma abbassò la testa per evitare i colpi.
 
I due continuarono a correre, finché il ragazzo notò un altro piccolo vicolo, e girò così da evitare i soldati.
 
Quando li seminarono, i due ripresero fiato e Amy guardò meglio il ragazzo: era biondo, con i capelli folti, gli occhi grandi e azzurri e un viso dalle linee dolci che lo faceva sembrare il tipico bravo ragazzo.
 
 Poteva avere sui i 19-20 anni, era altro 1,70 e indossava una giacca gialla, una maglia nera e una cintura marrone. Sotto portava dei pantaloni marroni scuri, sui bordi di essi si trovavano una scritta orizzontale gialla e una fondina legata alla coscia della gamba con dentro una pistola. Ai piedi indossava dei lunghi stivali neri.
 
Attaccato sulla cintura aveva uno strano cilindro metallizzato con vari bottoni o pulsati strani.
 
Quando il biondo riprese fiato, guardò Amy e chiese con tono gentile: “Stai bene?”.
 
“Chi sei tu?” rispose lei spaventata sebbene cercasse di rimanere calma “Chi sono quei tizi? Perché mi vogliono? E soprattutto, perché ci sparavano laser?!” lo guardò con occhi irritati e arrabbiati.
 
“Beh, che cosa dovrebbero sparare?” rispose lui con aria stranita.
 
Amy lo guardò con aria irritata per quella domanda, ma soprattutto ciò che davvero le dava fastidio era la sua aria stranita, come se fosse stata lei quella pazza.
 
“Oh, non so. Proiettili per esempio!”.
 
Il ragazzo le chiese di abbassare la voce.
 
“Ascoltami…” disse con tono basso e calmo “So che hai delle domande, e so che dovrai capire quello che sta succedendo. Ma, se vuoi rimanere al sicuro e avere delle risposte, devi venire con me. Così, potremo andare via da qui”. 
 
Amy lo guardò con aria perplessa, non sapeva che cosa fare. Poteva fidarsi? In fondo, quel ragazzo l’aveva aiutata a scappare dai soltati. Forse voleva veramente portala al sciuro. E poi, aveva altre alternative?
 
“Almeno, dimmi chi sei” chiese con tono paziente.
 
“Un amico.”
 
Il ragazzo le riprese la mano e in quel momento Amy percepì qualcosa in lui, una presenza molto forte, ma meno potente rispetto a quella del cristallo, eppure stranamente confortevole.
 
Guardò il sorriso sicuro e lo ricambiò, capendo che si poteva fidare di lui.
Quando il biondo diede un’ultima occhiata fuori dal vicolo e si fu assicurato che nessuno li stesse seguendo, i due corsero via, insieme, mano nella mano.
 
Amy sperava di uscire presto da quella strana e assurda situazione a dir poco fantascientifica.

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Note:
Ecco un nuovo capitolo! 
Lo so, è un pò corto ma vi prometto che il porssimo sarà
più lungo e avvicente! ;)
E penso che ormai avete capito che è il nostro misterioso eroe...
Evola