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Autore: ChiaraVi    04/01/2018    2 recensioni
«Non lo farò.»
«Ma Hermione, pensaci solo un secondo…»
«E a cosa dovrei pensare, mh? Mi state chiedendo una cosa… assurda!»
«Come se non avessimo mai fatto cose assurde da quando siamo ad Hogwarts, insomma--»
«Questo è diverso, Ronald! Non stiamo parlando di violare il coprifuoco o di far perdere punti a Grifondoro, di lavorare per l’Ordine della Fenice o di infiltrarci al Ministero… qui stiamo parlando di ME che fingo di litigare con VOI per riuscire ad avvicinarmi a LUI! E con quali certezze, poi?! Sono una sporca Mezzosangue dal secondo anno, ve lo siete dimenticato?»
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Dove si è disposti ad arrivare per sventare un piano diabolico? E quanto si è disposti a perdere di se stessi, nella discesa verso un Inferno sconosciuto... e sorprendentemente piacevole?
Genere: Erotico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Mangiamorte, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione, Harry/Pansy, Lavanda/Ron, Luna/Ron
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non scrivo da un sacco -ma davvero un sacco- di tempo, quindi siate clementi: se vi piace e vi va di lasciare una recensione, sarò felice di leggere i vostri commenti! Piccola precisazione: siamo al settimo anno di scuola per Harry&Co., Silente è vivo e vegeto, Piton è ancora insegnante di Pozioni (niente, non gliela fa ad ottenere la cattedra di DCAO, povero!) e Draco Malfoy non ha mai tentato di ucciderlo; il resto è tutto più o meno come lo conosciamo, ma non escludo di prendermi una o due -facciamo due!- licenze poetiche in futuro.
Enjoy!

 

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«Non lo farò.»

«Ma Hermione, pensaci solo un secondo…»

«E a cosa dovrei pensare, mh? Mi state chiedendo una cosa… assurda!»

«Come se non avessimo mai fatto cose assurde da quando siamo ad Hogwarts, insomma--»

«Questo è diverso, Ronald! Non stiamo parlando di violare il coprifuoco o di far perdere punti a Grifondoro, di lavorare per l’Ordine della Fenice o di infiltrarci al Ministero… qui stiamo parlando di ME che fingo di litigare con VOI per riuscire ad avvicinarmi a LUI! E con quali certezze, poi?! Sono una sporca Mezzosangue dal secondo anno, ve lo siete dimenticato?»

«Sì, lo sei--»

«Harry!»

«Lasciami finire, Herm! Volevo dire che sì, lo sei ai suoi occhi… ma l’avete visto ultimamente? É sempre per conto proprio, è vulnerabile, si vede! Non avremo un’altra occasione come questa, lo sai anche tu!»

«Ha ragione Harry. E poi sei diventata anche una bella ragazza, cosa che probabilmente ti renderà più facile il compito…»

«Oh certo, perché Malfoy è talmente scemo da raccontarmi i piani del Signore Oscuro mentre mi palpa le tette, vero Ronald?!»

«A-Aspetta, c-chi ha mai parlato di f-farti palpare le… le…»

La voce severa della McGranitt interruppe -e per fortuna- il balbettio senza senso di Ron, che si limitò ad abbassare lo sguardo con la faccia in fiamme; Harry alzò le spalle in direzione di Hermione, come a volersi scusare, mentre quest’ultima incrociò le braccia al petto e sospirò, scuotendo il capo con un’espressione del tutto contrariata.

Tutti sapevano cosa fosse successo alla fine dell’anno precedente: oh certo, ufficialmente il professor Silente era riuscito a scampare all’attacco dei Mangiamorte alla scuola, mettendoli anche in fuga… ma le voci di corridoio giravano, ed in modo anche piuttosto variegato; c’erano diverse versioni della storia, alcune più blande ed altre più colorite, ma tutte concordavano su una cosa… era stato Draco Malfoy a far entrare i Mangiamorte all’interno delle mura di Hogwarts, a mettere tutti in pericolo. Certo, non c’erano prove a riguardo, il che spiegava come mai il Serpeverde non fosse stato espulso o arrestato -e secondo Hermione era peggio la prima ipotesi della seconda- ma non servivano alla popolazione studentesca per stargli alla larga… compagni di Casata a parte, è ovvio.

C’era anche da dire, ad onor del vero, che Malfoy fosse stato il primo a mostrare di volersi tenere lontano da tutto e tutti fin dall’inizio dell’anno: aveva lasciato la squadra di Quidditch di Serpeverde, ed alcuni dicevano che fosse stato Piton a premere con Silente affinché il ragazzo potesse mantenere la carica di Prefetto -non che avesse mai provato, in quei primi mesi, ad esercitare/abusare del proprio potere come un tempo, comunque.

A prima vista sembrava, insomma, del tutto intenzionato a diventare invisibile, e la cosa sarebbe stata anche bene al Trio delle Meraviglie, come Malfoy era solito chiamare Ron, Harry ed Hermione negli anni precedenti, non fosse stato per una soffiata da parte dell’Ordine della Fenice: pareva che l’atteggiamento di Draco fosse solo una copertura, e che in realtà egli avesse un piano ben preciso in mente -ordini provenienti direttamente da Voldemort; era stato allora che a Potter -quale risaputa mente strategica (?) del Trio- era venuta l’idea più geniale (e folle) di sempre… riuscire ad avvicinare Malfoy e a farlo confessare.

Ma chi avrebbe potuto tentare un’impresa del genere? Lui no di certo, insomma, il Bambino Sopravvissuto non era certo un’opzione contemplabile! Ron Weasley? Mh, forse meglio della scelta precedente, ma sarebbe stato difficile -per non dire impossibile- che il rosso trovasse un modo efficace per avvicinarlo.

Chi restava, dunque? Proprio lei, Hermione “Ma-Perché-Sempre-A-Me” Granger: non che la ragazza fosse intenzionata ad assecondare il piano di Harry, ovviamente! Aveva detto no, ed era decisa a mantenersi su quella posizione, nella maniera più assoluta: d’accordo, era una ragazza e forse -FORSE- poteva sfruttare gli ormoni (?) di Malfoy a proprio vantaggio… ma come? Non era di certo abbastanza provocante, sensuale o disinibita da incantare Draco al punto tale da fargli scordare chi lei fosse -Grifondoro, NataBabbana, migliore amica della sua nemesi, ecc. Senza contare che piani del genere richiedevano tempo ed una certa dose di concentrazione che, manco a dirlo, la Granger non potesse permettersi di spendere dietro a futili sciocchezze: quell'anno ci sarebbero stati i M.A.G.O., la minaccia di Voldemort era sempre più concreta e vicina, ci mancava solo cercare di manipolare Malfoy in modi non meglio specificati per farle venire un esaurimento nervoso.

«Forza, torniamocene in dormitorio!»

Fu Harry, questa volta, a riportare Hermione alla realtà, sventolandole anche una mano di fronte al viso data la momentanea incapacità dell’amica di muoversi: si alzò in piedi dunque, lisciandosi alcune pieghe formatesi sulla divisa, per poi seguire i due ragazzi fuori dalla Sala Grande; mentre si accingeva a girare l’angolo che avrebbe portato il Trio verso le scale, però, con la coda dell’occhio la Granger notò il soggetto della loro precedente conversazione -un pallido ed apparentemente nervoso Draco Malfoy- muoversi in direzione opposta alla loro, verso il portone d’ingresso della scuola.

“Strano…” pensò la ragazza, corrugando leggermente la fronte: lei, di suo, non aveva mai davvero creduto che l’Oscuro Signore potesse davvero fidarsi del Serpeverde al punto tale da affidargli un qualsiasi compito di una certa importanza… e se si fosse sbagliata? In fondo poteva capitare anche ai migliori!

«Ragazzi, voi andate avanti, io… arrivo subito!» non diede ad Harry e Ron nemmeno il tempo di replicare, fiondandosi all’istante nella direzione presa da Malfoy e lasciando i due amici interdetti.

«Ma che le è preso?»

«E lo chiedi a me?! É dal primo anno che ti ripeto che Hermione dovrebbe rivedere le sue priorità! … ehi, Harry…»

«Mh?»

«… Hermione non si farebbe mai palpare le tette da nessuno, vero?»

Mentre Potter cercava una risposta per l’altro che avesse un qualche senso, alla Granger non fu difficile raggiungere Draco che, sentendo dei passi alle proprie spalle, si era nel frattempo irrigidito e voltato con un espressione di nervosa irritazione sul volto.

«Malfoy!»

«Che diavolo vuoi, Mezzosangue? Perché non sei coi tuoi amichetti in dormitorio?»

«Potrei farti la stessa domanda, o forse hai dimenticato che sono una Prefetta anche io? E non mi sembra proprio che le ronde notturne di controllo prevedano giri all’esterno del Castello!»

«Fatti i cazzi tuoi, Granger. Non sto scherzando.»

«Se pensi di farmi paura, allora ti stai sbagliando di gr--»

Fu un movimento veloce, quello di Draco: la mano, pallida, si strinse in un istante intorno al collo della Grifondoro, spingendola all’indietro fino a raggiungere con la schiena la parete fredda del corridoio.

«Ah! Ma che ca--»

«Stammi bene a sentire, ragazzina: non ti devi immischiare. Mi hai sentito?»

«Mi fai male, lasciami!»

Il ragazzo, al contrario, aumentò la stretta, costringendo la Granger a tossire mentre il volto le diventava paonazzo; cercò lo sguardo del Serpeverde, e quello che vede la fece rabbrividire: era come vuoto.

«Stammi lontano, Mezzosangue. Non te lo ripeterò un’altra volta.»

Glielo sibilò dritto in faccia prima di lasciarla finalmente andare, aprendo le dita e facendo al tempo stesso un passo indietro, senza però staccare gli occhi dal volto di lei: Hermione, d’altronde, non si diede modo di scoprire se effettivamente l’altro fosse poi uscito o meno dal Castello, perché scappò lontano da lui non appena realizzò di poterlo fare. Non si fermò fino a quando non ebbe raggiunto il dormitorio di Grifondoro, e poi ancora la sala comune, lì dove il suo incedere poté finalmente arrestarsi proprio di fronte ad Harry e Ron, intenti a chiacchierare di fronte al camino: entrambi si volsero a guardarla praticamente all’istante, non notando in un primo momento il respiro più corto e lo sguardo velato di lacrime.

«Ehi, Herm! Ti stavamo aspettando!»

«Sì, io ed Harry stavamo parlando della prossima partita contro Corvonero, e… aspetta, ma che ti è successo? Perché hai gli occhi lucidi?»

«Lo voglio fare.»

I due amici si lanciarono un’occhiata perplessa, a quel punto, fissandola entrambi con espressioni incerte sui volti.

«Tu vuoi fare… ?»

«Scoprire cosa nasconde Malfoy. Ho cambiato idea, lo voglio fare.»

«… Hermione, ne sei sicura?»

«Sì, Harry, ne sono sicura. Sono pronta a fare tutto ciò che serve per farlo parlare ed incastrarlo.»

«Proprio… tutto?»

Lo sguardo della Granger si abbassò lentamente sul viso del Weasley, che non poté non coglierne il velo di fredda determinazione.

«Tutto, Ronald. Non mi arrenderò fino a quando non sarà finito ad Azkaban, dove merita di stare, e non mi interessa cosa dovrò fare per mandarcelo. Draco Malfoy non farà più del male a nessuno… questo ve lo posso promettere.»

   
 
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