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Autore: foschi    05/01/2018    10 recensioni
Sussultò spaventato per il freddo che lo pervase quando la palla si sgretolò in pezzi con un sonoro ‘puff’ proprio sopra il suo viso, parte non coperta del corpo; era freddo e ghiacciato, quell’ammasso di neve e lui il freddo poco lo sopportava – Genzo invece sembrava a suo agio in mezzo a quel bianco, i tre anni in Germania l’avevano ben temprato.
«Questa me la paghi, Wakabayashi!» gridò dopo l’iniziale smarrimento, piegandosi a raccogliere quanta più neve possibile e appallottolandola, spedendola poi con un unico tiro verso il compagno, che non smentì la sua fama di grande portiere riuscendo a parare anche una palla di neve.
«Impegnati di più, Tsubasa!» rispose l’altro di rimando, mentre le risate di entrambi riempivano la zona dove abitavano
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Neve

 

Titolo: Neve

Rating: Verde

Genere: Fluff, Romantico, Slice of life

Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Tsubasa Ozora/Holly

Pairing: Yaoi

Avvertimenti: OOC                                           

Note dell’autore: Ed eccomi con la prima fiction del 2018, non potevo non iniziare con la mia coppia d’esordio, la TsuGen, che per questa fiction mi ha ispirato tanto fluff!

Questa fiction è un mio regalo di compleanno - scusa il ritardo!! >.< - per la dolce Sato a cui la dedico, oltre che  alla carissima AngelRoses1987

Ringrazio di cuore Melanto, Guiky80, Mahlerlucia e lenea per il loro supporto, siete fantastiche! ♥

Ed ora buona lettura!

 

 

 

 

 

 

Aveva nevicato molto quella notte, di questo Tsubasa era rimasto particolarmente sorpreso: non avrebbe mai immaginato di trovare il giardino coperto di candida, soffice neve; scintillava tranquilla sotto i raggi di un pallido sole invernale ed anche se le temperature erano ancora troppo basse per permettere di uscire, l’avrebbe divertito molto giocare con essa...

«Ti piace la neve?» il respiro caldo di Genzo gli arrivò come un brivido sul collo scoperto; un brivido gli attraversò la schiena quando essa combaciò con il petto nudo del compagno che lo strinse a sé con dolcezza. Tsubasa adorava quando Genzo lo stringeva così: lo faceva sentire al sicuro, in un nido caldo dove esistevano solo loro e nessun’altro. Amava Genzo per il modo che aveva di farlo sentire speciale, per come lo guardava con occhi pieni d’amore, come se se lo volesse mangiare con gli occhi.

«Sì... sembra invitarmi a giocare.» sussurrò mentre le labbra del portiere smettevano di vezzeggiare il collo dell’amato; un sorriso sghembo si aprì sul suo volto, un’idea non troppo carina gli era appena passata per la mente. Tsubasa non poteva vederlo, ma lo percepiva benissimo contro la sua pelle e non gli piaceva: Wakabayashi aveva per la maggior parte delle volte strane idee ed il fatto che l’avesse lasciato per allontanarsi verso l’armadio non faceva che confermare la sua costatazione. Il calciatore si voltò a guardarlo perplesso, le braccia incrociate sul petto: era difficile che Genzo si lasciasse sfuggire l’occasione di passare del tempo insieme sotto le lenzuola, doveva proprio essere un’idea geniale – e lui conosceva le sue idee geniali e sapeva che non c’era da stare tranquilli; ma lo amava anche per questo.

«Che intenzioni hai?» chiese alzando un sopracciglio perplesso non appena vide il compagno bardato da testa a piedi; il sorriso sornione rimaneva lì fisso mentre negli occhi brillava un’ inquietante luce.

«Vieni con me.»

 

 

~~~~~~~~~

 

 

 

Il centrocampista non poteva immaginare che Genzo avesse avuto l’ intenzione di portarlo proprio a giocare con la neve: okay che teneva a cuore i suoi desideri, ma quello era esagerato! La sua era stata una semplice costatazione ed andare a giocare lì fuori con quelle temperature non era il massimo – e se si fosse ammalato uno dei due? Poi chi andava a giocare ai tornei?

Sussultò spaventato per il freddo che lo pervase quando la palla si sgretolò in pezzi con un sonoro ‘puff’ proprio sopra il suo viso, parte non coperta del corpo; era freddo e ghiacciato, quell’ammasso di neve e lui il freddo poco lo sopportava – Genzo invece sembrava a suo agio in mezzo a quel bianco, i tre anni in Germania l’avevano ben temprato.

«Questa me la paghi, Wakabayashi!» gridò dopo l’iniziale smarrimento, piegandosi a raccogliere quanta più neve possibile e appallottolandola, spedendola poi con un unico tiro verso il compagno, che non smentì la sua fama di grande portiere riuscendo a parare anche una palla di neve.

«Impegnati di più, Tsubasa!» rispose l’altro di rimando, mentre le risate di entrambi riempivano la zona dove abitavano: sembravano due bambini ma non importava, il portiere amava passare quei pochi momenti che aveva a disposizione con il compagno e se questo significava tornare bambini nonostante i vent’anni suonati, l’avrebbe fatto più e più volte, solo per vedere quel sorriso e sentire le risate dell’uomo con cui voleva passare il resto della sua vita. Proprio per questo cessò quella lotta di palle di neve – di quante se ne erano infrante su entrambi aveva perso il conto – per avvicinarsi con le lacrime agli occhi per le risate al compagno che ancora rideva; aveva già detto che amava la sua risata?

«Va bene, tregua.» sorrise facendosi incontro al calciatore, che si strinse a lui non appena furono vicini.

«Come riesci a farmi sempre felice?» domandò Tsubasa, che ancora si chiedeva quale potere avesse il portiere della Nazionale.

«Ti conosco e so anche che ti piacerà questo.» le labbra si congiunsero, incapaci di stare lontane, incapaci di fermarsi ad una semplice unione: le lingue si erano intrecciate, accarezzandosi passionalmente; nonostante le temperature fredde, quel bacio causò loro brividi di piacere e, per la foga, si ritrovarono a terra a rotolare sulla neve che candida li ricopriva in un bianco e soffice abbraccio, lasciando su essa la sagoma del loro amore. Poco importava se si fossero presi un raffreddore, a loro bastava essere insieme per sentirsi al caldo, per sentirsi bene.

 

 

~~~~~~~~~

 

 

Il centrocampista agonizzava steso sul divano sotto strati e strati di coperte, con i brividi di freddo che ancora gli attraversavano la schiena mentre cumuli di fazzoletti giacevano a terra.

«Come ti senti?» Genzo fece il suo ingresso nella stanza, il piccolo sorriso divertito sul suo volto  gli valse l’occhiataccia del compagno.

«Bale. Ed è colpa tua.» mormorò, il naso chiuso appena appoggiato al fazzoletto, che presto si sarebbe aggiunto agli altri ai piedi del divano. Promemoria, si annotò mentalmente, mai più dare ascolto alle idee di Genzo.

Il sorriso di divertimento lasciò spazio ad uno di tenerezza e forse anche di colpa, d’altronde ce l’aveva trascinato lui lì, sulla neve. «Tranquillo, ti amo anche con il raffreddore.»

«Che paraculo.» sentenziò il giocatore dandogli le spalle; il portiere ridacchiò mentre si sporgeva verso di lui, cercando le sue labbra: Tsubasa nemmeno sapeva quanto potesse essere tenero con il raffreddore.

«Ti amo, davvero.» sussurrò facendo congiungere le loro labbra; il calciatore sorrise mentre ricambiava passionalmente il bacio: anche lui amava Genzo, ed anche se l’aveva fatto ammalare, non avrebbe mai potuto rinunciare a lui né alle sue idee idiote.

 

 

 

 

   
 
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