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Autore: stillfreeit    10/01/2018    1 recensioni
Ne hai bevuto troppo, ultimamente. Mi dissi, guardando il bicchiere mezzo vuoto. Non in senso filosofico. Quel bicchiere avrebbe dovuto essere colmo fino all’orlo, e non lo era, il che lo rendeva decisamente mezzo vuoto. Ecco. Già l’astinenza cominciava a dare i primi effetti.
Ne ho avuto molto bisogno. Mi dissi, correggendo l’affermazione precedente. Già le mani stringevano il bicchiere un po’ troppo forte. Dovevo stare attenta. Ho avuto molte richieste.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi avvicinai alla cisterna di ottone. Lo facevo spesso, negli ultimi tempi. I miei piedi erano così abituati a percorrere il corridoio che mi avrebbe condotta a quel rubinetto, che ormai non dovevo neanche perdere tempo e sinapsi a pensarci.
Sospirai profondamente, mentre con le dita aprivo il rubinetto. Il bicchiere era già sotto di esso, pronto a riempirsi.
Facevo spesso anche quello. Sospirare. Più o meno profondamente. Di regola, più il respiro diventava profondo, più avevo necessità della cisterna di ottone.
Il liquido che ormai conoscevo bene sgorgò lentamente e ben presto si asciugò. Avevo svuotato la cisterna ed avevo riempito solo mezzo bicchiere.
Accigliata, piecchiettai contro il metallo ambrato con un dito. Esso mi restituì il chiaro suono di un recipiente vuoto. Fu abbastanza magnanimo da produrre un’altra goccia ancora - una sola - prima di rifiutarsi di continuare.
Sospirai profondamente.
Avvicinai l’orecchio al muro dietro il quale si nascondeva il curioso marchingegno che sapevo - sebbene non avessi idea di preciso come funzionasse - produceva costantemente quella bevanda di cui avevo disperatamente bisogno.
Lo sentii ronzare. Funzionava. Ma non era il ronzio vivo ed aggressivo a cui ero abituata. Sembrava, in qualche modo, stanco. Stanco di produrre. Ma può un tubo stancarsi?
Ne hai bevuto troppo, ultimamente. Mi dissi, guardando il bicchiere mezzo vuoto. Non in senso filosofico. Quel bicchiere avrebbe dovuto essere colmo fino all’orlo, e non lo era, il che lo rendeva decisamente mezzo vuoto. Ecco. Già l’astinenza cominciava a dare i primi effetti.
Ne ho avuto molto bisogno. Mi dissi, correggendo l’affermazione precedente. Già le mani stringevano il bicchiere un po’ troppo forte. Dovevo stare attenta. Ho avuto molte richieste.
Che cosa avrei dovuto fare? Chiunque al mio posto avrebbe dato fondo alla scorta, chiunque sarebbe riuscito a stancare anche un povero tubo innocente!
No, non chiunque. Se chiunque avesse avuto accesso alla cisterna che ho io, be’… probabilmente non ne avrei avuto nemmeno io tanto bisogno. Sarebbe stato un mondo migliore. Il problema è che, roba del genere non si può condividere. Ce l’hai o non ce l’hai.
Se non ce l’hai - mi trovai a pensare - probabilmente vivi decisamente meglio. Non ti devi nemmeno porre il problema di offendere un tubo.
Se ce l’hai, allora il momento in cui ti ritrovi col bicchiere mezzo vuoto alla fine arriva.
Che cosa vuoi fare? Mi domandai. La verità? In quel momento avrei voluto smantellare quella maledetta macchina di ottone. Chiudere il rubinetto, spaccare il tubo. Far cessare il ronzio per sempre. Mandare tutto al diavolo. Ah! Sai che liberazione? Lasciar fluire.
E c’ero quasi. Ci sarebbero volute delle ore intere a quella cisterna, per riempirsi nuovamente. Ore in cui sarei stata completamente in balia della crisi d’astinenza, senza alcun aiuto. Già i selvaggi pensieri di sfogo si accavallavano nella mia mente come un branco di scimmie urlatrici. Era allettante, devo ammetterlo.
Di solito, quando cominciavano ad affacciarsi quei pensieri, mi rendevo conto che fosse il momento di bere. Di attingere alla cisterna.
Be’, avevo solo metà dose con me, in quel momento. Sapevo che non sarebbe bastata comunque.
La tentazione di inclinare leggermente il polso e lasciare che quel poco di nettare cadesse perso sul pavimento era forte. Molto forte. Le scimmie urlatrici, nel loro gioioso ed incontrollato baccano, sapevano essere convincenti.
Arrivai a 45° di rotazione del carpo. Ironicamente, se il bicchiere fosse stato colmo come avrebbe dovuto, probabilmente ne avrei già versato almeno qualche goccia per terra. Invece resistette, arrivando fino all’orlo, con un movimento pericolosamente ondeggiante.
Le scimmie urlatrici si spostano velocemente. Al loro passaggio, non lasciano nient’altro che disordine, spazzatura, escrementi e… vuoto. Forse, quelli senza cisterna sono abituati al vuoto. O forse, sono così fortunati che al loro il vuoto non si crea. Non lo so, non mi interessa. Io sono io ed ho la mia cisterna.
Portai il bicchiere alle labbra e lo vuotai quasi d’un sorso.
Le scimmie urlatrici si allontanarono quasi immediatamente. Tirai l’ultimo, profondo respiro.
Forse la stavo veramente finendo, quella Pazienza. Ma avrei continuato ad attingere. L’alternativa, semplicemente non sta nelle mie corde.
Per ora, quel bicchiere mezzo vuoto, me lo sarei fatta bastare.
   
 
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