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Autore: millyray    12/01/2018    0 recensioni
Ariel Martinez arriva ad Hogwarts per frequentare il quarto anno. Ma sembra nascondere un segreto, oltre al fatto che deve aiutare Harry Potter a sconfiggere il Signore Oscuro. Chi è in realtà? Da dove viene? Chi è la sua famiglia? (Storia ispirata a Came back to the hell di Ino Chan).
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO CINQUANTATRE

 

Erano due anni che non vedeva Cygnus e Abraham e quasi si era dimenticato della loro esistenza, se non fosse stato per le cicatrici che si portava addosso e gli incubi che ogni tanto lo assalivano, incubi in cui gli sembrava di essere tornato a casa della madre, sotto il comando di Voldemort. Aveva visto l’Oscuro Signore soltanto in due occasioni ma mai si sarebbe scordato di quello sguardo vitreo e serpentesco col quale l’aveva guardato, di quegli occhi scuri con uno strano bagliore rossiccio che gli sembravano la cosa più minacciosa che avesse mai visto.

  Cygnus non gli sembrava diverso, aveva lo stesso sguardo psicopatico. Ed era psicopatico, a tutti gli effetti. Abraham in qualche modo si poteva gestire se non era sotto l’influenza dell’altro, ma lo stesso Charlie avrebbe preferito non averci nulla a che fare.

  Invece ora se li ritrovava entrambi in dormitorio, con falsi nomi ovviamente perché avrebbero passato grossi guai se qualcuno avesse scoperto che i figli di due dei più famigerati e pericolosi Mangiamorte stavano ad Hogwarts; gli Auror sarebbero volati in picchiata a torturarli - fregandosene totalmente del fatto che fossero soltanto ragazzini - per scoprire dove si nascondevano i loro genitori.
  La saggia idea per Charlie sarebbe stata quella di denunciarli immediatamente al preside, o quantomeno correre a dirlo ai suoi amici, dirlo a chiunque, ma tutto ciò che riuscì a fare fu restarsene immobile nel suo letto, sotto le coperte mentre Cygnus gli si avvicinava con fare minaccioso, rigirandosi la bacchetta tra le dita. 
  “Chi non muore si rivede”, disse. “Mi sei mancato in questi due anni, devo dire. Non avevo nessuno su cui provare i miei incantesimi”. Alla battuta seguì la risata sguaiata di Abraham che se ne stava ad osservarli dal suo letto, sopra quello di Cygnus. Quest’ultimo lanciò un’occhiata di sbieco al compagno e proseguì col suo monologo: “Be’, immagino che ci divertiremo molto in questi sette anni insieme. Buonanotte, scricciolo”. E s’incamminò verso la porta del bagno.
  Ecco perché non avrebbe detto nulla. Cygnus gli faceva troppa paura. Tutto ciò che aveva dovuto passare quando vivevano a stretto contatto gli tornò alla mente vivido come se stesse succedendo in quel momento e sapeva con assoluta certezza che, se Lestrange avesse scoperto che aveva rivelato la sua identità, non ci sarebbe andato affatto leggero. Anzi, probabilmente se la sarebbe presa con qualcuno dei suoi amici.
  Quello che però poteva fare era tenerli d’occhio; era certo che Cygnus Lestrange e Abraham Greyback non si trovassero lì solo per vivere la normale vita di due studenti ad Hogwarts desiderosi di imparare. I figli di due dei Mangiamorte più crudeli non avevano bisogno di imparare. C’era qualcos’altro sotto.

  Nascose la bacchetta sotto al cuscino, come ormai faceva da quando aveva cinque anni, e si girò sperando di riuscire a dormire almeno qualche ora.

 

  John, Ted, JamesRemus e Jolie erano nella sala comune di Grifondoro a dividersi le ultime cioccorane che avevano comprato sull’espresso per Hogwarts mentre venivano lì.
  Si stava facendo tardi e tutti quelli del primo anno erano andati a letto, ed erano rimasti solo alcuni dei ragazzi più grandi.
  “E’ una fortuna che siamo stati smistati a Grifondoro tutti quanti. Avevo paura che per qualche motivo ci saremmo trovati separati”, disse James mentre scartava un’altra
cioccorana.
  “Non proprio tutti, Jamie”, gli fece notare John, al che l’altro ragazzo lo guardò stranito. “Manca Charlie”. 
 “Oh”.
A John era dispiaciuto quando aveva sentito il Cappello Parlante urlare Serpeverde e Charlie dirigersi verso la tavolata verde-argento. Gli altri tendevano a dimenticarsi di lui, forse perché era l’ultimo arrivato, ma John ormai si era affezionato a quel piccolo scricciolo mingherlino a cui aveva fatto vedere la sua collezione di statuine dei fondatori delle quattro case.
  “Comunque qui è proprio come gli altri ci hanno raccontato”, disse Jolie per cambiare discorso.
  John seguì piuttosto distrattamente il resto del discorso, troppo concentrato a pensare a cosa stesse facendo Charlie e se se la stesse cavando bene. Sapeva che non gli piaceva troppo stare fuori dalla sua comfort zone. Lo aveva tartassato diverse volte con le sue preoccupazioni nei giorni precedenti al loro arrivo ad Hogwarts, tanto che pure John aveva iniziato a temere. Non per sé, ma per Charlie.
  Non vedeva l’ora di andarsene in camera e rubare la mappa del malandrino a James e vedere quel puntino col nome di Charlie Piton scritto tra i mille altri.

 

  “Quindi i ragazzi ce l’hanno fatta”, commentò Martha seduta nella cucina di Grimmauld Place insieme al marito, a Remus e a Tonks. Malocchio Moody sostava in piedi vicino alla finestra, l’occhio magico puntato all’esterno come se ci fosse qualcosa di estremamente interessante.
  “Tutti Grifondoro!” esclamò Sirius con fare orgoglioso.
  “Eccetto Charlie”, disse Remus.
  “E’ figlio di Piton, non poteva essere altrimenti”. Questa volta Sirius era un po’ compunto.
  “E’ un peccato che ciò abbia separato i ragazzi”.
  “E’ un peccato che Charlie non abbia beneficiato dell’influenza dei ragazzi”.
  “Che intendi dire, Sirius?”
  Black si passò una mano tra i capelli. “Insomma, sappiamo che i Serpeverde non sono famosi per fare azioni… positive”.
  “Oh, non dire sciocchezze! Sei prevenuto, non tutti i Serpeverde sono malvagi. Charlie non lo è di certo”, protestò Ninfadora guardando verso la figlia che giocava con una bambola vicino allo stipite della porta, ben distante dal sentire i loro discorsi.
  “Non sappiamo nemmeno chi sia sua madre. Io scommetterei su una Mangiamorte, considerato gli ambienti che Mocciosus frequenta”.
  “Suvvia! Certe cose non sono genetiche. Sono certo che Charlie saprà fare le scelte giuste”, disse Remus e nessuno trovò nulla da replicare. Eccetto Malocchio che mugugnò qualcosa di incomprensibile allontanandosi dalla stanza sotto gli sguardi confusi di tutti.
  Emmie, dal canto suo, se n’era rimasta seduta tutto il tempo vicino alla cucina, facendo finta di essere interessata alla bambola. Erano tutti convinti che non potesse sentirli, ma i geni del lupo mannaro li aveva ereditati anche lei - sebbene in parte - e l’udito sopraffino faceva parte del corredo.
  Non le era piaciuto quello che avevano detto di Charlie. Certo, era un tipo particolare ma non era una cattiva persona. Almeno lui non faceva casino come tutti gli altri, non urlava, non bisticciava con nessuno, non faceva cose stupide. Se ne stava tranquillo per conto suo e con lui poteva parlare o semplicemente stare in silenzio quando era stanca e quando aveva mal di testa a causa della luna piena.
  E poi era il migliore amico di John e, benché non lo avrebbe ammesso a nessuno, John era il suo preferito del gruppo.

 

***

 

MILLY’S SPACE

 

Milly, ma come ti permetti di tornare dopo tutto questo tempo? E con un capitolo così corto, oltretutto?

Eh, ragazzi… la vita, la crescita, gli impegni, il lavoro, gli studi. Va be’, che ce frega a noi, direte. Niente infatti, ma così sono andate le cose.

Confesso che mi sono allontanata da questo sito per perdita di interesse. Quando si cresce si cambiano gusti e molte volte, quello che si faceva da giovani, un giorno ci appare stupido e insulso. Però queste storie, questa fan fiction, hanno fatto la mia infanzia, sono la mia storia. Qualche giorno fa, per noia, mi sono messa a rileggere le mie fan fiction e mi sono detta “perché non continuarle?”. In fondo, ho sempre odiato un po’ quegli autori che lasciavano abbandonate le proprie storie e non potevo comportarmi allo stesso modo.

 

Tuttavia, sto meditando l’idea di spostare tutte le mie storie su un blog personale. Voi che ne dite? Lo seguireste?

 

Fatemi sapere e ditemi cosa ne pensate di questo capitolo.

Baci,

M.

 

P.S. bentornati.

  

  
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