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Autore: Meramadia94    20/01/2018    1 recensioni
Sarah ha perso i suoi genitori quando era piccola, e da allora ha vissuto con la sua famiglia adottiva, composta da quattro tartarughe ed un topo mutanti, che considera rispettivamente suo padre ed i suoi fratelli. Da allora ha sempre vissuto con loro, sotto terra.
Anno dopo anno, ne sono passati dieci e molte cose sono cambiate. Ed altre ancora ne cambieranno, perché con lo scoccare dei quindici anni dei cinque ninja, inizierà una storia fatta di battaglie, onore, sacrificio, amicizia ed amore in cui spesso saranno proprio loro con la loro intelligenza ed abilità a decidere persino del destino del mondo.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ebbero tempo di farsi prendere dal dolore e dalla rabbia per l'improvvisa scomparsa di Donatello.
I mostri avevano iniziato ad attaccarli e se non volevano rischiare la morte, o qualcosa di molto doloroso, dovevano combattere.
Le bolas che avevano fatto sparire Donatello tornarono indietro, e stavolta presero Razorfist ed uno dei mostri nemici.
Stesso destino toccò a Stonebiter poco dopo.
Non sapevano cosa li avrebbe aspettati dall'altra parte, ma di certo non sarebeb stao peggio che farsi sminizzare vivi da due mostri violenti ed incontrollabili.
Leo fece andare prima tutti gli altri, poi scappò e chiuse la porta togliendo il cristallo. Anche se l'avessero presa a pugni con tutta la forza che avevano in corpo, non sarebbe servito a niente.
Alla fine del tunnel, vi era un mare di lava incandescente. E al centro, su una specie di isolotto, era costruita una città con al centro una torre nera... e appeso al soffitto un enorme cristallo.
- Che posto è questo?- chiese Sarah.
- A me ricorda l'incubo dell'altra notte...- fece Mik.
- L'ultimo posto in cui dovremmo essere... è una necropoli.- fece Quarry terrorizzato.
- Una città dei morti, in poche parole...- fece Sarah.
- E me lo dici così?!?- fece Sarah - è l'unica cosa che mi fa più paura di un film di mostri.-
- Beh, noi non ce ne andiamo.- fece Leo determinato - Chiunque sia il nostro nemico, ha commesso l'errore di catturare Donatello.-
- Scopriremo dov'è a costo di radere al suo la città!!!- fece Raph tagliando una roccia.
Nel frattempo, Leo aveva trovato il modo di scendere in città. Una funivia.
Sopra un mare di lava, e non sembrava nemmeno in condizioni ottimali. O almeno questa era l'impressione che dava.
- Ehm... io cercherei qualcos'altro...- fece Raph.
- Non aver paura è solida...- fece Leo mettendo un piede sulla passerella della navetta facendola traballare in modo sinistro - Va bene... forse scricchiola un po'.-
- Sì, certo...- fece Sarah sarcastica icnrociando le braccia - Pure il capitano del Titanic lo diceva... ma no, è solo un rumorino da niente... e due ore dopo erano tutti a mollo nelle gelide acque dell'Atlantico.-
- Ook, ora mi sono convinto...- fece Mik - Io lì non ci salgo nemmeno morto. Di gelide acque costellate da iceberg giganti se ne può parlare... ma qui c'è un mare di lava incandescente se abbiamo la sfortuna di inabbissarci!-
- Reggerà, vedrete.- fece Leo entrando all'ingresso della navetta - e sicuramente funziona con i cristalli...-
Delle urla inquietanti spinsero Quarry, Sarah, Mik e Raph a raggiungerlo.
- Che aspetti?!? Metti in moto!!!- fece Raph.
- Daidai, parti!-
Una volta che furono tutti a bordo, il leader non si fece ripetere quell'ordine due volte ed iniziarono a scendere verso la città.
Ma i mostri erano saltati sulla funivia ed avevano iniziato a colpire la navicella con violenza inaudita.
Ci fu un attimo in cui gli occupanti temettero sul serio per la loro vita, quando all'improvviso... tutto tacque. Niente più mostri, colpi feroci o urla disumane.
Ma la corda che reggeva la navicella non era resistente abbastanza per sopportare così tanto peso tutto assieme e all'improvviso e si spezzò.
- Saltate presto!!!- ordinò Leo.
La navicella, nella sua caduta venne infilzata da un' enorme stalagmite e da lì il gruppo saltò per atterrare su un terreno solido.
- Mamma mia... c'è mancato un pelo...- fece Sarah ricominciando a respirare.
- Davvero.... alla prossima gita in certi postacci, non contante su di me, chiaro?- fece Mik.
...
...
...
Passato il pericolo, iniziarono ad esplorare la città che sembrava essere stata costruita dalle stesse persone che avevano costruito la loro nuova casa, cercando di capire come trovare Donatello, Stonebiter e Razorfist.
In giro non c'era un'anima e non vi era un solo edificio che poteva definirsi integro, segno che quella città aveva parecchi millenni sulle spalle.
Avevano trovato degli scooter adatti per spostarsi, ma ve n'erano solo tre. Quarry salì dunque con Mik, mentre Sarah salì con Leo.
- Chiunque abbia edificato questa città, quasi certamente ha edificato anche la nostra tana.- fece Leo durante l'esplorazione.
- Chi se ne importa!- sbottò Raph - come prima coa vediamo di ritrovare Don, faremo i turisti più tardi.-
L'attenzione di Leo venne attirata da una figura su di un tetto.
- Aspettate... credo di aver visto qualcosa.- nel dir così, entrò nel suddetto edificio  tirandosi dietro Sarah.
Vennero aggrediti quasi subito da un fascio di luce.
Un momento dopo si ritrovarono in un posto molto diverso da dove erano entrati.
- Ahia, che botta...- fece Leo tirandosi su per poi aiutare la sorella ad alzarsi - Sarah, va tutto bene?-
- Sì... tutto a posto. Ma... dove... dove siamo finiti?-
- In un museo forse... guarda.- fece Leo indicando le '' statue'' presenti nella stanza. Sia i mostri che li avevano aggrediti  che i loro amici, erano i piedi su dei basamenti ed erano imprigionati da uno strato di ghiaccio.
Su ogni basamento era incastonato un cristallo. Alcuni erano spenti, mentre altri suonavano e brillavano proprio come quello che metteva in funzione il campo energetico di Quarry, Stonebiter e Razorfist.
- Mio Dio...- fece Sarah - credi che... anche Don sia in queste condizioni...?-
- No, a meno che tu non voglia che torni ad essere una normale tartaruga da appartamento.- fece la voce di Donatello.
I due si voltarono e videro la tartaruga dalla benda viola, sorridente e con le braccia spalancate.
Sarah corse ad abbracciarlo, raggiante come una bambina.
- DON!!! SEI SALVO!!!- fece Sarah abbracciandolo. Leo si unì a loro.
- Ci hai spaventato a morte fratello...- fece Leo - ma che succede, e cosa vuole quel...?-
- So che la cosa vi stupirà, ma sta cercando di fare un'opera buona.- spiegò Donatello.
I due lo guardarono come per chiedergli se per caso non avesse preso una botta in testa più forte di quanto non sembrasse durante l'impatto.
- Sì, aspettiamo che gli altri ci raggiungano e poi saprete tutto, ok?-
...
...
...
Quando anche Raph, Mik e Quarry ( Seppur messo sotto ghiaccio) raggiunsero il resto del gruppo, l'Entità Fantasma raccontò loro di come avesse assistito alle atrocità commesse contro Quarry e gli altri e di come avesse trovato il modo di riportarli alla normalità.  Le crisalidi in cui erano stati rinchiusi stavano ricostruendo geneticamente i loro corpi e a fine processo, avrebbero ripreso sembianze umane.
Detto ciò, anche se Michelangelo faticava a dargli fiducia, raccontò di come la città fosse stata costruita dal suo popolo, una razza pacifica, di cui era rimasto solo lui in vita. Erano legati spiritualmente alla terra e ciò li aveva sostenuti per molti millenni. Non potevano vivere in un mondo pieno di rischi e pericoli come quello sotto il sole, ma a poco a poco si erano resi conto che sopra le loro teste esistevano molte forme di vita che si eranno evolute ne corso dei secoli.
Incuriositi, avevano costruito una speciale postazione ( la loro nuova casa) per osservare da vicino tali civiltà e tali cambiamenti e studiarle.
A poco a poco però la terra, da cui dipendevano, li rinnegò e lentamente si estinsero. Tutti. Tranne uno.
- E' per questo che ho bisogno di quelle persone e che tornino alla normalità... solo loro possono aiutarmi a ripopolare la città.-
- Ma ti rendi conto di quello che gli chiedi?- fece Leo sopreso da quella piega degli eventi - Hanno la loro vita che li aspetta in superficie... una famiglia, degli amici...-
- NO!- fece l'entità - Resteranno qui. Me lo devono.-
- Ascolta, non c'è dubbio che ti saranno eternamente riconoscenti per quello che hai fatto per loro, ma...- continuò Leo cercando di farlo ragionare.
- Non intendo lasciar perire la mia città! La grande civiltà del mio popolo. E' deciso: rimarranno qui. E lo stesso farete voi.-
- Ma chi ti credi di essere....- fece Sarah quasi sibilando, disgustata da quello che sembrava un atto di grande umanità e generosità, che si era rivelato solo un atto di mero egoismo - Chi ti credi di essere si può sapere, un Dio, per disporre della vita degli altri?
Mi dispiace per quello che ti è successo, ma non puoi chiedere a queste persone di chiudersi per sempre qua sotto.-
- Io ho restituito loro la loro umanità!!!- fece il sopravvissuto - Mi devono qualcosa.-
- Sì. Hai ragione.- fece Sarah - ma c'è modo e modo di pagare un debito. Ridare qualcosa a qualcuno e chiedergli in cambio di rinunciare alla propria vita, non è un bel gesto. Non è bontà d'animo o qualcosa da imputare ad una razza pacifica... è solo una forma di egoismo.-
- Detto in modo più civile...- s'intromise Raffaello - Nessuno di noi ha intenzione di stabilirsi a vita in questo lugubre postaccio, è chiaro?!? E il discorso è chiuso.-
- Venite.- fece Donatello - Andiamo a liberare gli altri e andiamocene via.-
- Ciao ciao.- fece Mik dirigendosi verso la porta assieme ai fratelli.
L'ultimo sopravvissuto non prese bene la risposta dei mutanti e della giovane ed usò il suo amuleto per comandare il potere della terra. Dalle pareti si liberarono dei tentacoli che imprigionarono Donatello, Leonardo e Sarah impedendo loro qualsiasi movimento.
Raph fu quasi ingoiato dal pavimento.
Solo Mik aveva libertà di movimento, cosa che si rivelava molto utile, dato che tra i tanti poteri di cui disponeva quell'amuleto vi era anche quello di spostare delle lance per giocare con la tartaruga al tiro al bersaglio.
- Ragazzi... un aiutino?- fece Mik continuando a correre.
- Prendigli l'amuleto!!!- fece Don - La sua forza è in quello!!! Portaglielo via!!!-
- Prima o dopo che mi abbia infilzato con le lance?!?-
- Possibilmente prima!!!- fece Leo.
Dopo una breve lotta, Mik riuscì a disarmare il loro nemico e lo intrappolò in una delle crisalidi di ghiaccio.
Subito dopo liberò i fratelli e la sorella.
Don si avvicinò a Quarry e girò delicatamente il cristallo. La crisalide iniziò a rompersi e con essa l'aspetto da mostro di Quarry.
- Quarry ma...- fece Leo stupido.
- Sei una ragazza!!!- fece Mik.
- E con questo?!?- fece Sarah stizzita per poi dare alla nuova amica la sua giacca affinchè potesse coprirsi un po'.
- Io... sono... sono di nuovo come ero prima...- fece la giovane ancora faticando a crederci.
Sarah sorrise - Sì... venire fin qui a rischiare la vita è servito a qualcosa.-
- Adesso capisco perchè con Sarah si è subito intesa... erano tutte e due donne, ci credo!- fece Mik mentre liberava altri mostri assieme ai fratelli.
Una volta che tutti ebbero ripreso le loro sembianze, iniziarono ad uscire per tornare alla vita e festeggiare la fine di quel lungo ed interminabile incubo durato anni.
Tutto sembrava essere giunto alla fine e per il meglio... ma si sbagliavano.
Quarry ed i loro amici iniziarono a gridare terrorizzati.
Uno di loro si stava ritrasformando in un'orrida creatura.
- Cos'è successo?!?- fece Sarah mentre i fratelli riportavano indietro l'umano che si stava ritrasformando in Stonebiter. Appena tornato nella cavarna, aveva riassunto sembianze umana.
- Lui... è tornato un mostro non appena ha messo piede fuori dalla caverna.- fece Quarry - Ma come mai?-
- Io credo di saperlo...- fece Donatello incitando gli altri a seguirlo in modo da poter vedere la luna di cristallo - Ha detto... '' già da adesso mentre parliamo, il potere della luna di cristallo infonde in essi la sua energia rigenerante''. Purtroppo, i raggi della luna riescono a coprire un'area molto limitata. Di conseguenza, se qualcuno si allontana troppo, l'effetto svanisce e torna esattamente come prima.-
- Ma allora...- fece Quarry sconsolata - Non possiamo andarcene dalla città. Non riesco a crederci... alla fine ha ottenuto ciò che voleva...-
- Evidentemente, aveva previsto sin dal principio che non sareste mai rimasti qua sotto di vostra volontà... una specie di contratto capestro.- fece Sarah stringendo i pugni per evitare di andare a liberarlo dalla crisalide di ghiaccio e massacrarlo di botte.
- Troveremo una soluzione, vedrete. Don è molto bravo.- fece Leo cercando di tranquillizzarli.
Quarry però dissenti.
- No. Non possiamo chiedervi di restare. Chissà quanto tempo ci vorrebbe...- e tutti furono d'accordo con lei.
Quelle strane creature e quella ragazza, aveva già fatto molto per loro, e più di quanto fossero tenuti a fare, senza che nessuno li obbligasse, non potevano chiedere loro di '' seppellirsi vivi'' in quel posto orribile.
- E' escluso, noi non lasciamo mai le cose a metà.- fece Mik. Ok, quel posto non gli piaceva per niente ma non fino al punto di lavarsi le mani della sofferenza di quella persone come se non lo riguardasse.
- Per favore.- supplicò Quarry - Non sarebbe giusto che vi rinchiudeste qui. Credetemi. Se la soluzione è qui, noi la troveremo.-
- Io continuerò a studiare i cristalli, e scoprirò qualcosa.- giurò Donatello.
- A quel punto torneremo da voi.- aggiunse Leo.
- E' una promessa.- assicurò Raph.
...
...
...
Non era la prima volta che erano costretti a combattere, ma dalle loro battaglie erano sempre usciti vincitori. Questa volta invece avevano dovuto ingoiare il boccone amaro della sconfitta. Quelle persone erano state rapite, torturate, trasformate in bestie selvagge per colpa di un essere spregevole che aveva saputo fare solo male nella sua vita... e qualcuno ne aveva approfittato. E loro non avevano potuto fare niente per aiutarle. Pechè non sapevano come fare.
Se il tragitto per tornare a casa poteva essere visto come una veglia funebre, il rientro non fu certo gradevole. Le fogne pullulavano di soldati ninja armati di torce. Non ci voleva certo un genio per capire chi stavano cercando.
Splinter era uscito per cercare i suoi figli, ormai erano tre giorni che non aveva più loro notizie, ed iniziava a preoccuparsi. Era stato costretto a nascondersi quando aveva visto tutti quei ninja.
Una volta che la famiglia si fu riunita, fu evidente che tornare alla tana era troppo pericoloso. Dovevano uscire dalle fogne e trovare un altro posto in cui andare a nascondersi. Giusto fino a quando i ninja non si fossero stufati di cercarli e se ne fossero tornati a casa.
Non era semplice però trovare su due piedi un altro posto in cui nascondersi per qualche giorno. Perciò...
- Ciao April!!!- fece Mik dopo aver bussato sulla porta del retro bottega. La donna stava facendo una maschera di bellezza - sei molto carina così, assomigli a Raph.-
- Ti dispiace se ci fermiamo qui per qualche giorno?- fece Leo entrando nel negozio dopo Mik.
- Che si mangia per cena?- fece Raph.
- Il satellite ce l'hai vero?- concluse Don.
- Signorina O' Neil... non s'immagina neanche quanto appreziamo la sua ospitalità.- fece Splinter.
...
...
...
Poco dopo, quando la proprietaria del negozio fu informata del fatto che nelle fogne c'erano troppo ninja determinati a far loro la pelle, e vedendo l'occasione di sdebitarsi con gli amici per averla salvata quando era lei ad essere in pericolo, non si fece pregare per la richiesta di ospitarli in casa propria per qualche giorno.
- Sei mia ospite...- fece April trovando Sarah in cucina mentre metteva gli spaghetti in una padella di sugo di pomodoro con uova e tonno, le uniche cose che aveva trovato nella dispensa che non fossero scadute - non dovresti lavorare.-
- Sì, invece. Ti siamo piombati in casa senza preavviso, il minimo che posso fare è dare una mano come posso...-
- Posso assaggiare?- fece April indicando il sugo.
Sarah annuì. April usò un cucchiaino da caffè per assaggiare la creazione della ragazza - E' buonissimo, complimenti... cucini quasi meglio di me.-
- Grazie.- fece Sarah mettendosi una ciocca di capelli, sorridendo con innocente vanità.
- Sei proprio brava... non so come fai.-
- Beh, non è stato difficile... riscaldi il sugo di pomodoro, prendi le uova, le fai sode, le sgusci, prendi il tuorlo, lo schiacci assieme al tonno...-
- Non mi riferisco alla cena.- fece April - Dieci anni nel sottosuolo. Hai solo quindici anni... al tuo posto chiunque andrebbe fuori di testa, inizierebbe a scalpitare per uscire e vedere il mondo... tu invece non fai una piega. Come fai?-
- E' semplice.- fece Sarah saltando gli spaghetti - Quando non hai niente, non hai niente da perdere. Ed io non avevo niente: non ho più genitori, non ho memoria di un familiare o di un amico di famiglia che ci abbia mai fatto una visita, c'era solo l'assassino della mia famiglia che magari mi stava cercando... Leo e gli altri sono stati la mia benedizione. Con loro ho una casa, ho una famiglia, ora ho anche degi amici... tutto sommato poteva andarmi peggio. Potrebbe andare peggio. Non ho diritto di lamentarmi.-
- Che vuoi dire?-
- Per colpa di Shredder...- fece Sarah con gli occhi che tremavano - Ci sono delle povere anime prigioniere nelle viscere di New York.
E per colpa di un mezzo matto, non possono fare più di cento passi senza trasformarsi in orridi mostri privi di controllo. A me è andata bene: ho la mia umanità, posso uscire di tanto in tanto ed avere quel che si dice una vita normale, e non ho timore di trasformarmi in una creatura ripugnante da un momento all'altro mentre cammino per strada... come vedi, c'è di peggio a questo mondo. Non vale la pena lamentarsi di qualcosa, sapendo che sei già fortunata ad avere quello che hai.-
April sorrise.
Aveva solo quindici anni, ma parlava con una saggezza che andava al di là della sua età.
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..
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April aveva insistito perchè almeno lei dormisse in una stanza propria. C'era una stanza che teneva sempre pulita ed in ordine nel caso sua sorella minore Robin venisse a farle una sorpresa dalla California per una semplice visita di cortesia o per '' nascondersi'' da lei quando litigava con i loro genitori.
Il caso voleva che Robin e Sarah avessero più o meno la stessa taglia, quindi vi erano anche dei vestiti di ricambio nell'armadio e un pigiama.
La ragazza se ne stava sdraiata sul letto già da un po', a pensare alle persone che avevano lasciato nel sottosuolo, facendo voto di tornare appena trovata una soluzione al loro problema.
Quarry le aveva lanciato un'occhiata piena di speranza, ma anche piena di malinconia... lo sguardo di una persona che aveva assaggiato per un attimo l'illusione di poter tornare alla vita, per poi venire delusa.
'' Tornerai da me, non è vero?''- i suoi occhi dicevano questo mentre si allontanavano definitivamente dalla città antica per tornare alla loro casa.
- Ritornerò.- fece Sarah alzandosi per guardare fuori dalla finestra - Te lo prometto, amica mia. Tornerò.-
In quel momento, sentì bussare alla sua porta.
- Avanti...- fece Sarah. Sulla soglia apparve suo padre.
- I tuoi fratelli mi hanno raccontato tutto quello che è successo nel sottosuolo.- fece Splinter - Mi dispiace molto per quelle persone... costrette a rimanere là sotto... da qualcuno che sembrava un salvatore, un benefattore e che invece si è trasformato nel loro carceriere...-
- Sì... è una cosa davvero orribile. Non ti dico la sensazione di rabbia e di sconfitta che abbiamo in corpo, per non poter fare niente per aiutarli.- fece Sarah sedendosi sul letto.
- Sarah... io credo di doverti chiedere perdono.-
La ragazza lo guardò senza capire - Per cosa?-
- Lo sai. Io e i tuoi fratelli non siamo la norma in questo mondo, quindi per molti, moltissimi anni non ho fatto altro che ripetere di non farsi mai vedere in superficie.- fece Splinter - Tu invece sei umana e non corri pericolo rispetto a noi... ma ti ho costretta alla prigionia, malgrado tutto.-
- Padre...-
- Mi dispiace per questo. Credimi quando dico, che chiedo perdono a Dio, ai tuoi poveri genitori, e a tutti i santi che conosco per averti condannata a questo orribile destino, ogni giorno... ma cercavo solo di essere un padre equo.-
- Non devi dire così... tu mi hai allevata. Mi hai insegnato tante cose, a distinguere il bene dal male, a pensare con la mia testa... tutto quello che ho lo devo solo a te.-  fece Sarah stringendo una mano al topo - Io sono felice con voi e non oserei davvero chiedere di più.-
- Adesso ti basta, adesso sei felice tesoro...- fece Splinter - Ma cosa penserai, quando fra tre anni... le tue coetanee andranno al college, e tu non avrai nemmeno iniziato il liceo, perchè non potrai iscriverti a nessuna università senza dei documenti o una licenza superiore? Tremo all'idea di vedere il rancore e il risentimento nei tuoi occhi per tutte le possibilità che ti ho...-
- Non succederà mai.- fece Sarah sgranando gli occhi - Un grande saggio una volta ha detto di non cercare la felicità al di fuori di sè stessi, perchè questa ricerca è la causa stessa dell'infelicità.-
Splinter l'abbracciò. Non era certo che tra tre anni tutto sarebbe rimasto com'era in quel momento, ma i tre anni successivi erano ancora molto lunghi e molte cose sarebbero potute cambiare.
- I tuoi fratelli mi hanno anche detto che sei riuscita ad impedire uno scontro con solo la forza della parola.-
- Erano delle povere vittime...- fece Sarah - Ed avevamo in comune un nemico. Non mi sembrava giusto.- E poi lo dice anche il precetto Rei: Gentile cortesia.-
Splinter le sorrise orgoglioso. Quel precetto, sembrava rispecchiare il dono che aveva appena scoperto la figlia avere. Il Rei, diceva che un buon soldato si faceva rispettare non per la sua forza, ma per come interagiva con gli altri, fossero essi amici o nemici. E che il miglior combattimento era quello che si poteva evitare.
- E' il tuo dono migliore. Ricorda. Tu sei un' abilissima kunoichi, ma non perchè riesci ad imparare molte cose senza faticare, perchè sei la più agile della tua squadra o perchè sai usare bene le armi. La tua forza è nel tuo cuore gentile. Non dimenticare mai di evitare i combattimenti quando puoi, e sarai felice.-
Ma dal giorno seguente, sarebbe stato quasi impossibile seguire quel precetto come sarebbe stato impossibile non cedere ai propositi di vendetta e all'odio sanguinario.
  
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