Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: fmartinuz    21/01/2018    0 recensioni
La battaglia di Mustafar ha sancito la nascita di Darth Vader. Il nuovo Impero Galattico ha soppiantato la Repubblica proseguendo nell'opera di distruzione definitiva delle sacche di resistenza separatista. Darth Sidious ha ottenuto il controllo totale su un Senato azzoppato e si appresta ad affidare al suo allievo, Darth Vader, una missione di recupero che potrebbe permettere all'ordine dei Sith di riconquistare il vecchio potere...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Palpatine/Darth Sidious, Yoda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il trasporto da Mustafar era stata un’esperienza mistica. Un limbo di dolore nel quale sottili cartilagini lo trattenevano ancorato alla vita. La vasca di bacta in cui era stato immerso dopo il duello leniva appena le sofferenze della carne e i suoi occhi socchiusi, cerchiati da pesanti bruciature, si muovevano pigramente come alla ricerca di un appiglio tra i fluidi del medicamento. Ruotando lo sguardo verso destra vide che gli mancava buona parte del braccio ed eseguendo lo stesso movimento verso sinistra scoprì che anche l’arto gemello aveva subito la stessa sorte. Questa nuova consapevolezza lo riempì di disgusto verso sé stesso e gli fece provare un odio sordo e implacabile verso il suo maestro. Verso colui che pazientemente lo aveva condotto lungo le vie della Forza e lo aveva così abilmente addestrato prima di abbandonarlo inerte e sanguinante ai bordi di un fiume lavico: Obi-Wan Kenobi. Una rinnovata furia gli squarciò il corpo e la mente e l’impatto fu talmente potente sui suoi nervi da fargli perdere i sensi.
 
*
 
- Maestro, cosa ha intenzione di fare? – esclamò allarmata Ahsoka Tano estraendo la spada laser.
Anakin Skywalker lanciò uno sguardo alla sua giovane padawan prima di guardarsi attorno. Si trovavano all’interno di un’arena ovale circondata da spalti ascendenti gremiti di gente, anche se Anakin non riusciva a capire a quale razza appartenessero. Vedeva delle figure indistinte dai confini informi che avrebbero benissimo potuto essere dei coruscantiani come anche dei mandaloriani. Inoltre non si ricordava come avevano fatto, lui e la sua allieva, a trovarsi in quella situazione. Stava riflettendo sul motivo della loro presenza quando una scarica di laser si abbatté sul masso roccioso dietro il quale si stavano nascondendo. L’offensiva, ebbe modo di appurare, proveniva da un gruppo di droidi da guerra separatisti che stavano incessantemente avanzando verso la loro posizione.
- Maestro! – urlò la padawan con una punta di agitazione nella voce come per richiamarlo violentemente dal mulinello di pensieri in cui era stato trascinato.
- Ho capito Ahsoka! Non starmi troppo addosso! Dobbiamo fuggire da questa arena visto che siamo in netta minoranza. Sul lato opposto a dove ci troviamo ho visto un portone di metallo che potremo facilmente aprire con il laser delle nostre spade – disse Anakin. – Il modo migliore per raggiungerla è adottare una manovra elusiva accerchiante…
- Quindi li attacchiamo, Maestro? – chiese Ahsoka confusa.
- No. Intendo dire che dobbiamo stare rasenti i muri dell’arena e seguirli fino a che non ci troveremo dall’altra parte. Non attaccare i droidi. Limitati a respingerne i colpi con la spada laser. Io prendo a destra e tu a sinistra. Ci vediamo dall’altra parte, va bene? – spiegò Anakin
Ahsoka annuì e senza dir nulla seguì le indicazioni del maestro. Anakin fece lo stesso e iniziò a percorrere di gran carriera il terreno che costeggiava il muro mentre i droidi, essendosi accorti del movimento dei jedi, avevano iniziato a sparare loro contro mancando il bersaglio. Le ottime doti di agilità di Ahsoka e Anakin permisero loro di eludere il blocco droide e di ricongiungersi come stabilito di fronte al portone metallico. Anakin estrasse la spada laser e fece penetrare la lama nel morbido metallo iniziando a tracciare un cerchio mentre Ahsoka gli copriva le spalle respingendo il fuoco dei blaster. Stava per chiudere il cerchio, aprendo una via di fuga, quando, girandosi verso la sua padawan, Anakin vide che al suo posto c’era Padmè.
- Padmé! Cosa ci fai qui? Che fine ha fatto Ahsoka? Tu non… -
I contorni dell’arena cominciarono a distorcersi dietro le spalle di Padmè e i droidi si squagliarono come fossero stati immersi in un lago bollente. Tutto intorno ad Anakin cominciò a girare e il jedi sentì mancare il terreno sotto i piedi. Iniziò a precipitare e a precipitare come risucchiato nello spazio profondo e nell’infinita caduta la spada laser gli sfuggì dalle mani perdendosi nell’indistinto buio in cui era intrappolato. All’improvviso vide attorno a sé bagliori di fuoco che si mischiavano a scariche elettriche. Una spada laser verde brillò nel buio e subito dopo si spense inondando lo spazio intorno ad Anakin di un costante brusio. Un tonfo e fu tutto ancora più buio.
 
*

Anakin riaprì gli occhi e si trovò disteso su un prato verdeggiante; gli occhi rivolti verso un cielo azzurro che trasmetteva pace e rilassatezza. Guardò alla sua destra e, inginocchiata tra i fiori che punteggiavano il pendio erboso, vide la dolce figura di sua moglie Padmè. Alle sue spalle sorgeva imponente e maestoso un palazzo che rifletteva quasi con fierezza la luce del sole e Anakin capì di trovarsi su Naboo.
Inondato da una formicolante sensazione di gioia chiamò a se Padmè che, alzandosi, rivelò il gonfiore della pancia e, vedendo la felicità negli occhi del marito, accennò in risposta un sorriso compiaciuto e complice, come se il bambino che portava in grembo fosse l’esito di una qualche loro scappatella proibita. Lentamente attraversò il prato e raggiunse Anakin baciandolo non appena lo ebbe a portata di labbra.
- Hai già pensato al nome, Ani? – chiese divertita Padmé.
- Siamo già arrivati a quel punto? – domandò a sua volta Anakin.
- Ormai non manca tanto al parto, direi che sarebbe opportuno che ci pensassimo. -
- Sinceramente, Padmè non ci ho ancora pensato…è tutto così strano in realtà. -
- Cosa è strano Anakin? – chiese sulle spine la senatrice.
Anakin tacque un momento. – Tutto questo è strano. È come se non fosse reale. –
- Così mi spaventi, tesoro. Come puoi pensare una cosa simile – disse Padmè mordendosi le labbra nervosa – Cosa c’è di più reale di questo? Ci sono io, c’è il palazzo dietro di me, c’è l’intero pianeta di Naboo a dimostrarti che è tutto vero. E poi c’è il bambino…toccalo. -
Anakin guardò con timore negli occhi Padmè, poi con estrema lentezza, quella stessa mano che fino a poco prima non gli era sembrata altro che un moncherino bruciato, si mosse in direzione della pancia della donna che, dopo sua madre, più aveva amato nella sua vita. Quella stessa donna per la quale avrebbe mosso mari e monti e per cui avrebbe distrutto l’intera Repubblica pur di proteggerla. Non appena la punta del suo dito indice sfiorò l’evidente gonfiore di Padmè, il mondo si stravolse ancora una volta. Il volto di lei lasciò spazio ad un viso incorniciato da una familiare barba marrone…
- Tu! Dovresti essere morto per mano mia! Cosa ci fai qui? – sbraitò Anakin tastando il terreno alla ricerca della spada laser della quale tuttavia non c’era traccia. In un batter di ciglia l’elegante e sensuale abito di fine seta di Padmè lasciò spazio ad una tradizionale veste jedi di tela bianca grezza e da sotto il cappuccio alzato fece capolino il volto beffardo di Obi-Wan Kenobi.
- Sei tu che mi hai portato qui Anakin, io non ho chiesto di presenziare al banchetto dei tuoi rimorsi – esordì Obi-Wan.
- Non so di cosa tu stia parlando – risposte Anakin.
- Mio malgrado sto parlando proprio di te. Sei pieno di rimpianti e di rimorsi e non te ne accorgi nemmeno. Ti conosco bene Anakin, c’è ancora del buono in te. Probabilmente in questo momento è l’Anakin che ho sempre conosciuto, quello buono e altruista, che ti sta parlando assumendo le fattezze del tuo maestro. Abbandona la via del Lato Oscuro, lascia Darth Sidious e rifonda l’Ordine dei Jedi; io sarò al tuo fianco. Non lasciare che la Galassia finisca nelle mani di un tiranno malvagio disposto a sacrificare miliardi di vite per i propri interessi. Recupera la via del Lato Chiaro, Anakin. -
- È troppo tardi. –
- Ma tu sei il Prescelto – disse Obi-Wan.
- Smettila con questa storia del Prescelto, è un’invenzione di voi jedi – lo aggredì a parole Anakin.
- La profezia non mente. Sei il prescelto, colui che riporterà l’equilibrio nella Forza – insistette Obi-Wan.
- Ci sarà equilibrio quando io ti ucciderò! E lo farò, dovessi rincorrenti fino al limite ultimo dell’Orlo Esterno della Galassia. –
- Non sei nelle condizioni di farlo. Sei un cyborg morente attaccato ad un respiratore. –
- Questo è tutto da vedere – disse Anakin contraendo la bocca in una smorfia che mescolava odio, disgusto e desiderio di vendetta. Anakin serrò le dita e sferrò un pugno in pieno volto a Obi-Wan che si dissolse in una nuvola di vapore lasciando Anakin con il braccio teso a mezz’aria. Non appena alzò gli occhi verso l’alto vide che il palazzo non c’era più. Il prato su cui fino a poco prima si era trovato fianco a fianco con Padmè si era trasformato in una indistinta distesa di cemento. Si alzò da terra e una fitta pioggia cominciò a battere sulla dura superficie e sul suo corpo. Anakin si accorse che le gocce che venivano a contatto con la pelle lasciavano delle piccole bruciature in corrispondenza del punto in cui erano cadute. La pioggia iniziò a disintegrare le vesti del jedi che si trovò ben presto alla mercè delle intemperie, a petto nudo sotto una pioggia acida e corrosiva che lo stava deturpando. Anakin iniziò a correre su quella arida spianata alla ricerca del più vicino riparo possibile, mentre l’intensità della precipitazione aumentava e le stille di pioggia gli scorticavano la pelle esposta. Nessun riparo, nessuna nicchia, nessuna grotta o tettoia venne in suo soccorso e Anakin, stremato dalla corsa e dal picchiettare distruttivo della pioggia, appesantito dal ricordo di Ahsoka e Padmè, infiacchito dall’odio cieco verso Obi-Wan, si trovò disteso sul terreno. Chiuse gli occhi, abbandonandosi alla tormenta distruttiva, aspettando che la pioggia consumasse il suo corpo…
 
Riemerse dal sonno con un sussulto e, nel breve momento che seguì, riuscì a vedere solo una maschera nera e scura calare sopra il suo volto.
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: fmartinuz