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Autore: Yuna_19    23/01/2018    1 recensioni
Piccola One shot senza pretese che prende in considerazione i pensieri e i sentimenti di Victor, che l'hanno portato a decidere di fare da coach a Yuuri e di come quest'ultimo è riuscito a mostrargli qualcosa che prima Victor non riusciva neanche ad intravedere: la vita e l'amore.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La luce alla fine del tunnel




 

Vuoto, vuoto e solo vuoto. Da questo era sempre stato circondato, e anche da delle voci che urlavano il suo nome come un mantra, rimbombando nell’aria. Quando era più giovane la cosa non lo toccava minimamente. Pattinare era il suo unico scopo nella vita, nient’altro. 
Ci si poteva sentire da soli anche se c'erano centinaia di persone che ti acclamavano?  Era sopra un piedistallo. Che ci si fosse arrivato per sua volontà o meno, poco importava.  Era un trono che si trovava talmente in alto da farlo sentire estraneo al mondo intero. 
L'unica cosa positiva è che poteva osservare quello intorno a lui in tutta la sua interezza, tuttavia non riusciva a toccarlo; non riusciva a prendervi parte pienamente. Come se si trovasse dentro una bolla di vetro. 
Il pattinaggio era l'unica cosa che lo faceva avvicinare di più a quel mondo in cui non si sentiva di appartenere. Non riusciva a colmare quella distanza. Voleva sorprenderlo così che lo amasse ancora di più, da non dimenticarsi di lui. 
Ma appena lasciata la pista, la magia terminava e la bellezza da lui creata attraverso la sua danza finiva solo per travolgerlo e portarlo ancora più in alto, aumentando quella lontananza che odiava con tutto se stesso. Lentamente anche l'unica cosa che più aveva amato lo stava divorando. 
Tuttavia non poteva far vedere che quello per lui era problema; doveva sorridere, mettere su una maschera e fingere che andasse tutto per il meglio. 
Se il suo scopo era voler appartenere a loro, bisognava che vedessero solo la sua parte migliore, anche se questo significava sacrificare molte altre parti di sé. Sinceramente ormai non gli importava neanche più.
Dopo l'ennesima vittoria, si convinse che dal quel piedistallo non sarebbe più sceso e che sarebbe stato, nello stesso momento, sia la sua gloria che la sua rovina. 

Con sua sorpresa, però, vide una luce a una delle feste che molte volte venivano organizzate. Uno di quei festeggiamenti in cui si era autoimposto di andare e di far credere che lo divertivano anche se l'unica cosa che voleva era andarsene, sbattendosene dei giudizi che sarebbero nati da un atto del genere da parte sua. 
Quella volta la luce gli si avvicinò di sua spontanea volontà, senza paura e ne freni a fermarla, come se non temesse  di percorrere quella distanza che in precedenza aveva spaventato molti. Voleva conoscerlo per quello che era. 
La cosa lo riscaldò come nulla aveva mai fatto in tutta la sua vita e si convinse che forse qualcosa di buono esistesse davvero. 
Ricordava ancora di quella luce calda su cui aveva posato gli occhi, troppo particolare per farsela sfuggire, ma qualche giorno dopo questa appena seppe della sua vicinanza, scappò via come spaventata. Temette, allora, di aver osato troppo. 
Deluso e amareggiato, si arrabbiò con se stesso per aver solo sperato in qualcosa che non sarebbe mai stata sua. 

Passò il tempo e lui, nonostante le vittorie che ottenne una dietro l'altra,  sentiva che una voragine si stava formando nel suo petto, sempre più profonda.
Fu nella sua casa -in quel rifugio in cui poteva far cadere la maschera senza temere il giudizio di alcuno- che rivide quella luce, la sua luce, attraverso un video. 
La familiare coreografia che vide, lo spinsero a credere che quel messaggio era riferito a lui e a lui soltanto. 
Decise che avrebbe seguito quella speranza, anche se piccola e sfuggevole. Ci avrebbe creduto; avrebbe tentato. 
Fu cosi che partì, lasciandosi tutto alle spalle, incurante delle conseguenze. 

Appena mise nuovamente gli occhi su quella luce, notò che era meno luminosa di come se la ricordava, ma il calore e la dolcezza che trasmetteva, quelle erano rimasta immutate. 
Per una volta, sarebbe stato lui a venire incontro a qualcuno e a fare la prima mossa, stufo di dover aspettare. 
Fu in quell’occasione che la sua piccola e dolce luce, che man a mano prendeva sempre più forma, gli fu riconoscente tanto che più tempo passava in sua compagnia, più conosceva parti di sé ormai dimenticate e rimaste sopite per troppo a lungo.
Però, non fu quello il regalo più grande che gli fece. No, lo aiutò a scoprire una cosa che neanche la luce stessa conosceva fino in fondo: l'amore. Un sentimento caldo e soffice che stava sbocciando tra loro, diventando sempre più forte. 



~



 

Victor aprì leggermente gli occhi, destato dal fruscio delle lenzuola e dal movimento di una figura accanto a sé. Affondò la faccia nel cuscino, percependo l'odore dell'altro e questo lo fece sorridere. 
Allungò le braccia alla cieca, afferrando quel corpo caldo e portandoselo contro il petto. Iniziò a baciare la linea del collo, incurante dei piccoli sospiri che nacquero da quelle sue attenzioni. 
"Victor" un piccolo gemito venne seguito da molti altri. Victor non riusciva a smettere di accarezzarlo e di baciare quella pelle morbida, lasciando dei piccoli segni al suo passaggio. 
Yuuri si voltò, rompendo momentaneamente il contatto. 
"Buongiorno" sussurrò il ragazzo più giovane baciandolo sulle labbra, per poi affondare la testa nel suo petto. 
"Buongiorno moya lyubov" esalò con ancora gli occhi socchiusi. Portò una mano ad accarezzare i capelli neri dell'altro perdendosi nella loro morbidezza. Victor non riuscì a trattenersi oltre e affondò il naso in quella chioma, inspirando il suo profumo. 
Yuuri allora decise di alzare il capo, incontrando gli occhi azzurri e cristallini dell'altro. "Cosa c'è?" Chiese portandosi ancora più vicino, non volendosi allontanare dal calore dell'uomo. Sentiva che qualcosa lo turbava ed ebbe la conferma nel sentirlo irrigidirsi alla sua domanda. 
Victor abbassò la testa incontrando lo sguardo attento di Yuuri, registrando qualche secondo dopo la frase dell’altro. 
“Niente” sorrise Victor.
“Non mentire” gli occhi scuri di Yuuri si fecero seri e pizzicò il fianco di Victor, sdraiato accanto a sé “parlami” 
Gli occhi chiari del russo si allargarono di tre misure, sorpreso del tono dell’altro e dal fatto che avesse subito capito che qualcosa gli ronzava in testa, non lasciandogli tregua. “Pensavo,” ammise e, sotto lo sguardo interrogativo del ragazzo sotto di sé, si costrinse a continuare “pensavo alla prima volta in cui ci siamo incontrati e abbiamo, diciamo, parlato”
Aldilà di ogni sua aspettativa, le guance di Yuuri si colorarono di una tenue tonalità di rosso.
“Non osare parlare di quella festa, ti prego” disse, nascondendo imbarazzato il viso nel petto dell’uomo, incapace di frenare i ricordi di quella sera, di come si era reso ridicolo. Victor rise genuinamente alla timidezza del ragazzo.
“Sai” continuò ignorando i lamenti dell’altro “se non ti avessi incontrato, non so dove sarei in questo momento” 
“Che cosa vuoi dirmi?” Chiese alzando il viso.
“Che mi hai cambiato, moy malen’kiy svet” disse guardandolo intensamente. 
“Luce?” Riuscì a capire cosa gli avesse appena detto grazie ai suoi studi sulla lingua russa, e il cuore di Yuuri incominciò a battere freneticamente.
“Sì, sei la mia piccola luce amore mio. Ti ringrazio per essere entrato nella mia vita” lo abbracciò di slancio, chiudendo quella piccola distanza tra di loro.
“Victor…” boccheggiò Yuuri, sorpreso dal comportamento, ma soprattutto dalla rivelazione così sdolcinata del compagno. Lo allontanò abbastanza da prendergli il viso tra le mani -l’anello che portava all’anulare sembrò brillare in aspettativa- e appena vide il viso crucciato dell’uomo, non poté che sorridere in risposta a quel piccolo broncio. 
“Anche tu hai stravolto la mia vita. Intendo letteralmente stravolto” marcò la parola dandole enfasi “e non sai quanto la cosa mi renda la persona più felice di questo pianeta” 
“Davvero?” Gli occhi di Victor si fecero lucidi. 
“Ti amo, non dimenticarlo mai” aggiunse Yuuri, con le guance ancora più rosse, regalandogli un bacio lieve che conteneva tutto. 
“Ti amo anch’io” quasi urlò Victor baciandolo con passione, postandosi poi sulla pelle morbida del collo, marchiandola con leggeri morsi. 
“Avrei una richiesta adesso” disse il russo.
“Quale?” chiese Yuuri prendendo fiato. 
“Voglio fare ancora l’amore con te Yuuri” piagnucolò come un bambino, sapendo benissimo che avrebbe ottenuto quello che voleva.
“Victor!” urlò quasi, troppo imbarazzato per la richiesta così diretta, ma non poté trattenere le risate quando il suo compagno lo abbracciò, portandoli a iniziare a fare una piccola lotta tra le lenzuola, che non avrebbe mai visto un vincitore.





moya lyubov = amore mio
moy malen’kiy svet= mia piccola luce



   

Note autrice:
Innanzitutto vi ringrazio se siete arrivati fino a questo punto. Prima fanfiction in assoluto che scrivo sul mondo di Yuri on Ice. Mi auguro di aver trasmesso qualcosa, di essere stata chiara e di non aver travolto i caratteri dei personaggi.
Con questa storia ho voluto raccontare i sentimenti di Victor e la loro evoluzione dal suo incontro con Yuuri. Spero che vogliate dirmi cosa ne pensate, sia pareri positivi e negativi sono ben accetti, basta che questi ultimi siano costruttivi. Vi ringrazio ancora e spero di rivederci presto.

  
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