Affezionate lettrici e affezionati lettori, il momento è finalmente arrivato. Dopo quasi un anno dall’inizio della pubblicazione, finalmente saprete chi è l’assassino a cui il nostro Choji sta dando disperatamente la caccia.
...però, prima di cominciare, c’è una piccola richiesta che vorrei fare a tutti voi. Nel caso vi andasse di lasciare una recensione, vorrei chiedervi di NON fare spoiler (ovvero, di non citare il colpo di scena dell’identità del colpevole nella recensione), così da evitare gli spoiler a coloro che decidessero di leggere le recensioni prima del capitolo stesso. Eventualmente, se avete dei dubbi sulla soluzione del mistero, potete espormeli in privato, e io sarò ben lieto di rispondere :)
E adesso, buona lettura a tutti!
...
...
...
17.
Adesso
so chi è il Mascheratore.
In
un modo o nell'altro, il piano alternativo che avevo escogitato mi
aveva
portato alla soluzione del mistero. Per quanto assurda fosse.
Più ci ragionavo sopra e più ogni tassello del
puzzle andava al suo posto, a cominciare
dagli indizi che non ero ancora riuscito ad abbinare.
Nella
teoria che si era appena formulata nella mia testa, tutto aveva
perfettamente
senso.
Guardai di nuovo l'orologio a pendolo. Mancavano meno di quindici
minuti alla
mezzanotte: se un attimo prima mi sembravano pochissimi, ora erano
più che
sufficienti per mettere a nanna il killer, impacchettarlo e consegnarlo
agli
ANBU, prima che questi invadano l'orfanotrofio.
Avevo solo da scegliere in che modo neutralizzarlo, ma era una
decisione di
poca importanza ormai.
Vediamo un po'... Un pugno gigante a
tradimento sarebbe la soluzione più rapida... Aspetta
però, e se anche dopo
essere stato a nanna continua a mantenere il suo travestimento? Corro
il
rischio che gli altri orfani e anche gli ANBU non mi credano! Mmh,
prima allora
dovrei indurre il killer ad ammettere la sua vera identità
davanti a tutti... A
pensarci bene, non importa! Sono strasicuro che il Mascheratore sia chi
penso
io, solo questo conta! E la prova è proprio qui, sulla punta
delle mie dita!
Non
che ce ne fosse bisogno, ma osservai ancora una volta le poche gocce
che avevo
asciugato dal mio viso.
Se mi avessero predetto il futuro non ci
avrei mai creduto. Una volta tanto, piangere mi è servito per
davvero a
qualco...
"Qual è, esattamente, il motivo per
cui stavi piangendo?"
Era la domanda che Kakashi-sensei mi aveva posto all'alba della mia
partenza da
Konoha, davanti alla tomba di Asuma-sensei. A furia di parlare di
lacrime, era
inevitabile che mi tornasse in mente.
Avevo promesso a me stesso che ci avrei ripensato sopra, ma quello non
era il
momento ideale.
...oppure, lo era?
Che domanda stupida! Stavo rivivendo il
momento in cui Asuma-sensei era morto, per quale altro motivo... No, un
momento, non era per quello.
Era... anzi, è. È la paura. La paura che provo
sempre dal giorno in cui
Asuma-sensei ci ha lasciato.
"Da quel giorno ho sempre paura...
che anche le altre persone a cui voglio bene possano morire in
battaglia.” Ecco
cosa stavo per dire quella mattina ad Asuma-sensei, prima di scoppiare
a
piangere. Da quel giorno, non c'è stata missione in cui io
non mi sia
preoccupato, prima di ogni altra cosa, della sicurezza di Ino e
Shikamaru. Non
posso accettare l'idea di perdere anche loro, ma allo stesso tempo ho
paura di
doverlo fare...
"E come mai, a differenza del povero
Asuma, le tombe di Ino e Shikamaru non sono ancora state scolpite?"
Era la seconda domanda posta da Kakashi-sensei. Per assurdo, la
risposta alla
prima domanda valeva anche per questa.
Danzou mi ha dato l'ultima
possibilità di
restare un ninja per colpa del mio pessimo rendimento nelle missioni...
ma è
proprio grazie alle mie preoccupazioni, alle mie obiezioni, alle mie
eccessive
precauzioni, se Shikamaru e Ino sono... ancora...
Inevitabilmente,
si insinuò nella mia testa la possibilità che
avessi preso un granchio. Se il
Mascheratore non era chi pensavo che fosse, avrei condannato a morte
tutti gli
altri orfani innocenti. Gli ANBU avrebbero sterminato tutti senza
pietà, e io
non avevo il potere di impedirglielo.
Devo... Devo almeno riuscire a mettere al
sicuro quelli che sono rimasti nei dormitori! ...così
però perderei dei minuti
preziosi! Allora... Allora no, devo rischiare... e sperare che vada
tutto
bene...
"Non perdere di vista la cosa più
importante."
Kakashi-sensei mi aveva detto queste parole, prima di pormi quelle due
domande.
La cosa più importante...
Il motivo per cui stavo piangendo...
Il motivo per cui Shikamaru e Ino sono ancora vivi...
...adesso capisco. In vita mia, io non ho
mai considerato l'idea di mettere in gioco le vite dei miei amici. Non
l'ho mai
fatto... e non lo farò neanche stanotte. Anche a costo di
fallire la missione,
io non tradirò mai ciò che sono.
Guardai un'ultima volta l'orologio. La posizione delle lancette,
adesso, non mi
importava più.
Per
prima cosa, mi avvicinai all'ancora scossa Signorina Hiromi.
-Mi scusi- le dissi, indicando il mazzo di chiavi che aveva lasciato
sulla
scrivania -queste sono le chiavi di tutte le stanze dell'orfanotrofio,
giusto?
-Co-come? ...s-sì, di tutte le stanze. Perc...
Afferrai il mazzo, e con tutto il fiato che avevo in corpo corsi su per
le
scale fino al secondo piano, aprii le porte di entrambi i dormitori ed
accesi
le luci, per controllare che tutti gli altri orfani fossero ancora nei
loro
letti.
...non manca nessuno. Benissimo.
Entrai nel dormitorio femminile, corsi fino in fondo alla stanza e
spostai gli
armadi di fronte alla finestra per sbarrarla completamente; poi uscii,
chiusi a
chiave la stanza, andai in bagno e spinsi fuori un armadietto, che usai
per
sbarrare ulteriormente la porta.
Quindi, ripetei le stesse cose per il dormitorio dei maschi.
Avevo appena terminato, quando con la coda dell'occhio vidi Yori
raggiungermi
infuriata.
-Ti ha dato di volta il cervello, Choji? Riapri subito quella...
Senza spiegarle alcunché la presi per mano e la riportai con
me nell'atrio,
dove gli altri erano rimasti fermi ad aspettarci.
-La vuoi smettere di fare cavolate?!- mi gridò Iwao in
faccia, non appena ci
vide tornare -è appena arrivato l'elenco delle punizioni che
dovremo scontare
per colpa tua, vuoi che la Signorina Azumi ne aggiunga ancora?!?
Dicendo quello Iwao indicò l'altro lato della stanza, dove
Isoka se ne stava
immobile e con un'espressione gravissima in volto. Nelle piccole mani
tremanti
teneva stretto un lungo foglio di carta.
-Sarebbe quello, l'elenco?
Isoka annuì impercettibilmente.
-Sai cosa ci ha appena detto questo teppistello?- continuò
Iwao, sputando
saliva per la rabbia -che la Signorina Azumi, dopo averlo sgridato come
meritava,
lo ha portato nella sua stanza per dettargli da scrivere una lista di
cose che
dovremo fare per punizione! Avrebbe voluto dircelo lei di persona, ma
ha avuto
un improvviso giramento di testa ed è rimasta a letto! Te ne
rendi conto,
Choji? Per colpa delle tue bravate la Signorina Azumi si è
sentita male!
-Si è sentita male... Capisco...
Ignorando le ulteriori lamentele di Iwao mi avvicinai ad Isoka e
allungai verso
di lui una mano.
-Dammi il foglio, Isoka. È una mia responsabilità.
Senza guardarmi negli occhi, il piccolo mi consegnò
l’elenco.
-Puoi starne certo che è una tua responsabilità,
buffone!- sbraitò ancora Iwao
da dietro le mie spalle -avanti, leggi! Vediamo cosa ci
toccherà fare per causa
tuOUFF!!!
Senza nemmeno darci un'occhiata, appallottolai il foglio e lo usai per
tappargli la bocca.
Quindi,
cominciai.
-Ascoltatemi tutti, per piacere. So di aver commesso un sacco di
infrazioni al
regolamento e di conseguenza ne ho fatto commettere anche a voi, e me
ne
dispiace, ma non sarò io a scontare una punizione per
questo. Prima di tutto,
perché io non sono un orfano come voi.
-...ah, no?- biascicò Iwao sputando pezzi di carta -e chi
sei allora, un orfano
specia...
-Sono un ninja, grado chunin, proveniente dal villaggio di Konoha,
situato nel
paese del Fuoco. Ecco la prova.
Iwao stava ancora per replicare, ma sia lui che tutti gli altri restarono senza fiato, quando da una tasca tirai fuori il
mio
coprifronte.
La Signorina Hiromi si lasciò scappare un grido acuto; Yori
mise entrambe le
mani davanti alla bocca e scosse la testa; Nao si appiattì
contro la parete
dalla paura, e solo dopo qualche secondo si preoccupò di
stringere a sé la
sorellina; Isoka spalancò gli occhi e la sua mascella
inferiore iniziò a
tremare; Iwao, infine, rimasto sotto shock, fu in grado solo di
balbettare
parole sconnesse.
-Chiedo scusa a tutti per lo spavento che vi ho fatto prendere, ma visto che
sono
riuscito, in un modo o nell'altro, a farvi riunire tutti nella stessa
stanza,
non posso più aspettare. Devo mettervi a conoscenza del
motivo per cui mi trovo
qui. Restate fermi dove siete, per favore...
Mi presi una pausa, per raccogliere tutto il fiato di cui avevo bisogno.
-Mi è stata affidata la missione di scovare ed arrestare un
pericoloso
assassino, nemico da parecchi anni del villaggio della Foglia. Secondo
le
informazioni ricevute da una squadra di ANBU che pattuglia da mesi la
zona,
l'assassino deve essersi nascosto proprio in questo orfanotrofio:
è questo il
motivo per cui mi sono infiltrato sotto mentite spoglie, per...
-ANBU?! Vuol dire che ci sono altri ninja nascosti nella foresta che ci
spiano?!- strillò la Signorina Hiromi paonazza in volto,
alzandosi di scatto.
-Esatto.
-E-e-e-e
hanno visto un assassino come loro entrare qui dentro?!?
-No,
Signorina Hiromi. Non l’hanno visto entrare, ma sono certi
che si sia rintanato
qui dopo aver dissotterrato il corpo del bambino che lei, Yori e la
Signorina
Azumi avete trovato morto in palestra.
-CORPO?-BAMBINO?-MORTO?!-
sentii gridare quasi in contemporanea.
-A-allora...
è p-p-per quello che l’ala ovest è
stata chiusa? C-c-c’è stato un omicidio?!?-
balbettò Nao, mentre copriva malamente le orecchie di Naoki.
-Omicidio...-
sussurrò Isoka, con lo sguardo smarrito.
-Eh?!
D-d-di che state parlando, tutti!?- farfugliò infine Iwao
-nella palestra ci
sono i ratti, lo s-s-sanno t-t-tutti!
-No,
l’invasione dei ratti non è altro che una bugia
inventata dalle due Signorine
per giustificare la chiusura dell’ala ovest, allo scopo di
impedirvi di vedere
la chiazza di sangue al centro della palestra, dove il bambino di cui
vi ho
parlato è stato ucc...
-ORA
BASTA, CHOJI!!!
Era
stata Yori ad urlare. Con due passi si avvicinò a me e
afferrò un’estremità del
coprifronte, per sottrarmelo. La lasciai fare.
-Basta,
Choji! BASTA! Non... non so dove tu abbia trovato questa cosa, ma...
Basta!
Smettila con queste cazzate! Hai voluto curiosare nell’ala
ovest, mi hai
convinta con del finto affetto a svelarti tutti i miei segreti, hai
messo nei
guai altre persone... Basta! Stai zitto! Smettila! Sei in punizione,
accetta
questo fatto e sta’ zitto! Non c’è stato
nessun omicidio e non c’è nessun
assassino! Le tue sono solo scuse per evitare la punizione!
STA’ ZIT...
-Il
cadavere di quel bambino era irriconoscibile perché gli
avevano... tagliato via
la faccia, giusto?
Il
grido di Yori diventò un sussurro, come se avesse perso di
colpo la voce. La
Signorina Hiromi si nascose il volto fra le mani e cominciò
a piangere. Iwao e
Isoka si tapparono la bocca, come per impedire un conato di vomito.
-Choji...
P-perché- provò a dire Nao -perché ci
s-s-stai d-d-dicendo q-q-q-questo?...
-Perché
l’assassino a cui do la caccia aveva l’abitudine di
rubare le facce dei ninja
che ha ucciso, per farne delle maschere. La faccia del bambino era
stata
tagliata nello stesso modo, quindi gli ANBU hanno pensato subito...
-No,
NO! Io v-v-voglio dire... Perché ci stai raccontando queste
cose... Queste cose
orribili?- disse ancora Nao, stringendo più forte a
sé la sorellina -perché lo
stai dicendo proprio a noi? Noi che cosa c’entriamo!?
Sospirai
nel sentire quella domanda.
-Credetemi,
avrei preferito dovermi confrontare solo con l’assassino...
Ma per maggiore
sicurezza ho voluto che foste tutti presenti. Perché...
Perché l’assassino non
si è solo nascosto nell’orfanotrofio, ma ha anche
assunto l’aspetto e
l’identità di un orfano. Un orfano che adesso si
trova qui, in questa stanza,
insieme a quelli che per me sono i maggiori sospettati.
La
Signorina Hiromi si levò le mani dalla faccia e prese a
girare lo sguardo da
una parte all’altra, terrorizzata. Poi fece per scappare via
di corsa, ma Yori
riuscì a fermarla tirandola a sé per un braccio.
-Signorina
Hiromi, si calmi! E tu, Choji... Intendi dire che questo
“assassino” ha finto
tutto questo tempo di essere uno di noi? E... P-perché
dovrebbe essere proprio
uno di noi cinque, fra tutti e cinquanta gli ospiti
dell’orfanotrofio?
-Perché
a disposizione della mia indagine ho avuto cinque indizi certi, cinque
segni
particolari relativi all’assassino. In questi giorni vi
sarete accorti che ho
fatto amicizia, o almeno ci ho provato, con tutti voi- mentre parlavo
il mio
sguardo passò prima su Isoka, poi su Nao e Naoki, e infine
su Iwao -allo scopo
di conoscervi meglio e vedere chi di voi possedeva gli stessi segni
particolari
dell’assassino.
-E...
ce li abbiamo tutti? Siamo tutti sospettati?- chiese Nao.
Scossi
la testa.
-Ovviamente
no. Inizialmente qualcosa mi era sfuggito, e per questo motivo, per me,
eravate
ancora tutti probabili colpevoli. Però, poco fa, dopo aver
scoperto la verità
in un altro modo, ho capito tutto, e ho messo a posto gli ultimi
dettagli che
mi erano scappati. C’è una sola persona infatti,
che, come l’assassino, nello
stesso tempo usa la mano destra, è forzuto e attento ai
dettagli, porta con sé
un oggetto dorato con il quale ha lasciato tracce sotto le unghie della
vittima,
e fa uso di Pillole del Soldato per rifornirsi di chakra...
-E
quella persona...
Alzai
un braccio al cielo.
-Quella
persona...
Lo
riabbassai di scatto, per puntare il dito contro il colpevole.
-Quella persona sei tu, ISOKA!
Poco
alla volta, tutti volsero lo sguardo verso il bambino di cui avevo
gridato il
nome.
Nao
e Naoki, impercettibilmente, cominciarono a spostarsi di lato, per
allontanarsi
il più possibile e raggiungere Yori e Hiromi, immobili alle
mie spalle.
Dal
canto suo, Isoka non faceva altro che fissarmi con gli occhi sgranati,
incapace
di aprire bocca.
-Avevo
già notato che eri destro e indossavi al collo una catenella
dorata, e oggi
pomeriggio ho anche scoperto che la Pillola del Soldato trovata nel tuo
nascondiglio apparteneva davvero a te. Mi mancavano due indizi, ma
ripensandoci
bene mi sono reso conto che erano sempre stati sotto il mio naso.
Primo, l’attenzione
ai dettagli. Hai dimostrato di possederla nello stare attento a
spostarti dal
tuo nascondiglio senza mai farti scoprire, basandoti sui movimenti che
gli
altri orfani e Yori compiono ogni giorno. Secondo, la forza superiore
al
normale. Sei stato molto attento a non mostrarla mai, tranne che in
un’occasione. Sto parlando di quando, la mattina del mio
secondo giorno qui,
sei accorso per aiutarmi a nascondere quel ramo che avevo fatto cadere.
Lo
ricordi anche tu, vero? Mi avevi proposto di spingerlo nel fiume, e ti
sei
caricato in spalla un’estremità... PECCATO CHE
FOSSE L’ESTREMITÀ PIÙ GROSSA E
PESANTE!
Isoka
sussultò nel momento in cui alzai la voce, ma
continuò a restare muto.
-C-Choji...
N-ne sei sicuro?- disse Nao improvvisamente, rompendo il silenzio
-sei...
sicuro di quello che dici?
-...in
effetti, il fatto che Isoka abbia tanto in comune con... con
l’assassino... non
vuol dire nulla- gli fece eco Yori -potrebbe essere solo una
coincidenza...
-È
vero, Yori. Anche con tutti e cinque gli indizi, io non posso essere
sicuro al
cento per cento. È anche per questo motivo che ho escogitato
un piano
alternativo per identificare il colpevole.
-O-ovvero?
-Come
vi ho appena detto, prima di stanotte non ero ancora riuscito ad
abbinare tutti
e cinque gli indizi ad Isoka. Così, pensa che ti ripensa, ho
finito per
escogitare il modo di creare un sesto indizio.
-Un... sesto indizio?
-Sì. Oggi pomeriggio ho fatto in modo che ognuno degli
indiziati di cui
sospettassi maggiormente avessero una caratteristica che li
distinguesse l'uno
dall'altro. Che li rendesse unici. È un sistema che mi
è costato un bel po' di
sofferenza, lo ammetto, ma alla fine ne è valsa la pena...
-Insomma, di cosa si tratta?
-...a ognuno di voi ho regalato un sacchetto di patatine. Ve ne siete
dimenticati?
-C-che cosa?- si lasciò sfuggire Naoki, alla quale il
fratello tappò subito la
bocca.
-Le... patatine?- continuò lui -un momento, a me non le hai
date! E... da quel
che mi risulta, non eri dell’umore giusto per darle anche a
Iwao...
-Ho tolto Iwao dai sospettati per il fatto che è mancino,
mentre tu te ne sei
andato prima che ci riuscissi. Però, essendo l'unico che non
le aveva
assaggiate, eri comunque distinguibile dagli altri.
-...sì, ma distinguibile in che modo?
-Eh eh...
Socchiusi
gli occhi ed alzai un dito, atteggiandomi a secchione.
-Sapete, sin da quando ero un neonato di sette chili ho coltivato la
passione
per il cibo e i suoi innumerevoli sapori, finendo per imparare a
distinguere ad
occhi chiusi qualsiasi tipo di odore percepibile da naso umano.
Compresi i
diversi gusti delle versioni in edizione limitata della mia marca
preferita di
snack. Si tratta di patatine speciali, il cui sapore rimane nella bocca
di chi
le ha mangiate per molte ore, anche dopo aver lavato i denti.
-Ho... Ho capito!- disse dopo un po' Nao, con un tono di voce che
sembrava di
ammirazione -sentendo l'alito dell'assassino, avresti capito subito chi
fosse!
Ma... per riuscirci, allora, lo hai dovuto incontrare da vicino nel suo
vero
aspetto! Quando... Quando è successo?
-Poco fa. Ero sicuro che l'avrei trovato nell'ala ovest,
perché l'avevo già
visto ieri sera quando sono andato in esplorazione di nascosto, dopo
aver
finito di lavare i piatti.
-C-cosa?!- esclamò Yori -intendi dire che ci sei
già stato ieri?
-Esatto. Dov'ero rimasto... Ah, sì. Stasera, nonostante una
serie di imprevisti
che non avevo preso in considerazione, alla fine ho beccato l'assassino
nella
stessa stanza in cui l'avevo già visto ieri: nell'aula di
modellismo, dov'era
intento a... lavorare alla sua ultima maschera.
-Angeli del cielo...- sussurrò la Signorina Hiromi.
-Saputo di essere stato scoperto, ha bruciato quello che ha rubato alla
sua
ultima vittima per cancellare ogni prova, quindi ha tentato di
strangolarmi.
Abbiamo avuto una breve colluttazione al buio, e...
-Sei riuscito a sentirgli l'alito?- domandò Nao speranzoso.
-No, purtroppo. ...diciamo però che subito dopo ho avuto un
colpo di fortuna. L'assassino
stesso, poco dopo e davanti ad altre persone, ha infatti commesso
l’errore di
alitarmi in faccia. Sul momento non ci ho fatto caso, ma poco fa,
quando mi
sono accorto che i miei occhi stessero lacrimando, ho capito che
l'alito di
quella persona odorava di cipolla! Lo stesso odore di cipolla delle
patatine
che ti ho regalato, Isoka!
Puntai ancora il dito contro di lui, fissandolo dritto negli occhi. Era
immobile come una statua di sale, e non aveva ancora pronunciato una
parola.
-Hai detto che l'assassino ti ha alitato in faccia davanti ad altre
persone-
obiettò Yori -ebbene, quando è successo? CHI
è questa persona?
-...si tratta della Signorina Azumi.
Alla mia risposta, Yori sulle prime non disse nulla. Poi
però prese a scuotere
la testa, sempre più forte.
-No... Ti stai sbagliando...
-Invece ne sono sicuro. Quando la Signorina Azumi mi ha sgridato
gridandomi in
faccia, il suo alito, che mi ha fatto lacrimare, aveva lo stesso odore
delle
patatine che ho portato con me da Konoha.
-M-ma... Potrebbe averle mangiate anc...
-No, Yori. Il giorno in cui sono arrivato, la Signorina Azumi mi ha
detto di
non essere mai stata a Konoha. Quindi i casi sono due: o mi ha mentito,
oppure
l'unico momento in cui le ha mangiate è stato questo
pomeriggio, nel bosco, mentre
aveva le sembianze di Isoka.
Una singola goccia di sudore scivolò in quel momento dalla
fronte di Isoka.
-Ci stai dicendo- chiese Nao -che l'assassino ha preso temporaneamente
l'aspetto della Signorina Azumi, per sgridarti e impedirti di
continuare a indagare?
-...no. La verità è molto diversa, ragazzi.
È... è la sola ed unica spiegazione
logica a cui sono arrivato. Statemi a sentire.
Mi schiarii la voce con un colpo di tosse. Intanto, la goccia di sudore
aveva
appena raggiunto la punta del mento di Isoka.
-Inizialmente avevo pensato anch’io che quella che mi ha
sgridato non fosse la
vera Signorina Azumi. Giustamente, avevo pensato che il suo alito
uguale a
quello di Isoka fosse solo la prova che Isoka fosse in grado di usare
la
tecnica della trasformazione, e quindi fosse il colpevole.
...però, mi sono
subito reso conto che l’assassino non poteva essere Isoka.
Isoka, se non
ricordo male, vive qui da molto, molto tempo. Lo conoscono tutti, nel
bene e
nel male. L’assassino invece è arrivato qui
qualche mese fa. I tempi non
coincidono. C’è solo una spiegazione possibile per
questo fatto... E cioè...
-...e
cioè, l’assassino ha ucciso il
vero Isoka, lo ha spogliato di tutto, gli ha tagliato la faccia e si
è
sostituito a lui!
Yori
e la Signorina Hiromi gridarono tutto il loro terrore a gran voce.
Avrei fatto
lo stesso, al loro posto.
Sentii
anche il rumore di un tonfo, nel punto in cui doveva esserci ancora
Iwao, ma
non mi girai per controllare. Dovevo avere entrambi gli occhi fissati
sul
mostro di fronte a me.
-No...
NO! Tu ti stai sbagliando, Choji!- gridò Yori, piangendo
-stai sbagliando
tutto! Quello... Quel bambino non era Isoka! Non è
possibile! E Isoka... Isoka
è sempre lui! Se fosse una persona diversa... Ce ne saremmo
accorti tutti!
Isoka...
-C’è
una sola spiegazione logica anche per questo. L’assassino
è riuscito a recitare
alla perfezione la parte di Isoka, senza insospettire nessuno,
perché l’ha
conosciuto molto bene. Certo, si potrebbe pensare che
l’assassino sia rimasto
nascosto a spiare Isoka per imparare tutto di lui così da
prenderne meglio il
posto, ma non è così che sono andate le cose.
È un’altra la spiegazione... e
per arrivarci, vi faccio una domanda. In questo ultimo mese, ricordate
per caso
di aver visto Isoka e la Signorina Azumi insieme nella stessa stanza?
-Che
domanda... Che domanda è, Choji?!- protestò Yori
a gran voce -ma certo che la
Signorina Azumi e Isoka si sono trovati nella stessa stanza! La mattina
in cui
ho... La mattina in cui ho trovato il corpo in palestra, ti ho detto
che la
Signorina Azumi è andata in uno dei due dormitori maschili
per vedere se
c’erano tutti! E in quel dormitorio dormiva Isoka! Me lo
ricordo!
-L’hai
visto con i tuoi occhi?
-Io...
No, ero sconvolta! Ma perché avrei dovuto dubitare della
parola della Signorina
Azumi? Lei ha visto che tutti erano a letto, e tanto basta!
-D’accordo-
continuai, imperterrito -e nei giorni successivi? Ricordi un momento in
cui li
hai visti insieme?
-...no...
Ma questo perché Isoka ha cominciato a nascondersi sempre di
più! Se Iwao non
avesse insistito nel maltrattarlo, di sicuro Isoka si sarebbe fatto
vedere di
più!
-E
p-p-p-poi... Azumi ha scoperto Isoka nel bagno poco fa.
Questa
volta era stata la Signorina Hiromi a obiettare.
-L’abbiamo...
Sentita tutti, no? È entrata, ha dato uno schiaffo a Isoka,
e lui si è messo a
piangere... L’abbiamo sentita tutti! Non abbiamo visto la
scena, ma...
-È
questo il punto, non li abbiamo visti. E non li abbiamo nemmeno sentiti
parlare
contemporaneamente, se non sbaglio. Abbiamo sentito solo quello che
l’assassino
voleva farci credere! Quello che l’assassino vi ha sempre
fatto credere in
quest’ultimo mese! Vi ha sempre fatto credere che Isoka fosse
ancora vivo, e
lui e la Signorina Azumi esistessero contemporaneamente! Ma la
verità è
un’altra, ragazzi! La verità è che
Isoka è stato ucciso, e la Signorina Azumi
ha sempre fatto di tutto per farvi credere che fosse ancora vivo
assumendo il
suo aspetto! Sì, in quest’ultimo mese la Signorina
Azumi e Isoka sono sempre
stati la stessa medesima persona...
-...perché
è stata la Signorina Azumi ad uccidere Isoka,
così come in tutti questi anni ha
ucciso e rubato la faccia a centinaia di ninja di Konoha! La Signorina
Azumi è
l’assassino! LA SIGNORINA AZUMI
È IL
MASCHERATORE!
La
goccia di sudore si staccò dal mento di
“Isoka” e precipitò a terra.
-Sì,
“Mascheratore”. È questo il nome in
codice che le hanno dato- aggiunsi,
avvicinandomi di due passi -... questo è tutto
ciò che avevo da dire, Signorina
Azumi. Non ho altro da aggiungere. Può negare quanto vuole,
ma sappia che fino
a quando non si costituirà io le starò sempre con
il fiato sul collo, perciò le
consiglio caldamente di...
-NO!
NO! NOOOOOO!!!
Finalmente,
“Isoka” aveva aperto bocca per fiatare. Dopo aver
cacciato un urlo di disperazione,
alzò la testolina per rivolgermi uno sguardo implorante.
-No...
Ditemi che non è vero... Ditemi che è uno
scherzo! Choji, dimmi che stai solo
scherzando! Dimmi che in realtà è tutto uno
scherzo! TI PREGO!
Non
risposi.
-Ti...
Ti prego...- continuò, mettendosi pure a singhiozzare -tu...
tu sei stato il
mio primo amico in assoluto... l’unico che mi ha voluto
bene... Erano tutte
bugie, quelle cose belle che mi hai detto? Erano tutte bugie!?!
Rispondimi!!!
-...Isoka-
provò a intromettersi Yori -se... se quello che ha detto
Choji è falso... per
dimostrarlo è sufficiente andare di sopra e svegliare la
Signorina Azumi, no?
Se è lì... Sapremo che Choji sta mentendo...
-Purtroppo
non si può!- strillò “Isoka”
-mi ha detto che non vuole essere disturbata! Non
riusciremo mai a svegliarla prima di domattina! Choji, se sei davvero
mio
amico, devi credermi sulla parola! TI PREGO!!! Ti prego...
“Isoka”
crollò in ginocchio. Gattonò per avvicinarsi a
me, ma io arretrai di un passo.
Non avevo alcuna intenzione di lasciarmi commuovere.
Dopo
qualche secondo, la persona che avevo di fronte provò a
rimettersi in piedi.
Immediatamente alzai entrambe le braccia, pronto ad impedire una mossa
azzardata da parte sua.
Negli
istanti successivi, però, accade qualcosa.
Cadendo
in ginocchio, per il brusco movimento la sua collanina dorata era saltata fuori da sotto
il colletto della
maglia del pigiama, e ora penzolava sul suo petto.
Inevitabilmente,
la guardai. Bastò a cadere nella trappola.
“Isoka”
scosse con forza la testa, agitando ancora di più la
collana: una particella
della luce del lampadario si riflesse sulla medaglietta e mi
centrò in un
occhio, accecandomi per un secondo.
Niente
più che un secondo, ma in quel secondo sentii
“Isoka” scavalcarmi con un salto,
aggrapparsi alla mia schiena e far passare la catenina attorno al mio
collo.
Subito
infilai entrambi i pollici tra la catena e il collo e mi piegai in
avanti, per
scaraventarlo davanti a me: in quell’istante,
però, il peso del mio aggressore
triplicò in un colpo solo, così da aumentare la
presa e farmi inarcare la
schiena all’indietro.
Aveva
ripreso il suo aspetto originale. Lo capii anche dalle urla di Yori e
della
Signorina Hiromi alle mie spalle.
-Sono
troppo terrorizzate per provare ad aggredirmi alle spalle-
bisbigliò la roca
voce femminile nelle mie orecchie -ma per ogni evenienza...
L’assassino
mi costrinse con la forza a voltarmi, così che entrambi
potessimo guardare in
faccia Iwao, Nao, Naoki, la Signorina Hiromi e Yori. Sui loro volti era
dipinta
la pura incredulità.
-Come
hai detto che mi chiamano? “Mascheratore”? Bel
nome, devo ammetterlo... Uh?
Inspirai
profondamente l’aria e aumentai la presa, riuscendo
così a distruggere la
collana. Tutti gli anelli e la medaglia caddero ai miei piedi, ma
purtroppo non
ero ancora riuscito a liberarmi: sotto la catena infatti la Signorina
Azumi
aveva nascosto un sottile ma resistente filo di diamante, che nemmeno
le mie
dita erano in grado di spezzare.
I
miei pollici tra il collo e il filo erano l’unica cosa che mi
teneva ancora in
vita.
Dovevo
liberarmi assolutamente, ma in quei pochi secondi chissà
cosa il Mascheratore
avrebbe potuto fare.
Devo...
Devo farle credere di avermi
ucciso! Così... Così si sentirà al
sicuro, e non penserà subito di aggredire
qualcun altro! È l’unica soluzione!
Sempre
più lentamente, smisi di dimenarmi. Abbassai il capo,
spostai tutto il mio peso
verso il basso...
Uno...
Due... Tre!
...e,
infine, lasciai penzolare entrambe le braccia vicino ai fianchi.
Avevo
mollato la presa.
Dovevo
solo aspettare che la Signorina Azumi facesse altrettanto.
Aspettai.
Aspettai.
Aspettai.
Anche
quando sentii l’aria abbandonare il mio cervello, continuai
ad aspettare.
Non
ricordo il momento esatto in cui il Mascheratore si decise a lasciarmi.
Ricordo
solo che non vedevo nulla.
Una
mia guancia stava grattando contro il tappeto dell’atrio.
Ero
disteso a pancia in giù, e per quanti sforzi facessi non
riuscivo ad aprire gli
occhi.
Potevo
solo sentire delle voci, e non sono ancora sicuro che fossero vere o
appartenessero a un mio sogno.
-Patetico.
Pensavo che laggiù a Konoha avessero maggior rispetto nei
miei confronti. E
invece, ad arrestarmi hanno mandato un chunin goffo e imbranato. Mi
sento
oltraggiata...
-...S-S-Signorina
Azumi... C-c-che cosa sta succedendo...
-Azumi...
A-amica mia... è v-v-v-vero... c-c-che t-t-t-tu...
-Sto
pensando di uccidere anche voi, così la smetterete di
balbettare. Ma...
Immagino di dovervi una spiegazione, a questo punto, visto che per
colpa di
questo comunque incapace ninja la mia copertura è saltata.
Poi, vi ucciderò.
-C-c-copertura?
-Sì,
Hiromi! Credi che abbia deciso da un giorno all’altro di
aprire un orfanotrofio
solo per il gusto di farlo? No, mi dispiace, ma non sono la filantropa
che
credevate. Proprio come questo grassone ha detto, io sono
un’assassina. Lo sono
sempre stata! Mi facevo assumere dai paesi più piccoli e
durante le precedenti
guerre uccidevo nel sonno i soldati del Paese del Fuoco, ovvero la
potenza
mondiale più pericolosa. Per qualche anno ho continuato a
vivere nell’ombra, e
occasionalmente ritornavo nel mio covo sotterraneo, dove potevo
coltivare la
mia passione. Cioè, creare maschere con i volti delle mie
innumerevoli vittime.
Ho continuato così per molti anni, fino a che non ho
iniziato a sviluppare
l’idea di farmi una seconda identità.
Un’identità pubblica e rispettabile, al
di sopra di ogni sospetto. L’idea si è formata
nella mia mente il giorno in cui
ho pedinato fino a casa sua un ninja che era riuscito a sfuggirmi, ma
non a
vedermi in faccia. Per essere sicura che il mio operato continuasse a
restare
un mistero per tutti, ho ucciso tutte le persone che lo conoscevano,
compresa
la sua famiglia più stretta. O così pensavo...
Tra le macerie della sua
abitazione, che avevo fatto saltare in aria, ho rinvenuto un neonato
malridotto
ma ancora vivo...
...Rokuro...
-Da
lui, è partito tutto. Nel mio peregrinare ho conosciuto
Hiromi, e grazie al suo
aiuto e a quello di altri bambini più grandicelli che io
stessa avevo reso
orfani, mattone dopo mattone ho costruito questo posto.
-No...
non posso crederci...
-Hiromi,
sei sempre stata una povera ingenua idealista. Dove pensi che abbia
racimolato
tutti i soldi che ho speso per il cibo e gli altri materiali?
-...Signorina
Azumi... Lei... lei è l’eroina
dell’orfanotrofio... Non può essere vero quello
che sta dicendo...
-Invece
sì, Yori. E c’è di più!
L’orfanotrofio non è solo una copertura, ma
anche... la
certezza che l’avrei fatta franca per il resto dei miei
giorni! Sapevo che i
ninja di Konoha erano sulle mie tracce, e sapevo che prima o poi
avrebbero
mandato qualcuno a investigare più da vicino
l’orfanotrofio. Così, dopo mesi e
mesi di progettazione, ho attuato il mio piano. Ho scelto fra i miei
piccoli
ospiti il più sacrificabile, quell’Isoka che mai
ha accettato le regole che io
gli avevo imposto con tanto amore! L’ho ucciso, in una notte
in cui,
particolarmente ostinato a non arrendersi al sonnifero, si era
rifugiato nel
suo nascondiglio segreto, in cortile, per guardare l’unica
foto che era
riuscito a salvare dalla furia di Iwao...
...Isoka...
-...l’ho ucciso apposta nello stesso modo in cui ho fatto fuori le altre mie innumerevoli vittime, per attirare l’attenzione dei ninja di Konoha sulle mie tracce. Volevo che si avvicinassero, e cadessero nella mia trappola. ...questo Choji purtroppo non ha agito come speravo, ma alla fine si è rivelato niente più che un contrattempo. Ora, infatti, potrò mettere a segno la mia via di fuga ultima e definitiva! Dopo aver ucciso voi cinque, correrò fuori di qui gridando aiuto, e i ninja che sono appostati nei dintorni, convinti che “il Mascheratore” sia effettivamente camuffato da orfano, accorreranno in massa e stermineranno tutti i giovani che ancora vivono qui, lasciandomi come unica sopravvissuta. È un piano perfetto, ammettetelo!...
…tutti...
tutti quanti... moriranno in
ogni caso...
Riaprii
piano un occhio. La mia vista era sfocata, non riuscivo a riconoscere
altro che
sagome colorate in lontananza... Una sagoma scura e altissima,
più vicina...
In
mezzo a quelle figure indistinte, trovai un oggetto più
nitido.
Sembrava
il volto di una donna. Era giovane, molto bella, e teneva in braccio un
neonato.
Con
una fitta di dolore, spalancai un po’ di più
l’occhio: la donna e il neonato
non erano altro che una fotografia ovale all’interno della
medaglietta di
Isoka, che cadendo si era aperta in due a pochi centimetri dalla mia
faccia.
Isoka...
Così, è questa tua mamma... Non
stavi facendo altro che ricordarla... E per questo... Per questo motivo
sei
morto... Non è giusto...
-Vediamo...
Chi faccio fuori per prima? Vuoi essere tu, Yori? Sei stata una ninja
in
passato, chi lo sa, magari potresti avere qualche
possibilità di resistere per
un minuto almeno! ...non ti muovi? Magari, disarmandomi, potrei farti
sentire
più propensa! Guarda... Questo è il pugnale con
cui ho sfigurato le mie prede!
Isoka,
Rokuro, Yori, Iwao, Nao, Naoki,
Signorina Hiromi... Siete stati presi in giro per tutta la vita... Per
soldi...
Solo per dello stupido denaro... Non è giusto... Non
è giusto...
-Lo
butto via, guarda! Lo butto su questa carcassa, tanto ormai non
sentirà più...
-NON
È GIUSTO...
-...dolore...
-BUBUN...
BAIKA... NO... JUTSU!!!
La
Signorina Azumi si era girata di scatto per scagliarmi in testa il suo
pugnale,
ma non riuscì nemmeno a lanciarlo. Rimessomi in piedi, avevo
ingigantito la mia
mano destra: con essa, colpii la donna con tutta la rabbia che avevo in
corpo e
la schiantai sulla parete alla mia sinistra, direttamente addosso
all’orologio
a pendolo.
Miriadi
di ingranaggi e pezzi di legno schizzarono dappertutto, mentre il
quadrante,
staccatosi, rotolò per qualche metro e si fermò
poi a faccia in giù.
Infine
sul pavimento cadde anche la Signorina Azumi. Mi chinai su di lei: dopo
essermi
accertato che fosse svenuta, le bloccai i polsi dietro la schiena e
usai il suo
stesso filo per immobilizzarla.
-...ecco.
Ecco fatto... Mh?
Mi
voltai a guardare le persone che avevo appena salvato. Solo allora mi
accorsi
che Iwao si era accasciato a terra, svenuto per le troppe emozioni. Gli
altri
erano ancora coscienti, ma mi osservavano ugualmente impauriti:
evidentemente,
facendo sfoggio della tecnica esclusiva del clan Akimichi, dovevo aver
ripreso
le mie vere sembianze.
-Devo
chiedervi di
tornare di sopra, subito.
Gli ANBU saranno qui da un momento all’altro, e quando
arriveranno desidero che
trovino solo me e la Signorina Azumi. È un ordine per la
vostra sicurezza!
Andate, svelti!
Erano
ancora tutti provati dallo shock, ma mi obbedirono. Nao e Naoki, mano
nella
mano, furono i primi a correre di sopra. Li seguirono poi Hiromi e
Yori,
aiutandosi a vicenda con Iwao.
Rimasto
solo, andai a raccogliere il quadrante dell’orologio. Per la
botta che aveva
subito si era bloccato, ma riuscii lo stesso a leggere l’ora
segnata.
Mezzanotte
e sette minuti.
Avevo
fallito.
Non
sarei mai più stato un ninja.
-...chi
c’è?
Rumore
di passi. Lasciai cadere il quadrante e mi misi all’erta, ma
mi rilassai
subito. Yori stava ridiscendendo le scale.
-Yori? Ti ho detto di stare di sopra, è ancora pericoloso
qui.
-Ci metterò un secondo, non preoccuparti.
Come
una specie di fantasma, la ragazza mi passò accanto senza
guardarmi e camminò
tra i frammenti del pendolo sparsi dappertutto, per poi fermarsi
davanti al
corpo della Signorina Azumi. Lo fissò per un attimo, poi si
girò dall’altra
parte, disgustata.
-Mi ha preso in giro... Ci ha preso in giro tutti quanti... Mi... Mi
sembra un
incubo... Soltanto un incubo...
-Yori...
Esitai un po’, ma poi trovai il coraggio di appoggiarle una
mano sulla spalla.
-Mi dispiace davvero che sia andata così- le dissi -se lo
desideri, io magari
potrei restare in orfanotrofio un altro po', per aiutarti magari a... a
spiegare agli altri bambini come mai la Signorina Azumi e Isoka non
torneranno mai
più...
Yori
mi sfiorò le dita, per invitarmi gentilmente a lasciarla.
-Grazie, ma so già cosa fare. La Signorina Hiromi non
è abbastanza forte...
pertanto tocca a me prendere in mano le redini
dell'orfanotrofio, e non ci
riuscirò mai se non comincio subito a cancellare ogni
traccia della Signorina
Azumi da questo posto. Avrò modo di piangere... un'altra
volta.
-Come... come vuoi, Yori. ...mh?
Stavo
per spostare il corpo della Signorina Azumi, quando mi accorsi che Yori
non si
era messa semplicemente a raccattare con i piedi i pezzi sparsi sul
pavimento:
aveva appena preso tra le mani il quadrante dell’orologio, e
ci stava
trafficando nel tentativo di riattivarlo.
-Funziona ancora?- le chiesi.
-...sì, la botta che gli hai dato ha solo spostato un paio
di ingranaggi
interni. Sembra complicato, ma in realtà farlo ripartire
è semplicissimo. ...così
ho anche l'occasione di rimettere le lancette sull'ora esatta. Un vero
colpo di
fortuna, per modo di dire...
-L'ora esatta? Perché, è indietro di qualche
minuto?
-No, anzi. Per convincerci che nel suo orfanotrofio ci troviamo in un
mondo a
parte, al sicuro da quello che succede là fuori, la
Signorina Azumi si è
inventata che dovessimo avere un fuso orario tutto nostro.
Così... è da
quindici anni che tra queste mura si vive in anticipo di un'ora.
-In... anticipo?
-Già. ...ecco fatto. È questa l'ora esatta, Choji.
Tutta
soddisfatta, Yori mi mostrò il quadrante come doveva essere
veramente: con le
lancette che segnavano le ventitré e nove minuti.
-...tutto a posto, Choji? Gli occhi ti stanno brillando... Ehi!
Senza riuscire a trattenermi, presi Yori e la abbracciai forte.
-Le mie costole... Sono tutte intere, credo... Perdona la domanda,
Choji, ma
sei proprio sicuro di essere un ninja?
-...oh, sì! Assolutamente!- ridacchia al colmo della gioia,
mentre la lasciavo
respirare -e lo sarò ancora a lungo! A proposito, dove hai
lasciato il mio
coprifronte?
-Mi è caduto... laggiù, eccolo. Ma mi vuoi dire
che sta succedendo tutto a un
tratto?
-Ecco... Succede che mi sono sbagliato, gli ANBU non sono ancora
partiti,
quindi sarò io a portargli l'assassina! Anzi è
bene che mi muova subito! Tu
comunque giusto per sicurezza, torna di sopra a dormire! Ci rivediamo
domani!
-Sarà impossibile riuscire a prendere sonno, ma ci
proverò... Buonanotte...
Rimasto
di nuovo solo, felice come un bambino raccattai il coprifronte,mi ci
specchiai,
e lo legai di nuovo intorno alla mia testa con un nodo bello saldo.
Non
ci posso credere... Ce l’ho fatta!
Ce l’ho fatta davvero!
Quindi,
presi il corpo immobile della Signorina Azumi e me lo caricai in spalla.
Stavo
per avviarmi, ma poi mi ricordai di un’altra cosa che volevo
prendere.
Dov’è
finita... Ah, eccola.
Mi
inginocchiai davanti ai resti della collana di Isoka. Per colpa del mio
tentativo di liberarmi si era rotta in maniera irrimediabile,
però la medaglia
contenente la fotografia era ancora intatta. La raccolsi, la richiusi,
e la
infilai in tasca.
Poi,
finalmente, uscii all’aperto. Prima di ogni altra cosa,
osservai il cielo
stellato.
Asuma-sensei...
Se mai dovessi
incontrare Isoka, per favore, aiutalo a ritrovare sua mamma, se non lo
ha già
fatto. E... So che non l’ho mai conosciuto per davvero, ma
dagli lo stesso un
abbraccio da parte mia, e digli che sarò sempre suo amico.
Che possa finalmente
riposare in pace.