Capitolo 9. La terra del Sol Levante

“Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.”
(Leopardi, L’infinito)

12 gennaio 1946
«Hai preso tutto? Sei sicuro che non vuoi rimanere ancora qualche giorno?» sua madre è una persona veramente ansiosa, lui la capisce, in fondo è stato per anni rinchiuso in un posto decisamente lontano da casa; anche lui sarebbe preoccupato.
I soldi che sono riusciti a racimolare bastano solo per lui e Tobio, la sua famiglia ha deciso di realizzare il sogno di Natsu di poter studiare in Italia, perciò rimarranno in Germania per poter stare più vicini alla figlia.
Izumi e Kouji sono riusciti fortunatamente a trovare un lavoro, nonostante questo scarseggi, che ha permesso loro di avere il denaro necessario​ per partire con loro.
Il viaggio sarà molto lungo e durerà alcune settimane; dovranno cambiare diversi treni per poter arrivare fino al porto dove prenderanno la nave per il Giappone.
Shoyou non può crederci, dopo anni passati a sperare di poter tornare​ a casa, il suo sogno si sta finalmente realizzando. Non è molto felice di dover viaggiare in treno, ma è la loro unica soluzione. Accanto a lui c’è Tobio e questo basta a tranquillizzarlo.
«No, va bene così. Grazie mamma.»

22 gennaio 1946
Quando Shoyou scende dal treno, ormai si trova lontano dalla Germania, lontano dalla fonte dei suoi peggiori incubi, quelli che lo perseguitano anche quando è sveglio, quando abbassa un po’ la guardia, ma ora è dall’altra parte del mondo, niente e nessuno può fargli del male.
Shoyou sorride, davanti a lui un’immensa nave che li porterà in Giappone.
È stato un viaggio molto lungo, ma la destinazione è vicina, ancora un paio di giorni e lui, Tobio e i suoi amici arriveranno in Hokkaido, dopodichè si tratterà solo di prendere un ultimo treno per casa.
Sono stanchi, stremati, ma felici, emozionati; tra qualche anno potranno vivere in una casa tutta loro, senza dover chiedere niente a nessuno. Quando salgono sulla nave cercano immediatamente la loro cabina per potersi sistemare, non si fermano sul parapetto della nave per salutare nessuno, hanno lasciato i loro parenti all'inizio di quel viaggio senza ritorno. Nonostante ciò si sono ripromessi di scrivere alla loro famiglia il più possibile.
Entrando in cabina scoprono a malincuore che i letti sono a castello e nonostante Shoyou non si sveglia più di notte urlando, gli incubi continuano a disturbargli il sonno e sentire la presenza di Kageyama accanto a lui avrebbe potuto fargli solo bene. Quella notte però per sua fortuna è relativamente tranquilla, la cabina non è grandissima e i letti un po' stretti, Shoyou però può sentire il suo ragazzo girarsi nel sonno nel letto sopra di lui e questo lo tranquillizza abbastanza per potersi addormentare.

24 gennaio 2016
L’inverno in Hokkaido è definitivamente freddo e rigido, ma sua madre è stata molto previdente e prima di partire ha fatto comprare loro dei vestiti e dei cappotti abbastanza pesanti per poter uscire senza congelarsi.
Oramai si sentono a casa, anche se manca ancora un viaggio prima di esserlo definitivamente.
Shoyou e gli altri sono emozionati, lo si nota da come aspettano impazientemente il treno che li porterà nella prefettura di Miyagi. Sembrano dei cagnolini in attesa del ritorno del proprio padrone, ubbidientemente seduti davanti alla porta di casa scodinzolanti.
E quando il treno arriva si alzano di scatto, si guardano e sorridono, consapevoli che ora possono stare tranquilli, perchè d’ora in poi andrà tutto bene.
Shoyou ora può tranquillizzarsi, può abbracciare Tobio, i suoi amici e immaginare quello che succederà in futuro.
E piuttosto la morte! Non sarebbe mai riuscito ad amare nessun altro più di Tobio.

 

Fine.

Angolo autrice
Siamo giunti alla fine della storia, perciò vorrei ringraziare tutti coloro che hanno corretto questo ultimo capitolo.
Fino all'ultimo ero indecisa se far finire qui la storia o scrivere un decimo capitolo con i nostri protagonisti cresciuti, ma non penso lo farò.
Io davvero non so cos'altro dire, perciò direi che è ora di andare.
Baci e abbracci
Moi moi
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