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Autore: k_Gio_    29/01/2018    5 recensioni
In mezzo all'oceano succedono cose strane, si impartiscono lezioni di vita e si fanno incontri inaspettati.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tra regali e scoperte
 


«Da dove cominciamo» dispose gli indumenti sul letto osservandoli. Prese la biancheria e gliela porse, poi le diede di nuovo le spalle per permetterle di indossarla. Man mano che il tempo passava si accorgeva che aveva davvero fame. Sperò in cuor suo che avesse scelto bene quei pezzi di stoffa.
«Messi, ora cosa devo indossare?» Emma gli si mise accanto scorgendo quel nuovo abito, il suo primo vero abito, comprato proprio per lei. Cercava di reprimere quell'entusiasmo perché semmai Regina lo avesse scoperto si sarebbe infuriata come un'orca.
Killian la guardò con la coda dell'occhio. La sottoveste che le aveva preso le stava giusta, né troppo corta né troppo lunga, si compiacque di se stesso. «Ora metti prima queste» e le porse delle calze «e poi questa» e le passò la gonna verde. Non l'aveva di certo presa perchè le si intonava con quegli occhi smeraldo che avrebbero ipnotizzato chiunque...no, certo che no. La venditrice aveva detto che era il colore di quell'anno e visto che lui non ne capiva assolutamente niente di moda o altro, l'aveva lasciata ciarlare e poi aveva dato alla fine la sua approvazione. Tutto qua. Che poi avesse scelto la gonna verde con dei ricami in filo d'oro invece di quella semplice , beh, quella scelta l'aveva fatta per lui. Gli piacevano le cose belle quindi perché accontentarsi.
Emma la prese e accostandosi al letto si infilò anche quella. Si sentiva così strana con tutti quei strati di tessuto indosso. Iniziò a ondeggiare e girare i fianchi notando come la gonna rispondesse a quei movimeti. Come una bambina con un gioco nuovo, faceva mezze piroette su se stessa e la divertiva come non mai. Killian la guardava di sguincio e sorrideva per come lei fosse rapita da una cosa tanto semplice.
«Hai finito o vuoi giocare ancora un altro po'?» disse voltandosi incrociando le braccia e squadrandola.
Emma ritrasse il sorriso animato dallo stupore che aveva stampato in volto e si ricompose. Annuì.
«Ora metti la camicia» la guardò mentre infilava prima un braccio poi l'altro. «Ora passa i bottoni nelle asole come hai già fatto con la camicia e anche questa è fatta.» .
Pensava che ci sarebbe riuscita facilmente ma ancora non aveva imparato. Avvicinò la sua mano buona scostando quelle delicate di lei e agilemente abbottonò i restanti bottoni. Per ultimo toccava a quel corsetto, aveva tentennato fino all'ultimo se comprarlo o no, tanto a lei non avrebbe fatto alcuna differenza averlo o meno. Ma si era lasciato persuadere dalla venditrice.
«La signora da cui l'ho comprato ha detto che è quello più in voga in questo momento e che la principessa Anna ne indossa uno simile eccetera eccetera...» la informò annoiato da quei discorsi futili degni di un salotto per signore.
Emma non sapeva di chi stesse parlando, ma in ogni caso non aveva mai indossato nulla del genere quindi era molto curiosa da tutto ciò che stava indossando. Fece passare le braccia nei fori, sembrava una camicia senza maniche, ma non era comodo come tale.
Killian sollevò un sopracciglio ben sapendo che ora arrivava la parte davvero difficile.
«Mi sembra che non sia la misura giusta...» disse quasi timidamente lei, che non voleva offenderlo dopo tutti quei regali. Ma lo vide sorridere quasi perfidamente...
«Non ho sbagliato misura tesoro. Ora stringiamo». Emma ovviamente non capì subito.
Intuì che quei fili sul davanti non erano messi lì per bellezza. Dietro indicazione del pirata iniziò a tirare i lacci e solo una volta che anche lui l'ebbe aiutata a tenerli fermi negli ultimi passanti si accorse che le era diventato più faticoso respirare.
« Per tutti i craken! Vuoi uccidermi?! E' peggio di una rete questo affare!» si toccava la parte incriminata cercando di capire come faceva una cosa così carina a procurare tanto fastidio. Si voltò cercandosi nel piccolo specchio di cui disponeva la stanza. Si stupì di come ora appariva la donna che aveva di fronte. Si scrutò attentamente mentre con le mani percorreva la sua figura intrappolata in quella bella gabbia. Senza quel fastidio opprimente sarebbe stata la sirena mutata in umano più felice di tutti i regni. Ma dallo specchio vide anche altro. Senza darlo a vedere guardò come il pirata la stava osservando attentamente, e quella sensazione non era spiacevole...ma ricordava molto bene gli avvertimenti di Regina sulla natura degli uomini, sapeva che erano bravi a trarre in inganno le donne solo per arrivare ai loro scopi e saziare i loro istinti più bassi per poi lasciare le povere illuse sole a loro stesse, in balia della vergogna. Erano come le sirene si era detta, ma alla fine loro li uccidevano.
Lei non ci sarebbe cascata, e non si sarebbe fatta comprare. Appena possibile gli avrebbe reso i vestiti o gli avrebbe dato qualcosa di valore in cambio.
Sentiva i suoi occhi percorrerla per tutta la sua figura, era perso, quasi quanto i marinai che udivano il suo canto.
Killian sentiva qualcosa muoverglisi dentro. Vestita così nessuno avrebbe mai pouto immaginare quale fosse l'effettiva verità, ma non sarebbe stato sciocco.
Tossicchiò. « Bene, se non respiri puoi alentare i lacci, ora sai farlo. Pettinati un po' quei capelli e renditi presentabile. Io intanto scendo a chiedere per la cena. Non parlare con nessuno e vieni di sotto.» la voce non era dolce o quantomeno neutra come prima.
«Non puoi aspet...» provò a dire Emma, ma lui si era già chiuso la porta alle spalle,era scappato come se avesse Nettuno alle costole. Si dedicò ai suoi capelli cercando di dargli un aspetto ''presentabile''. Fece una smorfia, poi gongolò un altro po' di fronte allo specchio.
Killian era sceso come un ladro, si era sentito talmente spaesato che non si era riconosciuto. Quell'essere con cui condivideva la camera e, a quanto pareva anche il viaggio, era solo questo, un compagno di viaggio. Si sarebbe concesso distrazioni a tempo debito. Semmai ce ne fosse stata l'occasione.
Non vedeva l'ora che si facesse l'alba, voleva partire il prima possibile. Mentre pensava all'indomani , degli uomini entravano nella locanda grondanti d'acqua, segno evidente che il temporale era ben lontano dal cessare.
«Che ti porto» gli si era rivolto l'oste, un omone grassoccio e dall'aria ancor meno raccomandabile dell'uomo che li aveva ''accolti'' alla locanda. Probabilmente il fratello.
«Due piatti del giorno, buon uomo» gli aveva risposto in tono canzonatorio. Quello aveva grugnito.
«Ho visto la sgualdrina con cui sei arrivato, tienila a bada, non voglio problemi. Se si scatena una rissa vi caccio fuori» .
Killian bevve dalla sua fiaschetta roteando gli occhi, l'ultima cosa che voleva era attirare l'attenzione.
Sentì lo scricchiolio delle scale e si voltò,sicuro che fosse lei, per farle cenno di raggiungerlo. Il rum che gli era rimasto in bocca per poco non lo fece strozzare, tossì mentre con l'uncino richiamava la sua attenzione. Le aveva detto di darsi una sistemata non di rendersi appetibile per ogni essere maschile in quel buco di locanda. Ma d'altronde era una sirena, immaginò che fosse impossibile per lei non sembrare desiderabile.
Emma lo vide, e fiera e indomita come era, attraverò a testa alta lo spazio che la separava dal pirata che intanto cercava di non morire strozzato.
«Non sei nemmeno in grado di respirare, pirata?»
«Sta zitta e mangia, prima torniamo sopra e meglio è. Se crei trambusto qui il gentile signore ci butta fuori, non è vero amico?» domandò interpellando anche l'uomo nella conversazione. Quello si limitò a guardare entrambi, soffermandosi su Emma.
Killian riprese con tono confidenziale « E sai che non ci conviene stare fuori con questo tempo, giusto?!»
«Certo che no» affermò seria Emma guardandolo negli occhi.
«Bene»
Mentre attendevano la cena Killian si guardava di sottecchi intorno. Non c'era uomo che non avesse gettato almeno un'occhiata su di Emma. Quest'ultima, animata da uno spirito frivolo, si lisciava la gonna e tastava quel materiale così morbido che la rendeva felice. Killian pensava di aver fatto solo un enorme sbaglio a portarsela dietro. Era troppo presa a scoprire le cose del mondo terrestre per rimanere concentrata. Ed era anche fin troppo bella per lasciarlo concentrato sulla missione.
«Ecco la cena» l'oste gli aveva lasciato due piatti davanti e poi si era rimesso ad asciugare i bicchieri.
Killian si era buttato sul piatto, Emma era sbiancata. Gli posò la mano sulla coscia e strinse così forte che lui sgranò gli occhi e sputacchiò quello che aveva in bocca.
«Ma che diamine ti prende?! Sei fuori di senno?!» le scostò malamente la mano.
«E' un pesce Hook»
Lo avrebbe mandato fuori di testa «Si...e quindi...?»
«E' come se mangiassi mio fratello!» urlò sottovoce.
Si morse le labbra per non urlare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. «...è tuo fratello...d'accordo.» inspirò «Oste posso avere qualcosa che non sia pesce per cortesia?!» doveva mantenere contegno, solo mantenere il contegno. Poi ne avrebbe discusso con lei in separata sede.
«Non è di vostro gradimento?» chiese ironico.
«Possiamo avere qualcos'altro oppure no?» tagliò corto Killian con tono piò duro.
L'oste grugnì, levandosi quel ghigno e sparì in quella che doveva essere la cucina. Emma aveva perso un po' di quel suo essere forte di fronte a quel cadavere servito nel suo piatto.
Rigirava tra le dita le estremità dei lacci del corsetto. Si era cacciata in un grosso guaio. Iniziava davvero a rimpiagere la sua spavalderia, prima o poi ci sarebbe finita anche lei in un piatto.
Non parlarono e finirono la cena molto velocemente dopo che l'oste le porse un piatto di formaggi e salumi. Killian doveva solo pensare a come organizzare il viaggio dell'indomani. Continuava a pensare mentre lei gli camminava innanzi cercanod di non incespicare con l'orlo della gonna. Non sarebbe stato un viaggio lungo, non da come aveva sentito dalle sue fonti. Entrarono in camera e chiuse la porta a chiave. Avrebbero camminato in mezzo alla foresta per un bel tratto, poi secondo quanto appreso , si sarebbero ritrovati in una sorta di radura. In metà mattinata avrebbero concluso tutto. Se tutto fosse andato come si stava programmando nella sua testa, e si volse verso colei che gli dava più preoccupazioni. La trovò seduta sul letto a guardarsi le scarpe nuove e a sbadigliare ripetutamente. In effetti non si erano fermati da quella mattina.
«Dormi che domani mattina dovremmo partire presto» lui si avvicinò all'unica finestra della stanza. Pioveva ancora, non aveva smesso un attimo. L'avrebbe sgridata un' altra volta per come si era comportata a cena.
Emma si era tolta le scarpe e si era sdraiata ma quell'affare che le stringeva la vita non la faceva rilassare come avrebbe voluto. Si sedette e slacciò quanto bastava per sfilarselo. Decise di torgliersi anche la gonna e la camicia , non voleva rovinarle e con quel fuoco che ancora ardeva non avrebbe risentito del freddo.
Lui non l'aveva degnata di uno sguardo. Era pensieroso mentre guardava fuori dalla finestra, non voleva chiedergli scusa e non lo avrebbe fatto. Cosa si aspettava, che si sarebbe comportata da cannibale?! Che merluzzo.
Si rimboccò le coperte e si accucciò sul fianco, era talmente stanca che si sarebbe addormentata subito...ma alcuni rumori non glielo permisero.
Dalla parete adiacente, quella dove era poggiata la testiera dell'umile letto, inizirono a sentirsi gemiti più o meno sommessi. Emma si raddrizzò sul letto «Killian!» urlò sottovoce.
Quello si voltò a stento.
«Killian!» ripetè.
«Che c'è!?»
«Penso ci sia una donna in pericolo nell'altra stanza! Dobbiamo andare a vedere» e dicendolo spostò le gambe fuori dalle coperte.
Killian che non aveva capito di cosa parlasse quella stramba creatura, ebbe tutto chiaro quando udì anche lui quei 'segnali di pericolo' si ripeterono. Abbassò il capo non sapendo se ridere o piangere.
«Rimettiti al letto e dormi se ce la fai» e gli scappò un sorrisetto.
Emma era indignata «Se una donna è in difficoltà tu le volti le spalle?! Ma che uomo sei?!» e si alzò precipitandosi verso la porta. Killian ebbe buoni riflessi e agilmente la bloccò per la vita.
«E lasciami!» si dimenava come un'anguilla tra le braccia di Killian.
«Ascoltami bene, quella donna non è in pericolo, puoi starne certa.»
«Ma senti come si sta lamentando! E smettila di ridere di me!». Era davvero furiosa.
«Emma quella donna non sta...soffrendo.» e ora come glielo spiegava se lei non sapeva niente. Da dove iniziare? «Ascoltami, non sta succedendo nulla di male nell'altra stanza. Sono cose che succedono tra uomini e donne quando stanno nello stesso letto. Lei probabilmente si sta divertendo» poteva andar bene come spiegazione? Se la sarebbe fatta andare bene.
Mentre la vedeva riflettere su quanto aveva appena sentito e ascoltare quei suoni, la spingeva verso il letto sfatto. Lei camminò a ritroso fino a quando non sbattè le gambe contro il materasso. La sua espressione corrucciata non cambiò nemmeno quando si mise seduta.
«E perchè tutti questi versi?»
«Eh, magari lo riprendiamo un altro giorno questo discorso eh, che ne dici?» e le mise la mano sul petto facendo pressione per farla coricare, sebbene lei facesse resistenza. Emma si puntellò sui gomiti, la mano di lui ancora su di lei.
«Ma queste cose che succedono nel letto, tra noi non sono accadute vero? Perchè con te non mi sono di certo divertita» obiettò diffidente.
«Fidati, te lo ricorderesti se fosse successo.» disse lui con un certo moto di orgoglio e un ghigno.
«Non penso che mi divertirei con te, pirata, non sei un tipo divertente» si portò sopra le coperte e si accucciò come aveva fatto poco prima. Lui sghignazzava e raggiunse la sedia vicino alla finestra. Si tolse il pastrano e le scarpe, si levò ogni cosa non gli servisse e la raggiunse sul letto. Niente distrazioni si ripeteva come un mantra.

Alzò gli occhi al cielo, spossato completamente da tutta la giornata. Chiuse gli occhi appena ebbe toccato il cuscino. 


 



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Chi non muore si rivede parte 28445116848745!
Se siete ancora qui tanto di cappello a voi :') sapete, se avete già letto le altre mi ff, che concluderò questa cosa, non mi piace lasciare le cose in sospeso...almeno per le ff è così xD 
Anche questo capitolo è andato, spero sia di vostro gradimento, non succede nulla di particolare, ma capitemi, è una sirena che si ritrova senza coda in un mondo che ha visto da lontano, è tutta una scoperta per lei. La meraviglia è nei suoi occhi ovunque si volti...anche in quelli blu di un certo pirata ma non lo può ammettere u.u
Perdonatemi il tempo che ci impiego a pubblicare ma non posso fare altrimenti, questa ff mi sta risultando più difficile da scrivere :/ Mi dispiace in particolare che dobbiate aspettare così tanto per dei capitoli così più che altro xD la mia storiella non è una di quelle belle importanti come ce ne sono anche su questo fandom .-. 
Detto ciò vi auguro un buon inizio settimana e ci rivede quando sarà, non vi darò un giorno perchè poi finisce in schifio ^-^'
Alla prossima!!!
Gio
  
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