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Autore: sissi149    31/01/2018    3 recensioni
Spin-off de "La ballata di Yomiuri Land".
Una questione rimasta in sospeso nella Ballata è quella della vera storia di Yoshiko. Ma la storia di Yoshiko è anche la storia di Hikaru. E di molti altri, a volte inaspettati, personaggi. Attraverso gli anni, scopriremo cosa è accaduto ai due e alle loro famiglie.
Genere: Drammatico, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Nuovo personaggio, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Poemi di Yomiuri Land'
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21 Giugno, Anno 2710 dal Trionfo della Dea

 

Era una giornata calda e afosa, il sole brillava alto nel cielo. Era quasi mezzogiorno e la bottega di stoffe e tessuti pregiati di Rina e Tobei Matsuyama non era ancora stata aperta.

Il sarto reale fremeva per l'impazienza: doveva ritirare una particolare seta per terminare il vestito che stava cucendo per la Principessa, in occasione del gran ballo organizzato alla Fortezza. Matsuyama sapeva benissimo dell'importanza di quel lavoro, al punto che la sera precedente gli aveva fatto recapitare un messaggio per informarlo che il tessuto gli era appena stato consegnato e l'avrebbe trovato pronto quella mattina. Gli sembrava parecchio strano che il commerciante avesse dimenticato la questione, non era da lui, solitamente era una persona parecchio affidabile.

Il sarto sapeva che Matsuyama abitava sopra la bottega, ma l'unico modo per accedere al piano superiore era la scala interna. Aveva pensato di gridare, in modo da attirare l'attenzione se Matsuyama e la moglie fossero stati in casa, ma era una persona piuttosto discreta e non voleva farsi notare da tutto il quartiere.

Sull'orlo di una crisi di nervi al pensiero di quello che avrebbe detto al Principessa se non avesse avuto il vestito rifinito come desiderava, l'uomo stava per arrendersi e ritornarsene verso la Fortezza, per inventarsi qualcosa di diverso.

Dal fondo della strada arrivò di corsa una donna: abbastanza corpulenta e non proprio giovanissima, portava un velo colorato sulla testa che la identificava come una Levatrice. Era Donna Hitomi, la più esperta delle Levatrici della Cittadella.

“Per la Divina Machiko, sembra che tutti i bambini dei dintorni abbiano deciso di venire al mondo oggi!” Esclamò una volta giunta sulla porta della bottega dei Matsuyama.

Solo allora il sarto reale si ricordò che Rina Matsuyama era prossima al parto.

“Quindi la moglie di Tobei ha le doglie?” Domandò alla Levatrice.

Questa gli rispose con fare sbrigativo:

“Sono iniziate stamattina presto. Matsuyama mi ha mandato a chiamare, ma ero impegnata con un altro parto. Vediamo se mi hanno lasciato aperto.”

Spinse la porta, che si aprì senza opporre resistenza ed entrò rapida. Salì le scale annunciandosi rumorosamente.

Il sarto restò incerto sul da farsi: avrebbe potuto entrare e chiedere a Matsuyama notizie della stoffa, dall'altra parte gli sembrava così indelicato disturbarlo in un simile momento. Aveva anche sentito dire che alcuni parti potevano durare delle ore e lui avrebbe rubato solo pochi istanti al commerciante. Inoltre, a quello che ne sapeva lui, gli uomini non erano ammessi nella stanza dove si trovavano le donne in procinto di partorire, nemmeno i Priori osavano assistere, delegando il compito alle Levatrici.

Decise di entrare e salire.

Arrivò alla stanza principale, che fungeva da cucina e al tempo stesso da luogo di ricevimento per gli ospiti. Trovò Tobei Matsuyama seduto presso il tavolo, intento a bere un bicchiere di vino rosso. Il mercante era pallido e un movimento nervoso della mano sinistra, continuamente passata tra i corti capelli neri, tradiva l'ansia che provava per l'imminente nascita.

“Buongiorno, Matsuyama. – si annunciò il sarto – Ho trovato aperto al piano di sotto, ma nessuno nella bottega, perciò sono salito.”

Tobei alzò lo sguardo ed impiegò un istante per mettere a fuoco la persona che aveva davanti.

“Ah, siete voi.”

Di colpo si batté una mano sulla fronte.

“Scusatemi, non so dove ho la testa in questo momento. Ho completamente dimenticato la vostra seta. Ve la porto subito.”

Si alzò per guidare il sarto al piano inferiore, dove teneva tutte le stoffe. Il trambusto della mattinata gli aveva fatto dimenticare l'urgenza e l'importanza di quella consegna.

Un gemito di dolore, proveniente dalla stanza da letto, lo fece bloccare. Si passò una mano tra i capelli, tendendo le orecchie in attesa di altri suoni.

“Non temete, Donna Hitomi è un'ottima Levatrice.” Tentò di rassicurarlo il sarto.

“Certamente. Venite.”

Scesero da basso, dove il mercante aveva la sua bottega. Era un ambiente molto vasto, ma ordinato, con diversi ripiani per riporre le differenti tipologie di stoffe e tessuti. In un angolo c'era tutto l'occorrente per il taglio e le lavorazioni basilari, a seconda delle richieste di chi entrava. C'erano materiali molto pregiati, per cui tutti i nobili delle vicinanze accorrevano dai Matsuyama, ma anche stoffe molto più semplici e povere che facevano al felicità dei ceti sociali meno ricchi: la clientela di Tobei era trasversale a tutte le classi sociali. In poco tempo trovarono la seta che stavano cercando, poiché appena il ragazzo che aveva fatto il trasporto gliel'aveva consegnata, il mercante l'aveva subito messa al sicuro sullo scaffale riservato alla Famiglia Reale. Era morbidissima e lucida al punto giusto, perfetta per il vestito della Principessa. Come sempre di Matsuyama ci si poteva fidare, la sua merce era di qualità eccellente e valeva ogni singolo pezzo d'argento o d'oro speso per l'acquisto.

“Vi salderò il conto non appena avrò ricevuto il mio compenso dalle Loro Maestà.” SI premurò di assicurare il sarto.

Tobei agitò una mano.

“Non preoccupatevi di questo, mi fido di voi.”

I due uomini si congedarono. Il sarto stava per andarsene per terminare il proprio lavoro, eppure, ora che era entrato ed aveva avuto ciò che desiderava, non si sentiva di lasciare solo Matsuyama, che era più in ansia di quanto volesse dare a vedere.

Lo seguì al piano di sopra per la seconda volta.

“Vi dispiace se vi faccio compagnia? L'abito può attendere ancora qualche momento.”

Il mercante annuì.

“Volete bere qualcosa?”

“No, grazie.”

Il pianto di un neonato si diffuse per tutta l'abitazione, facendo andare il cuore in gola a Tobei Matsuyama.

Dopo un tempo che parve lunghissimo, Donna Hitomi li raggiunse col piccolo in braccio.

“È un maschietto forte e sano.” Annunciò.

Matsuyama aveva gli occhi lucidi, il suo bambino era nato. Dopo mesi trascorsi ad immaginarlo insieme a Rina, a domandarsi se sarebbe stato un maschietto o una femminuccia, adesso era davanti a lui in carne ed ossa e strilli. Era la cosa più incredibile che avesse mai visto.

“Come sta mia moglie?” Domandò premuroso.

“È molto stanca, ma si riprenderà in fretta, è una donna molto energica. Potete vederla se volete. Mi ha detto che avete deciso di chiamare il bambino Hikaru.”

“Sì, perché d'ora in avanti Hikaru sarà la luce della nostra vita.”



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Ed eccoci tornati nelle atmosfere del Principato di Yomiuri Land, per chi avesse seguito la storia principale. Per tutti gli altri: benvenuti nel Principato!
Due noticine veloci, veloci: come vedete ho messo una data e quindi vi posso dire che gli avvenimenti della Ballata si collocano nell'anno 2739, dato che mi pare di avervi detto che Hikaru avesse 28/29 anni nella Ballata. (La Ballata inizia a marzo, in primavera, e si conclude a inizio settembre, fine estate. Quindi Hikaru compie gli anni nel bel mezzo degli avvenimenti, ma con tutto quello che succedeva nessuno l'aveva festeggiato ç__ç). La storia parte da prima dei fatti della Ballata, come avrete capito XD, ma poi li supererà e si spingerà oltre.
Hikaru, in Giappone, è sia un nome maschile che femminile, quindi i coniugi Matsuyama hanno potuto sceglierlo tranquillamente senza sapere se aspettavano una bambina o un bambino. ;) Inoltre il suo significato è proprio quello di "luce", da qui si capisce la frase finale di papà Matsuyama.

E.... Mi stavo dimenticando di scrivere del titolo!
Ho scelto Sonetti per restare nell'ambito "poetico" di quello che era il titolo della Ballata. So che il Sonetto è una forma poetica che ha una lunghezza e uno schema ben definito, tuttavia, le varie one-shot che compongono i Sonetti, hanno lunghezze a volte anche molto differenti tra loro.
  
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