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Autore: musike    06/02/2018    2 recensioni
Dal prologo:
“Io non conosco molte storie...” iniziai prendendola tra le braccia e sistemandola vicino a me. Il suo sguardo e le sue orecchie si fecero attente e vigili, pronte a captare qualsiasi parola uscisse dalla mia vecchia bocca. “però forse questa è quella che cerchi. Ti racconterò la storia di più persone, quelle persone che molti hanno dimenticato... che a modo loro si sono ribellate a quello che stava succedendo intorno a loro. Ti narrerò le loro storie, quelle storie che nessuno -e quando dico nessuno, intendo proprio nessuno- conosce, ma che solo pochi sanno. Tutti conoscono la storia principale della ribellione, ma quella loro è rimasta nel buio perché sempre inascoltata. Quindi... Sai mantenere un segreto?”
La piccola annuì vigorosamente, portandosi le mani al petto, simbolo di giuramento eterno. Sapevo che lo avrebbe mantenuto, ma era troppo buffo vederla così.
“Bene,” iniziai sorridente e prendendo fiato. “allora mettiti comoda e ascolta bene quello che sto per raccontarti. Perché questa è la storia dei Ribelli Dimenticati.”
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Cinna, Effie Trinket, Faccia di Volpe, Mags, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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FORGOTTEN REBELS

PERCH
È ALLA FINE ANCHE LORO
SONO ANDATI CONTRO CAPITOL CITY
 


PROLOGO
 
Osservo tutto ciò che mi accade intorno, non riuscendo ancora a credere che finalmente Panem sia riuscita a conquistare la pace e l’uguaglianza tanto attesa.

È un sogno che finalmente si avvera.

Nella mia vita ho visto succedere talmente tante cose che non credevo fosse possibile stupirsi ancora. Fin da quando non ero altro che un ragazzino l'ombra degli Hunger Games incombeva su di me, lasciandomi paralizzato nel letto, invaso dagli incubi via via sempre più frequenti non appena il tempo della mietitura si faceva sempre più imminente. Quando era arrivata la fine l'ho vissuta come una liberazione, mi sentivo nonostante tutto più leggero. Non avevo capito che quello non era altro che l'inizio di un circolo vizioso di cui avrei sempre fatto parte, volente o nolente. Eppure, nonostante tutto questo buio, questo terrore irrazionale che mi attanagliava l'anima, alla fine uno piccolo spiraglio di luce, di speranza, di aspettativa sono riuscito a scorgerla: la ribellione.

Ho visto la liberazione di una popolazione sottomessa da troppo tempo al volere di uno solo.

E mai è esistita gioia più grande di questa.
Sorrido inconsciamente vedendo i bambini giocare senza nessun pensiero in testa, senza che nessuno di loro sia preoccupato per ciò che potrebbe succedere quando avranno dodici anni... senza preoccuparsi del fatto che avrebbero potuto essere strappati dalla propria famiglia e costretti ad uccidersi l’un con l’altro per poter tornare a casa.

Continuo ad intagliare un piccolo pezzo di legno, un piccolo sorriso stanco si fa largo in volto, quando un manina bianca come il latte mi tira insistentemente l’orlo della vecchia camicia azzurra che indosso. So benissimo chi è, ma l’ignoro perché adoro quando si offende.
È troppo dolce.

“Nonno! Nonno!” Mi chiama con insistenza la piccolina. Anche se non la posso vedere, so benissimo che è irritata, ormai la conosco come le mie vecchie e logore tasche. Metto giù con cautela quello che stavo facendo e mi giro verso quello scricciolo che tanto adoro. Una bambina di appena sette anni mi guarda con cipiglio severo, con le guance tutte gonfie e i piedini minuscoli puntati a terra chiaramente irritata per essere stata ignorata.
Non riesco a trattenere una risata davanti a quello spettacolo. I suoi capelli biondi come il grano sono tutti arruffati a causa della corsa, mentre negli occhi grigi, anche se luccicanti come delle stelle che si osservano in cielo durante la notte, si può leggere tutta l’irritazione che prova. Non ci posso far nulla... ogni volta che la vedo si fa sempre più bella, come una rosa che sboccia lentamente, alle volte in ritardo rispetto alle altre. Eppure alla fine sarà sempre la più bella di tutte, come se quell'attesa servisse solamente per rendere ancora più magico quel piccolo spettacolo. Mi sembra solo ieri che era un piccolo fagottino messo nelle mie mani dalla madre, in quelle mani che non credevo potessero riuscire a tenere qualcosa di così bello e fragile senza romperlo.


“NONNO!!” Ecco che l’urlo della mia dolce nipotina mi richiama alla realtà. “Mi dovevi portare al fiume, ricordi? Me lo avevi promesso!” Finì lei, continuando a scrutarmi con i suoi occhietti che si facevano sempre più dolci.

Come si può non volerle bene?

Presi la sua mano nella mia e, senza nessuna parola, la condussi con me in quel posto magico che avevo scoperto qualche anno prima e di cui solo io ero a conoscenza fino ad ora. Bisognava attraversare una parte del bosco per arrivarci, ma sapevo che lei non si sarebbe lamentata. Era abituata a camminare e a correre, l’unica cosa che non sopportava era dover rimanere ferma e seduta tanto a lungo.
Dopo un buona mezz'ora di cammino finalmente raggiungemmo quell'angolo di paradiso: l’acqua scrosciava sul fiume, illuminata dal sole del mezzogiorno che la rendeva brillante agli occhi di chi la osservava. Sembrava una cascata di piccoli diamanti, tanto era luminosa.
Ci sistemammo in silenzio sotto una quercia e iniziammo a mangiare le bacche e i frutti che trovavamo lì vicino. Il mio scricciolo si guardava attorno stupita, curiosa e un sorriso meraviglioso le solcava il viso, facendo concorrenza per bellezza e calore al sole stesso.
Io rimasi all’ombra, continuando a osservare attentamente che non si cacciasse nei guai, conoscendo il suo carattere peperino, mentre lei correva di qua e di là... semplicemente felice di aver scoperto un nuovo posto dove poter giocare e divertirsi.

“Nonno!” Non mi ero mimimamente accorto del fatto che si era avvicinata a me, era stata molto silenziosa. “Raccontami una storia, una storia che nessuno conosce”. Mi chiese continuando a guardarmi insistentemente, con fare dolce e supplichevole.
Rimasi spiazzato da quella richiesta: io non ero bravo a raccontare storie. Per niente. Però forse ne conoscevo una che faceva al caso mio. Sapevo che lei adorava ascoltare e decisi di accontentarla ancora una volta.
Non sapevo dirle di no... infondo era il mio scricciolo.

“Io non conosco molte storie...” iniziai prendendola tra le braccia e sistemandola vicino a me. Il suo sguardo e le sue orecchie si fecero attente e vigili, pronte a captare qualsiasi parola uscisse dalla mia vecchia bocca. “però forse questa è quella che cerchi. Ti racconterò la storia di più persone, quelle persone che molti hanno dimenticato... che a modo loro si sono ribellate a quello che stava succedendo intorno a loro. Ti narrerò le loro storie, quelle storie che nessuno -e quando dico nessuno, intendo proprio nessuno- conosce, ma che solo pochi  fidati sanno. Tutti conoscono la storia principale della ribellione, ma quelle loro sono rimaste  sempre nel buio, delle cose piccole alle volte quasi invisibili che però hanno fatto la differenza. Quindi... Sai mantenere un segreto?”

La piccola annuì vigorosamente, portandosi le mani al petto, simbolo di giuramento eterno. Sapevo che lo avrebbe mantenuto, ma era troppo buffo vederla così.

“Bene,” iniziai sorridente e prendendo fiato. “allora mettiti comoda e ascolta bene quello che sto per raccontarti. Perché questa è la storia dei Ribelli Dimenticati.”


Note autore: Salve, dopo un po' di tempo ritorno nel fando di HG. Questa storia l'avevo pubblicata in parte tempo addietro, ma che avevo eliminato perché non mi soddisfava. Ora ho deciso di revisionarla e ri-postarla, sperando che questa volta il risultato sia migliore. Per cui se avete critiche costruttive, suggerimenti da darmi o anche semplicemente farmi sapere cosa ne pensate non esitate a scrivermi :). Saranno varie storie, abbastanza a sé stanti, che raccontano di vari personaggi, solitamente saranno quelli secondari anche perché mi danno modo di aver un ampio margine di manovra.

Bene, ora vi lascio! I personaggi non mi appartengono e la storia non ha fini di lucro!

Al prossimo capitolo, la prima storia!

Musike
  
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