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Autore: tsukuyomi_    06/02/2018    5 recensioni
|| NaruHina | Raccolta di 100 capitoli | Presenza di AU ||
Estratto:
{ Capitolo 1: Il biondo mosse il capo in continuazione, su e giù, come a voler spingere la ragazza a continuare nella sua spiegazione, ad illuminare in tal modo la sua oscura incertezza. « ... pungi » terminò, con un angolo delle labbra alzato verso l'alto in un'espressione titubante.
Capitolo 3: " Naruto... hai un semino, proprio qui ".
Capitolo 7: Appoggiò la fronte sulla sua, cercando di comprendere il motivo per cui le guance della ragazza fossero così vermiglie.
Capitolo 20: Lei era bella, bella e delicata, come un meraviglioso fiore. }
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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NOTE AUTRICE : Cercare di lavorare insieme su tante raccolte, terminare storie iniziate e soprattutto fare ciò che si deve fare fuori è un'impresa, ma si fa ciò che si può, no? (?) 
Ah, inutile dirvi che mi sono presa a cuore questa raccolta, vero? Scrivere su una delle coppie che ho shippato sin dai primi minuti è una cosa che boh, mi fa diventare un cubetto di ghiaccio sotto al sole, ma veniamo al dunque. 
Quanto può essere caruccia la fanart che vedrete - tra pochissimo - qua sotto? 
Ciò, dai, appena l'ho vista la storia si è creata semplicemente da sola tanto è bella! ** 


 





Lunedì: 
 
«Naruto–kun...» tentò la ragazza, invano. 
Suo marito aveva messo gli occhi su quel costumino verde già da qualche minuto a quella parte e, se Naruto Uzumaki si interessava tanto ad un oggetto senza guardare altrove — o pensare al ramen — per più di cinque minuti, si poteva benissimo comprendere che, tale oggetto, nonostante tutto, sarebbe finito presto nelle sue mani. 
«Naruto...» ritentò la ragazza, con tono un pochetto più fermo di quello precedente. «E se invece è femmina? Ricordi, vero? Non sappiamo di che sesso sia e–», ma Naruto aveva allungato il braccio verso di lei, fermando la mano a qualche centimetro dal suo viso, spalancandola. 
«È maschio, Hinata, io lo so». 
E lo affermò con così tanta convinzione che la ragazza per un minuto quasi ci credette, restando con le palpebre sgranate. Scosse il capo, lentamente, puntando poco dopo i suoi occhi sul marito. «Naruto–kun», iniziò nuovamente, sospirando. «E se non lo è, invece? E se non è un maschietto?». 
«In tal caso aspetterò il prossimo, 'ttbayo!». 
Inutile dirlo ma Hinata, sentendo quella frase, si imbarazzò tanto da diventare di un rosso parecchio accesso da spaventare il marito che la guardava preoccupato. 

*

Martedì: 

«Naruto–kun...» lo richiamò la Uzumaki, tamburellando con l'indice sulla fronte del marito. «Torniamo a casa?». 
Naruto storse le labbra contrariato, puntando saldamente i piedi nella strada, scuotendo il capo. Da che mondo è mondo, non si sarebbe mai fatto comandare, mai e poi mai, neanche con una delle — meravigliose — occhiate imploranti e al tempo stesso malevole che la sua Hinata gli rivolgeva di tanto in tanto. 
«Naruto–kun, non serve spendere soldi su abiti finché non sappiamo il sesso, no?» chiese gentilmente, accarezzando la guancia di lui. 
«Io lo so, Hinata, lo so...»
La donna scosse il capo divertita, «Manca ancora qualche giorno, ricordi? Appena nascerà verremmo qui a prendere la tutina, mh?» cercò di convincerlo, iniziando a tirarlo dolcemente per il braccio verso casa, mente i suoi occhi cerulei erano ancora puntati su quella cosina verde. 



Mercoledì:


«Signore?» lo richiamò Naruto, scuotendo il braccio per attirare l'attenzione del venditore. «Vorrei la tutina verde, se non le spiace». 
Quando l'uomo si voltò quasi non svenne; non capitava tutti i giorni parlare con l'eroe degli eroi, quindi vederlo dopo due intere giornate ancora lì, dalla sua bancarella, non poteva che renderlo estremamente fiero di aver deciso di vendere proprio nel villaggio della Foglia. «Tutina?», chiese l'uomo, ancora spaesato.
Naruto sorrise, indicando la tutina sopra le loro teste. 
«Hmm, hmm! Quanto le devo?» domandò il ninja sorridendo, tirando fuori dalle tasche il proprio portafoglio. 
«Quanto...? Oh, nulla, si figuri. Un dono per lei e per la pace che ha portato!» esclamò l'uomo raggiante, posando tra le mani la tutina di cui Naruto si era perdutamente innamorato. 


“Ero Sennin”, pensò l'Uzumaki mentre si dirigeva verso casa, con un piccolo sorriso vittorioso sul viso. “Sarebbe piaciuta anche a te, neh?”. 
Peccato che, per quanto a lui o al suo defunto maestro potesse piacere, Hinata lo avrebbe certamente ucciso a suon di pugni gentili; al solo pensiero il biondo sbiancò, trovandosi a ridacchiare per l'ansia. 
Doveva trovare una scusa plausibile. 
Una scusa che spiegasse il suo gesto andato contro al volere di lei. 
Doveva inventarla anche presto: dieci effimeri passi lo dividevano dalla porta di casa. 

«Naruto–kun! Non ci credo... l'hai presa...» esordì Hinata, osservando la busta che Naruto stringeva fra le mani. L'aveva capito immediatamente cosa c'era lì dentro — anche senza utilizzare il Byakugan —, e non poteva che ritrovarsi sorpresa ed un pizzico divertita da quella reazione possessiva del marito; non poteva resistere a quel luccichio che riusciva bene ad intravedere negli occhi cerulei del suo Naruto, come se l'idea di vestire il loro futuro bambino con quella tutina lo rendesse estremamente orgoglioso. 
«Un piccolo rospo, Hina–chan!» disse lui, sorridendo. 
«Rospo?»
Naruto annuì, «Il mio maestro era l'Eremita dei Rospi, ricordi? Oh, Hina–chan, starà benissimo con questa tutina!». 
E Hinata non potè che lasciargliela andare, anche questa volta, del resto. 

*

Lunedì, ancora:


Le sue braccia si strinsero intorno al corpicino del suo — loro — primogenito istintivamente, come se qualche forza anomala gli riferisse segretamente cosa fare, come fare e tutto ciò di cui sentiva la necessità di conoscere per comportarsi nel migliore dei modi con quel fragile, minuscolo corpo. 
Aveva atteso così tanto quel giorno, così tanto da lasciargli una scia di lacrime di gioia sul viso quando l'aveva visto per la primissima volta, finalmente fuori dal ventre della madre. 
Naruto sentiva le proprie gote andare a fuoco tanto era deliziosa la scena che gli si parava davanti: Boruto, dentro a quella tutina che giorni prima aveva comprato appositamente per lui — che l'aveva trasformato in una piccola, adorabile ranocchia —, si era finalmente addormentato fra le sue braccia, come sentendosi al sicuro in quel luogo diventato tanto presto famigliare; la bocca spalancata ed un rivolo di bava che gli scivolava lungo il mento. 

Hinata strinse fra le mani il cestino del bucato dirigendosi con passo felpato verso la porta che dava sul loro cortile - con l'intenzione di stendere gli abiti bagnati, però, passando accanto al salotto non era riuscita a non fermarsi ed osservare l'Uzumaki ed il loro primogenito Boruto in quella adorabile scenetta tutta padre – figlio.
Si allontanò poco dopo con un sorriso che le tinse le labbra di una nuova luminosità. 


 
   
 
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