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Autore: They are almost Canon    07/02/2018    3 recensioni
un'Otp, due amiche folli, una scrittrice ancor più pazza di loro.
questi sono gli ingredienti di una raccolta di momenti di vita al Grande Tempio, l'amore tra Milo e Camus , due ragazzi, al di la delle loro responsabilità di Saint.
Un amore senza fine, come questa raccolta ...
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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piccola nota prima di iniziare: per questa storia devo ringraziare il prompt di Francine e la tombolata del giardino di EFP...

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Undicesima Casa, 7 febbraio

 

Ore 4:00

 

Milo era di malumore quella mattina, si era alzato prima del solito.

O meglio, non aveva proprio dormito.

Si sentiva fuori posto nel letto di Camus. La sua mente per qualche motivo era tornata ad Asgard, allo strano comportamento dell'Acquario.

Invece di dirigersi in cucina, come era solitro fare, senza nemmeno ripararsi dal freddo uscì da quel tempio in cerca di un lòuogo per schiarire le idee.

 

Ore 6:00

 

Camus si svegliò di colpo, rigirandosi nel letto – ancora ad occhi chiusi – si accorse di essere solo.

Aprì gli occhi, accanto a lui c'era solo il pigiama di Milo e sulla scatola della cloth la felpa dello Scorpione, abbandonata come era uso del suo compagno fare.

Si alzò in cerca del suo uomo e pian piano si rese conto di essere solo.

 

Provò a cercarlo col Cosmo, ma lo Scorpione non rispondeva.

Guardò fuori, sulla riva del lago antistante l'undicesima casa e si accorse che nevicava incessantemente.

Uscì con solo i jeans, da tanto era in ansia, e si mise a cercare per il santuario immerso nella tormenta.

<< Sommo Camus! >> lo chiamò improvvisamente una guardia, con un tono che non lasciava presagire nulla di buono,

<< Che succede? >> chiese il giovane guerriero << E'... è crollato un albero... e ha colpito il sommo Milo alle gambe! >>

Camus a quelle parole corse sul luogo dell'incidente ed ancora prima di arrivare, con un colpo di Cosmo, distrusse l'albero liberando lo Scorpione.

 

Il Cavaliere, ormai in ipotermia, era privo di sensi e l'acquario decise di riportarlo a casa sua fino all'arrivo dei soccorsi.

 

Lo distese sul letto scaldandolo il più possibile , accendendo anche il caminetto – ed anullando il suo Cosmo – pur di farlo star meglio.

 

Il tepore che si creò nella stanza fece si che Milo si riprendesse in poco tempo. << Do... dove sono??? >> chiese, socchiudendo gli occhi.

<< Sei a casa mia amore... Che ci facevi là fuori? >> chiese Camus.

<< Pensavo >> disse, con tono seccato il custode dell'ottava << Volevo stare per conto mio, a riflettere >> precisò.

<< Perchè non sei tornato all'ottava? >> << Lì mi avresti trovato subito, non sarebbe servito... >> rispose con lieve sarcasmo Milo, mentre entravano i paramedici.

 

Il Cavaliere fu spostato su una barella e protetto con una coperta termica.

Fissava l'Acquario nella speranza che capisse che voleva rimanere solo, che non lo seguisse sull'ambulanza - come era solito fare in questi casi - ma che se proprio voleva poteva raggiungerlo in un secondo momento.

Camus ricambiava quegli sguardi ed i suoi occhi - gonfi di lacrime - sembravano dire << permettimi di venire >>

<< Dobbiamo andare. Decidete cosa volete fare >> intervenne un paramedico.

<< Camus... >> sussurrò lo scorpione mentre perdeva nuovamente i sensi.

<< Vengo con voi, non voglio lasciarlo solo >> disse il francese, seguendoli.

 

Arrivarono in ospedale in codice rosso e a sirene spiegate, con Camus in lacrime, in ansia per Milo.

Continuava a pensare a quel che il greco aveva detto << A cosa pensava, al punto di ridursi in questo stato >> si chiedeva, mentre aspettava in sala d'attesa.

 

Lo scorpione fu portato in una sala di rianimazione, dove l'Acquario rimase per tutto il tempo.

<< Camus... sei qui.. >> disse flebilmente Milo dopo qualche ora .

<< Milo... non potevo lasciarti solo... >> singhiozzò il francese.

<< Perdonami... per questo casino hai passato un compleanno terribile >> fece per scusarsi il greco << Dimmi che risposte cercavi, se posso te le darò io >> lo rassicurò l'amato.

 

<< io... pensavo ad Asgard... al fatto che ti ho trovato schierato con Loki.... >> << oh... Milo... io non ero con Loki, lo sai non potevo dirtelo apertamente >> cercò di spiegarsi Camus. << Ma c**** sei passato per traditore anche con Saga e Shura>> inveì Milo << lo so, e credimi mi spiace, ma tu sai quanto era importante per me riportare Surt al bene >>

<< Eccerto... però quando io fui assorbito non hai fatto nulla, per Shura invece... >> ribattè lo Scorpione in lacrime.

<< mi spiace tanto.... ho dovuto, per la Dea... tu mi puoi capire >> gli disse, poi continuò << Sai meglio di chiunque altro che l'amicizia per me ha lo stesso valore e importanza dell'amore che provo per te >>.

Milo lo guardò con aria interrogativa, Camus riprese << Non dubitare mai, e dico mai, della mia presenza accanto a te>> gli disse asciugandogli le lacrime.

Poi stette zitto un momento e ribbattè, alludendo a Kanon <> << lui era sinceramente pentito, anche Athena lo capì. E poi, anche per me l'amicizia è sacra... >> lo tranquillizzò.

 

Camus diede a Milo un dolcissimo bacio sulle labbra << vorrei che fosse sufficiente a scaldarti a dovere >> sussurrò << non ti preoccupare >> il greco gli accarrezzò una guancia e si rese conto di non percepire il suo cosmo.

<< Camus, non ti fa bene! Ti prego, va da qualche parte e sprigiona il tuo gelo >>

<< Mi allontano solo se mi prometti di startene buono e tranquillo >> disse Camus << Sicuro... fidati, cosa vuoi che faccia conciato così! >> rispose Milo abbozzando un debole ma sincero sorriso.

<< Vado a parlare con i medici e ti prendo qualcosa di caldo, torno presto >>così dicendo gli sfioro dolcemente la guancia e Milo istintivamente chiuse gli occhi e inclino' la testa assaporando il lieve tocco del suo uomo.

 

Una volta uscito dalla stanza Milo si affrettò a suonare il campanello che subito mise in allarme le infermiere del reparto, che si precipitarono nella sua stanza, ansiose di essere d'aiuto all'aitante ragazzo.

<< Ho bisogno del vostro aiuto... Abbiamo poco tempo, mi serveno una torta di compleanno dei festoni e un po' di luci soffuse per creare l'atmosfera, è possibile? >> disse tutto d'un fiato.

Le infermiere lo guardarono con aria un po' confusa e alla fine risposero << Cercheremo di accontentarla Sommo Milo >> << Bene... Ah ragazze, già che ci siete, datemi una mano a rendermi presentabile per il mio uomo... Che così conciato sono da buttare >> alle infermiere gli si illuminarono gli occhi, e Milo rise alla vista di quelle espressioni.

 

Camus entrò nella stanza Milo. Lo Scorpione - bello come il sole - spalancò le braccia e gli dice << Buon compleanno amore mio >> Camus leggermente imbarazzato disse << Nn cambi mai sei sempre il solito, dalle sorprese improbabili... >> e gli scompigliò i capelli con una carezza.

<< Nn era la sorpresa che avevo in serbo per te, ma ho cercato di fare il possibile con ciò che avevo... >> disse Milo.

L'Acquario allora, con fare provocatorio, rispose << Mio caro... Diciamo che sai come farti perdonare, ma... Un compleanno non può definirsi tale senza un regalo?" al che gli occhi dello Scorpione si rabbuiarono di colpo.

<< Credimi... Avevo pensato anche a quello, ma temo che il mio regalo sia andato perso ormai nella neve, dopo il crollo di quel maledetto albero >>

 

Così Camus, vedendo lo sguardo triste del suo uomo, decise di alleviargli la pena facendo penzolare davanti ai suoi occhi, palancati per la sorpresa, un ciondolo con due simboli - un cristallo di ghiaccio e una fiamma ardente - i loro simboli , fuoco e ghiaccio.

<< Ma come hai fatto... Cioè... Dove lo hai trovato? Io nn ci speravo più >> << Una delle guardie me lo ha consegnato quando mi ha aiutato a riportarti in casa. Suppongo fosse questo il mio regalo... Giusto? O c'è qualche altro destinatario, tipo Kanon? >>

<< Ma smettila... Scemo >> disse Milo con aria sorniona << Sai bene che quelli sono i nostri simboli... Ciò che siamo e che sempre saremo, due opposti che non possono essere separati né tanto meno stare lontani >> il greco era sincero e serio nel dire quelle parole che gli uscirono dal cuore come un fiume in piena.

 

Camus capì ciò che lui voleva dirgli, e comprese i dubbi e le incertezze che per tanto tempo Milo aveva portato dentro di se, il suo sguardo sempre così gelido si addolcì come solo in presenza dello scorpione si concedeva di fare.

<< Fammi un favore amore... >> disse il francese << La prossima volta che hai dei dubbi o delle incertezze parlane con me, invece di camminare mezzo nudo sotto la neve... non devi più correre rischi inutili! >>.

I due si guardarono e non ci fu bisogno di altre parole, non sarebbero servite, ciò che serviva ad ognuno di loro lo avavano era davanti.

I loro sguardi si persero l'uno nell'altro e Milo, con una voce dolcissima sussurrò... << Tanti auguri... Amore mio >> << Grazie...grazie di tutto, testone! Ti amo! >> le bocche si unirono in un unico intenso respiro...

 

Pochi giorni dopo, seduto su una carrozzina a causa della frattura delle gambe, lo Scorpione fu dimesso.

<< Voglio festeggiarti a dovere, ti porto a cena fuori, ci godiamo questa splendida neve, da soli >> disse , mentre con l'acquario usciva dall'ospedale.

 

   
 
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